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Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico

Garantire la ripartenza dei nidi e dei servizi dedicati alla prima infanzia è un tema al centro dell’agenda politica della Regione Emilia-Romagna ed è anche per questo che il Partito Democratico in Regione si è attivato depositando un question time alla Giunta, che vede come prima firmataria la presidente della commissione scuola Francesca Marchetti e tra i firmatari anche la capogruppo PD Marcella Zappaterra. L’atto verrà discusso martedì durante la seduta telematica dell’assemblea legislativa.

“Credo sia fondamentale capire come la Regione intenda muoversi per riaprire in sicurezza i servizi per l’infanzia durante l’estate e gli asili nido – spiega Zappaterra –, garantendo risposte sia ai bambini come portatori di diritti che alle tante famiglie che devono conciliare i tempi di vita e lavoro. Il ‘decreto rilancio’ non ha dato la giusta considerazione ai servizi educativi per i bambini tra 0 e 3 anni, per questo la nostra Regione deve farsi portavoce di un tema imprescindibile per le nostre comunità”.

Sostenendo questi servizi per la consigliera Zappaterra si compie un duplice obiettivo. “Da un lato la socialità rappresenta un bisogno primario nell’infanzia, potrà essere vigilata, ma non totalmente impedita. Le strutture educative infatti sono punti di diffusione di una cultura dell’educazione, di maturazione sociale, cittadinanza, integrazione e di sostegno alla genitorialità. Dall’altro garantiscono un sostegno alle famiglie nella conciliazione vita-lavoro, in particolare per le donne, nei confronti delle quali non possiamo permetterci che vi siano arretramenti sui progressi avuti sul fronte dell’occupazione femminile. Occorre quindi trovare soluzioni in sicurezza con percorsi educativi di qualità. Lo dobbiamo alle donne, alle famiglie e soprattutto ai bambini che hanno diritto di tornare pienamente alla loro vita e al loro percorso educativo. Inoltre vanno sostenuti tutti quei gestori dei servizi privati e i loro lavoratori che non sono destinatari di nessuna delle misure previste dal decreto Rilancio. Non possiamo pensare ad una ripresa economica dopo l’emergenza sanitaria se non vengono fatti passi avanti su queste questioni”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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