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Giorno: 6 Aprile 2015

L’Expo: un mondo perfetto

Quello che l’Expo si appresta a raccontare nella grande kermesse che aprirà i battenti il primo maggio, è un mondo perfetto. Un mondo in cui la ricerca esplora nuove coltivazioni e nuove sostanze nutrienti per risolvere i problemi della fame, in cui i consumatori si orientano verso scelte alimentari salutistiche e a basso impatto ambientale, in cui le industrie propongono un cibo buono e che fa bene. Un mondo in cui McDonalds scopre il cibo fresco e le persone leggono attentamente le etichette prima di acquistare, in cui le abitudini alimentari sono segnate dalla tendenza a conciliare gli opposti: buono e salutare, tradizionale e industriale, veloce e lento.
In premessa, lo scenario delineato dalla Fao in The State of Food Insecurity in the World 2014, [per leggere clicca qua] rammenta dati preoccupanti: 9 miliardi la popolazione mondiale entro il 2042, nei Paesi emergenti l’aumento dei redditi accompagnato dal cambiamento della dieta, intreccia i problemi della malnutrizione con quelli dell’eccesso, 805 milioni di persone, in particolare concentrate nell’Africa subsahariana e nella zona caraibica, hanno problemi di fame.
Così il discorso sul cibo si declina su nuovi valori: diventa un atto di responsabilità, assumendo l’esigenza della sostenibilità, un atto etico, con la lotta allo spreco, una fonte di identità, con l’attenzione ai prodotti della tradizione, un atto culturale allorché sottolinea la ricchezza dei giacimenti gastronomici, un fattore di coesione sociale, quando assume il tema del diritto al cibo per la popolazione del Pianeta. Tanto di guadagnato se il valore dell’identità alimentare viene esaltata anche come condizione per mantenere la biodiversità nel pianeta.
Intanto, è in atto una straordinaria trasformazione nei consumi alimentari all’insegna dell’individualizzazione della scelta e nel contempo all’ibridazione dei regimi alimentari. Un ossimoro solo apparente. Ognuno cerca risposte su misura dei propri bisogni e delle proprie scelte. Scopriamo che l’Italia è il secondo Paese più vegetariano dopo l’India e il terzo in Europa per numero di ristoranti dedicati: 5 milioni di Italiani non mangiano carne. Cresce la domanda di cibo fresco: che almeno possiamo riconoscere ciò che mangiamo, se quasi nulla di ciò che ci accade intorno ci appare decodificabile. In aumento i vegani: nelle forme più radicali, queste scelte esprimono un bisogno di ridurre l’incertezza con criteri di comportamento rigidi. Ma, per fortuna conserviamo la tendenza alla mediazione, così scopriamo che molti sono vegani “part time”, quando lo consentono le condizioni, quando si può, quando si sente il bisogno di purificarsi.
Tutto all’insegna della “personalizzazione di massa”, consentita dalla tecnologia. La personalizzazione di massa è resa possibile da due fattori: una grande flessibilità nel rispondere a bisogni individuali e una straordinaria possibilità di conoscerli, con l’elaborazione della enorme mole di informazione scambiata in rete. Le industrie non hanno più bisogno di conoscere i target, possono semplicemente rilevare cosa vogliono i singoli consumatori, poi i sistemi di geolocalizzazione provvedono a segnalare che nelle vicinanze c’è qualcosa che fa al caso loro. È il caso di Sturbucks che in associazione con Foursquare sperimenta l’invio di coupon a coloro che sono nelle vicinanze di un locale della catena [vai al sito]. E così, mentre cresce il fascino dei prodotti freschi, è in forte aumento la domanda di cibi pronti consegnati a casa.
Il mondo perfetto sa conciliare gli opposti e rassicurare ognuno che sta facendo la scelta giusta.

Maura Franchi – Laureata in Sociologia e in Scienze dell’Educazione. Vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi. Studia i mutamenti socio-culturali connessi alla rete e ai social network, le scelte e i comportamenti di consumo, le forme di comunicazione del brand. maura.franchi@gmail.com

Barco, il quartiere si attiva: “Volevamo un parco, abbiamo trovato una comunità”

Tra le vie squadrate e un po’ british del quartiere ferrarese di Barco, ai limiti delle vie Coltrane e Waters, si estendono, grandi e prolungati fino al confine coi lontani campi agricoli e alla ferrovia, due parchetti. Mi fermo a osservare quello situato all’ingresso di via Coltrane: qualche albero spoglio, delle panchine sparse apparentemente senza una logica (pare debbano ricordare la forma di una P1060719spirale), a ognuna di queste abbinato un suo cestino. Addirittura l’ultima panchina, quella più vicina alla strada, offre un’inedita vista direttamente sui cassonetti della differenziata, distanti pochi metri. La pioggia incessante inoltre non mi aiuta a trovare qualcosa di allegro in un luogo che, potenzialmente, potrebbe offrire molto di più, sia per utilità che per pubblico decoro.
Ecco perché incontro Laura Del Favero, residente a due passi dal parco nella medesima via e risoluta, insieme alla sua vicina Cristina Sulsenti, a buttare giù qualche idea e proposta per riqualificare questo spazio.

“Arrivammo in questo quartiere nel 2006 insieme ad altre famiglie con figli – inizia a raccontarmi Laura – All’epoca c’erano solo gli spiazzi, ma nessun tipo di allestimento all’interno dei due parchetti. Fu nel 2010 che venne impostato il parco dal Comune così com’è oggi”. Il panorama è rimasto invariato ed è quello descritto. Laura spiega che “è presente solamente uno scivolo che, alla lunga, stanca i bambini, mentre i ragazzi devono arrangiarsi con corde o quant’altro per crearsi un qualcosa che possa assomigliare ad un campetto da gioco. Anche gli anziani, soprattutto se sono in tanti, si annoiano dopo poco tempo vista la grande distanza tra le panchine”.

P1060710Nel quartiere si andava quindi affermando una situazione di insoddisfazione generale, non tanto per l’assenza di luoghi ma piuttosto per la loro organizzazione logistica. Ma quello che negli anni è stato per Laura solamente un desiderio di modificare l’esistente, ha cominciato a prendere le forme di un’idea più concreta sul finire dell’anno passato. “Dopo aver assistito a metà dicembre alla conferenza ‘Le reti sociale e la partecipazione per la cura dei beni comuni – La città si-cura’, capii che era possibile agire per davvero. Dopo quell’incontro parlammo con l’assessore Fusari e con Urban Center, che ci diedero le giuste motivazioni per iniziare a pianificare un progetto di riqualificazione. Insieme a Cristina e grazie a questa incoraggiante risposta del Comune, pensammo dunque a come poter agire sui due parchi, come ridistribuire le panchine e cosa poter aggiungere. Parallelamente iniziammo anche a coinvolgere tutto il vicinato, dapprima con un lavoro di volantinaggio e successivamente organizzando un aperitivo per incontrarci tutti insieme e parlare del progetto. Dopo un primo tentativo fallito a causa maltempo, ci siamo ritrovati in una trentina di persone il 21 febbraio”.

Ma come si è strutturato, nello specifico, il progetto? “Il nostro intento è aprire il più possibile i due P1060713parchi a bambini e ragazzi – continua Laura – Un parco sarà completamente dedicato ai più piccoli, nel quale vorremmo aggiungere giochi, qualche tavolo da pic-nic ed una bacheca fissa, mentre nel secondo, dedicato maggiormente ai ragazzi adolescenti, vorremmo riuscire a inserire anche un campo da calcetto, uno da volley e qualche tavolo da ping pong. I ragazzi sanno già di questa proposta e sono molto entusiasti, perché da sempre giocano in questi luoghi che finalmente potrebbero apparirgli meno dispersivi e campati per aria”. C’è spazio anche per qualche altra novità, come per esempio “la presenza, già oggi, di tre querce nate dalle ghiande della quercia grande di parco Massari, piantate da un nostro amico. Inoltre è in fase di elaborazione una proposta su uno spazio d’attenzione ai cani”.

P1060708Le premesse per questo progetto sono quindi incorggianti. Un’esperienza di pura cittadinanza attiva, nata da un malcontento, sviluppatasi da un’idea e concretizzatasi nella collaborazione di un gruppo di persone, decise ad agire per un intento comune. In questo caso è coinvolto tutto il vicinato, buona parte dei nuclei familiari desiderosi di dare colore e vitalità alla loro zona che tanto avrebbe da offrire. Laura ne parla affermando che “questa è stata sì l’occasione per mettersi all’opera e dare vita ad un progetto, ma è stata anche e soprattutto l’occasione per avvicinarci più di quanto non lo siamo già con le rispettive residenze. È stato un buon pretesto per conoscerci meglio e riavvicinare le relazioni, per tornare a dare importanza a quella concezione di vicinato che oggi si è un po’ persa. E la cosa bella è che non abbiamo incontrato alcun tipo di problema”.

Tutto ruota quindi a gonfie vele attorno a questa meritevole iniziativa di Laura e Cristina. I primi risultati dovrebbero intravedersi già durante questa primavera; nel mentre, i giovani di Barco attendono trepidanti i loro nuovi spazi.

Domani l’ultimo saluto ad Alfio Ghedini. I ringraziamenti della famiglia, il cordoglio di Ferraraitalia

da: Camilla Ghedini

A nome anche di mia sorella Federica e di mia mamma Angela, vorrei ringraziare tutto il personale del reparto di Oncologia di Ferrara. Infermieri e Oss ci hanno dimostrato che dove ancora non arriva la scienza arriva l’umanità di chi non ha fatto l’abitudine alla sofferenza altrui. Per i pazienti e le famiglie la loro é una presenza fondamentale. Ci hanno accompagnato in questo ultimo viaggio, di mio padre ma anche nostro, con educazione, gentilezza e sorrisi, supportandoci quando lo sconforto prendeva il sopravvento. Mio padre ha sempre sostenuto che sono le persone, in ogni luogo, a fare la differenza. E non ci sono bilanci e ristrutturazioni che valgono quanto la cura che ognuno di noi deve riservare anche a chi ha conosciuto solo un attimo prima.
Camilla Ghedini
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I funerali di Alfio Ghedini si celebreranno domani, martedì, alle 15, nella chiesa di Ospitale di Bondeno, in piazza Roma. A celebrarle saranno monsignor Marcello Vincenzi, parroco di Bondeno, e monsignor Ivano Casaroli, direttore di Casa Cini.

A Camilla e ai familiari, la redazione di Ferraraitalia si stringe in un abbraccio pieno di affetto.

IMMAGINARIO
Pasquetta jazz.
La foto di oggi…

Pasquetta musicale al Jazz club Ferrara. Stasera si festeggia il lunedì dell’angelo con una formazione che mette insieme il jazz, la classica e un po’ di sperimentazione. In scena i Fresh Frozen per un’edizione speciale di “Happy go lucky local”, la serata dedicata ai progetti più interessanti del panorama jazzistico nazionale, aperta da un aperitivo a buffet. Il sassofonista Achille Succi, affiancato da Christopher Culpo al pianoforte e Glauco Benedetti alla tuba, sarà anticipato dalla funkeggiante selezione musicale di Willygroove dj, in trasferta al Torrione dagli studi di Radio Città Fujiko.

Nell’attesa è bello guardarsi il reportage di uno degli ultimi concerti del locale, che vanta una delle programmazioni di maggior qualità a livello nazionale. Ospite a fine marzo del Jazz Club Ferrara un esplosivo Joey DeFrancesco. Il leader dell’organo Hammond è stato affiancato da Dan Wilson alla chitarra e Jason Brown alla batteria con un’incursione di Carlo Atti al sax per un repertorio che ha spaziato dal swing al rhythm and blues fino al funky. Gli scatti sono tutti di Stefano Pavani.

Stasera ingresso a offerta libera, sempre per i soci dei circoli Endas nel Torrione di San Giovanni, Rampari di Belfiore 167. Musica e aperitivo a partire dalle 20, concerto alle 21.30, jam session alle 23.

OGGI – IMMAGINARIO MUSICA

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic su una foto per ingrandirla e vederle tutte]

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Joey DeFrancesco al sax per il Jazz club Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Joey DeFrancesco (foto Stefano Pavani)
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Joey DeFrancesco trio al Jazz club Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Joey De Francesco (foto Stefano Pavani)
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Joey DeFrancesco trio al Jazz club Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Joey DeFrancesco trio al Jazz club Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Joey DeFrancesco trio al Jazz club Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Jason Brown alla batteria nel trio di Joey DeFrancesco (foto Stefano Pavani)
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Joey De Francesco all’organo (foto Stefano Pavani)
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Dan Wilson alla chitarra nel trio di Joey DeFrancesco (foto Stefano Pavani)
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Dan Wilson alla chitarra nel trio di Joey DeFrancesco (foto Stefano Pavani)
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Il contributo di Carlo Atti al sax per il trio di Joey DeFrancesco (foto Stefano Pavani)
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Jason Brown alla batteria nel trio di Joey DeFrancesco (foto Stefano Pavani)
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Joey De Francesco (foto Stefano Pavani)
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Joey De Francesco (foto Stefano Pavani)
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Joey DeFrancesco all’organo Hammond (foto Stefano Pavani)

 

GERMOGLI
Chi prega e chi fa.
L’aforisma di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

Il 6 aprile 1912 moriva Giovanni Pascoli. Nel frattempo, un buon lunedì di Pasqua a voi che ci leggete.

“Chi prega è santo, ma chi fa, più santo”. (Giovanni Pascoli)