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Da Regione Emilia Romagna

L’assessora Petitti: “Continua il nostro impegno a fianco delle donne vittime di violenza e dei loro figli”. Complessivamente quasi 4 milioni di euro, tra risorse regionali e statali, destinati nel biennio 2017-2018 alle politiche di genere e al contrasto alla violenza contro le donne

Bologna – Elisa, Arianna, Anna Maria, Sara, Giulia… Sono solo alcuni nomi – l’elenco purtroppo non finisce qui – di donne vittime recenti di femminicidio in Emilia-Romagna. Una violenza che rappresenta la punta di un iceberg, se si pensa che solo lo scorso anno sono state 3431 le donne che si sono rivolte per un aiuto ai 13 Centri antiviolenza del coordinamento regionale, attivi da Piacenza da Rimini, e 225 quelle ospitate nelle strutture.

Una situazione che la Regione sta contrastando con diverse misure di cui l’ultima, approvata ieri dalla Giunta su proposta dell’assessora alle Pari opportunità, Emma Petitti, è rappresentata da un finanziamento di circa 1 milione e 500mila euro di risorse statali per il 2017-2018 da assegnare ai Comuni sede di centri antiviolenza e di case rifugio.
Con il nuovo provvedimento la Giunta trasferisce quindi i fondi agli enti locali per potenziare forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli.

“Circa 1,5 milioni a sostegno della speranza di tante donne che cercano un aiuto per scappare dalla violenza quotidiana- afferma Petitti-. Complessivamente destiniamo quasi 4 milioni di euro nel biennio 2017-2018 per contrastare questo fenomeno e per sostenere politiche di genere in grado di prevenirlo. Una cifra importante, considerata la congiuntura economica nazionale, a testimonianza dell’impegno della Regione che, come ho ribadito più volte, non vuole lasciare sola nessuna donna in difficoltà. Ora i Comuni hanno i fondi necessari per far proseguire l’attività dei 19 Centri e delle 35 Case rifugio attive sul territorio”.

I fondi
Sono riservati al contrasto alla violenza contro le donne i quasi 4 milioni di euro (3,9) messi in campo complessivamente dalla Regione, che derivano in parte da fondi statali (2,9 milioni) e in parte da stanziamenti regionali (un milione).
Dei fondi statali, circa 1,5 milioni sono riservati alla gestione dei centri antiviolenza e delle case rifugio; oltre 423mila euro serviranno invece per l’apertura di nuovi centri e di nuove case rifugio; 115mila finanzieranno l’apertura di nuovi centri per il trattamento degli uomini maltrattanti; 920mila sono previsti dal Piano straordinario contro la violenza sessuale e saranno destinati a formazione, inserimento lavorativo, autonomia abitativa e realizzazione dei servizi informativi relativi al fenomeno della violenza.
I fondi regionali, pari a circa un milione di euro, saranno invece destinati a finanziare, attraverso bando che uscirà entro fine 2017, progetti da realizzarsi il prossimo anno, volti alla promozione e al conseguimento delle pari opportunità, nonché al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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