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Da Organizzatori

Domani si continua con i ritmi latini di Alain deejay & Kino el Negron

Non ha deluso le aspettative l’apertura della quattordicesima edizione del Rock Circus, che mercoledì sera ha riempito il campo sportivo di San Bartolomeo in Bosco di note ed energia.
Ad inaugurare il palcoscenico sono stati infatti i Sinchrome, seguiti dai Nameless, due giovani band del ferrarese che hanno intrattenuto il pubblico nella prima parte della serata.
I due gruppi hanno lasciato poi la scena ai Fred & The Blue Machine, docenti della scuola di musica moderna, e ai diversi ospiti della manifestazione, come la miss Daniela Dobrin, finalista nazionale di Miss Gran Prix 2016 e Daniele Tedeschi, batterista di Vasco Rossi negli anni Ottanta e Novanta che vanta anche numerose collaborazioni con Massimo Ranieri, Miguel Bosè e molti altri. Tedeschi ha raccontato ai presenti diversi aneddoti delle sue tournée, racchiuse anche nel suo libro Una batteria in valigia (a cura di Samuele Govoni), ma anche la sua esperienza come docente alla scuola di musica di Ferrara: “Insegnare ai ragazzi suonare la batteria è una soddisfazione davvero grande” ha detto.

Il festival prosegue questa sera (giovedì 27 luglio) con il sound di Andrea Poltronieri Sax Machine alle 22, mentre il week-end sarà ricco di appuntamenti sin dall’aperitivo, con l’accompagnamento di Dj LV a partire dalle 18.

Domani (venerdì 28 luglio) il campo sportivo di San Bartolomeo in Bosco, dopo l’esibizione degli Stealth, accoglierà i ritmi latini di Alain deejay & Kino el Negron, che faranno scendere in pista grandi e piccini per una serata latino-americana adatta a tutti.
Il sabato sarà la volta dall’esibizione di Max Montanari & Background Noise alle 21.30, seguiti dalla cover band Ligabusi, che proporranno le canzoni più belle di Luciano Ligabue, mentre domenica il sipario del Rock Circus si chiuderà con un trio scoppiettante di concerti con i Bloss, i Carichi Sospesi e il Duilio Pizzocchi show.
Per tutta la durata del festival resteranno inoltre allestite bancarelle, gonfiabili per bambini, mostre di Lego e tanti stand enogastronomici.
L’ingresso è totalmente gratuito.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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