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Da: Università degli Studi di Ferrara.

Unife risponde all’appello della Regione Emilia Romagna per fronteggiare le necessità del sistema sanitario derivanti dall’emergenza Covid-19.

Venendo incontro alle esigenze, Unife ha anticipato le sedute di laurea in Infermieristica di due settimane rispetto al calendario, così da rendere disponibili con la massima tempestività infermieri abilitati.

Le sessioni di laurea, che erano programmate nella seconda settimana di aprile, si svolgeranno lunedì 23 marzo e martedì 24 marzo in modalità a distanza: Commissione e laureandi saranno collegati da remoto.

Complessivamente conseguiranno il titolo 54 nuovi infermieri (31 per la sede di Ferrara e 23 per quella di Pieve di Cento).

I 54 laureandi sono in leggera prevalenza donne (35) e provengono da tutto il territorio nazionale (solo 8 dalla provincia di Ferrara).

La proclamazione finale dei candidati si svolgerà quando l’emergenza sarà terminata.

In ottemperanza all’art. 2 del Decreto Legge del 9 marzo 2020 e secondo le indicazioni di cui al punto 2 della circolare del Ministero della salute e del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca del 30 settembre 2016, la prova pratica consisterà nella discussione orale di un caso clinico

Inoltre l’Ordine delle Professioni Infermieristiche ha attivato a livello nazionale modalità di iscrizione veloci, in coerenza con la situazione di emergenza in cui versa il Paese, in modo da permettere la chiamata da parte del Servizio Sanitario delle Regioni già dalle prossime settimane.

“Questo sforzo collettivo dell’Ateneo e di laureande e laureandi – commenta il Professor Stefano Volpato, coordinatore del corso di laurea in Infermieristica di Ferrara e di quello di Pieve di Cento – immetterà nuova linfa nel sistema sanitario. I nostri giovani porteranno personale preparato e desideroso di fare la propria parte in un frangente così difficile per l’Italia. L’anticipazione delle date viene anche dal desiderio dei laureandi di scendere in campo quanto prima per soccorrere malati e famiglie”

“Sono grato al Coordinatore, a tutto il corpo docente dei Corsi di Laurea in Infermieristica delle due sedi e al personale di staff – dichiara il Rettore Giorgio Zauli – per l’impegno profuso per mettere a disposizione nuove forze, tanto necessarie in questo momento. Formulo il mio migliore augurio alle nuove infermiere e ai nuovi infermieri che avranno un compito fondamentale in questa fase”.

La modalità telematica di conseguimento del titolo attiva a Unife da mercoledì 11 marzo consentirà a quasi 900 laureande e laureandi di terminare il percorso nei nei tempi previsti. 468 studentesse e studenti delle lauree magistrali e magistrali a ciclo unico stanno discutendo online le proprie tesi. 400 laureande e i laureandi delle lauree triennali invece chiudono il loro percorso con una valutazione da parte delle commissioni degli elaborati scritti e caricati online e del percorso formativo. Anche lezioni ed esami proseguono online. Le stesse modalità sono state adottate per la formazione postlaurea. Inoltre, l’Ateneo ha messo in campo in modo esteso telelavoro e tutti gli strumenti che consentono al personale di continuare le attività, da casa e quindi contribuendo a limitare la diffusione del contagio.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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