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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Incontro ieri in Regione su invito della vicepresidente. A darne notizia, in un comunicato congiunto, Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Francesco Ubertini Rettore dell’Università di Bologna, il sindaco metropolitano Virginio Merola e il Presidente della Camera di Commercio Giorgio Tabellini.

Bologna – L’incontro, il primo di una serie, si è incentrato sul confronto e la discussione delle priorità strategiche e di lungo periodo dei diversi enti, dei rapporti reciproci e delle relazioni che dovranno essere intrattenute con le Fondazioni bancarie del territorio, in particolare la Fondazione Carisbo, presso cui la Regione, la Città Metropolitana e la Camera di Commercio, insieme alla Diocesi di Bologna che non ha potuto presenziare all’incontro, sono formalmente rappresentati.
“Si è dunque deciso di dare avvio a una collaborazione proficua e di alto profilo per lanciare progetti comuni di valorizzazione del territorio, di miglioramento dei servizi alla città e agli studenti, di crescita delle opportunità per le imprese e dell’aiuto alle categorie più fragili, in una fase di profonde trasformazioni economiche e socio-demografiche. Non sembra infatti per nulla auspicabile procedere in ordine sparso e puntare sull’avvio di progetti di corto respiro, non collegati tra di loro e di esclusiva pertinenza di singole istituzioni” – è quanto dichiarato in nota congiunta da Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Francesco Ubertini Rettore dell’Università di Bologna, Virginio Merola sindaco metropolitano e Giorgio Tabellini Presidente della Camera di Commercio.
Più in dettaglio, i punti toccati sono stati: la volontà di lanciare, appunto, progetti condivisi sullo sviluppo e l’attrattività del territorio metropolitano e regionale dal punto di vista sociale, culturale e della formazione avanzata; l’intenzione di rendere frequenti e proficui i rapporti con le Fondazioni bancarie di Bologna per costruire insieme progettualità efficaci e di impatto nel medio-lungo periodo; la richiesta esplicita alle Fondazioni bancarie della massima trasparenza sulle azioni strategiche e le linee operative seguite, così come stabilito peraltro dal recente protocollo firmato dall’ACRI con il Ministero dell’Economia; l’appello alle stesse Fondazioni di un segnale chiaro di sobrietà e moderazione, in una fase storica che questo richiede con forza, sul piano delle indennità dei membri degli organi direttivi, segnale già dato con chiarezza dalle istituzioni pubbliche cittadine, regionali e universitarie.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

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