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Come le nuove tecnologie che consentono l’interazione tra gli oggetti, attraverso la rete, possono migliorare le performance aziendali, in tutti i settori? Legacoop Estense, Innovacoop e CPL Concordia organizzano, il 12 giugno prossimo, una giornata di lavoro sull’Internet of Things (IoT), nell’ambito delle iniziative promosse dal nodo regionale della rete Pico 4.0, il Digital Innovation Hub di Legacoop. L’appuntamento, rivolto a tutte le cooperative della regione, è a partire dalle ore 9:30 nella sede di Cpl a Concordia (Modena).
Il cosiddetto “Internet delle Cose” – dove per “cose” si intendono dispositivi, apparecchiature, impianti e sistemi, materiali e prodotti tangibili, opere e beni, macchine e attrezzature – consente di tracciare una mappa elettronica del mondo reale, permettendo alle cose e ai luoghi dell’ambiente fisico di connettersi, dialogare e acquisire intelligenza. I campi di applicabilità sono molteplici: dai processi produttivi industriali alla logistica, dall’infomobilità all’efficienza energetica, dall’assistenza remota alla tutela ambientale. “Una giornata pensata per scambiarsi idee, bisogni, soluzioni e progetti con esperti di livello nazionale, con le cooperative che già si stanno misurando con l’IoT e con alcune start up, nate per sviluppare tecnologie al servizio di altre imprese”, afferma chiara Bertelli, responsabile area innovazione e rapporti con le università di Legacoop Estense. “Sarà un momento importante di lavoro e approfondimento – prosegue Bertelli – attraverso cui Legacoop facilita i processi di digitalizzazione e innovazione delle imprese associate”.
La mattinata si aprirà con i saluti di Mauro Gori, Presidente di CPL Concordia, e Andrea Benini, Presidente di Legacoop Estense, a cui seguiranno alcuni interventi: Francesca Montalti di Innovacoop presenterà la rete PICO e il Digital Innovation Hub cooperativo, gli strumenti di cui Legacoop si è dotata per accompagnare le cooperative associate verso le sfide di Impresa 4.0; Stefano Epifani del Digital Transformation Institute approfondirà le possibilità offerte dall’Internet delle Cose; Paolo Bellavista, Prof. di Sistemi Distribuiti e Mobili (UNIBO – DISI), illustrerà le opportunità fornite dal Competence Center Industria 4.0 dell’Emilia-Romagna.
Si siederanno poi al tavolo, moderate dal Manager del Clust-ER Innovazione nei Servizi Massimo Carnevali, 7 imprese che hanno fatto dell’IoT un perno di innovazione: Sacmi Imola, CPL Concordia, Cmb di Carpi, Vodafone Italy, Democenter; Lapsy, Stoorm 5.
Il programma del pomeriggio si articolerà in 4 tavoli di lavoro, cui le imprese sono chiamate a partecipare, ognuno dedicato a un tema specifico. “Abbiamo chiamato esperti provenienti da Università, Centri di ricerca e strutture che si occupano di trasferimento tecnologico – afferma Francesca Montalti di Innovacoop – per lavorare su quattro aspetti fondamentali: la Cyber Security, la logistica 4.0, la valorizzazione dei dati prodotti in tempo reali dai consumatori e l’evoluzione dei modelli di business delle imprese, le piattaforme per l’utilizzo industriale dell’Internet delle Cose. Il workshop è aperto a cooperative di tutti i settori e di tutte le dimensioni, non solo a realtà già strutturate dal punto di vista dell’innovazione tecnologica. L’internet delle Cose, infatti, può essere per tutti uno strumento efficace di miglioramento delle performance aziendali”.
“Siamo molto lieti di collaborare e di ospitare questa iniziativa”, afferma Mauro Gori, presidente di CPL Concordia, “che si propone di sostenere la trasformazione digitale delle imprese cooperative secondo la logica di concentrare e valorizzare al massimo tutte le competenze disponibili e di connettere professionalità di altissimo livello in grado di supportare le aziende nel loro impegnativo percorso di evoluzione.”
Il programma completo a questo link http://www.legacoopestense.coop/iot12giugno18/

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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