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Giorno: 4 Dicembre 2017

La newsletter del 4 dicembre 2017

Da Ufficio Stampa Comune di Ferrara

 

AMBIENTE/RIGENERAZIONE URBANA – Mercoledì 6 dicembre alle 9.30 al Museo civico di Storia Naturale

Convegno su “Un Po di partecipazione/Buone pratiche educative e coinvolgimento della cittadinanza”

04-12-2017

Un Po di partecipazione/Buone pratiche educative e coinvolgimento della cittadinanza” è il tema del convegno regionale che si terrà mercoledì 6 dicembre alle 9.30 al Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara(via Filippo de Pisis 24) a cura del Centro IDEA. La partecipazione al convegno di Ferrara è gratuita ma, per motivi logistici, è necessario registrarsi compilando il modulo di iscrizione.

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori)

Buone pratiche educative e coinvolgimento della cittadinanza nell’ambito del Progetto INFEAS “Educazione all’ecosistema del fiume Po”.

Il progetto “Educazione all’ecosistema del fiume Po”, sviluppato nell’ambito del Programma di informazione ed educazione alla sostenibilità della Regione Emilia-Romagna per il triennio 2017-2019, coinvolge cinque Centri di educazione alla sostenibilità, da Piacenza al Delta del Po, amministrazioni locali, scuole e associazioni e consiste in una ricerca-azione educativa e partecipativa che intende aiutare cittadini giovani e adulti a conoscere e gestire meglio la realtà fluviale.

Si tratta di un obiettivo ambizioso, guidato dalla volontà di salvaguardare l’ambiente fluviale e la cultura ad esso legata diffondendo la conoscenza del patrimonio del territorio solcato dal Grande Fiume. Il Centro IDEA, partner di progetto, organizza il 6 dicembre al Museo di Storia Naturale, una giornata dedicata ai risultati di progetto dal titolo “Un Po di Partecipazione – Buone pratiche educative e coinvolgimento della cittadinanza”. 

Una seconda giornata dedicata al progetto si terrà a Piacenza il 14 dicembre sulle “Politiche e strategie del territorio”. Il convegno di Ferrara del 6 dicembre è dedicato alla presentazione delle principali attività svolte e degli esiti del “Questionario per rilevazione fabbisogni educativi” sottoposto a stakeholder e scuole.

Questi gli interventi:

9.30 Saluti
Caterina Ferri, a
ssessora all’Ambiente del Comune di Ferrara – Stefano Mazzotti, Direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara

Introduzione
Roberta Fusari, Assessore Urbanistica, Edilizia, Rigenerazione Urbana del Comune di Ferrara – Paolo Tamburini, Area Educazione alla Sostenibilità, Arpae Emilia-Romagna

Francesco Scafuri, Ufficio Ricerche Storiche del Comune di Ferrara
Il fiume Po e Ferrara tra storia, paesaggio e società

Alessio Stabellini, Servizio Ambiente del Comune di Ferrara CEAS Centro IDEA, Comune di Ferrara – Il Bosco di Porporana: un’oasi di educazione, integrazione, condivisione e biodiversità

Carla Corazza, Stazione di Ecologia, Museo Civico di Storia Naturale del Comune di Ferrara:
Il coinvolgimento dei cittadini nello studio e nella gestione del paesaggio fluviale

Maria Pia Pagliarusco, Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Delta del Po e CEAS Aree Protette Delta del Po – Le Riserve della Biosfera del MAB Unesco come aree di sperimentazione della sostenibilità e di elaborazione di proposte per lo sviluppo, a beneficio delle comunità locali. L’esperienza dei ragazzi partecipanti all’UNESCO MAB Youth Forum 2017

Benedetta Bolognesi, Ceas Valli e Fiumi, dei comuni di: Argenta, Comacchio, Mesola, Ostellato, Portomaggiore (FE) – Uomini tra terra e acqua: La bonifica e il rapporto uomo/acqua (quotidianità, attività didattiche svolte nei 5 comuni, gestione idrica rappresentata dalla commistione pubblico/privato del Museo della Bonifica)

Debora Lanzanova, CEAS Area Padana, Comune di Monticelli d’Ongina
Un Po… di Inclusione: esperienza di realizzazione nel Museo del Po di didascalie inclusive, realizzate con le tecniche della Comunicazione aumentativa alternativa (CAA)

Alessandra Bonomini, Ceas Infoambiente del Comune di Piacenza e Micaela Bertuzzi, Associazione Arti e Pensieri: Gocce di Po Esperienze e pensieri sul fiume a Piacenza

Giacomo Buganè, CEAS Geol@b, Lamone Bene COMUNE:
Dal progetto INFEAS al Manifesto di fiume

Conclusioni
Giancarlo Sacchi, Esperto di Politiche formative
Analisi dei fabbisogni educativi emergenti e valorizzazione delle attività realizzate

 

Per info:
– Questionario per rilevazione fabbisogni educativi.
– Materiali per il convegno di Piacenza, 14 dicembre 2017, Un po di educazione: politiche e strategie per il territorio

– la pagina del CentroIDEA

– la pagina del Museo civico di Storia Naturale

– i due convegni sulle pagine di Educazione a alla sostenibilità

4.a COMMISSIONE CONSILIARE – Martedì 5 dicembre alle 16 nella sala Zanotti della residenza municipale

Esame di delibera relativa al “Piano Urbanistico Comunale”

04-12-2017

La 3.a Commissione Consiliare – presieduta da consigliere Facchini – si riunirà martedì 5 dicembre alle 16 nella sala Zanotti della residenza municipale, per l’esame della delibera “Piano Urbanistico Comunale – 2° Piano Operativo Comunale con valore ed effetti di variante alla Classificazione Acustica, controdeduzioni alle osservazioni e ai pareri formulati dalla Provincia e dagli Enti competenti ed approvazione” (assessora Roberta Fusari).

CULTURA – Da giovedì 7 a giovedì 21 dicembre nelle sale di palazzo Muzzarelli Crema (via Cairoli 13)

“Professione Reporter”: cinquant’anni di storia per tredici fotografi

04-12-2017

Saranno tredici i fotografi ferraresi protagonisti della mostra “Professione Reporter” organizzata dal Circolo della Stampa di Ferrara, in programma da giovedì 7 a giovedì 21 dicembre 2017 nelle sale di palazzo Muzzarelli Crema, in via Cairoli 13 a Ferrara. Con le loro foto, scattate in città o in giro per il mondo, i fotoreporter racconteranno cinquant’anni di cronaca, sport e cultura, dagli anni Sessanta fino ai giorni nostri. L’inaugurazione sarà giovedì 7 dicembre alle 18.30. Visitabile fino al 21 dicembre il sabato e i festivi ore 10-19, feriali ore 15-19.

I fotografi sono: Marco Caselli Nirmal, Michelangelo Giuliani, Mario Fornasari, Andrea Samaritani, Ippolita Franciosi, Luca Gavagna, Gino Perin, Sergio Gaetano Pesci, Mario Rebeschini e Federico Vecchiatini. Assieme a loro verranno esposte anche foto tratte dagli straordinari archivi di tre “storici” fotografi cittadini, che gli eredi hanno concesso alla mostra: Edmondo “Mondo” Bragaglia, Aroldo “Ardin” Dinelli e Oreste Biancolli.
Con le loro immagini, almeno cinque per ciascuno, tutte di grande formato, i fotografi contribuiranno a creare un suggestivo e inedito mosaico, che documenterà il loro percorso professionale e il loro personale punto di vista sugli avvenimenti, i luoghi e i personaggi che hanno caratterizzato cronaca e società di quest’ultimo mezzo secolo.
La mostra, la prima “collettiva” mai allestita in città,  ha il sostegno di Bper Banca, di Ascom Ferrara, della Fondazione Cassa di risparmio di Ferrara (che ha messo a disposizione le sale al piano terra di palazzo Muzzarelli  Crema) e il patrocinio dell’Ordine nazionale dei giornalisti, dell’Airf (l’Associazione italiana dei fotoreporter) e del Comune di Ferrara. L’allestimento, la grafica e il design sono curati, a titolo amichevole, dall’architetto Vittorio Anselmi, da Marco Raimondi, dall’impresa Rescazzi e dalla tipografia Marfisa.

Per info: posta@circolostampafe.it, Gino Perin, ginoperin@alice.itginoperin@alice.it, cell. 335 7250937, www.circolostampafe.it

(A cura di Circolo della stampa Ferrara)

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Conferenza martedì 5 dicembre alle 17 in via Scienze

Carlo Rosselli e il suo ‘socialismo liberale’

04-12-2017

Sarà incentrata sulla figura e il pensiero politico di Carlo Rosselli la conversazione fra Andrea Baravelli e Paolo Veronesi in programma martedì 5 dicembre 2017 alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea (via delle Scienze 17, Ferrara). L’incontro, a cura dell’Istituto Gramsci e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, sarà coordinato Anna Quarzi.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Carlo Rosselli ha rivestito un ruolo fondamentale nel pensare e organizzare un antifascismo fuori dagli schemi. Molto peraltro lo differenziava dal fratello Nello, assieme al quale è stato assassinato il 9 giugno 1937, da sicari di destra, mentre si trovava in esilio in Francia. Ma quali idee sosteneva Carlo Rosselli e quale influsso esse hanno esercitato sul pensiero politico italiano? Cosa lo differenziava dagli altri avversari del fascismo e perché era così temuto? Un percorso nella vicenda biografica di due italiani atipici (e troppo spesso dimenticati) con un serrato confronto sulle pagine del volume “Socialismo liberale”, l’opera più importante di Carlo Rosselli.
Andrea Baravelli è Ricercatore di storia contemporanea presso l’Università di Ferrara. Si è occupato dello studio dei linguaggi politici, con particolare attenzione per gli anni della crisi dello stato liberale dopo la grande guerra, e della storia politico-istituzionale dell’Italia negli anni Settanta, a fronte della minaccia terroristica.
Paolo Veronesi è Professore di Diritto costituzionale presso l’Università di Ferrara. E’ autore di monografie, di curatele e di numerosi articoli sulle principali riviste di diritto pubblico e costituzionale. Si è occupato prevalentemente di diritti e libertà, bioetica, organizzazione costituzionale e conflitti tra poteri, fonti del diritto e giustizia costituzionale.

ECONOMIA E TERRITORIO – Martedì 5 dicembre dalle 9,30 alle 13 convegno in corso Ercole I d’Este 37 a Ferrara

Le autonomie territoriali dopo la crisi: esperti e amministratori a confronto

04-12-2017

(Comunicato a cura dell’Università di Ferrara)

Martedì 5 dicembre 2017, nell’ Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza di Ferrara, in corso Ercole I D’Este 37, dalle 9,30 alle 13 si terrà il convegno Le autonomie territoriali: voltare pagina dopo la crisi.

L’iniziativa è dedicata alla relazione tra autonomie territoriali e “crisi”, sotto i diversi profili che in questi ultimi anni hanno visto gli enti locali esposti alla congiuntura economica negativa, ma anche delle prospettive del “dopo crisi”, con la presentazione di una ricerca condotta da docenti di diritto amministrativo delle Università di Ferrara (Gardini, De Donno, Magri) e Bologna (Vandelli), alle quali seguirà una tavola rotonda isatituzionale con il Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, il consigliere regionale Paolo Calvano, il Magistrato della Corte dei Conti Tiziano Tessaro e viceprefetto A. Sabato.

Questo il programma:
Indirizzi di saluto
 del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Giovanni De Cristofaro
Relazioni – 
Ore 9,45 – 11,15
Presiede e introduce:Luciano Vandelli (SPISA, Università di Bologna)
Gianluca Gardini (Università di Ferrara)Crisi e nuove forme di governo territoriale
Marzia De Donno (Università di Ferrara) I Comuni nell’area vasta: alla ricerca dell’adeguatezza
Marco Magri (Università di Ferrara) La”legalità finanziaria” e il controllo della Corte dei Conti

Tavola rotonda – Ore 11,30 – 13,00
Paolo Calvano (Consigliere della Regione Emilia Romagna)
Fabrizio Matteucci (Direttore di ANCI Emilia-Romagna)*
Adriana Sabato (Viceprefetto Vicario della Prefettura di Ferrara)
Tiziano Tagliani (Sindaco del Comune di Ferrara e Presidente della Provincia di Ferrara)
Tiziano Tessaro (Consigliere della Corte dei Conti, Sezione regionale di Controllo per il Veneto)

Interventi e dibattito

In occasione del Convegno verranno presentati i volumi L. Vandelli, G. Gardini, C. Tubertini (a cura di), Le autonomie territoriali: trasformazioni e innovazioni dopo la crisi, Rimini, Maggioli, 2017, M. Magri, I controlli sugli enti territoriali nella attuale congiuntura,Rimini, Maggioli, 2017

FONDAZIONE BASSANI – Dal 13 dicembre 2017 al 31 gennaio 2018 esposizione a Casa Arisosto

L’esperienza americana di Giorgio Bassani raccontata in mostra dai testimoni dell’epoca

04-12-2017

(Nota a cura della Fondazione Giorgio Bassani)

Dal 13 dicembre 2017 al 31 gennaio 2018, a Ferrara, nella sala n. 1 della Fondazione Giorgio Bassani, sita al piano terra di Casa Ariosto, via Ariosto 67, da martedì a domenica, ore 10.00/12.30 e 16.00/18.00, sarà possibile visionare, accanto ad una breve storia della Fondazione Giorgio Bassani, anche la documentazione relativa al recente incontro all’Indiana University  tra Paola Bassani, presidente della Fondazione e il prof. Valerio Cappozzo  dell’Università del Mississipi, con il prof. Edoardo Lèbano e alcuni studenti del Campus americano a cui  Bassani ha fatto riferimento in “Campus”, la poesia pubblicata nella raccolta “In gran segreto”.
La documentazione esposta fa riferimento  all’importante donazione effettuata alla Fondazione Giorgio Bassani da Edoardo Lèbano nel 2008.

Cosi il professor Valerio Cappozzo, Assistant Professor of Italian e Director of the Italian Program all’University of Mississippi, ha raccontato l’evento:
‘Da Ferrara all’America. Bassani in cerca di Bassani’
Bloomington, Indiana, 8 novembre 2017

All’Indiana University Paola Bassani ha conosciuto Edoardo Lèbano, fautore dell’esperienza americana del padre raccontata nel libro Lezioni americane di Giorgio Bassani (a cura di Valerio Cappozzo, Giorgio Pozzi Editore, Ravenna 2016).
Nel semestre primaverile del 1976 Lèbano invitò Giorgio Bassani a insegnare la propria opera in versi e in prosa, esperienza di cui se ne sapeva molto poco pur se, ritornato a Roma, scrive in una lettera: «il periodo che ho trascorso a Bloomington mi appare come uno dei più felici della mia vita».
Su queste tracce si è messa la figlia Paola che ha attraversato l’oceano Atlantico per approdare nel midwest americano, dove il padre scrisse alcune delle più significative liriche di In gran segreto, l’ultimo libro di poesie pubblicato da Mondadori nel 1978. Questo ‘segreto’, grazie alla delicatezza intellettuale della figlia, non è tanto stato svelato, quanto rispettosamente osservato nella giornata di studi organizzata dal dipartimento di Italianistica della Indiana University grazie al direttore, Massimo Scalabrini, con la partecipazione di Edoardo Lèbano, del sottoscritto e alla presenza di tanti studenti di master e dottorato, professori e curiosi. Un evento colmo di significato e piacevolmente trascorso tra le stesse mura che hanno sentito le lezioni dalla viva voce di Bassani. Presente anche Augustus Mastri, allievo di Lèbano e di Bassani, professore alla University of Louisville, che ha condiviso i suoi ricordi e parlato dei compagni di corso.
Del libro è stata raccontata la genesi e come ho trovato nel 2008 le lettere inedite di Bassani indirizzate a Lèbano, tutti particolari contenuti in Lezioni americane di Giorgio Bassani insieme alla pubblicazione delle lettere stesse, e si è parlato anche delle presentazioni in giro per il mondo, dagli Stati Uniti all’Italia, da Francoforte a Mosca, mettendo l’accento sulla ricezione dell’opera di Bassani da parte di pubblici diversi e internazionali raggiunti grazie alle attività della Fondazione Giorgio Bassani.
A questo punto il professor Lèbano ha incominciato il suo ricordo. Un racconto durante il quale non è mai stato pronunciato il cognome Bassani, ma solo il nome di Giorgio, «il mio amico Giorgio». Il professore ha raccontato dei loro incontri in Italia e in America, delle lezioni alle quali ha assistito e anche del viaggio che lo scrittore fece a Bloomington l’anno successivo, testimonianza di un affetto conservatosi a distanza di tempo. Paola Bassani, commossa dal racconto insieme umano e personale di Lèbano, ha ricordato l’interesse del padre per l’America, per la sua letteratura e la fascinazione nel passarci dei periodi sentendosi distaccato, in qualche modo, da tutto e da tutti. Sicuramente la sua scrittura ne ha risentito come anche la revisione ultima de Il romanzo di Ferrara fatta in quegli anni. “Spirito, carattere e stile” sono state le parole chiavi dell’intervento di Paola Bassani, ben accolto dagli studenti che le hanno posto diverse domande, felici di avere la possibilità di farle direttamente e non solo di cercare risposte tra le pagine dei libri. La stessa cosa era successa al padre che nella poesia composta da Bloomington, Campus, riassume la curiosità degli studenti di fronte all’incarnazione della cultura italiana: «considera più valido Manzoni -interrogano dolcemente-/ ovvero / Antonioni?/ Opta per la linea Borromini-Fellini diciamo o per quella/ Rossellini?/ E Verdi? Non pare a Lei che Giuseppe/ Verdi ricordi come fenomeno un po’/ il nostro Gershwin?/ […] E lei medesimo infine in che rapporto si sente/ col Boccaccio?».
La presentazione si è conclusa con nuove prospettive di ricerca sul periodo canadese di Bassani nel 1978, aspetto sconosciuto della sua biografia che presenterò a maggio a Ferrara nei nuovi locali della Fondazione Giorgio Bassani, da poche settimane trasferitasi a Casa Ariosto. In questo modo, dopo le Lezioni americane, avremo modo di porre l’attenzione e di rivelare nuovi dettagli biografici grazie alle Lezioni canadesi dello scrittore ferrarese.
Ma la visita di Paola Bassani a Bloomington è stata anche altro: una lunga passeggiata nel campus universitario tra l’oro e il rosso acceso degli alberi in ultima fase autunnale in compagnia degli studenti e della direttrice del museo Heidi Gealt che ci ha illustrato i murales di Thomas Hart Benton di cui uno è in copertina al libro presentato a Bloomington. Nella nostra passeggiata ci siamo interrogati su quello che ha spinto Bassani in un posto da cui lui stesso scrive: «qui le ore trascorrono lentissime. Vivo in una cittadina composta quasi esclusivamente di villette con giardino, abbastanza graziose, prendendole una per una, ma nell’insieme piuttosto mortuarie. Al centro della cittadina-accampamento, un complesso di grandi edifici di stile tra il Neo-gotico e l’Eur, dove ha sede, fra gli alberi, la città universitaria vera e propria. Lì, io sto. E, in pratica, non esco mai oltre il limite del cosiddetto campus. La noia è grande, immensa». Noia che gli ha permesso di insegnare e scrivere con particolare vigore, in modo differente scoprendo nuove forze e ragioni.
La visita di Paola Bassani ha senza dubbio riportato in vita un periodo del passato importante per il padre e per chi ha avuto la fortuna di essere testimone del suo passaggio. La sera ci siamo riuniti a casa di Lèbano dove lo scrittore ferrarese usava leggere le sue poesie e dialogare con gli amici americani. Abbiamo anche riletto le lettere indirizzate a Lèbano e ci sono sembrate per un attimo scritte dalla figlia Paola pochi giorni fa: «Caro Lèbano, avrai già ricevuto, suppongo, il telex col quale ti avverto che sarò a Bloomington con arrivo all’aeroporto alle ore 21:45. Spero proprio di rivederti subito dopo che avrai parcheggiato la mitica Fiat 124 lì fuori, a destra dell’ingresso. Resterò a Bloomington due giorni». Due giorni appunto è rimasta Paola, giusto il tempo per rendere omaggio a questo importante periodo indiano recentemente riscoperto.

Immagini: foto dell’incontro tra Valerio Cappozzo, Paola Bassani ed Edoardo Lèbano l’8 novembre 2017

BIBLIOTECA BASSANI – Mercoledì 6 dicembre alle 17 nella sala di via Grosoli 42

Storie natalizie con sorpresa per bambini dai 4 ai 10 anni

04-12-2017

Mercoledì 6 dicembre alle 17 alla Biblioteca Giorgio Bassani (via G. Grosoli 42 a Ferrara, quartiere Barco) l’appuntamento con letture ad alta voce per bambini dai 4 ai 10 anni per il ciclo di incontri “L’Ora del racconto” che per tutto il mese saranno sul tema di “Aspettando la magica notte”.

Sarà Erik Ferrari ad animare il pomeriggio con la lettura di “Niente giocattoli, quest’anno!”, una storia natalizia con sorpresa, scritta da Charise Neugebauer e illustrata da Barbara Nascimbeni (edizioni Nord-Sud, 2000) e di “Poesie di dicembre” di Vivian Lamarque con illustrazioni di Alessandro Sanna (Emme edizioni, 2010).

Illustrazione libro Poesie di dicembre di A.SannaSeguirà la preparazione di un biglietto natalizio con i nonni della Casa di Riposo “Santa Teresa”, Fondazione Braghini Rossetti di Barco. La partecipazione al laboratorio è limitata a 25 posti.

Per info: Biblioteca Giorgio Bassani, via Grosoli 42, Ferrara, info.bassani@comune.fe.it, tel. 0532 797414.

 

 

 

PROTEZIONE CIVILE REGIONALE: ALLERTA N. 132/2017

ALLERTA GIALLA PER GHIACCIO/GELO

04-12-2017

L’Agenzia Regionale di Protezione Civile dell’Emilia Romagna ha emesso l’allerta n. 132/2017 – livello di criticita GIALLO  – dalle ore 00:00 del 5/12/2017 alle ore 00:00 del 6/12/2017.  Si prevede la persistenza delle temperature minime al di sotto della norma climatica, i valori potranno scendere attorno a -5°C determinando la formazione di ghiaccio al suolo nel territorio ferrarese.

Gli avvisi e le allerta dell’Agenzia di Protezione Civile dell’Emilia Romagna

Si invita la popolazione ad adottare le misure di autoprotezione consigliate visionabili nei links sotto riportati.

L’Introductorium di Albumazar. Conferenza di Marco Bertozzi e Mirna Bonazza

Da Daniele Biancardi

Mercoledì 6 dicembre 2017 ore 17 Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara Sala Agnelli

Conferenza di Marco Bertozzi e Mirna Bonazza

Enigmi astrologici alla corte degli Estensi
Abū Ma‘shar al-Balkhi, Ja‘far ibn Muhammad, conosciuto nel Medioevo latino come Albumasar (787-886), grande matematico, astronomo, astrologo e filosofo persiano, è autore di un Introductorium maius in astronomiam, che, come buona parte dei suoi scritti, fu tradotto dall’arabo in latino nel XII secolo ed ebbe poi larga circolazione tra Quattro e Cinquecento. In particolare l’Introductorium è stato ampiamente utilizzato da Pellegrino Prisciani per la ideazione della fascia astrologica degli affreschi di Palazzo Schifanoia, come per primo ha dimostrato il grande storico della cultura Aby Warburg. Dell’opera si conserva in Biblioteca Ariostea un prezioso incunabolo (Augusta, Erhard Ratdolt, 31 III 1489, Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea, S 10.1.12), che contiene duecentosessantatre illustrazioni xilografiche, raffiguranti i segni zodiacali associati ai pianeti, rappresentati simbolicamente dalle divinità pagane romane di riferimento.

A cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea

Bilancio 2018. La Regione con i conti in ordine: 33 milioni recuperati da riduzione della spesa e semplificazione, 42 milioni l’avanzo di gestione

Liberati 240 milioni di fondi propri e pieno utilizzo di quelli europei: manovra espansiva per crescita, occupazione e sviluppo sostenibile con investimenti per 1 miliardo e 400 milioni di euro.

Nessun aumento delle tasse per il terzo anno consecutivo e incremento delle risorse in tutti i settori chiave, a favore di imprese, lavoro, scuola e formazione, sanità e welfare, agricoltura, infrastrutture, digitale e banda ultra larga, turismo, cultura. Il progetto di legge di bilancio 2018-2020 approvato dalla Giunta inizia l’iter in commissione consiliare, l’arrivo in Aula entro le prossime tre settimane. Bonaccini: “Continueremo a condividere le scelte fondamentali con le parti sociali all’interno del Patto per il lavoro”

Bologna – Investimenti per oltre 1 miliardo e 400 milioni di euro per la crescita, l’occupazione e lo sviluppo sostenibile, a favore di imprese (Pmi, ricerca e innovazione, accesso al credito, internazionalizzazione, attrattività), lavoro, scuola e formazione, sanità e welfare, agricoltura, infrastrutture, digitale, turismo, cultura.

Ad attivarli il Bilancio 2018-2020 della Regione Emilia-Romagna, manovra che per il prossimo anno ammonta a quasi 12 miliardi di euro, di cui 8,3 stanziati dal Fondo sanitario nazionale per la sanità regionale. Il progetto di legge di bilancio, approvato dalla Giunta e presentato oggi nella sede di viale Aldo Moro dal presidente della Regione Stefano Bonaccini e dall’assessora al Bilancio, Emma Petitti, ha iniziato l’iter in commissione consiliare. L’arrivo in Aula per l’esame e il via libera definitivo dell’Assemblea legislativa è previsto entro le prossime tre settimane.
Un Bilancio dal forte impatto espansivo, che punta a rafforzare le politiche per la crescita (+1,7% la stima del Pil regionale nel 2017, la più alta in Italia assieme alla Lombardia) e per nuovi posti di lavoro (6,4% la disoccupazione a giugno 2017, dal 9% di inizio legislatura a inizio 2015, con le proiezioni che parlano del 6% a fine anno).
Un Bilancio che partendo dal gioco di squadra portato avanti attraverso il Patto per il Lavoro siglato dalla Regione con le parti sociali, i territori, le università e il Terzo settore, non tocca le tasse – nessun aumento delle imposte regionali per il terzo anno consecutivo – e si basa su alcune scelte ben precise, aumentando le risorse per internazionalizzazione, attrazione di investimenti, ricerca e innovazione, la realizzazione e la riqualificazione di ospedali (compresi quelli di montagna), servizi sanitari portati sempre più vicini ai cittadini con 25 nuove Case della salute (che si aggiungono alle 97 esistenti), l’ambiente e la prevenzione del dissesto idrogeologico, con il raddoppio della manutenzione ordinaria e straordinaria del reticolo idrografico, versanti di frana e di costa. E ancora: l’aiuto a chi ha bisogno, con il 2018 primo anno di piena applicazione del Reddito di solidarietà, il trasporto pubblico locale e la viabilità, con 10 milioni di euro per interventi sulle strade provinciali e quelle comunali in Appennino, lo sport, l’impiantistica sportiva e i grandi eventi, e sempre più cultura, cinema, audiovisivo, con anche la nuova legge sulla musica cui va 1 milione di euro.
“Siamo davvero la locomotiva del Paese- ha detto il presidente Stefano Bonaccini-. Ma al di là dei numeri, pur importanti e positivi, noi guardiamo alle persone e ai territori. Siamo una regione che sta attraendo sempre più investimenti nazionali e dall’estero, puntando su internazionalizzazione, ricerca e innovazione, dopo aver fatto il maggior taglio dei costi della politica mai realizzato e risparmiato 300 milioni di euro in due anni negli acquisti della pubblica amministrazione grazie all’Agenzia regionale unica per gli acquisti. Crescita senza lasciare indietro nessuno: da qui il Reddito di solidarietà, e il 2018 sarà il primo anno di piena applicazione, il potenziamento di ospedali e strutture sanitarie, nuove Case della salute e maggiori stanziamenti per lo sport e la cultura, che con quelli del prossimo anno vedrà triplicati i fondi. E continueremo a condividere le misure con le parti sociali attraverso il Patto per il lavoro, che sta dimostrando tutta la sua efficacia: potremmo chiudere la legislatura con la disoccupazione al 4-5 per cento, in sostanziale piena occupazione, e senza aver aumentato le tasse regionali di un solo euro”.
“E’ un bilancio che fotografa un importante lavoro su semplificazione e razionalizzazione della spesa– ha aggiunto l’assessora al Bilancio, Emma Petitti- da cui sono arrivati significativi risparmi, derivanti in particolare dalla riduzione degli oneri finanziari e dalla riorganizzazione dei servizi. I pilastri su cui abbiamo cominciato a lavorare in questa legislatura sono stati confermati. C’è una crescita e un’attenzione in tutti i settori. Inoltre credo che siamo riusciti a dare risposte ai territori e agli Enti locali che le attendevano”.

Crescita e occupazione, manovra espansiva grazie ai conti in ordine
Dunque, una manovra che conferma l’azione anticiclica portata avanti negli ultimi tre anni, attraverso una politica industriale pubblica possibile grazie a due fattori principali: in primo luogo i conti in ordine, con 33 milioni recuperati da contenimento delle spese e semplificazione e 42 milioni di avanzo di gestione, che permettono di liberare per spese di investimenti oltre 250 milioni in completo autofinanziamento; secondo elemento, il pieno utilizzo dei Fondi europei (1 euro speso ne genera 7), che con l’aumento da 59 a 80 milioni di euro della quota di co-finanziamento regionale dei fondi Ue permette di innescare investimenti per 482 milioni col Piano di sviluppo rurale (Psr) e 130 milioni col Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale (Por Fesr). A ciò si aggiungono i Fondi di sviluppo e coesione, con progetti infrastrutturali (strade, linee ferroviarie, Trasporto pubblico locale, piste ciclabili) per 240 milioni di euro sempre nel triennio 2018-2020 e che inizieranno a essere attivati dal prossimo anno dopo la firma dell’Accordo di programma fra Governo, Regione e Città Metropolitana di Bologna dello scorso settembre. Infine, sono 400 i milioni per investimenti nella sanità per la realizzazione e riqualificazione di ospedali e strutture sanitarie, ammodernamento informatico e tecnologico, acquisto di nuovi strumenti diagnostici.
Rispetto ai singoli comparti economici, 55,3 milioni vanno sulle attività produttive per rafforzare il ruolo del sistema manifatturiero, delle Pmi e delle filiere: 20,3 milioni per il cofinanziamento dei fondi Por-Fesr e 35 milioni per attrattività degli investimenti, internazionalizzazione, contratti e accordi di sviluppo, agevolazione al credito, ulteriori interventi nell’area del Tecnopolo di Bologna, sempre di più hub europeo dei big data e del digitale.
Per il turismo, che sta conoscendo un vero e proprio boom (52 milioni di presenze nei primi nove mesi dell’anno, tante quante tutto l’anno passato), e il commercio vengono stanziati 38,2 milioni, 8,6 in più rispetto al 2017, per le destinazioni turistiche, la montagna, il sistema dei cofidi, compresi quelli per gli esercizi commerciali.
E crescono anche i fondi regionali per l’agricoltura: 35,5 milioni (+3), con una attenzione particolare per i giovani imprenditori, il biologico (gli ettari coltivabili salgono dall11,5 al 15%), l’agro-ambiente, la bieticultura con la difesa dello zucchero italiano e la promozione delle 44 Dop e Igp regionali.
Prosegue poi l’infrastrutturazione digitale della regione, con 250 milioni (70 quelli regionali) destinati nel prossimo triennio al Piano banda ultra larga che porterà internet veloce in tutti i territori (abitazioni, imprese, scuole, edifici pubblici) entro il 2020.
Crescita e occupazione ma secondo un modello di sviluppo sostenibile che passa per il rafforzamento di welfare e servizi sanitari da una parte e tutela dell’ambiente dall’altra.

Sanità
Confermati i 116 milioni regionali per il Fondo per la non autosufficienza (435 milioni le risorse complessive, considerate le risorse nazionali), il piano degli investimenti arriva a quasi 400 milioni: oltre 342,5 per la realizzazione e riqualificazione di ospedali e strutture sanitarie; 7,4 milioni per l’ampliamento e il potenziamento degli ospedali di montagna; 20,5 per l’ammodernamento tecnologico, informatico e l’acquisto di nuovi strumenti diagnostici; 24 milioni per 25 nuove Case della Salute, che andranno ad aggiungersi alle 97 completate in tutto il territorio regionale.
Prosegue anche il rafforzamento degli organici, dopo le 4.300 assunzioni a tempo indeterminato negli ultimi due anni di medici, professionisti, infermieri, operatori. In particolare, sempre in seguito agli accordi siglati coi sindacati, nel biennio 2018-19 verranno stabilizzati 350 medici e dirigenti sanitari oggi precari.

Welfare
Il 2018 sarà il primo anno di piena applicazione del Reddito di solidarietà, la misura di lotta contro la povertà e sostegno alle persone e ai nuclei familiari in situazione di estremo disagio economico. 35 milioni di euro stanziati dalla Giunta, per un aiuto che potrà andare da 80 a massimo 400 euro per una famiglia composta da 5 persone a seguito dell’adesione a un progetto di impegno sociale o reinserimento lavorativo. Una misura che si sta già dimostrando efficace nell’intercettare bisogni reali: 6.100 le domande per avere il sostegno nei primi due mesi di avvio del Res, lo scorso settembre.
54,5 milioni (34,5 regionali più 20 del Fondo sociale nazionale) vanno poi a i servizi 0-6 anni (nidi e materne), adolescenza e giovani, famiglia, politiche abitative e abbattimento delle barriere architettoniche, Terzo settore e cooperazione internazionale allo sviluppo.

Ambiente
Chiara la scelta fatta nel nuovo Bilancio, con oltre 15 milioni in più stanziati per la tutela di ambiente e territorio. Saranno così 62 i milioni destinati a difesa del suolo e della costa, Fondo per la montagna, sicurezza sismica, aree protette e Protezione civile. Considerando i fondi nazionali e quelli per la coesione e lo sviluppo, le risorse a disposizione salgono a un totale di 184 milioni, di cui 115 destinati alla difesa del suolo, della costa e alla prevenzione del dissesto del territorio con il raddoppio della manutenzione ordinaria e straordinaria del reticolo idrografico, versanti di frana e di costa. Da segnalare i 20 milioni per misure a favore del risparmio idrico e della qualità dell’acqua, i 7 milioni per la manutenzione delle strade comunali di montagna e i 6 milioni per la riduzione delle emissioni e la rottamazione dei veicoli commerciali diesel.

Traporto pubblico locale
Anche in questo caso, crescono le risorse regionali, che arrivano a 56,1 milioni (+5 milioni) per la salvaguardia e il miglioramento della qualità dei servizi offerti sia per il settore auto-filoviario che ferroviario. Complessivamente, anche nel 2018 per il Trasporto pubblico locale in Emilia-Romagna verranno spesi 421,3 milioni di euro.

Diritto allo studio
Per la valorizzazione del merito, le borse di studio e l’inclusione vengono stanziati 25,1 milioni di euro mentre è confermata la quota regionale di 23 milioni di cofinanziamento dei fondi Ue per politiche attive per il lavoro, piano alte competenze, accademie aziendali e regionale per la formazione continua interna.

Cultura
La Regione continua a puntare decisamente sulla cultura, aumentando i fondi per il terzo anno consecutivo con altri 4 milioni di euro, portandoli a oltre 15 milioni totali. Nel dettaglio: confermati 9 milioni per il sistema regionale dello spettacolo dal vivo (teatro, danza, rassegne, festival), mentre aumentano di 500 mila euro le risorse per il cinema e l’audiovisivo, cui vanno 3,2 milioni. Poi un milione per l’applicazione del Testo unico sulla legalità, un milione per la legge sulla Memoria del Novecento e mezzo milione ai progetti per i giovani: aree di aggregazione, informagiovani, proworking, coworking, startup, fab-lab, YoungERcard. Quindi la novità della nuova legge sulla musica, voluta dalla Giunta e presto in discussione in Assemblea legislativa, cui viene destinato 1 milione di euro.

Sport
Aumentano notevolmente gli investimenti della Regione, che sempre di più punta sulla promozione della pratica sportiva, il sostegno alle associazioni sportive e gli eventi, grandi e piccoli (2,5 milioni, +40%) e l’impiantistica, per realizzare e ristrutturare spazi, palestre, piscine e impianti per l’attività motoria e agonistica, a cui vanno 20 milioni di euro.

“Il Castello Dei Balocchi”un magico percorso dedicato al Natale nel meraviglioso Castello Estense a Ferrara

Da FEshion Coupon

8-10 dicembre 2017
“FEshion Eventi” è lieta di invitarvi a visitare, il weekend dell’ 8-10 dicembre, “Il Castello dei Balocchi”, un magico percorso dedicato al Natale nel meraviglioso Castello Estense a Ferrara, alla sua terza edizione
Tra musiche natalizie, magici allestimenti ed ambientazioni a tema, desideriamo far vivere a tutte le famiglie un weekend all’insegna della spensieratezza e della magia del Natale: un susseguirsi di giochi e intrattenimenti per accompagnare i piccoli ed i loro genitori lungo le tre suggestive sale degli imbarcaderi del Castello Estense.
Il percorso avrà inizio sotto il porticato del Castello e proseguirà nelle tre sale degli imbarcaderi con visita al Polo Nord, tra pupazzi di neve e candidi paesaggi, che conducono verso la vera SLITTA di Babbo Natale, pronta per partire la notte del 24 dicembre e portare i doni a tutti i bimbi del mondo; spettacoli con fiabe animate, intrattenimenti, laboratori, visita alla fabbrica dei giocattoli, incontro con la “Regina delle Nevi”, che vestirà le piccole principessine e i piccoli cavalieri con mantellina e coroncina; e termina con il grande incontro, quello con Babbo Natale, che attende i piccoli visitatori, comodo e beato sul suo trono.

Il percorso si conclude con un caloroso augurio per un felicissimo Natale!

La sere dell’ 8 e 9 Dicembre verranno inoltre proposte due emozionanti cena a tema per tutta la famiglia nella sala dell’ Imbarcadero 1, le “Cene dei Balocchi”, con animazione ed intrattenimenti natalizi a cura de “I Muffins Spettacoli” (il costo della cena è di 30€ adulti e 20€ bambini. 80 posti disponibili per sera. Le Cene saranno prenotabili a partire dal 25 ottobre)

COSTO DI INGRESSO AL “CASELLO DEI BALOCCHI”:
8€ bambini (2-11 anni)
10 € adulti (>11 anni)
Gratis < 2 anni Il Ticket comprende: - Ingresso al percorso - Spettacolino - Un laboratorio (per i bimbi) con realizzazione di un gadget da portare a casa - Spilla di benvenuto - Cioccolata calda per i bimbi e vin brulè per i genitori Date per il pubblico: 8 , 9, 10 dicembre Orario di visita: 10-19 Verrà garantito l'ingresso a 100 persone per ogni ora . E’ richiesta la prenotazione compilando il form del link: http://www.feshioncoupon.it/castello-dei-balocchi-2017/
Il percorso è strutturato per i bimbi, ma adatto per un pubblico da 0 mesi a 100 anni: per tutti coloro che hanno voglia di abbandonare ogni pensiero ed entrare in un mondo magico per 90 minuti!
I bambini al di sotto dei 12 anni non potranno entrare da soli, ma devono esser sempre accompagnati: viene richiesto l’ingresso di almeno una persona adulta ogni 5 bambini.
All’interno del Castello (nell’imbarcadero 2) verrà allestita un’area allattamento a cambio pannolino, a cura della parafarmacia “New Pharma Estense”

biblioteca-ariostea

Incontro presso la Biblioteca Ariostea in occasione del ricordo dell’assassinio dei fratelli Rosselli

Da Istituto di Storia Contemporanea

In occasione dell’ottantesimo anniversario dell’assassinio dei fratelli Rosselli

Martedì 5 dicembre alle ore 17.00 presso la sala Agnelli della Biblioteca Ariostea
In occasione del ricordo dell’assassinio dei fratelli Rosselli (1937)
Paolo Veronesi e Andrea Baravelli dialogheranno sul libro di Carlo Rosselli Socialismo liberale
Coordina: Anna Quarzi

Codigoro: al via il bando del comune per la ripresa e lo sviluppo del tessuto produttivo

Fino a 2.500 euro a fondo perduto per ciascun progetto presentato. Domande da presentare dalle 10.00 del 5 dicembre 2017 e fino alle 24.00 del 31 dicembre 2018

Una serie di misure riguardanti, in particolare, le spese per l’avvio e la costituzione di impresa, l’attrazione e lo sviluppo di nuovi investimenti, l’ampliamento della capacità produttiva, la riqualificazione degli spazi dedicati alla produzione e alla commercializzazione, l’innovazione e l’ammodernamento tecnologico dei prodotti e dei processi di produzione, compreso il miglioramento dell’efficienza energetica e ambientale. Gli interventi riguarderanno le imprese appartenenti a tutti i settori economici con sede legale e/o unità locale nel Comune di Codigoro.

Tra le voci inoltre previste dal bando, promosso dal Comune di Codigoro in collaborazione con la Camera di commercio, l’abbattimento dei costi riferiti al rinnovo delle attrezzature, all’installazione di sistemi di videosorveglianza, all’acquisto di arredi funzionali all’attività aziendale nonché alle attività di pubblicità e comunicazione. Le domande di contributo (fino a 2.500 euro a fondo perduto per ciascun progetto presentato), che dovranno essere presentate dalle ore 10.00 del 5 dicembre 2017 e fino alle ore 24.00 del 31 dicembre 2018, saranno ammesse sino ad esaurimento dei fondi disponibili sulla base dell’ordine cronologico di spedizione delle domande.

Ma non c’è solo il bando nei programmi di Comune e Camera di commercio. Tre gli ambiti di azione individuati: l’individuazione di opportunità territoriali per gli investimenti, l’attrazione degli investimenti veri e propri e l’attivazione di facilitazioni per l’insediamento di imprese. Si opererà, in particolare, in Paesi target per orientare le scelte di investimento nei settori ritenuti strategici. Tra le attività previste, la promozione all’estero delle opportunità di insediamento e la ricerca di investitori potenzialmente interessati, anche attraverso l’organizzazione di eventi mirati.

Relativamente, infine, alle azioni da mettere in campo per facilitare l’insediamento di imprese provenienti dall’esterno, Comune di Codigoro e Camera di commercio, in collaborazione con Sipro e le associazioni territoriali di categoria, assisteranno l’investitore nelle diverse fasi di realizzazione del progetto, a completamento del pacchetto di servizi offerto dalla misura contributiva: sono previsti servizi nella fase di accompagnamento alla localizzazione, la razionalizzazione delle procedure di insediamento e la semplificazione degli aspetti procedurali e burocratici.

Per maggiori informazioni: ufficio Marketing del territorio della Camera di Commercio (tel. 0532/783820; e-mail: promozione@fe.camcom.it), che invita le imprese anche a consultare con attenzione il sito www.fe.camcom.it.

movimento5stelle

Comunicato riguardante il Reddito di Inclusione

Da Movimento Cinque Stelle Ferrara

Lo Sportello Anticrisi del Movimento 5 Stelle di Ferrara informa che per mancanza di organizzazione del comune di Ferrara e di ASP, gestore del servizio relativo al ricevimento delle domande telematiche per il Reddito di Inclusione – REI – che entrerà in vigore dal 1 gennaio previa presentazione della domanda a partire dal primo dicembre 2017; il servizio telematico atto a ricevere le domande, a detta della stessa ASP, non sarà attivo prima del 15 dicembre.
Anche se siamo lieti di annunciare che è stato accolto il nostro suggerimento di raccogliere, nel frattempo, le domande in forma cartacea, ciò che ci rammarica è che questa amministrazione non sia stata in grado di operare con tempestività. La legge delega, infatti, è stata licenziata dal Senato il 9 marzo u.s. e il decreto attuativo approvato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il 29 agosto u.s., mentre è datato 21 novembre 2017 il messaggio INPS n.4636 contenente tutte le caratteristiche tecniche e il file per la domanda telematica (che invio in allegato).
Questo ritardo nell‘avvio del Rei, che va a discapito del solo cittadino bisognoso, è in netta contraddizione con l’enorme pubblicità con la quale lo stesso governo lo ha declamato come lotta alla povertà. Inoltre, a ben vedere, questa forma di “sostegno” al reddito riguarda una ristretta minoranza di coloro che ne avrebbero diritto e riguarda somme esigue. Ad accedere al Rei sono cittadini comunitari ed extracomunitari ma, per quanto riguarda questi ultimi sono accettati soltanto coloro in possesso di permesso di lungo soggiorno e residenti in Italia da almeno due anni continuativi al momento della domanda. Per quanto riguarda invece i cittadini comunitari, le fila si assottigliano con la richiesta dei seguenti requisiti: famiglie che hanno almeno un minore, donna in stato di gravidanza accertata (il Rei potrà in questo caso essere chiesto non prima di quattro mesi dalla data di parto presunta), disabili, lavoratori disoccupati sopra i 55 anni. Il beneficio può arrivare al massimo a 187,5 euro per persona e fino a 485 euro per un nucleo di 5 o più persone. Il reddito viene erogato per 12 mensilità l’anno e può durare al massimo 18 mesi. Sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall’ultima erogazione prima di poterlo richiedere di nuovo (per un massimo di altri 12 mesi). Il tetto è legato a quello dell’assegno sociale per gli over 65 senza reddito. Il nucleo familiare che avrà diritto al beneficio avrà una Carta di pagamento elettronica (Carta Rei), simile a una prepagata. La Carta potrà essere usata, per metà dell’importo, anche per fare prelievi di contanti. Finora invece l’uso è stato vincolato sempre ad acquisti nei supermercati, negli uffici postali e in farmacia.

Concerto dell’Orchestra del Conservatorio Frescobaldi in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico

Da Conservatorio Frescobaldi Ferrara

Martedì 5 dicembre 2017 | Teatro Comunale Claudio Abbado
Ferrara ore 20.30, ingresso libero

L’ARLÉSIENNE I GEORGES BIZET
Direttore d’orchestra: maestro Luisa Russo

Musica come ingegno, tenacia, fantasia. Musica come tecnica, studio, esercitazione. Martedì 5 dicembre alle ore 20.30 al Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara va in scena L’Arlésienne di Georges Bizet, con l’Orchestra del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico (a ingresso gratuito). A dirigere l’orchestra, composta da quasi 70 elementi, sarà Luisa Russo, docente di Esercitazioni Orchestrali al Conservatorio di Ferrara.

Bizet adattato al contesto. Per l’occasione, Luisa Russo, docente di Esercitazioni Orchestrali, ha riscritto la strumentazione della composizione di Bizet per l’Orchestra del Conservatorio. “La scelta di ristrumentare il Melologo dell’Arlésienne, – spiega il direttore dell’Orchestra – nasce dall’esigenza pratica di dover sostituire la sezione dei tromboni, al momento non presenti al Conservatorio di Ferrara, con studenti della classe di sassofono”. Quando l’organico non garantisce la fattibilità dei brani di studio, la docente interviene fornendo trascrizioni e arrangiamenti per l’organico effettivo disponibile. “Legittimata dal fatto che lo stesso Bizet aveva inserito il sassofono solista quale incarnazione della figura dell’Innocente – aggiunge –, ho pensato di coinvolgere un quartetto di sassofoni per realizzare i piccoli interventi, i Mélodrames, sopra i quali si dipana la recitazione del testo di Daudet, proposto in traduzione italiana, con la partecipazione di Grazia Fogli come voce narrante”. Luisa Russo ha così voluto offrire un contrasto netto tra gli episodi musicali delle due Suites di Bizet, che verranno eseguite in versione integrale con tutta l’orchestra e le sezioni con la voce recitante.

L’Orchestra del Conservatorio di Ferrara. È formata dagli studenti iscritti ai corsi di Esercitazioni Orchestrali, ai Laboratori di formazione Orchestrale, al Corso libero di orchestra, con la collaborazione dei docenti di strumento che coordinano la preparazione delle sezioni. L’idea di Russo è quella di dar vita a un’orchestra, che veda gli allievi protagonisti. Nel suo organico comprende una sessantina di elementi ed è aperta anche studenti esterni al Conservatorio.

Il concerto. Si terrà martedì 5 dicembre alle 20:30 al Teatro Comunale di Ferrara (corso Martiri della Libertà 5). Per informazioni: 0532.207412 o produzioni@consfe.it. Ingresso libero. Il programma degli altri appuntamenti del Conservatorio Frescobaldi è consultabile sul nostro sito, www.consfe.it.

Ciclo di conferenze “Le storie della nostra storia”

Da Contrada San Giacomo

Ciclo di conferenze organizzate da Contrada San Giacomo Via Ortigara n.6, Ferrara.
Dopo le interessanti serate svoltasi lo scorso mese di novembre, “Approcciarsi alla Storia” relatrice Sara Porru e “Ferrara e i suoi luoghi nascosti e misteriosi”; relatore il Dr. Francesco Scafuri, mercoledì 6 dicembre alle ore 21 presso la sede di Borgo San Giacomo in via Ortigara 14, si prosegue, grazie al Comitato storico culturale del Borgo San Giacomo, in collaborazione con l’Ente Palio, l’AERRS (Associazione Emilia Romagna Rievocazioni Storiche) e con il patrocinio del comune di Ferrara, con la terza conversazione pubblica ad ingresso gratuito dedicato a:
“Ferrara città dell’esoterismo”

Relatrice sarà la dott.ssa Annarita Fortini che ricorderà come la Ferrara moderna spesso “dimentica” l’antica gloria di questa città alla quale, nel panorama italiano ed europeo, medievale e rinascimentale, veniva riconosciuto il ruolo di Capitale. Quasi allo stesso modo, si è completamente dimenticata, se non del tutto cancellata, la sua sfera di “influenza esoterica” sostenuta e talvolta fortemente voluta, da uomini e donne di elevata cultura, che furono ai vertici del potere cittadino. Questo incontro vuole essere una finestra aperta su quel passato e su quelle leggende che permeano il prezioso tessuto della straordinaria città di Ferrara.
Il Ciclo “Le Storie della nostra Storia” proseguirà con:
11 gennaio 2018 “Chi si ricorda il dì di San Giovanni…”, Balestre e archi storici: storia, uso e ricostruzione; relatore Carlo Natati
26 gennaio 2018 “Le donne e il Medioevo”; relatrice Nives Telleri
7 febbraio 2018 “Dentro una pelle di Ferro”; relatore il Dr. Carlo Cavazzuti, autore del saggio storico “Gladiatoria”
22 febbraio 2018 “Erboristeria e Cucina medievali”; relatori Annalisa Mantovani e lo Chef Prof. Stefano Ferrarini

Le autonomie territoriali: voltare pagina dopo la crisi

Martedì 5 dicembre 2017, nell’ Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza di Ferrara, Corso Ercole I D’Este 37, dalle 9,30 alle 13 si terrà il convegno Le autonomie territoriali: voltare pagina dopo la crisi. L’iniziativa è dedicata alla relazione tra autonomie territoriali e “crisi”, sotto i diversi profili che in questi ultimi anni hanno visto gli enti locali esposti alla congiuntura economica negativa, ma anche delle prospettive del “dopo crisi”, con la presentazione di una ricerca condotta da docenti di diritto amministrativo delle Università di Ferrara (Gardini, De Donno, Magri) e Bologna (Vandelli), alle quali seguirà una tavola rotonda isatituzionale con il Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, il consigliere regionale Paolo Calvano, il Magistrato della Corte dei Conti Tiziano Tessaro e viceprefetto A. Sabato.

Questo il programma:
Indirizzi di saluto del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Giovanni De Cristofaro
Relazioni – Ore 9,45 – 11,15
Presiede e introduce:Luciano Vandelli (SPISA, Università di Bologna)
Gianluca Gardini (Università di Ferrara)Crisi e nuove forme di governo territoriale
Marzia De Donno (Università di Ferrara) I Comuni nell’area vasta: alla ricerca dell’adeguatezza
Marco Magri (Università di Ferrara) La“legalità finanziaria” e il controllo della Corte dei Conti
Tavola rotonda – Ore 11,30 – 13,00
Paolo Calvano (Consigliere della Regione Emilia Romagna)
Fabrizio Matteucci (Direttore di ANCI Emilia-Romagna)*
Adriana Sabato (Viceprefetto Vicario della Prefettura di Ferrara)
Tiziano Tagliani (Sindaco del Comune di Ferrara e Presidente della Provincia di Ferrara)
Tiziano Tessaro (Consigliere della Corte dei Conti, Sezione regionale di Controllo per il Veneto)
Interventi e dibattito

In occasione del Convegno verranno presentati i Volumi L. Vandelli, G. Gardini, C. Tubertini (a cura di), Le autonomie territoriali: trasformazioni e innovazioni dopo la crisi, Rimini, Maggioli, 2017, M. Magri, I controlli sugli enti territoriali nella attuale congiuntura,Rimini, Maggioli, 2017.

“Circoluna” l’unico circoteatro d’ombre al mondo al Teatro De Micheli di Copparo

Da Comune di Copparo

“Circoluna” l’unico circoteatro d’ombre al mondo: è il titolo dello spettacolo della Rassegna teatro Ragazzi del Teatro Comunale De Micheli in programma per mercoledì 6 e giovedì 7 dicembre alle ore 10:00, per i bambini delle scuole d’infanzia.
Circoluna, a cura di Teatro Gioco Vita, lo spettacolo di Nicola Lusuardi e Fabrizio Montecchi, con Valeria Barreca, Tiziano Ferrari, con disegni e sagome di Nicoletta Garioni, musiche di Leif Hultqvist, costumi di Inkan Aigner, luci e fonica di Anna Adorno, è dedicato a tutti i bambini che vogliono ancora credere che è possibile accendere e spegnere una lampada con un soffio.
È un circo dove tutti gli artisti sono ombre e fanno magie, acrobazie, trasformazioni. Uno spettacolo d’ombre e di luci che parla dell’ombra e della luce utilizzando un linguaggio ironico e leggero, basato sul piacere della sorpresa, dell’incantamento e della meraviglia. A condurre i bambini saranno Lucetta, la presentatrice, e Achille, il domatore d’ombre, le sole presenze in carne ed ossa in questo magico mondo circense, ricco di apparizioni incredibili e fantastiche.
Teatro Gioco Vita nasce nel 1971, tra le prime realtà in Italia ad essere protagonista del movimento dell’animazione teatrale, grazie alla quale ha saputo dare un contributo originale alla nascita del teatro ragazzi, con il suo modo peculiare di fare, di intendere e di vivere il teatro, i rapporti, la ricerca e la cultura che lo ha caratterizzato fin dalle prime esperienze. Uno “stile” che, pur nei cambiamenti di struttura, linguaggio e poetica attraversati in questi anni, è sempre rimasto una costante nei confronti del pubblico e dei collaboratori.

Tornano alla Biblioteca di Copparo “Assaggi in Giallo”

Da Comune di Copparo

Tornano a Copparo gli “Assaggi in giallo”. Anche quest’anno la Biblioteca Comunale di Copparo organizza una serata dedicata al thriller e al noir. Nerissimo è infatti il romanzo “D’argine al male” (Mezzelane casa editrice), ultima fatica di Gaia Conventi, che verrà presentato mercoledì 6 dicembre, alle ore 20 presso Villa Bighi (via M. Carletti 110, Copparo).
La serata sarà animata da letture, conversazioni con l’autrice e da un “quizzone” a premi, con in palio libri gialli, thriller e noir.
Partecipano, insieme all’Autrice, Elena Bertelli, Rino Conventi, Angela Felisati, Elisa Galeati, Patrizia Lucchini.
Un ricco buffet accompagnerà l’evento, per un costo a persona di 5,00 euro. È richiesta la prenotazione; per informazioni rivolgersi a: Biblioteca Comunale di Copparo, tel 0532 864633, biblioteca@comune.copparo.fe.it

Giornata mondiale del suolo. Nel 2016 in Emilia Romagna consumati 219 mila ettari agricoli e naturali

Nel 2016 l’Emilia Romagna ha sottratto all’agricoltura e al suolo naturale 219.280 ettari di terreno. Un dato che colloca la nostra regione al terzo posto per il consumo di suolo assoluto dopo Lombardia (309.542 ettari) e il Veneto (224.555). In occasione della giornata mondiale del suolo che si celebra domani, 5 dicembre, lo rende noto Coldiretti regionale sulla base del rapporto 2017 sul consumo di suolo dell’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), sottolineando che nell’ultimo anno in Emilia Romagna è stato cementificato il 9,7% dei 2.212.309 ettari della superficie regionale, una percentuale superiore alla media nazionale che si attesta sul 7,6% della superficie italiana.
Il consumo di suolo e la cementificazione – rileva Coldiretti Emilia Romagna – riducono la capacità dell’assorbimento dell’acqua da parte dei terreni e aumentato il rischio di frane e alluvioni. Su un territorio sempre più artificiale e più fragile, i cambiamenti climatici degli ultimi anni – commenta Coldiretti regionale – hanno portato a precipitazioni sempre più intense con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno impermeabilizzato dall’urbanizzazione e dalla cementificazione non riesce ad assorbire,
La conseguenza – afferma Coldiretti regionale – è un aumento del rischio di alluvioni e un incremento della situazione franosa della nostra regione. Secondo elaborazioni Coldiretti su dati del servizio Geologico regionale, in Emilia Romagna ci sono più di 38 mila frane attive, per una superficie di quasi 70 mila ettari, e più di 32 mila frane quiescenti, che coprono 181 mila ettari. In pratica l’11,3 per cento del territorio regionale è soggetta frane, percentuale che aumenta decisamente se si considera che la provincia di Ferrara e tutto il territorio a nord della via Emilia sono esenti da movimenti franosi. Ad essere più colpito è, naturalmente, il territorio collinare e montano, area dove – ricorda Coldiretti – è in forte calo la presenza dell’agricoltura che negli ultimi venti anni ha visto più che dimezzato il numero delle aziende agricole, rimaste oggi poco più di 20 mila nell’Appennino da Piacenza a Rimini. Il venir meno della cura dei terreni e dei fossi – commenta Coldiretti – ha contribuito non poco alla diffusione delle frane che in questo momento interessano 200 delle 333 amministrazioni comunali emiliano romagnole.

L’Estimo nella servitù di allagamento. Uno strumento di tutela ambientale per la salvaguardia idraulica del territorio

Da Accademia Nazionale Agricoltura

Mercoledì 6 dicembre, ore 17, presso il Cubiculum Artistarum del Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna, Piazza Galvani 1, si terrà la presentazione del volume a cura di Alessandra Castellini e Alessandro Regazzoni L’Estimo nella servitù di allagamento. Uno strumento per la salvaguardia del territorio.

L’incontro è organizzato dall’Accademia Nazionale di Agricoltura all’interno del ciclo di incontri “I libri all’Accademia” volti alla presentazione delle ultime e più recenti pubblicazioni in campo agronomico, ambientale e culturale.

I saluti iniziali saranno tenuti da Giorgio Cantelli Forti – Presidente Ac-cademia Nazionale di Agricoltura e Francesco Vincenzi – Presidente As-sociazione Nazionale Bonifiche Italiane. A seguire gli interventi dei due autori i professori Alessandra Castellini e Alessandro Regazzoni.

Il libro L’Estimo nella servitù di allagamento. Uno strumento di tutela ambientale per la salvaguardia idraulica del territorio (Ed. McGraw-Hill Education 2017) nasce da uno studio focalizzato sulla ricerca di soluzioni sostenibili per il problema della esondazione periodica di alcuni corsi d’acqua in ambito periurbano che, spesso, portano danni a fondi, case e popolazione.
Per servitù dell’Estimo si intende un diritto reale che si esplica a carico di due fondi tra loro vicini, ma e non per forza confinanti, con molteplici applicazioni regolamentate dal Codice Civile e da leggi speciali. Questo strumento, che risulta flessibile e immediato pre-standosi alle situazioni più diversificate, richiede però estrema attenzione soprattutto nel momento in cui si devono compensare i proprietari dei fondi oggetto di servitù.

A tutt’oggi le applicazioni meglio definite a livello normativo e esecutivo sono di dimen-sione regionale e l’approccio teorico all’argomento è praticamente assente in letteratura.

L’obiettivo del testo è fornire una metodologia di calcolo per l’indennità di servitù d’allagamento, frutto di uno studio sulla normativa e dei concetti estimativi e di analisi dei valori fondiari, e presentare anche un’applicazione sul territorio a supporto della sua capa-cità di ristoro del danno alla proprietà.

Il testo è completato da una descrizione delle casse di espansione da un punto di vista tec-nico-ingegneristico utile per comprendere i dettagli dell’approccio economico-estimativo, a cura del Consorzio della Bonifica Renana.

L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

“Il senso della bellezza, arte e scienza al Cern” di Valerio Jalongo al cinema Boldini

Cinema Boldini – Mercoledì 6 dicembre ore 21.00

Saranno presenti:

Laura Bandiera – ricercatrice Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Massimiliano Lattanzi – ricercatore Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Eleonora Luppi – ricercatrice Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e docente di Fisica presso l’Università di Ferrara

Mercoledì 6 dicembre alle 21.00 al Cinema Boldini sarà proiettato IL SENSO DELLA BELLEZZA, ARTE E SCIENZA AL CERN, regia di Valerio Jalongo. L’acronimo sta per “Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire”; il CERN di Ginevra, creato nel dopoguerra dai fisici europei quasi come antitesi al Progetto Manhattan – che portò alle bombe americane di Hiroshima e Nagasaki – ha scopi pacifici, non ha finalità di lucro e le sue scoperte sono condivise e a disposizione di tutti. Forse questo spiega un singolare paradosso nella storia di questa grande comunità di scienziati: e cioè come mai un laboratorio di Fisica delle particelle, dove si persegue la conoscenza pura, senza alcuna applicazione pratica, sia stato all’origine dell’invenzione che più di ogni altra ha rivoluzionato le nostre vite. È infatti al CERN che nel 1990 nasce il World Wide Web, l’internet libero di un mondo senza più confini.

Il film ha aperto il 3° Festival Internazionale del Documentario ‘Visioni dal Mondo, Immagini dalla Realtà’, selezionato tra i 20 migliori documentari europei al Prix Europa 2017 a Berlino e invitato in numerosi altri festival.

Valerio Jalongo è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico.

Il suo documentario illustra rilevanti quesiti cui è finalizzata la perenne ricerca di artisti e scienziati di tutto il mondo, con il risultato di riuscire a comprendere solo “il 4%, forse 5% dell’universo”. In nove capitoli si alternano immagini della natura così come la percepiamo, e opere d’arte ad essa ispirate, rifacendosi all’evoluzione scientifica.

Quattro anni dopo la sensazionale scoperta del “Bosone di Higgs”, il CERN è alla vigilia di un nuovo, eccezionale esperimento. L’esperimento è insieme un viaggio nel tempo più lontano e nello spazio più piccolo che possiamo immaginare.

Così, l’infinitamente piccolo e la vastità dell’universo schiudono le porte di un territorio invisibile, dove gli scienziati sono guidati da qualcosa che li accomuna agli artisti. Tra scienziati che hanno perso l’immagine della Natura, e artisti che hanno smarrito la tradizionale idea di bellezza, attraverso macchinari che assomigliano a opere d’arte e istallazioni artistiche che assomigliano ad esperimenti, emerge un ritratto di attività scientifiche e artistiche come indagine, come immaginazione, come autentico esercizio di libertà.

Mentre il nuovo esperimento del CERN procede nella sua esplorazione della misteriosa energia che anima l’universo, scienziati e artisti ci guidano verso quella linea d’ombra in cui scienza e arte, in modi diversi, inseguono verità e bellezza. Tra queste donne e questi uomini alcuni credono in dio, altri credono solo negli esperimenti e nel dubbio. Ma nella loro ricerca della verità, tutti loro sono in ascolto di un elusivo sesto, o settimo, senso: il senso della bellezza.

Come diceva Einstein, il mistero più grande è la nostra capacità di conoscere l’universo, di afferrarne la misteriosa semplicità e bellezza.

Pista di pattinaggio Piazza Verdi: chiarimento accesso utenti diversamente abili

Da Made Eventi

In merito alla segnalazione inoltrata della sig.ra Cecilia Sorpilli, che lamenta la presenza di barriere architettoniche che impediscono l’accesso alla Pista di Pattinaggio in Piazza Verdi (Krifi Ice Rink) alle persone diversamente abili, si ricorda che tale struttura è provvista di un accesso dedicato posto appena dietro la cassa, in corrispondenza di via Spronello altezza via Castelnuovo. La scelta di realizzare l’accesso in quella posizione è stata effettuata, già dallo scorso anno, in modo da non dover realizzare scivoli troppo lunghi o ripidi che potrebbero risultare difficilmente utilizzabili dagli utenti diversamente abili.

movimento5stelle

L’aggressione e l’amministrazione smemorata

Da Movimento Cinque Stelle Ferrara

Non bastava l’Assessore alla sicurezza che si chiede dove hanno sbagliato (negare il problema finché è
diventato ingestibile, svegliandosi solo per le prossime elezioni?) e cosa possono fare (dimettersi no?), ora
abbiamo anche un Sindaco che è preoccupato per la “ripresa delle aggressioni”. Perché fino a ieri la GAD
era Disneyland?
O voleva forse dire che quando si picchia brutalmente una ragazza non si può tacere con buona pace dei
calcoli politici per le poltrone?
La settimana scorsa le cronache riportavano un nigeriano accoltellato e un magrebino ferito. Due stranieri
forse indignano meno, ma a noi residenti fa paura ugualmente. Le Forze dell’Ordine vengono spesso prese
a calci e pugni nei controlli, l’ultimo caso due settimane fa, ma forse è colpa loro che non hanno scelto di
fare il politico? Meno di un mese fa, però, una signora di 60 anni è stata gettata a terra e rapinata della
borsa. E se avesse avuto la pensione e avesse cercato di opporre resistenza, come sarebbe finita? In ottobre
un uomo ferisce con arma da taglio la convivente al grattacielo, in settembre un nigeriano viene pestato da
cinque connazionali per rapina. E il tentato stupro di agosto, nel periodo dei Buskers?
E se torniamo indietro nel tempo si può benissimo vedere che c’è una costanza che non giustifica le solo
recenti affermazioni. Il problema c’è come c’è sempre stato, e non è svegliandosi adesso che ci si lava dalle
proprie colpe.
Più che una ripresa delle aggressioni a me sembra solo una ripresa per i fondelli.

Demografia, migrazioni, accoglienza: alcune riflessioni politically (in)correct

Secondo i dati Istat (aggiornati al 31 dicembre 2016) la popolazione residente in Italia è di 60.589.445 persone, di cui 5.026.153 di cittadinanza straniera, pari all’8,3% del totale. Tra questi, i cittadini non comunitari regolarmente presenti in Italia sono 3.931.133, il 78% del totale di stranieri censiti. Mediamente pertanto, 1 cittadino su 12 è straniero, un rapporto però che è estremamente variabile in funzione dei territori che si prendono in considerazione: notoriamente la popolazione straniera si concentra nel Centro-Nord, che ospita quasi l’84% del totale, mentre il Sud ospita un assai modesto 11% e le Isole circa il 5%.
A Milano, Brescia e Prato per esempio, la percentuale sfiora il 19% mentre a Palermo è inferiore al 4%; quote appena superiori si riscontrano a Bari, Catania e Foggia (4%); a Trento la percentuale è dell’11%, mentre a Ferrara si assesta intorno al 10%; a Monfalcone arriva quasi al 21% (dati Istat 2017).

Il tasso di crescita del numero di stranieri residenti in Italia appare in tutta evidenza se si confrontano i dati dei censimenti a partire dal 1961, anno in cui ne furono registrati 62.780; nel censimento del 1971 erano 121.116 e nel 1981 ammontavano a 210.937. Nel censimento del 2001 si registravano già 1.334.889 presenze straniere mentre, nell’ultimo censimento del 2011, il numero era salito a 4.027627 (Fonte: Italia in cifre 2016, Istat). In sintesi il numero di stranieri nel nostro Paese risulta quintuplicato in meno di 20 anni: si tratta della crescita relativa più marcata registrata tra i paesi europei per i quali sono disponibili i dati.
Dal lato degli ingressi, ad alimentare il numero degli stranieri in Italia concorrono non solo le migrazioni dall’estero (il saldo migratorio annuale è positivo con oltre 200 mila stranieri), ma anche i tanti nati nel nostro Paese da genitori entrambi stranieri, le cosiddette seconde generazioni. Dal 2008 le nascite da coppie non italiane sono più di 70 mila all’anno, nonostante una lieve diminuzione tra il 2013 e il 2014. Dal lato delle uscite, oltre alla mortalità e alla cancellazione per l’estero o per altre cause, si registra un numero crescente di persone che ogni anno da straniere diventano italiane (178 mila nel 2015, più di 200.000 nel 2016 per un totale di oltre 1.150.000 persone che hanno ottenuto cittadinanza italiana).

E’ noto che la popolazione straniera residente in Italia presenta una struttura demografica molto diversa dalla popolazione di cittadinanza italiana: per quest’ultima l’indice di vecchiaia (ossia il rapporto tra popolazione ultra sessantacinquenne e popolazione con meno di 15 anni) è il più alto d’Europa con 176 anziani ogni 100 ragazzi, mentre per la popolazione straniera è di 15 anziani ogni 100 ragazzi, il valore più basso dell’Unione. La popolazione straniera è molto giovane (età media sotto i 34 anni), anche se con notevoli differenze tra i diversi gruppi. In generale, la quota di ragazzi (0-14 anni) fra gli stranieri è superiore di 5 punti percentuali a quella che si riscontra fra gli italiani nella stessa fascia d’età. La classe di età tra 15 e 39 anni pesa per il 45% sul totale della popolazione straniera, mentre in quella italiana pesa per poco più del 26%. Al contrario le persone con 65 anni e più fra gli stranieri hanno un’incidenza di poco superiore al 3%, mentre nella popolazione italiana si avvicinano al 24%.

La composizione per genere della popolazione straniera in Italia è mediamente equilibrata (51,4% femmine). Secondo il rapporto Istat sui cittadini non comunitari questo equilibrio nasconde però situazioni molto differenti fra le diverse origini: alcune nazionalità, come quella ucraina, sono sbilanciate al femminile, mentre fra gli originari del Bangladesh, per esempio, si registra una prevalenza maschile. Per diversi gruppi l’equilibrio tra i sessi è stata una condizione raggiunta nel tempo, come nel caso dei marocchini per i quali si registrava in passato un più netto squilibrio a favore dei maschi.

Tutti, italiani e stranieri regolarmente residenti, vivono in un bellissimo paese, caratterizzato però da una disoccupazione media superiore all’11%, da una disoccupazione giovanile che viaggia da tempo tra il 35 e il 40%, dal drammatico ridimensionamento dello Stato sociale, da una corruzione diffusa e dalla forte presenza di organizzazioni di stampo mafioso fortemente radicate e inserite nei circuiti istituzionali. L’Italia, inoltre, è caratterizzata da una pressione fiscale esagerata sulle imprese (68% dei profitti secondo i dati Cgia Mestre), con oltre 9 milioni di italiani a rischio povertà che non ce la fanno più (fonte: AdnKronos); un paese dal quale emigrano (fuggono) italiani con un’incidenza che, secondo l’Ocse porta l’Italia all’ottavo posto mondiale nei paesi di provenienza delle nuove migrazioni (subito dopo il Messico e davanti a Vietnam e Afghanistan) con cifre che vengono stimate mediamente superiori ai 200.000 casi (fonte: Il Sole24ore, 6 luglio 2017). Un paese dal quale moltissimi giovani spesso preparati e formati emigrano in nazioni che consentano loro di mettere a frutto i propri talenti (Regno Unito e Germania in primis) e, infine, un posto nel quale sembra non si riesca a incidere su privilegi scandalosi: pensioni d’oro, baby pensioni, buonuscite faraoniche, falsi invalidi e falsi ammalati.

E’ all’interno di questo quadro generale estremamente complesso che va collocato il flusso migratorio della rotta mediterranea: quello dei barconi e delle ong, quello più drammatico e assai verosimilmente quello più fuori controllo; quello più attenzionato dai media che qui trovano una miniera dalla quale estrarre di volta in volta notizie strappalacrime di bimbi spiaggiati o violenze perpetrate sulle donne, prevaricazioni sui migranti o violenze gratuite sui residenti italiani, torbide storie di sesso e corruzione, equamente distribuite tra stampa di destra e sinistra, ma comunque ottime per attrarre l’attenzione, aizzare gli animi, commuovere o indignare e, naturalmente, vendere. Quel flusso che è ormai diventato per molti cittadini sinonimo di ogni tipo di migrazione, che è invece cosa molto più vasta e complessa e che alimenta il gigantesco business dell’accoglienza.

Il sito Unhcr (Agenzia Onu per i rifugiati) segnala che gli arrivi via mare regolarmente registrati in Italia sono stati nel corso del 2017 (al 31 novembre) oltre 121.000, che si aggiungono ai 181.486 del 2016, ai 154.000 del 2015 e ai 170.000 dei 2014 e ai 40.000 del 2013, per un totale di oltre 650.000 persone arrivate sulle coste italiane negli ultimi cinque anni. Il dato ovviamente non tiene conto nè dei flussi che arrivano via mare senza essere intercettati (di cui nulla si può sapere) nè dei flussi che passano per altre possibili rotte indirette (di cui poco si dice e si parla). La medesima fonte, liberamente consultabile e costantemente aggiornata, mostra che i paesi di origine sono soprattutto quelli dell’Africa nera subsahariana, zona dalla quale proviene oltre il 75% degli sbarchi dell’ultimo anno. Il medesimo sito offre anche una rappresentazione sintetica per genere (novembre 2017): da qui si apprende che tra gli arrivati via mare in Italia il 74,5% sono maschi mentre solamente 11% sono femmine, essendo il rimanente 14,5% rappresentato da minori. Questi ultimi sono spesso di età compresa tra i 14 e i 18 anni e in grandissima maggioranza maschi, seppure con forti variazioni relative agli stati di provenienza. In tale situazione è ragionevole pensare che una quota almeno pari ad 85% degli sbarchi totali registrati sia rappresentata da maschi giovani e giovanissimi di età compresa tra i 14 e 30 anni.
A sostegno di tale stima nel rapporto Istat già menzionato, pubblicato il 17 ottobre di quest’anno, s legge: “la composizione di genere dei richiedenti asilo è particolarmente squilibrata, nell’88,4% dei casi si tratta di uomini. La quota di donne più elevata, poco meno del 24%, si registra per la Nigeria, scende al 12% per la costa d’Avorio e si colloca sotto il 3% per tutte le principali collettività arrivate in Italia in cerca di protezione. I minori rappresentano il 3,2% dei flussi in ingresso per queste motivazioni”.

Questa composizione di genere fortemente polarizzata è decisamente allarmante per un paese caratterizzato da una forte carenza di posti di lavoro. Ed è inquietante per una certa cultura che negli ultimi decenni ha fatto della parità di genere una bandiera, costretta oggi a confrontarsi con realtà culturali assolutamente diverse, spesso caratterizzate da un rapporto maschile-femminile assai lontano dallo stereotipo (apparentemente) dominante in occidente.
Tenuto poi conto che, secondo i dati del Ministero dell’Interno, i dinieghi alla richiesta di asilo sono stati il 58% nel 2015 e il 60% nel 2016 e che la proporzione di rifugiati riconosciuti come tali è molto bassa (mediamente 5% ai quali vanno aggiunte le richieste sussidiarie ed umanitarie accettate) ci si devono porre molte domande sul senso e la qualità di quella che viene definita ‘accoglienza’; nonché sulle motivazioni, sulle risorse, sulle aspettative che spingono e sulle modalità che muovono così tanti giovani ad assumersi il rischio e il costo (dai 1.000 ai 3.000 euro secondo alcune stime) di un viaggio così lungo e pericoloso; un viaggio semplicemente impensabile senza la presenza di informazioni, persone, organizzazioni, reti di collusione e di corruzione, capaci di costruire una solida domanda e quindi un florido mercato.

Di cosa dovrebbero dunque vivere e cosa dovrebbero fare mezzo milione di giovani maschi approdati sulle coste italiane senza compagne, senza famiglia, senza competenze e con poche risorse relazionali in loco che ne facilitino l’inserimento? In che modo dovrebbero regolare la naturale esuberanza giovanile? Che vita dovrebbero condurre una volta usciti dal circuito della prima accoglienza? In che modo dovrebbero guadagnarsi da vivere senza scivolare loro malgrado nella delinquenza o dipendere dai sussidi pubblici o dalla possibile carità dei privati?

Più in generale che l’intero sistema dell’integrazione non funzioni così bene come alcuni professano, trapela dalla composizione della popolazione carceraria: piaccia o meno, i dati mostrano che la percentuale di detenuti stranieri nelle carceri italiane è del 27% (ed è quasi esclusivamente composta da maschi) vale a dire 3,5 volte maggiore di quanto ci si aspetterebbe se i crimini che causano la detenzione fossero equamente distribuiti tra popolazione residente italiana e straniera. Inoltre, piaccia o meno, i dati confermano che le piazze dello spaccio e della prostituzione in molte città italiane sono ormai in mano a specifiche etnie arrivate negli ultimi anni e (purtroppo) non di rado attraverso i percorsi della cosiddetta ‘accoglienza’. Accoglienza che, lo dice il nome stesso, non può essere imposta con la forza senza che si trasformi in qualcos’altro.

Poiché tuttavia, grande è il timore di superare i limiti violentemente imposti dal pensiero unico politicamente corretto ed è oggettivamente molto difficile cercare di comprendere il fenomeno migratorio affrontandolo francamente e da diverse prospettive, resta più che mai vivo il pregiudizio rancoroso su cui si reggono le argomentazioni delle opposte fazioni dei contrari e dei sostenitori dell’accoglienza obbligatoria, e più in generale, dei tanti che non vogliono neppure tentare di capire la realtà. Una situazione che rende più difficile ogni tentativo di trovare (doverose) soluzioni innovative (che pure esistono) e di intervenire con successo in un sistema globale che produce sempre più emarginati (di tutte le razze e nazioni) e li mette in competizione tra di loro. Una situazione non propriamente ottimale anche in vista della campagna per le prossime elezioni dove il tema migrazione, c’è da scommetterci, sarà usato da destra e da sinistra come una clava per conquistare consensi.

Fonti

Ministero dell’Interno. Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione
Report Istat cittadini non comunitari 2015-2017
Istat Popolazione in Italia
Sito Unhcr – (flussi migratori nel Mediterraneo)
Ministero della Giustizia – Popolazione carceraria in Italia
Il Sole 24ore – (Italiani ch emigrano all’estero)
La Stampa – (Stime deI costi dei viaggi)

DIARIO IN PUBBLICO
La forza malata delle parole

E ci siamo.
Le azioni che per essere descritte debbono essere espresse attraverso le parole dimostrano la loro fragilità e la loro pericolosità proprio perché le parole che le individuano sono ‘malate’.
Alla rinfusa, tra argomenti nazionali e locali: i discorsi di Berlusconi analizzati in un superbo articolo da Francesco Merlo, ‘Berlusconi e la maschera del martire’, i reportages della sconfitta della Spal a Roma, le mostre d’arte e il loro significato, la catastrofe dell’invecchiamento della popolazione, le dichiarazioni dei politici affidate ai media, i commenti degli ‘umarels’, che dalla loro privilegiata angolazione di osservatori attenti e consapevoli dagli angoli strategici delle loro postazioni commentano, ingrandiscono, rimpiccioliscono a seconda del punto di vista l’esatta proporzione del fatto.
Comunque la parola che li rende consapevolmente attuabili è soggetta a un trattamento assai discutibile.

Parto da un dato personale. Chi non subisce l’attrazione di essere gradevolmente accetto al pubblico che lo ascolta? E nel caso particolare chi, avendo svolto per tutta una vita l’insegnamento, non subisce fatalmente il pericolosissimo desiderio di porsi allo stesso livello del pubblico, specie quando esso è formato dai giovani?
Così, rivolgendomi agli studenti dell’Accademia di Venezia nel simposio su Cicognara organizzato per celebrare l’opera e l’esperienza didattico-culturale del grande intellettuale ferrarese, trascinato dalla foga e dall’insana voglia di giovanilismo ho usato il termine “paraculo del potere”. Apriti cielo! Piovono le reprimende dei colleghi, e forse a ragione, poiché la mediazione della parola dovrebbe essere corretta, seppure a mia discolpa c’era la necessità di farsi intendere da giovani il cui linguaggio non corrisponde a quello che di solito usiamo scrivendo. L’uso della parola è adeguata al tempo, ma con discrezione e scelta per cui la necessità del termine inglese per descrivere oggetti e situazioni è pericolosa quando non è necessaria. E’ una materia che molto spesso nasconde una falsa preoccupazione. Se analizzo, per essere equanime, i discorsi di Grillo, Berlusconi, Salvini e Renzi oltre alle scelte politiche che le giustificano e che posso condividere o meno, ciò che mi rende intollerante è l’esposizione scritta o detta che dimostra la totale discrepanza tra fatto e detto.

Un errore colossale che mi delizia è avere preso proprio un granchio commentando un titolone che campeggiava sulle pagine dei giornali locali. Ho scritto su fb commentando la sconfitta della Spal a Roma: “Non voglio affondare il dito nella piaga anche per la mia denunciata incompetenza in materia, ma credo che anche a livello linguistico i toni dovrebbero essere più sommessi e aprendo il giornale oggi mi sembra un pochino esagerato leggere: “La Spal cade nell’Abisso” con la A maiuscola! Nemmeno Dante percorrendo il vero abisso infernale ha mai messo l’A maiuscola per definirlo”. Tutto fiero aspetto le reazioni quando con una valanga di irrisioni mi si fa capire che Abisso è il nome dell’arbitro. Ma può uno fare l’arbitro portando quel nome? Esempio lampante il necessario cambiamento di nome di una notissima casa d’arte i cui proprietari si chiamavano Falsetti immediatamente corretto in Farsetti. Così l’arbitro Assassino potrebbe cambiare nome in Misericordioso. E al giornalista, che perfidamente godeva dell’errore e che mi chiedeva di fare ammenda, così ho risposto: “Ma Certo!!! Vedi come sono fantastici i disguidi del possibile? Chi l’avrebbe mai pensato che un nome terrificante come Abisso possa divenire metafora dell’Abisso??? VOLENTIERISSIMO FACCIO AMMENDA!!!! Però allora diventa banale la metafora: o l’uno o l’altro”.
La cosa risulterebbe performante.
Scrive un lettore indirizzando la lettera a Corrado Augias: “Non ce la faccio a sentir pronunciare la parola performante ( dall’inglese performance), invece che veloce, potente, di grandi prestazioni”. Allora i giocatori della Spal, poveretti, non sono stati abbastanza performanti e per questo sono caduti dentro l’Abisso?
Questo termine era stato usato fino alla saturazione da un grande critico letterario quando frequentava l’Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara. E questa parola ha portato male perché non solo si è sospesa la pubblicazione dei testi pubblicati dall’Istituto, ma la ‘performance’ ha attecchito anche in altre città dove svolgo il mio lavoro.
Così il comune di Bassano senza interpellarci, noi dell’Istituto canoviano, ha deciso che basta pubblicare testi attorno e su Canova e il Neoclassicismo che hanno invaso le biblioteche pubbliche di tutto il mondo: un inutile dispendio di denaro visto che ormai chi legge più i testi? E senza avvertirci, zac! Con il secco taglio delle forbici montaliane, ha reciso il rapporto con i testi, con i libri, con la memoria. Ma ora usa il “crossover” e chi volesse saperne di più legga lo splendido libro di Tomaso Montanari e Vincenzo Trione, ‘Contro le mostre’ (Einaudi 2017), specie il capitolo V, ‘Crossover senza senso’

La lettura dei testi, la necessità di leggere, la sua fine splendidamente illustrata in un saggio apparso sul Repubblica di Adriano Olivero che intervista Philip Roth. Per il grandissimo scrittore, che constata il lento spegnersi della scrittura artistica a confronto di altri mezzi di rappresentazione del mondo, si arriverà al punto che leggere romanzi di fronte al fascino dello schermo si ridurrà a questa condizione: “La setta dei lettori di narrativa non sarà più numerosa di quella di chi oggi legge poesia latina per svago”.

Tornando all’articolo di Merlo, la parola, l’immagine e il fatto si mescolano in una splendida sintesi. La nuova immagine che B. vuole dare di sé, scrive Merlo illustrando la sua tesi con una terrificante foto del personaggio, non è quella di un giovane che parla a un’Italia speranzosa e giovanile come fece un tempo, ma si rifugia nell’Italia dei vecchi, illustrando la sua nuova facies di vecchio: “ormai Berlusconi esibisce con compiacimento non solo la maschera di una vecchiaia esagerata, dalla quale non si vergogna più: pelle increspata e rughe arrampicate su quella collina che gli stampa in faccia il cerone, e che gli blocca il viso in un sorriso raggelato”. Qui le parole corrispondono al fatto. E le conclusioni sono altrettanto reali quando le parole non si ammalano (per esempio quelle di Trump affidate a twitter) per cui si può concludere ancora una volta citando il grande giornalista Merlo che osserva come nelle tv di B. si parli da mane a sera di vecchi e di prodotti per i vecchi (e qui le parole del giornalista si saldano con lo spettacolo di Crozza del 1 dicembre) perché ora dalla liberalità al libertinaggio B. “si avventa sui brodini e sogna di avere le stroncature che tutti noi gli dedicammo… La stroncatura bisogna meritarla. Berlusconi vuole addirittura esibirla”.

Il porta a porta: la scelta di Clara

In Italia il sistema di raccolta tradizionalmente più diffuso è ancora quello che utilizza i contenitori stradali, in grado di intercettare mediamente il 34% della raccolta differenziata; si sta però progressivamente diffondendo in molte zone, tra cui i territori in cui opera Clara, il porta a porta.
Sul porta a porta da tempo si è sviluppato un interessante dibattito che vale la pena riprendere. L’applicazione di questa forma gestionale, infatti, sta diventando uno dei temi principali di confronto sia economico che gestionale. Ecco alcune considerazioni di merito con qualche valutazione:

  • Questa soluzione gestionale in determinati contesti permette risultati significativi nel raggiungimento degli obiettivi e dovrebbe avere maggiore spazio; in alcune realtà potrebbe tuttavia comportare maggiori costi per il gestore.
  • Ogni territorio, avendo la sua specificità, raggiunge obiettivi di raccolta differenziata diversi rispetto a zone con caratteristiche differenti; il porta a porta ottiene le performance più elevate nei comuni fino ad 80.000 abitanti circa.
  • È fondamentale il coinvolgimento di quella larga fascia d’utenza non domestica che rappresenta una grossa quota quali-quantitativa nelle raccolte differenziate; produttori di oltre il 50% dei rifiuti con qualità del loro rifiuto selezionato. Bisogna spingere in particolare bar, ristoranti, fruttivendoli, uffici, negozi, etc. con specifici servizi dedicati e sistemi di raccolta porta a porta adattati ai loro bisogni.
  • L’attivazione di circuiti di raccolta domiciliari per la frazione organica (con una elevata e capillare frequenza), consente la riduzione della frazione putrescibile nel residuo.
  • Il porta a porta aumenta il coinvolgimento dei cittadini e consente un rapporto (controllo) più diretto. La raccolta puntale permette frequenti, metodiche e costanti informazioni sui livelli raggiunti, sul grado di impegno e sui risultati ottenuti per aree.
  • Il Porta a porta migliora la qualità del materiale raccolto riducendo impurità e scarto.
  • Aiuta a valorizzare la definizione nell’applicazione della Tariffa. Il sistema puntuale di raccolta favorisce una migliore conoscenza economica da parte degli utenti coinvolti.
  • Un tema importante e spesso difficilmente affrontabile (purtroppo) è la valutazione economica ed il confronto di convenienza per un presunto costo elevato legato al basso livello di industrializzazione del servizio; vede dunque sfavoriti le grandi città e le zone ad alta densità urbanistica.

Clara ha dato una crescente attenzione al porta a porta, con importanti risultati sia in termini di qualità del servizio sia in termini recupero di materia. Oggi tutti i Comuni del medio e basso ferrarese (ex Area) e quattro dei cinque comuni dell’alto ferrarese (tutti a eccezione di Vigarano Mainarda e la località Sant’Agostino di Terre del Reno) vengono gestiti con sistema porta a porta. L’avvio del sistema domiciliare in ogni comune, avvenuto gradualmente a partire dal 2010, è stato preceduto da campagne capillari di comunicazione, con visite a domicilio, incontri pubblici e dettagliati materiali informativi. È chiaro, infatti, che senza l’adesione e la comprensione da parte dei cittadini, un metodo simile – che richiede indubbiamente uno sforzo partecipativo maggiore da parte dei singoli individui – non potrebbe funzionare.
Ogni anno, per ciascun Comune servito, vengono predisposti uno o più calendari (in base alle zone in cui è suddiviso organizzativamente il territorio comunale). Per agevolare il compito dei cittadini i calendari stampati vengono consegnati insieme al Kit annuale di sacchi oppure distribuiti tramite posta o tramite agenzie di recapito. È inoltre sempre possibile consultarli e scaricarli dal sito istituzionale dell’azienda (www.clarambiente.it), selezionando il proprio Comune e la zona di riferimento.

Clara ha evidenziato la sua convinzione sull’efficacia del porta a porta anche nel ‘Manifesto per la rinascita dei rifiuti’, il documento presentato in occasione dell’assemblea costitutiva della nuova società, che raccoglie i valori e i modelli della nuova società. Nel Manifesto si afferma che per raggiungere elevati livelli di recupero di materia c’è solo un metodo di lavoro: il porta a porta. Raccogliendo casa per casa ogni genere di rifiuto in maniera differenziata, ma soprattutto attivando un principio di responsabilità nei confronti di ciascun cittadino, che a fronte di un maggiore impegno richiesto, garantisce risultati qualitativi e quantitativi molto più elevati. I risultati sono facilmente misurabili: nei Comuni Clara serviti con sistema porta a porta l’indifferenziato avviato a smaltimento è passato dai 361 Kg pro capite del 2010 (quando tutti i comuni erano ancora serviti con cassonetti stradali) ai 125 kg medi pro capite del 2016. Ed è aumentata proporzionalmente la raccolta differenziata: la media territoriale è salita dal 43,39% del 2010 al 74,43% del 2016.
Importante, nel Manifesto, anche un principio che spesso viene utilizzato in modo critico da chi non è convinto sul porta a porta, giudicato dispendioso: “Tutto questo porta anche a un significativo aumento dell’occupazione, a parità di costi per la collettività. Infatti, invece di spendere denaro per conferire i rifiuti indifferenziati in impianti/discariche o inceneritori/termovalorizzatori, le risorse vengono investite nel maggiore personale necessario sul territorio per la gestione del servizio porta a porta. Con un beneficio per le comunità locali”.
Il ciclo dei rifiuti urbani e la gestione degli stessi (raccolta e smaltimento) hanno un profondo impatto sull’ecosistema, sull’economia dei servizi pubblici, ma anche sulla salute e sulla politica industriale di un territorio. La conoscenza di questi impatti è un elemento fondamentale per la qualità del processo e deve essere messa a disposizione di tutti gli interlocutori del sistema per perseguire un’attenta politica ambientale orientata alla sostenibilità utilizzando importanti strumenti di rating.
È importante poter dialogare informando, facendo conoscere i pro e i contro di ogni soluzione tecnica e gestionale, coinvolgendo sugli obiettivi e sui principi, ricercando la collaborazione dei cittadini affinché i servizi possano essere utilizzati nel modo migliore e le modalità di informazione siano percepite trasparenti, diffuse e condivise.

Violenza: la forza dei deboli

di Federica Mammina

Il 25 novembre scorso è stata la giornata nazionale contro la violenza sulle donne e dovunque sono state organizzate iniziative volte alla sensibilizzazione delle persone contro questo fenomeno dilagante. Perché violenza non è solo uccidere, ma è qualsiasi atto che provochi un danno o una sofferenza, anche psicologica. Violenza è qualsiasi atto che la donna è costretta a subire, che non è frutto di una libera scelta, anche il più piccolo.
E allora educhiamo i giovani, perché crescano con la consapevolezza che amore è libertà. Informiamo le donne, perché sappiano che ricevere aiuto è un loro diritto e coinvolgiamole perché siano solidali tra loro. Ma soprattutto rivolgiamoci agli uomini, quelli che le donne le amano, perché siano proprio loro in prima linea in questa lotta.
Siamo donne, tutte diverse, tutte uniche, ma in fondo tutte uguali: quando amiamo lo facciamo senza riserve, con tutto il cuore. Ma a chi regalare il nostro cuore lo decidiamo noi, e con la forza non lo otterrete mai.

“La violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna, ma soltanto distruggerla.”
Benedetto Croce

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

La disperata impresa di un eroe dei sogni

L’eroe senza una storia si svegliò in piena notte, si mise a osservare alcune tenui gocce di luce nel buio della sua stanza, giungevano dai neon sempre accesi della strada filtrando dalle fessure delle persiane chiuse. Quelle gocce sbattevano scintillando sulla sua armatura nuova di zecca appoggiata ai piedi del letto…
Improvvisamente disse:

Se chiudi gli occhi e guardi vorrei che qualche volta mi vedessi.
Ti sorriderei e farei cenni con le mani, ti accompagnerei per lunghe passeggiate nell’intricato parco dei tuoi sogni.
Vorrei esser lì con te, nel tuo mondo privato che pur non controlli.
Vorrei vivere un’avventura e salvarti dai pericoli, come un eroe delle fiabe sconfiggerei i tuoi incubi.

Se io non fossi io e tu non fossi tu: costretto nel mio letto e tu nel tuo.
Se il mondo fosse altra cosa di ciò che è: una barchetta di carta governata da formiche.
Se tutto questo e ancor di più non fosse, allora darei leggi fisiche ai desideri e prenderti per mano sarebbe certezza.

Ma la certezza si spegne e ricompare la luce, luce di un giorno uguale agli altri, indifferente alle angosce di un eroe dei sogni.

Licenziato dai tuoi sogni e dai tuoi pensieri, ho atteso un tuo improbabile richiamo.
E adesso, come un re senza il suo regno,
ricerco invano il mio lieto fine.

Parlò in silenzio perché nella stanza era solo, soltanto lui e la sua armatura.
Le sue parole erano già lontane, perdute.
Nell’oscurità, appena oltre il letto, il profumo del bosco e il fruscio del vento sul manto erboso distraevano i pensieri.
Diede un ultimo sguardo alla sua splendida, lucente, inutile armatura, sempre pronta all’occorrenza…
Pronta a scomparire al primo squillo d’orologio.

Amateur (Aimee Mann, 1995)

Salviamo il pandoro!

di Federica Mammina

Tra poco meno di un mese è Natale, le città già si vestono di luci, alberi, addobbi e, complice l’arrivo del freddo, si sente già la voglia di prepararsi a trascorrere le feste avvolti dal calore familiare. Si pianificano vacanze, si inizia a pensare al menu dei pranzi e delle cene, a chi invitare e ai regali. Non possono mancare poi le piccole dispute che ogni anno si ripropongono in tutte le famiglie: presepe o albero? Pandoro o panettone?
Ecco, quest’anno, per molte famiglie questi ultimi non saranno solo dei golosi fine pasto, ma saranno il vero regalo di Natale. La famosa azienda Melegatti, che prende il nome dal fondatore Domenico, l’inventore del nome, della forma e della ricetta del pandoro, ha rischiato di vedere la chiusura dello storico stabilimento di Verona. Ma grazie al sostegno dei consumatori (che si sono adoperati per questa come per altre aziende che tengono alta la bandiera del made in Italy colpite da calamità naturali), all’aiuto dei fornitori ed anche allo spirito di sacrificio degli operai che hanno accettato di rientrare in fabbrica nonostante la mancanza di stipendio, si è ottenuto il via libera del Tribunale per cercare di risollevare l’azienda con un piano che prevede un monitoraggio serrato delle vendite. E così pochi giorni fa è ripresa la produzione, quando, dopo mesi, è stato sfornato il primo pandoro, generando la commozione dei dipendenti.
La crisi per questa famosa azienda non è di certo passata, bisognerà aspettare diversi mesi per capire se c’è possibilità di salvezza, ma intanto speriamo che il senso di responsabilità e l’attaccamento al lavoro dimostrati, siano, nel pieno spirito natalizio, ricompensati.
E buon Natale a chi, il Natale, ce lo fa gustare.

II Biennale d’Arte “don Franco Patruno”

Martedì 5 dicembre 2017 alle ore 18 presso il Salone delle Mostre Temporanee di Palazzo Turchi di Bagno, sede dello SMA – Sistema Museale di Ateneo, Cs.Ercole I d’Este, 32 sarà inaugurata la II Biennale d’Arte “don Franco Patruno”. La mostra sarà visitabile fino al 18 dicembre 2017.
Orari: lunedi/giovedi: 10-18 venerdì: 10-17 sabato/domenica: 10-18

La mostra sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, in collaborazione con il Comune di Cento e con il patrocinio dello SMA, giunge a Ferrara dopo la prima tappa presso il Castello della Rocca di Cento, durante la quale sono stati attribuiti i premi che hanno visto quali vincitori Valeria Talamonti (I premio), Debora Cavazzoni (II premio), Marco Casella (III premio).
Artisti le cui opere, dopo l’esposizione odierna, entreranno a far parte della collezione Cassa di Risparmio di Cento. Questa seconda edizione della Biennale cade in occasione del decimo anniversario della morte di don “don Franco Patruno”, rinsaldando il valore del premio ed il legame con la memoria di Patruno, con il suo vivace e profondo interesse per i fatti della cultura e dell’arte, così come per la vita e la crescita dei giovani.
Ai giovani artisti del resto, compresi in un’età tra i 18 e i 30 anni, è rivolto questo premio, oggi estesosi su scala nazionale e della cui giuria tecnica hanno fatto parte Gianni Cerioli (Presidente), Ada Patrizia Fiorillo, Fausto Gozzi, Massimo Marchetti, Valeria Tassinari. A costituire il percorso espositivo i 27 artisti selezionati: Ricardo Aleodor Venturi (Pesaro, 1994), Camilla Baron (Solagna, VI, 1988), Arianna Bassetto (Arzignano VI, 1995), Gerardo Brentari (Rovereto, TN, 1991), Noemi Bigelli (Fano, PU, 1988), Sofia Bonini (Ferrara, 1985), Marta Campioni (Patrica FR, 1989), Marco Casella (Desenzano del Garda, BS, 1991), Debora Cavazzoni (Castelvetro di Modena, MO, 1990), Antonio Della Guardia (Mercato San Severino, SA, 1990), Elisa Denigris (Bologna, 1987), Federica Di Pietrantonio (Grottaferrata, RM, 1996), Carmine Esposito (Scafati, SA, 1991), Valentina Ferrari (Carpi, MO, 1987), Victor FotsoNyie (Bologna, 1990), Chiara Fucà (Torino, 1988), Riccardo Grassi (Piacenza, 1991), Simone Gulisano (Roma, 1992), Michele Iafrancesco (San Lorenzello, BN, 1994), Martina Paladini (Pesaro, PU, 1992), Carole Peia (Cuneo, 1992), Enrico Pierotti (Fano, PU, 1994), Daniele Pulze (Piove di Sacco, PD, 1988), Ilaria Sagaria (Palomonte, SA, 1989), Mattia Sarti (Costa di Rovigo, RO, 1988), Andrea Solaja (Trieste, 1988), Valeria Talamonti (Offida, AP, 1989).
Il tema assegnato quest’anno dalla giuria tecnica è stato “Dimenticanze”, una traccia declinabile secondo varie interpretazioni: storiche, sociali, personali, collettive, registrate ed espresse dagli artisti secondo diversificati linguaggi di espressione: dalla pittura, alla scultura, alla grafica, all’installazione. A corredo della stessa è pubblicato un agevole catalogo, documentativo delle opere e degli apparati, con testi introduttivi di Gianni Cerioli e Massimo Marchetti. «La Biennale d’arte – scrive in esso Cerioli – è una riflessione sulla contemporaneità, sulle risposte e sulle sollecitazioni con le quali l’esperienza artistica si inserisce nella realtà dei nostri giorni. […] Un’iniziativa per la quale siamo grati ai molti interlocutori che la sostengono: da Cristiana Fantozzi, Presidente della Fondazione, ai membri del Consiglio di Indirizzo e del Consiglio d’Amministrazione della stessa, alla Cassa di Risparmio di Cento, al Comune di Cento, ai membri della giuria, a Ursula Thun, Presidente dello SMA, al Museo MAGI’900 di Pieve di Cento che ospiterà nel nuovo anno la personale della vincitrice del I premio».

Le autonomie territoriali: voltare pagina dopo la crisi

Martedì 5 dicembre 2017, nell’ Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza di Ferrara Corso Ercole I D’Este 37, dalle 9,30 alle 13 si terrà il convegno Le autonomie territoriali: voltare pagina dopo la crisi.

L’iniziativa è dedicata alla relazione tra autonomie territoriali e “crisi”, sotto i diversi profili che in questi ultimi anni hanno visto gli enti locali esposti alla congiuntura economica negativa, ma anche delle prospettive del “dopo crisi”, con la presentazione di una ricerca condotta da docenti di diritto amministrativo delle Università di Ferrara (Gardini, De Donno, Magri) e Bologna (Vandelli), alle quali seguirà una tavola rotonda isatituzionale con il Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, il consigliere regionale Paolo Calvano, il Magistrato della Corte dei Conti Tiziano Tessaro e viceprefetto A. Sabato.

Questo il programma:
Indirizzi di saluto del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Giovanni De Cristofaro
Relazioni – Ore 9,45 – 11,15
Presiede e introduce:Luciano Vandelli (SPISA, Università di Bologna)
Gianluca Gardini (Università di Ferrara)Crisi e nuove forme di governo territoriale
Marzia De Donno (Università di Ferrara) I Comuni nell’area vasta: alla ricerca dell’adeguatezza
Marco Magri (Università di Ferrara) La“legalità finanziaria” e il controllo della Corte dei Conti
Tavola rotonda – Ore 11,30 – 13,00
Paolo Calvano (Consigliere della Regione Emilia Romagna)
Fabrizio Matteucci (Direttore di ANCI Emilia-Romagna)*
Adriana Sabato (Viceprefetto Vicario della Prefettura di Ferrara)
Tiziano Tagliani (Sindaco del Comune di Ferrara e Presidente della Provincia di Ferrara)
Tiziano Tessaro (Consigliere della Corte dei Conti, Sezione regionale di Controllo per il Veneto)
Interventi e dibattito

In occasione del Convegno verranno presentati i Volumi L. Vandelli, G. Gardini, C. Tubertini (a cura di), Le autonomie territoriali: trasformazioni e innovazioni dopo la crisi, Rimini, Maggioli, 2017, M. Magri, I controlli sugli enti territoriali nella attuale congiuntura,Rimini, Maggioli, 2017