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Carceri, ospedali psichiatrici, scuole, strutture terapeutiche: luoghi non convenzionali di messa in scena. Sono passati ormai quasi quarant’anni da quel 1976, quando il Teatro Nucleo – allora Comuna Nucleo – è arrivato in Italia da Buenos Aires, costretto all’esilio dal golpe di Videla. Fondato nel 1974 da Horacio Czertok e Cora Herrendorf, nel 1978 il Teatro Nucleo si stabilisce definitivamente a Ferrara, chiamato dallo psichiatra basagliano Antonio Slavich per collaborare nel processo di chiusura dell’ex-ospedale psichiatrico della città, che diviene anche la sua prima sede. Alla base dell’attività del Nucleo c’è la concezione del teatro non come puro intrattenimento, ma come portatore di un’etica sociale, come momento di profonda condivisione di un’esperienza fra attori e spettatori. E se, come fa il Teatro Nucleo, al centro si pone il rapporto con l’essere umano in quanto tale, il teatro diventa un potente strumento di inclusione e trasformazione sociale. È con questo spirito che negli anni sono nati spettacoli per gli spazi aperti e i tanti progetti di teatro in carcere, nelle scuole, nelle strutture terapeutiche e nelle istituzioni legate al lavoro sulla salute mentale e all’integrazione sociale. Il progetto Teatro Carcere, nel quale Horacio Czertok lavora con alcuni detenuti della Casa circondariale di Ferrara, insignito nel 2012 con la medaglia premio di rappresentanza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il progetto Arte e salute mentale con pazienti psichiatrici del Dipartimento salute mentale di Ferrara e la Scuola di formazione per operatori teatrali nel sociale, diretta da Cora Herrendorf, sono solo alcuni esempi.
Nel 1981, dopo un seminario con Horacio Czertok e Cora Herrendorf, entra a far parte del Teatro Nucleo anche Antonio Tassinari, che ne diventa da subito elemento fondamentale. È lui a ideare e coordinare il Teatro Comunitario di Pontelagoscuro, un’esperienza nata anche dai legami mai del tutto recisi del Teatro Nucleo con l’Argentina. È qui che il teatro comunitario nasce negli anni Ottanta, forma teatrale della e per la comunità, basata sull’integrazione intergenerazionale e su un’idea di recupero della memoria collettiva, non la storia scritta sui libri, ma la narrazione costituita dai ricordi delle persone che la comunità la costituiscono e la vivono.
Nel frattempo il Teatro Nucleo diventa organismo stabile riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna e, nel 2003, riceve dal Comune di Ferrara una nuova sede a Pontelagoscuro, due anni dopo intitolata allo scrittore Julio Cortázar, in onore delle proprie radici argentine.

Teatro Nucleo, 'Quijote!', con Horacio Czertok e Antonio Tassinari.
Teatro Nucleo, ‘Quijote!’, con Horacio Czertok e Antonio Tassinari.

Guardando indietro, a tutto ciò che ha costruito in questi quarant’anni, la cooperativa Teatro Nucleo ha pensato di festeggiare questo suo quarantesimo compleanno e di cogliere l’occasione per rendere omaggio alla memoria di Antonio Tassinari, scomparso un anno fa lasciando un grande vuoto nel mondo culturale e teatrale ferrarese e non solo. Così è nata “La Primavera del Teatro”, che arriverà al Teatro Julio Cortàzar a Pontelagoscuro da domani 22 maggio al 7 giugno 2015. Un assaggio lo si potrà avere già stasera alle 18 a Ferrara Off Teatro con la presentazione in anteprima di due volumi: “Pasado y presente de un mundo posible. Adhemar Bianchi y Ricardo Talento: del teatro independiente al comunitario”, a cura di Mónica Berman, Ana Durán e Sonia Jaroslavsky (edizioni Leviatan) e “Un’avventura utopica. Teatro e trasformazione nell’esperienza del Gruppo Teatro Comunitario di Pontelagoscuro”, a cura di Greta Marzano ed Erica Guzzo (edito da Titivillus).

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‘Los Calandracas’, Circuito Cultural Barracas

Dal 22 al 31 maggio il Teatro Julio Cortázar ospiterà “L’Eredità Vivente”, progetto di formazione artistica e culturale con gruppi di spicco della scena teatrale internazionale, che in questi anni hanno intrecciato le proprie vicende e la propria ricerca con quelle del Nucleo.
Dall’Argentina saranno a Ferrara Ricardo Talento e Ana Serralta, esponenti del Circuito Cultural Barracas e del Gruppo di Teatro Catalinas Sur, due realtà con sede a Buenos Aires legate all’impegno nel Teatro comunitario.

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Teatr Osmego Dnia
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Cathy Marchand

Dalla Polonia arriverà Teatr Osmego Dnia: fondato nel 1964 da un gruppo di studenti universitari della città di Poznan, con la proclamazione dello stato di assedio e la legge marziale, la sua attività viene pesantemente compromessa e una parte del gruppo nel 1985 deve emigrare, facendo tappa a Ferrara, dove viene accolto dal Teatro Nucleo. Infine in rappresentanza del Living Theatre, l’attrice Cathy Marchand, allieva dei maestri fondatori Judith Malina e Julian Beck. “Presupposto del progetto, da cui il titolo – afferma Horacio Czertok, presidente di Teatro Nucleo – è che l’eredità umana e artistica dei Maestri non possa essere sostituita dallo studio in differita sui libri di testo o altri materiali tramandati. L’unico vero spazio in cui si può ricevere un’eredità artistica, umana e spirituale come quella di cui sono portatori i gruppi invitati, è quello dell’esperienza condivisa, dell’incontro e della relazione tra allievi e Maestri”.

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Teatro Catalinas Sur

Fra gli eventi aperti al pubblico al Teatro Cortàzar si segnalano: il 26 maggio alle 20:30, in anteprima nazionale, “I Dossier”, nato dalla scoperta da parte degli attori e delle attrici della compagnia Teatr Osmego Dnia, dei loro fascicoli personali redatti dalla polizia segreta tra il 1975 e il 1983, durante il regime totalitario in Polonia (ingresso a offerta libera); il 28 maggio alle 16:00 l’incontro aperto al pubblico con i maestri de “L’Eredità Vivente”, seguito dalla presentazione di “Living Theatre nelle immagini di Marco Caselli Nirmal 1977-2013”; infine il 29 maggio alle ore 21:00 il “Tributo a Judith Malina”, video e testimonianze della maestra Cathy Marchand (Living Theatre).

Dal 5 al 7 giugno toccherà poi al Totem Arti Festival animare il Teatro Julio Cortazar e il parco Tito Salomoni, luogo della memoria della Pontelagoscuro prima dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Giunto alla sua terza edizione conserva intatta la volontà di creare uno spazio di condivisione e partecipazione, per coinvolgere la comunità e i giovani avvicinandoli alla fruizione di sperimentazioni artistiche e culturali. L’inaugurazione sarà venerdì 5 alle 18:30 con aperitivo e performance nel parco: la Compagnia Iris presenterà “Segni particolari: un segno sul cuore”, l’esito del laboratorio condiviso sulla performance contemporanea, condotto in collaborazione con Alice Bariselli e A/M Project, Natasha Czertok con Greta Marzano e fannybullock. Si proseguirà alle 21 con la danza della Compagnia Simona Bertozzi/Nexus che presenta “Bird’s Eyes View”.
Sabato 6 giugno alle 21 la danza lascerà spazio alla prosa per uno spettacolo che, con profonda ironia e cinica leggerezza, affronta il dramma del futuro negato: “Mio figlio era come un padre per me” dei Fratelli Dalla Via, vincitore del Premio Scenario 2013.

Foto del Totem Arti Festival edizione 2014. Clicca sulle immagini per ingrandirle.
Foto di Daniele Monatovani.

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Domenica 7 alle 17 Irene Guerrini terrà una lezione gratuita della disciplina circense del tessuto aereo, per tutti coloro che al circo non possono fare a meno di rimanere con il naso all’insù, affascinati da quelle figure che sembrano fluttuare nell’aria. Alle 18.30, direttamente dal Freak’s Puppet Circus delle Officine Duende, nel Parco Tito Salomoni verrà esibito, come nelle fiere d’altri tempi, il “fenomeno” delle sorelle siamesi: un unico corpo con due cuori separati o due corpi uniti da un amore unico e indissolubile? A chiudere il Totem Arti Festival sarà alle 21 “Memorie dal reparto n°6 di Teatro Nucleo/Sfumature in atto, liberamente tratto dal racconto di Anton Checov.
Da venerdì a domenica il parco Tito Salomoni si riempirà di musica: dalle 19 alle 21 con Radio Strike, le sue selezioni musicali e le sue interviste agli artisti. Inoltre venerdì 5 dalle 22 nel parco si esibiranno i Jessica Hyde, mentre sabato 6 dalle 22.30 toccherà a Voodoo Sound Club.

Link correlati:
Programma L’Eredità Vivente [vedi].
Programma Totem Festival [vedi].

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Federica Pezzoli

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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