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Giorno: 16 Ottobre 2014

Coldiretti: al via il XIV forum internazionale di Cernobbio dell’agricoltura e alimentazione

da: ufficio stampa Coldiretti

Torna l’ormai tradizionale appuntamento organizzato da Coldiretti e Studio Ambrosetti per fare il punto sul settore agricolo ed alimentare mondiale, con la partecipazione di importanti ospiti, studiosi, imprenditori, manager, politici, esperti.

Apre domani venerdì 17 ottobre alle ore 10,00 a Villa d’Este di Cernobbio la quattordicesima edizione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione organizzato da Coldiretti in collaborazione con Studio Ambrosetti, all’indomani del varo della Legge di Stabilità sulla quale si confronteranno per la prima volta politici e rappresentanti delle istituzioni nazionali e comunitarie.

L’edizione di quest’anno inizia con la presentazione, in conferenza stampa di apertura, dellasorprendente ricerca Censis/Coldiretti su “Crisi: spendo meno mangio meglio” che fa luce su una vera e propria rivoluzione in atto per gli italiani a tavola che, nonostante le profonde preoccupazioni, ha anche inaspettati riflessi positivi con il ritorno a comportamenti virtuosi che saranno anche oggetto di una innovativa mostra “antipoverta’” a tavola. Ad illustrarla saranno il Presidente del Censis Giuseppe De Rita e il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, alla presenza del Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. Ci sarà anche il primo duello tra pizza originale e taroccata per sostenerne la candidatura a patrimonio dell’Unesco e fare chiarezza su ingredienti e modalità di preparazione per garantirne identità e genuinità. All’ apertura dei lavori interverrà

Il confronto dalle priorità dei cittadini e l’azione del Governo all’indomani della manovra economica è invece l’oggetto dell’esclusiva Indagine Ixe’ presentata da Roberto Weber sulla quale si confronteranno esponenti dei partiti di maggioranza e opposizione, manager di impresa e rappresentanti delle forze economiche e sociali, Giovanni Toti (Consigliere politico Forza Italia) a Filippo Taddei (responsabile economico nazionale Pd), da Stefano Fassina (deputato Pd) a Nunzia De Girolamo (deputato Nuovo centro Destra), fino al Governatore della Lombardia Roberto Maroni ma anche Mario Moretti Polegato (Geox), Innocenzo Cipolletta (Università di Trento), Marco Pedroni (Presidente Coop Italia)

Sull’’attualità del maltempo e sul dissesto idrogeologico interverrà Ermete Realacci (Presidente Commissione Ambiente,Territorio e Lavori pubblici della Camera)mentre sul valore del cibo all’indomani della Giornata Mondiale dell’Alimentazione parlerà il Fondatore Slow Food Carlo Petrini. Temi di carattere internazionale in vista dell’Expo saranno affrontati da Brian Halweil (Senior Fellow Worldwatch Institute – USA), Virginia Raisson (Fondatore e Direttore Lepac – Francia), Woody Tasch (Fondatore e Presidente Slow Money)

Sant’Agostino: La piazza è di tutti, tranne di chi non ha votato Toselli

da: Stefania Agarossi, Gruppo consiliare Valore e Rispetto. Comune di Sant’Agostino (Fe)

In questi giorni, per la futura ricostruzione della piazza di Sant’Agostino, l’Amministrazione è stata chiamata a scegliere uno dei tre progetti ideati e presentati dalla popolazione nell’ambito del processo partecipativo “Less is More”, promosso e finanziato dalla Regione Emilia Romagna.
Ieri sera in Sala Bonzagni, l’incontro con i cittadini per comunicare che la scelta è caduta sul progetto della piazza coperta, e che ora inizierà l’iter per il futuro bando e per cercare finanziamenti. Perché al momento di soldi certi non ce ne sono, sia chiaro.
Assente il sindaco Toselli, il vicesindaco Simone Tassinari ha spiegato come tale decisione, già deliberata (delibera di Giunta n. 103 del 18/09/2014) è stata presa con entusiasmo, e con l’aiuto e partecipazione attiva di tutti i consiglieri di Maggioranza. Confermiamo: non è stato esteso alcun invito o chiesto alcun contributo ai consiglieri di Minoranza. E questa importante scelta e decisione per la comunità non è stata nemmeno portata in Consiglio Comunale.
Non discutiamo. Probabilmente la legge permette ciò. E sarà pure facoltà di Sindaco e Giunta l’escludere o fare partecipare a questa decisione 4 dei 12 consiglieri comunali regolarmente eletti dalla popolazione.
Ecco dunque una delle gravose responsabilità della Giunta per cui si sono anche aumentati lo stipendio: escludere chi non li ha votati.

Stefania Agarossi
Olindo Sandri
Gruppo consiliare Valore e Rispetto, Comune di Sant’Agostino (Fe)

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Cassa di espansione del Baganza: la soluzione progettuale è pronta, tutte le Istituzioni sono impegnate con l’obiettivo di raggiungere il finanziamento in tempi rapidi /Comunicato congiunto Regione Emilia-Romagna, Provincia e Comune di Parma

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Per la cassa di espansione sul torrente Baganza c’è una soluzione progettuale messa a punto da Regione, Aipo e Università di Parma e trasmessa al Ministero dell’Ambiente. Tutte le Istituzioni – Regione, Provincia, Comune di Parma, Ministero dell’Ambiente e Italia Sicura – sono impegnate e stanno lavorando insieme con l’obiettivo del finanziamento in tempi rapidi; nei prossimi giorni su questo tema è previsto un incontro tra Regione ed Enti locali. I lavori potranno partire, infatti, quando saranno trasferiti alla Regione gli 8 milioni di euro già previsti nell’Accordo di programma e reperiti gli ulteriori 20 milioni necessari per la realizzazione dell’opera.
In aprile 2011 Regione, Aipo, Autorità di bacino del fiume Po, Provincia di Parma e i cinque Comuni interessati (Collecchio, Colorno, Felino, Parma e Sala Baganza) siglarono un protocollo d’intesa per la sicurezza idraulica della città di Parma e del nodo idraulico di Colorno. In seguito all’accordo sono state subito avviate le indagini tecniche e gli studi necessari alla definizione delle opere; in particolare, attraverso la convenzione stipulata tra Aipo e Università di Parma, sono stati realizzati gli approfondimenti idraulici per verificare la soluzione più adeguata all’inserimento della cassa di espansione nel nodo idraulico complessivo di Parma-Colorno. Da questi studi è emersa l’opportunità di costruire un’unica cassa di 4,6 milioni di metri cubi di invaso (corrispondente a poco meno della metà di quella già funzionante sul torrente Parma), anziché un sistema articolato di casse, come previsto in una prima ipotesi progettuale.
“Un’unica cassa in linea – spiega il professor Paolo Mignosa, responsabile scientifico della ricerca in materia idraulica per l’Università di Parma, che ha lavorato allo sviluppo della modellistica – rappresenta la soluzione più economica, più flessibile, grazie agli organi mobili analoghi a quelli presenti sulla cassa del Parma, e di minore impatto ambientale. Ma soprattutto, anche alla luce di quanto purtroppo è successo a Parma, la cassa di espansione costituisce la soluzione migliore per garantire la sicurezza del territorio”.
L’ipotesi individuata comporta tuttavia la necessità di realizzare l’opera nella sua interezza, per cui è indispensabile, per poter avviare i lavori, avere a disposizione l’importo totale. Dal 2011 la Regione ha lavorato assieme ai vari Governi, Ministri e oggi con Italia sicura – Struttura di missione contro il dissesto, per costruire un’ipotesi di finanziamento. In attesa del trasferimento degli 8 milioni già definiti dall’accordo, nello scorso mese di gennaio la Giunta ha ribadito e trasmesso al Ministero dell’Ambiente la richiesta degli ulteriori 20 milioni necessari a completare il finanziamento dell’opera. Questa richiesta è stata inoltrata anche dall’Autorità di Bacino del Po, che candida la cassa al finanziamento per “infrastrutture verdi”, ovvero per quelle opere che svolgono la duplice funzione di difesa del territorio e valorizzazione dell’ambiente. É una delle priorità che in ogni caso la Regione ribadirà nel prossimo Accordo di programma che verrà siglato con il Governo nelle prossime settimane.

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 16 ottobre

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

La newsletter del 16 ottobre 2014

CENTRO SERVIZI ALLA PERSONA – Da lunedì 20 ottobre operativo nella sede ASP di via Ripagrande
Nasce il ‘Punto unitario di accesso ai Servizi Sociali’ di Ferrara, Masi Torello e Voghiera
16-10-2014

(Comunicato a cura di ASP – Centro servizi alla Persona)

L’ASP riorganizza il Segretariato Sociale creando un Punto Unitario di Accesso ai Servizi Sociali dei Comuni di Ferrara, Voghiera e Masi Torello.
A partire da lunedì 20 ottobre prossimo, le Assistenti Sociali dei tre Settori dell’azienda – Minori, Adulti e Anziani – riceveranno il pubblico nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 8,30 alle ore 12,30 nella sede ASP di Ferrara in Via Ripagrande 5 (telefono 0532 799574 e-mail segretariato@aspfe.it).
Il Punto Unitario è stato pensato per agevolare i cittadini che potranno recarsi in un unico ufficio per ricevere informazioni sui servizi sociali e per avere un colloquio con l’Assistente Sociale.
Tutto ciò a differenza dell’attuale organizzazione che prevede di rivolgersi direttamente ad uno dei tre Settori creando, a volte, disagio per la persona che ha necessità di un’informazione o di un’indicazione e che non sempre riesce a individuare quale sia il settore più indicato per avere risposta alla propria domanda.
Il Segretariato Sociale è quel servizio che garantisce al cittadino l’ascolto, l’informazione e l’orientamento fra i diversi servizi di welfare a carattere sociale o socio-sanitario del territorio. L’Assistente Sociale accoglie e accompagna la persona alla conoscenza sulle diverse forme di sostegno, sui requisiti che occorre possedere per accedere ai servizi e fruire degli interventi. Può, inoltre, indirizzare verso alternative percorribili le persone che non hanno i requisiti per la presa in carico da parte del Servizio Sociale.
“Da questa rimodulazione, coerente con la legislazione nazionale e quella regionale che prevede siano realizzati nei diversi territori servizi d’informazione, di ascolto e di orientamento sui diritti e le opportunità sociali, sui servizi e le risorse del sistema locale e sulle modalità d’accesso – afferma la presidente di ASP Paola Boldrini – ci aspettiamo di migliorare il nostro sistema di informazione e di orientamento per i cittadini, soprattutto i più deboli perché non ‘si perdano’ nei percorsi necessari per essere aiutati”.

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Incontro del ciclo ‘La Grande Guerra’ venerdì 17 ottobre alle 17
George Trakl, ‘la voce poetica di una civiltà morente’
16-10-2014

Sarà dedicato all’opera letteraria e alla vicenda personale del poeta austriaco Georg Trakl il nuovo incontro del ciclo ‘La Grande Guerra e il Novecento europeo’ che si terrà venerdì 17 ottobre alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. A parlarne sarà Paola Gnani, con letture di Mario Sileo.
La rassegna di appuntamenti promossa dall’Istituto Gramsci e dall’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara proseguirà i propri incontri mensili fino al novembre prossimo con l’intento di approfondire il significato di quel tragico evento che inaugurò ‘il secolo breve’ e fu causa di cambiamenti sconvolgenti per l’Europa del Novecento.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Il poeta austriaco Georg Trakl, morto nel 1914 a soli 27 anni dopo la battaglia di Grodek, assunse nella propria esistenza tutto il peso e le contraddizioni dell’epoca in cui si era trovato a vivere, un mondo che si avviava inesorabilmente verso la propria fine. La poesia di Trakl riflette l’agonia e la disgregazione di valori che investì, in quegli anni, non solo l’impero austro-ungarico, ma tutta la civiltà occidentale. Poco prima di morire scrisse: “Io anticipo le catastrofi mondiali, non prendo partito, non sono un rivoluzionario. Nella mia epoca non ho altra scelta se non il dolore”.
Alla luce di queste parole, nel corso dell’incontro alla biblioteca Ariostea, verranno ripercorse la sua opera poetica e la sua straziata e sofferente vicenda personale.

Annullato l’appuntamento di sabato 18 ottobre
L’incontro dal titolo ‘Agroenergie e energie rinnovabili’ in programma sabato 18 ottobre alle 9,30 alla biblioteca Ariostea è stato annullato.

DONNE E VIOLENZA – A cura di Centro Donna Giustizia, UDI e Centro Documentazione Donna. Inaugurazione sabato 18 ottobre alle 17
L’Arci Bolognesi ospita la mostra fotografica “Volti di donna dalle crisi umanitarie”
16-10-2014

(Comunicato a cura degli organizzatori)

Sabato 18 ottobre alle 17 Centro Donna Giustizia, UDI e Centro Documentazione Donna presenteranno presso il circolo Arci Bolognesi (piazzetta S. Nicolò 6/a) la mostra fotografica “Volti di donna dalle crisi umanitarie”, realizzata da Medici Senza Frontiere e dall’Istituto Europeo di Design (IED).
Le 32 foto esposte, frutto del lavoro di alcuni tra i più importanti fotoreporter mondiali, come Sebastiao Salgano e Paolo Pellegrin, rivelano agli occhi di chi le osserva scorci di mondi lontani e spesso ignorati: paesi scossi da carestie, guerre, epidemie, nei quali le donne spesso sono i motori trainanti delle famiglie, eroine silenziose che ogni giorno cercano di vivere con dignità in contesti in cui spesso anche i più elementari diritti vengono negati.
La mostra si inserisce in un progetto più ampio, denominato “Oltre la Frontiera”, da un’idea di Ivana Abrignani che il CDG ha organizzato in collaborazione con UDI e CDD, per celebrare la giornata europea contro la Tratta di persone, 18 ottobre, e quella internazionale contro la violenza alle donne, 25 novembre.
“Oltre la Frontiera” – che si avvale del patrocinio del Comune e della Provincia di Ferrara – si articola in due mostre fotografiche,” Volti di Donne” e “Focus On Syria” , in una rassegna cinematografica composta da quattro film e incontri con gli autori, in un periodo di tempo dal 18 ottobre al 30 novembre 2014. La mostra “Volti di donne” sarà esposta fino al 30 ottobre, con ingresso libero (aperto tutti i giorni 19/23, tranne domenica e lunedì).

FERRARA IN TV – Sabato 18 ottobre alle 21 su Rai Tre
Con Alberto Angela alla scoperta di personaggi, vicende e dimore della corte estense
16-10-2014

(Comunicato a cura della redazione di ‘Ulisse’)

Nella puntata di ‘Ulisse, il piacere della scoperta’ che andrà in onda sabato 18 ottobre alle 21 su Rai Tre, Alberto Angela ci racconterà la storia e la vita delle corti più ricche del Rinascimento.
Un periodo storico considerato l’inizio della modernità, che vide il suo apice nel ‘500 rappresentando una rivoluzione culturale della vita quotidiana, dell’arte, delle idee e dei costumi del nostro paese.
Entreremo nei luoghi in cui hanno vissuto gli uomini potenti dell’epoca: le corti di Mantova e di Ferrara: eleganti, sfarzose, a volte immorali ma soprattutto ricche, al punto da poter finanziare una fioritura delle arti con pittori, scultori, poeti come Michelangelo, Leonardo, Giulio Romano, Ariosto e Tasso.
Corti non molto grandi, se confrontate con Milano, Firenze o Venezia, che ci permettono di capire le dinamiche di una corte dell’epoca, le alleanze, i contratti di matrimonio, le rivalità, le crudeltà esterne ed interne alla stessa famiglia.
Gli Estensi a Ferrara, i Gonzaga a Mantova: due famiglie imparentate fra loro che hanno gareggiato per prestigio non militare, ma culturale e artistico.
A Ferrara, tra il Castello di San Michele, il Palazzo Ducale e gli splendidi affreschi di Palazzo Schifanoia, ripercorreremo le mille storie che hanno movimentato la vita di corte, i suoi splendori ma anche i segreti: la triste vicenda della Parisina, le rivolte, le guerre, il matrimonio di Isabella e l’arrivo di Lucrezia Borgia. E poi i tarocchi, gli scacchi, le ville dette Delizie disseminate nel circondario, i lussuosi banchetti: “le donne, i cavalier, l’armi, gli amori” cantati da Ludovico Ariosto in quegli anni proprio a Ferrara.
Da Ferrara a Mantova, sulle orme di Isabella d’ Este sposata a Francesco II Gonzaga e reggente di Federico II, primo duca di Mantova: con lei scopriremo la città circondata dalle acque del Mincio. Con il suo sguardo ammireremo i puttini affacciati dal balcone sul soffitto della Camera degli Sposi affrescata da Andrea Mantegna.
E poi Palazzo Te, l’edificio destinato all”onesto ozio”, con la grandiosa e terribile Stanza dei Giganti di Giulio Romano.
Per entrare meglio nella Storia di quegli anni Ulisse ricostruisce il sontuoso arrivo del sovrano Carlo V a Mantova nel 1530, la visita al Palazzo e la vista degli affreschi della Sala di “Amore e Psiche” e della “Sala dei Cavalli”, il Salone delle feste e dei balli per gli ospiti di Federico Gonzaga.
Ultima tappa del viaggio di Alberto Angela la piccola città di Sabbioneta, splendido sogno in pietra dell’esponente di un ramo cadetto della famiglia Gonzaga: Vespasiano. Una città ideale, a misura d’uomo, nata con un progetto preciso, basato sulla cultura e sulla bellezza.

SERVIZI ALLA PERSONA – La domanda va presentata dal 20 ottobre al 30 novembre 2014
Servizio idrico integrato: agevolazioni tariffarie alle utenze deboli
16-10-2014

Il Servizio Salute e Politiche Socio-Sanitarie dell’assessorato comunale alla salute e Servizi alla Persona ricorda che sono previste agevolazioni tariffarie alle utenze deboli del servizio idrico integrato.

Sono ammessi all’erogazione dei contributi i cittadini che alla data della presentazione della domanda siano in possesso dei seguenti requisiti: avere residenza anagrafica in uno dei comuni di Ferrara, Voghiera e Masi Torello; essere titolari di un contratto di fornitura diretto o condominiale; essere in possesso di attestazione con valore ISEE relativa ai redditi di tutto il nucleo familiare, in corso di validità, non superiore ad € 10.000,00 calcolato ai sensi del D.Lgs. 109/98, cosi come modificato dal D. Lgs. 130/2000.

La domanda può essere presentata dall’intestatario dell’utenza e da altra persona del nucleo familiare per il quale è stato calcolato l’ISEE, con riferimento unicamente al contratto di fornitura di acqua relativo all’abitazione di residenza del nucleo familiare stesso; può essere presentata anche dagli utenti condominiali e/o collettivi con contatore centralizzato.

La domanda deve essere compilata unicamente sui moduli predisposti da ATERSIR e in distribuzione presso:

Azienda Servizi alla Persona via Corso Porta Reno, 86 – Ferrara – o scaricabili dal sito www.aspfe.it www.comune.fe.it;

Comune di Voghiera – Ufficio Servizi Sociali – V.le B. Buozzi 12/b – Voghiera – o scaricabili dal sito www.comune.voghiera.fe.it

Comune di Masi Torello – Ufficio Servizi Sociali – Piazza Toschi 3 – o scaricabili dal sito www.comune.masitorello.fe.it

deve essere accompagnata da una copia del documento d’identità e da una bolletta dell’acqua (HERA) dell’anno 2013 e dell’anno 2014;

per i cittadini extracomunitari deve essere allegata copia del permesso/carta di soggiorno dei componenti del nucleo familiare in corso di validità o documentazione comprovante l’avvenuta richiesta di rinnovo;

ogni nucleo familiare può presentare solo una domanda per annualità e per ogni unità abitativa si può richiedere un solo contributo.

La domanda va presentata dal 20/10 al 30/11/2014 presso:

per i residenti del Comune di Ferrara: Azienda Servizi alla Persona Corso Porta Reno, 86 nelle seguenti giornate: dal lunedì al venerdì dalle 10,00 alle 13,00 – giovedì e martedì anche dalle 14,30 alle 16,00.

per i residenti del Comune di Voghiera: Ufficio Servizi Sociali – V.le B. Buozzi, 12/b nelle seguenti giornate: lunedì – mercoledì – giovedì dalle 10,30 alle 12,30 – giovedì anche dalle 15,30 alle 16,30.

per i residenti del Comune di Masi Torello: Ufficio Servizi Sociali – Piazza Toschi 3 nelle seguenti giornate: Martedì- mercoledì-giovedì dalle 9,00 alle 12,30.

Le agevolazioni per gli utenti sono previste nella misura massima di euro 60 per ogni componente del nucleo familiare (fino ad un massimo di 8 componenti) in presenza di indicatore ISEE minore o uguale a € 2.500,00; euro 40 per ogni componente del nucleo familiare (fino ad un massimo di 8 componenti) in presenza di indicatore ISEE maggiore di € 2.500,00 e minore o uguale a € 10.000,00.

ATERSIR si riserva la facoltà di rideterminare (in diminuzione o in aumento) gli importi delle agevolazioni in base alla capienza del fondo.

DOCUMENTAZIONE SCARICABILE: modulo richiesta ATERSIR + bando integrale agevolazioni tariffarie (file PDF)

(A cura dell’Assessorato alla sanità e Servizi alla Persona)

MUSEO STORIA NATURALE – Laboratorio per bambini sabato 18 e domenica 19 ottobre alle 15.30 in via De Pisis 24
Svelati ‘I segreti del bosco’ ai piccoli Apprendisti Scienziati
16-10-2014

Alla scoperta delle piante che compongono il bosco, degli animali che vivono tra gli alberi e del fenomeno della caduta delle foglie. E’ questa la nuova avventura che attende i ragazzi dai 4 ai 7 anni che sabato 18 e domenica 19 ottobre alle 15.30 prenderanno parte al nuovo laboratorio per ‘Apprendisti scienziati’ organizzato dal Museo civico di Storia naturale nella sede di via De Pisis 24. Ai piccoli partecipanti saranno proposte nelle sale del museo le atmosfere del bosco, per imparare così a conoscere questo ambiente e i suoi abitanti.
Per partecipare è necessaria la prenotazione da effettuare contattando la sezione didattica del Museo di Storia naturale: tel. 0532 203381 – 206297, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 o all’indirizzo dido.storianaturale@gmail.com (info su www.comune.fe.it/storianaturale) (partecipazione al costo di 4 euro a persona).

SALUTE E SICUREZZA – Sabato 18 ottobre in piazza Castello istruttori del 118 insegnano il massaggio cardiaco
Il 118 scende in piazza: per salvare una vita metti le mani sul cuore
16-10-2014

Per il secondo anno consecutivo – Ferrara diventa palcoscenico “VIVA” ed il servizio 118 dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Ferrara insegna ai ferraresi come effettuare il massaggio cardiaco. L’appuntamento è per sabato 18 Ottobre 2014 a Ferrara, in piazza Castello dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.

IL 118 SCENDE IN PIAZZA rappresenta l’occasione per avvicinare i cittadini alle pratiche di primo soccorso. Sono semplici manovre che tutti, in caso di emergenza, dovrebbero essere in grado di eseguire anche senza una preparazione sanitaria specifica, quando si è testimoni di un arresto cardiaco.

Nel corso delle iniziative rappresentanti ed autorità degli Enti Locali, sportivi, giovani studenti e cittadini saranno invitati a partecipare ad una breve esercitazione sulle tecniche del massaggio cardiaco su manichini, con la supervisione degli istruttori del 118, a disposizione per fornire informazioni sull’arresto cardiaco e su come affrontarlo.

La mattina si aprirà con l’arrivo in piazza di alcuni rappresentati delle istituzioni e degli enti locali ferrraresi che sperimenteranno il massaggio cardiaco, sarà poi la volta degli studenti dell’istituto “G. Carducci” di Ferrara, invitati ad esercitarsi nella pratica di primo soccorso e di alcuni atleti della nostra Città. Nel pomeriggio, parteciperanno alle dimostrazioni i musicisti del Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara ed i figuranti del Palio di Ferrara in costume.

La giornata si concluderà con il concerto dell’orchestra giovanile del Conservatorio, coordinata dal maestro Achille Galassi.

L’evento rientra all’interno del progetto nazionale denominato VIVA2014 (www.settimanaviva.it) che prevede una campagna di sensibilizzazione attraverso i media e il web, incontri e manifestazioni pubbliche con la partecipazione di operatori sanitari e del soccorso, iniziative nelle scuole e nei luoghi di lavoro e di divertimento, che raggiungerà il suo culmine proprio nella settimana dal 13 al 19 ottobre.

(Ufficio Stampa Ausl Ferrara)

VIABILITA’ – Sabato 18 e domenica 19 ottobre dalle 13 alle 19
Modifiche al traffico in occasione dell’iniziativa “Il Giardino dei Destini incrociati”
16-10-2014

In occasione dell’iniziativa “Il Giardino dei Destini incrociati” che si terrà al quartiere Giardino, sabato 18 e domenica 19 ottobre dalle 13 alle 19 per ragioni di sicurezza stradale e pubblica saranno in vigore alcuni provvedimenti relativi alla disciplina della circolazione: in via Vittorio Veneto (tratto compreso tra via Poledrelli e via Cassoli) istituzione del divieto di circolazione e di fermata su ambo i lati sulla carreggiata principale; controviale Vittorio Veneto (dal c.n.10 all’intersezione con via Cassoli) revoca del senso unico ed istituzione di doppio senso di marcia, ammessi i residenti fino al c.n. 10; via Montenero all’intersezione con il controviale di Vittorio Veneto (lato numeri dispari) direzione obbligatoria a destra.

POLITICHE FAMILIARI – Sabato 18 ottobre (8.30-13) all’auditoium Bassani di Barco
Il convegno “Bambini di vetro” conclude l’edizione 2014 di EstateBambini
16-10-2014

Si aprirà con una riflessione legata alle problematiche dell’integrazione dei bambini disabili nella scuola e proseguirà poi con il racconto di esperienze educative a supporto della fragilità che bambini e famiglie sperimentano in ospedale o incontrando i padri detenuti. Si intitola “Bambini di vetro – fragilità e forza nella vita di bambini e famiglie, due lati della stessa medaglia” il convegno conclusivo di EstateBambini 2014 in programma sabato 18 ottobre (8.30-13) all’auditorium della biblioteca comunale Bassani di Barco (via Grosoli 42). Regista dell’annuale edizione di EstateBambini, che ha messo in campo un ricco programma di laboratori, giochi, incontri e rappresentazioni teatrali, unendo momenti di approfondimento a occasioni di svago per tutte le età, è stata come sempre l’Unità organizzativa Politiche familiari del Comune in collaborazione con Provincia, Regione e associazione Circi e con il sostegno di Hera, Afm Farmacie Comunali e Coop Cidas.
Il convegno di sabato sarà introdotto dalla presidente dell’associazione C.I.R.C.I. Paola Felletti Spadazzi, dall’assessora comunale alla Pubblica Istruzione e da Tullio Monini del Servizio comunale Politiche familiari e Integrazione scolastica.

Seguiranno gli interventi di Elena Luciano (Pedagogista, Università Parma) Incontrare malattia e fragilità nei bambini dentro e fuori i servizi per l’infanzia; Mauro Presini (Insegnante, Scuola primaria Cocomaro, Ferrara) Storie che parlano di integrazione e di bambini che tutti i giorni la fanno; Dora Suglia (neuropsichiatra infantile, UONPIA Usl Ferrara) Storie di integrazione che dicono della forza di bambini e genitori; Bianca Orsoni (Coord. Pedagogica Servizi Ed. Integrativi, Ferrara) Guardare fuori e oltre, verso nuove sfide educative; Francesca Solmi (educatrice, Servizio Integrazione Scolastica) La Stanza dei Bambini e il lavoro educativo in ospedale; Jacopo Ceramelli (mediatore familiare, Centro per le Famiglie) Comunque papà, parole e pensieri di genitori dietro le sbarre; Ivo Lizzola (pedagogista, Università di Bergamo) Attraversare l’ombra: aver cura della fragilità dei bambini.

Le conclusioni saranno svolte dal Sindaco di Ferrara.

(A cura del Servizio Politiche Familiari e Integrazione scolastica)

Veniamo da un anno di servizi “indisciplinati”, speso in una certa misura “fuori casa”, in carcere con i bambini in visita e in ospedale con i bambini oncologici e, sempre intensamente, con bambini e ragazzi disabili, in classe come altrove. Con bambini incontrati fuori dalla tradizionale dimensione scolastica, convinti che l’educazione come sapere che sa accompagnare la crescita dei bambini può stare loro accanto anche nei momenti di maggiore criticità e che l’educativo ha cose da dire e pratiche utili anche fuori dai muri delle scuole, nella vita di tutti i giorni e in tutti i luoghi in cui i bambini vivono e sono purtroppo così spesso trasparenti agli occhi degli adulti e non visti come persone.
A questi bambini che, come con bella espressione, Ivo Lizzola dice “attraversano l’ombra”, è dedicato il convegno di sabato 18 ottobre che si apre con una riflessione sulle reazioni che l’incontro con la malattia del bambino suscita dentro e fuori al mondo scolastico e dedica le prime ore della mattina al tema dell’integrazione dei bambini disabili nella scuola di tutti. Nel corso degli anni sempre più l’inserimento dei bambini disabili è divenuto realtà concreta in ogni ordine di scuola e siamo di fronte alla prima generazione di ragazzi divenuta adulta sperimentando una relazione quotidiana e prolungata nel tempo con un coetaneo disabile, condizione che in passato veniva vissuta solo in ambito familiare da fratelli e sorelle e quindi da un numero molto più limitato di persone. In realtà proprio i bambini sono, noi crediamo, straordinari alleati degli insegnanti nei processi di integrazione meglio riusciti, come spesso ci confermano le parole dei bambini disabili e dei loro genitori quando, come sempre dovremmo fare ci diamo tempo, cuore e orecchie per ascoltarle.
Dopo la pausa di metà mattina, il convegno riparte dal racconto delle esperienze educative che hanno visto quest’anno operatrici ed operatori dell’Isola del Tesoro, della Piccola Casa e del Centro per le Famiglie giocare fuori casa, in ospedale e nella casa circondariale cittadina, dove i bambini non vivono stabilmente ma entrano comunque quotidianamente ed è uno di quesi posti che, non diversamente dall’ospedale, riserva ai genitori fatiche aggiuntive che meritano di essere viste e, se possibile, alleggerite. Prendendosi cura assieme ai volontari di Agesci e Circi della fragilità di bambini e famiglie, queste esperienze ci hanno in realtà fatto incontrare e insegnato insieme alla fragilità soprattutto la forza e il coraggio di tanti bambini e dei loro genitori ed è a questa forza e a questo coraggio che al di là di tutto occorre rendere onore e considerazione.

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Si apre la fase congressuale dei Giovani Democratici

da: ufficio stampa Partito Democratico Ferrara

Ho il piacere di essere segretaria dei Giovani Democratici da quasi tre anni, in questo tempo ho portato avanti l’organizzazione in base ad un modo di vedere e di fare. Ho considerato la giovanile come uno spazio nel quale si può fare politica e si può anche sbagliare, un luogo di confronto immediato, dove si possono organizzare iniziative e ci si può mettere in gioco in prima persona.

Il mio mandato di segretaria scadrà il 2 Dicembre 2014, tre anni da statuto, un mandato che preferirei misurare in obiettivi raggiunti, piuttosto che in mesi di lavoro.

La velocità con la quale oggi è importante reagire ai problemi del Paese, viene quantomeno raddoppiata all’interno di una giovanile, dove le persone rimangono per un periodo limitato e hanno voglia di mettersi in gioco con la freschezza e la testardaggine di chi è spesso alla prima esperienza. Per dare un futuro ad una organizzazione di questo tipo bisogna avere l’intelligenza di capire quando è ora di lasciare la gestione a chi è entrato da poco, in modo che i nuovi arrivati possano “far loro” la giovanile, facendo delle scelte ed eventualmente anche commettendo degli errori.

Per queste ragioni ho scelto di dimettermi da segretaria e di aprire ufficialmente la fase congressuale, lasciando l’organizzazione in mano a tre ragazzi (Eugenio Melloni, Alessandro Greco e Simone Boldrini) che avranno il compito di portare i Giovani Democratici a congresso (presumibilmente Dicembre-Gennaio) e di ridare forma ed obiettivi alla giovanile.

In questi anni sono state fatte diverse iniziative, ci siamo spesi per molte battaglie, forse non abbiamo cambiato il mondo, ma certamente abbiamo mostrato chi siamo e cosa è per noi la Politica.

Anche oggi le discussioni che coinvolgono la giovanile non sono poi diverse da quanto si sta discutendo nel partito e da quanto succede nel paese.

In un momento in cui il partito discute in merito ai dati del tesseramento, facendo dei confronti, spesso inutili, con situazioni passate e totalmente diverse, nella giovanile ci interroghiamo sulla forma che vogliamo far prendere alla nostra organizzazione. Operare in una giovanile in questi anni ha significato cercare di coinvolgere dei giovani in battaglie immediate, visibili e concrete e cercar poi di trasformare i problemi in proposte e soluzioni. Con grande orgoglio ci rendiamo conto che la stessa discussione sul contratto lavorativo a tutele crescenti era in parte stata affrontata dalla giovanile in tempi non sospetti. Far parte di una giovanile, fare il segretario, significa a volte prendere delle posizioni che il partito ancora non ha preso, ad esempio in merito ai matrimoni omosessuali o ad altre tematiche etiche e di diritti civili.

Abbiamo fatto la scelta di affrontare i problemi degli altri come fossero problemi di ognuno di noi, perché è questo che per me e per gli altri, in questi tre anni ha significato essere di sinistra.

Nel lasciare la segretaria della giovanile non posso che ringraziare le persone che hanno fatto parte, nel tempo, del mio esecutivo: Eugenio, Simona, Anna, Giovanni, Raffaele ed Enrico, perché anche le strade più complesse, se fatte in buona compagnia, diventano passeggiate.

Faccio i migliori auguri di buon lavoro ai ragazzi che oggi dovranno farsi carico del peso e della responsabilità dei Giovani Democratici, certa che ne saranno all’altezza e che sapranno cogliere l’importanza di uno spazio di sperimentazione libero, che dovrà sempre essere all’altezza delle aspettative di ogni giovane che si avvicina alla Politica.

Giulia Bertelli

LA RICORRENZA
Uniti per sradicare la povertà. In Italia è un problema per 16 milioni di persone

Domani (17 ottobre) sarà la Giornata internazionale per lo sradicamento della povertà così proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni unite nel 1992, dopo che, il 17 ottobre 1987, più di centomila persone si erano riunite al Trocadéro di Parigi (dove era stata firmata la Dichiarazione universale dei diritti umani, nel 1948), per ricordare le vittime della povertà estrema, della violenza e della fame. Da allora, e quindi da oltre vent’anni, si celebra ogni anno.

La povertà è stata definita come “una condizione umana caratterizzata da prolungata o cronica privazione delle risorse, delle capacità, delle alternative, della sicurezza e della necessaria possibilità di godere di adeguati livelli di stile di vita e di altri diritti civili, culturali, economici politici e sociali” (United nations committee on social, economic and cultural rights, 2001). Durante questa giornata, s’intende quindi promuovere la consapevolezza della necessità di sradicare la povertà e la miseria – terribili e inaccettabili piaghe – in tutti i Paesi del mondo, in particolare in quelli via di sviluppo, il primo degli Obiettivi del millennio, da raggiungere entro il 2015. Per fare questo, bisogna concentrarsi seriamente sulla condizione dei bambini (e delle famiglie che vivono in povertà) e sul bisogno di realizzare i loro diritti alla sopravvivenza, alla salute e all’educazione, a un ambiente protettivo che li tuteli da sfruttamento e abusi.
In questo giorno vanno ascoltati tutti, bambini, giovani, genitori e persone che lavorano con loro per capire cosa fare realmente poter fare per sradicare la povertà e l’esclusione.
Secondo le ultime stime Istat, in Italia, nel 2013, il 12,6% delle famiglie è in condizione di povertà relativa (per un totale di 3 milioni 230 mila) e il 7,9% lo è in termini assoluti (2 milioni 28 mila). Le persone in povertà relativa sono il 16,6% della popolazione (10 milioni 48 mila persone), quelle in povertà assoluta il 9,9% (6 milioni 20 mila).
Questa parola ‘povertà’’ ci sembra d’altri tempi, parte di un vocabolario vecchio e obsoleto, legata a un documentario o a un film in bianco e nero, quando l’Italia usciva dalla guerra o quando i migranti salivano sulle navi per cercare fortuna lontano.
Eppure, oggi, anche in Italia si può essere poveri con un telefonino in tasca, con un bel televisore o un super tecnologico computer sulla libreria di casa. Basta non avere abbastanza per provvedere autonomamente a sé e alla propria famiglia. E questo è spesso il caso, anche nel nostro bel Paese. La nozione di povertà sicuramente varia, per definizione e percezione, e alcuni possono pensare che quella di un italiano non sia comparabile a quella di un abitante di un paese in via di viluppo. Ma, se non si ha una vita dignitosa, il concetto è, alla fine, esattamente lo stesso. La miseria di un Terzo mondo che compromette la sopravvivenza non cambia la sostanza del problema di coloro che vivono in povertà nei paesi più industrializzati, non così poveri da non potere soddisfare i bisogni primari, ma costretti, comunque a vivere di stenti e umiliazioni. A questi si aggiungono i barboni, i senzatetto, i disoccupati cronici, gli immigrati non integrati. Massimo Livi Bacci, Professore di Demografia presso l’Università di Firenze, scrive che “il grado di civiltà della società si misura anche dalla capacità di distribuire la ricchezza e di attenuare gli effetti negativi delle disuguaglianze”.
Non possiamo che essere d’accordo. Il 17 ottobre, dunque, riflettiamo anche su questo.

Anche l’Ente Palio e le Contrade protagonisti della prossima puntata di “Ulisse” dedicata a Ferrara

da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

Ferrara torna in Tv e lo fa grazie ad uno degli appuntamenti più amati dei palinsesti nazionali. Sabato 18 ottobre, alle ore 21.00, la nostra città farà bella mostra di se in una puntata di ULISSE – Il piacere della scoperta, programma di approfondimento culturale diretto da Alberto Angela. In particolare, nella terza puntata di Ulisse Angela racconta la storia e la vita delle corti più ricche del Rinascimento fra le quali Ferrara spiccava grazie all’amore per il bello e la lungimiranza della famiglia d’Este.
Grazie alle riprese di Ulisse, chi non conosce la città potrà entrare nelle sale di Palazzo Schifanoia, del Castello estense e il Palazzo Ducale per ripercorrere le mille storie che hanno movimentato la vita di corte, i suoi splendori ma anche i segreti: la triste vicenda della bella Parisina, le rivolte, le guerre, il matrimonio di Isabella e l’arrivo di Lucrezia Borgia. E poi i tarocchi, gli scacchi, le ville dette Delizie disseminate nel circondario, i lussuosi banchetti: “le donne, i cavalier, l’armi, gli amori” cantati da Ludovico Ariosto in quegli anni proprio a Ferrara.
Nelle riprese e nella costruzione delle ambientazioni a Ferrara, la produzione RAI di Ulisse si è affidata alla disponibilità della Provincia e del Comune di Ferrara (che hanno messo a disposizione gli spazi e le preziose sale dei palazzi storici e del Castello) e dell’Ente e delle Contrade del Palio di Ferrara, che hanno messo a disposizione competenze storiche, artistiche, logistiche, attori, figuranti e costumi. Una bella sfida che ha tenuto all’opera più di 50 persone per 6 giorni di preparazione e riprese.
“Lavorare con il gruppo di Angela è stato interessante, stimolante ed emozionante. – ha commentato Alessandro Fortini, presidente dell’ Ente Palio – Abbiamo potuto misurare le nostre forze in una situazione nuova e impegnativa, riuscendo in tutta serenità a soddisfare le esigenze dei nostri ospiti e fornendo l’ausilio richiesto al gruppo di produzione, che si è detta soddisfatta del nostro operato. Stiamo lavorando perché questa esperienza non sia un episodio ma possa ripetersi, diventando foriera di nuove opportunità per il Palio e per la città di Ferrara.”

L’UE torna a scuola – parte l’iniziativa della Commissione Europea per portare 250 funzionari UE tra i banchi delle loro scuole d’origine

da: Liceo Classico Statale Ludovico Ariosto Ferrara

Il Liceo “L. Ariosto” accoglie il Dott. Alessandro Marcigliano

Dal 13 al 24 ottobre 2014 si svolgerà per la prima volta in Italia l’iniziativa della Commissione europea “L’UE torna a scuola”, che dà la possibilità a circa 250 funzionari delle istituzioni europee di tornare tra i banchi delle scuole d’origine in
tutta l’Italia per incontrare studenti e insegnanti e parlare d’Europa.
L’iniziativa “L’UE torna a scuola”, ideata e organizzata nell’ambito del Semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea, darà ai giovani delle scuole italiane la possibilità di conoscere da vicino le istituzioni europee, i loro compiti e le loro attività, incontrando i funzionari europei, che, per un giorno, diventeranno il “volto” dell’Europa e, nello stesso tempo, anche quello della loro rispettiva scuola di provenienza.
Dal 13 al 24 ottobre saranno circa 250 i funzionari italiani delle istituzioni europee che torneranno per un giorno nella scuola dove hanno studiato, per dialogare con gli studenti, illustrare le attività dell’UE attraverso documenti audiovisivi, rispondere a domande e curiosità, proporre giochi e quiz, coinvolgere gli studenti edi loro docenti, illustrare agli studenti il percorso che li ha portati a lavorare nelle istituzioni europee. Tra i temi centrali degli incontri: il funzionamento delle istituzioni UE, le principali politiche europee, le opportunità per i giovani e, in particolare, possibilità di studio e di lavoro all’estero. Nell’ambito di questa iniziativa il Dott. Alessandro Marcigliano interverrà al Liceo “Ariosto” nella giornata di venerdì 17 ottobre incontrando numerose classi quarte e quinte in due momenti successivi, al mattino dalle 11.15 alle 13.10 e al pomeriggio dalle ore 14.00 alle 17.00 nell’atrio Bassani.

LA RIFLESSIONE
Il pollo di Trilussa e altri complotti

Credo di non sbagliare se affermo che le nozioni di statistica in possesso della stragrande maggioranza degli italiani non vadano oltre l’acuta osservazione del grande poeta romanesco: se tu mangi un pollo ed io no, in termini statistici possiamo affermare che abbiamo mangiato mezzo pollo a testa, anche se a me, per esempio, il pollo non piace proprio. Detta così è la sacrosanta denuncia di un imbroglio, spesso tentato per turlupinare chi ha di meno e convincerlo di essere parte di un mondo di cui invece al massimo può percepire solo vaghi e distanti bagliori. D’altra parte la media aritmetica (tanti polli diviso tante persone) è il solo modo, necessariamente approssimativo, per esprimere con un unico numero la sintesi di una realtà molto più complessa. Se devo stabilire se in Italia si consumino più o meno polli pro capite che in Germania il consumo medio è probabilmente lo strumento più adeguato. Il problema quindi non è il numero, ma l’uso che se ne fa.
Per avere un’immagine più completa e realistica ho però bisogno di possedere altre informazioni. Se associo al consumo di polli il reddito delle persone, svelo immediatamente ogni possibile imbroglio, perché risulterà chiaro che il consumo è funzione della condizione economica; solo che al posto di un unico numero ne avrò una serie di lunghezza uguale al numero di classi di reddito considerate. Volendo poi tenere conto di un altro fattore, per capire ad esempio nelle diverse fasce di reddito come varia il consumo con al variare dell’età delle persone, il numero di dati che devo calcolare aumenta. Non basta più un elenco di numeri, ma serve una tabella, ad esempio con le classi di reddito sulle righe e quelle di età sulle colonne, che contiene N X M valori (dove N indica il numero delle classi di reddito e M quello delle classi di età. Volessi aggiungere un altro parametro, ad esempio il sesso, avrei bisogno di un’ulteriore dimensione, ottenendo così una specie di cubo e così via. Superate le tre dimensioni gli esempi geometrici risultano ostici, ma si può andare avanti a piacimento.
In sostanza, più la mia conoscenza della realtà vuole essere precisa, tanto più grande è il numero di dati che mi occorrono per rappresentarla. Non c’è niente da fare. Si consiglia pertanto di diffidare a priori di chiunque cerchi di convincerci di qualsiasi cosa relativa a fenomeni di un certa complessità esclusivamente esibendo quattro numeri.
C’è poi un altro problema, sul quale nemmeno Trilussa ci può aiutare: come si fa infatti a procurarsi tutti i dati che servono? Per alcuni, tipo quelli anagrafici ed economici, è relativamente semplice perché esistono organismi pubblici, nazionali ed europei come ad esempio l’Istat o Eurostat, che hanno il compito di calcolarli con una certa periodicità. La loro natura pubblica rappresenta, fino a prova contraria, un indice di affidabilità in quanto ad accuratezza ed assenza di forzature. Occorrerà semmai approfondire bene il significato preciso di ciascun dato, che spesso è riconducibile a definizioni standard a volte di difficile comprensione per i non specialisti. Il rischio altrimenti è quello di usare dei numeri corretti che però descrivono un fenomeno in parte diverso da quello a cui si è interessati. Volendo essere pignoli, ma a volte è necessario, bisognerebbe sempre cercare di capire con quali metodologie sono stati calcolati e partendo da quali fonti primarie.
Se le informazioni che servono non sono state calcolate da nessun ente affidabile bisogna procurarsele in qualche altro modo. Il metodo più semplice è quello di chiedere l’informazione desiderata a tutti diretti interessati; portando così a termine un’indagine di tipo esaustivo. La cosa, come si può ben immaginare, funziona solo se il numero di persone coinvolte è piccolo e se il richiedente ha, per qualsiasi motivo, buone probabilità di ricevere una risposta. In tutti gli altri casi questo metodo risulta impraticabile.
Esistono a tale proposito due tipi di approcci, il primo prevede l’utilizzo di metodi a campione e l’altro, disponibile solo da pochissimo, consente di ricavare le informazioni desiderate, rigorosamente in forma anonima, dai dati raccolti per altri scopi da soggetti quali, ad esempio, gli operatori telefonici, i gestori di catene della grande distribuzione, le aziende ferroviarie, le compagnie aeree, ecc. Lavorando su grandi moli di dati è a volte possibile ricavare alcune informazioni, che pure non sono direttamente disponibili, in via totalmente induttiva, associandole alla presenza di marcatori caratteristici che sono invece noti. Ovviamente in questo caso la qualità dei dati ottenuti è intrinsecamente più bassa di quella che si avrebbe con una misura diretta. Questi metodi, per poter essere utilizzati in modo lecito, devono lavorare su dati che non siano riconducibili a persone fisiche identificabili: il garante della privacy ha il compito di vigilare su questo delicatissimo aspetto.
Sui campioni ci sarebbe tantissimo da dire. Basti solo osservare che la definizione stessa di campione è al limite contraddittoria. Un campione è infatti “buono” se è rappresentativo di una determinata realtà e consente perciò di misurarne indirettamente qualche caratteristica sconosciuta. E’ evidente che questa rappresentatività non può essere direttamente verificata a priori: se lo fosse conoscerei infatti anche la caratteristica che mi interessa. A definire campioni che siano ragionevolmente utilizzabili si arriva perciò attraverso qualche calcolo statistico che aiuta a capirne la dimensione minima e, soprattutto, molta esperienza specifica. Naturalmente, dato che la bontà effettiva di un campione, che vuol dire in pratica verificare che la caratteristica che mi interessa misurare sia legata nel modo ipotizzato alle altre note che sono state utilizzate per la sua composizione, può essere accertata solo a posteriori, spesso capita che in presenza di importanti cambiamenti di ordine sociale, fatti eclatanti che abbiano inciso sulle convinzioni consolidate delle persone, ecc., le regole fin lì utilizzate per il suo confezionamento risultino essere sbagliate. Il tormentone di ogni elezione fra previsioni, exit poll e proiezioni ne è la prova inconfutabile.
Anche qui, di conseguenza, meglio diffidare di chi si presenta armato da sfilze di cifre sostenute da pochi e confusi (o troppo semplificati) ragionamenti. I dati sono utili solo se si possiede una sufficiente conoscenza di un argomento, che consenta di comprenderne il significato.
Al termine di questo elenco di considerazioni senz’altro banali per molti un piccolo aneddoto. L’altro giorno, 13 ottobre 2014, due dei quattro computer fissi che ho a casa hanno smesso di funzionare quasi in contemporanea: uno si è bloccato, senza volerne sapere di ripartire, l’altro rifiutava di accendersi, nonostante funzionasse benissimo fino a qualche giorno prima. La probabilità di un evento del genere, uguale al prodotto delle probabilità di guasto di ogni singolo computer (diciamo una volta ogni 2 anni), è talmente bassa da far pensare ad un’azione intenzionale da parte di qualcuno che mi vuole male (cioè ad un complotto), agli effetti collaterali dell’attività di un potere forte che se ne frega dei danni provocati (una sovratensione nella rete elettrica Enel) o ad un segnale sovrannaturale (l’effetto di un fulmine, di quelli con l’indirizzo del destinatario). Dopo le opportune verifiche e riparazioni è risultato che non si trattava di nulla di tutto questo: due banalissimi guasti fra loro del tutto indipendenti. Come a dire: non è vero che a pensar male si indovina sempre. E’ solo una questione di probabilità.

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Lido Estensi: operazione “Birdlime”, condannati i tre imputati. Volevano catturare uccelli selvatici con la tecnica del vischio, ma sono rimasti scoperti dalla Polizia provinciale

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

“Volevano catturare uccelli selvatici con la tecnica del vischio, ma sono rimasti invischiati dalla Polizia Provinciale”.
Titolavano così i giornali nel dicembre del 2012, quando si concluse l’Operazione “Birdlime” della Polizia provinciale.
Operazione conclusa con la denuncia alla Procura della Repubblica di Ferrara di tre persone, provenienti dal Veneto, per i reati di esercizio della caccia nei parchi naturali regionali, cattura di fringillidi in numero superiore a cinque, esercizio della caccia con mezzi vietati, ossia il vischio e con richiamo acustico a funzionamento elettromagnetico, in un ambito protetto quale è il Parco del Delta del Po.
Gli agenti in pattuglia al Lido degli Estensi, avevano notato tre uomini aggirarsi tra le dune, spargendo a terra del mangime.
Nascosti fra le dune, gli uomini in divisa della Polizia provinciale rinvenivano un richiamo acustico elettromagnetico (il cui utilizzo è vietato dalle norme in materia di caccia), del vischio, del diluente per eliminare residui di colla, del mangime e numerosissimi bastoncini di legno intrisi di vischio.
In una gabbietta erano stati ritrovati anche 15 cardellini, piccoli uccelli dal piumaggio colorato appartenente alla famiglia dei Fringillidi.
Le tre persone sono state indagate, in concorso fra loro, per i cinque reati.
Il Tribunale di Ferrara ha ora condannato con la pena detentiva – sostituita con la libertà controllata per due mesi -, oltre a 600 euro per ognuno dei tre imputati e l’ordine di distruzione di tutto il materiale sequestrato, poiché la restituzione potrebbe agevolare la commissione di ulteriori reati.
“Ringrazio i colleghi – dichiara il comandante della polizia provinciale, Claudio Castagnoli – per l’impegno nella difesa del rispetto delle regole e nella tutela degli animali, specie se catturati illegalmente con tecniche barbare come quelle rinvenute”.

Le foto migliori del contest #Comacchioflashmob: la collaborazione tra gli Instagramers Ferrara ed Ascom Confcommercio

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

359 scatti pervenuti dal 7 al 27 settembre e “postati” su Instagram il noto Social Network tutto dedicato al mondo della fotografia: si è concluso il contest promosso da Instagramers Ferrara in collaborazione con Ascom Ferrara dal titolo L’estate sta arrivando#comacchioflashmob. Un progetto nato per dare visibilità mediatica ad un territorio – Comacchio, i suoi Sette Lidi, il Parco del Delta del Po – che merita una concreta valorizzazione anche a seguito di una stagione balneare complessa per la crisi economica ed acuita da un persistente maltempo.
“Il contest è stata un’ iniziativa – ricorda Gianfranco Vitali, presidente di Ascom Comacchio – per mettere in giusta luce, Comacchio ed il suo brand e dunque la costa ed il Parco del Delta, In definitiva abbiamo lavorato sull’allungamento della stagione balneare con eventi, iniziative inserite all’interno di una newsletter mirata dedicata agli imprenditori per darne ampia diffusione”.
“”#comacchioflashmob è stato uno strumento innovativo per raggiungere un platea di utenti senza confini che ha nel web sempre più il suo riferimento. La collaborazione con gli Instagramers di Ferrara ha dato risultati davvero eccellenti – commenta Davide Urban direttore generale Ascom Ferrara- altissimo il livello delle foto pervenute che hanno saputo rendere la magia di scorci e paesaggi di un ricchezza ambientale e paesaggistica a pochi decine di chilometri da Ferrara che deve trovare una sempre maggiore promo-valorizzazione turistica come parte integrante del sistema territoriale provinciale di Ferrara”.
Tre gli scatti che verranno “premiati” – rigorosamente a pari merito con la visibilità mediatica su Instagram e sulla stampa : si tratta di @lauragarbi – Laura Garbi per lo scatto Pescherecci e gabbiani a Porto Garibaldi; @filippo_cavallini – Filippo Cavallini con “Aquiloni a Lido di Pomposa” ed infine @gabrielecazzola5 – Gabriele Cazzola per la foto “Il Ponte degli Sbirri presso Palazzo Bellini a Comacchio”.

“Abbiamo attivato una bella collaborazione con Ascom – conclude Barbara Lunghi degli Instagramers Ferrara – E’ stato durissimo scegliere la terna dei migliori del contest #comacchioflashmob perché il livello era molto alto e questa testimonia da un lato la competenza e la professionalità che si possono esprimere anche senza attrezzature costose ma con un semplice smartphone e la grande passione al nostro territorio ed alla sua ricchezza che traspare da questi scatti”

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Sabato 18 ottobre anche Ferrara sarà presente nella terza puntata del programma “Ulisse” su Rai Tre

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Nella terza puntata di Ulisse, il piacere della scoperta (sabato 18 ottobre su Rai Tre), Alberto Angela ci racconterà la storia e la vita delle corti più ricche del Rinascimento.
Un periodo storico considerato l’inizio della modernità, che vide il suo apice nel ‘500 rappresentando una rivoluzione culturale della vita quotidiana, dell’arte, delle idee e dei costumi del nostro paese.
Entreremo nei luoghi in cui hanno vissuto gli uomini potenti dell’epoca: le corti di Mantova e di Ferrara: eleganti, sfarzose, a volte immorali ma soprattutto ricche, al punto da poter finanziare una fioritura delle arti con pittori, scultori, poeti come Michelangelo, Leonardo, Giulio Romano, Ariosto e Tasso.

Corti non molto grandi, se confrontate con Milano, Firenze o Venezia, che ci permettono di capire le dinamiche di una corte dell’epoca, le alleanze, i contratti di matrimonio, le rivalità, le crudeltà esterne ed interne alla stessa famiglia.
Gli Estensi a Ferrara, i Gonzaga a Mantova: due famiglie imparentate fra loro che hanno gareggiato per prestigio non militare, ma culturale e artistico.

A Ferrara, tra il Castello di San Michele, il Palazzo Ducale e gli splendidi affreschi di Palazzo Schifanoia, ripercorreremo le mille storie che hanno movimentato la vita di corte, i suoi splendori ma anche i segreti: la triste vicenda della Parisina, le rivolte, le guerre, il matrimonio di Isabella e l’arrivo di Lucrezia Borgia. E poi i tarocchi, gli scacchi, le ville dette Delizie disseminate nel circondario, i lussuosi banchetti: “le donne, i cavalier, l’armi, gli amori” cantati da Ludovico Ariosto in quegli anni proprio a Ferrara.

Da Ferrara a Mantova, sulle orme di Isabella d’ Este sposata a Francesco II Gonzaga e reggente di Federico II, primo duca di Mantova: con lei scopriremo la città circondata dalle acque del Mincio. Con il suo sguardo ammireremo i puttini affacciati dal balcone sul soffitto della Camera degli Sposi affrescata da Andrea Mantegna.
E poi Palazzo Te, l’edificio destinato all”onesto ozio”, con la grandiosa e terribile Stanza dei Giganti di Giulio Romano.
Per entrare meglio nella Storia di quegli anni Ulisse ricostruisce il sontuoso arrivo del sovrano Carlo V a Mantova nel 1530, la visita al Palazzo e la vista degli affreschi della Sala di “Amore e Psiche” e della “Sala dei Cavalli”, il Salone delle feste e dei balli per gli ospiti di Federico Gonzaga.
Ultima tappa del viaggio di Alberto Angela la piccola città di Sabbioneta, splendido sogno in pietra dell’esponente di un ramo cadetto della famiglia Gonzaga: Vespasiano. Una città ideale, a misura d’uomo, nata con un progetto preciso, basato sulla cultura e sulla bellezza.

Comacchio e Argenta si sfidano davanti alle telecamere di “Sereno Variabile”

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Sabato 18 ottobre i due comuni ferraresi saranno protagonisti della puntata del celebre programma di viaggi e turismo condotto da Osvaldo Bevilacqua

Ancora una volta le telecamere di “Sereno Variabile” saranno presenti nella nostra provincia, a dimostrazione di un connubio ormai consolidato con il nostro territorio, che già aveva ospitato la troupe televisiva nel febbraio e nel settembre dello scorso anno.
Sabato 18 ottobre la puntata del celebre e longevo programma di viaggi e turismo di raidue condotto da Osvaldo Bevilacqua, sarà incentrata sui comuni di Comacchio e Argenta, che saranno protagonisti di una singolare sfida
in cui dovranno mettere in mostra le proprie eccellenze e proporre il meglio delle proprie offerte turistiche. Cultura, enogastronomia, tradizioni, eventi, natura, sport: questi e molti altri i temi che verranno trattati e rispetto ai quali i due comuni dovranno “giocare” le proprie carte migliori.
Vista anche la concomitante sagra, Comacchio punterà sulla tradizione gastronomica legata all’anguilla, sulle escursioni a bordo delle tipiche imbarcazioni locali e sulla bellezza dei fenicotteri; di contro Argenta opporrà la bellezza naturalistica delle sue Valli, i suoi Musei (Museo delle Valli, Museo della Bonifica e Museo dell’Oasi di Campotto) e le attività di dog therapy dell’associazione “ChiaraMilla”. Nel corso della puntata Bevilacqua sarà accompagnato da tre persone della zona che seguiranno i set e che daranno la loro amichevole valutazione sulle proposte presentate, decretando così il vincitore della sfida. Le telecamere della rai saranno presenti sul territorio fino a mercoledì prossimo mentre le riprese della puntata verranno effettuate nel weekend, prima della messa in onda prevista come detto per il pomeriggio di sabato 18 ottobre.

Dalla Saba all’Aceto Balsamico

da: Non Solo Saba

Percorso enogastronomico alla riscoperta della Saba fino all’Aceto Balsamico.

Saba, Savòr, Sabadoni e Sugali, sono le 4 “S” che addolcivano gli inverni dell’Emilia Romagna di un tempo. Sapori tipici dell’alimentazione contadina, e qualche volta nobilitati dalla grande cucina, come il caso della Saba, che già alla Corte Estense veniva utilizzata dal Messisbugo come pure da Bartolomeo Scappi, cuoco del papa Pio IV; fino a Pellegrino Artusi che la indica come uno sciroppo d’uva che può servire a diversi usi. Da parte della regione Emilia Romagna è stata richiesta l’indicazione geografica protetta – Saba dell’Emilia Romagna.

Questo evento vuole tracciare un percorso ideale di evoluzione del prodotto, dai sughi Saba, Savor, fino all’aceto balsamico, con la presenza di produttori agricoli che metteranno in degustazione e vendita i suddetti prodotti, nonchè i prodotti di stagione. L’evento ospiterà le acetaie del territorio emiliano-romagnolo.

E’ previsto un importante momento di ristorazione nelle due giornate attraverso la riscoperta di ricette tradizionali e innovative, che prevedano l’uso della Saba e dell’Aceto Balsamico.

L’evento metterà in contatto il pubblico con le acetaie, che daranno consigli su come meglio consumare il prodotto attraverso gli abbinamenti, nonchè la storia e il percorso di produzione.

Ideato da Adelaide Vicentini, in collaborazione con Contrada Rione San Paolo.

LA STORIA
Il magazzino della memoria

“Siamo partiti in un giorno di pioggia, cacciati via dalla nostra terra, che un tempo si chiamava Italia e uscì sconfitta dalla guerra, hanno scambiato le nostre radici, con un futuro di scarpe strette e mi ricordo faceva freddo, l’inverno del ’47 “. Queste sono le prime strofe del brano “Magazzino 18” di Simone Cristicchi, che dà il titolo anche allo spettacolo teatrale attualmente in scena nei teatri Italiani e istriani.

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Le tappe del tour che terminerà nell’aprile 2015

Il 4 ottobre il musical-civile scritto da Simone Cristicchi e da Jan Bernas, con la direzione del Maestro Valter Savilotti della Fvg Mitteleuropa orchestra e la regia di Antonio Calenda, ha iniziato la sua seconda stagione, che terminerà ad aprile 2015 al Teatro Biondo di Palermo. In Emilia Romagna lo spettacolo sarà rappresentato il 14 novembre al Teatro Masini di Faenza, il 15 novembre a Bellaria (RN) al Teatro Astra, il 16 novembre al Teatro della Rocca a Novellara (RE), il 6 febbraio a Cento (FE) all’Auditorium C. Govoni e dal 19 al 22 marzo all’Arena del Sole di Bologna. Dato il successo, vengono aggiunte continuamente nuove date.

Il musical, così come la canzone, trae spunto da quello che è diventato un luogo simbolo di quell’esodo: il magazzino numero 18 del Porto Vecchio di Trieste, dove furono stoccate le masserizie dagli esuli, che abbandonarono le terre cedute nel 1947. Questo luogo diventò così un enorme catasta di masserizie, con una miriade di oggetti suddivisi per tipologia, classificati con nomi e numeri, che testimoniano ancora oggi la tragedia di un popolo sradicato dalla propria terra. Tavoli, sedie, armadi, specchiere, cassapanche, attrezzi da lavoro, ritratti, giochi, fotografie in bianco e nero, quaderni e libri di scuola, oramai sono dimenticati e pieni di polvere.
Furono circa 250.000 le persone che dopo la firma del trattato di pace di Parigi del 1947 e il memorandum di Londra del 1954, abbandonarono tutti i loro beni e imballarono le poche cose, che riuscirono a portare via, preferendo andare verso l’Italia.

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L’esterno del magazzino 18 a Trieste

La struggente canzone di Simone Cristicchi tocca corde molto sensibili per chi ha vissuto questo dramma. Bisogna inoltre riconoscergli il merito di essere riuscito a coinvolgere l’opinione pubblica. Il testo della canzone, apparentemente semplice nella sua espressione, supera l’argomento specifico, proiettando chi lo ascolta in una situazione che potrebbe essere benissimo riportata ai giorni nostri. Magazzino 18 è un luogo della memoria, che si è dimenticato, dove però possiamo inoltraci idealmente per cercare le nostre radici e soprattutto per evitare che drammi simili si ripetano ancora: “… sono venuto a cercare mio padre, in una specie di cimitero, tra masserizie abbandonate e mille facce in bianco e nero, tracce di gente spazzata via, da un uragano del destino, quel che rimane di un esodo, ora riposa in questo magazzino”.

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Cristicchi all’interno del Magazzino 18 di Trieste

Gli oggetti hanno sempre un forte potere evocativo, portano i segni di chi li ha posseduti e utilizzati. Cristicchi ha spiegato che nel momento in cui è entrato in quel deposito, che contiene ben duemila metri cubi di masserizie, ha percepito la grandezza di quella storia e si è stupito di come non fosse conosciuta in Italia. Quando ne è uscito, ha sentito come se quei mobili gli avessero parlato. In quell’occasione gli fu regalata una sedia e sotto la seduta c’era ancora ben leggibile il nome del proprietario. Da quel momento ha iniziato la ricerca sull’esodo insieme a Jan Bernas, con cui ha scritto il musical, dopo aver letto numerosi testi ed avere parlato con tanti esuli e residenti istriani. Dal 1947 in poi, le famiglie in fuga dalle terre cedute alla Jugoslavia lasciarono le loro cose in deposito, con l’idea di venire a riprenderle, una volta ricostruita la propria esistenza. Molte persone sono ritornate a riprendersi ciò che era loro, molte altre invece non si sono fatte più vive. Fino al 1978 al Porto Vecchio c’era ancora un ufficio distaccato della Prefettura che attendeva il ritorno dei legittimi proprietari. Dal 1988 tutti questi beni sono affidati all’Irci, l’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata. Una parte del contenuto del magazzino sarà destinato al nuovo Museo dell’Irci, mentre per il restante materiale deve ancora essere presa una decisione. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un simbolo di un “tempo bloccato”.

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Il cantautore italiano Simone Cristicchi

In questi giorni su Facebook l’artista romano è impegnato perché la ripresa televisiva di “Magazzino 18” venga riproposta su Rai 1 nel giorno della memoria, il 10 febbraio 2015, in prima serata e non a tarda notte come è accaduto quest’anno.
Il brano di Simone Cristicchi fa parte del suo recente disco intitolato “Album di famiglia”, di cui vi consigliamo anche la canzone “Cigarettes”, che nel finale propone un breve recitato di Nino Frassica. Si tratta di un brano molto attuale, forse anche qualcosa di più: “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri… molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina, ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti…”. Questo testo che risale al 1912 è tratto da una relazione dell’Ispettorato del congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati uniti d’America.

LA PROVOCAZIONE
Cercasi Balzac disperatamente

Balzac! Cercasi un Balzac disperatamente per raccontare le dinasty del nostro tempo. Con un profluvio di figli nati da diverse mogli e fidanzate e conseguenti crolli in Borsa, posizionamenti strategici in ad mentre la torta sembra non corrispondere all’appetito dei convitati. Ultimo straordinario racconto quello del proprietario di Luxardo Luxottica tra le poche industrie solide del nostro Paese. Qui si compiono saghe e tragedie (poco greche) con bi-matrimoni: il tempo di sposarsi poi di divorziare, fare figli con altre/altri indi risposare la signora che a sua volta ritorna onusta di prole. E tutti devono entrare in ditta: cuore di mamma e di papà. Peccato che l’imparzialità dimostrata da Del Vecchio nel distribuire per sei il patrimonio in parti uguali –ma, per carità! che i pargoli stiano lontani dalla ditta- s’incrina poi con le ambizioni di mamma a cui spetta la “legittima”.

Crolla il titolo in Borsa poiché sembra che gli investitori amino poco le aziende familiari come ben ha dimostrato il torvo Marchionne, ormai indissolubilmente legato per l’immagine a Crozza, nell’operazione Fiat che non c’è più e nel conseguente titolo Fca (honny soit qui mal y pense!) Fiat Chrysler Automobiles, siglato con viso d’angelo da Elkann che suona la campanella. Un immaginario assai folto di pretendenti al trono. La saga di B. aveva aperto la strada tra alcuni figli destinati a proseguire l’operato politico del babbo, altri a lavorare col Milan e altri ancora apparentemente renitenti a ruoli prestabiliti. Invano Dante blaterava a suo tempo quanto fosse stolido obbligare i figli a seguir le orme dei padri. Ma si sa Lui era menagramo e invidioso delle fortune altrui.
Così al povero Renzi ancora una volta viene imputata la colpa d’aver tentato il bravo ad della Luxardo Luxottica per affiliarlo al suo partito.

Ciò che mi preme sottolineare non è tanto il riflesso etico provocato da un serial talmente avvincente da far impallidire la perfida Alexis di “Dallas” (come eravamo ingenui ai nostri tempi nel dividere così drasticamente il bene dal male. Ormai lo fa solo “Un posto al sole”) quanto la perversione giornalistica che s’impadronisce dell’argomento e gli dedica lo stesso spazio dell’emergenza di Genova proponendo un involontario parallelo tra “angeli del fango” un appellativo sbagliatissimo per queste persone. Che angeli! Uomini e donne che sanno di sudore e di fatica e che propongono appunto l’immagine della meglio gioventù (che sa rispondere con dignità al genovese G.) e la jeunesse dorée forse anch’essa inconsapevole di un destino.

Così l’urgenza di uno scrittore che potesse robustamente raccontare queste vicende ( se proprio andasse male al posto di Balzac andrebbe bene Zola) si trasforma in un quesito etico che sembra ulteriormente soffocato dal delirio della parola ormai dissociata dalle cose: religiosi che fanno paragoni tra scelte di vita e l’Ebola, Un G. che scuotendo la canuta chioma nel solenne spazio di un luogo sacro per le memorie promette sfracelli e rivoluzioni a ogni piè sospinto e invita d andare a spalare il fango non solo a Genova ma anche nei palazzi del potere. Vladimir Luxuria che va a cena da B.( tartufi e chiacchere politiche) e che per far la spiritosa umilia il movimento dei diritti civili dichiarando che il signore di Arcore dopo tante donne fa bene interessarsi ai problemi dei gay. O all’esternazione di non so quale patron messo ai vertici sportivi che parla di scimmie e di banane a proposito di giocatori “negri”.
Ma che ne sanno tutti costoro ma anche i loro narratori di cosa sia la potenza della parola che resterà quando di loro nessuno si ricorderà più?

Il più grande eversore della lingua e della narrativa italiane l’immortale Carlo Emilio Gadda ce l’aveva col Foscolo e con tutta la retorica patriottarda che l’uso ossessivo della sua poesia era servita fino alla Grande Guerra a esaltare la figura dell’eroe ( e cosa non sono ora i personaggi qui descritti se non gli eroi del nostro tempo?) Scrisse perciò un pamphlet che venne recitato alla radio nel 1959. Memorabile così come memorabili i commenti alle poesie foscoliane. Uno per tutti Riferendosi ai versi del poemetto “Le Grazie” e all’invito che vi si rivolge a Canova di entrare nel tempio eretto per custodirvi quelle dee così scrive: “L’inizio è una sciarada “Entra e ad-ora”: che bel verso! Ma chi entra nel tempio dove è il gruppo in marmo di queste tre femmine abbracciate “ed ad-ora” cioè s’inginocchia a mani giunte, si trova con la faccia adorante all’altezza del culo delle Grazie”.

Così come il matto sull’albero nell’”Amarcord” felliniano che urla “Voglio una donna!!!” anch’io urlo “ Voglio dell’etica!!!”

Il brano intonato: Fabrizio De André, Ottocento [clic per ascoltare]

LA DENUNCIA
Avanti e indietro da Cona
con i campioni delle analisi

E se provassimo a darci una mossa, a sentire il dovere ognuno di fare la propria parte?
Perché questo paese seduto non inizia ad alzarsi in piedi? A darsi una scossa, a destarsi?
A noi non serve una spending review, a noi servirebbe una ‘rousing review’. In poche parole la sveglia! Destarsi! Muoversi!
Non passa giorno che non ci si debba stupire per le cose che non vanno e per le quali sarebbe sufficiente un pizzico di buona volontà per migliorarle. Ma nessuno si fa carico, neppure di denunciarle, tanto non è problema suo, e così tutto si trascina nel tempo, diventa consuetudine fino a divenire norma, non scritta, ma ‘norma’.
E siccome telefonando a uffici tipo ‘relazioni con il pubblico’ o chiedendo spiegazioni di persona è come sbattere contro un muro di gomma, non resta che condividere con il maggior numero di persone possibile cosa ti accade, con la speranza che qualcuno si accorga che forse, guarda caso, si potrebbe anche cambiare.
Conoscete il contrassegno per auto che facilità la mobilità dei portatori di handicap? Ebbene che non vi capiti di smarrirlo o che addirittura ve lo rubino, perché c’è anche chi fa questo.
Nella sfortunata ipotesi che tutto ciò vi accada e siate costretti a chiederne un duplicato, non è che ve lo consegnano subito, avendo già tutti i dati necessari alla pratica, visto che almeno una volta ve lo hanno rilasciato. No, dovrete attendere almeno un mese. E nel frattempo? Peggio per voi, non potrete usare l’auto, come se in quel mese la vostra condizione di disabile fosse sospesa. Incredibile. Quando basterebbe che vi rilasciassero un permesso provvisorio. No. Pare impossibile da fare. Cosa lo impedisca devo confessare che non riesco ancora a comprenderlo. E questo succede a casa nostra, in questa nostra città.
Se poi avete bisogno del laboratorio di Anatomia Patologica per una citologia urinaria su tre campioni, siete costretti a farvi Ferrara-Cona avanti e indietro per ben quattro volte. Perché?
Perché ognuno dei tre campioni va consegnato singolarmente al laboratorio ogni giorno e in fine l’ultima volta per ritirare il referto delle analisi.
Eppure una soluzione molto semplice ci sarebbe. Basterebbe consegnare il tutto all’Asl di via Cassoli, la quale provvederebbe a farli pervenire al laboratorio di Cona. Lo stesso referto delle analisi potrebbe essere ritirato in via Cassoli, facendo risparmiare almeno un viaggio a Cona per questa specifica necessità.
A Padova, che non è all’estero, l’azienda universitaria ospedaliera, né più né meno come la nostra, fornisce appositi contenitori che consentono di consegnare i campioni delle urine una volta sola e tutti insieme.
E siccome tutti ormai abbiamo il fascicolo elettronico, che dovrebbe far risparmiare carta e tempo, il referto delle tue analisi potrebbero caricartelo lì, come la logica vorrebbe. No, nel tuo fascicolo elettronico personale non ce n’è neppure l’ombra, se lo vuoi devi andartelo a prendere a Cona.
Aggiungete a questo che la vostra patologia vi esenta dal pagare il ticket, la prescrizione del vostro medico riporta il vostro codice esenzione. Sarebbe sufficiente presentarlo allo sportello del laboratorio perché tutto sia risolto. No. Troppo logico e normale. Il laboratorio vuole il foglio rilasciato da una delle casse dell’Asl. Così siccome in mano avete solo la prescrizione del medico, siete costretti a farvi la fila per non pagare e per sentirvi dire che al laboratorio dovrebbe essere sufficiente la sola prescrizione medica. Ma evidentemente tra amministrazione e operatori non corre una buona comunicazione, infatti tutte le volte è la stessa storia.
Perché tutto questo? Insipienza? Indolenza? Tram tram? Incompetenza?
Noi siamo il paese dove l’uso dei ‘digital device’ è per molti ancora un arcano, dove l’uso della carta si moltiplica insieme alla burocrazia. Dove spesso e volentieri è l’utente al servizio dell’azienda pubblica e non viceversa, dove lavoro e tempo si sprecano nelle attese estenuanti di appuntamenti ad orario regolarmente elastico, dove lo spirito di coda si stempera nell’aritmetica del tagliando con il numero del tuo turno. Forse mettere mano a queste tante piccole cose quotidiane, varrebbe più di qualunque spending review, di qualunque taglio alla spesa pubblica.
Molto probabilmente da tagliare c’è tanta nostra disorganizzazione, tanto nostro lasciar correre le cose così come sono, all’italiana, ma anche alla ferrarese.

I disturbi alimentari: uno specchio dei nostri tempi

I disturbi alimentari (anoressia, bulimia e obesità) sono in aumento e il loro esordio si è abbassato anche a fasce di età molto piccole. Per questo si rende indispensabile un lavoro di prevenzione e sensibilizzazione soprattutto nelle scuole.
La psicoanalisi legge l’anoressia e la bulimia come patologie dell’amore e non dell’appetito, come malattie del cuore e non dello stomaco. Sono solitamente il segno di una separazione difficile dalla famiglia di origine. La posizione di rifiuto del cibo mira ad introdurre una separazione dall’incollamento all’altro. Vi è una continua oscillazione tra desiderio di essere autonomi e paura dell’abbandono. Il vomito stesso, quando presente, ha il significato di introdurre uno iato tra sé e l’altro, unico spazio a volte in cui il soggetto riesce a “dire la sua”.
I disturbi alimentari rappresentano una sofferenza che disorienta: sono patologie che coinvolgono tutto l’ambiente familiare e sviluppano una costellazione emotiva complessa e contraddittoria. Figli che o non dicono nulla o dicono tutto, genitori che esprimono nei confronti dei figli sentimenti contrastanti e ambivalenti.
È evidente il potere del rifiuto che costringe i genitori a ruotare attorno al sintomo generando in realtà in questo modo l’effetto opposto. Come afferma Lasegue nel 1873: “L’eccesso di insistenza provoca un eccesso di resistenza. Una sola concessione li farebbe passare dallo stato di malati a quello di bambini capricciosi”.
Un genitore in preda all’angoscia parla così della figlia malata: “Non so più come comportarmi, le parole del medico non hanno avuto alcun effetto su di lei, ma su di me sono state tremende”. La comparsa di tali sintomi produce nella famiglia una sorta di anestesia inizialmente, nel senso che può accadere che nessuno dei componenti della famiglia si accorga del dimagrimento eccessivo della figlia o del figlio, che sono comunque abili a nascondere la magrezza via via raggiunta sotto abiti sempre più larghi.
L’anoressica – bulimica chiama in causa non tanto l’altro della domanda, ma l’altro del desiderio, cioè è come se dicesse all’altro: “Dammi quello che sei a partire da ciò che io sono per te”. Il soggetto fa di sé una mancanza per essere per l’altro una presenza. Scarnifica il proprio corpo per scavare una presenza nell’altro e testare così il segno d’amore nell’altro, ovvero verificare quanto l’altro sia disposto a perderlo.
Occorre evitare che il sintomo diventi il fulcro della politica familiare, il detentore del potere. I disagi alimentari sono segno di una comunicazione interrotta, di un non detto, di ciò che il soggetto non ha potuto o non è riuscito a dire. Una madre dice in terapia:”Mia figlia è un muro, fa quello che vuole, non rende più conto di niente a nessuno protetta dall’immunità della sua malattia che mette tutti noi a tacere”. Padre e madre temono sempre di sbagliare e sono perennemente alla ricerca di una causa. In realtà non c’è mai un’unica causa, ma una serie di condizioni concorrono a produrre tali disagi, disagi che sono profondi e di cui il copro si fa teatro.
L’anoressia-bulimia è l’ultima spiaggia, un tentativo disperato di non crollare del tutto nel baratro della depressione. Nella cura solitamente le madri sono più portate a chiedere sull’urgenza, mentre i padri sono più lenti nel prendere posizione davanti al terapeuta, più dubbiosi e hanno l’esigenza di razionalizzare. I fratelli se presenti vanno accolti, perché spesso soffrono in silenzio, per paura di occupare un proprio spazio.
Non c’è mai una risposta universale alle domande dei genitori, ogni caso è una storia unica e particolare. Va interrogata la posizione del soggetto rispetto alle logiche familiari e va costruito un percorso di cura su misura del soggetto sofferente.

Chiara Baratelli, psicoanalista e psicoterapeuta, specializzata nella cura dei disturbi alimentari e in sessuologia clinica. Si occupa di problematiche legate all’adolescenza, dei disturbi dell’identità di genere, del rapporto genitori-figli e di difficoltà relazionali. baratellichiara@gmail.com

Berlusconi, Luxuria e il machismo del soldato

Da BERLINO – In questi giorni in cui la transgender Vladimir Luxuria, nota figura televisiva ed esponente della sinistra italiana, fa visita al decaduto e nient’affatto “diversamente eterosessuale” Silvio Berlusconi, triste satiro della ahimè decadente Italia, partecipo alla conferenza non senza sorpresa piuttosto interessante di Shaka McGlotten presso l’Institute for Cultural Inquiry.

Vestito (o meglio vestita) in una giacchetta di pelle che espone il suo corpo muscoloso e tatuato, pesante maquillage e tacchi a spillo, Shaka McGlotten insegna Gender Studies alla prestigiosa Suny, la maggiore università pubblica della East Coast, e con fare gentile illustra la “via del drag queen” come un metodo radicale e certamente non rivolto a tutti per combattere quello che Foucault chiamava il “fascismo in ciascuno di noi” ovvero ciò che si materializza come amore per il Potere – più spesso anche solo il potere (minuscolo se non meschino).

Tra ironia, disincanto e passione civile McGlotten ha analizzato alcune figure di “drag queen” che sfruttano la loro figura e senz’altro la loro presenza scenica per proporre una forma di lotta politica che si incrocia con “live performances” non diversamente da come la scena inglese ospitava la musica Punk come controcultura o, più recentemente, in tutt’altra modalità Borat di Shasha Baron Cohen.

Vanno notate soprattutto due figure attive sulla scena israelo-palestinese che contestano il “machismo” tanto del “soldato oppressore” israeliano quanto quella del “civile resistente” arabo – ciascuno veicoli di una versione stereotipata, rigida e aggressiva di “mascolinità,” di cui chiara rappresentazione sono sia la politica nazionalista di Netanyahu sia il drammatico terrorismo praticato delle varie fazioni arabe.

Da un lato è stata ricordato (o ricordata) Rafaat Hattab di origine araba che in diversi spettacoli teatrali ha attaccato l’omofobia virulenti nella società israeliana presentandosi come “The bride of Palestine” che canta un inno libanese di resistenza sotto la minaccia armata di un uomo con la pistola che poi le spara.

Un’altra importante performance è quella di Liad Hussein Kantorowicz vestito (o vestita) da “domina,” con un certo gusto fetish e para-nazista, che “comanda” un ingenuo e mite cittadino israeliano che cosa e come votare, denunciando quindi l’aspetto grottesco della presunta “unica democrazia” del Medio Oriente, non certo contestandone la democraticità formale bensì esponendone il carattere morbosamente ambiguo, quando, come nota McGlotten, il servizio segreto interno (il famigerato Shin Beth) afferma che difenderà il carattere “ebraico” di Israele “ad ogni costo,” suggerendo così che anche persino la “democrazia” possa venire annoverata tra i possibili “costi.”

Si tratta di una forma di lotta politica che forse non può avere una ricaduta pratica effettiva per la maggior parte della popolazione civile ma di cui andrebbe colto e apprezzato il
carattere irrisorio, irriverente e anticonvenzionale come rimedio, magari solo temporaneo, per una vita politica, specialmente quella italiana, che non galleggia più semplicemente sull’ipocrisia ma se ne nutre.

IMMAGINARIO
Spirito di Marfisa.
La foto di oggi…

Il 16 ottobre 1608 muore Marfisa d’Este. Figlia di Francesco d’Este e della sua amante, dal padre eredita la dimora oggi conosciuta come palazzina Marfisa d’Este. A Ferrara decide di restare anche dopo il 1598, quando il cugino, duca Alfonso II, muore senza eredi legittimi. Il legame con questi luoghi è più forte anche della “devoluzione”: il crollo del Ducato estense che cede il passo al dominio dello Stato Pontificio. E nella palazzina della dama che tanto amava le arti e la cultura, in corso Giovecca 170, ora il Comune organizza mostre e incontri. (Giorgia Mazzotti)

OGGI – IMMAGINARIO PERSONAGGI

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Una figurante della contrada di San Paolo accanto al ritratto di Marfisa nella dimora della dama estense a Ferrara (foto di ANNA MARIA MANTOVANI)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

GERMOGLI
Vizi.
L’aforisma di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

 

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Oscar Wilde

Oscar Wilde è nato il 16 ottobre 1854.

“Il patriottismo è il vizio delle nazioni”. (Oscar Wilde)