Skip to main content

Da organizzatori

Venerati dai designers di tutto il mondo, ma anche da artisti, scrittori e poeti, da secoli popolano racconti, romanzi, film e perfino le passerelle dell’alta moda. Una vera e propria “Cat-mania” a livello globale celebrata nell’ormai celebre World Cat Day che ricorre il 17 febbraio.
Batuffoli pelosi dallo spirito libero e indipendente, i gatti hanno conquistato il cuore di milioni di persone in Italia e nel mondo, diventando sovrani indiscussi delle mura domestiche. Una passione trasversale per questi sinuosi felini, che alternano alla ricerca di coccole il desiderio di indipendenza, monitorata da Espresso Communication per la casa di gioielli Thomas Sabo. Ed è a loro che, da ormai 27 anni, è stata dedicata una giornata. Il 17 febbraio infatti si festeggia in Italia il World Cat Day, data non casuale, scelta nel 1990 attraverso un sondaggio della rivista Tuttogatto che ha eletto come mese favorito febbraio, mese dell’Acquario, ovvero degli spiriti liberi, e delle streghe, creature magiche come i gatti, mentre il 17 (1×7) ricorda le sette vite di cui questi felini godono. La stessa festa, riconosciuta in tutto il mondo, cade in giorni differenti a seconda del Paese considerato. Per esempio l’America rende omaggio gli amici baffuti l’8 agosto di ogni anno.

Ma sono i numeri a raccontare il grande amore che gli italiani nutrono per questi esemplari a quattro zampe. Uno su tre infatti condivide la propria vita con un animale domestico (33%), secondo il Rapporto Italia 2017 di Eurispes, e tra questi quasi la metà (40,8%) ospita proprio un gatto. Oltre 8 milioni di esemplari dal fascino misterioso e dallo sguardo ipnotico sono i protagonisti dei salotti, portando serenità e allegria nelle case, ma non solo. Venerati dai designers di tutto il globo, ma anche dal mondo dell’arte, del cinema e della letteratura, da secoli popolano racconti, romanzi, poesie, film e perfino le passerelle dell’alta moda. Una vera e propria Cat-mania.
I musini simpatici e buffi dei mici hanno infatti fatto capolino su borse, maglie, gonne e camicie delle più importanti maison di moda, icone must della collezione autunno inverno 2016-2017. E così i gatti diventano muse ispiratrici di intere linee d’abbigliamento che li ritraggono su morbidi maglioni, lussuose sete e regali broccati o mimetizzati sul seducente manto maculato degli abiti firmati dagli stiliti più importanti al mondo. Ma anche accessori e gioielli vengono contagiati dalla Cat-mania. Dalle cover per i cellulari fino agli sticker per decorare la casa, senza trascurare gli occhiali dalle sinuose forme feline che regalano un sensuale sguardo da diva. Persino la maison di gioielli Thomas Sabo ha dedicato a questi animali una serie di ciondoli in argento sterling 925, impreziositi da diamanti e pietre preziose. Un must irrinunciabile per tutti i cat addict.

Un amore per i gatti confermato anche dalle tendenze che fanno il giro del mondo trovando terreno fertile nel Belpaese. Un esempio è rappresentato dalla diffusione in Italia dei Neko Cafè, emblema della cultura giapponese moderna (letteralmente “Gatto Cafè”): sale da the o bistrot dove, mentre si sorseggia un cappuccino, è possibile coccolare i gatti del locale beneficiando dei vantaggi terapeutici che le fusa hanno sull’umore e sullo stress quotidiano. Ma è da quando il gatto è entrato a far parte della vita dell’uomo che gli artisti hanno cominciato ad immaginare e scrivere di lui.

Protagonista della fiaba Il gatto con gli stivali di Charles Perrault, compagno di vecchiaia di Francesco Petrarca, amico di Collodi, Umberto Eco e Giovanni Pascoli, che gli dedica un sonetto “La Gatta”, protagonista del poema in versi Gattomachia di Lope de Vega e raccontato nei versi di Baudelaire e dalla penna di Shakespeare, il gatto ha sedotto personalità molto lontane, diverse per età, professione e cultura grazie alla sua personalità enigmatica ed indecifrabile e al suo spirito un po’ domestico e un po’ selvatico.

Alcuni gatti sono rimasti nella storia del cinema per i loro ruoli indimenticabili come il gatto confidente di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany del 1961 o il personaggio di Catwoman, forte, veloce e agile, nato dalla matita dei fumettisti Bob Kane e Bill Finger nel 1940. Senza dimenticare il grande Marlon Brando, spesso ritratto con i suoi gatti anche nel film Il Padrino, come pure Alain Delon che divise la scena con un micio in Crisantemi per un delitto.

>Ma è con i cartoni animati che sono diventati veri e propri personaggi cult: come non amare Stregatto, il gattone tigrato di Alice nel paese delle meraviglie, o l’intramontabile film d’animazione Gli Aristogatti, prodotto dalla Disney nel 1970. E ancora Lucifero, il gatto della matrigna di Cenerentola, Figaro, il micio di Pinocchio, Zorba, protagonista de La Gabbianella e il Gatto, le avventure di Tom e Jerry e di Titti e Gatto Silvestro che hanno accompagnato l’infanzia dei bambini di ogni generazione.

Anche la musica ha riservato moltissima attenzione ai gatti: da La gatta di Gino Paoli fino alla celebre Volevo un gatto nero presentata allo Zecchino d’Oro nel lontano 1969. È stata una gatta ad ispirare anche lacanzoneDelilah, successo dei Queen, ed il siamese Samè stato la musa di Lucifer Sam dei Pink Floyd.
Un excursus nel tempo e nei differenti ambiti culturali e sociali che racconta l’amore “sconfinato” verso questi animali simbolo, ieri come oggi, di libertà e indipendenza. Adorati nell’antico Egitto, odiati nel Medioevo e riscoperti nel Rinascimento, il gatto è oggi non solo la star del salotto ma anche un’icona griffata che popola vestiti e accessori riscuotendo un successo enorme.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it