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Riflettori, passerelle, star e tappeti rossi: si è aperta la 79° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Tutti in trepidante attesa, curiosi, come sempre. Per chi ama il cinema è un appuntamento imperdibile, il Programma ricchissimo, come sempre.

E qui, da undici anni consecutivi, sbarca il Green Drop Award, il premio che Green Cross Italia assegna al film, tra quelli in gara nella selezione ufficiale del Festival, che interpreta meglio i valori dell’ecologia, dello sviluppo sostenibile e della cooperazione fra i popoli. Green Cross Italia è stata introdotta nel 1998, da Rita Levi Montalcini e riconosciuta come organizzazione nazionale del network Green Cross International, fondata nel 1992 dal premio Nobel Mikhail Gorbaciov, da poco scomparso. Green Cross è una ONG per lo sviluppo sostenibile con la missione di affrontare le sfide di sicurezza, povertà e degrado ambientale, sfide rese più gravi e urgenti dalla crisi climatica.

“Il Green Drop Award non è un premio ai meriti artistici, questo lo fa benissimo e da sempre la Biennale; noi vogliamo invece segnalare al pubblico, alla stampa, agli insegnanti nelle scuole e ai giovani e alle giovani tutte quelle opere che aiutano a riflettere e ad aumentare la nostra consapevolezza per uscire dalla crisi ecologica”, dice Elio Pacilio, presidente di Green Cross Italia.

Il 9 settembre, insieme al Green Drop Award 2022 (nessuna anticipazione, attendiamo…), verrà assegnato un riconoscimento speciale al film fuori concorso, Siccità, di Paolo Virzì “che si è assunto la grande responsabilità di esporre un tema così devastante e di incredibile attualità, e per l’impegno della produzione, la Wildside, che anche in questo film ha voluto essere meticolosamente rispettosa dell’ambiente e degli impatti della lavorazione sul clima”, continua Pacilio.

Il trofeo assegnato al film vincitore simboleggia una goccia d’acqua soffiata dal maestro vetraio di Murano Simone Cenedese (a Ferrara noto per il suo albero di Natale) e ogni anno contiene un pugno di terra proveniente da un luogo significativo del pianeta. Quest’anno la “goccia” conterrà la terra del Monte Ararat, come simbolo di speranza e rinascita dopo un periodo di forte sofferenza. L’Ararat, il più alto monte della Turchia orientale (5.137 metri), è di fatto un vulcano coperto dai ghiacci ed è il luogo leggendario dove, secondo la tradizione, si sarebbe incagliata l’arca di Noè alla fine del diluvio universale. Per tale ragione questa montagna è un territorio denso di significati simbolici per molte culture e religioni.

Ecco il programma. Lunedì 5 settembre alle ore 19 la Goccia di Murano con la Terra del Monte Ararat arriverà al Lido e sarà presentata al pubblico presso l’Isola di Edipo; martedì 6 settembre, fra gli altri appuntamenti dei “green days” che accompagnano il Green Drop Award a Venezia, saranno presentati i finalisti del concorso “Screen in green”, promosso dal Ministero della Transizione Ecologica in collaborazione con Fondazione Sardegna Film Commission, Premio Solinas e Green Cross Italia. Mercoledì 7 settembre alle ore 14, presso il Venice Production Bridge all’Hotel Excelsior, si svolgerà la tavola rotonda “Sustainable screens 2022”, organizzata in collaborazione con il Mite, Fondazione Sardegna Film Commission e Premio Solinas. Venerdì 9 settembre alle ore 10, all’Italian Pavilion, sarà annunciato il film vincitore del Green Drop Award 2022 e sarà consegnata la Goccia “speciale”, in collaborazione con ENEA, a Siccità di Paolo Virzì.

Il film, interpretato, fra gli altri, da Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Monica Bellucci, Max Tortora, sarà in sala dal 29 settembre.

Una sinossi: A Roma non piove da tre anni e la mancanza d’acqua stravolge regole e abitudini. Nella città che muore di sete e di divieti si muove un coro di personaggi, giovani e vecchi, emarginati e di successo, vittime e approfittatori le cui esistenze sono legate in un unico disegno, mentre ognuno cerca la redenzione.

 

E un commento del regista: Nel momento in cui le strade delle nostre città erano deserte, ed eravamo chiusi ciascuno a casa propria, connessi l’uno all’altro solo attraverso degli schermi, ci è venuto naturale guardare avanti, interrogandoci su quello che sarebbe stata la nostra vita dopo. Abbiamo iniziato a fantasticare su un film ambientato tra qualche anno, in un futuro non così distante dal presente. Immaginando alcuni racconti da far procedere ciascuno autonomamente, secondo la tecnica del film corale, che man mano scopriamo esser legati l’uno all’altro in un intreccio più grande. Una galleria di personaggi ugualmente innocenti e colpevoli, un’umanità̀ spaventata, affannata, afflitta dall’aridità̀ delle relazioni, malata di vanità, mitomania, rabbia, che attraversa una città dal passato glorioso come Roma, che si sta sgretolando e “muore di sete e di sonno”.

Trailer

Appuntamento al 9 settembre, allora.

 

L’edizione 2022 del Green Drop Award è realizzata in partenariato con: Sardegna Film Commission, ANEC, Settimana del Pianeta Terra, Centro internazionale del fumetto di Cagliari. Con il Patrocinio di: Ministero della Transizione Ecologica, Ministero della Cultura

Hashtag ufficiale: #GreenDropAward

Fotografie del film Siccità dalla pagina della Mostra del Cinema di Venezia, del Green Drop Award, cortesia ufficio stampa

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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