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Da Comune di Copparo

La Giunta del Comune di Copparo ha approvato il primo stralcio del progetto di rifacimento delle facciate delle Scuole Medie di Copparo. I lavori prevedono la ristrutturazione della facciata principale e delle due laterali e il rifacimento della pavimentazione e della scala d’accesso: ammontano 100 mila euro, di cui 75 mila euro da fondi regionali (mutui BEI per l’edilizia scolastica) e i restanti 25 mila da fondi del Comune di Copparo. L’intervento verrà avviato nel 2018, e verrà seguito da un ulteriore stralcio ancora in corso di valutazione.
«Finalmente riusciamo a cambiare radicalmente l’immagine di un edificio su cui già negli ultimi anni abbiamo investito centinaia di migliaia di euro – ha dichiarato la vicesindaco Martina Berneschi – negli anni scorsi abbiamo dato priorità alla sicurezza e alle necessità della Scuola, intervenendo sulle infiltrazioni nel seminterrato, sostituendo le vetrate della palestra, occupandoci di interventi poco visibili come quelli sulla centrale termica o sulla fibra ottica, ma necessari per garantire sicurezza e funzionalità visto anche l’insediamento della nuova segreteria dell’Istituto Comprensivo. Ora è finalmente giunto il momento di realizzare un intervento che contribuirà a cambiare il volto della Scuola, ma io penso anche dell’intero quartiere in cui è inserita. Una scuola che si “libererà” esteticamente dai canoni degli anni Settanta per “lanciarsi” anche simbolicamente verso il futuro».
Anche nel caso illustrato dalla vicesindaco si tratta di intervento strutturato, programmato nel mandato di legislatura del sindaco e finalizzato al mantenimento del patrimonio di edilizia scolastica. «Il nostro metodo è questo: programmiamo secondo necessità, – ha concluso Berneschi – ricerchiamo risorse, quasi sempre ci vengono concesse, procediamo spediti e realizziamo gli interventi: sempre cercando di aver presenti gli obiettivi finali. A questo intervento dovranno necessariamente seguirne altri: va completata anche l’ultima facciata, occorre continuare a investire ancora perché la scuola, anzi le scuole di questo territorio, vanno salvaguardate e sono un’assoluta priorità per l’Amministrazione».

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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