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Da: Ufficio Stampa Lega

«Occorre urgentemente un fondo per sostenere le spese degli operatori balneari, costretti a rivolgersi a guardie giurate e vigilanti privati per sorvegliare le loro proprietà, continuamente preda di ladri e vandali». E’ questo l’accorato appello del consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, e della deputata comacchiese del Carroccio, Maura Tomasi. Perché, come si suol dire, la misura è colma. Gli esponenti leghisti hanno visitato in questi giorni le realtà costiere, toccando con mano le difficoltà, che non sono soltanto quelle della movida di cui si è occupata la Prefettura proponendo gli steward. «Non passa giorno, senza che qualcuno dei miei colleghi sia costretto a segnalare l’incursione di vandali o ladri nelle ore notturne», spiega Renzo Cecchetto, uno dei titolari del Bagno Florida del Lido di Spina. Nei giorni precedenti, anche qui si sono registrati fenomeni inquietanti: giostre per i bambini danneggiate; teloni squarciati, altri segni del passaggio di qualche balordo. Altrove, la situazione non cambia e c’è chi registra qualche furto. «Spesso, persone ubriache si addentrano nelle spiagge quando i locali della zona chiudono. Non sappiamo se si tratta di gesti puramente vandalici o intimidatori, ma resta il fatto che sempre più di frequente dobbiamo confrontarci con questi fatti», dicono esasperati gli operatori. Il costo dei danni, naturalmente, si somma alle perdite di una stagione flagellata dal Coronavirus. L’unico deterrente? «L’utilizzo di vigilanti privati – dicono alcuni operatori della costa – che però costituisce un costo ulteriore. Nessuno viene in nostro aiuto e tenere aperto è sempre più difficile». Fabio Bergamini sta presentando in queste ore un’interrogazione in Assemblea Legislativa per chiedere spiegazioni e, soprattutto, l’istituzione di un fondo apposito, che possa sostenere le spese degli stabilimenti balneari regionali, per contribuire alla vigilanza privata che è ora totalmente a carico degli esercenti, inclusi i costi per chi vigila alla sicurezza dei clienti nell’emergenza Covid. «Un aiuto arriva dal Protocollo istituito da Matteo Salvini, ai tempi in cui era Ministro dell’Interno – dicono Bergamini e Tomasi – e che si chiama “Spiagge sicure”. La misura intende finanziare i 150 comuni costieri impegnati nel controllo delle spiagge, dalla sicurezza al contrasto dell’abusivismo, che costa milioni di euro all’erario. In questa fase storica – avvertono – i controlli si spostano anche sul versante del distanziamento sociale, ma possiamo chiedere che gli stabilimenti provvedano a tutto da soli: la Regione deve fare la sua parte». /(Foto del sopralluogo in uno stabilimento balneare al Lido di Spina)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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