Mi trovavo nei sotterranei e camminavo titubante. Non ero sicuro di quello che vedevo: vedevo strani individui striscianti sull’enorme tappeto rosso sottostante, non si curavano di me e strisciavano verso la pesante porta in fondo al corridoio, ma io ero più veloce e arrivai prima di loro.
Arrivai alla porta e la spinsi con grande sforzo fino ad aprirla completamente, così vidi davanti a me volare, saltare e strisciare creature bizzarre che mi ignoravano, le vedevo come in un film, ma erano tutte intorno a me e mi ignoravano come fossi invisibile!
Era un sogno? Era solo immaginazione?
E se fosse solo un’idea strampalata nella mia testa?
Eppure non era il Regno del Bianconiglio, e nemmeno il Palazzo dei Goblin, avevo già visitato quei posti. Questo era diverso, forse mi trovavo soltanto sotto il mio letto, sopra il mio tappeto, a un milione di miglia da casa…
La musica, questa musica, crea le immagini e le fa muovere tutt’intorno. Non mi resta che osservare e oscillare tra le note e le parole, nella brezza leggera e potente di Carpet Crowlers…
Carpet Crowlers (Genesis, 1974)