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Da: Comunicazione istituzionale e digitale Unife

Patologie venose | Unife in prima linea nel mondo con due campagne umanitarie, educazionali e di sensibilizzazione

315 pazienti privi di possibilità economiche affetti da patologie venose, 14 esperti internazionali del settore, 74 medici latino-americani.
Sono questi i numeri del progetto umanitario v-HELP, svoltosi in luglio nella Repubblica dominicana, organizzato dal Dott. Sergio Gianesini chirurgo e ricercatore dell’Università di Ferrara e presidente della Fondazione venous-lympahtic World International Network (v-WIN), nell’ambito di una più ampia campagna internazionale di educazione sulle patologie venose.
Assistenza clinica, informazione e sensibilizzazione gli obiettivi del progetto, che grazie alla presenza di medici del settore venoso provenienti da prestigiosi Atenei di tutto il mondo, ha permesso di curare più di trecento cittadini dominicani con grave insufficienza venosa degli arti inferiori, comunemente nota come patologia delle vene varicose e dell’ulcerazione venosa cronica.
Un progetto umanitario quindi, ma con un grande valore educazionale. Più di settanta medici del luogo sono stati istruiti nelle tecniche più moderne ed efficaci per il trattamento di queste malattie, inoltre nel corso delle attività cliniche sono stati registrati video educazionali in inglese e spagnolo, presto disponibili gratuitamente per tutti i medici interessati. La missione medica ha visto la realizzazione anche di un momento formativo accademico rivolto a studentesse, studenti e specializzande/i dell’Università locale.
“L’esperienza che si è appena conclusa – spiega Sergio Gianesini, attivo dal 2015 in diverse campagne internazionali per l’informazione sulle patologie venose, è solo una delle varie attività compiute e altre sono in programma, tutte finalizzate all’educazione sia medica che della popolazione relativamente alla patologia venosa e linfatica tanto frequente quanto sottovalutata”.
 
Già lo scorso giugno, infatti, ha preso il via una campagna di educazione e sensibilizzazione sulla Patologia Venosa Pelvica, disturbo analogo al varicocele maschile, associato a dolore pelvico cronico, presente in una donna su tre, ma solo nel 40% dei casi correttamente diagnosticato e trattato.
“Si tratta di un’alterazione del drenaggio venoso in corrispondenza del basso ventre femminile – spiega Gianesini – Questa è una patologia che ha una frequenza paragonabile a quella dell’asma e del dolore di schiena, che colpisce principalmente donne in età pre-menopausale e con più gravidanze in anamnesi”.
Il progetto, condotto in collaborazione con il chirurgo georgiano Zaza Lazarashvili e altri esperti internazionali del settore, ha prodotto un documento di consenso internazionale sul trattamento della sindrome da congestione pelvica presentato per la prima volta a giugno al Ministero della Salute a Tsibili in Georgia.
Per la campagna sono stati realizzati dei video educazionali per il personale medico e dei questionari di consapevolezza tradotti in italiano, inglese, spagnolo, russo, cinese e georgiano e disponibili online gratuitamente.
“Tali questionari – conclude Gianesini – rappresentano una vera e propria revisione della letteratura scientifica sul tema e costituiscono una modalità di informazione semplice ed efficace, tanto per il professionista sanitario, quanto per il paziente.”

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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