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Giorno: 9 Febbraio 2014

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Agricoltura, 5,2 milioni di euro per l’ammodernamento delle aziende agricole

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna
Agricoltura, 5,2 milioni di euro per finanziare l’ammodernamento delle aziende agricole. L’assessore Rabboni: “Risorse rese disponibili grazie ad economie di precedenti bandi”. Ecco il riparto per Provincia

Bologna – Nuove risorse dalla Regione per l’ammodernamento delle aziende agricole in tutto il territorio emiliano-romagnolo. Si tratta di oltre 5,2 milioni di euro che permetteranno di finanziare parte delle domande in lista di attesa nelle graduatorie provinciali relative alla misura 121 del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013. Potranno essere finanziati la realizzazione o la ristrutturazione di immobili aziendali così come l’acquisto di macchinari, attrezzature e impianti.

“Il nuovo plafond – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni – è stato reso possibile dalla scelta della Regione di chiedere a Bruxelles una modifica del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 per dirottare sugli investimenti aziendali economie da precedenti bandi, pari a 10 milioni di euro. Con circa 4,8 milioni euro abbiamo finanziato le domande presentate dai giovani agricoltori. Con le risorse rimanenti finanziamo ora le domande in graduatoria presso le singole Province”.

Le risorse sono già state attribuite alle singole amministrazioni provinciali che stanno provvedendo alle assegnazioni.

Lunedì 10 febbraio nuovo appuntamento firmato “Happy Go Lucky Local” con il jazz cosmopolita del “Moblow” Trio

da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Lunedì 10 febbraio (ore 21.30) per un nuovo appuntamento firmato Happy Go Lucky Local è di scena il jazz cosmopolita di Barend Middelhoff con il suo “Moblow” Trio. Affiancano il leader, Massimo Morganti al trombone e Nico Menci al pianoforte.
Il tenorsassofonista olandese si presenta con una formazione che combina, con grande naturalezza, lo swing ad ardite ricerche sulla composizione e improvvisazione, offrendo una palette sonora straordinariamente originale al servizio di una musica che va ben al di là della semplice esecuzione. Le melodie, mai banali, creano delle vere e proprie narrazioni in un costante, quasi cameristico, sviluppo contrappuntistico da parte di tenore, trombone e pianoforte. Musica frutto di un’anima cosmopolita, quella di Middelhoff, che dai diversi luoghi in cui ha vissuto – Olanda, Stati Uniti, Francia e dal 2003 Italia – ha saputo trarre ispirazione dando vita a molteplici intrecci trasformatisi spesso in apprezzate pubblicazioni. Emblematici gli studi con Jimmy Heath e la collaborazione a fianco di Dr. Lonnie Smith.
Ad impreziosire l’appuntamento di lunedì 10 febbraio è il ricco aperitivo a buffet (a partire dalle ore 20.00) accompagnato dalla selezione Nu Jazz di Andreino Dj. Scatenate jam session seguiranno, come di consueto, il concerto. Il tutto a ingresso a offerta libera per i soci Endas.

LUNEDI’ 10 FEBBRAIO – TORRIONE SAN GIOVANNI – ORE 21.30
Happy Go Lucky Local
BAREND MIDDELHOFF “MOBLOW” TRIO + JAM SESSION
Barend Middelhoff, sax tenore;
Massimo Morganti, trombone;
Nico Menci, pianoforte

INFORMAZIONI
Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30)
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas
Non si accettano pagamenti POS

DOVE
Tutti i concerti si svolgono presso il Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

ORARI
Apertura biglietteria: 19.30
Aperitivo a buffet con dj set a cura di Andreino Dj a partire dalle ore 20.00
Concerto: 21.30
Jam Session: 23.00

Ultimo appuntamento con il tè letterario in biblioteca

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

L’ultimo appuntamento di stagione con i tè letterari in biblioteca, promossi dall’Assessorato alle Istituzioni Culturali, è in programma per martedì 11 febbraio alle ore 17 (primo piano a Palazzo Bellini). L’autore ospite del pomeriggio letterario è lo scrittore argentino Jiorge Luis Borges, un grande mistico, intellettuale a tutto tondo.
La rassegna culturale, ideata e condotta dallo scrittore e giornalista Luciano Boccaccini, in collaborazione con il libraio Leonardo Romani, sta riscuotendo un grosso successo, tant’è che per la prossima stagione si sta già pensando di raddoppiare il numero degli incontri. Leonardo Romani, anche per questo appuntamento conclusivo con il tè letterario, offerto gratuitamente da Calaluna, introdurrà l’autore, mentre Luciano Boccaccini parlerà delle opere dello stesso Borges, leggendo un brano di “Finzioni”, uno dei suoi libri più noti. IL pubblico in sala avrà modo di interagire con il critico letterario Paolo Pizzato, che in diretta via skype da Milano, dispenserà ancora i suoi apprezzatissimi suggerimenti e approfondimenti.
Ai presenti verrà dato in omaggio un libro sulla bibliografia comacchiese. Ingresso in biblioteca gretuito.

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Sisma, pubblicate linee guida per la ricostruzione

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna
Terremoto, pubblicate le “Linee guida” per agevolare e uniformare l’applicazione delle ordinanze sulla riparazione e ricostruzione degli edifici residenziali. Decreto del Commissario delegato alla ricostruzione Vasco Errani

Bologna – Pubblicate le linee guida per agevolare e uniformare l’applicazione delle ordinanze sulla riparazione e ricostruzione degli edifici residenziali colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012. Lo ha fatto il presidente della Regione e Commissario delegato alla Ricostruzione, Vasco Errani, che ha emanato un apposito Decreto (il numero 163 del 7 febbraio 2014) che approva le “Linee Guida sull’applicazione delle ordinanze commissariali 29, 51 e 86 del 2012 (e loro modifiche)”.
È stata emanata anche l’Ordinanza commissariale n° 9 su “Integrazioni e modifiche alle Ordinanze 29, 51 e 86 del 2012 (e loro modifiche), 119 e 131 del 2013 nonché altre disposizioni relative ai contributi per la ricostruzione pubblica e privata”.
I provvedimenti sono consultabili sul sito www.regione.emilia-romagna.it/terremoto nella sezione “Atti per la ricostruzione” mentre l’Ordinanza sarà anche pubblicata sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia-Romagna (Burert).

Linee Guida
Le Linee Guida – che presentano chiarimenti puntuali su temi e problemi ricorrenti emersi in questi mesi – sono il risultato del confronto tra la struttura commissariale, i tecnici dei Comuni ed i rappresentanti degli ordini professionali. Tra gli obiettivi del provvedimento, quello di agevolare e uniformare lavoro e comportamenti di tutti coloro che sono impegnati nella ricostruzione, pubblici e privati, puntando così anche a semplificare e accelerare l’esame e approvazione delle pratiche.
Il Decreto, inoltre, stabilisce la prosecuzione dell’attività di verifica sui territorio, in coordinamento con gli enti locali e con gli ordini professionali, per aggiornare ed integrare le stesse Linee Guida in base all’evoluzione del quadro normativo e dei chiarimenti che dovessero rendersi necessari.

L’Ordinanza
L’Ordinanza commissariale n° 9 – “Integrazioni e modifiche alle Ordinanze 29, 51 e 86 del 2012 (e loro modifiche), 119 e 131 del 2013 nonché altre disposizioni relative ai contributi per la ricostruzione pubblica e privata” – recepisce le disposizioni previste dalla legge di stabilità 2014 che estende il contributo al 100% anche ai non residenti in possesso di contratto di locazione registrato, ai residenti in strutture socio-assistenziali ed agli iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero. L’ordinanza, inoltre, recepisce alcune delle osservazioni scaturite dal confronto con i Comuni e gli ordini professionali nel percorso di definizione delle Linee Guida.

Giorno del Ricordo, intitolazione del Largo Vittime delle Foibe

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

In presenza del Generale Vezio Vicini, consigliere nazionale d’onore dell’Associazione nazionale bersaglieri si è svolta la mattina dell’8 febbraio la cerimonia di intitolazione di un’area cittadina alle vittime delle foibe. L’iniziativa, promossa dall’Amministrazione Comunale, in collaborazione con la sezione comacchiese “Natale Cavalieri” dell’Associazione bersaglieri in congedo, ha aperto ufficialmente le celebrazioni, finalizzate ” a rinnovare la memoria della tragedia dalmata e del confine orientale, dopo la seconda guerra mondiale – ha sottolineato nel saluto di apertura, Pier Giuseppe Gelli, presidente dell’A.N.B. di Comacchio-. Con l’inaugurazione di un cippo e del Largo Vittime delle Foibe, si rinnova a futura e imperitura memoria il sacrificio di migliaia di vittime innocenti, nella speranza di colmare una lacuna lasciata troppo a lungo dalla storia – ha concluso Gelli-.” Presenti, oltre al Sindaco Marco Fabbri e agli assessori Stefano Parmiani (Lavori Pubblici) e Alice Carli (Cultura), le autorità militari locali, le associazioni combattentistiche e d’arma, il Gonfalone Comunale e la direttrice dell’Istituto di storia contemporanea di Ferrara, Anna Maria Quarzi, che ha fornito un lucido approfondimento storico nel successivo convegno in sala polivalente. “Oggi più che mai l’Amministrazione Comunale ha la forte consapevolezza degli eventi del passato – ha sottolineato il Sindaco Marco Fabbri- e tutti dobbiamo sforzarci di trasmetterla alle giovani generazioni. Partire dalla conoscenza di una delle pagine più tragiche della storia italiana ed europea e dai giovani è essenziale per guardare al futuro – ha aggiunto il sindaco-.” Flavio Rabar, Presidente del Comitato di Ferrara dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, intervenuto poi anche durante il convegno che si è svolto a Palazzo Bellini, ha ringraziato l’Amministrazione Comunale e l’Associazione Nazionale Bersaglieri per la scelta di intitolare un largo alle vittime delle foibe, “perchè questo è un segnale forte – ha detto – per rimanere liberi e italiani, in memoria dei martiri infoibati.” A Palazzo Bellini poi si è svolta la seconda parte del GIORNO DEL RICORDO, in collaborazione con l’Istituto comprensivo di Porto Garibaldi, dove 60 alunni delle 3 classi terze della scuola secondaria di primo grado, hanno portato in scena il saggio teatrale “Ricordare per non dimenticare”, organizzato da Stefania Tozzi, insegnante di educazione musicale con il supporto di Stefania Bellettati e Claudia Cavalieri, insegnanti di lettere. Presente in sala anche la dirigente scolastica reggente Anna Bazzanini. 3 sono i momenti del saggio portati in scena: dapprima una lettura drammatizzata di alcune pagine di diari di esuli da Pola, poi è stata la volta delle poesie legate al ricordo delle foibe e all’esodo. Sono stati infine intonati dei canti, tra i quali MAGAZZINO 18, TRATTO DALLO SPETTACOLO TEATRALE DI SIMONE CRISTICCHI. Il percorso didattico così avviato, culminerà per gli studenti con un viaggio in Slovenia e a Triste, in visita alla foiba di Bossovizza.

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‘Splendore’ di un amore vietato, diverso e lontano

Un libro che occupa uno spazio, lo spazio della densità che c’è nelle righe e tra le righe di Splendore (Mondadori, 2013), l’ultimo romanzo di Margaret Mazzantini, una scrittura che si fa posto e rimane lì a fare da riferimento, soprattutto dopo avere finito di leggerlo.
Splendore, con quella copertina dai colori un po’ sfumati di un’alba rosata, è potente come la vita quando ne incontra un’altra che non lascerà mai più. È un romanzo che pone un orizzonte di domande, sospensioni, tentativi, fughe e ricerche attorno a un amore che è splendore. Costantino e Guido si amano e lo fanno per tutta la vita, anche quando altri, o meglio altre, dovrebbero essere le destinatarie dell’amore di coppia, quello coniugale e riconosciuto. Costantino e Guido si amano nonostante, soprattutto, sempre, benché la vita spesso glielo neghi. Si amano nella distanza che c’è tra Londra e Roma, nel silenzio di quelle parentesi mute di lontananza, “la nostra relazione si era edificata sui divieti, all’estrema periferia delle nostre identità. Ma aveva retto a tutto, come quelle piante che crescono sui burroni e non vogliono saperne di cedere”.
Costantino e Guido lottano tra di loro e contro quella vita interiore così dolorosa, con il bisogno così urgente di ricomporre se stessi. E l’unità la raggiungono insieme, in quei momenti di pienezza in cui è possibile sentirsi completamente liberi di essere.
È davanti al mare, fermo come il loro coraggio, che si impone il momento della volontà che non ha dubbi e non deve più nascondersi. Costantino e Guido si sono finalmente raggiunti, si sono congiunti in un unico sogno che non avrà neanche il tempo di essere assaporato nella dolcezza di un’attesa perché tutto si spezza, arriva il branco, la violenza di gruppo, il buio.
Nulla è più come prima, la vita di Guido si trascina, arranca, rimane zoppa e rinsecchita. A sorreggerlo ora, come un tempo, Izumi, sua moglie, l’altra vita, l’altra storia, l’altro bene, lei che con quelle tende di seta selvatica dai riflessi porpora, ha insegnato a Guido a guardare oltre la finestra di casa, ad accogliere il giorno con le sfumature di una luce filtrata calda e rosata.
Splendore è una storia di segreti, ciascuno custodisce il suo e quello di qualcun altro, ma la rivelazione prima o poi si mostra. Giunge, a un certo momento, la verità di Costantino, cercato dopo un lungo viaggio che è anabasi e catabasi insieme, discesa dall’Inghilterra all’Italia, risalita verso un obiettivo, l’amore. La verità che sta venendo incontro a Guido è scritta al contrario, è una scoperta che ne contiene un’altra, più antica, più larga e allora “ciao onitnatsoC”.
Così il mare che li aveva accolti in quella notte di amore e dolore è una nuova meta, un porto da cui guardare un nuovo sogno.

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Il Gran Ballo Russo a Roma: costumi dell’Ottocento e magia

da MOSCA – Anno incrociato del Turismo italo-russo, il 2014. Bella fortuna per noi, avremo di che scrivere e sbizzarrirci. Potremo spaziare, incuriosirci e incuriosire, sognare, volare, insomma raccontare.
Per chi poi ama particolarmente la Russia, la sua storia, la sua cultura e la sua dimensione di favola e d’incanto, sarà un vero piacere scoprire o riscoprire la musica e la magia del legame autentico che da sempre c’è con il nostro Paese. Ripartiamo quindi dalla nostra capitale. Certo, perché qui, lo scorso 11 gennaio, negli incantevoli saloni dell’Hotel St. Regis si è svolto il Gran Ballo Russo. Questo posto, degno del ballo di Cenerentola con il suo bel principe azzurro, o meglio la catena che esso rappresenta, ha già di sé origine degna di un mito: la New York dell’età dell’oro, quando spiccavano nomi e peripezie delle aristocratiche famiglie Carnegie, Vanderbilt e Rockefeller. Alla guida di questa nuova alta borghesia vi era Caroline, della famiglia Astor, che selezionava personalmente e attentamente le persone di cui circondarsi, diventate subito note come le “400”. Da lei al figlio, il colonnello John Jacob Astor IV, la creazione di una visione avrebbe presto portato alla nascita del punto di riferimento newyorchese per le Belle Arti, The St. Regis New York, inaugurato nel 1904. Serate sontuose e nomi importanti, che col tempo personificarono lusso e stile, diedero il via e la luce a un’epoca.

Da quel periodo lontano partiamo per immergerci nel fascino dell’omonimo albergo a Roma.
Entriamo, allora, nelle sale sfavillanti e luccicanti, ovviamente con la fantasia perché, purtroppo, non c’eravamo. Tuttavia, siamo ormai abituati a questo tipo d’incursioni. Dicevamo, entriamo, sentiamo le note, vediamo belle coppie innamorate che sfilano a braccetto nei costumi dell’epoca ottocentesca. I ventagli, le corone, i guanti, le ciprie, i gioielli, tutto luccica e profuma.
E’ gennaio, fuori non fa freddissimo, almeno non a Roma, a Mosca ci sono dieci gradi sotto lo zero. Il salone da ballo è il Ritz, dalle colonne corinzie in marmo che sostengono il soffitto a volte arricchito dagli affreschi del ritrattista Mario Spinetto. Vi sono ambasciatori, diplomatici, artisti, giornalisti e intellettuali, ma soprattutto c’è La Compagnia Nazionale di Danza Storica diretta da Nino Graziano Luca. Presto si balleranno valzer, mazurche, polche, galop.
Si intravedranno Nataša Rostova di Guerra e Pace (e con essa l’elegante Audrey Hepburn che l’ha interpretata nel 1956), innamorata del principe Boris, e Anna Karenina, la perla dell’alta società di San Pietroburgo. Al centro vi sono i racconti di Aleksandr Sergeevič Puškin, Lev Tolstoj e le musiche di Aleksandr Konstantinovič Glazunov, Aleksandr Porfir’evič Borodin, Pëtr Il’ič Čajkovskij. La violinista Diana Arshakian suona i famosi e imponenti brani dei maggiori compositori russi e la nota e splendida ballerina russa Natalia Titova interpreta il ruolo di Anna Karenina. Fra i costumi dei partecipanti al Ballo, alcuni sono originali, altri sono realizzati da sartorie artigianali, richiamandosi ai quadri ottocenteschi, alle illustrazioni di altri tempi, alle descrizioni dei romanzi di Lev Tolstoj, Charles Dickens, Honoré de Balzac, e prendendo spunti dalla rivista Teatri, arti e letteratura, che proponeva, intorno al 1830, abiti da ballo in crespella liscia, rifiniti e decorati con raso, fiori e bottoni d’oro e completati da una collana d’oro e un pettinino sui capelli, intarsiato di piccole pietre preziose. I colori? Bianco, verde, giallo e oro. Anche questa è arte, un’arte che contraddistingue la grande abilità manuale e sartoriale italiana. Se si partecipa (l’evento è aperto al pubblico), ci si sente sicuramente protagonisti, un po’ eleganti e aristocratici, un po’ principi e principesse, un po’ sognatori e sognatrici.

Ci piace immaginare di essere a uno dei balli della Russia imperiale, quando la stagione iniziava in autunno e si estendeva fino alla primavera. Essi diventavano festosi e chiassosi in prossimità dei festeggiamenti della Maslenitsa (o Settimana del Formaggio), il Carnevale russo, quando i bliny riempiti di uova sode sminuzzate fanno da padroni. Anche in estate, la gente amava andare ai balli. Il successo di una stagione danzante non si stabiliva solo sulla base dello sfarzo delle feste, delle sue luci e dei vestiti, ma anche in base al numero di nuove coppie di fidanzati che nascevano durante quei festeggiamenti. D’animo romantico, vogliamo pensare che anche qui a Roma qualcuno si sia incontrato o ritrovato dopo lunga attesa.
San Pietroburgo era la località prediletta per lo svolgimento dei balli di corte. Nella sala Nikolaevsky del Palazzo d’Inverno, si celebrava il “Gran Ballo”, che apriva la stagione. Seguivano i “piccoli” e “medi” balli dell’Ermitage e del Palazzo Anichkov. Prima di ogni ballo, gli invitati ricevevano dei raffinati inviti, spesso disegnati dagli artisti più noti, che si occupavano anche delle locandine colorate. Ci piace pensare che i ventagli di piume, che notiamo anche al St. Regis di Roma, abbiano anche qui il loro linguaggio, quello dei secoli scorsi. Un ventaglio aperto agitato dalla bella dama per farsi aria significa “sono sposata”; un ventaglio chiuso tuona un severo “non sono interessata”; con l’apertura di una sola piega del ventaglio, la prima, ella vuole dire “restiamo amici”. Un bel ventaglio completamento aperto significa “sei il mio idolo”, e qui qualcuno è ben aperto… un modo gentile e discreto di attirare l’attenzione dei cavalieri, di sedurre con leggerezza, di svelare a poco a poco il proprio volto, di sfiorare i capelli lucidi illuminati da cerchietti di diamanti.
La preparazione all’evento era la stessa di oggi: si sfogliavano le riviste di moda dell’epoca, principalmente francesi. I fiori adornavano gli abiti, impreziosivano i gesti. Allora come ora.
Se poi si aveva un piccolo carnet du bal, ci si appuntava discretamente nomi e piccoli simboli.
L’ultimo grande ballo imperiale russo si svolse il 23 febbraio 1913, nelle sale dell’Assemblea della Nobiltà a Mosca, in occasione del 300˚ anniversario della dinastia Romanov. Dopo la rivoluzione, balli e tradizioni della vecchia Russia furono tutti relegati al passato. Il mito si mantenne comunque vivo grazie all’arte, la cinematografia, la musica e il teatro. E grazie a eventi come quello di Roma. Qui sogno e passato ancora si abbracciano delicatamente e si sorridono teneramente. Dietro un’aura di romanticismo che ci piace davvero.

Il Ballo descritto è stato patrocinato dall’Ambasciata della Federazione Russa, dal Foro di Dialogo Italo – Russo delle società civili, dal Centro Russo della Scienza e della Cultura, dalla Fondazione “Centro per lo sviluppo dei rapporti Italia Russia”, dall`Enit, dal Comune di Roma, dall`assessorato alla Cultura, creatività e promozione artistica del Comune di Roma.
Se pur già passato da circa un mese, desideravamo parlarvi dell’evento al fine di annotarlo per l’anno prossimo e perché ha inaugurato il citato anno del turismo.

Torquato_Tasso

Genio e follia di Torquato Tasso, cantore maledetto di dame e cavalieri

TORQUATO TASSO
(a 470 anni dalla nascita)

Torquato Tasso (1544-1595) nacque a Sorrento da madre napoletana e da padre bergamasco: Bernardo Tasso, anch’egli letterato e poeta, autore di un poema cavalleresco, l’Amadigi, assai celebre all’epoca. All’età di otto anni dovette abbandonare la madre, accompagnando in esilio il padre, per non rivederla mai più. Nel 1565 si stabilì presso la corte ferrarese, al servizio del cardinale Luigi d’Este, nel 1572 passò al servizio del duca Alfonso II e tre anni più tardi cominciò a manifestarsi in lui la grave forma di nevrastenia responsabile di quei gesti irrazionali e clamorosi che gli procurarono l’arresto e l’internamento come folle nell’ospedale Sant’Anna, dove rimase segregato per sette lunghi anni.
Le opere fondamentali di Torquato Tasso sono: il Rinaldo (1562), l’Aminta (1573), la Gerusalemme liberata (1575), Re Torrismondo (1587), le Rime (1591 e 1593), la Gerusalemme conquistata (1593), i Discorsi (1594), i Dialoghi (1595), oltre a un Epistolario di circa 1.700 lettere, che accompagnano tutta la sua travagliata esistenza, ne illustrano le vicissitudini e l’attività artistica.
La genesi del capolavoro del Tasso: la Gerusalemme liberata, è abbastanza complessa. Nel 1559 il giovane Torquato, mentre si trovava a Venezia al seguito del padre, iniziò la stesura di un poema sulla prima crociata, intitolato provvisoriamente Del Gierusalemme e interrotto un paio d’anni più tardi dopo un centinaio di ottave. «Il primitivo abbozzo – precisa lo studioso Mario Pazzaglia – venne ripreso a partire dal 1564 e condotto a termine, con attività intensissima e quasi febbrile, nell’ultimo triennio, nel 1575, col titolo Il Goffredo (il titolo Gerusalemme liberata compare nelle prime edizioni del poema, uscite, mentre il Tasso era in Sant’Anna, contro la sua volontà); nel ’76 ebbe inizio la tormentosa vicenda della revisione del poema, che tante preoccupazioni e angosce apportò al poeta, fino al rifacimento compiuto negli ultimi anni col titolo di Gerusalemme conquistata, espressione di una profonda crisi spirituale e letteraria».
Commossi ammiratori di Torquato Tasso furono, fra i tanti, Goethe, Leopardi, Baudelaire. Nel 1800 i romantici videro in lui il genio incompreso, il poeta “maledetto”, perseguitato dalla società meschina incapace di comprenderne la grandezza, i positivisti cercarono invece di interpretarne la personalità mediante lo studio “clinico” della sua follia. «A pochi scrittori è stato concesso, come lo fu al Tasso, – scrive il critico Marziano Guglielminetti – di vivere e rappresentare le aspirazioni e le frustrazioni del proprio tempo in maniera che può ben dirsi emblematica. L’esistere e lo scrivere, pur intrattenendo in lui relazioni difficili e complesse, non tendono mai a dissociarsi e a procedere separatamente; e non solo perché la poesia nasce con difficoltà dall’esperienza della vita concreta e quotidiana, ma perché di tale esperienza è talvolta origine e spesso redenzione».

Tratto dal libro di Riccardo Roversi, 50 Letterati Ferraresi, Este Edition, 2013