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Giorno: 19 Aprile 2014

Omaggio al Duca: lunedì 21 aprile tocca al Rione di San Paolo

da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

Lunedì 21 aprile sarà il turno del Rione di San Paolo portare il proprio saluto al Duca Borso d’Este.
La Contrada di S. Paolo omaggerà il Duca e la sua Corte con un quadro raffigurante lo stesso Borso in segno di devozione. Il Rione porterà inoltre in dono le uova che, nella tradizione medievale, venivano regalate ai bambini ed alla servitù in segno di resurrezione.

La scena si rifà agli avvenimenti del 13 di Marzo 1471, quando Borso, con regale apparato e comitiva, si mosse da Ferrara alla volta di Roma. A Roma egli ricevette accoglienze adeguate ed il giorno di Pasqua, il 14 Aprile, Borso fu condotto dal Papa che lo fece Cavaliere di S. Pietro, dandogli la spada nuda in mano per difesa della Chiesa. Gli furono calzati gli sproni da Napoleone Orsino, generale della S. Chiesa, e da Costanzo, figliolo di Alessandro Sforza, Signore di Pesaro. Di nuovo davanti al Papa fu ammesso al bacio della pace ed egli dipoi abbracciò e baciò tutti i Cardinali. Dopo la sacra Comunione il Papa creò e dichiarò Borso Duca di Ferrara, dandogli l’abito ducale, cioè un manto di broccato d’oro foderato di vaio con bavaro grande, una berretta ducale, una verga d’oro nella destra ed una collana d’oro con pietre preziose al collo ed appresso gli donò la Rosa d’Oro del valore di 500 ducati.

L’Omaggio del rione bianco-nero verrà scandito dal suono dei tamburi, dalle evoluzioni del gruppo sbandieratori ed accompagnato da tre danze eseguite da gruppo Armonie di Danza del Rione.

Dal Brasile all’Italia per scoprire il mistero del sogno di Anita

da: Vittoria Tomasi

La giornalista Vittoria Tomasi, ospite della libreria Rizzati, svela alcune anticipazioni sul suo romanzo d’esordio.

Tutto esaurito per la presentazione del romanzo “Anita e la Setta dei Padroni del Tempo”. In occasione del suo esordio come scrittrice fantasy, la giornalista comacchiese Vittoria Tomasi ieri pomeriggio è stata ospite della libreria Rizzati di Comacchio per illustrare al pubblico le prime anticipazioni sul suo libro e sulle avventure della protagonista. Introdotta dal libraio Marino Rizzati, la giovane autrice ha intrattenuto tutti i numerosi presenti con il racconto della sua prima esperienza nel mondo dell’editoria e sulle origini del suo romanzo, nato “in giro per treni, biblioteche, bar e spiagge, approfittando di ogni momento libero da lavoro e studio”. Dopo aver delineato alcune caratteristiche principali dei protagonisti, la giornalista ha poi confessato la sua passione per la magia, che l’ha portata a creare un piccolo villaggio all’interno dell’Amazzonia completamente isolato dal mondo esterno: “Nonostante i tempi siano vicini a quelli attuali, il villaggio in cui vive la mia protagonista è completamente distaccato dal mondo reale: dormono su letti di foglie, hanno particolari credenze ed hanno veggenti e fattucchiere. Un piccolo espediente – dice Vittoria – per poter dare libero sfogo alla mia fantasia ed inserire la magia nel mio racconto”. Al termine della presentazione, la giornalista si è concessa per gli autografi e le foto insieme ai lettori, non prima di svelare in anteprima l’intenzione di far proseguire le avventure della sua protagonista in un nuovo romanzo, ancora tutto da scrivere però, visto che di concreto c’è solo il primo capitolo. Presente all’evento anche Marco Carli, autore dei disegni che arricchiscono tutto il volume.

Hera: anche nelle festività di aprile attivi i servizi ambientali e il pronto intervento

da: ufficio stampa Hera

Hera informa che durante le festività di aprile del 21(lunedì dell’Angelo), 23 (Santo Patrono) e 25 (festa della Liberazione), i servizi di raccolta dei rifiuti indifferenziati e differenziati si svolgeranno regolarmente, eccezione fatta per la raccolta imballaggi in carta e cartone, che sarà effettuata solo in centro storico e non nelle zone periferiche.

Senza interruzioni anche l’attività del Pronto Intervento per tutti i servizi erogati. I numeri sono: 800.713.666 per il gas; 800.713.900 per acqua, fognature e depurazione; 800.713.699 per il teleriscaldamento. Nei comuni in cui il servizio di illuminazione pubblica e semafori è gestito da Hera Luce, il numero per le segnalazioni è 800.498.616.
Tutti i numeri Hera per i servizi di pronto intervento sono gratuiti e attivi 24 ore su 24 in tutti i giorni dell’anno.

E’ importante fare riferimento a questi numeri gratuiti, e averli sempre a portata di mano, per la sicurezza del servizio e assicurare i consueti canoni di qualità e efficienza nella risposta del Pronto Intervento. I numeri sono riportati all’interno di ogni bolletta, sul sito www.gruppohera.it e sugli elenchi telefonici delle pagine bianche.

Comacchio: valutazione nuovi progetti di alto rilievo turistico-ambientale

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Nella sezione Bandi, gare e concorsi del sito comunale è stato pubblicato un avviso, teso all’acquisizione di proposte, inerenti progetti di rilevante interesse per la rigenerazione turistico-ambientale della costa. Gli interessati potranno far pervenire le loro proposte progettuali, in carta semplice, corredate da relazioni ed elaborati ben esplicitati nell’avviso pubblico, all’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico (Piazza Folegatti, 26 – piano terra) entro e non oltre le ore 12 del 17 maggio prossimo. Questa azione fa seguito al Protocollo di Intesa sottoscritto tra l’Amministrazione Comunale e la Provincia di Ferrara, per l’avvio di un progetto di partnership pubblico-privata di rigenerazione turistico-ambientale della costa, attraverso Fondi Europei (2014-2020). “Si è pensato di valutare preliminarmente tutti i progetti turistici di nuova realizzazione e/o di sviluppo aziendale di rilievo strutturale e di rilevante interesse pubblico per l’assetto dell’offerta turistica dei lidi – sottolinea il Sindaco Marco Fabbri.”

Questione morale e vita democratica. Attualità di Enrico Berlinguer [audio]

La ‘questione morale’ come cardine di trasformazione della vita pubblica e del sistema politico in Italia. Attorno a questo nodo cruciale si è sviluppata una riflessione su Enrico Berlinguer, di cui presentiamo gli audio integrali, proposta da Istituto Gramsci e Istituto di storia contemporanea. [leggi la presentazione]
L’occasione è stata offerta dalla presentazione dell’antologia di scritti “Casa per casa, strada per strada”, curata dal giovanissimo Pierpaolo Farina. Oltre all’autore sono intervenuti all’incontro, svolto in biblioteca Ariostea, Fiorenzo Baratelli, direttore dell’istituto Gramsci di Ferrara e il sociologo Federico Varese, docente a Oxford.

Ecco gli audio degli interventi [cliccare per ascoltare]
Fiorenzo Baratelli 29min, Federico Varese 22min, Pierpaolo Farina 25min

Chi semina non sempre raccoglie

Per anni ho pensato che le architetture di pietra fossero l’obiettivo della mia vita, ma poi, qualcosa che sonnecchiava nel mio Dna si è svegliato e, da quel momento, non ho più smesso di avere qualche pianta da curare. I miei primi esperimenti li ho fatti a casa dei miei genitori: avevamo una grande terrazza e mio padre trasformò un cassettone di un vecchio letto, in una specie di aiuola rettangolare, dove seminai i miei primi ravanelli e una diabolica bustina di semi di dragoncello. Il dragoncello, o estragone (Artemisia dracunculus) è una pianta aromatica molto comune nella cucina francese, ma io la ricordo come un’infestante insulsa e puzzolente. Avrei dovuto capire già da allora, che quello che sta scritto nel retro delle bustine o nelle etichette dei fiorai e ancora su libri e manuali, sono indicazioni generali basate su medie statistiche puramente indicative. Questo significa che, rispettando alla lettera le indicazioni, la pianta ha buone probabilità di svilupparsi con quelle caratteristiche di forma e misura, ma può succedere anche l’esatto contrario. Quella è stata la prima di una lunghissima serie di prove, fallimenti e successi che mi hanno insegnato ad accettare come unica regola il rispetto, nel senso che ho imparato ad accettare il mio modo di essere giardiniera e a rispettare quello che la terra può fare spontaneamente, senza troppe forzature.
Tutto chiaro, quasi banale, eppure, ancora oggi, persevero nei miei errori, cercando di fare cose sovradimensionate al mio tempo e alla mia attrezzatura. Il più frequente è il desiderio di cimentarmi con le semine. Sembra tutto così facile: controlli se la luna è quella giusta, apri la bustina, prepari i vasetti, li riempi con un buon terriccio fine, prepari i buchi proporzionati alla dimensione dei semi, copri con un velo di terra quelli piccoli o interri quelli più grossi, una spruzzata di acqua, proteggi i vasetti con un telo di plastica trasparente, forato e aspetti. Questa è la teoria. La pratica è diversa. Un anno acquistai da una rinomata ditta inglese una trentina di bustine costosissime. Mi preparai con cura e dopo qualche settimana di attesa, avevo dei vassoi pieni di terra e di piantine germogliate con successo. Quell’anno non feci bene i conti con le lumache e quando decisi di togliere il telo di protezione, mi dimenticai di spolverizzare il tutto con una dose generosa di veleno (non avevo ancora imparato ad usare la cenere come efficace deterrente naturale) e in una notte, tutte le mie piantine furono divorate dalle simpatiche bestiole. Per anni non seminai più nulla.
Negli ultimi anni ho fatto altri esperimenti, soprattutto dopo aver provato il sito della ‘Semeria’ [vedi] che mi ha permesso di sbagliare senza spendere delle follie. L’anno scorso, io e il marito, abbiamo costruito una seminiera riciclando cassettine da frutta, le abbiamo impilate e sostenute con una struttura di assi di legno, non è bella, ma è solida, funzionale e posso fissare il telo protettivo alla struttura stessa. Anche l’anno scorso però, ci sono stati degli imprevisti: parte delle piantine sono state schiacciate dalle gatte che sono andate a dormire in cima alle cassette; altre si sono seccate perché mi sono dimenticata di innaffiarle, altre ancora sono sparite perché ho avuto fretta di metterle in terra. In compenso ho avuto una buona fioritura di annuali come le ipomee e i piselli odorosi, ma quella che mi ha dato più soddisfazione è stata la Nicotiana alata, una pianta che desideravo da tempo. È una erbacea perenne, i suoi fiori si aprono di sera e profumano la notte. Ci sono varietà comuni a fiore bianco e altre dai colori pastello e come dice il nome, è una parente della pianta del tabacco. Di tutte quelle seminate alcune piantine sono finite in un grande vaso, sono fiorite a fine estate e poi, come spesso fanno le perenni, è sparita durante l’inverno. Pensavo fosse defunta, ma pochi giorni fa, ho visto delle promettenti foglioline che stanno spuntando dalla terra. Un’altra invece è già fiorita ed è bellissima, forte e piena di foglie larghe e pelosette. Avevo buttato il fondo di una bustina di semi in una crepa del marciapiede. Il colpo di genio era stato ispirato dal ricordo di alcune Nicotiane che avevo visto crescere benissimo lungo il muro di una vecchia villa. La posizione protetta ha conservato le prime foglie dell’anno scorso, la pianta è cresciuta durante l’inverno mite e adesso è alta 80 centimetri e i suoi fiori sono stati una sorpresa color tramonto. Certo, restringe il passaggio, ma quando la sfiori alla sera, profuma l’aria e ti regala un po’ di meraviglia. Buona Pasqua.

Al tempo della crisi anche per il bancario il lavoro è un’incognita

L’archetipo del posto fisso e delle sedici mensilità è crollato. Persino il bancario può finire la sua carriera da esodato. Alfio Leotta, bancario e vignettista, racconta per immagini dall’assunzione all’ultimo giorno di lavoro in Una vita da bancario, strisce comiche di vita creditizia, un ebook pubblicato da Festina Lente edizioni, 2014.
Alfio Leotta, che si firma Fleo, è marchigiano e dagli anni settanta coltiva la passione per il disegno umoristico partecipando a numerose rassegne sia in Italia sia all’estero e collaborando con Corrado Tedeschi editore.
Alfio Leotta, anzi Fleo, da un lavoro sicuro all’uscita di scena prima del tempo, tutto può cambiare…
“È amareggiante avere acquisito, in anni di lavoro, competenze e professionalità che ora non servono più. Ero un funzionario di banca, ma un bel giorno costavo troppo e ho dovuto lasciare. È cambiato tutto così velocemente che non ho potuto riprogrammare le cose”.
Una vita da bancario è il racconto di una vita al lavoro e di una trasformazione del modo di lavorare a seguito della meccanizzazione. Possiamo leggerci anche le trasformazioni sociali degli ultimi trent’anni?
“Certamente. La meccanizzazione è il contrario dell’umanizzazione e l’uomo si deve adattare a un approccio automatizzato. Il cambiamento tecnologico all’interno della banca è lo specchio di un cambiamento della nostra società dove ci siamo fatti più individualisti, egocentrici e sostituibili”.
Il sottotitolo di Una vita da bancario, è strisce comiche di vita creditizia. L’umorismo per salvarsi?
“Sì e ne sono convinto. Umoriosmo e autoironia servono sempre e, in particolare, quando ti capita qualcosa che ti cambia la vita. Una vita da bancario non è la storia di un uomo dentro una banca, è la storia, nata da contesti reali e battute scambiate fra colleghi e clienti, di chi lavora in quell’ambiente, qualsiasi istituto di credito, insomma”.
Le prime vignette raccontano l’entusiamo di entrare a fare parte di una grande famiglia, di un gruppo che, poi, a un certo punto ti chiede il contratto di solidarietà e, per ridurre i costi, di diventare un esodato.
“Chi, come me, ha lavorato tanti anni in banca, è stato messo da parte e si è sentito inutile pur essendo ancora giovane e disponibile a restare al proprio posto. Questo distacco forzato dal nostro ruolo, durato decenni, lo abbiamo umanamente sentito, eccome”.
Ma l’orologio d’oro che avrebbero dovuto regalarle a fine carriera, è arrivato?
“L’orologio d’oro non è mai arrivato, era una bufala d’altri tempi e la carriera è finita prima del tempo…”
Le vignette conclusive dell’ebook riferiscono la visione che i bancari hanno della nuova banca. Quale sarebbe?
“Una specie di robot che rassicura il cliente dicendogli che avrà l’attenzione che merita e il massimo del calore umano”.

ll cronoprogramma e il concetto di ‘incommensurabile’

In via Zamboni a Bologna nella zona universitaria, in piazza Scaravilli per la precisione, il sabato e il lunedì mattina, quando c’era il ’68 e le immagini del Che Guevara incollate alle colonne dei porticati, un noto professore di statistica faceva lezione e le prime tre ore le dedicava al concetto e al significato di “incommensurabile”, utilizzando un linguaggio sostanzialmente filosofico.
Un’aula strapiena, molti in piedi, oltre trecento matricole impaurite che non capivano e che si guardava attorno, pensando che Statistica 1 (piena di formule complicate) fosse altra cosa; poi, dopo alcuni mesi e a lezioni quasi terminate, compresero il perché di quelle ‘digressioni’ di filosofia e del valore dei numeri.
Chi poi per motivi professionali è stato coinvolto nell’analisi delle poste di bilancio, nella sua articolazione e formazione, in alcuni indici, nella struttura dei costi, nei budget e nel controllo di gestione, nel marketing territoriale, nelle scienze sociali, sa distinguere e capire che l’econometria e tutto ciò che è cifra non si riduce alla ‘questione dei due polli’.

Fatta questa dovuta premessa, non posso che soffermarmi su ciò di cui si è discusso in questi giorni a palazzo Chigi, ossia sul Def – Documento di economia e finanza del governo, e del perché, finalmente, si sia insistito sul cronoprogramma.
Vale a dire, in soldoni, che si parla di date e scadenze, di importi in numeri, di coperture, di riordino della spesa, di investimenti, sulle principali azioni che l’esecutivo realizzerà con gli strumenti di progetti / disegni / decreti / provvedimenti, in un quadro temporale ben definito, perché serve più il fare che il faremo.
Ma se si vuole evitare che Roma non decida, pensando a Sagunto, come evitare che anche sui territori (regioni, comuni, luoghi degli apparati e delle burocrazie, aziende ed enti pubblici), il fuoco possa espandersi, trovando troppe incoerenze e, quindi, ogni cambiamento svanire, facendo perdere la speranza del Paese?
Pensare che quell’ “incommensurabile” della statistica, non nel senso della misura relativa ma della sua presenza di cifra, debba radicarsi anche nei particolari dei programmi dei candidati sindaci, è la condizione per capire la direzione di marcia di un’amministrazione, soprattutto se pubblica e rivolta al bene comune.
Salvo pochissimi e limitati casi, anche nelle municipalità ferraresi e non solo vediamo troppe descrizioni e slogan, grafiche web anche belle e accattivanti, ma solo piccole operazioni di immagine, una agenda fitta di incontri per una campagna elettorale che ci pare riscaldi poco ed entusiasmi pochissimi cittadini.
Del perché a fianco dei singoli progetti/programmi non ci sia quasi mai una descrizione precisa e puntuale, una cifra in euro, quando iniziano i lavori e/o la riorganizzazione funzionale, quando terminano, dove sono le fonti e le risorse, la loro provenienza, i cofinanziamenti e con chi, se con il Comune vicino e/o contiguo, anche più in là se si pensa all’Unione dei comuni. E dove i due bicchieri non sono a pari livello, togliere di qua per mettere di là, e se c’è almeno d’idea della fusione per piccoli e piccolissimi Comuni che da soli non ce la fanno, e così via. Di tutto questo non è dato a sapere.

Se Renzi fa il cronoprogramma ma gli altri (i sindaci) nelle periferie no, come sarà il ‘cambio verso’? Come può avvenire il cambio di passo se non si cambia almeno un po’? Lascio l’interrogativo al cortese lettore.
Ci diceva, allora, il professore: “Dietro e dentro ai numeri ci sono sempre le persone, non dimenticatelo mai”.
Allora metteteci almeno un numero, anzi la cifra, grazie.

La tartaruga vip di Marino Moretti

Una volta, nell’autunno del 2000, ho accompagnato la scrittrice e professoressa Roseda Tumiati (ci ha lasciato nel 2005) a Cesenatico, perché desiderosa di rinfrescare i ricordi delle tante estati passate sulle spiagge adriatiche, ma anche di visitare la casa di Marino Moretti, oggi museo ben curato che ne racconta la vita e le opere.
Devo confessare che non avevo mai sentito parlare di Moretti fino a quel giorno. Ma ho avvertito subito cosa significasse per Roseda la poesia morettiana: mentre Giorgio Bassani restava sicuramente il suo scrittore più amato, apprezzava di Moretti il suo modo di scrivere e l’amicizia dimostratale nel tempo, come si evince dalla prefazione del libro di Roseda Tumiati Il mondo gelatina.

Quel giorno, a Cesenatico, accanto alla casa morettiana, c’era anche, guarda caso, un certo Beppe Grillo, ma parlare di lui e del suo soggiorno a Cesenatico sarebbe tutta un’altra storia da raccontare. Tornando a noi, era davvero commovente vedere Roseda Tumiati di fronte a Cunegonda, l’amata tartaruga di Moretti che ha accompagnato il poeta durante tutta la sua vita. Cunegonda è stata in un certo senso una tartaruga vip, in quanto ha preso parte alla storia della letteratura italiana, seppure da un punto di vista ‘raso terra’; non si trova però nessun accenno di questo rettile saggio e fedele in nessuna delle opere letterarie del maestro. La Cunegonda è morta dieci anni fa, proprio a fine marzo. Era ultracentenaria, aveva 150 anni, potremmo dire che si è trattato dell’ l’unico esempio di ‘bene culturale vivente’ ultracentenario in Italia.
Roseda Tumiati amava Moretti forse perché si identificava in lui, possedendo la sua stessa malinconica ironia. Quel giorno ha spesso citato, con uno sguardo ammiccante, una sua famosa poesia dedicata a Cesena:

Piove. È mercoledì. Sono a Cesena,
sono a Cesena e mia sorella è qui,
tutta d’un uomo ch’io conosco appena,

tra nuove gente, nuove cure, nuove
tristezze, e a me così parla, così
senza dolcezza, mentre piove:

«La mamma nostra t’avrà detto che…
E poi si vede, ora si vede e come!…
Sì, sono incinta…Troppo presto, ahimè!

Sai che non voglio balia? che ho speranza
d’allattarlo da me? Cerchiamo un nome…
Ho fortuna: è una buona gravidanza…»

Ancora parli, ancora parli; e guardi
le cose intorno. Piove. S’avvicina
l’ombra grigiastra. Suona l’ora. È tardi.
E l’anno scorso eri così bambina! »

Carl Wilhelm Macke, giornalista pubblicista indipendente, è segretario generale dell’associazione “Journalisten helfen Journalisten” con sede a Monaco di Baviera. Amante da sempre dell’Italia, è un cultore della letteratura emiliano romagnola contemporanea. Vive tra Monaco di Baviera e Ferrara.

Nietzsche-Friedrich

GERMOGLI
l’aforisma
di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…
 
“Ogni abitudine rende la nostra mano più ingegnosa e meno agile il nostro ingegno” (Friedrich Nietzsche)

IMMAGINARIO
la foto
del giorno

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città e i suoi abitanti.

Nel fine settimana arriva la polizia municipale a cavallo con… annessi e connessi (foto di Aldo Gessi) – clicca sull’immagine per ingrandirla

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Nel fine settimana arriva la polizia municipale a cavallo, con annessi e connessi (foto di Aldo Gessi)