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Da: Università di Ferrara

Uno studio coordinato dal Prof. Mauro Tognon del Dipartimento di Morfologia, chirurgia e medicina sperimentale dell’Università di Ferrara, svolto in collaborazione tra i gruppi della Scuola di Medicina di Unife dei Proff. Tognon, Piera Boschetto, Massimo Negrini, della Scuola di Medicina dell’Università di Trieste (Units), dei Proff. Manola Comar e Massimo Bovenzi e dell’Ospedale di Alessandria (Ospal), dei Dottori Roberta Libener e Roberto Guaschino, ha consentito di identificare nuovi marcatori nel siero di pazienti affetti da mesotelioma maligno della pleura e di lavoratori ex-esposti all’amianto. I risultati delle ricerca sono stati pubblicati dalla prestigiosa rivista scientifica americana di oncologia molecolare ‘Ocotarget’.
“La ricerca – affermano gli studiosi – ha impiegato sieri di pazienti affetti da mesotelioma maligno della pleura, di lavoratori ex-esposti all’amianto e di individui sani. Obiettivo dello studio era ricercare nel siero la presenza variabile, sia come numero che come concentrazione, di diverse piccole molecole denominate microRna tra le circa 1.200 indagate”.
“I risultati dell’indagine molecolare – proseguono i ricercatori – sono molto significativi perché ci hanno permesso di verificare una maggiore ed alta concentrazione principalmente di tre molecole di microRna nel siero dei pazienti affetti dal tumore, mentre altre molecole di microRna sono presenti con minore concentrazione nel siero di lavoratori ex- esposti all’amianto. La diversa quantità di specifiche molecole di microRna, e la presenza/assenza di altre molecole di microRna, permetterà ora di valutare se questi microRna sono dei nuovi marcatori dosabili nel siero in una larga casistica. Infatti, i microRna individuati nel siero sono potenzialmente da considerarsi come marcatori del tumore e prognostici dell’insorgenza del mesotelioma maligno della pleura. Inoltre, i microRna e le proteine da essi regolate potrebbero diventare nuovi bersagli per terapie innovative. I dati di questo lavoro lasciano intravedere una possibile applicazione per identificare il tumore già nelle prime fasi e predittivo del rischio di insorgenza del mesotelioma maligno della pleura nei lavoratori ex-esposti all’amianto. I risultati conseguiti sono preliminari e necessitano di ulteriori studi per una loro validazione ed impiego in medicina”.

La ricerca è stata finanziata dall’Airc, dal Lions Club International Distretto 108 Tb, Fondazione Buzzi Unicem, Aslem, Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Per informazioni: Carlotta Cocchi – 0532/293554 – 338/6195391

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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