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Da: Università degli Studi di Ferrara Dipartimento di Giurisprudenza

Per il nono anno consecutivo, il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara promuove, presso la Libreria IBS.it + Libraccio (Palazzo San Crispino, Piazza Trento e Trieste, Ferrara), un ciclo di incontri pubblici dal titolo VIAGGIO IN ITALIA. Tappe di una metamorfosi collettiva.

I temi e la dinamica degli incontri

Da eclatanti fatti di cronaca al linguaggio pubblico e privato, dalla critica agli istituti di democrazia liberale alla contrapposizione tra popolo ed elite, dalla revoca in dubbio del sapere scientifico alla messa in discussione della partecipazione al processo di integrazione europea: emergono, da qui, segnali di un cambiamento profondo di difficile interpretazione unitaria. Ad affacciarsi è un quesito dilemmatico: l’Italia sta vivendo un momento di crisi (che, in greco antico, significa smarrimento, ma anche ripartenza) o un vero e proprio cambiamento di stato (che, in greco antico, si dice catastrofe)? Stiamo vivendo un’epoca di mutamenti o, invece, un autentico mutamento epocale?
Il viaggio in Italia che si intende intraprendere mira a offrire argomenti di conoscenza e di analisi, perché ciascuno possa rispondere in autonomia a simili interrogativi. Il suo itinerario sarà scandito in cinque tappe (linguaggio, sovranismo, razzismo, populismo, narcisismo), dedicate all’incontro con altrettante autorevoli voci della sfera pubblica italiana, che attraverso i loro libri più recenti hanno saputo cogliere e interpretare questi segnali del cambiamento collettivo in corso: Gianrico CAROFIGLIO (Con i piedi nel fango, Edizioni Gruppo Abele, 2018), Enrico LETTA (Ho imparato, il Mulino, 2019), Ezio MAURO (L’uomo bianco, Feltrinelli, 2018), Maurizio MOLINARI (Perché è successo qui, La nave di Teseo, 2018), Giovanni ORSINA (La democrazia del narcisismo, Marsilio, 2018).
Ogni incontro sarà introdotto (e concluso) da una lettura – a cura del Centro Teatro Universitario – di pagine selezionate del libro che fungerà da detonatore per la discussione. A seguire, si svolgerà il dialogo tra l’Autore del volume e un Costituzionalista dell’Ateneo ferrarese che, muovendo dai temi del libro, spazierà sullo stato attuale della società italiana, del suo assetto politico-istituzionale, e delle prevedibili conseguenze sul futuro del nostro Paese. Sarà previsto, in chiusura, un fazzoletto di tempo per domande del pubblico presente.
Ogni incontro durerà complessivamente due ore (17.00-19.00). Il periodo di svolgimento è compreso tra marzo e aprile 2019.

Le proiezioni cinematografiche

Come in molte precedenti edizioni, ai cinque incontri in libreria si affiancheranno alcune proiezioni cinematografiche, presso la centralissima sala d’essai Boldini (Via Previati, 18), curate da ARCI Ferrara in collaborazione con FICE e con l’Unione dei Circoli Cinematografici ARCI.
Il cartellone includerà docufilm tematicamente inerenti alla trama dell’iniziativa, miranti a offrire elementi di conoscenza e di riflessione su specifiche tappe della metamorfosi collettiva in atto. Di seguito, i titoli selezionati.
Dove bisogna stare (Italia, 2018, regia di Daniele Gaglianone): Elena, Georgia, Jessica, Lorena, quattro donne, di età diverse, in luoghi diversi, sono impegnate in attività a prima vista assurde al senso comune: ascoltando i loro racconti e osservando il loro quotidiano  scopriamo, invece, discorsi e gesti lineari, straordinari nella loro semplicità, capaci di affrontare un fenomeno epocale come la migrazione.
Santiago, Italia (Italia 2018, regia di Nanni Moretti): il racconto dei mesi che seguirono il golpe di Pinochet e la fine del sogno democratico di Salvator Allende, attraverso il ruolo dell’ambasciata italiana a Santiago, dove trovarono rifugio centinaia di oppositori al regime, permettendo loro di raggiungere il nostro paese.

Il calendario

Venerdì 1 marzo, ore 17.00
Libreria Libraccio, Sovranismo (incontro con Enrico Letta)
Mercoledì 6 marzo, ore 17.00
Libreria Libraccio, Razzismo (incontro con Ezio Mauro)
Martedì 12 marzo, ore 21.00
Sala Boldini, proiezione del film di D Gaglianone Dove bisogna stare.
Martedì 19 marzo, ore 21.00
Sala Boldini, proiezione del film di N. Moretti Santiago, Italia.
Venerdì 29 marzo, ore 17.00
Libreria Libraccio, Linguaggio (incontro con Gianrico Carofiglio).
Martedì 2 aprile, ore 16.30
Libreria Libraccio, Populismo (incontro con Maurizio Molinari).
Venerdì 5 aprile, ore 17.00
Libreria Libraccio, Narcisismo (incontro con Giovanni Orsina).

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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