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Giorno: 6 Febbraio 2014

jazz

Venerdì 7, Spirito in jazz con la voce di Joyce Yuille Quartet e le note di Tavolazzi, Calzolari e Beggio

da: Il gruppo dei 10 e Spirito

Il Gruppo dei 10 e Spirito presentano “Joyce Yuille Quartet” (Joyce Yuille, voce; Ares Tavolazzi, contrabbasso; Stefano Calzolari, pianoforte; Mauro Beggio, batteria.
Venerdì 7 febbraio si apre la rassegna musicale “Tutte le direzioni in Springtime” organizzata dal Gruppo dei 10 per animare la primavera ferrarese con concerti gratuiti dedicati al jazz ma non solo. Il primo fiore a sbocciare sul palco del ristorante Spirito in via Rondona 11d a Vigarano Mainarda sarà la splendida cantante americana Joyce Yuille accompagnata da un trio di musicisti straordinari quali Stefano Calzolari al pianoforte, Ares Tavolazzi al contrabbasso e Mauro Beggio alla batteria.

Joyce Yuille, nata a New York, ha dimostrato fin dall’età di 10 anni fenomenali capacità canore che l’hanno portata a studiare in una delle più prestigiose scuole di New York, Fiorello Laguardia High School Of The Music & Performing Arts. La musica ha sempre rappresentato una parte fondamentale della sua vita e, nonostante l’esperienza di modella e indossatrice che la portò a viaggiare a Parigi e in Italia, anche la sua carriera di cantante è cresciuta al punto di portarla sul palco con i grandi nomi nazionali ed internazionali del panorama soul, jazz e pop. Ha lavorato con Gloria Gaynor, Randy Crawford, Donna Summer, Ron, Laura Pasini, Elio e Le Storie Tese, Ronan Keating, Toto Cotugno e ci fermiamo qui, anche se l’elenco sarebbe infinito. Il fatto di essere cresciuta tra il jazz della Grande Mela e l’ambiente delle chiese gospel, rende la singer capace di affrontare un repertorio che spazia dal jazz al gospel con intatta forza emotiva. La sua voce calda, raffinata, ricca di sfumature e dal timbro profondo sarà in grado di conquistare i gusti anche dei non appassionati del settore.

Ad accompagnarla in questo viaggio musicale dal jazz metropolitano all’energia tipica del gospel, ci penseranno le note del pianoforte del bravissimo Stefano Calzolari. Anche lui si è distinto per le sue doti musicali già in tenera età, iniziando a suonare il pianoforte da autodidatta all’età di 5 anni e proseguendo gli studi all’Accademia di Musica di Modena e di Composizione al Conservatorio di Modena. La sua carriera di pianista, compositore e direttore si è da sempre intrecciata con il jazz che l’ha portato a collaborare, tra gli altri, con Garrison Fewell, Norma Winstone, Gary Chaffee, Paolo Fresu, Ed Cherry, Carlo Atti, Massimo Manzi, Marco Remondini, Gianni Coscia, Michael Allen, Ronnie Jones, Cheryl Nicherson, Bobby Johnson, Geoff Warren, Rita Botto, Lalo Cibelli, Elisabetta Sacchetti.

Un’altra figura stimatissima nel panorama jazzistico italiano e che delizierà i presenti con le note del suo contrabbasso è il nostro concittadino Ares Tavolazzi. Innumerevoli sono le sue collaborazioni con i più celebri jazzisti mondiali quali Stefano Bollani, Enrico Rava, Francesco Guccini e Vince Tempera ma anche Sal Nistico, Max Roach, Lee Konitz, Phil Woods, Massimo Urbani, per citarne solo una minima parte. Da alcuni anni è componente fisso del trio di Danilo Rea, con Ellade Bandini, trio con cui si è esibito nell’edizione 2013 di “Direzione Comacchio”.

A completare il quartetto è l’inestimabile Mauro Beggio che ha iniziato a studiare la batteria quando aveva tredici anni frequentando la “Scuola Popolare di Musica Dizzy Gillespie” di Bassano del Grappa. Ora che di anni ne ha 44, si può dire che la sua carriera professionistica ha raggiunto un livello di qualità altissimo che l’ha portato ad alternarsi tra formazioni precostituite, come l’Enrico Rava Quartet e il trio di Enrico Pierannunzi, ed un’intensa attività di freelancer. Tra gli artisti italiani con cui ha suonato annoveriamo Franco D’Andrea, Stefano Bollani, Dado Moroni, Andrea Pozza e Sergio Caputo, mentre tra quelli stranieri spiccano Lee Konitz, Toots Thielemans, Kenny Wheeler, Franco Ambrosetti, Rachel Gould, Chris Rosenberg, Harvie Swartz, Sheila Jordan, Paul Bley, Glenn Ferris, Garrison Fewell, Mike Abene e Don Friedman.

Jazz ed atmosfera per un’imperdibile serata! Cena alle ore 20.30 e a seguire concerto. Per info e prenotazioni 3394365837.

Emilio-Gentile

Lo storico Emilio Gentile parla della Grande guerra nella cornice del Novecento europeo

da: istituto Gramsci

L’istituto Gramsci informa che venerdì 7 febbraio alle ore 17 (presso la Sala Agnelli, biblioteca Ariostea) si terrà la prima conferenza del ciclo: “La Grande Guerra e il novecento europeo”.
Conferenza di Emilio Gentile: “La Grande Guerra e il novecento europeo”
Presentazione: Anna Quarzi.

Questi i prossimi appuntamenti:

Programma di attività del 2014

1. Venerdì 10 gennaio ore 17 apertura del ciclo: “Viaggio nella comunità dei saperi. Istruzione e democrazia”.
Luciana Bellatalla “John Dewey, ovvero l’educazione per una società aperta e complessa”.

2. Sabato 11 gennaio ore 17 (presso la Libreria IBS, palazzo San Crispino) presentazione del testo di papa Francesco: “Evangelii gaudium. Esortazione apostolica”. Ne parlano: Massimo Faggioli e Piero Stefani. Coordina: Tiziano Tagliani.

3. Venerdì 17 gennaio ore 17 apertura del ciclo: “La Grande Guerra e il novecento europeo”
Lettura di testi sulla Prima guerra mondiale: Fabio Mangolini, Magda Iazzetta. Scelta dei testi e coordinamento: Piero Stefani.

4. Venerdì 31 gennaio ore 17 (ciclo: “Viaggio nella comunità dei saperi. Istruzione e democrazia”) Conferenza di Tiziana Pironi: “La pedagogia di Maria Montessori: una risorsa per la scuola odierna”.

5. Venerdì 7 febbraio ore 17 (ciclo: “La Grande Guerra e il novecento europeo”) Conferenza di Emilio Gentile: “La Grande Guerra e la storia del novecento”

6. Venerdì 14 febbraio ore 17 (ciclo: “Viaggio nella comunità dei saperi. Istruzione e democrazia”). Conferenza di Nadia Bonora: “Paulo Freire, la partecipazione democratica per una cittadinanza attiva”.

7. Venerdì 21 febbraio ore 17 (ciclo: “La Grande Guerra e il novecento europeo”) Conferenza di Maura Franchi: “Il tempo e lo spazio: la percezione del mondo alla vigilia della Grande Guerra”.

8. Venerdì 28 febbraio ore 17 (ciclo: “Viaggio nella comunità dei saperi. Istruzione e democrazia”). Conferenza di Deanna Marescotti: “Jean Piaget: l’educazione in rapporto all’attività cognitiva e all’apprendimento”.

9. Lunedì 3 marzo ore 17 (ciclo: “Italiani brava gente! Rileggere i caratteri degli italiani”). “Sulle ali di Giuseppe Verdi”. Ne parlano: Michele Borsatti e Piero Stefani.

10. Venerdì 7 marzo ore 17 (ciclo: “La Grande Guerra e il novecento europeo”) Conferenza di Alberto Castelli: “Il pacifismo di fronte alla Grande Guerra”.

11. Venerdì 14 marzo ore 17 (ciclo: “Viaggio nella comunità dei saperi. Istruzione e democrazia”). Conferenza di Daniela Cappagli: “Noam Chomsky: conoscenza e libertà per cambiare il mondo”.

12. Venerdì 28 marzo ore 17 (ciclo: “La Grande Guerra e il novecento europeo”) Conferenza di Michele Nani: “L’Internazionalismo alla prova: il Movimento Operaio europeo di fronte alla Grande Guerra”.

13. Venerdì 4 aprile ore 17 (ciclo: “Viaggio nella comunità dei saperi. Istruzione e democrazia”)- Conferenza di Daniele Lugli: “Aldo Capitini: l’educazione profetica”.

14. Venerdì 11 aprile ore 17 (ciclo: “La Grande Guerra e il novecento europeo”) Dialogo tra Piero Stefani e Miriam Turrini: “La Chiesa cattolica e ‘l’inutile strage’ ”.

15. Martedì 15 aprile ore 17 (ciclo: “Viaggio nella comunità dei saperi. Istruzione e democrazia”). Conferenza di Antonella Cagnolati: “La sfida di E. Morin: l’educazione come strumento fondamentale per il futuro”.

16. Venerdì 18 aprile ore 17, in ricordo del trentesimo anniversario della morte di Enrico Berlinguer. Presentazione del volume curato da Pierpaolo Farina “Casa per casa. Strada per strada. La passione, il coraggio, le idee di Enrico Berlinguer” (Editore Melampo). Ne parlano con l’autore-curatore del libro: Fiorenzo Baratelli e Federico Varese.

17. Lunedì 28 aprile ore 17 (ciclo: “Viaggio nella comunità dei saperi. Istruzione e democrazia”). Conferenza di Mauro Presini: “Benefi-Ciari di una educazione democratica” (su Bruno Ciari).

18. Venerdì 9 maggio ore 17 (ciclo: “La Grande Guerra e il novecento Europeo”). Conferenza di Marco Bertozzi: “O. Spengler e il tramonto dell’Occidente”.

19. Mercoledì 14 maggio ore 17 (ciclo: “Italiani brava gente. Rileggere i caratteri degli italiani”). Gianni Venturi e Claudio Cazzola dialogheranno su: Cesare Pavese “Dialoghi con Leucò” (Einaudi)

20. Lunedì 19 maggio ore 17 (ciclo: “Italiani brava gente. Rileggere i caratteri degli italiani”). Fulvio Bernabei parlerà di Vitaliano Brancati.

21. Venerdì 23 maggio ore 17 (ciclo: “La Grande Guerra e il novecento Europeo”) Conferenza di Anna Quarzi:“Le donne, i movimenti femminili e la Grande Guerra”.

22. Martedì 10 giugno ore 17 (ciclo: “La Grande Guerra e il novecento europeo”) conferenza di Stefano Caretti su “Giacomo Matteotti e la Grande Guerra”.

23. Venerdì 12 settembre ore 17 (ciclo: “La Grande Guerra e il novecento Europeo”). Conferenza di Matteo Galli: “Letteratura tedesca e cinema tedesco sulla Grande Guerra”.

24. Venerdì 26 settembre ore 17 (ciclo: “La Grande Guerra e il novecento Europeo”) Gianni Venturi e Cecilia Vicentini dialogheranno su: “Le avanguardie artistiche europee prima e dopo la Grande Guerra”.

25. Giovedì 2 ottobre ore 17 (ciclo: “Italiani brava gente. Rileggere I caratteri degli italiani”). Conferenza di Claudio Cazzola: “Carlo Emilio Gadda ‘La cognizione del dolore’ Einaudi”.

26. Venerdì 17 ottobre ore 17 (ciclo: “La Grande Guerra e il novecento Europeo”). Conferenza di Paola Gnani: “ ‘I boschi d’autunno rimbano la sera…’. George Trakl: voce poetica di una civiltà morente”.

27. Venerdì 24 ottobre ore 17 (ciclo: “Italiani brava gente” Rileggere i caratteri degli italiani”). Conferenza di Diego Marani: “Le confessioni di un italiano” di Ippolito Nievo.

28. Martedì 28 ottobre ore 17. Piero Stefani parlerà di Liana Millu nella ricorrenza del centenario della sua nascita.

29. Venerdì 7 novembre ore 17 (ciclo: “Italiani brava gente! Rileggere i caratteri degli italiani”). Conferenza di Sandro Cardinali: “Carlo Levi ‘L’orologio’ Einaudi ”.

30. Giovedì 13 novembre ore 17. Conferenza di Andrea Pugiotto: “F. Kafka ‘Il processo’ Einaudi ”. A cento anni dalla scrittura del romanzo e a novant’anni dalla nascita dello scrittore di Praga.

31. Venerdì 21 novembre ore 17 (ciclo: “La Grande Guerra e il novecento Europeo”). Conclusione del ciclo. Conferenza di Tiziano Bonazzi: “L’intervento americano e i suoi influssi sulla società statunitense”.

32. Giovedì 27 novembre ore 17 (ciclo: “Italiani brava gente! Rileggere i caratteri degli italiani”), conferenza di Stefano Prandi su Ennio Flaiano.

33. Giovedì 4 dicembre ore 17. Conferenza di Paolo Veronesi su “ Cesare Beccaria ‘Dei delitti e delle pene’ Einaudi ”. A 250 anni dalla pubblicazione della fondamentale opera dell’illuminismo europeo.

Tutte le iniziative si terranno presso la Sala Agnelli (Biblioteca Ariostea, Via Scienze) alle ore 17. (Esclusa l’iniziativa dell’11 gennaio che si terrà presso la libreria IBS).

I vari cicli e conferenze sono stati ideati e organizzati dall’Istituto Gramsci e dall’Istituto di Storia Contemporanea.

Domenica 9 febbraio visite guidate agli Imbarcaderi del Castello Estense a cura di Itinerando

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Domenica 9 febbraio il Castello Estense di Ferrara apre in esclusiva le sue sale meno conosciute al grande pubblico, che potranno essere visitate con l’accompagnamento di una guida turistica.
Itinerando offre a cittadini e turisti visite guidate speciali al complesso degli Imbarcaderi, gli ambienti situati sotto al livello del cortile all’altezza del fossato, oggi location ideale per convegni, ricevimenti e matrimoni.
L’iniziativa rappresenta una preziosa opportunità per conoscere le ampie sale che avevano funzione di magazzini di corte e da cui si accedeva al pontile, punto di imbarco per raggiungere con piccole barche, o bucintori dorati, le Delizie del territorio collegate al Castello da una fitta rete di vie d’acqua.
Per l’occasione, i partecipanti alla visita guidata potranno anche ricevere informazioni sulla possibilità di fruizione delle sale per ricevimenti e congressi.
Le partenze sono previste ogni mezzora dalle 10,30 alle 12 e dalle 14,30 alle 16.
Il punto di ritrovo è nella biglietteria museale. L’iniziativa è a pagamento e per informazioni, contattare la biglietteria del Castello (tel. 0532.299233; e-mail castello.estense@provincia.fe.it).
Per le prossime iniziative in programma, informazioni sul sito www.castelloestense.it.

Per uno studente su quattro il futuro è nell’agricoltura e nel cibo italiano. Purchè sostenibili

da: ufficio stampa Coldiretti
Uno studente italiano su quattro vede una prospettiva di lavoro legato allo sviluppo delle filiere dell’agricoltura e del cibo italiano, purchè si comprenda il valore della sostenibilità e dell’originalità dell’autentica italianità.

In Italia vedono una prospettiva di lavoro futuro nell’agricoltura e nel cibo quasi uno studente su quattro con ben il 23 per cento degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori tecniche e professionali che ha scelto per il 2013/2014 un indirizzo legato all’agricoltura e all’enogastronomia. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in occasione della giornata inaugurale di Fieragricola di Verona che ospita nello stand della Coldiretti, nel padiglione 2, uno spazio dedicato alle idee geniali proposte dalle nuove generazioni in agricoltura, dal vino di giuggiole dell’Odissea agli agrocosmetici alle stelle alpine, dai mobili rivestiti da fibra di fico d’India alle mozzarelle con latte di capra, dal ragu’ di trota al latte a lunga conservazione 100 per 100 italiano.
Nell’anno scolastico 2013/2014 si sono iscritti al primo anno degli istituti tecnici e professionali della scuola secondaria di secondo grado, statali e paritarie 262.716 giovani e tra questi ben il 23 per cento ha optato per l’agricoltura, l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, che complessivamente hanno registrato 60.017 nuovi iscritti. Una tendenza che si sta accentuando negli ultimi anni nelle scuole superiori che è confermata anche dai livelli superiori di istruzione, secondo un’analisi della Coldiretti sulla base di una ricerca Datagiovani relativa agli effetti della recessione sugli Atenei italiani nel periodo dal 2008 ad oggi. Le iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari hanno fatto registrare la crescita piu’ alta nel periodo considerato con un aumento del 45 per cento.
Numeri che testimoniano una vera rivoluzione culturale, confermata anche dai risultati di un sondaggio Coldiretti/Ixe’ secondo il quale il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l’impiegato in banca (13 per cento). Ed anche che il 50 per cento degli italiani ritiene che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro mentre solo l’11 per cento ritiene che l’operaio possa avere sbocchi occupazionali. D’altra parte, secondo l’indagine, il 79 per cento degli Italiani sostiene che in futuro in Italia ci sarà un numero minore di fabbriche. Per questo – continua la Coldiretti – l’88 per cento degli italiani afferma che il sistema di formazione nazionale andrebbe riqualificato anche con un corso specializzato all’Università sulla valorizzazione del Made in Italy.
“I giovani hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali prospettive e di fiducia per far tornare a crescere l’Italia”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “è in atto una rivoluzione generazionale che punta su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina”.
“Occorre comunque – commenta ancora il presidente nazionale di Coldiretti – che si costruisca un modello di sviluppo sostenibile con il territorio, con l’ambiente, con le nostre peculiarità, secondo gli stimoli e le idee dal basso, rafforzando a tutti i livelli le filiere autenticamente italiane, in uno sforzo che non è solo per l’agricoltura ma per l’intero Paese. In giro c’è cattiva industria, cattiva cooperazione, che non fanno il bene dei soci e dei territori, una rincorsa a chimere come l’OGM, che i consumatori non vogliono e e molta incoerenza che non aiuta lo sviluppo. Noi vogliamo rafforzare il nostro progetto, dargli ancora più corpo, collaborando con tutti quelli che credono nell’autentico made in Italy e che hanno compreso che la nostra mobilitazione, ad esempio al Brennero non vuole essere la causa dell’affossamento dell’industria alimentare italiana, ma proprio l’esatto contrario, introducendo quegli elementi di conoscenza e trasparenza che fanno bene alla comunicazioni sui mercati, che valorizzano i nostri prodotti, che fanno vendere di più se davvero c’è dentro la nostra italianità. Non svendiamo il nostro patrimonio di conoscenze, di capacità produttive, di marchi, ma neppure di prodotti che nascono nelle nostre aziende e che devono essere utilizzati per primi negli alimenti italiani”.

10 milioni di animali in meno nel 2013, zootecnica sempre meno Made in Italy. Addio alla vecchia fattoria

da: ufficio stampa Coldiretti
A rischio estinzione 130 razze italiane di mucche, asini, maiali, pecore e galline, ma a rischio è tutto il settore dell’allevamento italiano, che vale circa 17,3 miliardi di euro, il 35% dell’agricoltura nazionale e circa 800.000 persone impiegate, con l’aumento incontrollato della concorrenza sleale a basso costo e zero trasparenza.

La crisi mette a rischio la vecchia fattoria in Italia dove in un solo anno sono scomparsi oltre 10 milioni di mucche, maiali, pecore, capre, galline, oche e conigli. E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme con il primo dossier sulla scomparsa degli animali dalle stalle italiane, in occasione dell’apertura della Fieragricola di Verona dove è tornata l’“Arca di Noe” con le piu’ rare e curiose razze in pericolo di estinzione. L’iniziativa promossa dalla Coldiretti in collaborazione con Italialleva dell’Associazione italiana allevatori (AIA) nel Padiglione 9 è forse l’ultima occasione per conoscere alcuni animali dal vivo nell’ambito della piu’ grande “stalla” mai aperta al pubblico in città in Italia.
Stalle, pollai e ovili si sono svuotati nel corso del 2013 con la Fattoria Italia che ha perso in un anno – sottolinea la Coldiretti – circa 7 milioni di polli e galline, 750mila tacchini. 700mila conigli e circa mezzo milione tra faraone, oche ed anatre. All’appello – continua la Coldiretti – sono venuti a mancare anche gli animali piu’ grandi: circa un milione di pecore, agnelli e capre, 650mila maiali, 45mila manze e 25mila bufali. Un crollo che – continua la Coldiretti – rischia di compromettere anche la straordinaria biodiversità degli allevamenti italiani dove sono minacciate di estinzione ben 130 razze allevate tra le quali ben 38 razze di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini, sulla base dei Piani di Sviluppo Rurale dell’ultima programmazione.
Se dell’asino romagnolo noto per il suo temperamento vivace – sottolinea la Coldiretti – sono rimasti solo 570 esemplari impegnati nella produzione di latte uso pediatrico e per l’onoterapia, della capra Girgentana dalle lunghe corna a forma di cavaturacciolo si contano circa 400 capi per la produzione di latte destinato alla Tuma ammucchiata (formaggio nascosto) stagionata in fessure di muro ingesso e/o pietra, che in passato venivano murate per nasconderle ai briganti. Ma ci sono anche – continua la Coldiretti – la gallina di Polverara, ritratta con il caratteristico ciuffo fin dal 1400 in quadri e opere conservati anche nei Musei vaticani, la Mora romagnola una curiosa razza di maiale dal mantello nerastro, con tinte dell’addome più chiare, i bovini di razza Garfagnina con mantello brinato e pelle di colore ardesia che annovera una popolazione di appena 145 capi o quelli di razza Pontremolese che sono rimasti appena in 46. Piu’ numerose le pecore della razza Brogna con un gregge di qualche migliaio di animali che si caratterizzano dalle macchie rossastre più o meno estese che punteggiano la testa, le orecchie e gli arti mentre la pecora dirazza Alpagota, originaria dallo storico altopiano di Alpago da cui prende il nome, puo’ contare oggi su 3363 capi.
A rischio non c’è pero’ solo la biodiversità, ma anche un importante comparto economico con l’allevamento italiano che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35% dell’intera agricoltura nazionale con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale con circa 800mila persone al lavoro. La scomparsa dellaFattoria Italia fa aumentare la dipendenza dall’estero che ha già raggiunto livelli preoccupanti: l’Italia importa il 42 per cento del latte che consuma, il 40 per cento della carne di maiale, il 30 per cento di quella ovicaprina e il 10 per cento della carne coniglio.
Sotto accusa per la Coldiretti è la mancanza di trasparenza nell’informazione ai consumatori che favorisce la concorrenza sleale di latte e carne a basso prezzo importati dall’estero. “Gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere”, ha denunciato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel chiedere “la piena attuazione della legge sull’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti come richiesto peraltro dalla recente mozione approvata all’unanimità dall’Aula della Camera sull’etichettatura dei prodotti alimentari all’inizio dell’anno”.
Attualmente, infatti, in Italia non è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza del latte a lunga conservazione in vendita e neanche l’origine del latte di mucca, pecora o capra impiegato nei formaggi. La mancanza di trasparenza in etichetta sullareale origine colpisce anche la carne di coniglio, pecora, capra o maiale in vendita come fresca o anche trasformata. Le importazioni di carne dall’estero per realizzare falsi salumi italiani di bassa qualità fanno concorrenza sleale ai prelibati prodotti della norcineria nazionale, dal culatello di Zibello alla coppa piacentina, dal prosciutto di San Daniele a quello di Parma, con 615mila maiali “sfrattati” dall’Italia solo nell’ultimo anno.
In Italia sono state importate 57 milioni di cosce di maiali dall’estero destinate ad essere stagionate o cotte per essere servite come prosciutto italiano, a fronte di una produzione nazionale di 24,5 milioni nel 2012, mentre a fronte di un consumo di 2,05 milioni di tonnellate di latte a lunga conservazione solo mezzo milione è di provenienza italiana mentre il resto è stato semplicemente confezionato in Italia o addirittura è arrivato già confezionato, con un impatto negativo sul lavoro e sull’economia del Pese. Ma ad essere importati – conclude la Coldiretti – sono anche semilavorati come le cagliate, polvere di latte, caseine e caseinati che vengono utilizzati per produrre, all’insaputa del consumatore, formaggi di fatto senza latte.

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 6 febbraio

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Incontro venerdì 7 febbraio alle 17
La Grande Guerra e la storia del Novecento raccontate da Emilio Gentile
06-02-2014

Sarà dedicato alla lettura storica data Emilio Gentile del primo conflitto mondiale e delle sue tragiche conseguenze il nuovo incontro del ciclo ‘La Grande Guerra e il Novecento europeo’ in programma venerdì 7 febbraio alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. La rassegna di appuntamenti promossa dall’Istituto Gramsci e dall’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara proseguirà con altri undici appuntamenti, fino al novembre prossimo, con i quali si cercherà, negli intenti degli organizzatori, di approfondire il significato di quel tragico evento che inaugurò ‘il secolo breve’ e fu causa di cambiamenti sconvolgenti per l’Europa del Novecento.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Emilio Gentile, uno dei più autorevoli storici italiani, nel suo libro “Apocalisse della modernità”, dedicato alla crisi della civiltà europea con la Grande Guerra, ricostruisce il contesto sociale, culturale e antropologico entro il quale maturò una delle più tragiche esperienze del Novecento. Con il Trattato di Versailles l’intera geografia europea fu ridisegnata secondo la volontà dei vincitori, ma gravi e di lunga durata furono le conseguenze a livello politico e ideologico: le rivendicazioni territoriali, la corsa al riarmo e la militarizzazione di massa della società saranno alcuni dei principi cardine attorno ai quali costruiranno il proprio consenso regimi dittatoriali come il fascismo e il nazismo.

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MUSEI CIVICI – Domenica 9 febbraio alle 16 laboratorio didattico alla palazzina Marfisa
A lezione di affresco, sulle orme degli artisti del passato
06-02-2014

Un pomeriggio alla scoperta dei segreti della tecnica dell’affresco. A proporlo, ai bambini e ragazzi tra i 5 e i 12 anni, è il nuovo laboratorio del ciclo ‘Giocando si impara’ in programma domenica 9 febbraio alle 16 alla palazzina di Marfisa d’Este (corso Giovecca 170). Nel corso del pomeriggio i giovanissimi partecipanti avranno anche la possibilità di mettersi alla prova con la tecnica dell’affresco, sulle orme di Cosmè Tura e Bastianino.
La rassegna di iniziative didattiche, che si concluderà il prossimo 15 febbraio, è organizzata dai Musei civici d’Arte antica di Ferrara in collaborazione con l’associazione culturale Arte.na e per partecipare (al costo di 8 euro per un bambino assieme a un adulto) è necessario prenotare telefonando ai numeri 349 2691426 – 328 4909350 oppure scrivendo a alessandra@associazioneartena.it

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MUSEO DI STORIA NATURALE – Due laboratori per ragazzi l’8 e 9 febbraio alle 15,30
Viaggio nel tempo alla ricerca dei nostri antenati
06-02-2014

Sarà un viaggio indietro nel tempo, alla ricerca dei nostri antenati preistorici, quello che potranno compiere gli ‘apprendisti scienziati’ dagli 8 ai 12 anni che sabato 8 e domenica 9 febbraio parteciperanno ai due nuovi laboratori organizzati dal Museo civico di Storia naturale in collaborazione con l’associazione Didò. I giovani partecipanti potranno toccare i calchi di antichissimi crani, maneggiare utensili preistorici e accendere il fuoco senza fiammiferi.
I laboratori avranno inizio alle 15,30, per una durata di circa due ore.
Per partecipare è necessaria la prenotazione, da effettuare contattando la sezione didattica del Museo (via De Pisis 24, Ferrara) al numero 0532 203381, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 o all’indirizzo dido.storianaturale@gmail.com (info su www.comune.fe.it/storianaturale).

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SCUOLA DI MUSICA MODERNA – Incontro sabato 8 febbraio alle 15,30 in via Darsena 57
I compiti della Siae e il diritto d’autore
06-02-2014

Sarà dedicato alla Siae e al diritto d’autore l’incontro in programma sabato 8 febbraio alle 15,30 nell’aula magna della Scuola di Musica Moderna di Ferrara in via Darsena 57. Curato da Sergio Pugliese e aperto gratuitamente a tutti gli interessati, l’appuntamento rientra nel ciclo di lezioni organizzato dall’associazione Musicisti di Ferrara, in collaborazione con il Comune di Ferrara-Assessorato alla Cultura e Giovani, per diffondere la cultura e l’educazione musicale in tutte le sue forme moderne.
Nel corso dell’incontro di sabato saranno in particolare analizzati i compiti istituzionali della Siae e l’ambito applicativo del diritto d’autore.

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GIORNO MEMORIA 2014 – Sabato 8 febbraio alle 11 al Museo del Risorgimento e della Resistenza
Presentazione del libro di Andrea Carli “Il caso Arpur”
06-02-2014

Nell’ambito delle celebrazioni della Giornata della Memoria 2014, il Museo del Risorgimento e della Resistenza (corso Ercole I° d’Este 19) ospiterà sabato 8 febbraio alle 11 la presentazione del volume inedito di Andrea Carli “Il caso Arpur” (Ferrara, Trasogni 2014). Interverranno al dibattito, coordinato dalla responsabile del Museo Delfina Tromboni, la storica Antonella Guarnieri, lo scrittore Giuseppe Muscardini e la cultrice di storia dell’arte Elena Ferraresi che commenterà alcune opere pittoriche di Andrea Carli.

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) – Andrea Carli è noto a Ferrara per avere prodotto importanti raccolte di poesia. Il romanzo breve “Il caso Arpur” risulta dominato e pervaso dal dramma vissuto da quasi 800.000 militari italiani che, dopo la firma dell’armistizio, l’8 settembre 1943, rifiutandosi di combattere accanto ai nazisti ed al fascismo restaurato della Repubblica sociale, vennero avviati ai campi di prigionia in Germania e nelle zone occupate dai tedeschi.
Il Terzo Reich non riconobbe ai prigionieri italiani e a quelli russi, a differenza degli internati militari di altri paesi, l’applicazione della convenzione di Ginevra, fatto che li costrinse a vivere in condizioni di ancor maggiore drammaticità quella detenzione.
Nella sua prima parte, il romanzo, recuperato dagli eredi in un cassetto nel quale era stato riposto dall’autore, schivo e riservato, come lo descrive lo scrittore ferrarese Aldo Luppi, suo amico ed estimatore, rappresenta un vero e proprio documento storico, scritto con sensibilità, profondità e capacità di evocare emozioni intense. La seconda parte un giallo, tutto da leggere, manifesta l’evidente propensione dell’autore all’indagine dell’animo umano. L’incontro del Museo del Risorgimento e Resistenza sarà arricchito dall’analisi di alcune delle innumerevoli opere pittoriche che Carli produsse sino alla sua morte, evidenziando la poliedricità delle proprie doti artistiche.

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TEATRO VERDI – Sabato 8 febbraio alle 21 in via X Martiri prosegue la stagione teatrale
La compagnia dialettale ‘Straferrara’ va in scena a Porotto
06-02-2014

Prosegue al Teatro G.Verdi di Porotto (via X Martiri 141) la stagione teatrale 2013/2014. Sabato 8 febbraio alle 21 ad esibirsi sarà la storica compagnia dialettale ferrarese “Straferrara” con la commedia “Lassa star i càn ach dòram” di C. Soavi. Il gruppo artistico, fondato nel 1931 con alle spalle ottant’anni di attività e un repertorio molto vasto, tornerà successivamente sul palco del teatro di Porotto nel mese di aprile con lo spettacolo “I quatrìn i fa balar i buratìn”.

L’iniziativa è promossa dall’associazione Teatro G.Verdi di Porotto, con la collaborazione della Circoscrizione 3 e il patrocinio del Comune di Ferrara. Per l’accesso al teatro è necessario munirsi della tessera Aics che può essere richiesta all’entrata.

Per info e prenotazioni www.teatroverdiporotto.it teatroverdiporotto@gmail.com tel. 389 1150068

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GIORNO RICORDO 2014 – Sei appuntamenti pubblici tra l’8 febbraio e il 5 marzo
Memorie di un esodo, tra ricostruzioni storiche e testimonianze personali
06-02-2014

Si muovono tra la rievocazione di una tragedia collettiva e il richiamo a vicende individuali le iniziative con cui anche quest’anno, in occasione del Giorno del Ricordo, Ferrara torna a puntare i riflettori sui fatti accaduti nelle terre del confine orientale durante e dopo la II Guerra mondiale.
Tra l’8 febbraio e il 5 marzo prossimi, sei diversi appuntamenti pubblici, tra incontri di approfondimento e proposte musicali e gastronomiche, torneranno infatti a richiamare l’attenzione su una delle pagine più tragiche della nostra storia recente, rimasta per lungo tempo nell’oblio. E a corredo del programma anche una serie di incontri riservati agli studenti delle scuole del territorio.
Promotrice di tutti gli appuntamenti è, come di consueto, la sezione ferrarese dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che ha programmato il calendario in collaborazione con il Museo civico del Risorgimento e della Resistenza e la sezione cittadina dell’associazione nazionale Partigiani cristiani, e con il patrocinio di Comune, Provincia, Prefettura e Guardia di Finanza.
“Alle associazioni organizzatrici – ha dichiarato stamani in conferenza stampa l’assessore provinciale Carlotta Gaiani – va il ringraziamento delle istituzioni cittadine, per l’impegno speso in questi anni nel portare avanti la memoria di una pagina di storia che è stata trascurata per lungo tempo e che va ora recuperata e approfondita anche in relazione alle sue conseguenze sociali e culturali”.
“La volontà su cui si fonda il nostro percorso – ha puntualizzato Antonella Guarnieri del Museo del Risorgimento e della Resistenza – è quella di lavorare per approfondire la ricerca storica su questa parte così complessa della storia contemporanea per poi diffondere, soprattutto ai più giovani, i risultati di questa ricerca”.
“A dieci anni dall’istituzione del Giorno del Ricordo per la data del 10 febbraio – ha confermato il presidente dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia Flavio Rabar – a Ferrara continuiamo a ricordare quelle vicende, non solo con riferimento al dramma delle foibe, ma anche e soprattutto al tema dell’esodo dalle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia che interessò circa 350mila persone e che condusse anche a Ferrara un gruppo di esuli, accolti nella sede dell’istituto scolastico di via Romei 12”. Questi ultimi, e i loro famigliari, saranno protagonisti dell’incontro con il prefetto di Ferrara in programma lunedì 10 febbraio alle 16.
Il calendario delle iniziative si aprirà però sabato 8 febbraio alle 16 con un concerto del Conservatorio Frescobaldi a palazzo Bonacossi dedicato al compositore e stampatore di musica Andrea Antico, nato in Istria nel 1480.
Tra gli altri appuntamenti in programma, oltre alla santa messa in duomo il 9 febbraio alle 10,30, un incontro il 12 febbraio alla sala Estense sul ruolo della Guardia di Finanza sul confine orientale tra il 1943 e il ’45; una conversazione con la giornalista di Trieste Rosanna Turcinovich, il 21 febbraio alle 11 all’istituto Vergani, e un incontro con il segretario della Comunità di Piemonte d’Istria Franco Biloslavo il 5 marzo alle 21 nella sede della Croce Rossa (via Cisterna del Follo 13).
Non mancheranno, poi, anche quest’anno, gli appuntamenti gastronomici al ristorante L’Officina del gusto (via Foro Boario 60) per scoprire i sapori della cucina istriana, dal 19 al 21 e dal 26 al 28 febbraio (info e prenotazioni 0532 909523). “Sarà l’occasione – come spiegato dal Marisa Antollovich – per assaggiare piatti della tradizione di quelle terre, preparati secondo ricette tramandate dalle nostre madri e nonne, per recuperare e diffondere anche questa parte della nostra cultura”.

Scarica il programma delle iniziative ferraresi per il Giorno del Ricordo 2014:

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PALIO DI FERRARA – Questa mattina in Municipio alla presenza dell’assessore Aldo Modonesi
Con l’Ente Palio per fare il punto sui primi cento giorni di “gestione Fortini”
06-02-2014

(Comunicato a cura dell’Ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara)

Si è tenuta stamattina presso la Sala dell’Arengo nel Palazzo Municipale la conferenza stampa di presentazione del lavoro svolto dall’Ente Palio città di Ferrara nei primi 100 giorni di “gestione Fortini”. Al tavolo dei relatori lo stesso Presidente Fortini e l’assessore al Palio del Comune di Ferrara, Aldo Modonesi.

Il Palio di Ferrara è una manifestazione che solitamente viene associata all’idea delle tradizioni, del legame con la Storia della città, del suo illustre e nobile passato. “Palio di Ferrara” significa suono dei tamburi, belle dame in costume, strade chiuse al traffico ma il Palio è questo e molto, molto di più.
Il Palio è un’occasione, per la città di Ferrara, per il suo sistema turistico ed anche per quello economico. Il settore del turismo rievocativo è uno di quelli che – attualmente – attira più risorse e muove più persone. Uno studio dell’A.E.R.R.S. , presentato lo scorso novembre nell’ambito di un convegno tenutosi a margine della manifestazione “Usi e Costumi” presso la Fiera di Ferrara, ne ha quantificato il valore economico; si tratta di un giro di affari da 200 milioni di euro, che fanno fruttare un investimento di 50 milioni di euro e che impegna quasi 100.000 persone. Secondo l’A.E.R.R.S., le manifestazioni rievocative hanno delle ricadute economiche e sociali importanti sui territori interessati: qualificano i luoghi dove questi eventi vengono realizzati, dando inoltre stimoli al commercio, all’artigianato locale, al comparto dell’accoglienza e della ristorazione.

Queste riflessioni sono lo spunto dal quale nasce una nuova idea di Palio di Ferrara, che non va ad inficiare o a sconvolgere in alcun modo la sua valenza culturale e sociale in città, ma tocca ambiti diversi, che vanno dal project marketing alla comunicazione, in un piano triennale di ampio respiro, nel quale si riconoscono azioni eterogenee, riunite però sotto uno stesso obbiettivo: fare del Palio di Ferrara e degli appuntamenti ad esso collegati la punta di diamante delle manifestazioni rievocative, che porti in città migliaia di turisti lungo tutto il corso dell’anno, in sinergia con le iniziative del territorio.

Perché il progetto prenda forma e si realizzi in tempi relativamente brevi nei primi 100 giorni del mandato Fortini ha voluto dialogare con tutte le diverse anime del Palio, dalle Contrade – contradaioli e organi direttivi – Le Contrade costituiscono una forza sociale e capillare nel territorio, diventando sempre più anche “erogatori di servizi” con la prossima scomparsa delle circoscrizioni.

ORGANIGRAMMA

E’ stato ridefinito l’Organigramma dell’Ente Palio, affidando nuovi incarichi e ricostituendo il Consiglio di Presidenza. Si tratta di un organo di visione esterna al mondo Palio, costituito da istituzioni e privati, stakeholder della città. Il Consiglio di Presidenza è formato da diverse persone, ad ognuna delle quali è stato chiesto di occuparsi al meglio di quello in cui sono punti di riferimento a Ferrara, e non solo. Ne fanno parte, oltre il Pres. dell’Ente Palio Alessandro Fortini, Romano Marzola (vice presidente dell’ente), Walter Celso Brina (presidente del Comitato Organizzatore), Massimo Maisto (Ass. Cultura), Pier Carlo Baglioni, Matteo Musacci, Andrea Benini, Riccardo Cavicchi (Consorzio Visit Ferrara), Raffaele Maragno (Dinamica Media), Giambaldo Perugini, Nicola Zanardi (Ferrara Fiere).

Alla storica Angela Ghinato è stato affidato l’incarico di Direttore Generale dell’Ente: la nuova figura si occuperà di coordinare le attività dell’Ente, garantendo l’attendibilità storica e la rispondenza dei contenuti proposti dalle manifestazioni, dalla pubblicazioni e dalle iniziative che l’Ente e le Contrade promuoveranno.

Si è poi puntato sul coinvolgimento diretto delle Istituzioni: l’assessore al Palio, Aldo Modonesi, è entrato a far parte del Comitato Esecutivo, l’assessore al turismo e cultura Massimo Maisto nel Consiglio di Presidenza, l’assessore al bilancio Luigi Marattin alla verifica dei conti.
Importante – e lo sarà sempre di più – anche il coinvolgimento di stakeholder (portatori di interesse) e partner economici: realtà economiche locali e nazionali; determinante sarà la componente privata.
PIANO FINANZIARIO

Ancora, perché il Palio possa diventare un “soggetto economico”, è stato stilato ed approvato un Piano Finanziario, ossia un intervento strategico che possa attrarre partner privati, con un incremento di spesa per investimenti su turismo e comunicazione, in modo da riuscire a portare a pareggio di bilancio e completo risanamento i conti dell’Ente in 5 anni.
Perché la gestione finanziaria dell’ Ente sia più trasparente possibile, sono stati coinvolti professionisti di Ferrara ed esterni alla città, perché forniscano consulenze su questa gestione finanziaria. Fondamentale l’apporto dell’Assessore Marattin come supervisore delle dinamiche del Palio dal punto di vista economico.

Come ogni grande azienda che dialoga con il suo territorio di riferimento, alla fine del triennio l’Ente presenterà un Bilancio Sociale.

“Il Palio, dal punto di vista finanziario, si pone nel mezzo del mondo economico di Ferrara, – ha spiegato Alessandro Fortini – con i problemi annessi e connessi alla sua natura di manifestazione culturale e turistica, che ha dovuto rinunciare a molti dei contributi economici pubblici, dal Comune e dalla Provincia. Perché il Palio diventi una realtà economica importante per la città stiamo stringendo rapporti di partnership con diversi soggetti, con i quali vogliamo intavolare un discorso ampio, che non si fermi ad una sponsorizzazione puntuale solo per il 2014, ma che accompagni le attività del Palio durante tutto l’anno. Il Palio di Ferrara, fra diretto ed indotto, ha un giro economico potenziale da 2 milioni e mezzo di euro che è stato sottovalutato fino ad ora ma che, per una realtà come la nostra, non è assolutamente più trascurabile.”

COMUNICAZIONE

Per vendere un prodotto come il Palio di Ferrara è indispensabile investire su di un network di professionisti della comunicazione.
“Dinamica Media sta lavorando alla creazione di un Nuovo portale paliodiferrara.it, presto avremo una App specifica che permetterà il dialogo fra gli eventi del Palio e i monumenti di Ferrara, a servizio dei turisti. Inoltre sono stati coinvolti professionisti perché sia costante ed approfondita la presenza del Palio sui mezzi di informazione e comunicazione locali e non, dalla TV al web, passando per la carta stampata, sfatando il mito che il Palio è per i ferraresi, portiamo il Palio fuori dalle mura della città ” ha spiegato il presidente Fortini.
TURISMO
L’Ente Palio città di Ferrara è entrato a pieno titolo nel Consorzio Visit Ferrara, che ne curerà lo sviluppo della promozione esclusiva degli eventi del Palio, per regalare ai turisti emozioni uniche, attraverso pacchetti esclusivi e su misura.
“Per agganciare l’onda crescente del turismo storico – ha spiegato Fortini – stiamo costruendo un programma composito per l’edizione 2014. Verranno mantenuti i fine settimana canonici per le diverse manifestazioni, così come le locations, ma per ogni week end andremo a proporre un elemento di appeal per il turista.”
“Circa il programma, abbiamo parlato ieri con il Prefetto – ha aggiunto l’assessore Modonesi – e si è deciso che le corse del Palio si correranno la prima domenica di giugno per non sovrapporle alle elezioni, sia per non incorrere in strumentalizzazioni politiche che per questioni di pubblica sicurezza, poiché la Polizia Municipale e le Forze dell’Ordine l’ultima domenica di maggio non sarebbero state disponibili visti i servizi speciali per le votazioni.”
Restano quindi come da tradizione i tre primi fine settimana di maggio, slittano al primo di giugno le gare di piazza Ariostea.
SEDE
Un’altra attesa e già celebrata novità è la nuova sede dell’Ente Palio: sono già stati assegnati e verranno consegnati entro la fine 2014 (una volta completate le opere di consolidamento post-sisma) gli spazi nella Torre dell’Orologio. La consegna della sede fa parte di un accordo-quadro sottoscritto con il Comune di Ferrara che coinvolge tutte le Contrade.

La nuova sede dell’Ente ospiterà un museo che attraverso le nuove tecnologie – QR Code – dialogherà con i luoghi-simbolo del Palio e con i diversi monumenti di Ferrara, nonché con le diverse sedi di Borghi e Rioni, con quella della Corte Ducale, presso le quali è conservata la traccia storica del Palio moderno. La sede, inoltre, includerà una biblioteca del Palio e metterà a disposizione della città spazi per incontri, mostre e convegni.

BANDIERE

A Ferrara sono circa 600 i ragazzi e le ragazze impegnati negli antichi Giochi della Bandiere. Per supportare le Contrade nelle attività di allenamento e preparazione degli atleti è stato sottoscritto un accordo con la Fiera di Ferrara che metterà a disposizione di tutti gli atleti uno dei padiglioni della struttura, oltre ad ospitare manifestazioni sportive connesse alle antiche discipline. Per la gestione di questi spazi verrà incaricato un fiduciario per Contrada.
Per molti cittadini quello degli sbandieratori è un mondo inconsistente, fanatico di uno sport “morto”. “Noi sappiamo che non è così, per questo abbiamo voluto premiare i nostri campioni la scorsa settimana – ha aggiunto Fortini – e per questo siamo fieri che due di loro siano stati scelti ed “utilizzati” nel nuovo videoclip di Elisa, promosso in anteprima ieri si repubblica.it.”
FUTURO
Il Palio di Ferrara parla al presente, per tutto quello che si sta facendo per “alzare l’asticella” delle ambizioni e dei risultati, ma guarda già al futuro. “Si sta lavorando al progetto di EXPO 2015 – nel quale il Palio entrerà con le imprese locali grazie ad una piattaforma Webgis di realtà aumentata e guardiamo già al 2016, per avere ruolo centrale nell’organizzazione delle Celebrazioni del 500° anniversario dalla prima pubblicazione dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto” ha concluso Fortini.

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ASSESSORATO ALL’AMBIENTE – Sabato 8 febbraio in via Darsena 57 alle 10 il workshop e alle 16 la presentazione pubblica
LOWaste for action, il secondo workshop del progetto di riutilizzo dei materiali
06-02-2014

Sabato 8 febbraio alle 10, nello spazio comunale Wunderkammer in via Darsena 57 a Ferrara, si terrà il secondo workshop del progetto Lowaste, una iniziativa coordinata dal Comune di Ferrara che, grazie il contributo finanziario europeo nell’ambito del Programma Life+10 della Commissione Europea, ha l’obiettivo di creare un modello locale per la riduzione dei rifiuti a favore di produzioni ad alta valenza ambientale, derivanti da materiali riciclati e di recupero.

Dopo l’incontro dell’11 gennaio scorso, con il primo workshop di coprogettazione che ha coinvolto oltre ai 40 partecipanti iscritti, realtà locali, esperti, imprenditori del territorio, ora il progetto LOWaste – LOcal Waste Market for second life products (Un mercato locale dei rifiuti per una seconda vita dei prodotti) vivrà nella mattinata di sabato (dalle 10) un secondo importante momento nel corso del quale le idee emerse nella fase precedente saranno esaminate e confrontate, quindi seguirà alle 16 una presentazione pubblica dei risultati raccolti nel workshop.

Per informazioni: Servizio Giovani, Relazioni Internazionali, Cooperazione Progetti
Europei via Boccaleone 19 Ferrara (tel. 0532 419956, E-mail lowaste@indicanet.it)

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INCONTRO IN COMUNE – Il sindaco Tiziano Tagliani ha ricevuto in residenza municipale il console cinese Liao Juhua
Opportunità di conoscenza e gemellaggio tra Ferrara e Heyuan nel Guangdong
06-02-2014

Il sindaco Tiziano Tagliani ha ricevuto nel pomeriggio di oggi giovedì 6 febbraio in residenza municipale, il console generale Cinese a Milano Liao Juhua accompagnato dai propri collaboratori e da Ruben Sacerdoti, responsabile del Servizio di Sportello Regionale per l’internazionalizzazione delle imprese della regione Emilia Romagna. Ed è proprio grazie ai rapporti fra la nostra Regione e l’Ufficio Affari Esteri della provincia cinese del Guangdong che si è creato questo contatto con Ferrara ed è stato organizzato l’incontro di oggi. Nel corso del colloquio il console cinese e il sindaco Tagliani hanno avuto l’occasione di scambiarsi reciproche informazioni sul territorio ferrarese e sulla provincia cinese, mettendo in campo anche l’ipotesi di promuovere un gemellaggio fra la città di Heyuan – città di oltre 3 milioni di abitanti nella provincia del Guangdong, a sud della Cina – e Ferrara. Il Sindaco ha espresso la volontà di percorrere questa strada del gemellaggio così come ha gradito l’invito a visitare la provincia cinese. La delegazione ha affrontato anche il tema della partecipazione a Expo 2015, proponendo di sincronizzare la presenza di Ferrara e della provincia del Guangdong nei rispettivi stand regionali nazionali nella terza settimana di settembre. L’incontro si è concluso con l’auguro di potersi nuovamente incontrare e con uno scambio di libri sulla città degli Estensi e di oggetti della tradizione culturale cinese.

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Mutilazioni genitali femminili, all’Emilia-Romagna circa 380mila euro per la prevenzione e il contrasto

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna
Politiche sociali – Mutilazioni genitali femminili, il programma della Regione Emilia-Romagna per la prevenzione e il contrasto. Ai Comuni capoluogo circa 380mila euro di risorse nazionali per progetti sul territorio. L’assessore Marzocchi: “Il nostro impegno per quella che è una battaglia di civiltà”

Bologna – Attività di sensibilizzazione nei confronti delle comunità straniere, iniziative nelle scuole sulla cultura dei diritti umani, formazione del personale socio-sanitario. Sono diversi i progetti, dei nove Comuni emiliano-romagnoli capoluogo di provincia, che partiranno a breve con il sostegno dei fondi (circa 380mila euro) assegnati alla Regione dalla legge nazionale per la prevenzione e il contrasto delle mutilazioni genitali femminili. “Si tratta di un contributo importante – spiega l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi, in occasione della Giornata mondiale contro le Mutilazioni genitali femminili – frutto di un accordo tra istituzioni per quella che è una battaglia di civiltà. Come Regione, abbiamo già cominciato a lavorare per la costruzione di un tavolo di coordinamento del programma complessivo, per la gestione dei singoli progetti territoriali/trasversali, e per la condivisione di approcci e linguaggi su un tema così delicato”.
Complessivamente, le risorse nazionali stanziate per finanziare le attività delle Regioni in tema di prevenzione e contrasto delle mutilazioni ammontano a 3 mln di euro; la quota assegnata a ogni Regione è calcolata sulla base della popolazione residente proveniente dai Paesi in cui queste pratiche sono diffuse. Il programma dell’Emilia-Romagna prevede “azioni” territoriali e trasversali che verranno realizzate da Piacenza a Rimini (come la comunicazione, a cura della Rete Mier, Media interculturali Emilia-Romagna) o in più aree della regione, con le donne migranti (a opera della Rete Intrecci) e con i giovani (a cura della Rete Together). Mier, Intrecci e Together sono tre reti regionali formalizzate in organismi di secondo livello. “Quest’impostazione – conclude l’assessore – ci consente di valorizzare reti già esistenti, andando a intervenire in particolare su alcuni target specifici come le seconde generazioni e le donne, e garantendo al tempo stesso il ruolo delle amministrazioni comunali che, a loro volta, possono valorizzare le risorse del territorio”.

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Al via la campagna informativa regionale per la farmacovigilanza

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna
Politiche per la salute – “Aiutaci a rendere i farmaci più sicuri”: al via una campagna informativa regionale per coinvolgere i cittadini nella farmacovigilanza

Bologna – Avere più informazioni su eventuali reazioni ai farmaci e promuovere nei cittadini più consapevolezza sul loro corretto utilizzo. “Aiutaci a rendere i farmaci più sicuri” è il messaggio di una campagna informativa che la Regione Emilia-Romagna lancia in questi giorni, per invitare i cittadini a segnalare al proprio medico di famiglia, o al pediatra o al farmacista gli eventuali effetti negativi provocati dai farmaci utilizzati. Perché più sono le segnalazioni, più aumenta la conoscenza sui farmaci e, di conseguenza, aumenta la loro sicurezza.

La campagna informativa del Servizio sanitario regionale prevede la distribuzione e l’affissione in tutte le farmacie dell’Emilia-Romagna di una locandina e di una cartolina.

I farmaci in commercio sono sicuri ed efficaci e sono studiati attentamente prima della commercializzazione. Però, oltre ai benefici previsti, a volte i farmaci possono presentare anche effetti negativi (si chiamano “reazioni avverse”), in particolari situazioni dovute per esempio a una intolleranza specifica, al dosaggio eccessivo o a un’assunzione non corretta. Inoltre non tutti gli effetti negativi possono essersi manifestati durante le fasi di sperimentazione clinica, ovvero prima della commercializzazione del medicinale.

Al proprio medico, o al pediatra o al farmacista i cittadini possono segnalare a voce le eventuali reazioni avverse riscontrate nell’uso di un farmaco. Oppure possono utilizzare la scheda che è disponibile da scaricare su Saluter, il portale web del Servizio sanitario regionale (www.saluter.it/farmacovigilanza), e inviarla al responsabile di farmacovigilanza dell’Azienda Unità Sanitaria Locale della propria provincia di residenza.

Le informazioni da dare sono poche e semplici: nome del farmaco, periodo di assunzione, descrizione della sospetta reazione avversa. Nella stessa pagina di Saluter è possibile scaricare anche la scheda di segnalazione per gli operatori sanitari.

La Regione Emilia-Romagna è impegnata a promuovere tra i medici e i pediatri di famiglia, gli specialistici, i farmacisti e gli altri operatori sanitari la raccolta di segnalazioni avverse da farmaci durante la loro attività e nel rapporto con i pazienti, anche con specifici progetti di formazione. Grazie all’attività di formazione degli operatori sanitari, per rendere sempre più efficace la sorveglianza dei medicinali in commercio, negli ultimi anni si è registrato un sensibile incremento delle segnalazioni: 3.136 nel 2013, 1.984 nel 2012 e 1.220 nel 2011.

Lo sviluppo di una cultura della farmacovigilanza passa inoltre attraverso progetti specifici sviluppati nelle singole Aziende sanitarie per migliorare la sicurezza nell’uso dei medicinali. Tutte queste attività sono coordinate dal Centro regionale di farmacovigilanza (istituito dalla Regione nel 2008), che opera in rete con le Aziende sanitarie e con l’Agenzia italiana del farmaco.

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Confermati dalla Commissione provinciale i valori medi agricoli 2014 per i terreni a seminativo

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Si è riunita in Castello Estense la commissione per la determinazione dei valori medi agricoli, le indennità per gli espropri, i valori delle costruzioni abusive e danni ambientali e per il calcolo dei Valori medi agricoli (Vam) per il 2014, presieduta dall’assessore provinciale all’urbanistica, Patrizia Bianchini.
Dopo un esame dell’andamento del mercato immobiliare e dei fondi agricoli nel 2013, all’unanimità è stato deciso di non aumentare i Vam per l’anno in corso.
Ciò comporta anche la conferma dei terreni agricoli destinati a colture a seminativo, con i rispettivi valori a seconda della regione agraria.
Regione agraria uno, comprendente i comuni di Bondeno, Cento, Ferrara, Mirabello, Poggio Renatico, Sant’Agostino e Vigarano Mainarda, con un valore di 28.500 euro ad ettaro per terreno a seminativo.
A 24.500 euro è, invece il valore per i terreni a seminativo delle Regioni agrarie due (Argenta, Berra, Copparo, Formignana, Jolanda di Savoia, Masi Torello, Portomaggiore, Ro, Tresigallo e Voghiera), e tre (Codigoro, Comacchio, goro, Lagosanto, Massafiscaglia, Mesola, Migliarino, Migliaro e Ostellato).
La Commissione provinciale è composta dai rappresentanti delle associazioni agricole, l’Agenzia del territorio, Acer e da quattro esperti in materia urbanistica, edilizia, espropri e abusi edilizi, nominati dal presidente della Provincia.

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L’ossimoro Ferrara: una provincia piena di vuoto

di Stefano Capatti

La nostra provincia sconta un ritardo infrastrutturale che ha inciso sul suo isolamento e sullo scarso appeal nell’insediamento di imprese esterne.
La dotazione infrastrutturale di una provincia, come è noto, rappresenta un determinante “fattore dello sviluppo economico”. Fatta 100 la media nazionale, la provincia di Ferrara ha l’indice più basso nella rete stradale (78,4) a livello regionale, così per quanto concerne le ferrovie (65,2) e per quanto riguarda le strutture per le imprese. Valori bassi anche nelle reti energetico-ambientali e nella banda larga.

In questo vuoto sospeso tra carenze infrastrutturali, crisi aziendali, scarsa competitività una recente ricerca del Censis ci ricorda che oltre ai collegamenti, l’altro aspetto strategico per l’insediamento o lo sviluppo delle aziende riguarda i costi energetici e del gas.

Lo sviluppo infrastrutturale in Emilia-Romagna, a partire dal dopoguerra, si andato consolidando principalmente lungo la Via Emilia. E’ in corrispondenza di questo asse centrale che attraversa l’intera regione, protagonista per lungo tempo di una effervescenza imprenditoriale, che si sono concentrati gli investimenti infrastrutturali (ferroviari e viari), generando una sorta di “Città diffusa“, efficacemente descritta da Paolo Nori nel romanzo Siamo gente delicata. Bologna Parma, novanta chilometri.

Ad est della “Città diffusa”, un altro asse scende da nord a sud, definibile come la “Via del Loisir” del turismo, dei parchi naturali, acquatici o tematici, delle discoteche, del divertimento; un territorio sempre “acceso” 24 ore su 24, dove gravita una massa eterogenea di traffico che pone grosse criticità.

Infine esiste un asse di confine della nostra regione con Veneto e Lombardia che si sposta da ovest ad est: il fiume Po e la provincia di Ferrara. Una opportunità tutta da ripensare e rivitalizzare in connessione all’intera realtà emiliano-romagnola o in chiave di “Area vasta” con le provincie limitrofe di altre regioni.

Sottoponiamo all’attenzione del lettore date di infrastrutture e nomi di imprese, molte di queste sparite; una lettura attenta farà percepire il livello di de-industrializzazione del nostro territorio e il deficit infrastrutturale.

Partendo dal Basso ferrarese, abbiamo la rinascita della Romea con i lavori che hanno inizio nel 1951 (iniziano a S. Giuseppe di Comacchio) e finiscono nel 1956. Il Ponte di Pomposa sarà realizzato nel 1958, quello di Porto Garibaldi nel 1960, il Ponte di Mesola nel 1970. Si tratta di un’area dove, oltre a servire la produzione agricola, può già contare su una interessante area industriale: insediamento dell’industria agroalimentare Colombani nel 1962; sempre nel 1962 nasce la Falco; nel 1961 la Cristalmeta di Codigoro ha 170 dipendenti; lo Zuccherificio di Codigoro (chiuderà nel 1975), la Cartiera Lambriana Codigoro (chiuderà nel 1972), nel 1960 nasce la Cartiera di Mesola, nel 1960 a S. Giovanni di Ostellato ha inizio costruzione dello zuccherificio CoProA; la manifattura Tabacchi di Mesola, l’Azienda Valli di Comacchio, lo zuccherificio di Comacchio. L’area è servita dalla linea ferroviaria Ferrara-Codigoro, mentre il collegamento con Ferrara avveniva mediante la Rossonia (costruita nel periodo fascista), passando per Tresigallo; la Superstrada Ferrara-Mare, che collega il casello autostradale di Ferrara Sud alla costa, sarà completata negli anni ’70.

Gli stessi comuni del Copparese, Medio ferrarese, nel loro sviluppo e nel passaggio alla società industriale, hanno scontato problemi di comunicazione e trasporti, in virtù della nascita e consolidamento di molte aziende. Berco nel 1956 conta 900 maestranze; l’azienda per macchine agricole Ferri di Tamara comincia ad ingrandirsi, come la Sandri di Ro ferrarese, mentre a Jolanda di Savoia funziona lo zuccherificio e a Tresigallo c’è un interessante polo produttivo dove spiccano la Lombardi (chiusa nel 1980 dopo essere stata acquisita dalla Colgate) e la Saipo. Fino a metà degli anni ’50 Copparo è servita da un tratto ferroviario che la collega a Ferrara, gestito dalla società Veneta che non predispone nessun rilancio dell’infrastruttura. In tale situazione si viene a creare il seguente paradosso: Berco bisognosa di un intenso traffico di merci ha costruito al proprio interno una linea ferrata per il congiungimento con la stazione locale, mentre la società concessionaria non ripristina mai i piani caricatori, le attrezzature necessarie ed i magazzini del deposito. Berco, quindi, l’impresa opta per il trasporto via camion, offrendo lavoro a società di trasporto copparesi. La stessa rete stradale, soprattutto la Copparo-Ferrara, pur con un aumento progressivo del traffico resta immutata; i collegamenti con il Basso ferrarese fino alla Romea avvengono mediante la Rossonia o mediante la Strada Reale di Jolanda di Savoia. Solo nei primi anni ’70 la costruzione della Gran Linea congiungerà in modo rapido ed efficace Copparo alla Romea.

Anche il Centese, nell’Alto ferrarese, nonostante mostrasse sin dagli anni ’50 le inequivocabili caratteristiche per diventare l’unico distretto industriale della provincia (Baltur, VM, Sim Bianca, Lamborghini, Ceramiche Sant’Agostino), condivise con il Copparese la soppressione della rete ferroviaria. A Cento fu costruito il tratto Ferrara-Cento per Km 31,589 nel 1909 dalla “Società Veneta per la Costruzione ed esercizio di Ferrovie Secondarie Italiane”. Successivamente, nel 1911 si costruì il tratto Cento-Decima di Km 5,325, con diramazione fino a S. Giovanni in Persiceto di Km 8,175. Nel 1916 con la costruzione del tratto Decima-Crevalcore-Modena di Km 27,947 si rendeva operativo una tratto di trasporto di km 83,846 che, partendo da Copparo, toccava Ferrara, Cento e arrivava a Modena. A metà degli anni ’50 fu dismesso il servizio ferroviario nel territorio centese, isolato dalla linea ferroviaria principale Bologna-Ferrara-Padova. La stessa rete stradale, in relazione al volume del traffico e dei trasporti, è apparsa da subito insufficiente e deficitaria, soprattutto nel tratto Ferrara-Cento. Lo stesso quadro strategico per la progettazione della Cispadana, evidenzia come vi sia stato un deficit politico-progettuale nell’assegnare una maggiore attenzione al polo industriale centese. Del tutto diversa invece la sorte del territorio Bondenese (zuccherificio, Maref) che ha beneficiato fino ad oggi della linea ferroviaria Ferrara-Suzzara, anche se, parimenti, le difficoltà sono state riscontrate sulla strada Virgiliana fino a Mantova.

La stessa città di Ferrara, da centro prevalentemente agricolo, cambia volto con l’industrializzazione del dopoguerra: nel 1954 la Montecatini acquisisce il Petrolchimico di Ferrara; l’andamento degli addetti dal 1950 al 1970 è il seguente: 1950, 3000 addetti; anno 1960, 5100 addetti; anno 1970, 3940 addetti. Nel 1964 la Zenith di Ferrara ha 530 dipendenti. Nel 1962 la IMI di Ferrara ha oltre 400 dipendenti, senza dimenticare altre importanti aziende come la Toselli, la Felisatti o la Zabov.

1. CONTINUA

Stefano Capatti è ricercatore del Centro documentazione e studi di Ferrara

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Zeno De Rossi, suoni e palpiti ferraresi di un musicista jazz

Ci incontriamo in una sera di mezzo autunno, all’ombra del castello estense di Ferrara, dove ormai vive da anni. Intorno allegri ragazzotti che cinquant’anni fa sarebbero stati uomini, vagano mascherati per le vie del centro, conciati male e ciucchi, costretti ad esaudire le richieste degli amici come tradizionale festeggiamento per l’agognata laurea. In bocca al lupo.

Seduti al bar, lo saluto e per una sorta di riflesso la prima cosa che osservo in Zeno De Rossi sono proprio le mani, le riconduco allo strumento che suona: la batteria. So bene che in quell’arte ciò che conta più delle mani è la testa, la capacità di governare ogni singolo arto simultaneamente e autonomamente l’uno dall’altro. Più delle mani quindi, è una questione di testa, la sezione ritmica è il pane della musica, in qualche misura il tempo è ferro e cemento in attesa delle vibrazioni.
Guardo Zeno De Rossi e cerco di comprendere i fattori che hanno trasformato quel ragazzino che tifava per Bordon, il suo calciatore preferito, in uno dei più interessanti musicisti della scena jazz europea.
Ad abbandonare il calcio lo convinse la batosta rimediata quando con gli allievi del Lloyd Sanson affrontò i ben più blasonati avversari del Genoa Calcio: dieci a zero e i piedi ben piantati per terra. L’acre sapore della realtà e l’odore umido dell’erba, nonostante il sudore, la sconfitta.

“Con la musica non so quando sia cominciata di preciso, mio padre suonava il contrabbasso, mio fratello maggiore le percussioni, e in salotto avevamo un sacco di dischi jazz da ascoltare”. Forse lì ha stretto tra le mani Complete Communion di Don Cherry. Senza trascurare Dylan, i Doors, Neil Young, Hank Williams, Ray Charles, Luigi Tenco.
Comunque sia l’istinto a percuotere gli oggetti si manifesta subito per gioco, continua a scherzare col tempo, sezionare le parti, continua a scoprire qualcosa che non ha una forma definita. E magari la mamma a rimproverarlo, a chiedergli di smetterla di far rumore con le posate a tavola…che non sta bene.

A tredici anni, con gli amici, allestì la prima sala prove ignaro di ciò che avrebbe acceso nel suo futuro: “Una sera d’estate, complice il buio pesto, in un cantiere rubammo dei pannelli isolanti per poter insonorizzare la nostra nuova sala prove, assemblarli fu un lavoro duro, alla fine del quale scoprimmo che quei pannelli erano termici e non acustici. Il rumore si diffondeva in tutto l’isolato, in compenso all’interno la temperatura stazionava sui sessanta gradi centigradi tutto l’anno”.

La prima vera batteria a diciassette anni, la comprò da sé con le serate a fare il cameriere nei bar del centro, un po’ per necessità e un po’ perché a casa sua era così… occorreva guadagnarsela la fortuna.
Il resto è studio fatto principalmente di osservazione e ascolto, un autodidatta che bazzica nei clubs di Verona come “Il posto” per carpire le tecniche, col coraggio di seguire l’istinto: quella parte di te che indica la strada senza che tu realmente sappia se sia giusta o meno. Lo fai perché ti fa stare bene.
Insomma la Musica. Quella fatta di dialogo fittissimo, intessuta di emozioni, incroci. Una ricerca che a un certo punto diventa personale, fusione di elementi e scambio reciproco. In testa sempre Bill Frisell.

Ha la barba incolta e il tabacco sempre tra le dita Zeno, stasera indossa le scarpe da tennis rosse con su impresso il gallo rosso che ricorda la sua etichetta indipendente: “El Gallo Rojo”. Poi una moglie sannita studiosa di linguistica italiana conosciuta ormai dieci anni or sono nel backstage di uno dei tanti concerti con Vinicio Capossela.
Un ambulante si ferma al nostro tavolo, si conoscono e Zeno lo invita a bere un caffè, il venditore sorride, tuttavia preferisce continuare il suo giro, non è un buon periodo per sopravvivere. I minuti sono preziosi.

Oggi pomeriggio il volto di De Rossi e la sua musica sono in tutte le edicole d’Italia su una nota rivista jazz, nel tempo questo e i suoi numerosi progetti musicali con i Guano Padano, The Leaping Fish Trio, Midnight Lilacs, Shtik, Zeno De Rossi trio, il sodalizio decennale con Capossela, le soddisfazione de “El Gallo Rojo”, le tournée in tutto il mondo non hanno allontanato i suoi piedi dalla terra comune. Ho la sensazione che la terra per lui sia la stessa di quando era un ragazzino dell’Edera Veronetta. Forse ne sente ancora il sapore.
Chissà cosa ha in serbo il futuro, fino ad ora le indiscusse qualità lo hanno portato a un moto perpetuo, in continuo movimento. Un’esistenza di valigie pronte, coincidenze, treni, alberghi e aeroporti, dunque cieli solcati spesso con le borse sotto gli occhi e tante soddisfazioni. Quello che è certo è che si ritiene un viandante precario, costretto a non sostare mai troppo a lungo nello stesso posto.

In questo imbrunire ho davanti a me quel ragazzino che tifava Bordon insieme al liceale curioso che sognava la carriera musicale. Poi l’uomo che ha creduto all’istinto, perseguito i propri fini, e che ai miei occhi ha l’enorme merito di non sentirsi arrivato, di sporgersi ancora verso gli altri. E bisogna stare attenti, perché così a volte i sogni si conquistano per davvero, e qualcuno potrebbe finalmente imparare a scuotersi dallo strisciante torpore collettivo di una nazione in cui la principale arte tramandata sembra essere la rinuncia programmatica.

Continuo a cercare persone per cui il tempo sia qualcosa di più che una sommatoria di minuti scaduti nei centri commerciali o al cospetto di una infallibile tv satellitare. Oggi è andata bene di nuovo.
Ho incontrato un uomo per cui il sangue affluisce nelle vene al ritmo dettato dalla sua percussione. Tocca agli altri stargli dietro e una delle prime regole della musica dice che quando suoni, chiunque tu sia, il tempo lo devi rispettare. In mezzo il suo tocco, il suono che continua a sperimentare e fondere.

La musica inganna qualsiasi tipo di attesa, serve a sfidarsi senza per questo ogni volta vendere l’anima al diavolo. La pianura padana e il Po non sono il Mississippi di Crossroads. Stasera Zeno De Rossi non è nemmeno il Faust, benché mostri un vantaggio non da poco al cospetto di giorni arresi: finché sarà tutt’uno col proprio corpo, alla vita il ritmo lo imprimerà lui.

Metto su “Kepos”, l’ultimo album, mi fermo su “Pitula”, dedicata alla sua Nicoletta, qualcosa su cui gli uomini riflettono da sempre decide che venga giù la sera e domani poi di nuovo il giorno, al resto pensano il piano di Giorgio Pacorig e il sax di Francesco Bigoni. Stasera nient’altro.

Non fermarti Zeno…continua a correre!

Stamattina la presentazione del lavoro svolto dall’Ente Palio nei primi cento giorni della gestione Fortini

da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara
Si è tenuta stamattina presso la Sala dell’Arengo nel Palazzo Municipale la conferenza stampa di presentazione del lavoro svolto dall’Ente Palio città di Ferrara nei primi 100 giorni di “gestione Fortini”. Al tavolo dei relatori lo stesso Presidente Fortini e l’assessore al Palio del Comune di Ferrara, Aldo Modonesi.

Il Palio di Ferrara è una manifestazione che solitamente viene associata all’idea delle tradizioni, del legame con la Storia della città, del suo illustre e nobile passato. “Palio di Ferrara” significa suono dei tamburi, belle dame in costume, strade chiuse al traffico ma il Palio è questo e molto, molto di più.
Il Palio è un’occasione, per la città di Ferrara, per il suo sistema turistico ed anche per quello economico. Il settore del turismo rievocativo è uno di quelli che – attualmente – attira più risorse e muove più persone. Uno studio dell’A.E.R.R.S. , presentato lo scorso novembre nell’ambito di un convegno tenutosi a margine della manifestazione “Usi e Costumi” presso la Fiera di Ferrara, ne ha quantificato il valore economico; si tratta di un giro di affari da 200 milioni di euro, che fanno fruttare un investimento di 50 milioni di euro e che impegna quasi 100.000 persone. Secondo l’A.E.R.R.S., le manifestazioni rievocative hanno delle ricadute economiche e sociali importanti sui territori interessati: qualificano i luoghi dove questi eventi vengono realizzati, dando inoltre stimoli al commercio, all’artigianato locale, al comparto dell’accoglienza e della ristorazione.
Queste riflessioni sono lo spunto dal quale nasce una nuova idea di Palio di Ferrara, che non va ad inficiare o a sconvolgere in alcun modo la sua valenza culturale e sociale in città, ma tocca ambiti diversi, che vanno dal project marketing alla comunicazione, in un piano triennale di ampio respiro, nel quale si riconoscono azioni eterogenee, riunite però sotto uno stesso obbiettivo: fare del Palio di Ferrara e degli appuntamenti ad esso collegati la punta di diamante delle manifestazioni rievocative, che porti in città migliaia di turisti lungo tutto il corso dell’anno, in sinergia con le iniziative del territorio.
Perché il progetto prenda forma e si realizzi in tempi relativamente brevi nei primi 100 giorni del mandato Fortini ha voluto dialogare con tutte le diverse anime del Palio, dalle Contrade – contradaioli e organi direttivi – Le Contrade costituiscono una forza sociale e capillare nel territorio, diventando sempre più anche “erogatori di servizi” con la prossima scomparsa delle circoscrizioni.

ORGANIGRAMMA
E’ stato ridefinito l’Organigramma dell’Ente Palio, affidando nuovi incarichi e ricostituendo il Consiglio di Presidenza. Si tratta di un organo di visione esterna al mondo Palio, costituito da istituzioni e privati, stakeholder della città. Il Consiglio di Presidenza è formato da diverse persone, ad ognuna delle quali è stato chiesto di occuparsi al meglio di quello in cui sono punti di riferimento a Ferrara, e non solo. Ne fanno parte, oltre il Pres. dell’Ente Palio Alessandro Fortini, Romano Marzola (vice presidente dell’ente), Walter Celso Brina (presidente del Comitato Organizzatore), Massimo Maisto (Ass. Cultura), Pier Carlo Baglioni, Matteo Musacci, Andrea Benini, Riccardo Cavicchi (Consorzio Visit Ferrara), Raffaele Maragno (Dinamica Media), Giambaldo Perugini, Nicola Zanardi (Ferrara Fiere).
Alla storica Angela Ghinato è stato affidato l’incarico di Direttore Generale dell’Ente: la nuova figura si occuperà di coordinare le attività dell’Ente, garantendo l’attendibilità storica e la rispondenza dei contenuti proposti dalle manifestazioni, dalla pubblicazioni e dalle iniziative che l’Ente e le Contrade promuoveranno.
Si è poi puntato sul coinvolgimento diretto delle Istituzioni: l’assessore al Palio, Aldo Modonesi, è entrato a far parte del Comitato Esecutivo, l’assessore al turismo e cultura Massimo Maisto nel Consiglio di Presidenza, l’assessore al bilancio Luigi Marattin alla verifica dei conti.
Importante – e lo sarà sempre di più – anche il coinvolgimento di stakeholder (portatori di interesse) e partner economici: realtà economiche locali e nazionali; determinante sarà la componente privata.

PIANO FINANZIARIO
Ancora, perché il Palio possa diventare un “soggetto economico”, è stato stilato ed approvato un Piano Finanziario, ossia un intervento strategico che possa attrarre partner privati, con un incremento di spesa per investimenti su turismo e comunicazione, in modo da riuscire a portare a pareggio di bilancio e completo risanamento i conti dell’Ente in 5 anni.
Perché la gestione finanziaria dell’ Ente sia più trasparente possibile, sono stati coinvolti professionisti di Ferrara ed esterni alla città, perché forniscano consulenze su questa gestione finanziaria. Fondamentale l’apporto dell’Assessore Marattin come supervisore delle dinamiche del Palio dal punto di vista economico.
Come ogni grande azienda che dialoga con il suo territorio di riferimento, alla fine del triennio l’Enre presenterà un Bilancio Sociale.
“Il Palio, dal punto di vista finanziario, si pone nel mezzo del mondo economico di Ferrara, – ha spiegato Alessandro Fortini – con i problemi annessi e connessi alla sua natura di manifestazione culturale e turistica, che ha dovuto rinunciare a molti dei contributi economici pubblici, dal Comune e dalla Provincia. Perché il Palio diventi una realtà economica importante per la città stiamo stringendo rapporti di partnership con diversi soggetti, con i quali vogliamo intavolare un discorso ampio, che non si fermi ad una sponsorizzazione puntuale solo per il 2014, ma che accompagni le attività del Palio durante tutto l’anno. Il Palio di Ferrara, fra diretto ed indotto, ha un giro economico potenziale da 2 milioni e mezzo di euro che è stato sottovalutato fino ad ora ma che, per una realtà come la nostra, non è assolutamente più trascurabile.”

COMUNICAZIONE
Per vendere un prodotto come il Palio di Ferrara è indispensabile investire su di un network di professionisti della comunicazione.
“Dinamica Media sta lavorando alla creazione di un Nuovo portale paliodiferrara.it, presto avremo una App specifica che permetterà il dialogo fra gli eventi del Palio e i monumenti di Ferrara, a servizio dei turisti. Inoltre sono stati coinvolti professionisti perché sia costante ed approfondita la presenza del Palio sui mezzi di informazione e comunicazione locali e non, dalla TV al web, passando per la carta stampata, sfatando il mito che il Palio è per i ferraresi, portiamo il Palio fuori dalle mura della città ” ha spiegato il presidente Fortini.

TURISMO
L’Ente Palio città di Ferrara è entrato a pieno titolo nel Consorzio Visit Ferrara, che ne curerà lo sviluppo della promozione esclusiva degli eventi del Palio, per regalare ai turisti emozioni uniche, attraverso pacchetti esclusivi e su misura.
“Per agganciare l’onda crescente del turismo storico – ha spiegato Fortini – stiamo costruendo un programma composito per l’edizione 2014. Verranno mantenuti i fine settimana canonici per le diverse manifestazioni, così come le locations, ma per ogni week end andremo a proporre un elemento di appeal per il turista.”
“Circa il programma, abbiamo parlato ieri con il Prefetto – ha aggiunto l’assessore Modonesi – e si è deciso che le corse del Palio si correranno la prima domenica di giugno per non sovrapporle alle elezioni, sia per non incorrere in strumentalizzazioni politiche che per questioni di pubblica sicurezza, poiché la Polizia Municipale e le Forze dell’Ordine l’ultima domenica di maggio non sarebbero state disponibili visti i servizi speciali per le votazioni.”
Restano quindi come da tradizione i tre primi fine settimana di maggio, slittano al primo di giugno le gare di piazza Ariostea.

SEDE
Un’altra attesa e già celebrata novità è la nuova sede dell’Ente Palio: sono già stati assegnati e verranno consegnati entro la fine 2014 (una volta completate le opere di consolidamento post-sisma) gli spazi nella Torre dell’Orologio. La consegna della sede fa parte di un accordo-quadro sottoscritto con il Comune di Ferrara che coinvolge tutte le Contrade.
La nuova sede dell’Ente ospiterà un museo che attraverso le nuove tecnologie – QR Code – dialogherà con i luoghi-simbolo del Palio e con i diversi monumenti di Ferrara, nonché con le diverse sedi di Borghi e Rioni, con quella della Corte Ducale, presso le quali è conservata la traccia storica del Palio moderno. La sede, inoltre, includerà una biblioteca del Palio e metterà a disposizione della città spazi per incontri, mostre e convegni.

BANDIERE
A Ferrara sono circa 600 i ragazzi e le ragazze impegnati negli antichi Giochi della Bandiere. Per supportare le Contrade nelle attività di allenamento e preparazione degli atleti è stato sottoscritto un accordo con la Fiera di Ferrara che metterà a disposizione di tutti gli atleti uno dei padiglioni della struttura, oltre ad ospitare manifestazioni sportive connesse alle antiche discipline. Per la gestione di questi spazi verrà incaricato un fiduciario per Contrada.
Per molti cittadini quello degli sbandieratori è un mondo inconsistente, fanatico di uno sport “morto”. “Noi sappiamo che non è così, per questo abbiamo voluto premiare i nostri campioni la scorsa settimana – ha aggiunto Fortini – e per questo siamo fieri che due di loro siano stati scelti ed “utilizzati” nel nuovo videoclip di Elisa, promosso in anteprima ieri si repubblica.it.”

FUTURO
Il Palio di Ferrara parla al presente, per tutto quello che si sta facendo per “alzare l’asticella” delle ambizioni e dei risultati, ma guarda già al futuro. “Si sta lavorando al progetto di EXPO 2015 – nel quale il Palio entrerà con le imprese locali grazie ad una piattaforma Webgis di realtà aumentata e guardiamo già al 2016, per avere ruolo centrale nell’organizzazione delle Celebrazioni del 500° anniversario dalla prima pubblicazione dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto” ha concluso Fortini.

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Venerdì 7 febbraio apertura ridotta dello sportello Hera per assemblea sindacale

da: ufficio stampa Hera

Venerdì 7 febbraio, per assemblea sindacale, lo sportello clienti Hera di via Diana 40 a Ferrara chiuderà con orario anticipato alle ore 11.30.

I numeri verdi del Servizio Clienti Famiglie 800.999.500 e del Servizio Clienti Aziende 800.999.700 saranno disponibili nei consueti orari (8-22). A disposizione anche lo Sportello Her@ ON-LINE collegandosi a www.servizionline.gruppohera.it.

Sarà invece come sempre attivo, senza alcuna interruzione, il call center di Pronto Intervento ai numeri: gas 800.713.666, acqua 800.713.900, teleriscaldamento 800.713.699, illuminazione pubblica 800.999.010

Sabato 8 febbraio Daniele Trevisani ospite dell’Ibs per presentare il suo libro “Personal Energy”

da: responsabile eventi Ibs Ferrara
Sabato 8 febbraio,alle ore ore 18:00, presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino (Libreria IBS.it bookshop), Daniele Trevisani presenterà il suo libro “Personal energy: una mappa per potenziare le proprie energie mentali” (Franco Angeli)

Esprimere se stessi al massimo, dirigersi verso obiettivi positivi, trovare e ritrovare le energie per alimentare i propri progetti e le speranze della vita, sul lavoro, nello sport. Tutto questo è possibile?
Nel libro, l’autore vi spiega come sfruttare le principali leve su cui agire per potenziare le vostre energie personali.
Tra i temi trattati, potrete scoprire (o ritrovare):
– il vostro archetipo di riferimento per potervi alimentare di nuove energie;
– la capacità di sognare;
– le energie che si sprigionano quando lottate per una causa o per un obiettivo;
– la possibilità di vivere ad un livello superiore di coscienza;
– la libertà esperienziale, cioè la possibilità di vivere la vostra vita liberi dalle catene;
– la forza per essere sempre più propositivi e per alimentare concretamente le passioni;
– e 6 aree indispensabili per potenziare le vostre energie.

Uno strumento di crescita fondamentale per chiunque desideri far diventare i propri sogni realtà.

Daniele Trevisani, coach, formatore senior, è tra i principali esperti europei sui temi della comunicazione e del fattore umano. Ha condotto formazione e corsi in oltre 200 imprese italiane ed estere, è formatore e referente senior per l’Italia di consulting internazionali e ha formato personale per le missioni Onu in molti paesi. Opera inoltre nella preparazione delle competenze e nel training mentale di manager, imprese, sportivi agonisti.
www.studiotrevisani.it
Vincitore del premio Fulbright per la ricerca italiana sulle scienze della comunicazione nel 1990, ha prodotto modelli di marketing e comunicazione adottati da primarie aziende italiane e multinazionali. Dirige le attività di ricerca di Comunicazione Olistica (www.comunicazioneolistica.it) e l’Istituto Medialab Research (www.medialab-research.com) dove ha ideato e sviluppato il metodo Action Line Management. E’ autore del volume più venduto in Italia di Marketing e Comunicazione “Psicologia di Marketing e Comunicazione”, edito da Franco Angeli, e di ricerche sulla Competitività Personale esposte nel volume “Competitività Aziendale, Personale, Organizzativa: Strumenti di sviluppo e creazione del valore”. Altre pubblicazioni recenti sono “Negoziazione Interculturale” (2005) e “Regie di Cambiamento” (2007), “Il Potenziale Umano” (2009).

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La Giunta approva il piano per una provincia più trasparente e contro la corruzione

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

La Giunta provinciale ha approvato il Piano triennale di prevenzione alla corruzione e il Programma per la trasparenza e l’integrità per il triennio 2014-2016.
Entrambi sono strumenti di prevenzione del fenomeno corruttivo, riconducibile a tutte le situazioni di malfunzionamento dell’amministrazione pubblica per uso a fini privati delle funzioni attribuite e, quindi, abuso di potere per ottenere vantaggi personali.
“Con la pubblicazione, divenuta obbligatoria, di una serie di dati, informazioni e documenti, che riguardano l’organizzazione e l’attività della pubblica amministrazione – spiega la presidente della Provincia Marcella Zappaterra – si rende nei fatti possibile un controllo generalizzato da parte del cittadino sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche. Così – prosegue – la trasparenza diventa uno dei cardini delle politiche di prevenzione della corruzione”.
Il Piano triennale anticorruzione, dopo aver delineato e analizzato aree di rischio obbligatorie e specifiche, prevede misure generali e particolari per contrastare le situazioni di rischio, mentre il Programma per la trasparenza e l’integrità, che è una sezione del Piano, definisce misure, modalità e iniziative, per all’attuazione degli obblighi di pubblicazione.
Entrambi sono soggetti ad aggiornamento, sia in ragione della verifica dell’efficacia delle misure adottate, che del processo di riordino delle funzioni delle Province attualmente in corso.
Il secondo, in particolare, prevede anche specifici momenti di coinvolgimento dei portatori di interesse – gli stakeholders – per favorire la necessaria partecipazione dei cittadini.
I documenti sono consultabili nella sezione “Amministrazione trasparente”sul sito della Provincia di Ferrara: www.provincia.fe.it e collocati per legge all’interno dei percorsi “Disposizioni generali”, per quanto riguarda il Programma per la trasparenza e l’integrità, e “Altri contenuti – Corruzione”, relativamente al Piano triennale.

Umberto Bianchi presenta a Roma il suo ultimo lavoro “Il fascino discreto dell’Occidente”

da: ufficio stampa edizioni La Carmelina

Sabato 8 Febbraio, alle ore 16.30, a Roma, presso l’Universale, in via Caracciolo n.12, Umberto Bianchi presenta il proprio ultimo lavoro,”Il fascino discreto dell’Occidente”. (La Carmelina edizioni, Fe-Rm di Federico Felloni) Introduce e modera Giovanna Canzano. Seguirà dibattito e rinfresco.

“La reductio del sapere filosofico a puro accademismo, operata negli ultimi 100-200 anni dagli Herr Doktor hegeliani e tanto caldeggiata dalla novella scienza sociologica di August Comte, attraverso una rigida specializzazione del sapere, ha danneggiato e non poco il sapere filosofico, passato da forma di sapere universale ad arida scienza confutativa per dottorandi. Al di là di tutto, lo spirito di questo testo è quello di una ricerca sulle molteplici contraddizioni che, dell’Occidente fanno un vero e proprio affascinante “unicum”, animato da un’insanabile dualismo, tant’è che non è improprio parlare di una vera e propria “schizofrenia culturale” che lo caratterizza sin dai suoi esordi, così come abbondantemente dimostrato nel testo. Difatti, con l’andar del tempo, da… Parmenide e i presocratici a …Deleuze e la postmodernità (in mezzo tutte le varie e semi-infinite “narrazioni” di ogni evo), ogni grandiosa e totalizzante confutazione, se ne accompagnerà una di segno opposto e contrario, che ne andrà però integrando e compenetrando il cammino in un crescendo. Certe discrepanze sorgono sin dall’inizio del cammino del pensiero occidentale, prendendo spunto dall’irrompere sullo scenario del pensiero di nuove ed inusitate categorie di pensiero quale Essere e Divenire, Dualismo ed Immanentismo, Razionalismo ed Empirismo e via discorrendo in un crescendo che, negli ultimo duecento anni darà luogo ad un insanabile conflitto tra sensibilità, impostazioni di pensiero e visioni del mondo opposte. Tutto questo a dimostrazione del fatto che la filosofia, intesa nell’accezione di “scientia scientiarum”, scienza universale, “summa” di tutte le forme di sapere, andando ad analizzare l’essenza ultima della realtà, al di là di qualsiasi assioma religioso, scientifico o di qualunque altra natura, ci permette di conoscere la realtà e perciò stesso di dominarla. Quindi essa rappresenta il miglior strumento per operare quella tanto agognata e necessaria mutazione genetica dei parametri culturali dell’occidente odierno, di gramsciana memoria, da cui si deve giuocoforza partire, se il fine è quello di creare una concreta risposta politica in grado di scardinare l’infernale meccanismo della Dittatura Globale che sta portando a rovina, morte e miseria il mondo intero. Tutto all’incontrario di quello che oggidì le varie cadreghe di accademici a pieno servizio del “politically correct”, vanno propalando, finendo con il ridurre la filosofia a vero e proprio sterile contorsionismo mentale.”

Umberto Bianchi (1960) , è operatore del mercato assicurativo e finanziario, all’interno del quale vanta una più che ventennale esperienza professionale. Profondo conoscitore dei meccanismi del settore, principalmente in Italia, con stage di lavoro in America Latina (Argentina e Brasile) ed ora titolare di un’attività di consulenza e servizio tecnico-legali. Oltre ad essere impenitente “motorbiker” e giramondo, è anche opinionista, saggista e poeta, dedito alla pubblicazione di saggi e di analisi su tematiche che spaziano dal pensiero politologo a quello economico, sino a quello filosofico e storico-religioso…. Tra le recenti pubblicazioni, area Scuola Romana Filosofia Politica di Riccardo Scarpa, Giovanni Sessa e già Gian Franco Lami ( e altri) da segnalare contributi molto intriganti e corrosivi al volume (area Nuova Oggettività, Movimento culturale di Roma, a c. del poeta Sandro Giovannini, del filosofo Giovanni Sessa e altri, ora sinergico con la stessa Scuola Romana…) AA.VV. Per una Nuova Oggettività – libro manifesto (Heliopolis, 2011), alla stessa rivista web Politica Mente.

A Parigi il libro di Cappelletti, Vicentini e Ghelfi “Una storia silenziosa. Il collezionismo privato a Ferrara nel Seicento”

da: ufficio comunicazione ed eventi di Unife

Venerdì 7 febbraio alle ore 18 all’Institut National de l’Histoire de l’Art a Parigi si terrà la presentazione del volume di Francesca Cappelletti, Cecilia Vicentini e Barbara Ghelfi “Una storia silenziosa. Il collezionismo privato a Ferrara nel Seicento” (Venise, Marsilio, 2013), che traccia, sulla base di alcuni pioneristici studi recenti e grazie a una lunga ricerca d’archivio, un quadro articolato del collezionismo privato a Ferrara nel XVII secolo.
All’iniziativa, organizzata dalla Association des historiens de l’art italien (AHAI), interverranno
Francesca Cappelletti, Professore di Storia dell’Arte Moderna dell’Università di Ferrara, Paola Bassani, Presidente della Fondazione Giorgio Bassani e Olivier Bonfait, Professore dell’Université de Bourgogne e uno dei più importanti storici dell’arte francesi.
“Anche se ci sono stati convegni e studi di recente sul Sei e Settecento ferrarese – afferma la Cappelletti – sono secoli tradizionalmente poco frequentati dagli studi, che hanno privilegiato il Rinascimento estense. Nel quadro di questo nuovo interesse per l’arte a Ferrara anche dopo il 1598, anno della devoluzione della città alla Santa Sede, una storia silenziosa affronta la ricostruzione del tessuto storico artistico della città con gli strumenti della storia sociale dell’arte. Le famiglie e i personaggi sono stati scelti e raggruppati a rappresentare le scelte artistiche di diversi comparti della società: la nobiltà legata agli Estensi, i ‘nuovi’ con cariche cittadine, gli artisti….ai documenti noti sono stati aggiunti, attraverso una ricerca d’archivio durata cinque anni, documenti inediti, che ampliano la nostra conoscenza delle collezioni ferraresi di questo periodo.
Sono stati selezionati solo una parte degli inventari trascritti, proprio al fine di dare un quadro completo del collezionismo cittadino, ma senza indulgere alla pubblicazione del documento fine a se stesso, certi che per soddisfare le esigenze di completezza della storia del collezionismo sia ormai opportuno usare il più possibile il web”.

Francesca Cappelletti si è laureata all’Università di Roma La Sapienza e ha poi studiato al Warburg Institute di Londra e al Collège de France di Parigi. Ha scritto sulla storia del collezionismo romano, sulla committenza di Caravaggio e sulla presenza degli artisti stranieri in Italia nel Seicento. Dal 2001 insegna Storia dell’Arte Moderna e Storia dell’Arte dei Paesi Europei all’Università di Ferrara, dove si occupa dell’attività scientifica della Fondazione Ermitage Italia. Dal 2012 fa parte del Consiglio Superiore dei Beni Culturali del Mibac.

Barbara Ghelfi, laureata in Lettere Moderne all’Università di Bologna, si è specializzata in Storia dell’Arte nella stessa Università e ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Storia dell’Arte all’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. È stata borsista della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze e della Fondazione Ermitage Italia e assegnista di ricerca presso le Università di Chieti-Pescara e Modena. Si è occupata di temi riguardanti la pittura e la storia del collezionismo in Emilia nel Seicento. È autrice, fra l’altro, dell’edizione critica del Libro dei conti del Guercino (1997) e del volume Pittura a Ferrara nel primo Seicento. Arte, committenza e spiritualità (2011). Attualmente è ricercatore di Storia dell’Arte Moderna del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna.

Cecilia Vicentini si è laureata nel 2003 all’Università di Ferrara dove ha conseguito anche il titolo di dottore di ricerca. Ha frequentato la Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte e delle Arti Minori all’Università di Padova; dal 2010 è ricercatrice presso l’Università E-Campus, dove tiene la cattedra di Storia dell’Arte Moderna, e insegnante a contratto presso l’Ateneo ferrarese. Ha dedicato i suoi primi studi alle rappresentazioni iconografiche dei miti classici in rapporto alle fonti letterarie per poi occuparsi di collezionismo privato a Ferrara nel Seicento e delle raccolte ducali a Modena. Collabora dal 2009 alle attività della Fondazione Ermitage Italia e dal 2011 con il Getty Research Institute per l’inserimento programmato di documenti di ambito ferrarese all’interno del Getty Provenance Index.

Dall’Astronomia, alla Fisica, alle Scienze, domani appuntamento con i Venerdì dell’Universo

da: ufficio comunicazione ed eventi di Unife

Secondo appuntamento venerdì 7 febbraio alle ore 21 alla Sala Estense, (piazza Municipale), con l’Edizione 2014 de “I Venerdì dell’Universo”, storico ciclo di seminari scientifici su Astronomia, Fisica e Scienze, organizzati dal Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Ferrara, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Gruppo Astrofili Ferraresi “Columbia“, Coop. Sociale Camelot e La Terra dell’Orso.
Relatrice di questo appuntamento sarà Patrizia Caraveo, Direttrice dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica (INAF) di Milano, che parlerà di L’Universo in Tasca.
Anche quest’anno gli appuntamenti saranno trasmessi in diretta streaming all’indirizzo http://web.unife.it/unifetv/universo.html e inoltre è stato attivato l’indirizzo mail venerdiuniverso@fe.infn.it a disposizione di chiunque voglia rivolgere domande.

Ed è la stessa Caraveo ad anticiparci l’argomento della serata… “Cosa c’è di più ‘open’ del cielo? Basta che non lo oscuriamo con troppe luci parassite e il cielo è a disposizione di tutti. Gli occhi sono uno strumento molto versatile per l’osservazione del cielo ma la loro capacità è limitata e, per vedere lontano, dobbiamo servirci di strumenti sempre più potenti e sofisticati. Oggi, però, è il cielo a venire verso il pubblico sfruttando le nuove tecnologie: sono le APP che vi raccontano cosa sta succedendo nella volta celeste. Chi scarica una di queste APP, e attiva il servizio di notifica, riceve una ‘allerta’, diciamo così, quando succede qualcosa di interessante, oppure semplicemente di diverso dal solito. E’ la scienza in tempo reale”.

Patrizia Caraveo si è laureata in Fisica all’Università di Milano nel 1977. Dal 2002 è Dirigente di Ricerca ed è attualmente Direttrice dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica (INAF) di Milano. Ha collaborato a diverse missioni spaziali internazionali dedicate all’astrofisica delle alte energie a cominciare dalla missione europea COS-B. Attualmente è coinvolta nella missione europea Integral, nella missione della NASA Swift, nella missione italiana Agile e nella missione NASA Fermi, tutte in orbita e pienamente operative. Per i contributi dati alla comprensione dell’emissione di alta energia delle stelle di neutroni, nel 2009 è stata insignita del Premio Nazionale Presidente della Repubblica.

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A Bologna l’enigma della ragazza con l’orecchino di perla

di Silvia De Santis

«Spogliamoci dell’aneddotica, del racconto, del film. “La ragazza con l’orecchino di perla” non ha una storia: è solo un volto che Johannes Vermeer ha consegnato all’assoluto del tempo». Il monito di Marco Goldin – curatore della mostra “Da Vermeer a Rembrandt” – è un farmaco contro il “feticismo” dell’opera d’arte. La ragazza con il turbante color cielo «non va guardata come un’icona pop. In questo quadro tutto vive dentro una sorta di silenzio crepitante, che chiama ognuno di noi verso il luogo dell’assoluto», continua l’organizzatore di mostre, che ha intercesso per la città affinché la Ragazza concludesse il suo tour a Bologna. La mitizzazione è il rischio che corre una delle tele più amate al mondo: a farle concorrenza solo la Gioconda di Leonardo Da Vinci e l’Urlo di Munch. Che per ora sono avversari lontani. I 100mila visitatori che attendono di vederla saranno a Bologna (dall’8 febbraio al 25 maggio) per lei, che ha viaggiato solo due volte nella sua vita: per andare in Giappone, a Tokio e Kobe, e negli Stati Uniti. Dell’Europa conosce solo l’Olanda e, da qualche giorno, palazzo Fava, «che ha ricevuto i complimenti perfino dai due conservatori del Museo Mauritshius, fissa dimora del quadro: le luci che illuminano l’opera – hanno detto – sono in assoluto le più belle al mondo», rivela orgoglioso Goldin.

E ora è lì, la Ragazza, imperatrice di una sala che abita da sola. È del 1665, ma il tempo non lavora sul suo orecchino e sul turbante. La lascia illibata: lo sguardo e la bocca dischiusa si chiamano fuori dalla storia. Neppure l’invadenza di telecamere e flash, che in occasione del vernissage affollano il suo regno per carpirne i segreti, riescono a turbarla.

Protagonista della scena, l’avvenente fanciulla è un enigma che resta sospeso nell’aria. Non è un classico ritratto dell’epoca: la Ragazza sfugge alla pittura canonica della Golden Age che affolla le altre sale del palazzo. Se la ritrattistica, segno del fiorente commercio nella Repubblica olandese del Settecento, traccia un affresco di “classe” che si espande in altre cinque sale di Palazzo Fava – dalla “Suonatrice di violino” di Gerrit van Honthorst al “Ritratto di Aletta Hanemans” di Frans Hals -, la giovane con l’orecchino e il turbante ottomano si stacca parzialmente dall’hic et nunc, trascendendo la storia. Pur trattandosi di un “tronie”- genere seicentesco che tipizzava i volti assecondando le ambizioni del libero mercato borghese – «Vermeer rifugge la contingenza e ci consegna un elemento reale sublimandolo nell’assoluto della bellezza», precisa Goldin. Un atto di virtuosismo pittorico, insomma, che ha in sé il seme di quel principio dell’“arte per l’arte” che animerà l’estetismo nella seconda metà dell’Ottocento.

Accanto al capolavoro di Vermeer, per ben due anni corteggiato dalla città, trovano posto anche Rembrandt, con opere quali “Ritratto di uomo anziano” e “Canto di lode di Simeone”, Ter Borch, Van Goyen e altri maestri del realismo della Golden Age olandese. Un parterre che fa da anticamera al secondo piano di Palazzo Fava, dove l’occhio del curatore Goldin miscela il Seicento con il contemporaneo: “Attorno a Vermeer: I volti, le luci, le cose” raccoglie i tributi odierni di Enrico Lombardi, Piero Zuccaro, Cetty Previtera e di altri artisti stregati dal maestro olandese. «Perché questa esposizione è differente da tutte le altre, non teme commistioni. Ho sempre rifiutato la logica della mostra itinerante e anche questa volta ho cercato di distinguere il Vermeer di Bologna da quello di Tokio o San Francisco. Scompongo e ricompongo per realizzare combinazioni sempre diverse. Il che, onestamente, da venticinque anni a questa parte, mi ha sempre premiato», conclude il piazzatore di mostre.

Diversamente-Musica

Centro Acquedotto: parte la rassegna “Diversamente Musica”

da: Centro Promozione Sociale Acquedotto- ANCeSCAO

Palco allestito al Centro Promozione Sociale Acquedotto di Corso Isonzo 42. Questa sera (venerdì), alle 19.30, avrà infatti inizio “Diversamente Musica”, la rassegna di 6 concerti-buffet, in programma il venerdì sera con cadenza quindicinale, in cui si esibiranno giovani formazioni musicali. Primo appuntamento con il “Blue Panda String Quartet”, formato da Filippo Zattini (primo violino e compositore), Francesco Menini (secondo violino), Filippo Benvenuti (violista e giovane apprendista liutaio) e Andrea Franchi (violoncello). Nati solo da qualche mese, hanno già all’attivo lavori con Rai e Centro Teatro Universitario di Ferrara. Nel loro repertorio, classici e composizioni del giovane Zattini. L’iniziativa è dedicata ai soci ANCeSCAO ma aperta a tutti gli appassionati. Durante l’ascolto sarà a disposizione un ricco buffet.

Rompere la criminale inerzia: i soldi per il risanamento ambientale si devono trovare

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha invocato un “Piano Marshall” per intervenire contro le calamità naturali in tutte le regioni. Il deputato Ermete Realacci (Pd) presidente della Commissione Ambiente della Camera, ha chiesto “un’inversione di rotta nelle politiche del governo e delle istituzioni” rispetto alla “manutenzione del territorio, alla messa in sicurezza ed alla qualificazione del patrimonio edilizio esistente”, ricordando che la Commissione da lui presieduta ha chiesto all’unanimità di “stanziare almeno 500 milioni annui per la difesa del suolo, ben più dei soli 30 milioni previsti allo scopo nella legge di stabilità per il 2014”. L’Anbi, l’associazione nazionale delle bonifiche, ha presentato da tempo al governo un piano di salvaguardia dell’assetto idraulico italiano, senza aver avuto alcuna risposta.
Secondo Giampiero Maracchi, ordinario di climatologia all’Università di Firenze, negli ultimi 15 anni l’intensità delle piogge è aumentata fino a 9 volte rispetto al trentennio precedente, a causa del cambiamento climatico dovuto al riscaldamento del pianeta. Gli allagamenti le frane e le inondazioni in ogni parte del Paese, dal Piemonte alla Sicilia passando per Roma sono sotto gli occhi di tutti. Fanno paura i fiumi, i torrenti, persino fossati che d’estate sono secchi. Le nevicate nelle zone alpine non sono mai state così copiose come quest’anno. I danni sono ingenti, i disagi per migliaia di persone sono enormi.
L’Italia frana. Il nostro Paese è uno “sfasciume pendulo sul mare”, per ripetere ancora una volta la definizione dell’illustre meridionalista Giustino Fortunato (1848 – 1932). Ma ad ogni evento calamitoso, dopo gli interventi di primo soccorso, segue una spaventosa lentezza nelle opere di prevenzione, nel risanamento delle ferite del territorio, nel cambiamento delle norme edilizie, nel risarcimento dei danni. Ai drammi seguono il silenzio e l’inerzia.
Siamo di fronte ad un conclamato allarme ambientale ed a fenomeni estremi che ogni volta che accadono costano vite umane, distruzioni ambientali e miliardi di euro. Allora si smetta di dire che lo Stato non ha soldi per intervenire. I soldi si devono trovare. Per tener puliti gli alvei dei fiumi e controllarne le arginature. Per assicurare difese idrauliche stabili dove sono necessarie. Vietando e perseguendo con estrema severità gli interventi e gli insediamenti edilizi nelle zone di rispetto. Costruendo le opere infrastrutturali che decine di piani, documenti, progetti hanno già previsto, calcolato, misurato e quantificato economicamente. Imponendo, con una legislazione d’urgenza, che i lavori e le opere di tutela territoriale siano considerati socialmente utili, utilizzando anche in maniera straordinaria, che so, i cassintegrati, le persone in mobilità, persino i detenuti, con gli opportuni controlli. E così via, creando tra l’altro lavoro per decine di imprese.
Si può fare? No: si deve fare. Attendere ancora sarebbe criminale.

La buona comunicazione ambientale, passaporto per la trasparenza e la partecipazione

Quando si affronta il tema della comunicazione ambientale si deve partire dal principio di dover soddisfare il bisogno di informazione, di assicurare trasparenza, di offrire uno strumento sociale di partecipazione attiva ambientale. Bisogna mantenere alta la sensibilità e la domanda di sostenibilità e qualità sui servizi pubblici ambientali e più in generale di ambiente; è allora importante poter dialogare informando, facendo conoscere i pro e i contro di ogni soluzione tecnica e gestionale, coinvolgendo sugli obiettivi e sui principi, ricercando la collaborazione dei cittadini affinché gli impianti possano trovare collocazione, i servizi possano essere utilizzati nel modo migliore e le modalità di informazione siano percepite, diffuse e corrette. Invece crescono i conflitti ambientali ed il problema ha assunto un notevole peso economico, sociale, ambientale e tecnico: opposizioni, scontri politici, nascita di comitati di difesa, azioni spontanee di cittadini che bloccano, ritardano e talvolta modificano i progetti.

Spesso si avverte una pregiudiziale diffidenza.
Tra le cause vi è la mancanza di dialogo, la scarsa informazione, le scarse competenze, ma anche gli interessi economici, l’iniqua distribuzione di svantaggi per pochi che sono costretti a subire; il bisogno di qualità, di sicurezza, di rispetto ambientale, la coscienza civica come valore fondamentale, la richiesta crescente di certificazione.
Bisogna insistere nell’attivare una partecipazione reale alle iniziative di raccolta differenziata, di risparmio energetico, di uso razionale delle risorse; bisogna abituare i cittadini ad interloquire con le strutture e con gli operatori che erogano servizi; bisogna educare i più giovani al rispetto per l’ambiente, alla conoscenza delle diverse problematiche, ad un uso corretto delle risorse ambientali; bisogna favorire una conoscenza delle tecnologie e degli impianti al fine di cancellare immotivate paure o comunque di poterne valutare i rischi con cognizione dei diversi processi; passare dal concetto, il più delle volte liturgico, di educazione ambientale alla cultura del benessere, della qualità della vita, della città accogliente, dei servizi efficienti e trasparenti.

Il cittadino-cliente si aspetta di essere informato (ed è intelligente); solo attraverso il consenso e la legittimazione può aumentare il coinvolgimento
Spesso comunichiamo troppe cose (talvolta anche problemi, paure, ansie…). Spesso poi comunichiamo i nostri bisogni, non la realtà (l’informazione).
In questa logica cambia il percorso della comunicazione che semplificando in uno slogan passa dal comunicare a qualcuno al comunicare con qualcuno. La comunicazione indifferenziata, di massa perde progressivamente valore. Occorre un modo nuovo di impostare i rapporti e di comunicare: più attento, più indirizzato e personalizzato, più responsabile e coinvolgente, più finalizzato verso la società dei portatori d’interessi.

Conoscere come la gente pensa, desidera, spera, apre scenari strategici fondamentali per la comunicazione nei servizi pubblici locali. Allo stesso modo la capacità di comunicazione, intesa come abilità, deve divenire patrimonio di tutti coloro che operano nel settore; comunicare, anche nei servizi pubblici, diventa una professione strategica e richiede sempre maggiori professionalità.
Nella società contemporanea e nel futuro prossimo acquisteranno crescente valore la trasparenza e dunque il diritto del cittadino di “capire” le logiche usate per amministrare le risorse pubbliche, di poter essere appoggiato, protetto, considerato e di avere qualità. È’ dunque richiesto ai gestori una crescente attenzione ai temi dell’organizzazione dell’informazione. Le imprese di servizi pubblici, devono essere uno strumento concreto a disposizione della città e dei suoi amministratori per l’elaborazione di indirizzi di politica economica, energetica ed ambientale, in cui competenze tecniche e gestionali multisettoriali, struttura industriale, conoscenza del territorio e vocazione al benessere pubblico, costituiscono i cardini della qualità urbana.
In fondo la comunicazione ambientale sta diventando un tema su cui fortunatamente sempre più tutti vogliono capire e partecipare.
E questo è un bene.

Milena-Gabanelli

IMMAGINARIO
il video di oggi:
Milena Gabanelli
a Bologna

Il Corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università di Bologna in collaborazione con l’insegnamento di Comunicazione Giornalistica ha organizzato un ciclo di conferenze dal titolo: “Cinque lezioni di giornalismo”.

Dopo Marco Imarisio, inviato del Corriere della Sera, Marco Damilano inviato dell’Espresso, Peter Gomez direttore del Fattoquotidiano.it, e Amedeo Ricucci, inviato speciale del Tg1, l’ultimo appuntamento è stato quello di ieri, sul “giornalista d’inchiesta”, con Milena Gabanelli.

Qui potete vedere il video integrale dell’incontro che si è svolto ieri a Bologna al dipartimento di Filosofia e Comunicazione.

Milena Gabanelli ha dialogato con la professoressa Giovanna Cosenza (coordinatrice del Corso di laurea in Scienze della Comunicazione, Università di Bologna) e il professor Mauro Sarti di Comunicazione Giornalistica.

Freelance da sempre, Milena Gabanelli ha cominciato a collaborare con le tre reti Rai nel 1982 con programmi di attualità, poi passata al reportage per il programma “Mixer”: è l’unica giornalista italiana a mettere piede sull’isola dove vivono i discendenti degli ammutinati del Bounty. Sempre per Mixer è inviata di guerra in moltissimi Paesi: Ex Jugoslavia, Cambogia, Vietnam, Birmania, Sudafrica, Territori Occupati, Nagorno Kharabah, Mozambico, Somalia, Cecenia. Nel 1991, introduce in Italia il cosiddetto “videogiornalismo”: abbandona la troupe e inizia a lavorare da sola con la sua videocamera. Teorizza il metodo e lo insegna nelle scuole di giornalismo.
Nel 1994 Giovanni Minoli le propone di occuparsi di un programma sperimentale fatto di servizi realizzati da neo-videogiornalisti. È così che nasce “Professione Reporter”, un programma di rottura con gli schemi e i metodi tradizionali. Nel 1997 è lei a proporre un nuovo format, “Report”: l’inchiesta vecchio stile si rinnova attraverso l’uso di nuovi mezzi, abbattendo i costi e permettendo agli autori di dedicare più tempo all’inchiesta.