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da: Il gruppo dei 10

Sarà un mese infuocato quello inaugurato venerdì 1 agosto dalla Tiger Dixie Band, una delle poche band a livello internazionale che si dedica sistematicamente al recupero del jazz degli “anni ruggenti”, proponendolo con un approccio interpretativo originale ed attuale. L’appuntamento rientra nella quarta edizione di “Tutte le Direzioni in Summertime”, la ricca rassegna di musica e spettacolo organizzata dal Gruppo dei 10 al Panama Beach di Porto Garibaldi.

Sul palco dell’ ’unconventional restaurant & beach’ in viale dei Mille, 30 saliranno ben otto musicisti: Paolo Trettel (tromba, cornetta), Stefano Menato (clarinetto, sax, soprano), Fiorenzo Zeni (sax soprano, tenore, C melody), Luigi Grata (trombone, tuba), Enrico Merlin (banjo, chitarra), Giorgio Beberi (sax basso, sax, tenore), Renzo De Rossi (pianoforte) e Claudio Ischia (batteria).

La band opera da ormai vent’anni nel settore della ricerca e delle riscoperta del jazz degli albori del ‘900 spaziando dal ragtime al charleston, dal blues al dixieland. Le atmosfere tipiche del New Orleans e del Chicago Style sono rispettate nel timbro e nello spirito, anche per via dell’utilizzo di alcuni strumenti originali dell’epoca. Il sound generale è però filtrato attraverso le esperienze musicali più moderne dei singoli membri della Tiger Dixie Band, che si fondono sui vari piani dell’esecuzione (dall’arrangiamento all’improvvisazione).

Nonostante il repertorio sia costituto da brani tradizionali e originali, quindi, la chiave di ascolto è moderna e accattivante. Lo scopo del gruppo trentino, infatti, è quello di far scoprire al pubblico un genere musicale di fondamentale importanza per la comprensione del jazz e talmente affascinante da non far sentire la propria età, così come d’altra parte, i generi che si sono in seguito avvicendati, come lo swing e il bebop, sempre fortemente radicati sul repertorio degli standard. Alla base dei vari progetti della Tiger Dixie Band vi è l’idea che la musica di Louis Armstrong, Jelly Roll Morton, Fats Waller, Bix Beiderbecke e degli altri giganti degli albori del ventesimo secolo e del primo dopoguerra, ha pari nobiltà delle altre correnti jazzistiche e può essere ulteriormente sviscerata e riproposta ai nostri giorni senza cadere in una mera operazione di ripristino conservativo ma di arricchimento culturale.

Se le radici della band affondano nel jazz della tradizione, i frutti sono ritmi trascinanti in grado di coinvolgere il pubblico anche a 100 anni di distanza per una magica serata in riva al mare.

Cena alle 20.30 e a seguire concerto. Per informazioni e prenotazioni contattare i numeri 0533 326226 e 335 7002223, visitare la pagina Facebook https://www.facebook.com/ilgruppodei10?fref=ts o scrivere a ilgruppodei10@gmail.com.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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