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da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Un progetto di legge di iniziativa popolare per la tutela della salute di chi è vittima del gioco d’azzardo, tramite un riordino della normativa in materia.
Ci hanno pensato i Comuni italiani, di diverso colore politico, con un’iniziativa dal titolo “1000 piazze contro l’azzardo”.
In Emilia Romagna si è resa promotrice della proposta Legautonomie e a Ferrara l’amministrazione comunale ha deciso di allestire dei banchetti per la raccolta firme venerdì, giorno di mercato, 7 febbraio dalle 8,30 alle 13,30 in Piazza Municipale.
L’obiettivo è la raccolta di almeno un migliaio di firme in tutto il territorio provinciale, con l’auspicio che anche gli altri 25 Comuni del territorio possano condividere l’impegno.
Lo hanno detto chiaro e tondo l’assessore provinciale Patrizia Bianchini e i colleghi comunali con delega ai Servizi sociali Chiara Sapigni (Comune di Ferrara), Massimo Manderioli (Cento) e Annio Folli (Jolanda), oltre al presidente del Consiglio comunale di Ferrara, Francesco Colaiacovo, e al sindaco di Mesola, Lorenzo Marchesini.
Il termine ultimo per la raccolta di almeno 50mila firme a livello nazionale è il 7 marzo e fino allora gli enti locali vogliono metterci la faccia per fare qualcosa contro un dramma sociale ed economico, che colpisce ogni fascia d’età e rispetto al quale proprio i municipi sono in prima linea.
“Il problema è complesso e delicato – hanno detto le assessore Sapigni e Bianchini – perché il gioco d’azzardo è in gran parte attività lecita su cui lo Stato esercita una tassazione, senza contare che dietro al fenomeno ci sono interessi economici rilevanti, oltre ai risvolti illeciti in termini di infiltrazioni della criminalità organizzata”.
In concreto la proposta di legge parte dall’articolo 32 della Costituzione, laddove “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
Ed è proprio la salute ad essere chiamata in causa, viste le conseguenze psicologiche, economiche, familiari e sociali, di situazioni patologiche di vera e propria dipendenza.
In tal senso la proposta intende giungere ad una regolamentazione della materia, per contrastare le conseguenze nocive da gioco, compreso l’utilizzo di risorse per prevenzione e cura, fino alla comminazione di sanzioni sia amministrative che penali, con un massimo di un anno di detenzione per i trasgressori.
“Un’iniziativa – ha aggiunto Chiara Sapigni – che vuole dare anche maggiori strumenti di intervento ai Comuni, finora assolutamente privi di margini di manovra di fronte al diffondersi di sale da gioco e di slot machine nei vari punti vendita del territorio”.
“Una firma non costa nulla – ha concluso Patrizia Bianchini rivolta alla stampa perché collabori a diffondere il più possibile significato e senso dell’iniziativa –, ma il risultato può essere grande ed importante”.

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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