Skip to main content

2. SEGUE – Fra le prime cinque torri commerciali, i grattacieli, nella graduatoria stilata in architettura dal World’s Tallest Skyscrapers Emporis, risultano in ordine crescente di altezza:

5° posto Taipei 101 Taipei mt 509
4° posto Freedom tower New York mt 541
3° posto Abraj al Bbait La Mecca mt 601
2° posto Shangai tower Shangai mt 632
1° posto Burj Kalifa Dubai City mt 828

Un primo posto esaltato dalla notte del record senza collocazione nel tempo, tanto attesa a Dubai City dopo cinque anni di intenso lavoro, e non poche traversie finanziarie. La grande torre, la torre del Califfo, o Burj Khalifa, viene letteralmente incendiata da una cascata di fuochi d`artificio dalla sommità alla base. Arricchita da fontane con giochi d`acqua lanciati fino a 150 metri intonanti Il “Nessun dorma” di Pavarotti come un tributo alla grandiosità, il capolavoro dell`ingegneria viene resa al mondo in tutta la sua potenza estetica con la livrea argentea luccicante come un abito da sera formato da 150.000 metriquadrati di cristalli specchianti ad altissima prestazione.
La notte ha stelle, tante stelle, ma lo spettacolo per noi occidentali è fissato sul palcoscenico regale quando lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum entra nello spazio visuale, una “Le mille e una notte”, nella sua kandhoura bianca per inaugurare il Burj che a sorpresa si chiamerà Burj Khalifa, in omaggio allo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahayan, anche lui presente, sovrano di Abu Dhabi e finanziatore ultimo del progetto.
Per i più distratti, la torre di proprietà di Emaar Properties e progettata dall’architetto britannico Adrian Smith, è ispirata alle forme di un fiore di Hymenocallis, molto popolare a Dubai; possiede il più veloce ascensore al mondo, manco a dirlo, che raggiunge in 50 secondi il 124° piano, circa 550 metri di altezza, l’ultimo fruibile dai visitatori. Si ipotizza che da qui si abbia un allungamento della vista fino a ottanta chilometri di fronte, ma è impressionante vedere transitare giganteschi aerei al disotto dei propri piedi posti a circa 550 metri di altezza.
Accoglie l’esclusivo Hotel Armani oltre 700 appartamenti tutti venduti, uffici, piscine e il tutto per un investimento di 1,5 miliardi di dollari. Da terra, guardando in alto, le nuvole si rincorrono e spesso gli ricoprono il puntale come un grande albero di Natale; dall`apparire del Burj Khalifa le altre torri sulla terra sono affette da nanismo, lo skyline di Dubai City ha subito un cambio senza precedenti considerato che le torri presenti nell`area misurano in altezza solo, si fa per dire, 200/250 metri.
Le critiche sulla realizzazione erano e sono taglienti. Quale sostenibilità? Contestuale-urbanistica? Ambientale? Sostenibilità sociale ? Economica?.
E` convincimento comune che oggi di una torre, vista l`importanza materica, si dovrebbe valutarne anche la virtuosità sotto il profilo dell`analisi Lca e quindi non solo misurare la propria efficienza energetica o il rapporto con le energie rinnovabili applicate, ma anche quanto abbia agito sull`ambiente la sua costruzione e quanto abbiano pesato per la sostenibilità ambientale i componenti necessari e prodotti, impiegati per la sua costruzione, nonchè la manutenzione e l`ipotetico costo energetico per la demolizione.
Si è scritto “dell’arroganza di pianificazione degli sceicchi” oppure “rappresenta un contributo difficilmente sostenibile.” “Un cattivo esempio per l’Europa che si sta concentrando sull’ ammodernamento degli edifici in chiave efficiente e sostenibile”, o ancora “un’ inutile simbolo di prestigio economico, che rappresenta solo il potere del denaro” e per altri “inevitabile la necessità di paragonare l’edificio alla torre di babele, portatrice nel libro della Genesi di odio e discordia”, fino al “monumento auto-celebrativo è un invito al disastro”.
Di certo è che nel Burj Khalifa sono state impiegate le piὺ attuali tecnologie progettuali e costruttive, tenendo anche in considerazione gli elementi ambientali come il vento pari ad una velocità di 250 km orari, le oscillazioni apicali e le differenze di temperatura fra la sommità e la base assimilabili ad un cambio di stagione. Le vetrazioni sono il meglio a disposizione, la livrea argentea del gioco pirotecnico dei cristalli specchianti è posta in funzione di un clima esterno dalle alte temperature e per le decise escursioni termiche. Un severo impegno per gli esperti del microclima avendo di fronte l`obiettivo di rendere vivibile un volume di straordinaria complessità abitativa. Ma i record, anche i piὺ estremi, hanno la prerogativa di essere abbattuti. Altre altissime torri fino a 1200 metri di altezza si stanno annunciando per i prossimi anni, in una competizione fra Paesi mediorientali, asiatici e Cina.
Sappiamo che ancora sarà un cristallo brillante e prestazionale ad oltrepassare le nuvole.
Ne seguiremo gli sviluppi aspettando la prossima notte dei record.

tag:

Marco Bonora

Nato sul confine fra le province di Bologna e Ferrara, dove ancora vive e risiede . Si occupa di marketing e di progettazione nel settore Architettura per una industria vetraria, lavora in una multinazionale euroamericana. E’ laureato in Tecnologie dei beni culturali e in Scienze e tecnologie della comunicazione presso l`Università di Ferrara. Scrive articoli su riviste del settore e ha pubblicato due volumi tematici sul vetro contemporaneo innovativo e sul vetro artistico delle vetrate istoriate del `900 presenti nelle chiese del nostro territorio. Grande passione da sempre per i viaggi a corto e lungo raggio e il mare.

I commenti sono chiusi.


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

La redazione e gli oltre 50 collaboratori scrivono e confezionano Periscopio  a titolo assolutamente volontario; lo fanno perché credono nel progetto del giornale e nel valore di una informazione diversa. Per questa ragione il giornale è sostenuto da una associazione di volontariato senza fini di lucro. I lettori – sostenitori, fanno parte a tutti gli effetti di una famiglia volonterosa e partecipata a garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano che si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori, amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato 10 anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato Periscopio e naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale.  Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 

Oggi Periscopio conta oltre 320.000 lettori, ma vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it