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Il futuro del Palio è nelle mani dei giovani iscritti che scelgono di impegnarsi nelle attività delle contrade, sono loro i tutori della tradizione. I ragazzi sotto i 15 anni, che siano musici o sbandieratori, sono inseriti nei gruppi under e vengono preparati per essere pronti, dopo il loro 16esimo compleanno, a passare nei gruppi senior degli adulti. Ad allenare il gruppo under dei musici di Santo Spirito ci pensano Mattia, in contrada dal 2000, e Luca, che ne fa parte solamente da un anno.

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Allenamento del gruppo under delle chiarine

“Sono entrato a far parte di questa contrada l’anno scorso – ci racconta il sedicenne Luca – è sono stato benissimo, ho trovato persone disponibili, pronte ad aiutarti e a farti sentire integrato. Non avevo mai pensato di far parte di una contrada, fino a quando un mio amico non mi ha invitato a provare, visto che lui frequenta Santo Spirito da tanto. Io suonavo già la batteria e mi sono inserito tra i musici: per i primi tre mesi mi sono allenato con loro, ma era un periodo di prova, per capire se potevo trovarmi a mio agio e se poteva interessarmi, e così è stato. E’ un bell’impegno, prende molto tempo e più ci avviciniamo alle gare maggiori saranno gli appuntamenti per gli allenamenti ma non mi pesa, è una buona scusa per uscire di casa e qui si respira sempre un’atmosfera di amicizia e d’affetto”.

Quando Luca entrò e si unì alla contrada di Santo Spirito un anno fa, venne seguito e allenato da Mattia, che oggi lo prepara a diventare a sua volta allenatore per il gruppo under, come, anni fa, fece suo zio con lui. “Io sono stato portato in contrada da mio zio, nel 2000, e ho iniziato come figurante. Anche mia mamma era attiva in contrada, partecipava alle sfilate, e loro due hanno trascinato qui tutta la famiglia. Per un anno ho sbandierato, dal 2003, invece, sono passato al gruppo dei musici con il tamburo e adesso insegno ai più piccoli. Quando uno entra in un gruppo non è obbligato a farne parte per sempre, si possono provare sempre cose nuove, partecipando a tutte le attività che la contrada offre, per poi inserirsi dove si riesce meglio”.

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Maria Vittoria e Matteo, tamburi Under

Ad allenarsi sotto un timido sole primaverile, nel sottomura tra via Garibaldi e via Portamare, oggi ci sono Maria Vittoria, che ha quattordici anni, Mattia, di undici anni e una nuova stella delle percussioni, Filippo, che di anni ne ha solo quattro. “Io non sono di Ferrara – racconta il papà del piccolo Filippo – e per me quello delle contrade è un ambiente nuovo, però sarei felice che mio figlio ne facesse parte perché è una bella realtà e mi piace l’idea che si mantengano le antiche tradizioni cittadine”. Filippo, occhiali da sole e bacchette in mano, non dà confidenza a nessuno, si avvicina a Luca e iniziano a suonare insieme: è troppo piccolo per unirsi agli under ma, se vorrà, potrà iniziare a frequentare la contrada e si potrà allenare insieme agli altri bambini fino a quando non sarà un po’ più grande.

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Luca con il piccolo filippo

“I miei volevano che suonassi la chiarina – mi racconta sorridendo Maria Vittoria che, anche se ha solo quattordici anni, ha le idee ben chiare – ma io voglio suonare il tamburo. Sono entrata a Santo Spirito cinque anni fa e, dopo aver fatto la dama per un anno, ho visto come si divertivano i musici a suonare il tamburo e ho deciso di provare. E’ divertente, serve anche a sfogarsi quando si è arrabbiati, per questo ho deciso di continuare a suonare e sono riuscita anche a far venire la mia migliore amica, così passiamo più tempo insieme”.
Anche Mattia ama suonare, ha iniziato quattro anni fa, quando aveva sette anni, e continua con il tamburo, “è stato mio padre ha spingermi a provare qualche attività in contrada, perché mio fratello aveva iniziato a sbandierare qui a Santo Spirito. Non mi pesa passare delle ore a provare, è bello stare qui”.

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Chiostro del convento di Santo Spirito, allenamento degli sbandieratori

I contradaioli di Santo Spirito tengono particolarmente alle giovani promesse e al loro divertimento, e cercano di coinvolgerli in piacevoli attività all’interno della contrada, organizzando eventi musicali e gare culinarie, ma anche in altri ambienti, tra cui spicca Città Magica, il villaggio rinascimentale all’interno del Balloons Festival. “Sono otto anni che la contrada organizza il villaggio, insieme al gruppo medievale di Gemona del Friuli, creando spettacoli, intrattenimento e giochi per i più piccoli. Nel tempo lo stand è diventato sempre più organizzato, offrendo tante attività: vestiamo i bambini con gli abiti storici, costruiamo un mini labirinto, creiamo spettacoli medievali e sfilate. E’ un modo per farci conoscere di più, anche da chi non è di Ferrara, e per garantire qualche entrata in più alla contrada. Un altro gioco che organizziamo, sempre aperto a chiunque volesse unirsi a noi, è “Il mestolo d’oro”. Come in ogni contrada, durante l’anno si organizzano delle cene e noi abbiamo deciso di renderle più divertenti organizzando una gara culinaria: si creano dei gruppi e ad ognuno viene assegnata una Regione e, ogni sabato sera, le squadre si sfidano tra loro preparando una cena per cinquanta commensali con i prodotti tipici di quella regione. Ultimo evento estivo è il Night & Blues, organizzato qui nel Chiostro di Santo Spirito, durante il quale per venti serate si esibiscono gruppi o cantanti solisti”.
I contradaioli cercano anche un modo di essere utili alla cittadinanza: per questo hanno creato un gruppo di donatori di sangue, infatti è possibile trovare il foulard verde e giallo, i colori della contrada, nella sede dell’Avis della città.

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Chiostro di Santo Spirito, allenamento degli sbandieratori

Maggio si avvicina, e con lui le gare e gli scontri tra le varie contrade che, anche se non accesi come un tempo, risvegliano la rivalità fino alla fine del Palio. “Tanti anni fa chi faceva parte di una contrada non poteva avere contatti con gli altri contradaioli, non solo durante il periodo del palio ma per tutto l’anno. Ora non è più così, c’è rivalità ma anche amicizia, non siamo nemici tra di noi. Naturalmente sotto maggio è più facile scontrarci tra di noi, gli animi s’infiammano, ma è tutto limitato alle gare del periodo. Ci vediamo tutte le sere durante quel mese, tra battute scherzi e bevute, si chiacchiera e si sta insieme. C’è voglia confrontarci, perché si cresce con le stesse passioni: quello che è un problema per una contrada può essere qualcosa di risolvibile per un’altra. Alla fine il modo per scaricare la tensione l’abbiamo trovato nei gavettoni, perché tra il Giuramento e il Palio ci sono circa due settimane d’attesa e, durante quelle sere, scateniamo delle vere e proprie battaglie d’acqua, con agguati e strategie. Se la contrada avversaria ti cattura, ci sono dei pegni da pagare o si deve affrontare una penitenza, e la tua contrada deve preparare un riscatto”.
Mentre parliamo, Matteo si guarda intorno, ogni tanto mi lascia per andare a correggere uno dei suoi ragazzi o per incoraggiare chi si sta allenando seriamente. “Ogni anno dico che sarà l’ultimo, perché cercare d’incastrare i loro allenamenti con i miei, oltre che con il lavoro e la vita privata, è sempre più complesso. Ma ogni volta che arriva maggio e loro entrano in gara, io li osservo fuori dalle transenne e appena partono i rullanti, guidati dal capo musici, Lorenzo, che dà lo stacco, mi viene la pelle d’oca. Mi sono impegnato tutto l’anno, abbiamo discusso, li ho premiati o sgridati, ho insegnato loro tutto quello che potevo e loro lo portano in piazza davanti ai giudici, mostrandomi che, alla fine, ho fatto un buon lavoro. Non è solo suonare lo strumento, dietro c’è tanto altro, il mio compito è quello di trasmettere la stessa passione con la quale io sono cresciuto, per amare la vita di contrada e quello che comporta”.

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Chiara Ricchiuti


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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