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Da: CIA Emilia-Romagna

L’agricoltura è sostenibile: lo dimostrano i dati portati a sintesi da un webinar organizzato da Cia – Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna e la società di ricerca Areté

Fini (presidente Cia ): “Si sente parlare in modo improprio dell’agricoltura, con attacchi immeritati al nostro settore, ma la ricerca evidenzia un primario virtuoso”

Mammi (assessore regionale Agricoltura): “Agli agricoltori la ricerca dice che la produttività rimane buona, e buone sono le rese, anche diminuendo la chimica”

BOLOGNA, 10 FEBBRAIO 2021 – Nel quadro degli impatti ambientali derivanti dall’uso dei principali fattori di produzione nell’agricoltura emiliano romagnola, gli aspetti positivi prevalgono nettamente su quelli negativi. Dunque, l’agricoltura è sostenibile e lo ha dimostrato la ricerca dal titolo “Sostenibilità ambientale dell’agricoltura: a che punto siamo? condotta da Cia-Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna in collaborazione con Aretè, società di ricerca specializzata nei settori dell’agricoltura e presentata ieri in un seminario online. A inquadrare l’argomento è stato Cristiano Fini, presidente Cia Emilia-Romagna cui hanno fatto seguito Enrica Gentile e Alberico Loi di Areté. Da Bruxelles è intervenuto Nicola Di Virgilio, (Policy Analist Commissione Europea) che ha parlato di “transizione verde e sostenibilità”. Ha concluso i lavori Alessio Mammi, assessore regionale all’agricoltura.

Si sente parlare in modo improprio dell’agricoltura, con attacchi immeritati al nostro settore – ha dichiarato il presidente Fini -. Abbiamo, dunque, voluto fare il punto per sottolineare quanto è stato fatto fino ad oggi, pur sapendo che sul tema del sostegno all’ambiente siamo tutti coinvolti e dobbiamo fare la nostra parte. E tanto abbiamo fatto. Abbiamo utilizzato meno fertilizzanti e fitofarmaci, abbiamo sostenuto il benessere animale. Insomma, sulle produzioni vegetali e sulla zootecnia abbiamo fatto tanto, ma c’è ancora parecchio da fare”. Non ci sono, però, supporti analitici e numerici da parte delle lobby ambientaliste, ma a Bruxelles si continua a lottare su questi temi. “Abbiamo il Farm to fork, la strategia sulla biodiversità e la nuova Pac , Politica agricola comunitaria, che guarda con uno speciale riguardo all’ambiente – ha continuato Fini -, ma tutto ciò non pare bastare e le lobby ambientaliste continuano ad attaccare l’agricoltura”. Il Farm to fork ha fissato gli obiettivi da raggiungere ma occorre capire l’impatto che avrà su questo settore e sugli agricoltori. “A fronte della riduzione di fitofarmaci e del maggiore benessere animale – ha detto ancora il presidente -, avremo anche una inevitabile perdita di produttività. Importeremo materie prime che non avranno standard qualitativi e ambientali equiparabili a quelli della nostra agricoltura e questo è un pericolo. Si tratta di una sfida da affrontare, ma partiamo da un livello già più che accettabile. Ognuno dovrà fare la propria parte, però, altrimenti perderemo tutti”.

Occorre, dunque, far capire al consumatore quanto l’agricoltura sia importante e all’agricoltore devo essere forniti strumenti con i quali salvaguardare le produzioni.

“L’agricoltura – ha detto l’assessore Mammisi è messa in discussione in questi ultimi 20 anni e sta puntando sull’innovazione, sulla ricerca, sulla qualità. Tra i settori economici, umani, sociali e produttivi ha fatto uno sforzo, forse più rilevante rispetto ad altri”. Gli agricoltori accettano la sfida. E, a dimostrarlo, anche la ricerca della Cia che mette in evidenza un aumento particolarmente rilevante del Bio (+75%). “Tutto questo – ha sottolineato Mammi -, le persone, i consumatori lo devono sapere. Agli agricoltori la ricerca dice che la produttività rimane buona, e buone sono le rese, anche diminuendo la chimica. Occorre, però, investire nella ricerca per fornire agli agricoltori gli strumenti con i quali salvaguardare le produzioni. È possibile, dunque, tenere insieme sostenibilità e produttività”.

Al link la registrazione del webinar https://youtu.be/09SvisYvwL4

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

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Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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