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Giorno: 3 Gennaio 2015

IL FATTO
Dopo i furti sequestrato un oleodotto: l’Italia come la Nigeria

Sequestrato l’oleodotto Civitavecchia-Fiumicino: una notizia per me sconvolgente, sembra che stia accadendo da noi quello che succedeva in Nigeria, ossia il furto di petrolio dagli oleodotti. Segno di un Paese oramai non recuperabile? Per molti si tratta di una delle tante notizie che passa spesso inosservata: su Repubblica di oggi si legge “ll gip del Tribunale di Civitavecchia, Massimo Marasca, ha disposto il sequestro dell’oleodotto Civitavecchia-Fiumicino, a novembre scorso oggetto di alcuni furti che ha procurato danni ambientali per lo sversamento di cherosene, “finché non saranno installati adeguati sistemi di controllo atti ad impedire ulteriori reati”. Il sequestro è stato effettuato dai carabinieri del Noe al termine dell’indagine avviata dal procuratore di Civitavecchia, Gianfranco Amendola. Il procedimento al momento è contro ignoti.”
Ho ripensato alle molte volte (dal 1997) in cui ho partecipato alla presentazione del Rapporto sulle ecomafie di Legambiente. Sul suo sito Legambiente scrive “ecomafia è un neologismo coniato da Legambiente che indica quei settori della criminalità organizzata che hanno scelto il traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti, l’abusivismo edilizio e le attività di escavazione come nuovo grande business in cui sta acquistando sempre maggiore peso anche i traffici clandestini di opere d’arte rubate e di animali esotici.” Insomma tutto.
Il Rapporto ecomafia 2014 dice che “29.274 infrazioni accertate nel 2013, più di 80 al giorno, più di 3 l’ora. In massima parte hanno riguardato il settore agroalimentare: ben il 25% del totale, con 9.540 reati, più del doppio del 2012 quando erano 4.173. Il 22% delle infrazioni ha interessato invece la fauna, il 15% i rifiuti e il 14% il ciclo del cemento. Il fatturato della criminalità ambientale, sempre altissimo nonostante la crisi, ha sfiorato i 15 miliardi.”
Pazzesco. Ma, soprattutto, gravissima è ancora la scarsa considerazione che attribuiamo ai danni ambientali perché i tempi sono spesso molto lunghi per verificare l’effetto del danno, spesso i danni non si verificano (le tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo) perché mancano gli strumenti di controllo, ma soprattutto dove il danno è troppo alto (e dunque non pagabile) spesso non si procede; infatti spesso si rileva il danno solo quando si riesce a trovare i colpevole (dove vi sono responsabilità diffuse spesso si tende a coprire).
Allora vediamo come siamo messi a livello normativo. Solo da febbraio 2014 si è fatto qualche passo, ma il Codice penale ambientale ancora non è operativo (siamo solo alla solita proposta di legge ferma). Prima comunque esisteva solo il Codice civile (art. 2043 e 2050) e si inizia a parlare di Danno ambientale solo dal 1986 art. 18 349/86 (che però non lo definisce); solo con il decreto Ronchi si introduce la responsabilità oggettiva e il Regolamento attuativo Dm 471, 25/10/98, ma solo in campo di applicazione e definizioni. Sui principi siamo bravi: il Danno è subito dalla Collettività e l’Ente territoriale è titolare del diritto al risarcimento. Chi viene colto in grave responsabilità però al massimo se la cava con qualche multa.
C’è molto, molto da fare.

In piazza municipale a Ferrara si terrà l’evento di danza e musica “Love is in the air”

Da: SpazioZero Cultura

Giovedì 8 gennaio 2015 alle ore 21 presso la Sala Estense, in piazza municipale a Ferrara, si terrà l’evento di danza e musica “Love is in the air”, organizzato dall’Associazione PuntoZero e patrocinato dal Comune di Ferrara.
Verranno presentati tre assoli di danza contemporanea e un concerto per pianoforte. L’evento nasce dallo scambio internazionale avviato con l’associazione irlandese Galway Dance Project, che si occupa di promuovere e diffondere la danza.
Ad aprire la serata sarà infatti lo spettacolo della giovane coreografa Magdalena Hylak, di Galway, che presenterà “Two years later”, una performance incentrata sul tema della bellezza e i diversi modi di guardarla. Di seguito le performance di due autrici italiane: Silvia Berti, di Bologna, che presenterà “Chasing Veins”, un lavoro su ciò che permane a dispetto degli inevitabili cambiamenti e Cristine Sonia Baraga, di Padova, che proporrà l’assolo “Conciossiacosachè”, in cui affronterà il tema dell’attesa imbarazzante e quasi insostenibile che si può avere prima di un evento.
A concludere la serata sarà il concerto della pianista ferrarese Elisa Piffanelli che presenterà dei brani inediti, composti da lei stessa, proponendo una scena piena di immagini, colori e parole. Questa serata, con la partecipazione di Magdalena Hylak, intende incentivare e promuovere lo scambio internazionale degli artisti, affermare e dare luce alle produzioni italiane tramite gli assoli di Silvia Berti e Cristine Sonia Baraga, e, inoltre, con il concerto fantasioso di Elisa Piffanelli, rendere un omaggio particolare agli artisti.
Ingresso 9€, ridotto 7€, speciale per gruppi e allievi delle scuole di danza e musica 6€.
I biglietti sono acquistabili on line alla pagina facebook Spazio.zero Cultura oppure possono essere prenotati al numero telefonico 3332014475.

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Bonaccini incontra i campioni di nuoto azzurri Paltrinieri e Orsi

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Sport: lunedì 5 gennaio il presidente Bonaccini incontra i campioni di nuoto azzurri Paltrinieri e Orsi

Sono stati i protagonisti azzurri dei Mondiali 2014 di nuoto in vasca corta di Doha, lo scorso dicembre: il carpigiano Gregorio Paltrinieri, campione del mondo dei 1.500 stile libero, e il budriese Marco Orsi, che ha conquistato l’argento nei 50 stile libero. Il presidente Stefano Bonaccini li incontrerà lunedì 5 gennaio alle 16.30 nella sala della Giunta regionale (viale Aldo Moro 52, 9° piano); la stampa è invitata.

L’OPINIONE
Fuochi e Sgarbi infiammano Ferrara

Mentre si spegne l’eco dei botti di Capodanno che producono fremiti e ohhhh di meraviglia di fronte all’incendio del Castello nella città estense, o i concerti nelle piazze fiorentine, seguiti dai fuochi d’artificio tra frotte inenarrabili di turisti che si fanno scudo della grande bellezza per proclamare il dogma immortale dell’ “anche io c’ero!” testimoniato dai milioni di selfie, rimane quel retrogusto amaro nel non volere arrendersi alla noia prodotta e provocata dal voler essere per forza in pista in quella notte. La mia irriducibile avversione ai botti risale forse alla paura del fuoco o forse più verosimilmente alla notte del bombardamento di Ferrara, quando bambinetto fuggivo verso il rifugio in braccio alla mamma, inseguito dai tonfi sordi e dalle lingue di fuoco che s’alzavano circondandoci. Ci sono, a mio avviso, momenti migliori per passare quella manciata di ore tra Natale e Capodanno. Penso ai bellissimi film che sono riuscito a vedere nel tempo propizio ai cinepanettoni: da “Jimmy’s Hall” a “Saint Vincent”, passando per “Il giovane favoloso” a “Torneranno i prati” e, alla televisione, l’immortale “A qualcuno piace caldo” e “Il giardino dei limoni”. Storie di emarginati e di poeti, o di irrisolvibili contrasti e conflitti: Irlanda, Palestina, Israele, la Prima guerra mondiale. Il mondo reale, la verità riscoperta attraverso l’arte.

Così, in questi momenti inopportuna e stridente si leva la polemica sulla mostra del Bastianino e sul destino di Casa Minerbi che il critico Vittorio Sgarbi irride, forse senza saperne il destino e la fruizione imminente. Sembra quasi che i ferraresi affascinati da parole forti e scaltramente pronunciate s’abbandonino, come nell’incendio del Castello, a perdersi tra botti e fuochi dell’intelligenza e del mestiere. La memoria corta così tipica di “Ferara” s’infiamma e si compiace nel denigrare ciò che è frutto di progetti, criticabili quanto si vuole, ma sempre sostenuti da una meditata consapevolezza. E’ stato così nella Ferrara “smangona” e, solo per fare esempi recenti, per il progetto Ermitage, per il ridimensionamento dell’Istituto di studi rinascimentali e per molto di quello che si è tentato di costruire per uscire dalle Mura, a volte paradiso, a volte carcere della depisissiana città pentagona.
Non è scetticismo né tantomeno pensiero negativo.
La constatazione di ciò che la nostra città invidia a se stessa deve essere impegno etico a resistere e a non abbandonarsi all’ovvietà. Perciò bisogna controbattere alle provocazioni: specie quelle intellettuali, sapendo però che quasi sempre si è destinati a perdere.
Si veda la magnifica proposta di Piero Stefani su come dare contenuti forti al Museo dell’Ebraismo, caduta nel vuoto. Si assista alle splendide conferenze organizzate dall’Istituto Gramsci sul “carattere degli italiani”, seguitissime, applauditissime. E poi? Si considerino le mani alzate dopo la reprimenda di Vittorio Sgarbi sulla mostra del Bastianino alla domanda su quanti avessero visitata l’esposizione: tre! nella sala stracolma che applaudiva toto corde.

Dovremmo dichiararci sconfitti? Eh no! Anzi, sono queste le prove che ci devono indurre a non lasciare la presa. Che all’incendio del Castello, nella mente, si può contrapporre la riposata e placida constatazione di quanto sia straordinario far fiorire gli alberi dei limoni e non abbatterli come nello splendido film di Eran Riklis.

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Gianni Toti, pioniere della video-art e della poetronica

Gianni Toti, originario di Roma e scomparso nel 2007 è tra i pionieri della video-art a Ferrara e a livello internazionale, protagonista nella grande stagione di fine secondo Novecento del Centro video arte a Ferrara curato dal Maestro Farina.
Gianni Toti fu un autentico genio d’anticipazione. La videopoesia, poi poetronica, ha in Toti uno dei suoi fondatori e ineguagliati interpreti: inventata, creata, distillata, innestata nel divenire della poesia contemporanea, al passo con i vertici della sua stessa mutazione, parallela alle trasformazioni sociali e tecnologiche.
Toti da decenni, con esiti stupefacenti di nuova bellezza techno, il fare arte con le macchine, persino letteratura, niente affatto un degrado del cuore e della creatività umana: proprio il contrario…
E anzi, capace Toti di dare un nome, un volto bello e riconoscibile alla nostra Era, non solo una
specie di top model nevrotica e complessa, ma anche una femme fatale intelligente oltre che
ammaliante. Per la realizzazione delle sue opere collaborava anche con il Centre de recherche Pierre Schaeffer di Montbéliard-Belfort.
Tra le sue opere video e poetroniche, “L’originedite” (1994), “Planetopolis” (1993), “Tupac Amauta”
(1997)… forse un vertice è semplicemente una suite “Trilogia majakovskiana” dedicata a
Majakovskij e a Lili Bric, anni ’80, poesia e rivoluzione al 100%, quasi un megafile già destinato
alla net-generation contemporanea. Capolavoro dell’Arte video e punto di riferimento assoluto per il futuro e per le nuove generazioni video e net generation.
Ha anche pubblicato “L’altra fame” (Rizzoli, 1970), “Il padrone assoluto” (Feltrinelli, 1977) “Planetario. Scritti giornalistici” (a cura M.Borelli e F.Muzzioli, Ediesse, 2008), “I meno lunghi o i più corti racconti del futuremoto” (a cura G.Perego, Fahrenheit, 2012), Raccolte poetiche “Che c’è di nuovo” (Premio Rapallo 1962), “La coscienza infelice” (1966), “Tre ucronie” (1970), “Chiamiamola poemetànoia” (1974).
Su Gianni Toti: “Gianni Toti in cine ma video” (Sandra Lischi, a cura di, Ed. Ets, 1996); “Gianni Toti o della poetronica” (Sandra Lischi, Silvia Moretti (a cura di), Ed. Ets, 2012), “Re-video ergo zoom (o zaúm?)”; “Totilogia Gianni Toti” (a cura di Daniele Poletti, Floema-esplorazioni della parola [dia•foria, 2013); “Totilogia”, ([dia•foria, Daniele Poletti (a cura di), in collaborazione con La Casa Totiana, Ed. Cinquemarzo, 2014).

Per saperne di più su Gianni Toti visita la pagina relativa su Wikipedia [leggi], la puntata su Rai arte [vedi]

* da Roby Guerra, “Dizionario della letteratura ferrarese contemporanea”, Este Ediiton-La Carmelina ebook [vedi]

LA NOTA
Rosso di sera

Dopo il bianco della neve, la nostra Ferrara ci ha stupito con i colori. Un tramonto così bello non lo vedevo da tempo. Davvero. Rosso, rosa, violetto, azzurro, blu e celeste. Le tinte della serenità, quelle del riposo, della felicità, dell’ozio meritato, del non pensare a nulla, almeno per qualche istante. O dell’immaginare, se la mente non riesce proprio a starsene tranquilla, scenari di calma e di pace.

rosso-seraPerché, mentre concludo il libro di Mauro Corona “Una lacrima color turchese”, seduta comodamente sul mio divano lilla, penso che questo mondo ha perso l’orientamento, che molti valori se ne sono volati via, quasi volatilizzati, andati in fumo; che, spesso, non sappiamo più cogliere il senso delle piccole cose e l’importanza dei veri sentimenti, che perdiamo la sicurezza dell’amicizia e la pazienza con i nostri anziani, perché fermarsi a riposarsi e smettere di correre è considerato un privilegio di pochi, perché sognare e realizzare i propri sogni non è davvero per tutti. Perché il tempo passa ed è sempre più danaro, perché questo non è vero proprio per nulla e lo si dovrebbe comprendere una volta per tutte. Perché il tempo è la sola cosa davvero preziosa e regalarlo è il vero dono che si può fare, perché non ritorna, perché è unico e perché è qualcosa di veramente solo nostro che si offre a chi si ama. A Natale, questo si doveva donare, forse. Solo questo, null’altro. Nessun pacchetto vale lui, il tempo fugace e sfuggente.

rosso-serarosso-seraQuesto cielo ferrarese mi fa guardare lontano, un po’ di malinconia per il passato ma anche tanta fiducia per il futuro. Perché sono ottimista e davanti a questo spettacolo non si può che esserlo.
Questo cielo ferrarese, che scorgo dalle stesse finestre di amici vicini, si offre a me, senza parsimonia, in tutta la sua bellezza e splendore, libero, leggero, spazioso, etereo, aperto, sincero, unico. Sempre fedele, sempre presente, sempre generoso e coraggioso.
Questo cielo mi manca, quando sono lontana. Mi consola solo sapere che tutti i miei cari sono sotto le stesse stelle e che, da luoghi diversi e perduti nel mondo, guardiamo a esse, pensandoci l’un l’altro. Ferrara è generosa, in questo inizio d’anno freddo e rigido. Riscalda mani e cuori con questi colori tenui e caldi. Allora scosto la tenda e ammiro ancora quel lilla prezioso sui tetti.
Mi pare proprio di vedere Campanellino svolazzare qua e là, leggera e piccolina, tra un camino fumante e l’altro…

(Fotografie di Simonetta Sandri)

Breve guida all’auto-compostaggio

La natura riconsegna le sostanze organiche al ciclo della vita, riproducendole in forma accelerata e controllata; con il compostaggio domestico in fondo si copia dalla natura il processo per creare il compost. Si tratta infatti di processo naturale per riciclare e ricavare buon terriccio dagli scarti organici della cucina e del giardino. Tutti lo possono fare, basta un giardino, anche piccolo. Chi ci ha provato sa quanti “rifiuti” verdi esso produca, soprattutto se è affiancato da un piccolo orto. Il compostaggio permette di utilizzare quei rifiuti organici che si producono in grande quantità e che possono diventare materie prime.
I contadini e gli ortolani lo sanno bene come si fa per produrre una discreta quantità di ottimo terriccio. L’opportuno stoccaggio e trattamento di rami, foglie, erba, avanzi di cibo, bucce di frutta e verdura, permette a batteri, microrganismi e piccoli insetti di cibarsene, di svilupparsi e di decomporre le sostanze organiche presenti nei nostri rifiuti. Dopo alcuni mesi, il materiale organico così trattato diventerà una massa di microrganismi e di sostanze nutritive chiamato compost, simile all’humus che possiamo trovare nel sottobosco: un terreno soffice, ben aerato e ricco di minerali, ottimo per le nostre colture, ma anche per i nostri fiori in vaso.
Si possono compostare scarti di frutta e verdura e scarti vegetali di cucina, perché sono la base per un buon compost; inoltre pane raffermo, gusci d’uova e ossa, purché ridotti in piccoli pezzi; fondi di caffè e filtri del tè, foglie, segatura e paglia, perché per un buon compost è fondamentale la parte più secca dei rifiuti; sfalci d’erba possibilmente fatti seccare prima; bucce di agrumi, purché in quantità non eccessiva (perché hanno tempi di decomposizione più lunghi); avanzi di carne, pesce e salumi, ma senza esagerare. Insomma, quasi tutto quello che esce dalla nostra tavola e dalla nostra cucina.
In alcune zone, si sono anche create attività comuni, di condominio o di zona, con risultati eccellenti.
Diverse statistiche indicano che ognuno di noi produce circa 90/100 kg di rifiuto organico all’anno mentre un orto di 100 mq ne produce circa 350 kg.
Per fortuna anche i migliori gestori hanno iniziato a incentivare questa attività, fornendo anche il contenitore, e su internet si trovano tanti interessanti manuali di come produrlo. Provate!

IMMAGINARIO
Monumento alla neve.
La foto di oggi…

Neve che viene e che subito va. Ma com’è bella. A immortalarla ci ha pensato Franco Colla nel suo blog “FeDetails”, dedicato a bellezze cittadine, magari meno note. Come questo pezzo del Monumento ai Bersaglieri del Po dello scultore Fiorenzo Bacci in piazza XXIV Maggio, accanto all’Acquedotto. Un uomo anziano legge al giovane, probabilmente suo nipote, la storia dei bersaglieri mentre il ragazzino indica il resto del monumento. Con la neve che ci sposta in un tempo più vicino al passato. (Giorgia Mazzotti)

OGGI – IMMAGINARIO ARTE

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Neve a Ferrara sul monumento ai bersaglieri del Po in piazza XXIV Maggio (foto di Franco Colla su FeDetails)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]