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di Lucia Casadio e William Molducci

“All’amico Lucio”, la statua realizzata da Carmine Susinni, già esposta nel decumano di Expo 2015, il 4 marzo scorso è finalmente arrivata a Bologna, posizionata in Piazza De’ Celestini, sotto il balcone della casa di Lucio Dalla, dove resterà sino a fine aprile.
Lo sguardo innocente, un sorriso accennato e un braccio disteso sulla panchina. Lucio Dalla ci invita su questa panchina come se fossimo dei vecchi amici con i quali scambiare due chiacchiere e ricordare qualche vecchia canzone. Chiunque passi da Piazza De’ Celestini non può fare a meno di sedersi al suo fianco per una foto: si fermano tutti, anche chi su quella panchina vede solo un buffo signore con un paio di occhialetti tondi, un berretto in testa e un sacchetto di cibo in mano. In realtà, l’atmosfera è davvero magica in questa piazzetta nel cuore di Bologna, qui Lucio Dalla vive ancora, quasi che non fosse mai andato via da casa sua.
La sensazione è di entrare in uno spazio incontaminato: la sua musica risuona dal balcone, la sua ombra suona il sax sulla parete e al suo fianco, sulla panchina, Lucio sembra ci stia cantando una delle sue canzoni più conosciute: “Io i miei occhi dai tuoi occhi non li staccherei mai, adesso anzi me li mangio tanto tu non lo sai”. Se poi partono proprio le note di “Canzone” quando vi sedete per la vostra foto ricordo, può darsi che vi scappi un sorriso, o forse una lacrima.
Piazza De’ Celestini fa angolo con Via D’Azeglio, dove abitava Dalla, ora sede della Fondazione che porta il suo nome. Le sue canzoni sono trasmesse in tutta la zona, come in “Anna bello sguardo”, il cortometraggio di Vito Palmieri, nato da un’idea elaborata insieme alla classe II C della Scuola Secondaria Testoni Fioravanti di Bologna.

Fotografie di Lucia Casadio. Clicca sulle immagini per ingrandirle

Alessio, il protagonista del film, è un adolescente con la passione del basket che non riesce a giocare con i suoi coetanei perché ritenuto basso di statura. Un giorno, mentre si trova nel ristorante della nonna, trova una vecchia fotografia di Lucio Dalla insieme con Augusto Binelli, il pivot della Virtus Bologna.Ha inizio un percorso che consentirà al ragazzo di comprendere che la statura non è importante per realizzarsi nella vita, riuscendo anche a conquistare la simpatia di Anna, la compagna di scuola preferita. Alessio, insieme alla ragazza, correrà per le strade di Bologna sino a giungere in Via D’Azeglio, in tempo per ascoltare “Anna e Marco”, il motivo conduttore del film e forse della loro adolescenza.

“Anna bello sguardo”, cortometraggio di Vito Palmieri, in versione integrale.

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William Molducci

È nato a Forlì, da oltre 25 anni si occupa di giornalismo, musica e cinema. Il suo film “Change” ha vinto il Gabbiano d’argento al Film Festival di Bellaria nel 1986. Le sue opere sono state selezionate in oltre 50 festival in tutto il mondo, tra cui il Torino Film Festival e PS 122 Festival New York. Ha fatto parte delle giurie dei premi internazionali di computer graphic: Pixel Art Expò di Roma e Immaginando di Grosseto e delle selezioni dei cortometraggi per il Sedicicorto International Film Festival di Forlì. Scrive sul Blog “Contatto Diretto” e sulla rivista americana “L’italo-Americano”.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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