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da: Agire Sociale

Appuntamento venerdì 6 novembre alle ore 21:00 presso la Sala Estense di Ferrara

Quella di Ferruccio Mazza è la storia semplice di una persona semplice. La storia di un giovane che aveva un grande sogno: la ginnastica artistica. La bravura e l’enorme passione per questa disciplina gli permisero di trascendere la sua condizione sociale, di provare l’emozione profonda delle vittorie e dei riconoscimenti, di arrivare fino ai Campionati Italiani e di aspirare alle Olimpiadi.
Poi, su tutto, arrivarono la Seconda Guerra Mondiale e la deportazione nei campi di lavoro.
Il suo sogno fu interrotto, il suo fisico, pur temprato, arrivò quasi a soccombere per le violenze, i patimenti, le umiliazioni subite e la fame. Sopra ogni cosa la fame.
A farlo miracolosamente sopravvivere fu l’amore per la vita e per i suoi affetti, verso cui, nemmeno nei momenti più terribili, perse mai il desiderio di tornare.
Lo spettacolo, tramite le parole delicate e asciutte di Ferruccio, vuole riportare tutta l’umanità del racconto di chi, pur nel sopruso e nell’infinito dolore, non ha mai provato odio o rabbia verso chi lo ha rinchiuso e ferito, verso chi gli ha rubato il suo
sogno.
La storia dolce e drammatica di Ferruccio, narrando la vita di una persona umile e semplice, lega alla vicenda collettiva dell’Olocausto, la testimonianza di una delle infinite storie personali, una vicenda umana che ricordi a chi l’ascolta quanto sangue e sofferenza costa ogni guerra.
La musica, tramite un’accurata ricerca storiografica, accompagna e sostiene il racconto, lo contestualizza, lo mette in relazione con le suggestioni di un intero periodo storico, integra la parte recitata verso una tensione narrativa che non faccia dimenticare, che faccia riflettere.
regia: Alessia Passarelli
musiche: Gianluca Fortini (clarinetto, percussioni),
Giovanni Tufano (chitarra classica, voce, percussioni)
testi: Alessia Passarelli
con: Gianluca Fortini, Alessia Passarelli, Giovanni Tufano
liberamente tratto da:
SKLAVIN- storia di un deportato nei campi di lavoro-
di Daniele Civolani (Presidente ANPI Ferrara)
e Ferruccio Mazza
durata: 60 minuti

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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