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da: ferraraunited

Si è tenuto lunedì 31 Agosto il primo incontro ufficiale tra dirigenti, allenatore ed atleti presso l’Auditorium dell’ Istituto Paritario San Vincenzo, dove si sono illustrate le attività dello UNITED FERRARA.

La presenza al San Vincenzo non nasce per caso, ma è il frutto di una collaborazione che lo UNITED ha stretto con la scuola stessa; “LHC” Laboratory Handball Children, è, infatti, il progetto con cui verrà fatta conoscere e praticare la Pallamano dalle prime elementari fino alla terza media, con un’ attività di due giorni alla settimana per l’intero anno scolastico. L’intenzione è sin da subito quella di far partecipare le nuove leve ai prossimi concentramenti Federali delle rispettive categorie.
In occasione dell’incontro di lunedì, in un clima decisamente di grande entusiasmo, è stato poi presentato il programma tecnico ed, in attesa della formula dei calendari, è stata fissata per la prima settimana di Ottobre la presentazione ufficiale della squadra.
Per quanto riguarda i componenti della rosa non più di un mese fa lo United
ha messo a segno un colpo importante, Eddy Scalabrin , che – insieme a Francesco Maranini – difenderà la porta Ferrarese.
Per Eddy è il primo ritorno in assoluto a FERRARA, dove aveva giocato nelle giovanili facendo alcune comparse anche in prima squadra nell’allora A1, per poi militare
a Rovigo, Montegrotto e Castenaso, tra A2 e A1.
Rivolgiamo alcune domande a Eddy che con un sorriso dice tutto:
Eddy finalmente a casa! “Tornare a giocare nella mia città dopo tanti anni è una sensazione bellissima …..decisamente stimolante”
Cosa ti spetti dalla tua nuova squadra. “la squadra è stata allestita veramente
bene, con alcuni di loro ho già giocato in passato, c’è un tasso tecnico di alto livello, cosa importante lavorare sodo, essere combattivi , determinati e in questo gruppo non mancheranno queste qualità.
Cosa ti ha spinto ad accettare la proposta dello United. “Non è solo tornare a casa e trovare anche vecchi compagni, questo Staff e gli stessi giocatori rappresentano già loro una garanzia.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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