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Giorno: 11 Ottobre 2015

Città del Ragazzo, Festa Ex Allievi su Dialogo coi giovani

da: Ufficio Stampa&Comunicazione di Camilla Ghedini

Della necessità di dialogare coi giovani, entrando con loro in contatto attraverso una comunicazione fatta non solo di insegnamento ma di educazione tesa a fare emergere il loro potenziale, si è parlato ieri (domenica), alla Città del Ragazzo diretta da Giuseppe Sarti. L’occasione è stata la consolidata Festa degli ex Allievi, che ogni anno si danno appuntamento non tanto per rievocare con nostalgia il passato, quanto per darsi nuovi obiettivi per il futuro in ossequio ai dettami di Don Giovanni Calabria, cui l’ente di formazione nato per avviare i più bisognosi al lavoro – e oggi articolato sui molteplici bisogni del sociale – è intitolato. Al tavolo Sarti, il superiore della comunità, Fratel Corrà; Don Ivo Pasa e Alessandro Padovani, rispettivamente delegato per l’Europa e responsabile delle case famiglie dell’Opera Don Calabria; Giancarlo Miglioranzi e Ambrogio Anteghini, l’uno presidente locale e l’altro nazionale dell’associazione Ex Allievi. Tutti a confrontarsi, grazie al discorso introduttivo di Anteghini e alle sollecitazioni del pubblico, sull’urgenza di costruire nuove modalità di dialogo con le nuove generazioni. «Chiedendosi – questo il pensiero unanime – , non soltanto cosa possono fare loro, ma cosa possiamo fare noi per loro». In sintesi, con una assunzione di responsabilità che «deve sapere trasformare le difficoltà prima in sfida poi in opportunità». L’invito di Don Ivo e Fratel Corrà è stato a continuare ad essere testimoni di valori che, se persi, «depauperano la nostra società». Un ringraziamento ai presenti ha espresso Sarti, secondo cui la Città del Ragazzo è «ali e radici. Ali per trovare la propria strada, radici come possibilità di ritorno in nome della gratitudine che ogni anno sapete dimostrare».

Anbi: “il dopo Expo afferma il ruolo dei consorzi di bonifica”

da: Ufficio Stampa A.N.B.I.

“L’esperienza dei consorzi di bonifica e’ un’opportunita’ per il futuro alimentare del pianeta: lo dice il dopo Expo”

“Se volevamo una conferma alla lungimiranza di alcune nostre affermazioni, la convention Expo dopo Expo: l’eredità di Milano 2015 ne è stata la prova: il nostro slogan Il cibo è irriguo potrebbe essere assunto a manifesto dell’impegno planetario contro la fame.”
E’ questo il soddisfatto commento di Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI), alle conclusioni dei tavoli di lavoro per garantire la più significativa legacy alla kermesse milanese, che sta coinvolgendo milioni di persone nell’arco di sei mesi; l’ANBI è stata invitata (rappresentata da Laura Burzilleri, Direttore del Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi) al tavolo sul tema “Fino all’ultima goccia d’acqua”.
“Non solo – prosegue Vincenzi – la nostra presenza ad Expo, con il sistema irriguo esperto Irriframe, frutto della ricerca applicativa dei Consorzi di bonifica italiani, è stata quanto mai opportuna e significativa, ma altri temi all’ordine stanno dimostrando l’attualità del nostro operare: innanzitutto, la funzione anche ambientale dell’irrigazione, da cui dipende larga parte di quel paesaggio territoriale, riconosciutoci nel mondo; poi il tema del riutilizzo delle acque reflue, per il quale ANBI sta chiedendo con forza, al Governo italiano, il superamento di quelle normative, che stanno portando il Paese in infrazione comunitaria per il mancato rispetto di quanto previsto dalla Direttiva Acque; infine, la consapevolezza che le soluzioni non possono essere omogenee, ma devono essere declinate nelle singole situazioni a partire da obbiettivi comuni e cos’è questa, se non l’affermazione dei principi di autogoverno e sussidiarietà, già praticati nei Consorzi di bonifica? Concludere dicendo che i tavoli di Milano sono stato un importante momento di riflessione sul tema della risorsa acqua, è scontato; per noi è stato molto di più, cioè l’affermazione di un’esperienza, esempio nel mondo. Ora non siamo più solo noi a dirlo.”

Arci di Ferrara: rammarico per la vicenda che ha coinvolto il socio del circolo Bolognesi

da: Arci Ferrara

L’Arci di Ferrara esprime ferma condanna e profondo rammarico per la vicenda che ha coinvolto il socio e presidente pro tempore del circolo Bolognesi a cui riconosciamo la chiarezza fin da subito mostrata nel definire l’atto illecito assolutamente riconducilbile alla sua condotta e quindi nettamente svincolata dalle attività e dall’onorabilità del circolo.
Il socio ancora prima di conoscere l’esito del provvedimento, ha rassegnato le dimissioni dal circolo consegnando agli altri ragazzi del consiglio direttivo del Bolognesi l’onere di riorganizzare e ricostruire la propria immagine gravemente colpita dalla vicenda.
Abbiamo espresso la condanna più ferma verso qualsiasi tipo di attività illegale ed in modo ancor più deciso quando queste vengono perpetrate da persone che ricoprono un ruolo importante all’interno delle nostre circa 110 associazioni affiliate.
La Presidenza dell’Arci di Ferrara ha provveduto fin da subito a sospendere cautelativamente l’affiliazione e coinvolto il gruppo dirigente del circolo, per portare solidarietà e per avviare un percorso che, nel periodo di chiusura e finchè sarò necessario, possa aiutare il circolo ad eleggere un nuovo gruppo dirigente e definire nuove modalità per ripartire con ancora più convinzione.
Il Bolognesi rappresenta un’importante risorsa del territorio che si è contraddistinta negli anni per gli innumerevoli progetti di socializzazione e di promozione culturale coinvolgendo tanti cittadini e numerose associazioni ed Istituzioni e che oggi si trova, suo malgrado, a dover superare un momento difficile. L’ARCI di Ferrara non farà mancare il sostegno.

La Presidenza ARCI Ferrara

Dal 12 al 14 ottobre, Ferrara: “Gli ebrei in Friuli, tra integrazione e persecuzione” al via il convegno Meis

da: ufficio stampa Meis

Inizia domani, alle 9, presso il Salone d’Onore dell’Istituto di Cultura “Casa Giorgio Cini” (Via Boccacanale di S. Stefano, 24), la prima giornata del convegno internazionale “Gli ebrei nella storia del Friuli-Venezia Giulia. Una vicenda di lunga durata”, promosso dalla Fondazione MEIS (Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah), in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine e il suo Dipartimento di Scienze Umane, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Trieste, la Comunità Ebraica di Trieste e l’Associazione per lo Studio dell’Ebraismo delle Venezie.
Autorevoli studiosi italiani e stranieri, e giovani ricercatori si confronteranno a Ferrara, per indagare la presenza e il ruolo degli ebrei in un territorio di confine e a maggioranza cristiana quale il Friuli-Venezia Giulia, per secoli diviso fra i domini della Repubblica di Venezia e quelli dell’Impero asburgico, dal Medioevo ai nostri giorni, passando il tragico strappo della Shoah.
Relazioni di elevato profilo scientifico focalizzeranno aspetti generali e particolari della vicenda ebraica nel Nordest italiano: i complessi rapporti fra i nuclei ebraici e la società cristiana, l’organizzazione degli insediamenti ebraici, gli aspetti cruciali della loro vita economica, religiosa e culturale, le dinamiche della quotidianità, le conversioni e la persecuzione nazifascista, fino ai personaggi e alle famiglie illustri.
Il convegno si inserisce nell’ambito delle iniziative che da tempo il MEIS organizza e sostiene, per approfondire i secolari casi degli ebrei in Italia e in Europa, ed è patrocinato dal Comune di Ferrara, da UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) e dalla Comunità Ebraica di Ferrara.
Il programma è disponibile sul sito www.meisweb.it.

BORDO PAGINA
Il volo narrativo di Valentino Tartari fra classicismo e modernità

Da alcuni anni protagonista a Ferrara, Valentino Tartari si propone come scrittore raffinato moderno e classico: una originale reinvenzione e sintesi, uno zoom retrospettivo?
Mi sono appena affacciato in questo mondo e ci sono arrivato in punta di piedi – i piedi dell’umiltà, che intendo fortemente ancora mantenere e conservare, ovviamente. Se guardo indietro, per quel poco che ho fatto, mi ritengo soddisfatto e spero di poter continuare a lungo. Vedo questo mio ‘impegno’ come un assecondare una passione che ho da sempre, quella di scrivere. Sono stato recentemente membro della giuria del Premio Nazionale Gianfranco Rossi ed è stato un onore infinito per me: nonostante la giovane età, mi è stata data la possibilità di poter conoscere da vicino e premiare così illustri esponenti del panorama letterario nazionale attuale e di poter imparare da loro.

Tartari-calipsoTra nobile archetipale tradizione e neomodernità, il focus essenziale, è esatto?
Esattamente. Sono a metà fra tradizione modernità, come gusti e visione letteraria. Prendo spunto dal passato per spiegare il presente; un paio di lenti per osservare la realtà che percepisco.

Ferrara città d’arte e scrittori e-o mito paradossale?
Ferrara è da sempre centro nevralgico di arte e letteratura. La nostra città è un unicum in Italia, sotto ogni punto di vista, sia nel bene che nel male, con i suoi pregi e i suoi difetti. Da un punto di vista artistico, solo per citare un esempio fra i tanti, la Scuola Metafisica conosce una tappa fondamentale e innegabile nella Ferrara dei primi decenni del XX secolo; dal punto di vista letterario e artistico in generale, la nostra città ha avuto l’onore di annoverare, tra i soli “ferraresi”, De Pisis, Boldini, Sturla, Antonioni, Vancini, Bassani, Pazzi, Simoni e tanti altri.
Penso Ferrara sia un calderone importante, da sempre, di conoscenza e di intrecci che spaziano in ogni campo artistico.

Lavori in corso e progetti per il prossimo futuro?
Sto lavorando a un ‘qualcosa’, che ancora non ha forma e nome. Potrà essere un romanzo, un libello, un pensiero lungo, un racconto, ancora non so. Ma il luogo sarà la Ferrara degli anni’30. Vedremo cosa ne verrà fuori o se sarà solo una ‘stella cadente’, ma se sarà qualcosa, lo saprete presto.

il destino delle farfalle-libro
La copertina de Il destino delle farfalle

Su Valentino Tartari:
Nato nel 1993, vive a Ferrara, dove si è diplomato al Liceo Classico Ariosto ed è iscritto all’Università. E’ attualmente membro della redazione di “Ippogrifo”, rivista letteraria del Gruppo Scrittori Ferraresi. Suoi testi appaiono in “Le monete degli Imperatori. La monetazione romana d’età imperiale da Augusto ai Tetrarchi” (2009) e in “Le Unità d’Italia. Primo e Secondo Risorgimento” (2012). Nel 2012 ha pubblicato il suo primo romanzo “Io sono Calipso” e poi nel 2013 “Il Destino delle Farfalle”. Un suo saggio è inserito nel libro “Fabio Pittorru – Romanziere e Saggista” (2014). Questa opera, in ricordo di Corrado Govoni, contiene le sue prime opere poetiche.

Link correlati
Io sono Calipso
Il destino della farfalle

L’OPINIONE
O di qua o di là

La serie di vicende che ha portato alle dimissioni del sindaco Marino si presta, nel merito, a molteplici letture, su cui in tanti si sono esercitati con analisi più o meno raffinate e condivisibili. Si tratta in effetti di una storia complessa, all’interno della quale convergono diversi ordini di considerazioni: sull’uomo, sulle scelte, sul contesto in cui si è trovato ad operare.
Non di questo però vorrei parlare, ma di un aspetto di contorno, che è emerso nei social network e sui giornali, da cui emerge come in altri casi una polarizzazione quasi totale dei giudizi. Siamo ormai diventati un Paese dicotomico, dove ogni compromesso è per definizione un inciucio e dove ogni tentativo di cercare di capire al di fuori e al di sopra degli schieramenti suscita ormai solo diffidenza: o di qua o di là, senza eccezioni e con pene severissime per ogni sospetto di intelligenza col ‘nemico’.
Da una parte c’è infatti chi difende il sindaco a spada tratta e derubrica a semplici sviste le irregolarità accertate (e non smentite), anche se a volte solo qualche mese prima aveva gridato alle dimissioni senza appello per altri amministratori coinvolti in casi analoghi. Dall’altra, specularmente, ci sono invece quelli che, partendo dai medesimi fatti, danno un giudizio globale completamente negativo sull’operato del sindaco in questi quasi tre anni di mandato. Si intuisce che non tutte queste opinioni così nette nascano dal cuore, ma siano spesso la rappresentazione, neanche tanto nascosta, di interessi precisi: da chi pensa che vincerà le prossime elezioni a chi invece teme di poter sparire del tutto. Se è però lecito aspettarsi dai professionisti della politica (e, purtroppo, dell’informazione) comportamenti volti a trarre il massimo vantaggio dalla vicenda – in fondo fa parte del loro mestiere, quello che stupisce è come siano pochissime le voci fuori dai cori contrapposti che si levano dalle persone normali, che scambiano le proprie opinioni sui social network o sui blog dei giornali. Come se non fosse possibile ammettere che, nonostante le tante cose positive fatte come sindaco, Marino si è comunque macchiato di colpe che, ovunque nel mondo civile, porterebbero un amministratore pubblico alle dimissioni.
Non è lecito cioè mischiare il profondo rammarico e anche la rabbia per la fine di un’esperienza che a Roma aveva cominciato ad intaccare un regime affaristico e criminale consolidato da decenni, con la consapevolezza che le cause della catastrofe sono esclusivamente imputabili ai comportamenti dell’ex sindaco. Al contrario, solo valutando con la dovuta severità i suoi comportamenti, sarà possibile cercare di salvare il resto di fronte ad un’opinione pubblica arrabbiata e confusa.

VETRIOLO
La catena d’oro

​Trentamila euro per la catena che simbolicamente cingerà la facciata del duomo: sostanzialmente inutile, ma tanto gradita al vescovo (che pure avrebbe preferito una più robusta cancellata).
Tralasciamo qui ogni considerazioni di merito ed esterniamo un solo inquietante dubbio: posto che trentamila euro per 60 metri di recinzione fanno 500 euro al metro, la domanda è: la catena sarà d’oro?

 

LA RIFLESSIONE
Ma quella catena è emblema di chiusura

di Francesco Fiore

L’ennesimo capitolo della lotta per il sagrato del duomo ha attirato negli ultimi giorni l’occhio dei media locali, quando è stata comunicata la cifra (30.000 euro a carico del Comune) per il progetto di recinzione dell’area antistante alla cattedrale. Se anche non sapevate dell’iniziativa dell’Amministrazione comunale, sicuramente avrete discusso, sentito o anche solamente letto dell’aspro scontro tra il vescovo di Ferrara Luigi Negri e i ragazzi della cosiddetta ‘movida’, che ha ora portato al citato intervento.
La discussione, che va avanti dal 2013 con occasionali picchi di tensione, ha alla sua base l’idea di decoro, urbano e morale, e si è sviluppata come un ‘1vs1’ tra due poli opposti: moralità e divertimento. In base al proprio convincimento si assegna un valore positivo a uno dei due poli e un valore negativo all’altro, precludendosi di fatto la possibilità di trovare qualsiasi punto di incontro. Il limite, da cui deriva la sterilità del dibattito sulla questione, è proprio il concetto di degrado, infatti “degrado è un termine che ha un significato diverso a seconda di chi lo utilizza, ed è proprio questo che lo rende tanto utile per il linguaggio del potere. Può intendersi come degrado fisico […], oppure può essere inteso come degrado morale e sociale, e in quel caso le azioni che risulteranno saranno dirette fin dall’inizio della pianificazione a provocare modifiche sulle persone oltre che sugli ambienti, sulla composizione sociale del quartiere degradato prima che sui muri. E se è vero che il degrado fisico degli edifici può essere valutato con parametri tecnici e quindi grosso modo condivisibili dai diversi attori, il degrado morale o sociale è questione delle più arbitrarie, perché informato dal sistema di valori di chi lo denuncia”. (Gian Maria Valent, “La riqualificazione urbana come mezzo di controllo sociale”, clic qua per leggere).

In questo modo la soluzione a un problema reale, che interessa tutta la collettività, diventa un intervento urbano che reitera anche a livello fisico la distanza tra le due parti, separate da una distanza di valori e una spiccata incapacità comunicativa. Le catene della recinzione diventano così un simbolo di chiusura, il quale instaura un ulteriore barriera tra due elementi della stessa comunità che condividono lo stesso spazio fisico, senza che si agisca minimamente sul problema al centro del dibattito, come confermano gli stessi promotori del progetto affermando che “nessuna soluzione potrà far fronte alla poca educazione e al disdoro procurato dai ‘fruitori della notte’, ma sarà un limite ben evidenziato che consentirà interventi di ordine pubblico più mirati”. (Estense.com)

Questa battaglia tra difensori della moralità e perturbatori del buon costume ha portato solo ad avere una piazza spesso sporca e, se l’intervento dell’Amministrazione andrà andrà a buon fine, anche preclusa (almeno parzialmente) ai suoi principali frequentanti. Per questo dobbiamo spostare il piano della discussione su un terreno più fertile, dal quale possano nascere soluzioni adeguate e mature consapevolezze, condizioni imprescindibili per un reale e condiviso miglioramento sociale.

IMMAGINARIO
Salute a te
La foto di oggi…

Ce ne sono diverse in ogni città, più o meno antiche, più o meno belle, ma tutte le edicole danno un senso di calore perché racchiudono al proprio interno una presenza silenziosa che ti aspetta mentre incedi per strada e, con garbo e delicatezza, ti porge un saluto.

In foto: edicola con Madonna e Gesù bambino, via Resistenza altezza vicolo del Pero, Ferrara.

ACCORDI
Le due Chiese.
Il brano di oggi

C’è una Chiesa, quella di papa Francesco, che si rinnova, dialoga e si apre alla società; che si fa interprete del bisogno di giustizia, che traduce in solidarietà attiva lo spirito ecclesiastico di fratellanza, che denuncia le storture del capitalismo e assume la difesa dei poveri, dei diseredati, di chi soffre… E ce n’è un’altra, impettita e borghese, abbarbicata ai dogmi e ai privilegi di casta, per la quale l’apparenza conta più della sostanza, che mostra falsi sorrisi e cela i coltelli dietro la schiena…

Claudio-Lolli-cantautore-zingari-felici-rassegna-storica
Claudio Lolli in un’immagine storica del cantautore di “Ho visto degli zingari felici”

Claudio Lolli, Borghesia

[per ascoltarlo cliccare sul titolo]

 

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…