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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Unife ci mette la faccia e dice no all’omotransfobia. E’ il titolo della campagna di sensibilizzazione contro l’omotransfobia, promossa dal Consiglio di Parità e dal Comitato Unico di Garanzia di Ateneo, con cui l’Università di Ferrara aderisce alla Giornata Internazionale contro l’omofobia e la transfobia, prevista domani, martedì 17 maggio.

“Su proposta di alcune studentesse Unife, da noi subito accolta – dichiarano Silvia Borelli e Cinzia Mancini, Presidentesse del Consiglio di Parità e del Comitato Unico di Garanzia – la nostra Università prende una posizione netta contro omofobia e transfobia, condannando ogni forma di discriminazione e violenza fisica e psicologica nei confronti degli e delle appartenenti alla collettività LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) che lavorano e studiano in Ateneo” .

“Il progetto prevedeva inizialmente la realizzazione e affissione nelle principali sedi di Unife di un poster con i volti delle persone dell’Ateneo che hanno voluto dire no all’omofobia e alla transfobia – spiegano le studentesse Michela Capris e Claudia Spirito, tra le promotrici – Appartenenti al corpo docente, al personale tecnico-amministrativo e alla comunità studentesca hanno partecipato con entusiasmo alla campagna facendosi fotografare, mettendo la propria faccia per dire no all’omotransfobia”.

Di qui, la piacevole sorpresa. “Le persone solidali verso questo progetto sono state così tante da non poter trovare tutte posto nel cartellone – continuano le studentesse – Ecco quindi l’idea di estendere il progetto a una fase web e social all’insegna del tag #Unifestopomofobia. Chi voglia aderire potrà quindi farlo, pubblicando una proprio foto o messaggio con questo tag, oppure inviando la foto o il messaggio al gruppo di lavoro che poi la pubblicherà nella pagina Facebook Equality And Diversity UNIFE”.

I poster verranno affissi domani in occasione della Giornata Internazionale contro l’omotransfobia nei vari Dipartimenti dell’Ateneo e non verranno rimossi, per sottolineare i valori di inclusione, partecipazione e di solidarietà che hanno contraddistinto la campagna e che sono propri dell’Università di Ferrara. Il tag #Unifestopomofobia sarà pubblicato sul sito Unife Equality and Diversity (http://www.unife.it/progetto/equality-and-diversity).

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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