Skip to main content

Giorno: 13 Settembre 2014

Comacchio: Il Sindaco risponde alle accuse contenute nella nota stampa dell’opposizione divulgata oggi

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

A seguito delle diverse prese di posizione di esponenti politici locali e regionali sui temi oggetto di discussione nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, che ha visto l’abbandono dell’aula da parte dell’opposizione, interviene il Sindaco Marco Fabbri. Sulle ragioni della scelta di procedere con una sola seduta, “preme sottolineare come un consiglio abbia dei costi fissi – precisa il Sindaco-, che variano da 700 a mille euro. Ci sono circostanze nelle quali non è possibile evitare sedute ravvicinate, ma in questo caso non aveva proprio senso. Si sarebbero dovuti convocare due consigli a distanza di un giorno, il primo sugli spostamenti di Palazzo Bellini e il secondo sui tre punti già oggetto di rinvio, proprio su richiesta dell’opposizione nel corso del consiglio del 25/8 us. Il tempo c’era e si sarebbe potuto discutere anche fino a tarda notte così come si è verificato nelle precedenti amministrazioni”. Sulle accuse di scarsa cultura politica e di mancato rispetto verso la minoranza, il Sindaco rileva che “l’opposizione si scopre ora paladina della cultura e dell’istruzione. Peccato che durante il consiglio comunale dedicato al nascente museo del territorio e durante le commissioni alcuni consiglieri fossero assenti o fossero usciti dall’aula, proprio durante la presentazione di tale punto. Di rado esponenti della minoranza su sono fatti vedere ad aperture di rassegne ed eventi culturali, assenza del resto registrata anche oggi all’inaugurazione della mostra dedicata al grande Nicola Sebastio, che ha lasciato il segno nella nostra comunità. Benchè l’inaugurazione cadesse in un giorno prefestivo, non si sono visti consiglieri comunali di opposizione. Non dimentichiamo che Sebastio ha donato una collezione delle proprie opere al Comune di Comacchio dieci anni fa.” Fabbri inoltre compie alcune precisazioni intorno all’accusa che si voglia procedere alla cementificazione di 190 ettari sulla costa. “Non corrisponde al vero l’affermazione secondo la quale il piano di stazione del Parco abbia conferito una nuova edificabilità di 190 ettari, né tanto meno vanno in questa direzione le delibere approvate dal consiglio l’11 settembre u.s. Al contrario semmai – commenta il Sindaco -, il saldo per chi vuole ampliare strutture ricettive o realizzarne di nuove dovrà essere pari a zero, ovvero dovranno essere utilizzate volumetrie “spostandole” ove necessario. Semplificando: chi vuole ampliare il proprio campeggio, dovrà utilizzare volumi previsti in altre aree (es. residenziale, produttivo..).” Infine il Sindaco Fabbri torna sulla decisione della minoranza di abbandonare l’aula. “L’uscita dall’aula dei consiglieri di opposizione è la dimostrazione di come la questione Palazzo Bellini sia stata una battaglia costruita su congetture strumentali – commenta il Sindaco -, buttando fumo negli occhi ai cittadini comacchiesi. E’ vero, tanti sono stati i sottoscrittori, ma tanti altrettanto sono stati quelli che mi hanno fermato per strada, anche dopo il consiglio comunale, dicendomi che avevano aderito alla petizione sulla base di falsi presupposti, poi in realtà chiariti nella seduta. Nel momento in cui non si hanno contenuti meglio uscire e cercare pretestuosamente motivazioni di metodo. Perché non discutere portando avanti le proprie ragioni piuttosto che uscire alla fine in segno di protesta?” In merito alla nota stampa di Gabriella Meo, consigliera regionale dei Verdi, il primo cittadino sottolinea che “elenca progetti non più attuali e riferiti a precedenti amministrazioni, segno che non conosce quello che si sta discutendo a Comacchio. Al pari di tutti i gruppi consiliari regionali farebbe bene a pensare alle “spese pazze” della Regione, essendo anche il suo gruppo coinvolto nella vicenda. A proposito -conclude il Sindaco- dove si trovava la consigliera Meo, mentre qui si costruivano palazzi e villette realizzando il vero consumo di suolo che è sotto gli occhi di tutti?

Ritorna il corso di Fotografia all’Auxing

da: Collettivo TM15

Sono aperte le iscrizioni al secondo anno di Fotografia, presso l’AUXING di Bondeno, dopo i ragguardevoli risultati del primo anno in cui gli allievi sono stati selezionati e hanno partecipato a diversi concorsi ed esposizioni di ambito nazionale.

Il corso è tenuto da Alessandro Passerini, fotografo di Art+Commerce/VOGUE, e artista promosso e venduto dalla Saatchi Gallery di Londra, partirà da ottobre e si propone di approfondire ed affrontare la tecnica fotografica in modo teorico e pratico nella sua totalità di stili e tecniche, permettendo ai partecipanti di avere gli strumenti idonei per potere affrontare qualsiasi progetto o semplice sessione.

Verrànno sperimentate svariate tecniche da studio, realizzando progetti appositi pensati insieme ai partecipanti, che vanno dallo still life al ritratto, dal mosso al bianco e nero e svariati altri. Verranno approfonditi anche progetti non da studio, dove e quando possibile, quali il paesaggio e la fotografia naturalistica e notturna, e molto altro ancora.

Ampio spazio avranno la ricerca e visione personale dei singoli iscritti, che si svilupperà nel corso degli esercizi e progetti, e la post-produzione delle immagini, tramite programmi attualmente utilizzabili e gratuiti, facilmente reperibili sul web. Analogamente e a seconda dei progressi del singolo partecipante verranno indicati quali canali sono attualmente i più efficaci per poter iniziare a mostrare i propri progetti o semplici scatti sul web o in eventuali luoghi fisici.

pd-logo

Le candidature al Consiglio Regionale

da: ufficio stampa Partito Democratico Ferrara

La segreteria riunita in data odierna ha vagliato le candidature pervenute.
Le candidature ammesse sono quelle di Paolo Calvano, Michele Rubini, Irene Tagliani, Eric Zaghin e Marcella Zappaterra.

La candidatura di Aldo Modonesi è pervenuta dopo le 18,00 quindi questa segreteria non può ammetterla in quanto non conforme al regolamento approvato all’unanimità alla direzione del 5 Settembre.

Qualora Aldo Modonesi intendesse presentare una richiesta di deroga con motivazioni politiche lo invitiamo a farlo rivolgendosi alla direzione provinciale, già convocata per martedì prossimo, unico luogo idoneo ad approvare una deroga al regolamento dallo stesso organo approvato.
Capiamo che questa scelta ha una valenza non solo regolamentare ma anche politica e dunque la Direzione è l’organo deputato ad esprimersi in merito.

Più che tele-narcosi è stata letale-narcosi!

da: Associazioni Di Tutela Animali Ferraresi

Così è stata uccisa l’orsa Daniza, colpevole di difendere i propri cuccioli e sfinita dall’essere quotidianamente braccata da oltre un mese divenendo, per le cosiddette Autorità, “pericolosa”. Ma per chi conosce il comportamento degli animali, come l’etologo Roberto Marchesini, “ non ha fatto altro che attuare un’autodifesa naturale per una mamma che sente come primo obbligo istintuale quello di difendere il nido, una risorsa di sopravvivenza e la difesa dei propri cuccioli. Perchè intervenire su un animale selvatico – non domestico – significa condannare a morte in modo altamente probabile i suoi cuccioli e produrre un trauma irreversibile nella madre che, questo si, la farebbe diventare pericolosa. Una madre che perda il suo territorio, che venga catturata mentre svolge le cure parentali – ciò che c’è più di prezioso per una femmina di mammifero – che perda i suoi cuccioli o si trovi a vivere in una condizione di alta sofferenza a causa dell’azione dell’uomo, non vi è dubbio che possa diventare pericolosa.” Questo autorevole e molto più articolato e motivato parere era stato fornito al Ministero dell’Ambiente a fine agosto per spiegare perchè le misure di intervento paventate dalla Provincia Autonoma di Trento erano dal punto di vista etico ed etologico inadeguate, parere che è stato del tutto ignorato.
Pare che la Regione Trentino abbia realizzato il più grande progetto di reintroduzione degli orsi in Europa, oltretutto con finanziamenti europei. Ma perchè attivare un progetto di reintroduzione senza attuare una corretta campagna di educazione, di informazione, di protezione con recinti degli animali da allevamento, e soprattutto di conoscenza comportamentale di questa specie? La prima riflessione che vien da fare è : lasciateli dove sono, hanno più speranza di sopravvivere che non nella Regione Trentino. E speriamo che il radiocollare di cui sono stati dotati non diventi negli anni un cappio, come purtroppo abbiamo potuto vedere più volte, perchè il cucciolo cresce ma il collare no.
Reintrodurre gli orsi per poi abbatterli? Certo che no! Ma la storia che viene raccontata sulla reazione fatale all’anestetico non convince nessuno. Perchè, nonostante il parere negativo del Corpo Forestale Nazionale dello Stato, l’intervento del Corpo Forestale di Trento è stato comunque effettuato, e non certo da sprovveduti, ma sotto la responsabilità di un veterinario. Credere ad un errore, sarebbe sì una presa in giro. E siamo certi che la Magistratura effettuerà tutte le indagini per fare chiarezza e far emergere gli eventuali reati che sono stati compiuti.
E’ risultata indubbia la volontà di molti di voler risolvere il problema a tutti i costi, con superficialità e miopia. E un costo c’è stato, grave, soprattutto perchè ancora una volta è l’uomo che si è assunto il diritto di condannare a morte un’animale.
Apprendiamo in queste ore del ritrovamento di un’altro orso di tre anni morto in Abruzzo per sospetto avvelenamento. Una triste coincidenza per questa specie, ed una conferma dell’arroganza dell’uomo.
Ci sono stati errori? Per noi si. Ed è giusto che se c’è chi ha sbagliato paghi, fatto questo che nel nostro Paese sta diventando ormai una vera rarità. E in questo caso, come in altri, è in discussione il livello della nostra civiltà.

Le associazioni di tutela animali ferraresi :

– Associazione “A Coda Alta”
– A.V.E.DE.V.
– E.N.P.A. – Sez. di Ferrara
– G.A.T.A.
– L.A.V. Ferrara
– Lega Naz. Per la Difesa del Cane di Ferrara
– L.I.P.U.
– O.I.P.A. Sez. di Ferrara

Moda in Delizia una formula di successo: eleganza, musica, danza e teatro di fronte alla Torre Estense

da: ufficio stampa Cna Ferrara

Un pubblico numeroso ha seguito la sfilata promossa da Cna e Comune di Copparo

C’è modo e modo di farsi conoscere. Quello scelto dalle imprese commerciali ed artigianali di Copparo è stato, indubbiamente, tra i più accattivanti. Ha esordito con una temperatura gelida la sfilata di venerdì sera a Copparo, organizzata da Cna e Comune di Copparo, con la direzione artistica di Made Eventi, nella bella e antica piazza, prospiciente la Torre Estense, appena ristrutturata.
Ma l’atmosfera, tra il numeroso pubblico presente, si è subito riscaldata, prima con l’intensa presenza scenica del giovane attore Stefano Muroni e subito dopo con l’irrompere dei bambini, modelli per una serata, all’insegna della simpatia e della spontaneità. Grandi applausi, distribuiti generosamente anche durante tutto il corso della sfilata nella quale, capi e accessori di tendenza, si sono alternati ai modelli presentati dai giovani stilisti premiati dal Concorso Cna, e ai diversi momenti di spettacolo, danza e buona musica.
Un successo, dunque, questo esordio della manifestazione “Moda in Delizia” che il Comune di Copparo ha deciso di promuovere insieme a Cna, come ha sottolineato il sindaco Nicola Rossi, innanzitutto per valorizzare le imprese locali, ma che guarda anche più oltre, per divenire (almeno questi gli intenti) un appuntamento annuale di apertura del Settembre copparese.
Ma, ecco, quali sono state le aziende protagoniste della sfilata “Moda in Delizia”, che venerdì sera presenteranno le proprie collezioni: Bellati Gioielli (gioielleria), Captivity (abbigliamento e accessori donna e uomo), Ellegi Tumiati (abbigliamento e accessori donna), Le Lenti by Masina (ottica), Monellini (abbigliamento bimbi 0 – 16 anni), Pitti Fur (pellicce d’autore), Sartoria Laura Mode (abiti su misura donna – bambino), Sportmania (abbigliamento sportivo). Il trucco è stato curato da Essere Benessere (centro benessere ed estetica), le acconciature a cura di Shampoo Acconciature unisex.
La serata, presentata da Laura Sottili e Alessandro Pasetti, con la regia di Simona Barchetti, è stata, come si diceva, caratterizzata da numerosi momenti di spettacolo, dalle esibizioni di danza ritmica della Ginnastica Estense Putinati di Livia Ghetti e i balletti del Jazz Studio Dance di Silvia Bottoni, con accompagnamenti musicali di Davide Pittilio alle percussioni ed Ettore Poggipollini alla chitarra, infine all’intensa interpretazione della cantante e musicista Ambra Bianchi

L’ultimo ebreo di Cork

Da DUBLINO – Una sera di dicembre a Cork, qualche anno fa. Le giornate finiscono presto e alle cinque è già notte. Esco dall’ufficio e decido di tornare a casa a piedi. La nebbia sale dal fiume e dai campi attorno alla città, bagna le strade e gli edifici, attenua la luce gialla dei lampioni. Prendo la strada che passa dietro al porto e si dirige verso il centro. La zona degli “Hibernian Buildings”, chiamata anche Marina. Piccole case in mattoni cotti a due piani, tutte uguali, tutte attaccate una all’altra. Le strade lunghe e strette sono deserte, passa solo qualche auto veloce. L’impressione di essere in un quartiere fantasma. Poi un particolare ti colpisce. Le luci dei magazzini sul fiume si riflettono sui muri bagnati e noti un candelabro a sette braccia (menorah) dietro ad una finestra. Dall’altra parte della strada un negozietto, forse un ciabattino, con l’insegna “Shalom”. Il tutto sembra prendere un aspetto surreale, quasi magico. Poi d’un tratto inizia a piovere, ed ora voglio solo tornare a casa in fretta.
Giro l’angolo e imbocco South Terrace street. Ancora dieci minuti e sono arrivato. E lì, l’ultimo tassello del mosaico. Alla fine della strada, al civico 10, stretta fra un condominio ed un garage vedo la Sinagoga. La stella di Davide sopra la porta di ingresso. Da buon ferrarese intuisco di avere attraversato il “ghetto” (che a onor del vero, come vedremo poi, qui non c’è mai stato), o quantomai un piccolo quartiere ebraico. Piccole immagini immagazzinate nella memoria di una sera di dicembre, mentre accelero il passo e penso distrattamente a cosa prepararmi per cena.

Solo anni dopo, durante un trasloco, mi ritrovo a vivere in quel condominio di fianco alla Sinagoga, a due passi dal quartiere di strade strette dalle piccole case in mattoni cotti. E dalla bottega “Shalom” che nel frattempo non c’è più, ha chiuso. E lì, uscendo una sera da casa, noto che la porta della Sinagoga è aperta. Una lunga fila fuori, vi è una presentazione della storia della comunità ebraica di Cork. Mi accodo, sono curioso di vedere l’interno dell’edificio. Mi viene dato un kippa da appoggiare sulla testa e mi siedo sulla balaustra al secondo piano, spazio che un tempo era destinato alle donne durante la funzione religiosa.
La presentazione è breve ma interessante: la prima piccola comunità ebraica arriva a Cork verso fine ‘700. Poche famiglie portoghesi di origine sefardita, una quarantina di persone, di cui si sa poco, che probabilmente si integrano negli anni con la comunità protestante locale, tramite matrimoni misti, fino a scomparire. Il loro piccolo cimitero fu scoperto, proprio dietro l’attuale sinagoga, durante i lavori di ristrutturazione delle fondamenta di un edificio. La seconda comunità arrivò in città a fine Ottocento. Questa volta da est, di origine ashkenazita; partirono dalla zona di Kaunas in Lituania, probabilmente con l’intenzione di arrivare in America. Qualcosa però sembra sia andato storto durante il viaggio in nave: invece di arrivare a New York scesero a Cobh (che allora era un porto importante, l’ultimo toccato dal Titanic nel 1912 prima di affondare), nella zona di Cork. La leggenda dice che fu un errore di comunicazione. Gli ebrei parlavano solamente Yiddish e sentendo “Cobh” credettero di essere arrivati a (New) “York” (i nomi delle due città hanno un suono molto simile in inglese). Percorsero a piedi i venti chilometri fino a Cork e si installarono nella zona della Marina, dietro al porto. Leggenda o memoria che si tramanda, si dice che una folla di irlandesi curiosi circondò i nuovi arrivati. Un prete fu chiamato in fretta e furia per rassicurare i locali, evitare un incidente diplomatico e spiegare che si trattava di una comunità ebraica arrivata dalla Russia (al tempo Kaunas era parte della Russia zarista), di lasciarli tranquilli e tornare tutti ai propri affari. Fu così che i nuovi arrivati lentamente si insediarono, altre famiglie seguirono dalla Lituania rassicurate che in Irlanda vi era tolleranza religiosa e la popolazione locale fondamentalmente amichevole. I Pogrom sarebbero stati solo un ricordo. Fu creato il cimitero.
Con il passare degli anni venne fondata l’attuale Sinagoga, la scuola (mi sorprendo a sapere che prima di diventare un condominio, il palazzo in cui vivo ospitava due scuole ebraiche), le società sportive: vi erano a Cork due squadre di calcio ed un tennis club. La comunità si estese e raggiunse un totale di quasi 500 membri nel periodo tra le due guerre. E poi il lento declino; il dopoguerra e, negli anni a seguire, la decisione di molte famiglie di lasciare Cork per il nuovo stato di Israele o per l’America. Le funzioni in Sinagoga sempre più rare, per la difficoltà crescente di raggiungere il quorum minimo (minian) di dieci maschi adulti per la preghiera pubblica ebraica.

Mi torna in mente questa storia oggi, mentre in un momento di noia trovo un’intervista a Fred Rosehill. Una faccia già vista, mi ricordo di quell’uomo anziano mentre presentava la storia della sua comunità in una sinagoga gremita al culmine, una sera di qualche anno fa. E mai avrei pensato che fosse l’epilogo di una storia, o almeno della storia di questa particolare comunità partita più di cento anni fa dalla Lituania. Perché Fred Rosehill è il capostipite dell’ultima famiglia ebrea rimasta a Cork, l’ultima delle famiglie partite più di cento anni fa da Kaunas.
Una storia che sta per chiudersi, e che mi piace chiudere con le parole che Rosehill ha pronunciato durante un’intervista alla trasmissione Irlandese “Nationwide” l’anno passato: “Per anni, per più di 80 anni, ho partecipato alle funzioni religiose nella Sinagoga di South Terrace. Ho delle memorie molto belle, memorie di amici, matrimoni, nascite. Momenti felici ed anche momenti infelici. E (Cork) è la sola città che conosco: dopo la morte di mia moglie ho provato a viaggiare ma mi sono scoperto essere uno straniero a Londra, uno straniero a Tel Aviv, uno straniero a Miami. C’è solo un posto al quale appartengo. Sono nato e cresciuto qui. Sono un irlandese

Per maggiori informazione e vedere l’intervista integrale di Fred Rosehill visitare il sito [vedi]

Ferrara Balloons Festival: il programma di domenica

da: ufficio stampa Ferrara Fiere Congressi

La seconda Domenica del Ferrara Balloons Festival, che ieri è stato visitato anche da una troupe di “Uno Mattina”, si annuncia densa di attrazioni, spettacoli, sport e soprattutto voli di mongolfiere.
La più importante manifestazione del settore in Italia, che animerà il Parco urbano “G. Bassani” di Ferrara fino al 21 Settembre, è organizzata dal Comune e dalla Provincia di Ferrara, con il supporto di A.T.I. Mongolfiera.
I primi a partire saranno come sempre loro, i giganteschi e coloratissimi palloni ad aria calda, di forma classica e speciale, che decolleranno in volo libero alle 7.30.
Spazio ai cani, alle 9, con l’A.S.D. Simply Dog Agility Team, che si produrrà in esibizioni di agility dog. Bis alle 14.30.
Alla stessa ora, i bambini più mattinieri potranno farsi coinvolgere dagli animatori di Dopla-Wigo in interessanti laboratori didattici, che proseguiranno fino a sera.
Tra esibizioni statiche e dinamiche, già alle 9 l’Aeronautica Militare – C.O.A. Poggio Renatico offrirà allo sguardo del pubblico alcuni dei propri “gioielli”: se nello stand interattivo dell’AM il pubblico del Festival potrà ammirare il mock-up del velivolo F104 “Cacciatore di stelle” e provare simulatori di volo e aeromobili da ricognizione, alle 9.30 sul Parco urbano atterrerà l’elicottero NH500, che resterà poi in esposizione fino a ripartire, al tramonto.
I voli terranno nuovamente banco alle 10: a quest’ora, infatti, prenderanno il via i voli vincolati delle mongolfiere e le dimostrazioni e le prove gratuite di pilotaggio dei droni (in replica alle 15), con il sistema del doppio comando allievo-maestro e sotto la guida attenta del ferrarese Marco Robustini, tra i massimi esperti mondiali del settore. Inoltre, voli in elicottero sulla città di Ferrara fino alle 19.
Alle 10, si segnalano diverse iniziative rivolte ai bambini: le passeggiate sui pony di A.C.L.I. Coccinelle (fino alle 12.30 e di nuovo dalle 15.30), le animazioni a cavallo “Bimbi in sella”, curate dalla Scuderia Il Tridente, che offre anche gite in carrozza (seconda sessione alle 15).
In contemporanea e fino alle 20, presso lo stand di Franciosi ci si potrà cimentare in un percorso sull’ecologica Twizy e scoprire in anteprima la nuova Renault Twingo.
Dalle 10.30 la Città Magica comincerà a brulicare di visitatori, attirati dal mercato di questo villaggio rinascimentale dell’Ente Palio di Ferrara e del Rione Santo Spirito, dagli originali spettacoli messi in scena e dai profumi provenienti dalla locanda “La Sganzega”.
Le 10.30 segneranno anche l’inizio delle attività sportive al Balloons, inaugurate dall’esibizione de “Le palestre danza”.
Ancora danza nel pomeriggio, alle 15, questa volta con l’A.S.D. Dinamika, cui seguiranno le prove di tiro con l’arco, con gli istruttori della Compagnia Arcieri e Balestrieri Filippo degli Ariosti, e quelle di duathlon (bicicletta e corsa), promosse dal C.U.S. Ferrara Triathlon.
Alle 16, tutti con gli occhi puntati al cielo: l’appuntamento è con l’“Osservazione del Sole” attraverso il telescopio e il Coronado dell’Associazione Astrofili Centesi.
Di nuovo sport, e di quello da podio, alle 16.30, con il Galà di ginnastica ritmica curato dall’Aeronautica Militare: performance individuali, di coppia e di squadra delle olimpioniche e pluricampionesse del mondo Elisa Santoni, Elisa Bianchi, Anzhelika Savrayuk e Marinella Falca.
Alle 17 riprenderanno i voli liberi delle mongolfiere, seguiti mezz’ora dopo da quelli vincolati e dalle spettacolari destrezze del Team Paramotoristi Audaci.
Le sessioni sportive riprenderanno con le dimostrazioni di hockey in linea dell’A.S.D. Ferrara Hockey, con il Gruppo Teatro Danza e Dance Nation e con l’A.S.D. Ju Jitsu Italia Sezione di Ferrara.
A chiudere la serata, il dj set delle 20 al Camelot Cafè e poi, immancabilmente, il cielo, a quell’ora stellato, che sarà possibile indagare e contemplare in compagnia degli Astrofili Centesi.

logo-regione-emilia-romagna

Scuola, due giorni per progettare quella del futuro: prosegue l’impegno di Coop Estense

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Si è chiusa a Portomaggiore, in provincia di Ferrara, con un intervento dell’assessore regionale alla scuola Patrizio Bianchi l’edizione 2014 di “Summer School”, la due giorni di formazione organizzata da Coop Estense per condividere e valorizzare le esperienze di innovazione didattica a supporto delle scuole colpite dal sisma del 2012, nata grazie all’azione di finanziamento “COOP Estense per la classe 2.0”. All’appuntamento si sono ritrovati 80 docenti e tutor per confrontare le esperienze dell’anno passato e dare continuità all’intervento.
Il progetto, che interessa 58 classi (con 58 kit che omprendono ognuno una lavagna multimediale, 14 tablet, 14 personal computer ed altri supporti informatici ) di ogni ordine e grado in un’area che va da Modena a Ferrara, è nato a maggio del 2013 dal protocollo di intesa tra l’assessorato alla Scuola e alla Formazione della Regione Emilia-Romagna, l’Ufficio Scolastico Regionale, Coop Estense e ACCDA (Associazione Cooperative di Consumatori del Distretto Adriatico) con l’assegnazione delle risorse – 1 milione di euro – raccolte con la campagna di solidarietà “Noi ci Siamo”, promossa e sostenuta in prima persona da Coop Estense.
“La due giorni di Ostellato è stata l’occasione per condividere e valorizzare le esperienze dello scorso anno scolastico – spiega l’assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi – Questo di Coop Estense è un progetto particolarmente significativo, un esempio di collaborazione efficace tra pubblico e privato, oltre che un’occasione di sperimentazione e di innovazione didattica attraverso le nuove tecnologie, che è stato utile a stimolare nuovi percorsi formativi”.
“L’azione non si è tradotta unicamente nell’acquisto di device per le scuole, ma sviluppa nuovi modelli tecnologico-didattici, sostenuti da una progettazione organica, dall’assiduo monitoraggio da parte del servizio Marconi TSI dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna e dall’azione formativa e di tutoring ai docenti coinvolti nel territorio” spiega il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Stefano Versari.
Grazie ad un’efficace collaborazione fra pubblico e privato, l’azione ha sviluppato e sta sviluppando nuovi modelli tecnologico – didattici, sostenuti da una progettazione organica, da un assiduo monitoraggio da parte del servizio Marconi TSI dell’ USR ER e da un’azione formativa e di tutoring ai docenti coinvolti nel territorio.

pd-logo

Domani, a Ponte d’Ambiente, l’iniziativa intitolata: “Rifiuti: una risorsa, non un problema. Nuovi modelli di gestione del ciclo integrato dei rifiuti in Emilia Romagna”

da: ufficio stampa Partito Democratico Ferrara

Si terrà domenica 14 settembre alla Festa dell’Unità nazionale sull’ambiente di Pontelagoscuro, l’iniziativa intitolata: “Rifiuti: una risorsa, non un problema. Nuovi modelli di gestione del ciclo integrato dei rifiuti in Emilia Romagna” con Paola Marani (Consigliera Regionale Emilia Romagna), Caterina Ferri (assessore all’Ambiente, Lavoro, Attività produttive e Sviluppo territoriale del Comune di Ferrara), Alberto Bellini (assessore all’ Ambiente Comune di Forlì ). Modera Stefano Mazzetti (responsabile regionale EcoDem Emilia Romagna)

Comacchio tra Storia e Colori: un’estemporanea di pittura nel primo weekend della sagra

da: organizzatori

Regolamento e modulo di iscrizione sono on line sul sito www.sagradellanguilla.it

Anche l’arte sarà protagonista a Comacchio alla Sagra dell’Anguilla 2014: nel primo week end della grande kermesse gastronomica – che, dopo la cena d’anteprima di venerdì 26, si svolgerà da sabato 27 settembre sino a domenica 12 ottobre – la città dei Trepponti si trasformerà in una piccola Montmartre. Per ospitare un’estemporanea di pittura dedicata alla rappresentazione/libera interpretazione di angoli del centro cittadino, strade, canali, abitazioni, monumenti e tutto ciò che rappresenti il patrimonio artistico, architettonico, urbanistico e paesaggistico della città di Comacchio in tutti i suoi aspetti e specificità. La partecipazione al concorso – che si svolgerà nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 settembre – è aperta a tutti gli artisti, italiani e stranieri, professionali o dilettanti, i quali potranno presentare una sola opera, realizzata con qualunque tecnica su supporto rigido di dimensioni non superiori a cm. 70×100. Ma non solo: al fine di valorizzare il lavoro degli artisti, nei due week end successivi della Sagra dell’Anguilla 2014 le opere verranno esposte nelle vetrine delle attività commerciali di via Garibaldi, per essere valutate anche da un’apposita giuria che, il 10 ottobre, proclamerà e premierà i primi tre classificati. Mentre tutte le opere partecipanti saranno successivamente esposte in una mostra temporanea allestita in locali resi disponibili dall’Amministrazione Comunale. Il modu
Il regolamento completo e il modulo di partecipazione – da trasmettere entro il 25 settembre oppure direttamente all’InfoPoint Sagra di piazzale Card. Pallotta nelle mattinate del 27 e 28 settembre – sono consultabili e scaricabili dal sito www.sagradellanguilla.it alla sezione ‘espositori’.

Domani la seconda giornata del Festival APS

da: ufficio relazioni esterne Festival APS

La terza edizione del Festival della APS (Associazioni di Promozione Sociale) ideato e coordinato dall’associazione TerzoMillennio con la collaborazione della Regione Emilia Romagna, della Provincia e del Comune di Ferrara che si svolge presso il Giardino delle Duchesse, prosegue nella sua seconda e ultima giornata di domenica 14 settembre. Il denso programma della manifestazione, che offre l’opportunità alle Associazioni di Promozione Sociale operanti nel territorio provinciale di divulgare le attività svolte, prenderà il via nella mattinata (alle ore 11) con l’apertura dei punti d’incontro con il pubblico a disposizione per tutto il corso della giornata, tra cui lo “sportello associazioni” organizzato dall’U.I.S.P., in cui si potranno avere informazioni utili su come costituire e gestire un’associazione. Nel pomeriggio, sul palco predisposto per l’occasione, si svolgeranno spettacoli e animazioni prodotti dalle stesse associazioni presenti all’evento. Si inizia alle 17,30 con la presentazione in forma di spettacolo del gruppo artistico del Club Amici dell’Arte, diretto da Gianni Bianchini; alle 18,00 sarà la volta del Gruppo Scrittori Ferraresi, da anni ambasciatore di un folto gruppo di autori locali, che illustrerà oltre alle numerose attività svolte anche l’appassionante mondo della letteratura e della poesia; alle 18,30 appuntamento con la melodia con il “Momento musicale Sonarte” con esibizioni proposte dagli allievi dei corsi dell’omonima associazione che promuove e valorizza la cultura musicale prevalentemente ai bambini dai 3 ai 10 anni e agli insegnanti di scuola primaria; mentre alla 19, a conclusione della sessione pomeridiana del festival, il binomio musica e bambini si rinnova con la proposta dell’Associazione Musicale Prime Note, in una esibizione-spettacolo di propedeutica musicale dal titolo “Celebri Melodie di Prime Note”. Appuntamento di chiusura della manifestazione alle ore 21,15 con il gran galà dei giovani talenti canori di Emilia Romagna e Veneto finalisti del concorso nazionale “Una Voce per Sanremo 2014”, proposto dall’associazione Merkaba. Si potranno ascoltare i migliori giovani cantanti di Ferrara, Bologna, Padova, Rovigo e Ravenna, che si esibiranno il prossimo 27 ottobre al teatro Ariston di Sanremo per tentare di conquistare l’accesso alle selezioni di Sanremo Giovani, che in caso di successo potrà vederli protagonisti alla 65ma edizione del Festival di Sanremo.

L’INTERVISTA
Morselli racconta l’autunno giapponese a Ferrara:
‘Focus Japan’, danza e non solo

‘Focus Japan’ è una serie di proposte che da ottobre a dicembre consentirà di approfondire vari aspetti della cultura nipponica. L’idea si è sviluppata attorno alla programmazione del Festival di danza contemporanea del Teatro Comunale Claudio Abbado, che quest’anno ha scelto di ospitare tra gli altri ben tre coreografi giapponesi. Agli appuntamenti di danza, si sono poi affiancate tutta una serie di attività collaterali realizzate grazie alla collaborazione con le realtà culturali ed economiche del territorio. Ci saranno incontri di approfondimento sulla storia e la letteratura nipponica, realizzati in collaborazione con l’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea e con l’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, alcune proiezioni cinematografiche al Ridotto del Teatro, e poi iniziative legate all’arte del tè, coordinate da You and Tea di via De Romei.

gisberto-morselli
Gisberto Morselli

Il programma [vedi] ci sembra molto ricco e interessante, e ci incuriosisce capire come sia nata l’idea di questo intenso autunno giapponese. Abbiamo intervistato Gisberto Morselli, già direttore artistico del Teatro Comunale di Ferrara, ora consulente per il Festival della danza contemporanea, e che è la mente e l’anima del progetto.

Quali sono le ragioni della scelta di invitare ben tre coreografi giapponesi per il Festival di danza contemporanea del Teatro Comunale? E come nasce l’idea di Focus Japan?
“L’idea si è formata spontaneamente, nel tempo, ed è nata prima di tutto attraverso le relazioni con i coreografi Saburo Teshigawara e Sayoko Onishi.
Saburo Teshigawara è un ospite assiduo ormai, nel senso che questa è la quarta o quinta volta che si esibisce a Ferrara, la prima produzione presentata nel nostro Teatro risale infatti al 2001. E’ un artista che conosciamo e apprezziamo moltissimo, e con il quale si è creata una sorta di collaborazione che ha inciso nella produzione e nel programma del Teatro. Con Landscape quest’anno realizziamo infatti un’idea che ci piaceva da tempo, ovvero affiancare un musicista italiano alla coreografia di Teshigawara e Rihoko Sato, sua compagna artistica e di vita. La scelta è caduta su Francesco Tristano, giovane compositore virtuoso e bizzarro, il cui repertorio spazia da Johann Sebastian Bach a John Cage, e che suonerà in scena tre brani originali, composti appositamente per la coreografia.
Sayoko Onishi, invece, l’ho conosciuta ad una Giornata della danza qualche anno fa a Parma, eseguiva un assolo. Onishi è una grande interprete della danza butoh, una delle più interessanti espressioni di teatro danza contemporanea, che nasce in Giappone dopo la seconda guerra mondiale, in contrapposizione alla tendente occidentalizzanti che si erano diffuse nel panorama culturale giapponese. Il butoh richiede autenticità, professa il ritorno alle origini e l’esternazione del proprio più autentico modo di sentire; non è quindi una tecnica, ma una relazione profonda tra il corpo e la natura. Trovo il suo lavoro molto interessante, per questo come Teatro Comunale le abbiamo chiesto di creare una performance su una figura molto controversa della seconda metà del Novecento come quella di Yukio Mishima, scrittore, drammaturgo, saggista e poeta giapponese, uno dei pochi autori giapponesi a riscuotere immediato successo anche all’estero.
Il terzo coreografo, Ushio Amagatsu è capitato in seguito, un po’ per caso, un po’ per volontà. Diciamo che abbiamo saputo della tournée europea di Amagatsu, uno dei massimi esponenti della seconda generazione di danzatori butoh, e a quel punto si presentava interessante l’ipotesi di offrire allo spettatore uno spaccato più ampio sulla danza giapponese contemporanea. Amagatsu andrà in scena con lo spettacolo Utsushi, unica data italiana della tournée 2014-1015.”

E’ stato così, con la scelta di presentare tre coreografi giapponesi nella rassegna della Danza contemporanea, che è nata l’dea del Focus?
“Sì, una volta definita la programmazione, ci siamo accorti che questa scelta poteva rappresentare un’occasione per approfondire aspetti specifici della cultura nipponica. Abbiamo quindi coinvolto diverse realtà culturali della città, la Biblioteca Ariostea, gli Amici della Biblioteca Ariostea, l’Istituto di Storia Contemporanea, grazie alla cui preziosa collaborazione abbiamo messo insieme un ricco programma di incontri e conversazioni curati da critici ed esperti della danza contemporanea, della letteratura, di storia e cultura giapponese.
Per ampliare ulteriormente gli orizzonti e intrecciare legami con le attività cittadine, abbiamo coinvolto anche il negozio di tè You & Tea di via De Romei, che introdurrà Focus Japan offrendo al pubblico dello spettacolo di Teshigawara una degustazione di tè giapponesi, e ospitando presso i suoi locali altre iniziative legate alle arti giapponesi, come i fumetti e i tatuaggi, grazie alla collaborazione con Kappalab edizioni (Bologna) e con “Pace e Inchiostro” tattoo studio di Ferrara.”

Lo stesso approfondimento si sarebbe potuto fare anche rispetto ad altri generi di danza e altre culture, e immagino che di relazioni e rapporti di collaborazione con grandi artisti lei ne abbia tessuti tanti nei trent’anni in cui è stato direttore artistico del Comunale. Perché questo forte interesse per il Giappone?
“Era il momento di farlo perché, oltre a Teshigawara, avevamo ospitato solo Kazuo Ohno nel 1997, quando era già ultraottantenne, dopodiché non c’era più stato una spazio dedicato al Giappone.”

Saburo Teshigawara è decisamente il più “occidentale” dei tre, per genere e stile, e rappresenta forse la sintesi più riuscita tra le due culture coreutiche, giapponese e occidentale. E’ un po’ una figura “ponte”. Il fatto di presentarlo come primo appuntamento dei tre giapponesi, dopo l’inaugurazione del Festival con Wim Vandekeybus, può essere letto in questo senso?
“Teshigawara ha uno stile personale inconfondibile e la sua danza rappresenta una fusione tra la chiara matrice giapponese e la danza postmoderna: Saburo riesce a coniugare la leggerezza e l’intensità tipiche del Giappone, con la rapidità, le accelerazioni e le sperimentazioni della post modern (la post modern dance nasce negli anni ’70 negli ambienti dell’avanguardia newyorkese, con Merce Cunningham, Trisha Brown e molti altri). Quindi in un certo senso sì, Teshigawara può rappresentare il passaggio logico tra Wim Vandekeybus e la danza butoh di Sayoko Onishi e Ushio Amagatsu, decisamente più legati all’esperienza giapponese.”

Programma della Stagione della danza 2014-2015 [vedi]
Calendario degli eventi di Focus Japan [vedi]

Focus Japan – calendario delle iniziative

FOCUS JAPAN – Calendario delle iniziative e degli eventi

Sabato 18 ottobre – ore 20
Degustazione di tè giapponesi (per il pubblico della stagione di danza)
a cura di You and Tea (negozio con sala da tè)
Atrio del Teatro

Sabato 18 ottobre – ore 21
Saburo Teshigawara / Karas con Landscape
FESTIVAL DANZA CONTEMPORANEA
coreografia, scece, luci, costumi, selezione musicale di Saburo Teshigawara
pianoforte Francesco Tristano
danza Saburo Teshigawara, Rihoko Sato
prima italiana in esclusiva
al termine Saburo Teshigawara incontra il pubblico (a cura di Francesca Pedroni)

Martedì 21 ottobre – 17.30
Incontro sulla storia e la cultura giapponese (a cura dell’Istituto di Storia Contemporanea)
APPROFONDIMENTI – IL GIAPPONE NEL SECONDO NOVECENTO
Ridotto del Teatro

Venerdì 24 ottobre – 21
Lo strano mondo degli Yokai. Fiabe e leggende giapponesi
in collaborazione con KappalaB edizioni (Bologna)
APPROFONDIMENTI – ALTRE ARTI
You and Tea via De’ Romei 36/a

Martedì 28 ottobre – ore 20.30
Hiromi Uehara – Pianoforte (concerto Jazz)
FERRARA MUSICA

Giovedì 30 ottobre – 17
Introduzione a Mishima
conversazione con Virginia Sica, docente di Storia e Letteratura giapponese (università di Milano)
APPROFONDIMENTI – YUKIO MISHIMA
in collaborazione con gli amici della Biblioteca Ariostea
Biblioteca Ariostea – Sala Agnelli

Sabato 1 e domenica 2 novembre – dalle 11 alle 14
Workshop: New butoh
con Sayoko Onishi
APPROFONDIMENTI – IL BUTOH
Teatro Comunale (Sala prove 1)

Lunedì 3 novembre – 17.30
Incontro “Una danza in continua metamorfosi: il butoh”
a cura di Eugenia Casini Ropa con la partecipazione di Sayoko Onishi
APPROFONDIMENTI – IL BUTOH
Ridotto del Teatro

Martedì 4 novembre – 17.30
Proiezione del film Mishima: una vita in quattro capitoli di Paul Schrader (1985)
APPROFONDIMENTI – YUKIO MISHIMA
ingresso libero

Martedì 4 novembre – ore21
Sayoko Onishi – Dulcamarateatro con Mishima. L’angelo del nulla
FESTIVAL DANZA CONTEMPORANEA
coreografia Sayoko Onishi, regia Valentina Cidda
danzano Sayoko Onishi e Erica Archinucci, Caterina Cidda, Valentino infuso
prima assoluta

Lunedì 17 novembre – 17.30
Incontro sulla storia e la cultura giapponese (a cura dell’Istituto di Storia Contemporanea)
APPROFONDIMENTI – IL GIAPPONE NEL SECONDO NOVECENTO
Ridotto del Teatro

Martedì 18 novembre – 17.30
Proiezione del film Viaggio a Tokio di Yasujiro Ozu (1953)
APPROFONDIMENTI NEL CINEMA
ingresso libero

Venerdì 21 novembre – dalle 17
Body painting
in collaborazione con Pace e inchiostro (tattoo studio, Ferrara)
APPROFONDIMENTI – ALTRE ARTI
You and Tea via De’ Romei 36/a

Martedì 25 novembre – 17.30
Proiezione del film Hiroshima mon amour di Alain Resnais (1959)
APPROFONDIMENTI NEL CINEMA
ingresso libero

Domenica 30 novembre – dalle 17
Cha no yu – Cerimonia del tè giapponese
APPROFONDIMENTI – ALTRE ARTI
You and Tea via De’ Romei 36/a

Martedì 2 dicembre – 17.30
Proiezione del film Il sole di Aleksandr Sokurov (1953)
APPROFONDIMENTI NEL CINEMA
ingresso libero

Mercoledì 3 dicembre – ore 21
Ushio Amagatsu / Sankai Juku con Utsushi
FESTIVAL DANZA CONTEMPORANEA
coreografia, direzione e design Ushio Amagatsu
musica Yas-Kaz, Yoichiro Yoshikawa
per sei danzatori
esclusiva per l’Italia
al termine Ushio Amagatsu incontra il pubblico (a cura di Eugenia Casini Ropa)

La ragnatela dei ‘mandarini’
che blocca il cambiamento

“Nell’era della globalizzazione i mandarini della burocrazia costruiscono labirinti di norme e misurano il tempo con la clessidra”.
In più circostanze della politica abbiamo gradito la presenza dell’elefante nella cristalleria, un mobiletto vetrato da ogni lato dove pregiati cristalli trovano, sovente, dimora; una cristalleria immaginata nella pubblica amministrazione dove quell’elefante (renziano) aveva dato speranza ma che ultimamente ci appare un po’ stanco.
Da cento giorni si è passati a mille giorni, forse pensando di recuperare, anche in salute, e così, dandogli un po’ di tempo, abbandonando la clessidra, di poter stanare quei burocrati pieni di supponenza, per essere gentili, e che bloccano ogni aria e vento nuovi, come sinetizza il ‘Corsera’ nella citazione riportata in capo al pezzo.

Sì, stiamo parlando dei burocrati, anzi per meglio dire dei mandarim, dei mantrim, dei guan, dei man, dei mandaren, e non importa da dove provengono le loro espressioni, quello che ci pare interessante è che sono un gruppo sociale, ormai disseminato un po’ ovunque, e per saperne di più, ecco cosa si dice di loro:

Mandarini
Antichi funzionari dell’Impero cinese. Nella Cina imperiale i mandarini erano i potenti e rispettati funzionari dello Stato che per secoli garantirono il buon funzionamento dell’impero e il controllo delle autorità sulla società. Per diventare mandarini bisognava superare un esame molto difficile che si basava sulla cultura generale e sulla conoscenza dei testi confuciani.

Gli esami
Il termine mandarini (dal portoghese mandarim) fu coniato nel XVII secolo dai viaggiatori portoghesi per designare i funzionari civili e militari dell’Impero cinese (Cina, v. anche Cina, storia della). Probabilmente si trattò di un adattamento al portoghese del termine malese mantri, a sua volta del sanscrito mantrin, che significa «consigliere». Da allora in poi in Europa fu comunemente usato per indicare la casta dei ko-han (questo è il vocabolo cinese).
Per diventare funzionari imperiali bisognava partecipare a un rigoroso concorso pubblico e superare esami molto difficili. Il concorso era aperto ai sudditi di ogni ceto sociale, ma erano favoriti i giovani delle famiglie delle classi più elevate, che potevano garantire ai figli un’adeguata istruzione. La selezione si basava sulla cultura generale e sulla conoscenza dei testi del VI e V secolo a.C. del filosofo Confucio, della letteratura e della storia. La cultura era considerata, infatti, uno dei requisiti essenziali di un buon funzionario.

I compiti
Ai vincitori era assegnato il governo di una provincia, dove era loro proibito avere possedimenti personali. Non potevano governare la stessa provincia per più di tre anni, per evitare che consolidassero posizioni di dominio e sviluppassero interessi personali. I mandarini erano divisi in una gerarchia articolata in nove ranghi, identificati da bottoni di diverso colore cuciti sul copricapo. Il loro compito, simile a quello dei moderni tecnocrati, era di garantire l’efficienza della macchina dello Stato e prendere decisioni sagge per il buon andamento della vita civile ed economica del territorio.
Ai mandarini erano affidati la riscossione delle imposte, l’amministrazione della giustizia, l’organizzazione della polizia e il controllo dell’ordine pubblico, la realizzazione e manutenzione delle opere pubbliche e delle infrastrutture (canali, strade, ponti, dighe, sistemi d’irrigazione). Essi dovevano attrezzare e proteggere la comunità contro i rischi di inondazioni e i periodi di siccità, molto frequenti in Cina.
Si trattava di un lavoro di natura esclusivamente intellettuale: fin dai tempi del pensatore Mencio (IV – III secolo a.C.) la cultura cinese divideva gli uomini in coloro che ‘pensano’ e coloro che ‘faticano’. I primi devono governare e comandare, i secondi ubbidire e mantenere i governanti con il proprio lavoro. Le unghie lunghissime che i funzionari-letterati si lasciavano crescere erano il simbolo del rifiuto e disprezzo per ogni genere di lavoro manuale.

Un gruppo privilegiato
I mandarini costituivano un gruppo ristretto e privilegiato, che conduceva una vita agiata in lussuose residenze e godeva di grande prestigio sociale. Fu anche la compattezza e l’influenza di questa casta che impedì all’Impero cinese, vastissimo e tormentato da guerre civili e ribellioni, di disgregarsi. Molti ricchi proprietari terrieri cercarono di crearsi un dominio personale e i contadini organizzarono frequenti ribellioni contro un sistema che li costringeva alla miseria. In questa caotica situazione i mandarini salvaguardarono principi come il culto dello Stato e dell’ordine, il senso della disciplina e il rispetto dell’autorità, che erano l’essenza della tradizione confuciana. Essi impedirono anche che l’affermazione di religioni alternative al confucianesimo, come il taoismo, diffondesse valori pericolosi per la stabilità dell’impero.
Contribuirono anche a garantire all’Impero un forte controllo su tutti i ceti della società, per cui in Cina non poté svilupparsi un capitalismo simile a quello occidentale: i ricchi mercanti erano controllati dallo Stato e non ebbero mai la libertà di cui disponevano i capitalisti in Europa. L’influenza dei mandarini sulla cultura e nella società cinese è testimoniata dal fatto che, in una nazione caratterizzata da una grande varietà di dialetti, fu proprio la loro «lingua burocratica» (in cinese guanhua) che diventò la lingua ufficiale dell’Impero, da cui deriva il cinese ufficiale odierno.

Con questo breve spaccato, lasciamo al lettore di attualizzare quel lontanissimo tempo cinese e affrontarlo nell’oggi, per capire quante difficoltà si dovranno incontrare per rimuovere le incrostazioni nella Pubblica amministrazione e, soprattutto, con quegli apicali, anche il gradino sotto, che ostacolano e provano continuamente ad ostacolare ogni atto del cambiamento.
Se ci riuscissero a “cambiare verso”… ma debbono fare presto, a cominciare dai piccoli e grandi Comuni, dalle piccole e grandi Regione, piccole e grandi aziende municipalizzate, fino a quei benedetti e maledetti ministeri di cui non se ne può più. Se ci riuscissero, segnerebbero un tempo nuovo per la politica e una parte della speranza incamerata nell’anima del Paese.

L’OPINIONE
Uomini e orsi

La vicenda dell’orsa Daniza uccisa in Trentino, probabilmente non per errore, durante un tentativo di cattura e la scoperta in Abruzzo della carcassa di un altro orso, pare avvelenato, hanno scatenato in rete una quantità di reazioni molto accese, che alla fine e al di là degli episodi specifici rimandano all’irrisolta questione del rapporto etico che gli umani dovrebbero instaurare con le altre specie con cui condividono il pianeta. Dalla lettura dei social network e della stampa emergono posizioni che quasi sempre si collocano agli estremi: da chi pensa che la vita di un essere vivente è ugualmente preziosa indipendentemente dalla specie a cui appartiene, salvo poi non specificare quasi mai quali criteri etici vadano applicati qualora occorra necessariamente operare una scelta, a quelli che sostengono che gli esseri umani hanno il diritto di esercitare una potestà assoluta sulla natura di cui sono gli indiscussi signori e padroni, semmai rifacendosi ad una presunta investitura divina o comunque in quanto ritenendoli specie dominante.
Queste concezioni così distanti si riflettono inevitabilmente sul concetto di “ambiente naturale” che viene proposto nei diversi interventi. Così, mentre da un lato si tendono a sottovalutare il grado di antropizzazione e la densità abitativa dell’Italia che, diversamente da quanto accade altrove in Europa e per tacere degli USA, fanno del nostro paese uno dei luoghi più affollati del pianeta, dimenticando che molte specie selvatiche necessitano di spazi vitali dell’ordine di parecchie decine se non centinaia di chilometri quadrati, dall’altro emerge una visione brutalmente antropocentrica e strettamente funzionale alle presunte esigenze della nostra specie o, meglio, a quelle di alcune specifiche categorie economiche.
Allo stesso modo emergono spesso, sostenute con grande convinzione da parte di persone, viene da dire, che non hanno mai visto un gatto “giocare” con un topo o quello che rimane di un pollaio in cui sia riuscita a penetrare una volpe, posizioni che rimandano all’idea di una natura “buona” a prescindere, in cui gli animali uccidono solo e sempre per stretta necessità di sopravvivenza, come se l’aggressività umana fosse un accidente evolutivo e non un’eredità. Effetto probabilmente questo dei cartoni della Disney visti nell’infanzia, dell’assimilazione degli animali selvatici ai propri amici a quattro zampe e di una vita trascorsa prevalentemente in città o in spazi aperti “artificiali”. Ad esse si contrappongono concezioni altrettanto apodittiche che enfatizzano senza fondamento i gravi ipotetici rischi a cui escursionisti, agricoltori e pastori andrebbero incontro in ragione della presenza di qualche predatore sul territorio.
In mezzo a tanta polemica sono dell’idea che occorra ribadire che in medio stat virtus. Non in ossequio ad un anodino ed un po’ vigliacco principio di equidistanza fra due minoranze molto determinate, ma semplicemente perché la questione cui si alludeva all’inizio, quella cioè se esistano regole intrinseche che disciplinino il rapporto fra l’uomo e le altre specie, è in sé indecidibile, per quanto in molti continuino a provare di dimostrare il contrario. Per rendersene conto basta, da un lato, ricordare che se si considera l’uomo una delle tante specie che popolano il pianeta allora bisogna accettare fino in fondo, come avviene per le altre, che si comporti in modo tale da favorire la sopravvivenza dei propri simili rispetto agli altri esseri viventi; mentre, dall’altro, è opportuno tenere presente che l’evoluzione è un processo inarrestabile, per cui ogni specie, per quanto progredita, è necessariamente un punto intermedio in un percorso ipoteticamente infinito: pensare che l’essere umano rappresenti un punto d’arrivo ed abbia quindi per questo motivo privilegi particolari sulle altre specie è perciò una contraddizione in termini. Chi è convinto del contrario per motivi religiosi non è comunque in grado di dimostrarlo in modo irrefutabile.
Da ciò dovrebbe discendere che noi umani in quanto specie tecnologicamente più evoluta ed in grado di incidere più di ogni altra sull’ecosistema, dovremmo comunque essere tenuti ad applicare, anche nel nostro stesso interesse, il massimo di responsabilità nei confronti del pianeta e degli esseri viventi con cui lo condividiamo. E’ del tutto evidente che finora il nostro comportamento è andato quasi sempre in tutt’altra direzione. Occorre tuttavia avere presente che quando si ricorre alla categoria della responsabilità significa, come detto, che non esistono regole assolute, perché altrimenti basterebbe semplicemente applicarle, ma che ogni singola questione deve essere affrontata e discussa nel proprio contesto specifico, cercando di volta in volta di trovare il miglior equilibrio possibile. Un ruolo importante deve averlo l’educazione, intesa sia come conoscenza che come rispetto nei confronti delle altre forme di vita, senza la quale si rischia di restare preda di concezioni puramente ideologiche. Così come la visione prospettica degli equilibri del pianeta dovrebbe finalmente prevalere sulle logiche di brevissimo periodo di qualsiasi natura: anche qui valutando correttamente caso per caso il rapporto costi/benefici.

IMMAGINARIO
Birre in volo
La foto di oggi…

Una mongolfiera prende la forma di un enorme boccale di birra. Un abbinamento più che mai azzeccato per questo weekend ferrarese, dove trovano contemporaneamente spazio il Ferrara Balloons festival – al Parco urbano Bassani questo sabato e domenica e poi ancora il 20 e il 21 – insieme con l’OktoBerFe, festival delle birre artigianali dal 12 al 21 settembre all’ippodromo cittadino. Per gustare le schiume create ad hoc da mastri birrai del territoro con un occhio alle creature colorate che veleggiano su questi cieli.

OGGI – IMMAGINARIO FESTIVAL

Ferrara-Balloons-Festival-birre-artigianali-OktoBerFe
Ferrara Balloons Festival in scena a per due weekend insieme al festival delle birre artigianali OktoBerFe (foto Ferrara Balloons Festival)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

 

GERMOGLI
Ricomincia la scuola
e tutti nutriamo grandi speranze…
L’aforisma di oggi

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

aforisma-vecchioni
Roberto Vecchioni

Speriamo che quest’anno finalmente cambi. La vogliamo intensa, seria e appassionante. La vogliamo un’esperienza unica, che faccia la differenza, che elevi. Perché il mondo va storto e ha bisogno di persone in grado di sanarlo con sogni importanti e grandi passioni. Perché il tempo è scaduto e non si può più sbagliare.

“Bisogna ricominciare da capo e fare scuola, farla pesantemente, con gli esami a settembre, la meritocrazia.” (Roberto Vecchioni)