Skip to main content

Da Lega Nord

BOLOGNA, 26-07-’17.

L’aria delle elezioni che si avvicinano fa miracoli. Partiti centralisti che si trasformano in movimenti dalla “forte impronta” autonomista; retromarce repentine sul tema dell’immigrazione. «Non fosse tutta un’enorme bolla di sapone, da parte del Pd e del Movimento 5 Stelle, potremmo quasi dire che l’autonomia dell’Emilia-Romagna sarebbe cosa fatta, sia a Bologna che a Roma, con i voti sufficienti per avviare tutte le procedure, ma sappiamo che non è così», ironizzano il segretario nazionale della Lega Nord Emilia, Gianluca Vinci, ed il capogruppo regionale della Ln, Alan Fabbri. Dopo la svolta grillina e l’improvvida uscita del governatore Stefano Bonaccini, che ora vorrebbe seguire le orme di Zaia e Maroni e proporre l’autonomia della sua Regione. Dopo che l’ex candidata Pd veneta, Alessandra Moretti, definì «tardiva e inutile» quella proposta. Mentre ora, alla stessa battaglia alla quale si è accodato, per ultimo, anche il Movimento 5 Stelle, dopo le scoppole rimediate alle ultime amministrative: unico fatto, quest’ultimo, che accomuna democratici e grillini. Una battaglia, per intendersi, che la Lega persegue dal 1979 o giù di lì, quando solo parlare di “autonomia” o federalismo era un qualcosa di eretico. La dimostrazione arriva dal primo tentativo lombardo di arrivare ad un referendum consultivo sull’autonomia, sbeffeggiato dal centrosinistra, nel lontano 2005. «Quello stesso centrosinistra che – sottolinea Fabbri – nel 2006 affossò il nostro referendum sul federalismo, ed una legge costituzionale già approvata dai due rami del Parlamento. Ora, Bonaccini “apre” all’improvviso sul tema, dopo che fino al 4 dicembre scorso era stato strenuo sostenitore del referendum di Renzi, che avrebbe depotenziato le Regioni, in nome di un rinnovato centralismo.» E che dire della nuova spinta autonomista dei 5 Stelle? «La Lega – schernisce i grillini il segretario Luca Vinci – si felicita che dopo anni di lotte e contestazioni feroci sulle nostre battaglie, a pochi mesi dal voto la Lega si ritrovi tanti “insperati” sostenitori tra i suoi storici avversari (Pd e M5S, appunto). Noi, comunque, li aspettiamo alla prova dell’aula, per capire con il loro voto sui nostri provvedimenti (è in preparazione un progetto di legge regionale, una volta modificato lo statuto; ndr) se davvero sono per l’autonomia della regione e contro l’immigrazione, come dicono di essere.»

Sull’immigrazione, è quasi superfluo ricordare che il Movimento 5 Stelle aveva presentato un disegno di legge sullo Ius Soli, ad inizio legislatura, a Roma, e che la sindaca Raggi – dopo avere promesso 800 euro mensili ai Rom per sostenere loro le spese di affitto, altroché italiani in difficoltà! – ha rinnovato l’impegno del suo Comune sullo Sprar, salvo poi scrivere al Prefetto e chiedere che Roma venisse “risparmiata” da ulteriori sbarchi. Guarda caso, dopo il primo turno delle amministrative ed il primo tonfo elettorale del M5S. Inutile, riproporre anche le citazioni tratte dal famoso best-seller di Renzi, che propone di aiutare gli immigrati «a casa loro», dopo i pasticci degli ultimi governi di centrosinistra firmati “Mare Nostrum” e “Triton”. Ma i tempi, come noto, cambiano. Specie sotto scadenze elettorali.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it