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Siamo alla terza e ultima parte di una storia molto importante per la nostra città e per il mondo della scuola in particolare: l’Ipsia è coinvolto da qualche tempo in un grande processo di trasformazione che ne sta cambiando la percezione sia all’interno, tra gli studenti, sia all’esterno, a livello di cittadinanza. Quest’anno è stato avviato un progetto sperimentale triennale ad hoc che mira a coinvolgere i ragazzi con strategie e con attività motivanti come la realizzazione di laboratori espressivo-creativi di teatro, musica rap e videomaker, mirato a migliorare il clima scolastico, aumentare l’autostima dei ragazzi e migliorare le relazioni all’interno dell’istituto. Nelle interviste precedenti abbiamo raccolto la testimonianza dei docenti [leggi] e del preside [leggi], ora la voce va agli studenti della classe I MC che frequentano il laboratorio di teatro, ai ragazzi tutor che fanno da supporto e al regista Massimiliano Piva del Teatro Cosquillas [vedi]. In fondo alle testimonianze una galleria fotografica del laboratorio.

I TUTOR PARLANO DELLA LORO ATTIVITA’

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La referente del progetto Monica Santoro e tre tutor, Federico Paone, Michela Canella e Cristina D’Agostino

Federico Paone (Teatro) – Io sono tutor da tre anni, la mia prof. aveva visto che sono un tipo capace di aggregare e socializzare e mi ha fatto entrare nel ‘mondo dei tutor’. Fare accoglienza significa parlare, fare gruppo, si cerca di integrare tutti, l’importante è che non si creino i gruppetti dei bulli, di quelli che si sentono più forti e che si isolano dagli altri.
Micaela Canella (Rap) – Fare il tutor è una cosa molto bella perché aiuta davvero i ragazzi ad aprirsi, io ho visto la differenza di alcuni ragazzini che lo scorso anno erano in prima e avevano problemi a relazionarsi e ora sono diventati persone diverse, sono dolcissimi, fantastici. Ci troviamo molto bene insieme, sia loro che noi.
Cristina D’Agostino (Teatro) – I ragazzi migliorano tantissimo da un anno all’altro e noi siamo contenti di questo.

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Massimiliano Piva e i ragazzi del laboratorio

MASSIMILIANO PIVA PARLA DELL’IMPORTANZA DEI TUROR
Loro sono un ponte tra il mondo dei ragazzi, il mondo scolastico e me  operatore esterno. Devo dire che sono veramente fantastici perché si mettono in gioco tantissimo; mi aspettavo di trovare in loro un supporto ma non credevo, devo essere sincero, di trovare così tanta serietà.

I RAGAZZI PARLANO DEL LABORATORIO TEATRALE (QUINTO INCONTRO CON METODO COSQUILLAS)
Marius Birsan – A me piace questo laboratorio perché ci siamo aperti l’uno verso l’altro e abbiamo condiviso delle cose che prima non potevamo condividere. Io adesso sto meglio in classe con i compagni. Poi Maci è molto simpatico, piace a tutti. Youssef Nourredine – A me il laboratorio piace, come a tutti. Andrea Rigobello – Mi piace molto il progetto, soprattutto perché Maci cerca di levare l’imbarazzo tra di noi. Melissa Zovota – Attraverso questo progetto ci siamo conosciuti meglio. Andrei Birsan – Mi piace perché ci siamo avvicinati di più, adesso ci rispettiamo. Mario Di Vaio – Questo laboratorio mi piace molto perché nonostante siamo tutti diversi, cerchiamo di creare un unico corpo. Ringrazio il grandissimo Maci, i miei tutor, i miei amici. [Scroscio di applausi] Sono fantastici, c’è un’energia enorme, ogni mattina mi sveglio perché voglio andare a scuola per incontrarli [Scroscio di applausi]. Sasha MirontseV – Questo lavoro mi piace molto, vorrei continuare anche nei prossimi anni e mi viene anche più voglia di studiare… il laboratorio è un motivo per impegnarmi di più a scuola. [Scroscio di applausi]. Giuseppe Siciliano – Mi piace perché riunisce tutti noi ragazzi, anche se non abbiamo rapporti di amicizia. E poi è un’esperienza nuova che non avevamo mai fatto prima. Francesca Matteucci – Ci siamo uniti molto di più rispetto all’inizio dell’anno. Karolina Cokaj – E’ vero, noi all’inizio nemmeno ci parlavamo e invece adesso siamo una classe molto unita e bella. Masarati Miriam – E’ un progetto interessante, che diverte. E poi sì, adesso ci parliamo e ci guardiamo anche negli occhi. Alessia Capoluongo – E’ divertente e abbiamo scoperto delle cose che prima non sapevamo di noi. Massimiliano mi è subito piaciuto perché fin dal primo giorno ci ha accolti come se già ci conoscesse, come se facessimo già parte di lui. [Scroscio di applausi]. E anche i tutor sono bravi. [Scroscio di applausi]. Giulia Calza – E’ un buon modo per conoscerci un po’ tutti. Sasha Mirontsev – All’inizio tutti noi pensavamo che questo progetto fosse come tutti gli altri, noioso, invece poi abbiamo capito che è una cosa molto bella. E Maci è fantastico. [Scroscio di applausi].

Galleria fotografica – Clicca le immagini per ingrandirle.

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Massimiliano Piva chiude la carrellata degli interventi
Sono ragazzi davvero molto bravi. La cosa che io mi sento di promettere loro, se le cose vanno avanti così, è di mostrare alla loro scuola che cosa sono in grado di fare. Loro lo sanno, io me ne sono accorto, ma il mondo scolastico non dà loro l’opportunità di questo riscatto. Il laboratorio teatrale è l’opportunità di dimostrare quanto valgono e di capire che ci si può affezionare ad un altro compagno che prima non veniva nemmeno considerato, nonostante si viva in classe insieme ore e ore al giorno, e che si può conoscere meglio anche se stessi. Loro sanno anche, però, che potranno continuare il laboratorio teatrale con me nei prossimi anni solo se saranno promossi, quindi, se ci tengono, devono studiare.

Le prof. sse Guglielmetti e Santoro raccontano di aver partecipato anche loro al laboratorio Cosquillas destinato ai docenti
Noi abbiamo partecipato al laboratorio per docenti del Teatro Cosquillas alla Città del Ragazzo (da ottobre 2014 a gennaio 2015) nell’ambito del progetto europeo Leonardo Theatre [vedi], ed è stato utilissimo perché con il metodo Cosquillas abbiamo sperimentato un linguaggio al quale noi adulti non siamo più abituati, ossia fatto di spontaneità e di fiducia, abbiamo discusso insieme e ci siamo confrontati sulle varie metodologie e tecniche che sperimentiamo quotidianamente con i nostri ragazzi. Insomma abbiamo fatto anche noi il percorso che i nostri ragazzi stanno facendo ora: ci siamo messe a nudo, prima dubbiose e incerte, e poi ci siamo sentite unite nel gruppo perché abbiamo capito che non eravamo sole, che la nostra è una delle tante realtà e che insieme si possono cambiare le cose. E’ stato così che ci siamo persuase a realizzarlo anche con i nostri ragazzi e vediamo che sta andando benissimo. Il Cosquillas è un metodo molto coinvolgente che funziona con tutti, sia con gli insegnanti che con gli studenti.

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Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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