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Giorno: 16 Dicembre 2014

Sos – Smarrita Galga a Ferrara

da Giorgio Salmi

Scappata a Ferrara, zona Mercatone 1, galgo spagnolo, sesso femminile di nome Ani. Sta vagando per la campagna, zona Coronella, Madonna Boschi, Fondo Reno, Vigarano Mainarda, Vigarano Pieve. Ultimo avvistamento zona ferrovia Via Ferraresi. Se l’avvistate non inseguitela ma chiamate immediatamente il numero 335 6651201 o 333 3020470. Grazie.
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provincia-ferrara

Un appello dei dipendenti della Provincia al neopresidente della Regione, Stefano Bonaccini

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

I dipendenti della Provincia di Ferrara scrivono al presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in previsione dell’incontro che egli stesso ha convocato mercoledì 17 a Bologna per incontrare i presidenti delle nove Province dell’Emilia-Romagna.
Lettera che ha raccolto in poche ore circa 200 firme dei dipendenti dell’amministrazione che ha sede in Castello Estense, per una sottoscrizione tuttora in corso negli uffici.
Ecco il testo dell’appello:
“La Regione Emilia Romagna, nella continuità politica che ha contraddistinto il suo governo, ha storicamente rafforzato il ruolo delle Province delegando ad esse gran parte delle funzioni in carico alla Regione – già dal 1999 tramite la Legge Regionale n. 3/1999 e la Legge Regionale n. 5/2006 – con trasferimento, solo in minima parte, di risorse finanziarie e personale.
Nell’ambito della riforma degli enti pubblici, la Regione Emilia Romagna ha ritenuto così di applicare il principio di sussidiarietà, nell’ottica di allocare le funzioni del governo del territorio ad un ente più vicino a cittadini e imprese.
Le Province dell’Emilia Romagna, per far fronte a quanto delegato dalla Regione, si sono dovute strutturare con personale e mezzi propri al fine di svolgere al meglio le nuove funzioni che sono state chiamate ad esercitare.
Ora è stata emanata dal Governo la Legge 56/2014, ed è in fase di approvazione la Legge di Stabilità 2015 che prevede, attraverso gli ultimi emendamenti, consistenti tagli del personale di Province e Città Metropolitane con l’attivazione di procedure di mobilità dall’esito incerto.
Dato atto che la Regione Emilia Romagna è in una fase post elettorale di definizione delle linee di governo, riteniamo comunque che non possa sottrarsi alla responsabilità di farsi carico, dopo anni di incertezze, dei problemi che le Province si trovano ora ad affrontare.
Riteniamo quindi debba essere una priorità dell’agenda del nuovo Presidente regionale la risoluzione del problema delle Province dell’Emilia Romagna per garantire la salvaguardia del posto di lavoro e delle professionalità acquisite dai dipendenti ai fini di una continuità quali-quatitativa nell’erogazione dei servizi alla collettività.
Chiediamo pertanto che nell’ambito dell’incontro già organizzato con i vertici politici delle Province per il giorno 17.12.2014, si tenga conto di quanto sopra evidenziato, siano trovate rapide soluzioni e sia garantita una costante informazione alle Organizzazioni sindacali e ai dipendenti interessati.
Confidiamo in un positivo sollecito riscontro”.

Caio: “Poste 2020: persone, crescita e innovazione. Vogliamo essere architetti di un’Italia più digitale e più semplice”

da: Poste Italiane, ufficio Comunicazione Territoriale Emilia-Romagna e Marche

Presentato il nuovo Piano Strategico a 5 anni: un unico Gruppo integrato, focalizzato su 3 aree: Logistica e Servizi Postali, Pagamenti e Transazioni, Risparmio e Assicurazioni, in grado di offrire servizi di qualità trasparenti, facili da usare e che migliorino la vita delle persone.

Highlights:
• Fatturato in crescita verso i 30 miliardi di euro; inversione di tendenza per i margini che, dopo la flessione iniziata nel 2010, tornano a crescere nell’arco di Piano.
• Circa 3 miliardi di euro di Investimenti in infrastrutture e piattaforme digitali per l’innovazione dell’offerta,di cui 500 milioni per la riqualificazione e la sicurezza degli Uffici Postali.
• Forte crescita nella logistica pacchi con obiettivo di quota di mercato superiore al 30% nel segmento business to consumer.
• Sviluppo della piattaforma dei pagamenti digitali: da 20 a 30 milioni di carte di pagamento.
• Riferimento del risparmio in Italia con una raccolta in crescita da 420 a più di 500 miliardi di euro.
• 8000 assunzioni, di cui il 50% tra giovani laureati e nuove professionalità.
• 3 milioni di ore di formazione specialistica e manageriale;nascita della nuova ‘Corporate Academy’.
• Conferma del programma avviato nel 2010 per turn over e uscite agevolate finanziate dall’Azienda.
• Stretto dialogo con Istituzioni e Regolatore per adeguare le regole del Servizio Universale postale e il Contratto di Servizio alle mutate esigenze dei cittadini.

Roma, 16 dicembre 2014 – “Il nostro progetto strategico ê disegnato per una profonda trasformazione del Gruppo con un respiro di lungo periodo e proietta Poste Italiane verso il 2020. Siamo testimoni di un’economia che si è mossa verso il digitale. In questo contesto Poste Italiane, attraverso il Piano, vuole diventare motore di sviluppo inclusivo per il Paese accompagnando cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione verso la nuova economia digitale attraverso servizi di qualità, semplici, trasparenti e affidabili”, così Francesco Caio, Amministratore Delegato, ha commentato la presentazione del Piano Strategico 2015-2019 di Poste Italiane.

Il Piano prevede un Gruppo integrato focalizzato su tre aree principali con i seguenti obiettivi:
• Logistica e Servizi Postali: campione nazionale di un sistema logistico capillare, competitivo e capace di accompagnare le imprese italiane e i cittadini verso l’e-commerce con offerte innovative che integrano le nostre strutture di recapito , i servizi di pagamento , le possibilità di consegna e ritiro pacchi anche presso i nostri Uffici Postali. Servizi postali di qualità e differenziati per diverse esigenze dei clienti e dei cittadini nel quadro di nuove regole per il Servizio Universale.
• Pagamenti e Transazioni: motore di digitalizzazione delle transazioni economiche e finanziarie, sicure e tracciabili, per le persone, le Imprese e la Pubblica Amministrazione.
• Risparmio e Assicurazioni: asse portante del risparmio delle famiglie e nell’offerta assicurativa, con prodotti trasparenti e di qualità e servizi semplici e sicuri.

Il Piano Strategico di Poste Italiane prevede un fatturato in crescita verso i 30 miliardi di euro e una profittabilità che, dopo anni di flessione, tornerà a crescere nell’arco di Piano; investimenti in piattaforme e servizi digitali per circa 3 miliardi di euro, di cui 500 milioni per la sicurezza e la riqualificazione degli uffici postali come luogo di servizio, assistenza e consulenza ai cittadini e alle famiglie. Il Piano prevede l’ingresso di 8000 nuove persone (50% nuove professionalità) e la riqualificazione di 7000 persone per rispondere alle mutate esigenze del mercato. Per i dipendenti sono previsti, inoltre, importanti investimenti in formazione manageriale e specialistica attraverso la nascita della nuova ‘Corporate Academy’ che aiuterà l’azienda nel cambiamento culturale. Sul versante dell’efficienza, il processo di trasformazione avviato si avvale di consolidati meccanismi di incentivazione, già utilizzati in azienda dal 2010, attraverso forme di turn-over agevolato.

Una leva abilitante del ‘Piano 2020’ resta la ridefinizione del Servizio Universale postale che oggi appare disallineato rispetto ai reali bisogni delle famiglie e quindi non più sostenibile dal punto di vista economico (la spesa media mensile per singolo nucleo si attesta intorno ai 2 euro e il 93% delle persone dichiara di non essere interessato a ricevere quotidianamente la corrispondenza, Fonte: ISTAT). Il dibattito europeo sulla necessità di riforma del servizio universale postale testimonia la natura strutturale di tale revisione, soprattutto in Italia che ha 1/3 dei volumi di corrispondenza pro capite rispetto ai principali Paesi europei.

“Siamo fortemente motivati a trasformare il Gruppo nel rispetto e sulla base dei valori positivi che lo distinguono: la fiducia dei cittadini e la vicinanza al territorio che deriva dalla capillarità della sua presenza fatta di Uffici Postali e di portalettere.Poste 2020 dovrà essere azienda sociale e di mercato, più vicina ai Clienti e alle loro esigenze – dice Francesco Caio, CEO di Poste Italiane da maggio 2014. Il nostro ruolo nel Paese, la nostra capacità di essere vicini al territorio ci impongono un impegno continuo verso prodotti e servizi più semplici e sicuri che migliorino la qualità della vita delle persone: gli uffici postali multietnici, i nuovi sistemi di pagamento e incasso con il lancio di Poste PayEvolution e le sim“NFC”- che trasformano lo smartphonein un portafoglio digitale di uso semplice e sicuro – sono un esempio concreto di quanto stiamo già facendo. Anche il nostro ruolo nell’ampliamento dell’offerta di strumenti di risparmio e assicurativi ha valenza sociale e di mercato: da un lato per offrire ad ampie fasce di famiglie prospettive di ritorno in un modo a ‘Tasso zero’; dall’altra nella promozione di polizze per i rischi legati alla salute, alla casa e alla previdenza in un contesto di contrazione del welfare State’”.

“Vogliamo essere gli architetti di un Paese più digitale e quindi più semplice, coinvolgendo le Imprese e la Pubblica Amministrazione – aggiunge Caio. Vogliamo aiutare le aziende a entrare nell’e-commerce e a colmare il gap con l’Europa dove siamo il Paese con il tasso di penetrazione più basso (3% verso una media europea del 7%, Fonte: Netcom). Anche nei pagamenti digitali l’Italia è all’ultimo posto tra i Paesi più industrializzati (solo 71 operazioni pro capite all’anno non in contante a fronte di una media europea di 199): anche in questo ambito possiamo giocare un ruolo importante di alfabetizzazione digitale supportando le piccole e media imprese attraverso servizi facili, sicuri e trasparenti. Nei confronti della Pubblica Amministrazione – dice ancora Caio – abbiamo già avviato in tutta Italia il progetto ‘Sportello Amico’ , con oltre 6000 punti di contatto dedicati all’emissione di certificati anagrafici, patenti e passaporti per ridurre le distanze tra cittadini e Stato”.

“Il Piano ‘Poste 2020’ è molto ambizioso ma non può prescindere da un ripensamento del servizio universale postale adeguato alle nuove esigenze delle famiglie italiane in un contesto di evoluzione digitale– dice Francesco Caio. Per questo è importante definire l’ambito, la qualità e il valore dei prodotti del servizio universale, in linea con le esigenze dei clienti, prima della firma del nuovo Contratto di Programma 2015\2019 prevista per marzo 2015”.

“Il Piano che abbiamo costruito rappresenta una formidabile sfida di trasformazione culturale e tecnologica – conclude Caio -, ma con il senso di appartenenza delle nostre persone, la fiducia dei Clienti e gli investimenti in innovazione e formazione possiamo fare davvero di Poste Italiane una delle più belle aziende italiane e contribuire al rinnovamento e alla modernizzazione del Paese”.

Mercoledì 17 dicembre all’Apollo, “Tempi Moderni” di Charlie Chaplin

da: ufficio stampa Apollo Cinepark

All’Apollo Cinepark, nell’ambito della rassegna “Il Cinema Ritrovato”, mercoledì 17 dicembre alle ore 21.00, torna sul grande schermo un film che ha segnato la storia del cinema e dell’impegno sociale della settima arte, “Tempi Moderni” di Charlie Chaplin.
Restaurato dalla Cinetaca di Bologna, in collaborazione con Criterion Collection e realizzato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata, il film verrà proiettato il lingua originale con i sottotitoli, con la nuova registrazione della colonna sonora originale di Chaplin.
Punto di fusione ideale tra il personaggio di Charlot e la Storia collettiva, Tempi moderni – uscito nel 1936, è una perfetta sintesi dell’umanesimo chapliniano e di tutto il suo cinema precedente. Sorprendono ancora, a più di ottant’anni dalla sua uscita, la lucidità dello sguardo, le invenzioni comiche, il rigore stilistico, la modernità del linguaggio e la disarmante attualità. Lo stesso Chaplin disse della pellicola : “Con questo film non mi propongo di trattare alcun problema politico e sociale. I miei eroi saranno degli operai. Il mio personaggio è l’uomo. Non l’ho mai battezzato; non ha nome: è l’uomo.”

Domenica 21 Dicembre 2014, Concerto di Natale con i ritmi latino-americani e il Coro Ludus Vocalis

da: ufficio stampa SBArcheo

Ultimo appuntamento del 2014 al Palazzo di Ludovico il Moro con i ritmi e disegni melodici latino-americani per i tradizionali auguri di Natale e Capodanno

La Misa a Buenos Aires, nota anche come Misatango, è stata composta tra il settembre del ’95 e l’aprile del ’96 e presentata per la prima volta in Argentina dall’Orchestra Sinfonica Nazionale di Cuba, con il coro della Facoltà di Legge dell’Università di Buenos Aires e il coro Polifonico Municipale de Vicente López, al quale fu dedicata. La scrittura musicale coniuga i caratteristici ritmi sincopati e le dissonanti armonie del tango con una scrittura corale spesso contrappuntistica e presenta una grande varietà di melodie vigorose ed espressive, accostando in modo molto originale e audace lo stile musicale del tango argentino al testo sacro della messa latina.

Coro “Ludus Vocalis” – Ravenna. Il coro, di recente formazione, é composto da elementi con esperienze polifoniche maturate nelle realtà corali ravennati e si è costituito in Associazione Corale nell’ ottobre 2006. Attorno ad un nucleo originario di una decina di coristi, si é creato rapidamente un gruppo di circa trenta elementi, desideroso di impegnarsi prevalentemente nel repertorio sacro e profano dal ‘500 al ‘700, con esecuzione “a cappella” ma anche con accompagnamento di organo o piccola orchestra. Ha esordito in occasione della solennità di Santa Cecilia presso la basilica di S. Agata Maggiore nel novembre 2004 ed ha partecipato a varie rassegne corali. Nel maggio 2006 si é classificato primo al “Concorso di esecuzione corale di musica sacra” organizzato dal Coro della Casa di Carità di Lugo. Nel novembre 2006 ha eseguito la “Kleine orgelmesse” di F. J. Haydn per soprano, coro, organo e orchestra al concerto inaugurale del nuovo organo nella chiesa dei Cappuccini di Ravenna. Dal 2007 partecipa regolarmente al Ravenna Festival nelle liturgie domenicali o nei concerti delle sette. Collabora con varie ensemble orchestrali del territorio ravennate ed in particolar modo con l’ensemble “Mosaici Sonori”, “Dante Alighieri” e l’orchestra dei plettri “Gino Neri”. Quest’ultima, ha preso parte all’esecuzione del “Gloria” RV 589 di A. Vivaldi nel Concerto di Natale 2007 tenutosi nella ravennate Basilica di S. Francesco. Ha partecipato al Concerto di Pasqua 2008 accompagnato dall’Orchestra “Città di Ravenna” e diretto da Emir Saul nella Basilica di S. Vitale a Ravenna. Dal 2008 cura l’organizzazione dei “Concerti di Musica Sacra”nella chiesa dei Cappuccini in Ravenna. Nel settembre 2008 ha animato la celebrazione di Dante nella Basilica di S. Francesco e nel dicembre 2008 ha organizzato e partecipato al concerto-evento di Natale “Misa Tango” sempre nella Basilica di S. Francesco. Messa che ha eseguito anche nel giugno 2009 a Roma nel conservatorio S.Cecilia con al pianoforte l’autore Martin Palmeri. Nel dicembre 2009 ha eseguito in prima assoluta l’oratorio “la Natività” di mons. Domenico Bartolucci con la presenza dell’autore all’avvenimento. Il coro ha una ricca attività concertistica nelle città più importanti d’Italia (Torino, Firenze, Assisi, ecc.).

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Imprese femminili: nonostante la crisi a Ferrara crescono

da: ufficio stampa Cciaa di Ferrara

Rimboccarsi le maniche e cimentarsi in qualsiasi mestiere. E’ la parola d’ordine delle 88 nuove capitane d’impresa che, nel 2014, sono andate ad ingrossare l’esercito di oltre 7.400 donne imprenditrici ferraresi. Il bilancio dell’Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio si conferma, anche nel 3° trimestre 2014, positivo: +1,2 % il tasso di crescita dell’universo delle imprese guidate da donne rispetto al 3° trimestre 2013. Oltre alla crescita consistente registrata tra le attività di alloggio e ristorazione, occorre segnalare l’aumento significativo di iniziative femminili anche in comparti ad appannaggio soprattutto della componente maschile, come ad esempio quello delle Attività immobiliari, che comprende anche il noleggio, l’informatica e la ricerca.
In provincia di Ferrara un’impresa su 4 oggi può essere definita rosa: sono infatti più di 7.400 le imprese femminili attive, con una rappresentatività nel mondo imprenditoriale locale superiore alla media regionale (22,4% contro il 20,4% dell’Emilia-Romagna) e prima provincia in regione per tasso di imprenditorialità femminile. Dopo Ferrara le quote più alte si registrano a Piacenza e Rimini, mentre le altre province della regione rilevano valori che non si discostano molto tra loro, fatta eccezione per Reggio Emilia, dove l’indicatore vale solo il 17,6%, quasi cinque punti in meno rispetto a Ferrara. Le imprese femminili ferraresi costituiscono così l’8,8% del totale regionale. Da sottolineare che rispetto al 3° trimestre 2013, Ferrara è risultata l’unica provincia della Regione Emilia Romagna con segno positivo, mentre il dato complessivo regionale ha registrato un calo delle imprese femminili pari al – 5,7% , più contenuto comunque ala contrazione avvenuta a livello nazionale (-9,1%).
Altro dato significativo è quello degli addetti nelle imprese femminili: solo in provincia di Ferrara si registra un incremento di addetti rispetto al 3° trimestre 2013 superiore al 5% contro il decremento regionale del -9%. Le imprese in rosa aumentano nel segno della maturità imprenditoriale: nei dodici mesi analizzati, infatti, a fronte delle oltre 9 ditte individuali in meno, si sono rilevate 53 nuove società di capitali che, aggiunte alle 41 società di persone e alle 2 cooperative in più, hanno determinato il saldo positivo del periodo. In trasformazione anche il profilo settoriale in cui scelgono di operare le capitane d’impresa: alla continua – ormai da alcuni anni – riduzione del loro numero in agricoltura e nel commercio si accompagna ora anche un calo nelle attività manifatturiere (27 in meno tra il 2013 ed il 2014), A queste contrazioni corrisponde però un aumento consistente nel settore dei servizi di alloggio e ristorazione +68 in dodici mesi, così come crescono le attività tra i servizi alla persona (+41) ed alle imprese (+22). E’ proprio nel settore servizi alla persona, nel quale vengono considerate anche le attività legate al benessere e alla cura della persona, allo sport, allo spettacolo, ai servizi di pulizia, che si registra il tasso di presenza femminile più alto tra tutti i settori della nostra economia: il 60%, praticamente tre impresa ogni cinque. Seguono il settore della sanità (40,5%) e quello degli alberghi e ristoranti (37,6%).
A livello assoluto, sono invece prevalenti tra le attività femminili ancora il commercio (2.025 imprese femminili), l’agricoltura (1.506), quindi le attività dei servizi (966), quelle immobiliari, noleggio e ricerca (953), di alloggio e ristorazione (837) ed infine le attività manifatturiere (489 imprese). La presenza di imprese straniere tra le femminili è in linea con quanto si rileva per la totalità delle imprese, la quota è pari al 7,7%, che cresce al 9% tra le imprese individuali. Con questa forma giuridica le imprese femminili straniere sono aumentate rispetto al 2010 del 41%, ma a crescere sono soprattutto quelle di provenienza extra comunitaria. E se tra le donne non europee che vengono a fare impresa a Ferrara primeggiano le cinesi (una ditta su tre tra quelle con titolare extracomunitaria), seguite dalle nigeriane, le marocchine e le ucraine, una imprenditrice comunitaria su due è rumena (46%, quota in decisa crescita).

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Innovazione ed eccellenza portano la gonna

da: ufficio stampa Cciaa di Ferrara

Martedì 16 dicembre, alle 11,30, la cerimonia di consegna dei Premi Impresa Femminile Innovativa 2014
Sono 6 le imprese ferraresi che si sono aggiudicate premi complessivi per 30mila euro

Si è tenuta ieri mattina (martedì 16 dicembre) la cerimonia di consegna dei Premi per l’”Impresa Femminile Innovativa 2014”, promossa dalla Camera di commercio di Ferrara in collaborazione con il Comitato provinciale per l’imprenditoria femminile.

Originalità e innovazione dell’attività svolta e stile di management; acquisizione di certificazione di processo, di prodotto e ambientale; utilizzazione di strumenti innovativi di commercializzazione e assistenza alla clientela; attività rivolta a un mercato internazionale; continuità e capacità di consolidamento dell’impresa; incremento dell’occupazione, meglio se femminile; valorizzazione delle risorse umane, anche attraverso la sperimentazione di progetti di conciliazione dei tempi di lavoro e di vita. Queste le caratteristiche delle sei imprese femminili premiate dal bando, tra le quali il primo posto, con un assegno di 8mila euro, è andato alla Motonave Albatros II di Carli Stefania attiva nell’organizzazione di escursioni al Parco del Delta del Po e alle Valli di Comacchio.

Al secondo posto, con un premio di 7mila euro, si è classificata l’impresa di panificazione La Salani S.r.l. che gestisce, sin dal 1965, il Forno Valentino di Copparo. Terza classificata, con un premio di 6mila euro, la Cromia Fx S.r.l. di Portomaggiore operante nel settore delle decorazioni manuali su abiti e accessori di alta moda italiana e internazionale. Al quarto posto, ex aequo, si sono classificate, con un premio ciascuna di 3mila euro, Artefatta soc. coop. di Ferrara (impresa leader nella comunicazione sui social network), l’azienda agricola Meloncelli Luisa di Maresi Maria Cristina, che gestisce l’Agriturismo Le Occare di Portomaggiore utilizzando, tra l’altro, innovativi sistemi di riscaldamento a biomassa, sistema di lavaggio e sterilizzazione ad acqua ionizzata, e CoopAttiva soc. coop., la prima cooperativa sociale formata da studentesse universitarie.

“L’impresa femminile – ha spiegato Gisella Ferri, presidente del Comitato provinciale per l’imprenditoria femminile – ha ampi margini di sviluppo che vanno colti per ridare slancio all’occupazione e alla crescita. Va sostenuto e promosso il desiderio di tante donne, capaci e qualificate, che guardano all’impresa e al mercato come un’opportunità per essere protagoniste del proprio progetto di vita. Di fronte a queste aspirazioni e con un’economia che non riparte, le istituzioni hanno il dovere di dare risposte concrete per facilitare questi percorsi. La Camera di commercio, proprio attraverso il Comitato per l’imprenditoria femminile che ho l’onore di presiedere, mette a disposizione strumenti mirati allo sviluppo di questi progetti con iniziative per la formazione, l’accesso al credito, l’internazionalizzazione”.

Ultimo mercoledì di vendita dei cefali di Valle nella Manifattura dei Marinati

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Quello di domani (17 dicembre 2014) sarà l’ultimo mercoledì dedicato alla vendita dei cefali di valle a prezzo calmierato, presso la Manifattura dei Marinati (Corso Mazzini, 200 a Comacchio). Sempre in forza dell’accordo tra l’Amministrazione Comunale e l’Ente di Gestione per i Parchi e le Biodiversità – Delta del Po, dalle ore 9.30 sino ad esaurimento del prodotto, si potranno acquistare sacchetti di cefali di valle da 3 chilogrammi ciascuno al costo di 5 euro. A breve partirà la vendita delle anguille a prezzo calmierato, intorno alla quale forniremo informazioni dettagliate quanto prima.

Nuove attivita di Unife in collaborazione con il CURSA

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Proseguono le attività promosse dall’Università di Ferrara nell’ambito del CURSA, il Consorzio Universitario per la Ricerca Socio-economica e per l’Ambiente, nel percorso di attuazione della Direttiva quadro 2008/56/CE Strategia Marina.

Spiega Umberto Simeoni, Associato del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife, Vicepresidente CURSA: “ Il nostro Ateneo aderisce al CURSA già dal 2008, anno della sua fondazione, assieme alle Università del Molise e della Tuscia. Nell’ambito del Consorzio, promuoviamo e realizziamo progetti di ricerca applicata e interdisciplinari, riguardanti le interazioni tra azione antropica e ambiente in tutti i suoi aspetti: biodiversità, servizi ecosistemici, aree protette, energia e cambiamento climatico, agricoltura, ambiente e sviluppo rurale, paesaggio e pianificazione territoriale, governance ambientale e green economy, risorse idriche, gestione integrata delle coste e innovazione tecnologica, rappresentando di fatto un servizio di assistenza a vari enti in Italia e all’estero”.

“Nei prossimi mesi – preannuncia Simeoni – l’Università di Ferrara si farà promotrice per il CURSA di diverse iniziative. Tra le più rilevanti, due con sede nel nostro Ateneo. La prima riguarda una giornata di studio che si svolgerà a Ferrara il 16 gennaio 2015, dal titolo Il ruolo della Strategia Marina e della Blue Economy per una gestione sostenibile del mare. Tale iniziativa affronterà tematiche incentrate sul concetto di sviluppo sostenibile del mare per il rafforzamento della tutela dell’ambiente, della crescita economica e del benessere sociale. In particolare è stata pensata per concretizzare l’esigenza di implementare iniziative di comunicazione, divulgazione e partecipazione, a partire dalla Strategia Marina, capaci di coinvolgere tutti gli attori del sistema mare.

“ La seconda iniziativa – prosegue Simeoni – è l’attivazione nel marzo 2015 del Corso di Perfezionamento Approcci multidisciplinari nell’applicazione della Strategia Marina, che si prefigge di fornire ai ricercatori, dottorandi e professionisti strumenti conoscitivi per affrontare in modo integrato le varie tematiche inerenti la Strategia Marina”.

I rischi e le opportunità del web 3.0: a Unife il Seminario di Rudy Bandiera

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Proseguono i Seminari nell’ambito del Corso di Marketing di Unife, organizzati da Fulvio Fortezza, ricercatore del Dipartimento di Economia e management.

Il prossimo appuntamento si terrà giovedì 18 dicembre, dalle ore 9 alle ore 12, in Aula A8 del Polo Didattico degli Adelardi (via degli Adelardi, 33), con ospite Rudy Bandiera, uno dei più noti e influenti personaggi del nuovo web, che interverrà su “I rischi e le opportunità del Web 3.0”.

Specifica Fortezza: “ Il Seminario sarà un’occasione per conoscere e approfondire vari temi di frontiera della disciplina del marketing, particolarmente innovativi e ancora in evoluzione, quali il personal branding, la trasformazione delle logiche di comunicazione e relazione fra imprese e mercati, i concetti di narrazione digitale e quelli di networking, sui cui è particolarmente forte l’attenzione di studiosi e marketer d’azienda”.

Così si anticipa Bandiera: “Ferrarese da sempre, sono giornalista, blogger e consulente in ambito web, con una particolare attenzione verso il mondo dei social media e del marketing non convenzionale. Racconto storie in digitale, ciò che oggi va tanto di moda definire storytelling, su ogni cosa che abbia un valore da raccontare. Docente di Online Marketing presso master universitari e aziende, sono anche il socio fondatore di NetPropaganda s.r.l., agenzia che si occupa di accompagnare aziende e privati a creare la propria identità nel mondo digitale e a fare business, ovviamente.”

I Seminari del Corso di Marketing sono aperti alla comunità accademica e alla città.

Comitato cittadino di sostegno alla LIP

da: organizzatori

Mercoledì 17 Dicembre 2014 alle ore 19 al locale “381“, in piazzetta Corelli, 24 a Ferrara si terrà la prima assemblea generale di studenti, insegnanti, personale non docente, genitori, cittadini per costituire un Comitato Cittadino di sostegno alla L.I.P, Legge d’Iniziativa Popolare per una buona scuola per la Repubblica, unica alternativa credibile al piano Renzi di riforma della scuola.
La Legge d’Iniziativa Popolare è nata dal lavoro di centinaia di insegnanti, studenti, genitori, personale tecnico-amministrativo, studiosi ed esperti.
Un lungo percorso, durato mesi, fatto di incontri, seminari, riflessioni, stesure viste e riviste più volte, per giungere ai 29 articoli di cui è composta la legge, sottoscritta poi dalle firme certificate di centomila cittadini e cittadine ed infine presentata in Parlamento.
Oggi è presente in forma di disegno di legge sia alla Camera che al Senato, pronta per essere discussa, se si volesse davvero ascoltare chi nella scuola vive e lavora.
È una legge che fa propri i principi dettati dagli art. 3, 33 e 34 della nostra Costituzione.
È una legge nata con l’intento di dare alla scuola la possibilità di formare non solo i lavoratori, i dirigenti, i quadri di domani ma innanzitutto cittadini e cittadine consapevoli dei propri diritti e coscienti dei propri doveri.
È una legge che considera la scuola un bene preziosissimo per il paese e di conseguenza si oppone ad ogni tentativo di trasformare l’istruzione pubblica in una merce, di privatizzare insegnanti, saperi e destini.
È questa la scuola che vorremo lasciare ai nostri figli quale eredità insostituibile per il loro futuro.
Chiunque abbia a cuore questa scuola è calorosamente invitato a partecipare.

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L’EVENTO
Terramara: l’arcaico irrompe nella contemporaneità

Dopo “La boule de neige” di Fabrizio Monteverde, sul palcoscenico del Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara torna il progetto Ric.Ci/Reconstruction Italian contemporary choreography anni 80/90, questa volta con la quarta e più recente delle coreografie prescelte “Terramara”, creata nel 1991 dalla coppia Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, uno dei lavori cardine del fermento innovativo italiano di quegli anni.

Quando Marinella Guatterini ha proposto di riallestire questa loro opera prima come compagnia Abbondanza Bertoni, “la reazione immediata è stata: impossibile – scherza Michele al telefono – anche solo per la difficoltà di andare a cercare le scenografie e i materiali di scena, i loro progetti, i disegni, le luci, i collaboratori. Invece poi la cosa si è rivelata così stimolante, così toccante, così forte, persino psicoanalitica per noi, che pian piano abbiamo iniziato a rimuovere tutti gli ostacoli”.

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I ballerini Eleonora Chiocchini e Francesco Pacelli

E passo dopo passo questa nuova versione di “Terramara” si è rivelata non una semplice ricostruzione, una ri-messa in scena, ma una ‘nuova vita’, come la definisce Antonella e la considera anche Michele: “l’ultima cosa da fare era cercare di fare una cosa uguale a 20 anni fa, bisognava cogliere quella che era l’amina del lavoro e cercare non la fisicità imitativa, uguale a me o ad Antonella, ma qualcuno che potesse raccontare quelle cose con il suo fisico, con la sua tecnica”. Eleonora e Francesco non sono “un Michelino e un’Antonellina”, ma “due meravigliosi esseri umani, maschio e femmina, che avevano l’adrenalina giusta, la sensualità e anche la grande tecnica che la coreografia richiede”. Anche le scene sono state riallestite con la collaborazione del mitico coreografo della versione originale Lucio Diana: “abbiamo deciso di tagliare molto per rendere lo spettacolo più neutro, più semplice, più essenziale, sono rimaste solo le travi, le gerle, il tavolo”.

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Francesco

Francesco conferma che, dopo il panico iniziale al pensiero di dover sostituire Michele e Antonella, chiarito che il lavoro non sarebbe stato questo, lui ed Eleonora hanno lavorato con “grande serenità, riprendendo a scaglioni i pezzi coreografici, tentando di mettere le nostre fisicità e le nostre personalità pur mantenendo lo spirito iniziale di “Terramara”. È stato un piacere lavorare con Antonella, Michele ed Eleonora, con la quale ci siamo dati una grande mano – continua Francesco – e poi io adoro questo spettacolo, penso che a chiunque lo veda arrivi una grande potenza, tutto è studiato al dettaglio, come sanno fare solo i grandi”.

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Eleonora

“Terramara” è l’eco di una memoria lontana ma non perduta, una storia senza inizio e senza fine: il rapporto fra uomo e donna, quello fra uomo e natura. In scena simboli, segni, frammenti da un tempo arcaico e allo stesso tempo indefinito, sospeso. “Terramara”, per Michele, è “una narrazione astratta” perché “siamo corpi narranti, abituati a stare fra la narrazione e l’astrazione, solo apparentemente questo è un ossimoro”: in questa coreografia perciò “c’è un racconto, ma si dà per frammenti, per immagini, senza un filo logico, realistico, come nei sogni la realtà viene presentata a sprazzi, a immagini”.
“Sono molto legato alla mia terra d’origine, il Trentino, e alla sua popolazione rurale –spiega Michele – ricordo le vacanze nella Val di Cembra le viti, i boschi, i castagneti. A livello inconscio ho espresso questo legame con la terra, ma c’è anche l’amaro della difficoltà di rompere la zolla, dell’inumidirla, del renderla fertile. E poi c’è l’incontro con la vita e con l’amore”. Questo ritorno alla tradizione popolare e nello stesso tempo all’umanità e alla natura al di là delle culture, si esprime anche nelle scelte musicali: “sono andato a pescare musiche da tutto il modo, dall’Est, dal sud America, dal sud Italia”.
“Mi si è sparsa la fantasia, mi sono sentito libero in una prateria con una danzatrice meravigliosa come Antonella, che allora era la mia compagna, mi sono sfogato in Terramara”, così Michele descrive l’esplosione dell’immaginazione vissuta con la creazione di questo lavoro che ha consacrato il suo connubio artistico e personale con Antonella Bertoni che ha la stessa età della compagnia fondata insieme a lei. “Abbiamo appena finito le prove e rivedendolo mi sono detto che sono stato proprio un matto: avevamo poco più di vent’anni e la gioventù ha quella freschezza e quella magia che permettono ancora di saltare e di saltare nel vuoto”. “Con gli anni arriva la saggezza, ma si perde la capacità di volare”, l’importante è non vedere questo solo come un limite, anche per questo lui e Antonella hanno deciso di tramandare questa coreografia: “si può far volare gli altri”.

Foto di Ilaria Costanzo per gentile concessione della Compagnia Abbondanza Bertoni

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L’INTERVISTA
Pool Jr, il giovane rapper di Gaiba vincitore di Area Sanremo

Tommaso Puleo, 21 anni e in arte “Pool Jr.”, nasce e vive a Gaiba, un piccolo comune in provincia di Rovigo. La sua passione è la musica rap e nell’ultimo mese ha vissuto un vero e proprio sogno, inaspettato fino a poco tempo fa: partecipare e vincere “Area Sanremo”, il concorso musicale conclusosi dieci giorni fa che ha premiato otto talenti musicali emergenti, i quali sono stati sottoposti ad un ulteriore audizione per decretare due dei partecipanti alle fasi finali di Sanremo Giovani. Purtroppo quest’ultimo obiettivo è sfumato per poco, ma enorme è comunque la soddisfazione di Tommaso che, inevitabilmente, è finito subito per ritrovarsi i riflettori puntati e con le porte spalancate per farsi conoscere al grande pubblico. Ferraraitalia ha avuto la possibilità di parlare con il giovane artista e farsi raccontare la sua avvincente storia, fatta di talento, passione, sacrifici e soprattutto tanta voglia di mettersi in gioco.

Ma prima di parlare di questa avventura è necessario fare un passo indietro, agli albori della breve carriera di Pool Jr, per meglio inquadrare il personaggio. Una carriera cominciata qualche tempo fa, durante gli anni del liceo Roiti di Ferrara, con le prime rime ed i primi testi e l’inizio della collaborazione con l’amico Elia Arbustini, polistrumentista e compositore proveniente dal Conservatorio di chitarra classica. I testi di Tommaso sono buoni e tutt’altro che banali, a testa bassa comincia a farsi conoscere e presto arrivano i primi riconoscimenti ed i primi concorsi vinti. Alla luce IMG_8525di questo buon inizio, l’idea di creare e sviluppare nel tempo, con qualche sacrificio, un vero e proprio studio di registrazione casalingo nel quale continuare a formarsi e gettare le basi per le prime produzioni, obiettivo raggiunto nel giro di poco con il primo Ep (extended play) “Dimostrazioni”, raccolta di tutti i primi pezzi del suo operato. Da questo momento la storia è recente: pochi mesi fa la partecipazione al Music Village di Rimini, rassegna musicale nazionale per giovani musicisti che consente a Pool Jr di farsi notare da chi con la musica ci lavora per davvero, tra i quali il suo attuale manager, Luca Red, che fin da subito percepisce le grandi potenzialità di Tommaso e scommette su di lui. Iniziano le collaborazioni con artisti già conosciuti sulla scena nazionale (tra i quali uno dei violinisti di Ludovico Einaudi) che lo catapultano in una realtà tutta nuova, talmente stimolante a livello artistico e professionale da permettergli di fare squadra e puntare veramente in alto. A Sanremo per l’appunto, al quale la squadra arriva con un pezzo, “Se potessi”, veramente fortissimo e destinato a fare molto successo. Questa volta il testo scritto da Tommaso tratta un tema delicato come quello dell’autismo, reso ancora più emozionante dalle musiche e dagli arrangiamenti di Elia.
Tutto quindi era pronto per poter partecipare. Tommaso ci descrive la sua esperienza sanremese come “l’esperienza musicale per eccellenza, che ti forma da tutti i punti di vista e ti permette di rimanere a contatto per diversi giorni con tantissime tipologie di artisti diversi”. Tre in totale le tappe affrontate da pendolare verso la Liguria, la prima delle quali composta da una serie di lezioni e corsi obbligatori per tutti gli oltre 400 iscritti ad Area Sanremo. “Sono stati quattro giorni intensissimi e utili per prendere dimestichezza con una realtà per me completamente nuova – racconta – durante i quali abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con ospiti del calibro di Emanuele Filiberto, Gianni Coron dei Nomadi e Gianni Morandi. Un ottimo modo per conoscere a trecentosessanta gradi quello che si muove intorno al Teatro Ariston e tutta la macchina organizzativa del Festival, cose che dalla tv non si potrebbero minimamente percepire”. Ma terminate queste prime giornate formative è stato ora di fare sul serio con le audizioni: “Il weekend della prima audizione è incominciato subito con una prima difficoltà dovuta all’alluvione di Genova, evento che mi mise in grande difficoltà per lo spostamento in treno a Sanremo. In fretta e furia è riuscito a portarmi mio padre, facendomi capire che la mia famiglia teneva tanto quanto me a questa grandissima opportunità”. La prima selezione di Area Sanremo aveva il compito di scremare per una prima volta i partecipanti, selezionandone dai 400 iniziali solamente 40, otto dei quali sarebbero stati scelti successivamente attraverso un ulteriore audizione. “La prima audizione presentava una giuria composta da Roby Facchinetti, Giusy Ferreri e dal rapper Dargen d’Amico, uno dei miei idoli. La tensione tra i partecipanti nella sala d’attesa era altissima, tutti cercavano di scaldare la voce al meglio o provavano scale. Io, da rapper, non avevo bisogno in realtà di questi riti ma cercavo di limitarmi a trovare la giusta concentrazione che stentava a mantenersi. Una volta esibito mi sono reso conto subito che il pezzo era piaciuto, ma ho cercato comunque di rimanere il più possibile con i piedi per terra perché la possibilità di rientrare nello stretto numero dei quaranta era ancora lontanissima”. Ma la tanto inaspettata decisione è arrivata con una mail pochi giorni dopo, ufficializzando la sua partecipazione agli ultimi giorni di selezioni. Un’altra avventura quindi per Tommaso, convinto che “l’obiettivo prefissato l’avevamo raggiunto. Ma ero pronto ad esibirmi nuovamente, questa volta consapevole di potermi ritrovare veramente tra i vincitori”. Una terza selezione che inevitabilmente presentava un livello di altissima qualità, “ero ancora più agitato delle esibizioni precedenti, dovevo portare un brano edito e nuovamente il mio Schermata 2014-12-07 alle 20.01.46inedito e questa volta ad aggiungersi agli stessi tre giudici c’era Mogol, oltre alla possibilità di farsi notare dai tanti discografici presenti in sala”. Il brano di Pool Jr è stato un ennesimo successo, apprezzato da tutti in sala e destinato ad essere uno dei papabili alla vittoria finale. Vittoria che con grande stupore è arrivata per davvero, nonostante “non ci fosse per niente la consapevolezza di avercela fatta. Quando è stato fatto il mio nome l’emozione era moltissima come il senso di appagamento per i tanti sforzi e sacrifici fatti in questi mesi di lavoro. Siamo partiti solo pochi mesi fa con praticamente niente in mano, ma nonostante tutto abbiamo ottenuto molti riconoscimenti importanti per il nostro progetto che si poteva dire realizzato. Essere stato apprezzato da un mostro sacro della musica come Mogol è impossibile da descrivere, esattamente come ricevere il premio dalle mani di Roby Facchinetti che tanto mi è stato vicino e tanto mi ha consigliato in queste giornate”. Pool Jr quindi il più giovane vincitore di Area Sanremo, una storia non ancora terminata perché all’indomani sarebbe stata la volta dell’ultimissima (questa volta per davvero) selezione, quella per l’accesso alle fasi finali del Festival, davanti ad una giuria completamente diversa e capitanata dal presentatore della prossima edizione Carlo Conti, affiancato dalla commissione artistica di Rai Uno e Giovanni Allevi. Una fase finale, come già anticipato, nella quale sono state preferite due bravissime cantanti pop a Tommaso, che nonostante tutto ci tiene a precisare che “se già mi sembrava di avere vinto una volta entrato nei primi quaranta, vi lascio immaginare questa volta. Ovvio che un poco ci speravo arrivato a questo punto, ma la vittoria di due bravissime cantanti non ha compromesso per niente la mia gioia, anzi, ha contribuito ad alimentarla ancora di più, musicalmente parlando”.
Una bellissima storia quella vissuta dal giovane artista rodigino, un’esperienza di vita e professionale che senza dubbio lo avrà stimolato ulteriormente per i suoi prossimi lavori. È in progetto infatti la prossima uscita di un suo nuovo album che, se mantenuto sugli stessi livelli della canzone che lo ha portato così lontano, non potrà che essere destinato a consolidarlo sulla scena nazionale. Un rapperIMG_7884 a tutti gli effetti Pool Jr, che non si discosta per niente dai canoni tradizionali del suo genere ma non rinuncia ad innovarlo, inserendo novità che contribuiscono a formare un connubio perfetto tra classicità e modernità, il tutto impreziosito da un assetto cantautorale di altissimo livello. I testi di Tommaso e le musiche di Elia stupiscono ed emozionano, dimostrandoci che nel complicato mondo odierno c’è ancora speranza per chi ha voglia di credere nella propria passione e dare tutto per ottenere risultati. Senza trascurare niente: Tommaso fa l’istruttore di nuoto e frequenta il terzo anno di Scienze e Tecnologie della Comunicazione a Ferrara. Un percorso, quello scolastico, che ritiene essere stato “senza dubbio indispensabile per la mia formazione culturale e musicale. Soprattutto i corsi di musica e cinema che seguo all’Università mi aiutano a trovare sempre nuova ispirazione e crescere artisticamente”. Umiltà, passione e sacrifici. Tratti importanti che hanno portato solo soddisfazioni a Pool Jr, pronto a mettersi ancora una volta in gioco per le prossime tappe della sua carriera. E Area Sanremo non è stato che l’inizio…

Pool JR su YouTube e Facebook

Il video della premiazione

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La Casa della Libertà

Presumo di sapere a cosa state pensando, ma vi sbagliate. Berlusconi e la sua Casa delle Libertà, non c’entrano nulla. Ma quando si dice che il mondo è piccolo! Guarda questi dove sono andati a pescare l’idea.
‘Freedom House’ è una organizzazione non governativa internazionale, fondata a Washington nel 1941, con lo scopo di condurre attività di ricerca e di sensibilizzazione su democrazia, libertà politiche, e diritti umani. Ogni anno pubblica un rapporto relativo al grado di libertà democratiche percepito dai cittadini di ogni Paese. Per il 2014 l’Italia occupa il 64° posto nella classifica internazionale della libertà di informazione, perché Freedom House giudica l’Italia un Paese semi-libero.
Allora cerchiamo di capire questa “Casa della Libertà” d’oltreoceano cosa intenda per ‘libertà’ e ‘democrazia’. A leggere i testi, consultabili nel sito [vedi], non c’è ombra di dubbio. La definizione di democrazia si focalizza sulle forme di governo rappresentativo, come opposto ad altre forme che enfatizzano la demagogia e la partecipazione diretta delle masse, definita con il termine inglese ‘mobocracy’, che non ha il suo corrispettivo in italiano, se non in ‘oclocrazia’, dal greco, appunto, governo delle masse.
La democrazia come mobocracy fu un’idea largamente diffusa negli Stati Uniti d’America con l’edizione del 1798 dello “Spelling Book” di Noah Webster, che conteneva il “Catechismo Federale” e, in particolare, le possibili deformazioni della democrazia, che i lettori erano invitati a memorizzare.
Per farla breve, tutti i movimenti e le organizzazioni politiche che in qualche modo cavalcano l’idea della demagogia e del governo diretto delle masse, non rientrerebbero nella definizione né di libertà né di democrazia per i fondatori della Freedom House.
Si fa presto a dire democrazia e libertà, più difficile è comprendere l’implicazione che la democrazia rappresentativa ha per la vita, non di un paese in generale, ma per le singole persone.
Da questo punto di vista è interessante dare un’occhiata agli studi condotti da Ronald Inglehart dell’Istituto di ricerche Sociali dell’Università del Michigan e da Hans Dieter Klingemann del Centro di Ricerche Sociali di Berlino.
I due ricercatori hanno usato la definizione di democrazia, fornita dalla Casa delle Libertà, per determinare la relazione tra democrazia e benessere come percepito individualmente. E i risultati sono davvero sorprendenti. Dai loro studi transnazionali emerge la mancanza di relazione tra democrazia e felicità personale, tanto che ad esprimere il maggior grado di soddisfazione personale sono oggi i cittadini di paesi con governi autoritari come la Cina e Singapore. Per cui, relativamente al benessere individuale, il livello di democrazia di una società sarebbe marginale, se non insignificante. Il problema non è che democrazia e benessere non siano strettamente collegati, ma che piuttosto non sta in piedi l’interpretazione secondo la quale la democrazia determina il benessere e la felicità dei cittadini. Altri fattori giocano un ruolo ben più rilevante, a partire dal livello di sviluppo economico di un paese.
Ce n’è quanto basta per riflettere sulle vicende di casa nostra, in particolare su come l’acuirsi della crisi economica metta sempre più a repentaglio la pratica della democrazia così come definita dalla Casa della Libertà, per dar sfogo a spinte verso quella mobocracy che sarebbe il suicidio della democrazia stessa.
Poiché la democrazia è collegata allo sviluppo economico, il quale contribuisce alla felicità, può accadere che ad essere più felici siano proprio i cittadini di stati a regimi autoritari, ma con un sostenuto sviluppo economico, come è dimostrato dal caso della Cina e di Singapore.
Le istituzioni democratiche, dunque, non necessariamente rendono le persone più felici, da questo punto di vista non mancano esempi convincenti da parte della storia. È sufficiente pensare alla Germania di Weimar, o alla Russia all’indomani delle libere elezioni del 1991, dove il benessere delle singole persone non è cresciuto rispetto a prima.
Anche Ruut Veenhoven, sociologo, docente alla Università Erasmus di Rotterdam, fondatore del ‘World database of happiness’, usando la definizione di libertà politiche offerta dalla Casa della Libertà, è giunto alle stesse conclusioni dei ricercatori precedentemente citati. Tuttavia, se la libertà non sempre contribuisce alla felicità, da questa non si può prescindere.
La definizione di libertà di Veenhoven include l’economia, la politica e le libertà personali, la libertà di impresa, tasse basse, e la circolazione dei capitali. La lista delle libertà personali enumera le pratiche religiose, la libertà di viaggiare, di matrimonio e sessuale.
C’è un interrogativo inquietante che emerge da tutto questo. Ed è il peso che il benessere economico, la civiltà dei beni di consumo hanno assunto nella vita delle persone, tanto che saremmo disposti a rinunciare a parte delle nostre libertà politiche pur di possedere.
La mente mi corre a quella economia, materia di studio che il governo Renzi, con il progetto della Buona scuola, intende implementare nel curricoli di studio del nostro sistema scolastico.
Di fronte alle politiche di austerità che oggi ci vengono imposte, il tema vero, se non vogliamo mettere a repentaglio le fondamenta della Casa della Libertà che abitiamo, è indagare la relazione tra organizzazione economica, libertà e istituzioni democratiche. Ci sono altri modi possibili di pensare l’economica per accrescere la felicità umana, che non mettano a repentaglio le libertà personali, il diritto di voto e i principi della democrazia rappresentativa?
Le scuole dovrebbero affrontare, a partire dalla loro organizzazione, la più democratica possibile, l’insegnamento di come le istituzioni politiche possono contribuire alla crescita della felicità umana.
Sono tempi questi nei quali, se non si riflette attentamente su tutto ciò e non si attrezzano i giovani ad affrontare il futuro, ne può andare a rischio il loro domani, oltre al nostro.

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CALENDARIO DELL’AVVENTO
La metamorfosi di San Nicola

Oggi abbiamo deciso di raccontarvi la storia di una delle più grandi operazioni pubblicitarie di tutti i tempi: la trasformazione di san Nicola vescovo di Mira nel corpulento Santa Claus dalla candida barba e dall’espressione bonaria, vestito di rosso e bianco.
Partiamo dal principio. San Nicola, nato probabilmente nel 270 a Patara in Licia – l’attuale Turchia – ha vissuto fra il III e il IV secolo nell’Anatolia occidentale e come vescovo di Mira ha partecipato al Concilio di Nicea del 325. A partire dal IX secolo è diventato sempre più oggetto di devozione, in particolare delle fasce meno abbienti, e le sue gesta sono state tramandate arricchendole di nuovi particolari via via che la sua popolarità è cresciuta. Una delle vicende più diffuse è quella delle tre fanciulle, citata anche da Dante nel XX canto del Purgatorio e dalla quale deriva la sua raffigurazione tradizionale con i paramenti vescovili e tre sfere dorate. Sembra che ancora prima di diventare vescovo, sia venuto a conoscenza della triste sorte di un uomo di Patara che era caduto in disgrazia e non poteva procurare una dote alle sue tre figlie: non potendole sposare sarebbe stato costretto a farle prostituire. Nicola decise di intervenire e, riempito un sacchetto di monete d’oro, una notte si recò a casa dell’uomo e lo lanciò attraverso una finestra senza farsi vedere. E così fece per ognuna delle tre ragazze: la terza notte però la finestra era chiusa e non gli restò che arrampicarsi sui tetti e lasciar cadere l’ultimo sacco dal comignolo. Un altro episodio vuole che mentre Nicola si recava al concilio di Nicea, in un’osteria gli fu presentata una pietanza a base di pesce, ma Nicola si accorse che si trattava invece di carne umana: chiese perciò all’oste di vedere come era conservato quel pesce ed egli lo accompagnò presso due botticelle piene della carne salata di tre bambini da lui uccisi. Nicola si fermò in preghiera ed ecco che le carni si ricomposero e i bambini saltarono allegramente fuori dalle botti. Sono queste due leggende a far sì che la figura di Nicola venga associata ai bambini e all’elargizione di doni.
Nel nord e nell’est dell’Europa la figura del vescovo cristiano incontra personaggi derivanti da altre tradizioni popolari, come Nonno Gelo in Russia che indossa un cappotto azzurro e ogni 31 dicembre porta i regali ai bambini sulla slitta trainata da tre cavalli, accompagnato dalla sua nipotina Snegoručka. Oppure la divinità nordica Odino con una lunga barba bianca, che vagava come un viandante cavalcando un cavallo volante chiamato Sleipnir: una tradizione che ancora esiste in Belgio e nei Paesi Bassi vuole che i bambini la sera di Natale lascino le loro scarpe vicino al camino, piene di paglia per sfamare il cavallo e trovino la mattina doni e dolciumi. Proprio attraverso gli olandesi questo personaggio dai contorni indefiniti a metà fra San Nicola e Papà Natale sbarcò nel XVII secolo a Nuova Amsterdam, meglio nota come New York. Fu qui negli Stati Uniti che Babbo Natale divenne la star mondiale che è oggi, grazie a una vincente mossa pubblicitaria di una multinazionale dal marchio rosso e bianco che fabbrica la più famosa bibita gassata al mondo: la Coca-Cola.
Nel 1911 uno dei detrattori più accaniti della ditta di Atlanta, Harvey W. Wiley, organizzò una vera e propria campagna di boicottaggio e riuscì a trascinare la Coca-Cola in tribunale con l’accusa di essere dannosa per la salute, nonostante John S. Pemberton nel 1886 l’avesse concepita come un rimedio per la salute. La compagnia venne assolta, ma le fu proibito di utilizzare nelle pubblicità immagini di bambini sotto i 12 anni, a causa del contenuto di caffeina. Per aggirare questo ostacolo, che rischiava di farle perdere una fetta consistente di consumatori, la Coca-Cola iniziò a usare Babbo Natale come testimonial soprattutto per il suo rapporto privilegiato con il mondo dell’infanzia. Fu così il disegnatore Thomas Nast a creare per la prima volta l’immagine pubblicitaria paffuta e bonaria di Santa Claus, perfezionata nel 1931 da Haddon Sundblom che ha fissato l’immagine entrata ormai nell’immaginario collettivo, prendendo a modello il proprio vicino di casa che di professione faceva il commesso viaggiatore.

“Ritorna ogni anno, arriva puntuale
con il suo sacco Babbo Natale:
nel vecchio sacco ogni anno trovi
tesori vecchi e tesori nuovi.
C’è l’orsacchiotto giallo di stoffa,
che ballonzola con aria goffa;
c’è il cavalluccio di cartapesta
che galoppa e scrolla la testa;
e in fondo al sacco, tra noci e confetti,
la bambolina che strizza gli occhietti.
Ma Babbo Natale sa che adesso
anche ai giocattoli piace il progresso:
al giorno d’oggi le bambole han fretta,
vanno in auto o in bicicletta.
Nel vecchio sacco pieno di doni
ci sono ogni anno nuove invenzioni.
Io del progresso non mi lamento
anzi, vi dico, ne son contento.”
Gianni Rodari

Questa mattina la giunta della Camera di Commercio premierà sei imprese femminili innovative

da: ufficio stampa Camera di Commercio di Ferrara

Originalità e innovazione dell’attività svolta e stile di management; acquisizione di certificazione di processo, di prodotto e ambientale; utilizzazione di strumenti innovativi di commercializzazione e assistenza alla clientela; attività rivolta a un mercato internazionale; continuità e capacità di consolidamento dell’impresa; incremento dell’occupazione, meglio se femminile; valorizzazione delle risorse umane, anche attraverso la sperimentazione di progetti di conciliazione dei tempi di lavoro e di vita. Queste le caratteristiche delle sei imprese femminili innovative, che questa mattina, alle ore 11.30, verranno premiate dalla Giunta della Camera di commercio nell’ambito del bando promosso in collaborazione con il Comitato provinciale per la promozione dell’imprenditoria femminile.

Del resto, fa sapere la Camera di commercio, se da un lato la crescita di realtà guidate da donne si intreccia con il fenomeno crescente dell’autoimpiego come risposta alla perdita del posto di lavoro dipendente, dall’altro fa ben sperare la concentrazione di imprese femminili nei servizi alla persona e alle imprese, nel turismo sostenibile, nel recupero delle tradizioni agroalimentari, nella tutela del paesaggio e del patrimonio artistico e culturale, nella direzione di una provincia possibile in cui le maggiori opportunità di benessere verranno dell’incrocio di attività manifatturiere e artigianali con lo sviluppo di servizi a elevato contenuto innovativo e supportati dalle tecnologie della rete.

LA SOLITUDINE AL COMANDO. A pesare maggiormente sulle prospettive delle donne che decidono di fare impresa – segnala l’Ente di Largo Castello – restano le difficoltà legate alla solitudine decisionale in cui spesso le imprenditrici si trovano a operare, unite alla frequente insostituibilità (a causa della struttura organizzativa adottata) – della figura dell’imprenditrice nei processi di lavoro e nei rapporti con il mercato. Una condizione, questa, che espone agli imprevisti legati alla vita personale e famigliare della titolare, che spesso finiscono per ricadere sull’azienda rendendola più fragile. Per questo servono risposte sul campo, ad esempio tramite azioni di formazione e assistenza personalizzata (coaching e mentoring), ma anche una politica capace di ascoltare e dare risposte specifiche alla componente imprenditoriale femminile.

Le sei imprese premiate
Motonave Albatros II di Carli Stefania ( Comacchio) ; La Salani S.r.l. ( Copparo) ; Cromia Fx S.r.l. (Portomaggiore) ; Artefatta Soc. Coop. ( Ferrara) ; Agriturismo Le Occare ( Portomaggiore) e CoopAttiva Soc. Coop. ( Ferrara)

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L’INCHIESTA
In carcere. A Ferrara recupero di apparecchi elettrici e lavori agricoli

Nonostante la situazione delle carceri in Italia rimanga drammatica, sia per il sovraffollamento che per le scarsissime possibilità di ricostruzione della persona e di reinserimento nel tessuto sociale e produttivo dei detenuti, la Regione Emilia-Romagna si distingue per esperienze importanti che tendono a salvaguardare e potenziare il diritto al lavoro delle persone detenute. Si tratta ancora di piccoli numeri che rappresentano però casi eccellenti, da prendere a modello per rivedere l’intero sistema penitenziario a livello nazionale
.
2. SEGUE – Dopo averne parlato a fondo con la Garante per delle persone private della libertà personale della Regione Emilia-Romagna, l’avvocato Desi Bruno [vedi], abbiamo intervistato il Garante per il Comune di Ferrara Marcello Marighelli per conoscere la situazione a livello locale.

Ci sono progetti in atto per assicurare ai detenuti del carcere dell’Arginone il diritto al lavoro?
Sì ci sono diversi progetti. E’ di qualche giorno fa la decisione della Giunta comunale di stipulare una convenzione tra il Comune, l’Asp-Centro servizi alla persona e la Casa circondariale di Ferrara, per favorire l’inserimento lavorativo di persone detenute attraverso lavoro gratuito e volontario in progetti di pubblica utilità.

Si è già previsto quale tipo di attività il Comune chiederà di svolgere ai detenuti?
No, per ora si è definita solo la volontà comune di tenere conto delle attitudini, delle aspirazioni e delle capacità professionali dei detenuti. Le attività verranno individuate in un secondo momento sulla base di una co-progettazione mirata a definire gli obiettivi e i reali bisogni, sia dell’amministrazione sia dei detenuti.

I detenuti individuati svolgeranno quindi lavori socialmente utili per il Comune di Ferrara?
Non è detto. A questo proposito occorre chiarire un concetto, “lavoro gratuito e volontario in progetti di pubblica utilità” e “lavori socialmente utili” non sempre coincidono: il lavoro di pubblica utilità è una pena alternativa alla misura detentiva, disposta dal giudice di pace e dal tribunale, su richiesta dell’imputato e ha durata determinata; il lavoro volontario e gratuito è un’opportunità offerta ad una persona sottoposta a misura restrittiva. Di certo entrambi gli istituti giuridici richiedono i medesimi requisiti: volontà dell’interessato, assenza di retribuzione, attività da prestarsi a favore della comunità e da svolgersi presso lo Stato, gli enti territoriali, organizzazioni di assistenza sociale o volontariato. Ci troviamo quindi, a seguito di recenti disposizioni normative, di fronte a due tipologie di lavoro socialmente utile: il primo, sanzione comminata dal Giudice per certi reati; il secondo misura alternativa alla detenzione per persone con condanna definitiva e nell’ambito del lavoro all’esterno del carcere, già previsto dall’art.21 dell’ordinamento penitenziario con finalità riparatrici e risocializzanti.

Intervistata da noi, l’avvocato Desi Bruno ha sottolineato che il diritto al lavoro è il fulcro del trattamento penitenziario e che deve essere retribuito. Ha anche aggiunto che il volontariato e i lavori socialmente utili vanno benissimo, una cosa non esclude l’altra, ma il lavoro retribuito è un diritto imprescindibile e l’istituzione penitenziaria avrebbe l’obbligo per legge di garantirlo. Come si pone lei a riguardo?
La Garante della Regione ha detto benissimo, infatti la convenzione appena promossa dal Comune specifica che il lavoro dei detenuti potrà essere svolto solo presso enti pubblici e su progetti di breve durata, con un inizio e una fine. Il progetto sarà condotto con tutti i limiti e le attenzioni del caso, mantenendo prioritario l’impegno per la ricerca di occasioni di lavoro retribuito con possibilità di continuità anche dopo il fine pena.

Passiamo ai casi di lavoro dentro il carcere, la Casa circondariale di Ferrara è ha messo ha avviato delle esperienze?
Sì, da vari anni stiamo sviluppando progetti e ad oggi ci sono due tipi di lavoro retribuito che vengono svolti regolarmente: il lavoro domestico e il recupero di apparecchiature elettriche ed elettroniche in collaborazione con Hera e con la coop Il Germoglio, sulla base del progetto regionale “Raee in carcere”. Il lavoro domestico viene svolto a rotazione e quasi tutti i detenuti sono toccati da quest’attività. Il recupero di materiale elettronico si svolge in un laboratorio dedicato e occupa una decina di persone.
C’è poi la ritinteggiatura dell’edificio, iniziativa promossa dall’ufficio del Garante dei diritti dei detenuti del Comune e di cui vado molto fiero: il progetto si è consolidato e siamo già al terzo anno di attività; con un piccolo investimento annuale, che consiste semplicemente nell’acquisto della tintura, si produce un grande valore aggiunto perché si migliorano le condizioni interne del carcere e allo stesso tempo si dà un’opportunità di socializzazione e di occupazione alle persone detenute. Si tratta sempre di piccoli numeri, inoltre ci sono attività che si radicano e altre che invece finiscono ma l’intenzione e la volontà di progredire su questa strada ci sono.

Sappiamo che a Ferrara è stata avviato un progetto regionale molto interessante che vede l’impiego di ragazzi ai domiciliari per la coltivazione di verdure per la grande distribuzione, grazie alla collaborazione tra Casa circondariale, la Coop estense e l’associazione Viale K.

Sì, oltre al lavoro all’interno del carcere, ci sono persone che svolgono la loro pena all’esterno e vengono seguiti dall’Ufficio esecuzione penale esterna. Il progetto di coltivazione della terra presso il terreno della Comunità la Ginestra di Cocomaro di Focomorto (associazione Viale K) sta avendo esiti ottimi ed è stato appena confermato anche per il prossimo anno. Sempre con la Ginestra, molto probabilmente partiremo dalla prossima primavera con la realizzazione del progetto degli orti all’interno del carcere: il responsabile della Ginestra Eduart Kulli è disponibile per la formazione dei detenuti; il terreno a disposizione c’è già; occorre solo un piccolo investimento per realizzare l’impianto di irrigazione.
La creazione degli orti all’interno del carcere è un progetto che sta a cuore a molti perché è un’ottima possibilità per i carcerati sotto diversi aspetti, per il lavoro, per l’autoconsumo e la socializzazione. Diverse a Ferrara le realtà che si stanno spendendo per la realizzazione del progetto: oltre a noi, diversi operatori dei servizi sociali del Comune, del volontariato, oltre al personale del carcere stesso.

Ci sono altre associazioni o cooperative ferraresi che danno lavoro ai detenuti, dentro o fuori dal carcere?
I soggetti coinvolti sono vari: oltre a Viale K, la cooperativa il Germoglio, l’associazione Noi per loro, la Biblioteca Ariostea e il Teatro Nucleo. Di passi se ne stanno facendo a vari livelli e il bilancio è decisamente positivo.

CONTINUA

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IMMAGINARIO
Evasioni sonore.
La foto di oggi…

“Musica dentro” è il titolo del concerto in programma oggi per i detenuti del carcere di Ferrara. Un momento di evasione sonora, proposto per “abbattere le barriere e trasmettere emozioni e sensazioni”. Ad esibirsi, alle 13,30, sono Leonardo Veronesi con i suoi testi introspettivi e ironici, il cantante Frenk Nelli e War-K che ha composto il brano “Fermo” usato dal Comune di Ferrara come colonna sonora delle iniziative legate al sisma di maggio 2012. A cura di Comune e Provincia di Ferrara con la Casa circondariale e l’etichetta discografica cittadina Jaywork.

OGGI – IMMAGINARIO MUSICA

 

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Leonardo Veronesi, Frenk Nelli e War-K (foto di Francesco Maietti)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulle foto per ingrandirle]

ACCORDI
Il resto è propaganda.
Il brano musicale di oggi

In Turchia raid anti-opposizione del governo Erdogan provocano arresti di giornalisti di stampa e media. I sostenitori scendono in piazza per sostenerli.

“È stato quello che hai detto
È stato quello che hai fatto
Ora hai perso un’altra volta
Ma pensavo ormai tu lo sapessi”

Sex Pistols, Silly Thing
(per ascoltare clic sul titolo)

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…

GERMOGLI
Un mestiere tristemente antico.
L’aforisma di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

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Ennio Flaiano

Secondo un’inchiesta di Repubblica sarebbe aumentato il giro di prostituzione in Italia, attività che sembra sia largamente praticata non solo sulle strade, ma anche in casa.

“Più una società è stanca, più ammira nella prostituzione la caduta dei suoi stessi ideali”. (Ennio Flaiano)