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da: Associazione Zone K

Venerdì 22 gennaio al Circolo Arci Zone K di Malborghetto Di Boara, una serata di grande interesse, sarà infatti di scena Maria Roveran & La Notte Delle Streghe.
Dopo l’uscita del suo primo disco “Alle Profonde Origini Delle Rughe Profonde” Maria Roveran, attrice, cantante e performer, presenta in acustico brani inediti e canzoni già apprezzate nel suo lavoro d’esordio.
Ad accompagnarla sul palco alle chitarre Marco Degli Esposti alias La Notte Delle Streghe, che a sua volta presenterà “Storie di Via Togliatti”, primo disco uscito ad Ottobre 2015.
Uniche protagoniste la voce di Maria e la chitarra di Marco che danno vita alla vera essenza della performance stessa, ossia il viscerale rapporto comunicativo fra musicisti e pubblico, un equilibrismo fragile e perpetuo fra musica e parole, fra suoni evocativi e silenzi.
Recitazione e interpretazione catturano l’ascoltatore all’interno della performance conferendone un’estemporaneità mai casuale, che si ripropone ogni volta sotto una luce nuova, diventando così un tutt’uno con la location che l’accoglie.
Maria nasce a Venezia nel 1988. Dopo aver frequentato per due anni le Facoltà di Fisica delle Università di Padova e Trieste, si trasferisce a Roma per frequentare il corso di recitazione del Centro Sperimentale di Cinematografia, e alterna esperienze teatrali e cinematografiche, cortometraggi e videoarte.
Nel 2011 riceve una borsa di studio per la Shanghai Theatre Academy. Tornata in Italia, nel 2012 è scelta come protagonista del film Piccola Patria di Alessandro Rossetto, nel ruolo di Luisa, per la cui colonna sonora compone e interpreta le canzoni Piccola Patria e Va (Assime star). Il film viene selezionato alla 70° edizione della Mostra del Cinema di Venezia, categoria “Orizzonti”, al International Film Festival di Rotterdam, al New Talent Gran Prix del Copenaghen International Film, al Munich Film Festival, viene inserito nella prestigiosa rassegna “Open Roads” di New York, e riceve la nomina per il Globo d’oro 2014 per sceneggiatura e colonna sonora. Menzione speciale al Premio Kineo 2013, miglior attrice 2014 a Bimbi Belli, la rassegna sui migliori esordi curata da Nanni Moretti, è uno dei cinque volti premiati come “Visioni Future” da Marie Claire, nel corso della 71° edizione della Mostra del Cinema di Venezia ed ottiene il premio rivelazione alla XVIII Tertio Millennio Film Fest.
Ne La foresta di Ghiaccio di Claudio Noce con Emir Kusturica, selezionato al Festival Internazionale di Roma, in concorso a ottobre 2014, e in selezione anche al Tokio Film Fest, interpreta Sandra. Anche per questa produzione Maria ha composto una canzone, presente nella colonna sonora del film, dal titolo “Putea dela luna”.
Ha partecipato al Festival di Todi con l’opera teatrale “Le Tate” scritta e diretta da Alessandra Panelli. E’ stata una delle protagoniste nella passata stagione di “Cinqueragazzi morti-il musical lo-fi”, tratto dall’omonimo romanzo di Davide Toffolo, leader dei Tre allegri ragazzi morti, spettacolo di Eleonora Pippo, in tour lungo tutto il 2014.
Da settembre a novembre 2015 è stata impegnata sul set del nuovo film di Giuseppe Piccioni “Questi giorni”, che uscirà in sala nel 2016, in cui sarà una delle protagoniste, insieme a Marta Gastini, Laura Adriani, Caterina Le Caselle, e, tra gli interpreti principali, di quello Filippo Timi, Margherita Buy, Sergio Rubini.
Ancora una performance che si prospetta magica ed evocativa, da gustare fin dall’aperitivo con la grande selezione musicale di Vostok 1 ORG. fino all’inizio del concerto previsto intorno alle ore 22. L’ingresso sarà Up To You e riservato ai Soci Arci. Per informazioni e prenotazioni tavoli e posti a sedere (vista la limitata disponibilità) il numero è 3460876998.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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