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da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

“Abbiamo raccolto fin qui poco oltre 340mila euro e vogliamo rendere conosciuta con la massima trasparenza la destinazione di ogni singola somma che cittadini, associazioni e imprese, hanno donato per contribuire alla ricostruzione dopo il terremoto del 2012”.
Con queste parole la presidente della Provincia, Marcella Zappaterra, spiega lo scopo dell’incontro pubblico in programma venerdì 28 marzo alle 18 nel salone degli Stemmi in Castello Estense.
Gli interventi della stessa Zappaterra, della responsabile della Direzione regionale ai beni culturali e paesaggistici, Carla Di Francesco, e di Giuliano Mezzadri, titolare dell’omonimo studio di progettazione, illustreranno quali sono stati i lavori eseguiti e come sono stati spesi i soldi raccolti.
In particolare, l’incontro è dedicato principalmente a rendicontare il ripristino delle lanterne delle torri del Castello Estense di Santa Caterina e dei Leoni. Quest’ultima parzialmente crollata in seguito alla scossa il mattino del 20 maggio 2012 e diventata simbolo del terremoto che colpì Ferrara e parte del territorio provinciale.
“Grazie alle donazioni – continua Marcella Zappaterra – è stato possibile fare i primi interventi per la messa in sicurezza e il rafforzamento sismico delle strutture murarie”.
Il costo dell’intervento è stato di circa 186mila euro, con progetto autorizzato dalla Soprintendenza e approvato dal Comune di Ferrara.
La presidente della Provincia parla di primi interventi perché l’iniziale ripristino non è che il primo passo di un più articolato programma, che proseguirà nei prossimi mesi con il consolidamento delle altre lanterne (San Paolo e Marchesana) e di tutte le quattro torri.
Un cantiere di quasi 600mila euro partirà il prossimo maggio, grazie alle risorse messe a disposizione dai fondi del commissario straordinario Vasco Errani, mentre un secondo finanziato dai contributi privati riguarderà l’istituto Carducci in via Canapa. Il costo in quest’ultimo caso sarà di 60mila euro e i lavori avranno termine durante la pausa estiva delle attività didattiche.
All’incontro sono stati invitati i donatori, che riceveranno un ringraziamento pubblico anche da tutte le autorità cittadine.

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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