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Da: Società Filarmonica di Voghenza APS

13 febbraio 2021 Giornata Mondiale della Radio

Web-radio Dram, voci che crescono al microfono

Nella Giornata Mondiale della Radio parlare della nascita di una web-radio rimette la virgola alla
storia che pareva concludersi con un punto fermo. Dopo quella virgola si riparte parlando di Webradio Dram, che proprio in questi giorni sta nascendo nella sede della Filarmonica e Scuola di
Musica di Voghenza. Galeotto il bando della Regione Emilia Romagna che puntava alla tecnologia
applicata alla didattica e all’inclusione in tempo di lockdown, e ovviamente il resto lo ha fatto uno
staff motivato e ricco di competenze. Il collante del gruppo è il giovane assessore alla Cultura del
Comune di Voghiera, Emanuele Ganzaroli, molto attivo nell’Associazione voghierese come
musicista e supervisore dei corsi scolastici. Accanto a lui il presidente dell’associazione, Andrea
Fortini, anch’egli musicista. Nello staff – già ribattezzato Dram Team, strizzando l’occhio alle
eccellenze sportive – anche Roberto Toschi e Giovanni Fioresi – batterista l’uno, trombettista l’altro
– in qualità di tecnici, ché una web-radio è faccenda da smanettoni: computer, mixer e microfoni
riescono a rendere ambiente radiofonico anche il piccolo spazio ricavato in un’aula. Nello staff
troviamo poi Giulia Pareschi – flautista –, Gaia Conventi – addetta alla Comunicazione – e Matteo
Forlani, pianista e realizzatore dei loghi della radio.
Una volta approntato lo studio radiofonico, il gruppo terrà corsi di realizzazione e gestione radio
rivolti a chi nel territorio abbia l’obiettivo d’accostarsi alla creazione di podcast e alla conduzione
radiofonica; con particolare attenzione ai ragazzi delle scuole medie e superiori. Queste lezioni
andranno a integrare l’offerta didattica della Scuola di Musica di Voghenza, l’intenzione ultima è
avere un gruppo affiatato, pronto ad affrontare non solo la programmazione – l’idea, la ricerca del
materiale, la scrittura per la radio –, la realizzazione – l’utilizzo del mixer, dei microfoni, la gestione
della postproduzione radio e della piattaforma internet – ma anche la conduzione e l’utilizzo della
voce. Competenze che permetteranno un giorno di mandare in diretta gli eventi di Estate a
Belriguardo e che fin da subito si riveleranno utili nel raccontare quanto accade nel territorio: la sua
storia e le sue specificità, la musica che da sempre accompagna la vita dei cittadini del piccolo
comune.
Il nome Web-radio Dram nasce proprio pensando alle origini della Banda di Voghenza: una vecchia
grancassa – bass drum in inglese – che ha accompagnato molte processioni nei dintorni di Voghiera
è diventata il simbolo di questo progetto. E se quel drum va pronunciato dram, tanto vale farla
semplice e tenerlo così com’è, intendendolo nel suo significato di modica quantità, o come si
direbbe al bar “giusto un sorso!”. Dunque una piccola radio che non scorda quel 1856 in cui tutto è
cominciato: l’idea di portare la musica tra la gente, di insegnare a fare musica generazione dopo
generazione, figli accanto a genitori e nonni fino a scovare – ed è capitato in diverse occasioni – il
musicista di grande talento che della musica ha fatto poi una gloriosa attività. Come è accaduto al
Maestro Roberto Valeriani, che dopo aver cominciato giovanissimo nella Filarmonica di Voghenza
ha avuto una carriera quarantennale nei grandi teatri d’Italia ed è stato dal 1988 fino al
pensionamento il primo oboe dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna. Il Maestro Valeriani è
ora l’attuale direttore della Filarmonica, perché l’Associazione è fatta di persone e musicisti che si
rimettono in gioco e riportano “in famiglia” quanto hanno appreso suonando in giro per il mondo. È
questa la forza del gruppo bandistico e non solo, votato a grandi progetti senza mai snaturarsi e
senza scordare che la musica – come la radio – nasce dalla voglia di raccontare e raccontarsi.
Web-radio Dram è dunque una nuova salita a cui approcciarsi in compagnia, sapendo che la sfida è
fare bene e l’intento ultimo è, come sempre, includere nuovi amici e nuovi musicisti nell’indaffarato
e sorridente team. Ragazzi sempre pronti a inventare qualcosa di nuovo, a fare gruppo per mettere
assieme interessi e competenze e a ottenere quello che fino a poco prima sembrava qualcosa di
campato per aria. Se è vero che la tecnologia informatica dà modo di improvvisarsi conduttore,
cantante e disk jockey, una piccola web-radio consente a chiunque ritenga di “volerci provare” la
palestra giusta per imparare e mettersi in gioco. Succede dal 1856, con lo stesso entusiasmo.
Gaia Conventi
per Web-radio Dram
e Filarmonica Voghenza

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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