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Da: PD Emilia-Romagna

Calvano e Zappaterra (PD): ‘Risposta energica per tutelare la salute’

Approvata nel pomeriggio di oggi la nuova legge regionale sui servizi educativi per la prima infanzia.
“La riforma non si limita solo a rivedere l’organizzazione dei servizi o le regole per l’accreditamento e la formazione del personale, ma introduce anche l’obbligo delle vaccinazioni contro polio, difterite, tetano ed epatite B per accedere a tutti i servizi educativi e ricreativi della Regione, siano essi pubblici o privati. – spiegano i consiglieri regionale PD Paolo Calvano e Marcella Zappaterra – L’intento primario è quello di consolidare la rete integrata pubblico-privato di nidi, centri educativi e ricreativi e dare alle famiglie soluzioni organizzative più vicine alle loro esigenze quotidiane, mantenendo sempre al centro il bambino e i suoi bisogni pedagogici e relazionali e continuando ad investire sulla formazione e l’organizzazione per avere standard qualitativi sempre all’altezza”.
“Siamo primi in Italia a prevedere un obbligo per tutelare la salute delle nostre comunità e in particolare quella infantile, ma siamo certi che presto saremo seguiti da altre Regioni. – proseguono i consiglieri PD – Al drastico calo delle coperture vaccinali che si registrano in tutto il Paese e che stanno comportando l’insorgere di episodi clinici spesso drammatici, va data una risposta fattiva ed energica”.
“L’Emilia-Romagna ha avuto il merito di portare questo tema al centro del dibattito nazionale e registriamo con soddisfazione che a fronte di campagne antivacciniste spesso aggressive e poco trasparenti, si stanno allargando invece le platee favorevoli a misure come quella introdotta quest’oggi. L’allarme, lanciato nei giorni scorsi dal Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità che annunciava un primo caso di insulto difterico e che, a fronte del calo di vaccinazioni, possiamo attenderci anche in Italia casi di poliomielite e difterite, non può infatti lasciare inerme chi ha il compito di legiferare e di promuovere il diritto universale alla salute – sono le considerazioni di Calvano e Zappaterra, che concludono – “Non abbiamo però imposto quest’obbligo senza accompagnarlo a un impegno significativo da parte della Regione nel percorso di rafforzamento delle campagne informative sulle vaccinazioni, coinvolgendo anche il personale sanitario e quello scolastico. Ai dubbi e all’incertezza rispondiamo con l’informazione corretta fondata su basi scientifiche”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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