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evento realizzato grazie a Coop Alleanza 3.0)
Biglietto intero 10 euro – ridotto 8 euro (fuori abbonamento)

THE IMMIGRANT (L’emigrante, USA/1917, 20′), THE RINK (Charlot al pattinaggio, USA/1916, 30′), EASY STREET (Charlot poliziotto, USA/1917, 19′)
Accompagnamento al pianoforte di Daniele Furlati

Venerdì 20 luglio alle 21.30 l’Arena ospiterà il Progetto Chaplin della Cineteca di Bologna che, nel corso degli ultimi anni, ha curato il restauro di lungometraggi e cortometraggi del regista, oltre alla digitalizzazione dei suoi documenti. È stata quindi restituita agli spettatori la possibilità di vedere su grande schermo i suoi capolavori.
Inoltre, per la prima volta l’Arena Le Pagine ospiterà una sonorizzazione: il musicista Daniele Furlati accompagnerà al pianoforte la proiezione di tre lavori di Charlie Chaplin.
L’appuntamento cinematografico è con le avventure (e le disavventure) del vagabondo Charlot in tre cortometraggi che lo vedono emigrante in rotta verso New York, cameriere-pattinatore e insolito poliziotto.
Ne The Immigrant (L’Emigrante) viene descritto l’arrivo negli Stati Uniti che diventa simbolico dell’esperienza di centinaia di migliaia di uomini e donne. L’approdo alla ‘terra promessa’, sinonimo di libertà e di infinite possibilità̀, però non corrisponde alle aspettative. Infatti Charlot vi trova una società chiusa e puritana che vede di cattivo occhio i nuovi arrivati e contrappone loro le armi tradizionali degli oppressori: la ricchezza egoista, l’intolleranza religiosa e politica, la violenza al servizio dei privilegiati.
The Rink (Charlot al pattinaggio) è una delle sue prime comiche con protagonista il vagabondo Charlot che entra in pista e comincia a pattinare con un piede in aria, scivo­lando e facendo piroette, inciampando, andando a sbattere contro gli altri patti­natori e combinandone di tutti i colori, e finalmente lasciando tutti a terra in primo piano mentre lui si allontana, sempre pat­tinando, verso il lato opposto della pista, e, diventato una figura piccolissima sullo sfondo, si siede innocentemente tra gli spettatori a guardare il pandemonio che ha combinato.
In Easy Street (Charlot poliziotto), per amore di una dolce fanciulla che dedica tutta se stessa alla redenzione del prossimo, il vagabondo Charlot decide di arruolarsi nella polizia, dove gli affibbiano l’incarico di sorvegliare la ‘strada della paura’, uno dei luoghi più malfamati della città anche per via di un gigantesco malfattore che fa il bello e il brutto tempo. Dopo una lunga lotta, Charlot libera la zona dai malviventi che la infestano, e la ‘strada della paura’ diviene un ritrovo di gente per bene, educatissima e di chiesa.

Da: Arci Ferrara

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Arci Ferrara


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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