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Da: Ufficio Stampa Ferrara Film Commission

Venerdì 14 dicembre 2018 alle 17.30 presso la Sala Boldini di Ferrara, la Ferrara Film
Commission – con il patrocinio del Comune di Ferrara e di Amnesty International – ha
presentato il film documentario “La morte legale” che racconta la genesi del film
“Sacco e Vanzetti” di Giuliano Montaldo attraverso interviste fatte a coloro che ne
hanno reso possibile la realizzazione.
Erano presenti Silvia Giulietti e Giotto Barbieri.
Ha introdotto la serata il Vicepresidente della Ferrara Film Commission Stefano Duo.
La Giulietti ha portato i saluti di Montaldo alla città di Ferrara, che lo ha sempre accolto
con amicizia. È in progetto la realizzazione di un docufilm anche su “Gli occhiali d’oro”.
afferma la Giulietti.
Un amore che per lei è nato in tenera età: la mamma lavorava negli uffici di Cinecittà e
lei ha potuto respirare la stessa aria dei grandi registi sin da bambina. Ha iniziato come
fotografa di scena (anche se la mamma insisteva a farle seguire le sue orme in
amministrazione…) finché Armando Nannuzzi la introdusse alla professione di operatore
di macchina da presa e direttore della fotografia. Fu la prima donna a fare questo lavoro.
.
Giotto Barbieri, invece, ha lavorato nella pubblicità, per il teatro e nel mondo dei
cortometraggi, per approdare alla scrittura e al documentario. E le sue preferenze
cinematografiche cambiano come lui cambia: dal Bunuel della Nouvelle Vague a Totò a
John Ford.
Lui più autorale, lei più tecnica, si descrivono come due figure lavorativamente
complementari.
Il docufilm “La morte legale” è intenso e commovente. Il ritmo delle interviste, la forza
delle immagini, la sapiente integrazione tra le fotografie dell’Archivio Storico del Cinema
Enrico Appetito e i disegni di Remo Fuiano coinvolgono lo spettatore tenendolo incollato
alla poltrona.
Montaldo racconta le numerose coincidenze che si sono susseguite nella realizzazione
del film: dal ritrovamento delle lettere di Sacco e Vanzetti, all’incontro con Joan Baez,
che accettò di interpretare il brano della colonna sonora “Here’s to you” di Ennio
Morricone, e, non ultimo, al rinvenimento di un video ‘clandestino’ del funerale. Si pensi
che, per ovvie questioni, era stato vietato di girare filmati al funerale e, addirittura, di
parteciparvi. Ma le immagini mostrano la presenza di migliaia di persone.
Giotto afferma: .
I due registi intendono mantenere questa attualità portando il docufilm nelle scuole
italiane. Per non dimenticare.
“La morte legale” sarà proiettato anche alla 36^ edizione del Bellaria Film Festival a fine
dicembre.
A chiusura dell’evento, Margherita Pasetti (Segretario della Ferrara Film Commission)
ha ricordato l’appuntamento con il “Ferrara Film Corto”, Festival Nazionale di
Cortometraggi rivolto a film-maker italiani o residenti in Italia, organizzato dalla Ferrara
Film Commission, la cui seconda edizione avrà luogo il 25, 26 e 27 gennaio 2019.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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