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da: Consorzio Visit Ferrara

Crocevia di artisti e di grandi storie. Ferrara e la sua Provincia racchiudono uno scrigno prezioso di culture e di arti, da scoprire ad ogni passo, tra lo sferragliare delle biciclette. Per esplorare la vita del passato, le ricche meraviglie che ha lasciato ed immergersi nelle bellezze storico-artistiche del presente, bisogna seguire i percorsi tracciati dal consorzio Visit Ferrara, che non a caso mette insieme più di 70 operatori turistici di tutta la Provincia ferrarese all’insegna della condivisione dei servizi e di una nuova concezione di fare turismo.

Vivi il Patrimonio Mondiale UNESCO.
Il centro storico di Ferrara è un connubio armonico tra la città medievale e la città del Rinascimento. Si resta affascinati dai vicoli e le strade che richiamano ad un tempo di dame e cavalieri – percorrendo per esempio l’antica via delle Volte, l’asse lineare su cui si è sviluppato il nucleo urbano – e dai palazzi più sfarzosi del Rinascimento, quelle forme, piazze e monumenti che hanno regalato a Ferrara (con il Delta del Po) il riconoscimento di Patrimonio Mondiale UNESCO.

Immergiti tra le meraviglie Estensi.
Lo splendore del centro ferrarese è dovuto molto alla dinastia d’Este, che dominò sulla città e il territorio tra il 1.200 e il 1.600. Mentre Cristoforo Colombo scopriva l’America, Ercole I d’Este chiamò l’architetto Biagio Rossetti (era il 1492) per trasformare il cuore della città nella più moderna d’Europa, che oggi conserva intatta la sua anima e i suoi profili rinascimentali. Ercole si circondò di artisti e scienziati, così come fece la sposa di suo figlio Alfonso, la bella e controversa Lucrezia Borgia. Il suo sfarzoso arrivo in città nel 1502 oggi è rievocato, tra spettacoli, sbandieratori ed acrobazie, nel Carnevale Rinascimentale, che si festeggia ad inizio anno. Lucrezia, figlia di Rodrigo Borgia che divenne Papa Alessandro VI, giunse a Ferrara dopo due matrimoni terminati nel mistero, fra incesto e delitto, ma nel centro ferrarese fu di grande aiuto per la gente ed ebbe la lungimiranza di richiamare a corte intellettuali e uomini di cultura.

Comincia dal Castello.
La residenza degli Este divenne con Ercole I il maestoso Castello Estense, da cui può cominciare il viaggio nella storia e nell’arte ferrarese. La fortezza conserva ancora ambienti medievali, ma con gli Este fu arricchita di affreschi e di valore. Per rivivere la vita di corte, le visite guidate ci sono dal lunedì al venerdì (6 euro). Prima del maniero, i duchi risiedevano nel Palazzo Municipale, dove oggi c’è il Comune con la sua bianca scalinata, che scende su un ampio e caratteristico cortile che si apre alla piazza dominata dalla Cattedrale dallo stile gotico-romanico (aperta tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30) dedicata ai santi Giorgio e Maurelio, patroni della città. Molti dei suoi preziosi oggetti sono conservati nel Museo della Cattedrale (visitabile tutti i giorni, tranne il lunedì), che si può trovare facilmente in via San Romano, dopo aver ammirato una delle più grandi piazze europee: piazza Trento e Trieste.

Visita palazzi rinascimentali e conosci grandi artisti.
Dalla piazza si può scegliere di raggiungere Palazzo Schifanoia (via Scandiana, chiuso solo il lunedì e gratis fino a 18 anni), nato come luogo in cui scacciar via la noia e concedersi un po’ di sfizi. Preziose sono le sue pareti affrescate e il Salone dei Mesi, che ospita uno dei cicli pittorici più importanti del Rinascimento. Per ogni mese un affresco, dove sono raffigurate divinità pagane, segni astrologici ed espressioni vive del tempo.
Il responsabile del progetto figurativo del Salone dei Mesi è Cosmè Tura (1430-1495), uno dei maggiori artisti figurativi di Ferrara, le cui opere si trovano, con quelle di altri grandi maestri della scuola ferrarese e opere d’arte del periodo dal XIII al XVIII secolo nella Pinacoteca Nazionale (chiusa solo il lunedì, 4 euro) in corso Ercole I d’Este, nel piano nobile del capolavoro dell’architettura cittadina: il Palazzo dei Diamanti. La Pinacoteca ospita anche lavori di Ercole de’ Roberti (1459-1496), pittore di corte di Ercole, che eseguì il mese di settembre nel Salone di Palazzo Schifanoia. A dipingere tutti i mesi primaverili fu invece Francesco del Cossa (1430-1485) con scene allegoriche della vita di corte, mode e tradizioni. Prima di Natale, la Pinacoteca inaugurerà una mostra dal titolo “Lampi sublimi a Ferrara”. Esposizione di opere provenienti dalla chiesa di San Paolo di cui 7 sono del Bastianino. C’è un’opera di Tiziano e anche un’incisione del Giudizio universale di Michelangelo.

Scopri il legame tra Ferrara e la Francia.
Gioiello di Ferrara, il Palazzo dei Diamanti, con i suoi ineguagliabili rivestimenti a forma di diamante, è sede di importanti mostre d’arte moderna e contemporanea, grazie al supporto della fondazione Ferrara Arte. La prossima sarà dedicata a due altri artisti ferraresi: Giovanni Boldini (1842-1931) e Filippo de Pisis (1896-1956). Nei primi mesi del 2015 si apre l’esposizione “Boldini e De Pisis: Italiens de Paris” – negli spazi del Castello Estense – la riscoperta del patrimonio artistico oscurato dal terremoto del 2012. Le opere di Boldini, il rinnovatore della pittura italiana ed internazionale e l’amante della Bella Epoque, aprono la mostra, per lasciar spazio alle nature morte marine, le vedute parigine e i capolavori di De Pisis. A Palazzo Diamanti, invece, dal 19 aprile al 19 luglio 2015, va in scena “La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudì”. Il titolo nasce dal nome della città catalana ai primi del ‘900, espressione di fermento politico, sociale e culturale, ma anche centro di violenze. Barcellona divenne con Picasso e Gaudì la più effervescente d’Europa. Con le loro, vengono esposte le opere di altri artisti che esprimono la vita moderna tra il centro catalano e Parigi, tra caffè, locali notturni, femmes fatales.
Il legame tra Ferrara e la Francia attraverso l’arte passa anche dalle opere lasciate dal più virtuoso esponente della metafisica: Giorgio De Chirico (1888-1978). Dopo aver trovato il suo linguaggio espressivo a Parigi, l’artista arrivò nel 1915 a Ferrara, dove dipinse “Le muse inquietanti” che raffigurano sullo sfondo il Castello Estense, “Ettore e Andromaca” ed altri capolavori. A piazzale S. Giovanni c’è una scultura che ha dedicato alla città.

Entra nei giardini di corte.
Il tour continua in corso Giovecca, fino ad entrare nella Palazzina Marfisa D’Este (chiusa solo il lunedì, 4 euro, gratis per gli under 18), tipica dimora estense, oggi museo decorato di antichi arredi e dei giardini di corte della Ferrara principesca, i quali sono collegati a Palazzo Bonacossi (Museo Riminaldi, via Cisterna del Follo, chiuso domenica e festivi, ingresso gratuito) sede della biblioteca d’arte e di tante opere antiche.

Vantaggi ed offerte per i turisti.
Per girare Ferrara con spensieratezza c’è la carta turistica MyFe Card, con vantaggi, sconti ed occasioni. Un passaporto utile anche per la gastronomia, lo shopping e il divertimento. Con la formula di 2 giorni il prezzo è di 10 euro, per 3 giorni di 12 euro, per 6 il costo è di 18 euro. Per raggiungere facilmente il centro dall’aeroporto di Bologna, c’è invece il servizio Bus&Fly (60 minuti, 30 euro andata e ritorno).

Con il consorzio Visit Ferrara fino al 31 dicembre 2014, il pacchetto di un giorno “Ferrara, la città degli Este e di Lucrezia Borgia” permette di esplorare palazzi, monasteri e i luoghi della duchessa (pranzo compreso) a 76 euro a persona. L’offerta per gruppi “Una giornata a Ferrara tra Medioevo e Rinascimento” consente di vivere tutto il centro storico e i maggiori luoghi di cultura con 66 euro a testa. Per un tour di 2 giorni e una notte, c’è: “Ferrara light: 2 giorni per innamorarsi” da 72 euro. Per esplorare la città in 3 giorni e 2 notti “Scopri e gusta Ferrara”, fino al 30 novembre. È inclusa anche la MyFe Card, un pranzo o una cena e un omaggio, da 125 euro a persona. Non mancano pacchetti per le Mostre di Palazzo Diamanti che comprendono una notte in hotel, ingresso all’esposizione e visita guidata della città da 60 euro a testa.

Adesso visita Comacchio e il Parco del Delta del Po.
Tutelato dall’UNESCO è anche il Parco del Delta del Po, che abbraccia 9 comuni della Provincia e una natura meravigliosa, fatta di specchi d’acqua, canali ed una rigogliosa flora e fauna, espressione di biodiversità. Il Parco del Delta si può esplorare provando escursioni in barca organizzate o tour in bicicletta. Sarà emozionante scorgere stormi di fenicotteri rosa e tante specie di uccelli e animali che popolano la natura. E poi andare alla scoperta delle Delizie Estensi, le oltre 30 ville di cui è costellata tutta la Provincia. Tra i centri del Parco, splende Comacchio, la “piccola Venezia”, animata da ponti (il più monumentale è il Trepponti) e canali solcati da barchette. Prima qui c’era la città etrusca di spina, poi nel Medioevo la città si sviluppò su una serie di isolotti, arricchendosi di palazzi e monumenti tra il ‘600 e il ‘700. Da visitare assolutamente, addentrandosi tra le strade e le suggestioni del cuore cittadino, la Manifattura dei Marinati, dove si può scoprire l’intera lavorazione dell’anguilla, regina della laguna e dell’identità delle Valli di Comacchio. Una fabbrica-museo, sede di laboratori e di curiose attività. Fa parte del circuito Musei del Gusto dell’Emilia-Romagna (chiusa solo il lunedì, 2 euro).

Emozionati nell’Abbazia di Pomposa.
A qualche km da Comacchio c’è Codigoro, dove, nel bel mezzo del verde, spicca il campanile altezzoso dell’Abbazia di Pomposa, perla architettonica ed artistica del VI-VII secolo, antico centro monastico di riferimento del territorio che ha accolto grandi personaggi, come l’inventore della musica scritta con le 7 note Guido d’Arezzo. L’interno è da pelle d’oca, spazi maestosi lasciano che lo sguardo si perda tra gli affreschi ispirati alle pitture di Giotto, mentre a terra brilla il pavimento a mosaico in marmo. L’Abbazia ospita anche un museo con stucchi, fregi, iscrizioni ed arredi (tutti i giorni aperta tranne il lunedì, il sabato e la domenica si può salire sulla torre campanaria).

Trova l’offerta giusta per te.
Per vivere Comacchio e il Parco del Delta del Po, con il consorzio Visit Ferrara ci sono numerosi pacchetti. “Alla scoperta del Parco Regionale del Delta del Po” (2 giorni da 180 euro fino al 30 novembre 2014) prevede oltre al tour di Ferrara, la sosta all’Abbazia di Pomposa, ed escursione in motonave tra la “piccola Venezia” e le Valli di Comacchio. Si può scegliere di vivere un giorno tra Comacchio e l’Ecomuseo delle Valli con 60 euro (fino al 15 novembre), oppure girovagare fra “Ferrara e il Delta” per 3 giorni e 2 notti, fino al 15 novembre, compresa visita a Comacchio, Abbazia di Pomposa ed escursioni da 245 euro.

Tante altre opportunità tutto l’anno su www.visitferrara.eu .

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CONSORZIO VISIT FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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