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Il momento del voto è ormai prossimo. Ricordiamo che domenica 25 si eleggono i membri del Parlamento dell’Unione europea e in contemporanea, laddove siano in scadenza di mandato come a Ferrara, si svolgono le elezioni amministrative per designare i sindaci e nominare i consiglieri comunali.
I seggi restano aperti dalle 7 alle 23. Lo scrutinio per le elezioni europee inizierà subito dopo la chiusura delle urne, mentre lo spoglio delle schede per le elezioni comunali comincerà alle 14 di lunedì.
L’eventuale turno di ballottaggio – nel caso nessun candidato a sindaco ottenga la maggioranza assoluta dei voti – si terrà domenica 8 giugno, sempre fra le 7 e le 23. In quel caso lo spoglio delle schede inizierà subito dopo il termine della votazione.

Nel nostro comune votano 109.405 cittadini per le Europee (di cui 50.991 uomini e 58.414 donne) e 110.820 per le Comunali (rispettivamente 51.721 e 59.099). Per le elezioni europee il numero è inferiore poiché i residenti all’estero nei paesi Ue votano nei rispettivi Paesi di residenza estera.

Va ricordato che per le elezioni Europee l’elettore esprime il voto tracciando un segno sul simbolo della lista prescelta e può indicare fino ad un massimo di tre preferenze, scrivendo il nome e cognome, o soltanto il cognome del candidato o dei candidati, a fianco della lista votata. Nel caso l’elettore esprima tre preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della terza preferenza.

 

Per quanto riguarda le elezioni Amministrative, va evidenziata la possibilità del voto disgiunto, poco praticato anche perché poco conosciuto. Si tratta della facoltà di esprimere la preferenza per un candidato sindaco e al contempo votare una lista (ed eventualmente per i relativi candidati) che non appoggia quel candidato sindaco.

Nel dettaglio per le Amministrative l’elettore può esprimere il voto nei seguenti modi:

  • tracciare un segno di voto solo sul nominativo di un candidato alla carica di sindaco senza segnare alcun contrassegno di lista: in tal caso esprime il voto solo per il candidato alla carica di sindaco ed è esclusa ogni attribuzione di voto alla lista o alle liste collegate;
  • può tracciare un segno di voto solo sul contrassegno di lista: in tal caso esprime un voto valido sia per la lista votata sia per il candidato alla carica di sindaco ad essa collegato;
  • tracciare un segno di voto sia sul nominativo di un candidato alla carica di sindaco sia sul contrassegno della lista o di una delle liste collegate al candidato sindaco stesso: anche in questo caso esprime un voto valido sia per il candidato alla carica di sindaco sia per la lista collegata;
  • e infine, come accennato, può esprimere un voto disgiunto e cioè tracciare un segno sul nominativo di un candidato alla carica di sindaco e un altro segno su una lista non collegata al candidato sindaco votato.

Importante è ricordare che

  • l’elettore può manifestare il voto di preferenza per candidati alla carica di consigliere comunale scrivendone il nominativo nelle righe stampate a fianco del contrassegno della lista di appartenenza dei candidati votati, anche senza segnare il contrassegno della lista stessa. In tal caso, esprime un voto valido anche per la lista cui appartengono i candidati votati e per il candidato alla carica di sindaco ad essa collegato, salvo che non si sia avvalso della facoltà di esprimere un voto disgiunto, cioè di votare per un diverso candidato alla carica di sindaco;
  • è possibile esprimere fino ad un massimo di due preferenze, scrivendo il nome e cognome, o soltanto il cognome del candidato o dei candidati alla carica di Consigliere comunale, a fianco della lista prescelta alla quale i candidati votati devono appartenere. In caso di identità di cognome tra candidati, si deve scrivere sempre il nome e il cognome e, ove occorra, la data di nascita. Nel caso l’elettore intenda esprimere due preferenze è necessario che si tratti di candidati di sesso diverso tra loro e appartenenti alla stessa lista. Se l’elettore esprime due preferenze per candidati dello stesso sesso la seconda preferenza espressa sarà annullata.

Dalle pagine del sito internet del Comune di Ferrara [vai] sarà possibile seguire lo spoglio a partire dalla chiusura dei seggi.

Per altre informazioni utili vai a Cronaca Comune, quotidiano dell’Amministrazione comunale di Ferrara [vai]

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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