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Da: Mario Zamorani

Lettera aperta al Vice-Sindaco Nicola Lodi.

Egregio Vice-Sindaco,
come sa da tempo aspetto dal sindaco la risposta a una mia domanda/istanza più volte protocollata in Comune e tutt’ora senza alcun riscontro; anche dopo alcune iniziative nonviolente sullo scalone del Municipio. Nel frattempo con il suo silenzio il sindaco ha violato lo Statuto e il Regolamento comunale per la partecipazione popolare.

Proprio sullo scalone lunedì 25 novembre sono stato raggiunto da due vigili urbani che mi hanno comunicato il divieto di stare seduto sui gradini, cosa che molte persone fanno molto spesso. Poi la settimana successiva, lunedì 2 dicembre, ignorando o dimenticando la contestazione della settimana precedente, mi hanno chiesto di rimuovere il cartello con su scritto “Fabbri non risponde” in quanto ero sprovvisto di permesso di occupazione di suolo pubblico; ho tenuto il cartello in mano e tutti contenti. La cosa mi ha stupito non poco dal momento che le mie ripetute iniziative partono proprio dall’aver fotografato un tavolo di iniziativa politica della Lega posto in luogo dove era vietato collocarlo (chissà, forse era senza permesso di occupazione di suolo pubblico). In effetti il mio cartello, di 50X30 centimetri, era posto in verticale ed appoggiato ad un gradino dello scalone; quindi la sua superficie insistente sul suolo, di taglio, era meno di un centimetro quadrato.

Dal momento che lei detiene la delega per la sicurezza, ci sono persone che hanno supposto che i vigli urbani di Ferrara che sono venuti appositamente da me mentre effettuavo sit-in di protesta contro il sindaco (che non risponde) siano stati inviati da lei. Tra l’altro devo dire che con me sono sempre stati di estrema gentilezza e che persino mi sembravano un po’ imbarazzati nelle loro contestazioni. Ora le scrivo per chiederle: è stato lei a inviarli? Se così fosse le comunico che sto dalla parte dei vigili, in qualche modo, secondo taluni, indirizzati o costretti a svolgere quel compito.

Spero che almeno lei risponda. Confido in una sua risposta dal momento che le piace chiosare le iniziative politiche della città; cito ad esempio il suo commento rivolto al movimento delle Sardine ferraresi: “Ieri sera eravate tutte sardine fritte”; anch’io ero in quel gruppo davvero molto numeroso. Le confesso anche che in queste sue parole riscontro un gravissimo deficit di rispetto per l’Istituzione di cui lei è parte significativa.

La informo inoltre che lunedì 9 dicembre ripeterò per la quinta volta il sit-in dalle 10 alle 11 sullo scalone del Municipio. Se mi contesteranno l’occupazione di suolo pubblico, questa volta rifiuterò di rimuovere il cartello o di tenerlo in mano.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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