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Giorno: 25 Ottobre 2014

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La Senatrice Bertuzzi su Leopolda e CGIL

da: ufficio stampa Partito Democratico Ferrara

Né a Roma né a Firenze, ma qui, in Emilia, a Ferrara, ad incontrare, a discutere, a confrontarmi con la gente, come sempre faccio nei fine settimana. Siamo alla vigilia di un appuntamento elettorale cruciale per la vita non solo politica, ma soprattutto economica e sociale della nostra Regione e ho la sensazione che la quotidiana ribalta degli eventi nazionali lasci questo momento, che è soprattutto locale, molto sotto traccia.
A Ferrara perché non è pensabile non impegnarsi nelle elezioni regionali proprio oggi, in un momento storico, che, si voglia o non si voglia, di forte spinta al cambiamento e, dopo 15 anni di monopresidenza è più che mai importante per trasmettere che quella spinta dovrà attraversare anche le nostre comunità. è doveroso battere via per via, casa per casa, piazza per piazza per far emergere che nel programma del Partito Democratico per l’Emila Romagna c’è consapevolezza che occorre cambiare marcia. Occorre che le parole d’ordine del Governo Renzi siano le stesse del nostro candidato Bonaccini. Non c’e’ nemmeno un minuto da perdere.

Tra la mia gente perché la nostra storia è fatta in mezzo ai cittadini. Noi ci siamo sempre stati, nei momenti in cui si festeggiava come quelli in cui più difficili. Oggi c’è un rinnovato entusiasmo e solo l’entusiasmo può dare l’energia per contrastare populismi e gli egoismi.

La Regione, in un contesto di profonda riforma degli enti locali come quello che stiamo vivendo, avrà un ruolo nuovo e più determinante per i territori. Molte delle funzioni delle province andranno riviste e riorganizzate tra regione e autonomie locali e farà veramente la differenza avere persone capaci, competenti e legate alle comunità.

Per questo, da qui al 23 novembre, nei fine settimana, salvo gli impegni a Roma, sarò impegnata qui.
Stop alle trasferte “nazionali”.

Il PD sul decreto Sblocca Italia

da: ufficio stampa Partito Democratico Ferrara

Il decreto legge Sblocca Italia, approvato dalla Camera giovedì 23 ottobre, insieme a provvedimenti importanti dell’azione di Governo e del Parlamento, continua a contenere su energia, rifiuti e consumo di suolo, alcune scelte opposte e contrarie alla riduzione di impatti su ambiente e clima, pertanto visto che dalla prossima settimana il decreto sarà al Senato, è necessario che l’azione parlamentare continui il suo lavoro di miglioramento.
In particolare i due articoli del disegno di legge, 35 e 38, che sono riferiti alla gestione dei rifiuti e alla ricerca delle risorse energetiche quali petrolio e gas naturali, presentano rilevanti criticità in merito all’accentramento delle decisioni di carattere territoriale, nel senso che le scelte vengono assunte dai Ministeri senza il parere vincolante delle Regioni e degli Enti locali.

La Camera, sull’art 35, ha approvato migliorie rispetto al testo presentato dal Governo tuttavia il lavoro parlamentare dovrà ulteriormente impegnarsi in primo luogo in direzione di una reale diminuzione della produzione dei rifiuti; in secondo luogo per la incentivazione della raccolta differenziata e del riuso dei materiali, piuttosto che puntare sulla distruzione per incenerimento. Analogamente andrà rilanciato un approccio basato sulla pianificazione regionale, su un ruolo efficace della programmazione e su una corretta informazione e consultazione della cittadinanza (vedi l’esempio del RAB a Ferrara).
Se il nostro Paese vorrà veramente assumere un ruolo a livello Europeo, dovrà non solo rispettare le Direttive Europee, ma incentivare la raccolta differenziata dei Rifiuti Urbani, oggi solo al 41% di media nazionale mentre in Europa si registrano livelli del 60%. Risulta ovvia che se questo obiettivo fosse effettivamente perseguito anche in Italia non ci sarebbe la necessità di prevedere nuovi inceneritori mentre quelli esistenti risulterebbero sovradimensionati visto che gli stess,i essendo sistemi rigidi richiedono una portata fissa di rifiuti.
Il modello dell’auto-sufficienza provinciale, perseguito fino a ieri in Emilia-Romagna, ha creato un’ampia dotazione impiantistica per lo smaltimento, sia attraverso discariche che inceneritori, molti dei quali sono stati realizzati o aggiornati negli ultimi 10 anni, tanto che a livello regionale è in corso una radicale trasformazione che vede il passaggio dal modello dell’auto-sufficienza provinciale al bacino regionale, come peraltro indicato dal Piano Generale Regionale dei Rifiuti adottato quest’anno.

L’articolo 38, invece, interviene per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e per le procedure di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, in maniera indistinta e senza alcuna pianificazione preventiva.
L’articolo in questione riporta in capo ai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico il potere decisorio sulle autorizzazioni ambientali e vincola le concessioni in terra a generiche intese con le regioni interessate esautorando di fatto la pianificazione locale e regionale, riducendo i tempi di consultazione e di decisione sui territori. In particolare il nostro sistema territoriale ferrarese, soggetto a fenomeni di subsidenza conclamata e alla necessità di provvedere al sollevamento meccanico delle acque supèrficiali, potrebbe essere messo a dura prova.

Infatti la Pianura Ferrarese è un’area già interessata da fenomeni di subsidenza che generano e acuiscono criticità territoriali, quali allagamenti di aree recentemente bonificate; generano maggiore vulnerabilità nei confronti di fenomeni alluvionali, aumento dei costi di mantenimento delle aree bonificate, abbandono e ricostruzione di manufatti idraulici, danneggiamento di infrastrutture e riduzioni della capacità agricola delle aree coltivate.

Pertanto per le considerazioni suddette, il Partito Democratico Unione Comunale di Ferrara chiede in prima istanza la rimozione degli articoli citati dello Sblocca Italia o in via subordinata una profonda modifica al Senato degli articoli 35 e 38 nel senso di recuperare il coinvolgimento della cittadinanza e il potere decisionale degli Enti Locali e delle Regioni interessate.

La rivoluzione digitale del Comune di Comacchio

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

La diretta streaming delle sedute del Consiglio Comunale ed il servizio di “SMS gratuito” con informazioni di pubblico interesse (eventi, Protezione Civile, sedute consiliari, etc…) due anni fa hanno dato il via a quella che può essere definita una vera e propria rivoluzione telematica per l’Amministrazione Comunale. Anche l’Albo Pretorio Online, parallelamente all’istituzione della sezione dedicata all’Amministrazione Trasparente, è divenuto via via uno strumento interattivo di grande utilità per cittadini e dipendenti, all’interno del quale, tra gli altri atti amministrativi, sono consultabili tutte le delibere di Giunta e di Consiglio Comunale. Per i primi 15 giorni dalla loro adozione le delibere sono raggiungibili nella sezione “In pubblicazione” e, successivamente, in “Archivio.” Chiunque, effettuando una semplice ricerca con il motore di ricerca disponibile nel programma dell’albo pretorio online, può consultare, scaricare, salvare e stampare gli atti amministrativi del Comune di Comacchio, che restano dunque sempre disponibili sul sito comunale. Lo stesso portale dell’Ente ha subìto da un anno a questa parte un profondo rinnovamento nella grafica e nell’archiviazione dei contenuti, rendendo più snella, celere e fruibile la consultazione degli stessi, grazie alla creazione di 3 macro-aree (Il Comune – I servizi – Città e Territorio), di un motore di ricerca adatto a tutte le esigenze e dell’istituzione del nuovissimo servizio REPORT. Nella parte destra della home page del sito comunale, raggiungibile all’indirizzo www.comune.comacchio.fe.it ci si può registrare gratuitamente sia al servizio degli sms, sia a REPORT, il quale consente a cittadini e ai turisti di segnalare disservizi, disagi, situazioni particolari (buche, lampioni guasti, abbandono di rifiuti etc…). Dalla scorsa estate è operativa anche la nuova App comunale, una vera e propria guida turistica virtuale, come l’ha definita Diego Rizzati, il vincitore del concorso di idee, che ingloba tutti gli eventi, i luoghi di interesse presenti sul territorio, oltre alla funzione interattiva per dialogare direttamente con l’amministratore. Non solo, perchè la nuovissima App del Comune di Comacchio, attraverso i social network, consente di postare o condividere contenuti, mentre il CR (code reader) è in grado di interfacciarsi con la nuova segnaletica pedonale turistica, installata recentemente in centro storico. Per chi non l’avesse ancora scaricata, può effettuare GRATUITAMENTE il download (tramite App store e Google Play su http://www.icomacchio.it/) della app, ricchissima di informazioni, itinerari, eventi, manifestazioni, sagre, fiere, mercati e segnalazioni su sconti applicati dai commercianti. Da meno di un mese è disponibile, SEMPRE GRATUITAMENTE, il servizio WI-FI in centro storico (sino ad un massimo di due ore di connessione al giorno). Grazie alla collaborazione con Delta Web s.p.a., una volta avviata la ricerca della rete wi-fi direttamente dal proprio smartphone, tablet o p.c., si avvia un sistema di autenticazione, che consente l’iscrizione gratuita al servizio, previo invio del proprio numero di cellulare con sms. Una volta seguita la procedura guidata, arriverà un sms contenente USERNAME E PASSWORD, per cominciare a navigare. Il servizio, completamente gratuito, è disponibile in diversi punti del centro storico. Si ricorda infine che sino al 18 novembre prossimo si può partecipare alla stesura del quadro conoscitivo del nuovo P.S.C., inserendo segnalazioni, suggerimenti e proposte nella MAPPA INTERATTIVA, raggiungibile attraverso il banner pubblicato nella home page del sito comunale, raggiungibile al seguente indirizzo web: http://www.psccomacchio.it/ltic_mappa.php
L’iniziativa fa parte del progetto “Le tue idee al centro”, coordinato dall’Architetto Alessandra Marin dell’Università di Trieste, che ha beneficiato di un apposito finanziamento regionale, ai sensi della L. 3/2010.

L’INTERVISTA
Il Made in Italy nel Cinquecento,
svelato dalla ferrarese Federica Veratelli

Il Made in Italy non è cosa dei nostri giorni. Al contrario, il prestigio di cui gode oggi, ha radici ben più antiche delle case di moda e design che oggi affollano i mercati internazionali.
Le produzioni italiane di lusso erano infatti conosciute al di fuori dello stivale già in epoca rinascimentale. Abiti, gioielli, mobili, armi, strumenti, libri, dipinti, sculture e tanto altro ancora usciva dal nostro territorio e si diffondeva soprattutto al Nord, grazie all’infaticabile opera dei mercanti italiani.

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La copertina del libro

Questi scambi economici, ma anche diplomatici, che tanto ci raccontano della nostra storia di allora e di oggi, sono illustrati in un ricco volume dal titolo “À la mode italienne. Commerce du luxe et diplomatie dans les Pays-Bas méridionaux. 1477 – 1530”, scritto dalla ferrarese Federica Veratelli ed uscito per la prestigiosa casa editrice universitaria francese Septentrion.

Federica Veratelli, storica dell’arte attualmente residente a Parigi, nei giorni scorsi è stata invitata dall’Istituto di studi rinascimentali di Ferrara a presentare, per la prima volta in città, il frutto delle sue ricerche…
“Il mio lavoro negli Archivi dipartimentali del Nord di Lilla è durato quattro anni. Quando sono arrivata là, su incarico dell’Università di Valenciennes et du Hainaut-Cambrésis e della Regione Nord-Pas de Calais, ho trovato una città piovosa e degli archivi molto tetri: mi sono subito detta che non ce l’avrei mai fatta!”.

federica-veratelliQuel che la studiosa si è trovata davanti da spogliare, è stata una mole immensa di registri contabili, ricevute, inventari, lettere, nelle lingue utilizzate nei Paesi Bassi a cavallo tra Quattro e Cinquecento, tra cui il Francese antico, il Fiammingo, l’Italiano e il Latino…
“Gli archivisti che custodiscono il celebre fondo della Chambre des comptes de Lille, ovvero la contabilità centrale dei duchi di Borgogna e d’Asburgo, mi hanno dovuto insegnare a leggere, perché la scrittura dell’epoca è per noi pressoché incomprensibile. Il loro consiglio è stato: procedi lettera per lettera. Potete immaginare lo sconforto avendo davanti tutto quel materiale. Dopo un anno però ho imparato piano piano a trascrivere i documenti e a comprendere l’importanza di quel fondo per la storia del nostro Paese in ambito europeo durante il Rinascimento”.
Ed oggi Veratelli è diventata una delle principali referenti dell’archivio per l’interpretazione delle lettere e delle minute diplomatiche cinquecentesche.

Secondo i documenti che hai studiato, quali erano gli oggetti italiani maggiormente richiesti all’epoca?
C’erano varie richieste: si va dai tessuti preziosi, probabilmente l’articolo più richiesto tessuti grezzi o lavorati (provenienti da Firenze, Lucca, Genova) per confezionare abiti lussuosi, da cerimonia o per uso privato, e per arredare gli ambienti privati (foderare i cuscini, tende, tutto l’addobbo per il letto, lenzuola e profumi compresi, etc.), alle candele benedette direttamente dal Papa, ai cofanetti lavorati con la tecnica della pastiglia provenienti da Venezia, ai cavalli e a tutto l’equipaggiamento equestre per le cerimonie e per la guerra (armi comprese), gioielli, in misura minore dipinti e sculture perché più rari’.

Dalle tue ricerche, puoi trarre qualche conclusione su come sono cambiati il gusto e la moda da allora ad oggi? E in che modo quegli oggetti hanno influenzato i nostri gusti attuali?
Questa ricerca ha evidenziato come fosse ricca e variegata la richiesta di prodotti made in Italy fuori d’Italia presso le corti europee, e come questi fossero già riconosciuti e apprezzati come tali, e distinti da altri oggetti o prodotti importati invece dalla Spagna o dalla Germania, o da culture extra-europee. Direi che già si può osservare, a questa altezza cronologica, dalla seconda metà del Quattrocento in poi, un vero e proprio gusto per il made in Italy che si sarebbe protratto in seguito, fino a, senza esagerare, ai giorni nostri, con qualche pausa storica più o meno corta. Questo dimostra che sin da allora l’Italia pullulava di know-how che sapeva valorizzare, esportare e vendere ai sovrani stranieri, e che costituiva uno dei nostri tratti più distintivi. Un valore che ci distingue ancora oggi nel mondo e dobbiamo continuare a valorizzare in Patria e fuori.

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Mostra “Memling. Rinascimento fiammingo”, Scuderie del Quirinale, Roma

Federica Veratelli è anche tra i collaboratori del percorso espositivo della mostra “Memling. Rinascimento fiammingo”, in corso alle Scuderie del Quirinale a Roma (fino al 18 gennaio 2015). Si è inoltre occupata della realizzazione di un saggio in catalogo e di alcune schede, assieme al curatore, Till-Holger Borchert, conservatore del Museo di Bruges e uno dei massimi esperti di pittura fiamminga, che le ha chiesto di contribuire con alcuni documenti sui committenti italiani di Hans Memling, emersi durante le sue ricerche, che hanno permesso di identificare dei ritratti, e dunque di associare una storia d’immigrazione ad un volto.

A questo proposito, il 29 ottobre alle 18,30 a Roma, Federica Veratelli terrà un incontro su “Lusso e diplomazia. I clienti italiani di Hans Memling”, la vita, le attività e le carriere di mercanti, banchieri, agenti e diplomatici italiani installati nelle Fiandre alla fine del Quattrocento. Uno spaccato sorprendente, ricostruito a partire da documenti d’archivio inediti, sulla vita dei committenti di Hans Memling, tra cui spiccano alcuni membri della famiglia fiorentina dei Portinari (Tommaso, Folco e Benedetto).

Foto di Davide Pedriali
Per saperne di più [vedi]

C’è crisi? Boraso assume 10 persone senza aspettare il Jobs Act

da: organizzatori

Alla crisi che imperversa la Boraso.com, realtà leader nel campo del web con sede a Occhiobello e Milano, risponde con 10 assunzioni. Sì, 10 assunzioni che saranno effettuate entro la fine dell’anno, senza aspettare le agevolazioni previste dal Jobs Act. «Perché  se un’azienda è salda e vuole crescere, e soprattutto vuole stare sul mercato, non attende, anche se deve sostenere costi maggiori», spiega Massimo Boraso, il titolare, recentemente premiato dalla Camera di Commercio di Rovigo, per ‘avere onorato la Provincia nell’Italia e nel mondo’, così recitava la benemerenza. Aspettare i tempi della politica, questo è il succo, rischia di ‘paralizzare’. Tant’è che i colloqui sono partiti. Richieste sono figure altamente specializzate. Nello specifico l’azienda è in cerca di: 3 Sviluppatori PHP Senior, 1 Sviluppatore MAGENTO Certificato, 2 UI Designer, 1 Progect Manager,  1 UX Researcher, 1 PPC/AdWords Specialist Senior, 1 SEO Specialist. Le competenze sono dettagliatamente elencate sul sito, (http://www.boraso.com/job/), laddove per ogni figura si elencano anche responsabilità e relazioni chiave, e soprattutto ciò che si reputa valore aggiunto. Nell’annuncio si parla esplicitamente di ricerca di «persone sveglie, dinamiche, intraprendenti», perché sono queste, spiega Boraso, le prerogative su cui cominciare o proseguire una carriera nel mondo del web. «Indispensabile – aggiunge – la volontà di aggiornarsi quotidianamente, come la materia impone, per essere costantemente al passo coi tempi. Anzi, per saperli addirittura anticipare». Soddisfatto Boraso. «Per un imprenditore vedere la propria squadra crescere investendo in competenze e dando valore al merito è la soddisfazione massima. Ma d’altra parte – chiude – il nostro motto è Il futuro c’è…». Info, http://www.boraso.com/job/

Lunedì 27 ottobre è Happy Go Lucky Local con i LUZ featuring Tomeka Reid

da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Lunedì 27 ottobre a Happy Go Lucky Local sono di scena gli ipnotici labirinti musicali di LUZ featuring Tomeka Reid. Il trio formato da Giacomo Ancillotto alla chitarra, Igor Legari al contrabbasso e Federico Leo alla batteria si avvale della presenza di Tomeka Reid, protagonista dell’avanguardia chicagoana tra le più apprezzate.

Lunedì 27 ottobre (ore 21.30) a Happy Go Lucky Local sono di scena gli ipnotici labirinti musicali di LUZ, trio formato da Giacomo Ancillotto alla chitarra (già con Enrico Rava e Caterina Palazzi), Igor Legari al contrabbasso e Federico Leo alla batteria.
Dopo un anno dalla formazione e numerosi concerti in lungo e in largo per il Belpaese, i musicisti – tutti componenti del collettivo romano d’improvvisazione ‘Franco Ferguson’ si sono avvalsi di un prezioso quid: la violoncellista e compositrice americana Tomeka Reid (Antony Braxton, Nicole Mitchell, Mike Reed), protagonista dell’avanguardia chicagoana tra le più apprezzate.
‘Luz’, luce, ben rappresenta quelle scie luminose che esplodono imprevedibili nella ripetitività quasi ossessiva e incalzante di alcuni temi coerentemente sviluppata dalla triade chitarra-contrabbasso-batteria entro cui s’insinua struggente il violoncello di Tomeka. Esemplificativo di ciò sono brani come “Frate Mitra” o “Zdenek” entrambi parte di ‘Polemonta’, album d’esordio del gruppo edito lo scorso marzo da Auand Records. Si può ancora parlare di jazz laddove si amalgamano hard blues, psichedelia, rock e, ovviamente, improvvisazione? Di sicuro si tratta di un repertorio che sfugge alle catalogazioni e, proprio per questo, da non perdere.
Ad impreziosire l’appuntamento di lunedì 27 ottobre è il ricco aperitivo a buffet (a partire dalle ore 20.00) accompagnato dalla selezione Nu Jazz di Andreino Dj. Il tutto a ingresso a offerta libera per i soci Endas.

Giacomo Ancillotto
Ancillotto si dedica alla musica nell’adolescenza. Perfeziona la sua conoscenza attraverso i seminari di Siena Jazz, il master internazionale In Jam e la laurea presso il conservatorio di Frosinone.
Negli anni di studio ha la possibilità di essere seguito da alcuni grandi interpreti come Bruno Tommaso, Stefano Zenni, Gianluca Petrella, John Abercrombie, Kurt Rosenwinkel, Stefano Battaglia, Riccardo del Fra, Eddie Gomez, Roberto Gatto, Billy Hart, Adam Nussbaum, Jeff Ballard, Tim Berne, Gianluigi Trovesi, Anders Jormin e altri.
Attualmente svolge una continuativa attività artistica dal vivo e in studio a fianco di numerose formazioni tra le quali: il Caterina Palazzi Quartet, Baap! e Luz. È membro e socio fondatore del collettivo di improvvisazione romano ‘Franco Ferguson’. Nel 2011 ha contribuito all’incisione del disco “Tribe” di Enrico Rava per ECM.

Igor Legari
Studia contrabbasso jazz alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio per poi specializzarzi attraverso la partecipazione a numerosi seminari e masterclass tenuti da artisti di fama nazionale ed internazionale. Insieme al batterista Ermanno Baron è altresì parte del trio del pianista Francesco Negro.

Federico Leo
Si definisce un batterista troppo jazz per chi suona rock e troppo rock per chi suona jazz. Laureato presso il Conservatorio “L. Refice” di Frosinone è vincitore di una borsa di studio che gli ha consentito di frequentare il Berklee Music College di Boston. Oltre ai LUZ lo si può ascoltare con i Nidi d’Arac, Bottega Glitzer, GRONGE, Operaja Criminale e molti altri.

Guida all’ascolto dell’Opera, una prima d’eccezione. Si comincia lunedì 27 con “I Due Foscari” di Verdi

da: ufficio stampa Apollo Cinepark

Lunedì 27 ottobre entra nel vivo la proposta culturale di Apollo Cinepark. Con la proiezione de “I Due Foscari” di Giuseppe Verdi sul grande schermo si terrà infatti il primo appuntamento delle “Guide all’Ascolto”, curate e promosse dalla sezione Wanderer dell’ Associazione Musicisti di Ferrara, che si occupa espressamente di Teatro d’Opera e di canto classico.
“Le Guide all’Ascolto sono una consolidata pratica della nostra associazione, svolta in passato con vari cinema fra Ferrara e di Bologna e che da quest’anno sarà un’esclusiva dell’Apollo. – ha spiegato Matteo Marazzi, storico del Teatro musicale e dell’interpretazione operistica che curerà la guida all’ascolto su “I due Foscari” di Verdi – Essa da l’opportunità a tutti, non solo appassionati e cultori, di assistere in maniera consapevole alle produzioni dei grandi Teatri in materia di Opera godendo della modernità e della forza di una forma di spettacolo fra le più elevate della cultura occidentale. La guida all’ascolto offre chiavi di lettura e strumenti di decifrazione, utilissimi per apprezzare pienamente gli spettacoli.”
“ ‘I Due Foscari’ è lavoro giovanile di Verdi, tratto da Lord Byron – ha aggiunto Marazzi – e inaugura uno dei temi politici più potenti della sua successiva produzione. Al centro vi è il contrasto fra l’individuo e la macchina dello Stato, la cui forza distruttiva è tale da stritolare persino i propri vertici, come appunto il Doge di Venezia, l’anziano Francesco Foscari qui interpretato da Placido Domingo. La nobildonna veneziana Lucrezia Contarini – uno dei più trascinanti personaggi femminili concepiti da Verdi – è affidata alla voce di Maria Agresta, stella nascente del panorama lirico mondiale. La direzione musicale infine è del celebre Antonio Pappano, direttore principale alla Royal Opera House e a Santa Cecilia.”

La “Guida all’Ascolto” sarà quindi il fiore all’occhiello delle proposte di Apollo Cinepark Arte e Cultura con diversi appuntamenti che si susseguiranno fino al prossimo 1° aprile. Essa associa, presso la stessa sala dell’Apollo dalle ore 18.00, una interessante lezione sull’Opera in questione ad un rinfresco e, ovviamente, alla proiezione in diretta dal Royal Opera House de “I Due Foscari”.

Il prezzo : 28 euro a persona, inclusivo di Guida all’ascolto, rinfresco e proiezione in sala.

Per informazioni sulle attività dell’Associazione Musicisti di Ferrara e della “sezione Wanderer” è possibile visitare il sito  http://www.scuoladimusicamoderna.it/.

Club di lettura, tè letterari e cena letteraria al Museo “Remo Brindisi”

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Raddoppiando gli appuntamenti in programma, la seconda edizione dei “Tè letterari” nella biblioteca comunale “Ludovico Muratori”, che è stata presentata questa mattina a Palazzo Bellini, punta a bissare il grande successo incassato l’anno scorso, dando vita contestualmente al primo gruppo di lettura presente sul territorio. “Si parte alla grande – ha annunciato infatti l’assessore alla Cultura Alice Carli – con un programma più solido e allargato alle scrittrici e per me, che ho anche la delega alle pari opportunità, è una tappa importante.” Dopo aver ringraziato tutti i protagonisti della nuova avventura letteraria, che prenderà il via martedì 11 novembre alle ore 17, l’Assessore Carli ha ribadito che “la biblioteca è uno spazio al coperto che tutti dobbiamo condividere, stando insieme, perché ci permette di sognare, crescere, confrontandoci su temi letterari importanti, sempre attuali, proposti dai grandi autori.” Il pomeriggio inaugurale dei Tè letterari con “Gli indifferenti”, autentico caso letterario mondiale, che ha regalato il successo ad Alberto Moravia, sarà preceduto dalla costituzione del primo club di lettura comacchiese, denominato “Letture in comune, dove Comune non è solo un luogo istituzionale – ha sottolineato il giornalista e scrittore Luciano Boccaccini, responsabile della biblioteca comunale -, ma anche l’aggettivo che sottolinea l’importanza dello stare assieme.” Martedì 4 novembre alle 17 si costituirà dunque il primo club di lettori, che a breve instaurerà un gemellaggio di carattere culturale con quello di Cervia, coordinato da Bianca Verri, responsabile della biblioteca di Cervia. “La biblioteca non deve essere considerata qualcosa di statico – ha aggiunto Boccaccini nel suo intervento -, ma il motore propulsore per stimolare la lettura e promuovere iniziative legate alla cultura.” Anche quest’anno Boccaccini divide l’organizzazione dei “Tè letterari” con il libraio Leonardo Romani della libreria “Le querce” del Lido degli Estensi e con Elisabeth Sodi, che collabora con Romani per “Querce Project”. Elisabeth, come lo scorso anno, si occuperà dell’accoglienza e del servizio del tè (con biscotti fatti in casa), gentilmente offerto dal “Bar Calaluna”, rappresentato in conferenza stampa dal titolare, Daniele Spanu. Prendendo la parola, Romani, dopo aver ringraziato il pubblico numeroso ed affezionato, ha espresso la propria gratitudine all’Amministrazione Comunale per l’opportunità di rafforzare la collaborazione avviata, rimarcando le parole di Boccaccini, “perché la biblioteca deve aprirsi all’esterno, deve diventare fucina di nuove idee e condividerle con altri Comuni, grazie ai club di lettura. Per questo ci tengo a ringraziare il dirigente Cantagalli – ha aggiunto Romani – fautore di questa bella iniziativa.” Naturalmente la partecipazione al club letterario e agli appuntamenti in biblioteca con gli autori è assolutamente gratuita. Al telefono è poi intervenuto da Milano il giornalista e critico letterario Paolo Pizzato, che già si è fatto apprezzare nella prima edizione dei “Tè letterari” per la preparazione e per l’amore viscerale verso la letteratura. “Sono felice e onorato di poter condividere questa seconda esperienza dei tè in biblioteca con voi – ha dichiarato Pizzato -, e devo riconoscere che la selezione degli autori è di primissima qualità con alcuni veri capolavori della letteratura mondiale. 1984 di George Orwell è il mio preferito in assoluto, che meriterebbe una cena letteraria, ma tutti i libri in programma consentono di approfondire tematiche sociali di grande attualità – ha concluso Pizzato dando appuntamento al pubblico via Skype in occasione di tutti i tè letterari-.” Cogliendo lo spunto di Pizzato, il Sindaco Marco Fabbri, a chiusura della conferenza stampa, ha ringraziato gli organizzatori, “perché credono fortemente come me in un progetto volto a riscoprire la biblioteca”, lanciando poi un sasso al pubblico e al club di lettura che nascerà il 4 novembre prossimo. “Propongo una cena letteraria di chiusura della rassegna nel cuore della cultura, – ha dichiarato il Sindaco -, dentro il Museo Remo Brindisi del Lido di Spina. Spero inoltre – ha aggiunto il primo cittadino -, che per la giornata conclusiva dei tè letterari, il 24 febbraio la biblioteca sia divenuta pienamente accessibile. E’ infatti in dirittura d’arrivo l’appalto per la realizzazione dell’ascensore.” Il Dirigente del Settore Cultura e Turismo, Roberto Cantagalli, recependo le segnalazioni relative all’orario degli appuntamenti letterari, ha precisato che “l’ora del tè è alle 5, ma può e deve essere lo spunto per tante altre iniziative collaterali future. La biblioteca deve essere un luogo vivo, attraverso le persone che la frequentano – ha concluso Cantagalli – e sarà il nuovo gruppo di lettura a dar vita alle nuove esigenze.”

Smart City Exhibition: costruiamo un laboratorio permanente sulle città I numeri e le voci di una terza edizione di successo

da: ufficio stampa Smart City Exhibition

“Siamo molto soddisfatti di questa terza edizione: non solo per i numeri, ma soprattutto perché abbiamo visto in tre giorni sale convegni e laboratori pieni di persone e di idee, con amministratori e aziende che hanno lavorato in sinergia su progetti concreti, start-up e makers che hanno avuto la possibilità di mostrare i propri prototipi ad un pubblico qualificato. L’obiettivo, a partire da oggi, è che questo bagaglio di progettualità, competenze e relazioni si trasformi in nuovi momenti di confronto. Community sia fisiche che online, per tenere aperto questo cantiere, affinchè le buone pratiche non restino confinate nelle singole città ma possano essere messe a sistema e contribuire a rendere veramente smart le nostre città, colmando anche il divario che ancora oggi divide Nord e Sud del Paese, come è emerso dalla nostra indagine iCityRate”.
Carlo Mochi Sismondi,
Amministratore Delegato di Smart City Exhibition 2014 e Presidente di Forum PA.

Si conclude la terza edizione di Smart City Exhibition (Bologna 22-24 ottobre), la manifestazione europea dedicata alle città e alle comunità intelligenti organizzata da Forum PA con Bologna Fiere. A cancelli ancora aperti, sono stati oltre 7000 i visitatori che hanno partecipato ai 111 appuntamenti – tra Forum Comune (6), convegni (27) e laboratori (78) – con oltre 700 relatori tra italiani e internazionali.
La tre giorni dell’Exhibition ha presentato i progetti di oltre 120 città che si sono confrontate sulle tematiche fondamentali per costruire la smart city del futuro – dal food al turismo digitale, dalla mobilità sostenibile alla sanità e al welfare – con ricercatori, makers, politici, imprenditori e cittadini, uniti dall’obiettivo comune di valorizzare al massimo le migliori esperienze italiane, per identificare politiche mirate e condivise e non sprecare l’importante occasione che ci sta arrivando dall’Europa, con i finanziamenti dedicati al rinnovamento urbano.
La grande novità 2014 di Smart City Exhibition, la SCE Academy, ha registrato un record assoluto di iscritti – oltre 1100 – per le 12 sessioni formative. SCE è stata una manifestazione seguita e ‘twittata’ moltissimo dagli oltre 1800 contributors che nei soli 3 giorni di manifestazione hanno collezionato quasi 7500 tweet, piazzando l’hashtag #SCE2014 al quinto posto nel trend topic delle tre giornate. Mentre il sito internet www.smartcityexhibition.it ha ricevuto oltre 53mila visite nell’ultimo mese. Ottima anche l’attenzione dei media, che hanno seguito la manifestazione con quasi 400 servizi – tra stampa, radio e tv.
Dai convegni con speaker illustri ai laboratori in cui ‘imparare a fare’, dai prototipi ai progetti collaudati e replicabili, Smart City Exhibition 2014 ha portato a Bologna il meglio della ricerca e dell’innovazione sui temi della città, con un focus sulle soluzioni e i modelli elaborati nei più avanzati Centri di Ricerca, tra cui CNR e ENEA, e le collaborazioni con Cittalia, MIT Boston, Valencia e 21 Università italiane, tra cui l’Università di Bologna.
I visitatori hanno anche potuto ‘toccare con mano’ le migliori proposte selezionate tra gli oltre 200 progetti iscritti ai 3 bandi nazionali lanciati da Smart City Exhibition focalizzati su tecnologie intelligenti, prototipi pre-commerciali di soluzioni applicabili a diversi ambiti (health, risparmio energetico, disabilità, mobilità sostenibile ecc.) e progetti tesi a migliorare la qualità della vita delle donne nell’ambito urbano.

Dichiarazioni di Partner, Espositori, Pubblico e Politici @Smart City Exhibition 2014

Mauro Bonaretti, Segretario Generale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri: “Dobbiamo svegliarci: siamo di fronte a una molteplicità di nuovi fenomeni sociali e di sfide da cogliere. Abbiamo le risorse per farlo, non può essere questo il nostro alibi, è necessario passare dalle idee ai fatti. Smart City Exhibition deve essere l’occasione per mettere concretamente in campo progetti e competenze”.

Alessandra Poggiani – DG dell’Agenzia per l’Italia Digitale
“L’evoluzione di un Paese non può che partire dalle città e le città intelligenti hanno bisogno di cittadini che sappiano capire gli strumenti che gli vengono messi in mano. La tecnologia che vediamo qui a Smart City Exhibition ha bisogno di tutte queste persone che la incontrano e la utilizzano, perché la digitalizzazione va progettata partendo dalle esperienze e dai bisogni dei cittadini, delle imprese e degli amministratori”.

Paolo Coppola, deputato e consigliere politico per l’Agenda Digitale del Ministro per la Semplificazione e Pubblica Amministrazione: “Ho seguito Smart City Exhibition fin dalla sua nascita: sono venuto già dalla prima edizione quando ero assessore (all’Innovazione del Comune di Udine, ndr) e farò il possibile per essere presente anche il prossimo anno. Ritengo questa manifestazione molto importante perché dà un contributo fondamentale in Italia, un contributo che è prima di tutto culturale perché siamo molto in ritardo proprio su questo punto. Smart City Exhibition serve per elaborare proposte e portarle a conoscenza”.

Così Virginio Merola, Sindaco di Bologna: “Una Smart City è una città che ha intelligenza civica, ovvero un’amministrazione condivisa con i propri cittadini. Bologna è qui, pronta ad essere una Smart City, sin dalla prima edizione di Smart City Exhibition e condivide pienamente le sfide gli obiettivi di questa manifestazione”.

Aggiunge il Vicesindaco di Napoli e Assessore allo Sviluppo Sostenibile, Tommaso Sodano, “Sette delle quattordici nascenti Città Metropolitane si affacciano sul Mediterraneo e per loro dobbiamo pensare a una Smart City che non sia solo tecnologia e investimenti, ma che condivida una cultura del Mediterraneo. Per questo ha senso costruire piattaforme come questa, dove lavorare insieme per realizzare questo obiettivo”.

Anna Brogi, Senior Vice President Enel Group, Enel: “Smart City Exhibition è una manifestazione molto importante che mette insieme contesti diversi, stakeholder diversi e business diversi. Enel segue le Smart City dal 2009, recita un ruolo centrale in questa sfida dell’innovazione e crede molto nell’importanza di manifestazioni come questa”.

“Siamo lieti di aver partecipato anche a questa edizione di Smart City Exhibition con i nostri partner Gruppo Infor, ESRI Italia e ProgeSoftware per promuovere la diffusione di Microsoft CityNext, una piattaforma tecnologica aperta, interoperabile e orientata ai servizi, che mette a disposizione delle amministrazioni una vasta gamma di soluzioni in grado di rispondere alla esigenze di persone, aziende ed enti pubblici” – spiega Rita Tenan, direttore della divisione Pubblica Amministrazione di Microsoft Italia.

Giorgio Mosca, vice presidente Smart Cities Sales & Marketing di Selex ES: “Abbiamo sempre creduto in Smart City Exhibition e siamo sempre stati partner perché ci piace il modello di questa manifestazione: un posto dove far incontrare domanda e offerta in modo costruttivo, dove raccogliere idee e proporre soluzioni. La bellezza di SCE è proprio il suo modello di laboratorio. Questi primi tre anni sono stati molto utili per confrontarci e costruire idee comuni: dalla prossima edizione bisogna fare in modo che queste idee vengano condivise e diventino realtà”.

www.smartcityexhibition.it

A Unife si studia “Backup di una piazza”

da: Listonemag.it, responsabile comunicazione progetto Backup di una piazza

Lunedì 27 ottobre il seminario dedicato al progetto realizzato dall’associazione Listone

“Backup di una piazza”, il progetto dedicato alla memoria e all’identità della piazza ferrarese, diventa materia di studio all’università.

Si terrà lunedì 27 ottobre il seminario – organizzato dal Laboratorio di studi urbani di Unife – volto ad approfondire questo particolare esperimento di narrazione collettiva, condotto dai redattori, fotografi e videomaker dall’associazione Listone – vincitori del bando “Giovani per il territorio” promosso da Ibc Emilia-Romagna.

L’incontro si terrà alle 14 presso l’aula 5 del Dipartimento di Economia, in via degli Adelardi 33. Sarà aperto non solo agli iscritti dell’ateneo estense ma a tutta la cittadinanza. Introduzione e moderazione saranno a cura di Giuseppe Scandurra, docente di antropologia culturale e della comunicazione.

Licia Vignotto e Riccardo Gemmo – ideatori e coordinatori del progetto – illustreranno il percorso svolto da febbraio a ottobre 2014: “abbiamo cominciato dalla ricerca storica, setacciando archivi e biblioteche, chiedendo alle persone di partecipare inviando fotografie, filmini e ricordi. Abbiamo proseguito realizzando interviste, reportage, grapich novel, video in timelapse e tanto altro; coinvolgendo tantissimi attori sociali, per avere un punto di vista il più possibile plurale e condiviso. L’obiettivo era raccogliere e “salvare” dall’oblio tracce diverse, capaci di rendere in modo sicuramente non esaustivo ma suggestivo la molteplicità del carattere cittadino, carattere che trova la sua massima espressione proprio nella variegata frequentazione di piazza Trento e Trieste”.

Il progetto “Backup di una piazza” si è concluso a inizio ottobre con la mostra allestita in Galleria Matteotti e con la presentazione della chiavetta usb e del libro, edito da Cartografica, che raccoglie il materiale prodotto.

Per maggiori info: backup@listonemag.it

LA STORIA
Filiera cortissima e vendita diretta, la rivoluzione della Corte dei Sapori

Una famiglia eccezionale, madre, padre e quattro fratelli. Un’attività iniziata cinquant’anni fa dal nonno Francesco. Un grande senso dell’innovazione e il coraggio di cambiare per adattarsi alla contemporaneità. Questi gli ingredienti del successo dell’Azienda agricola Corte dei Sapori di Volania di Comacchio, che ha sviluppato negli ultimi anni una virtuosissima filiera corta che va dall’allevamento di bovini alla coltivazione dei foraggi per il nutrimento, dalla lavorazione alla vendita diretta delle carni, dalla coltivazione di ortaggi come asparagi, zucche e pomodori alla trasformazione in sott’oli e conserve. Hanno un loro punto vendita in azienda, riforniscono gruppi d’acquisto in città, partecipano a sagre e mercati. Li potremo incontrare anche quest’anno a Ferrara, alla 64° Giornata del Ringraziamento organizzata da Coldiretti, che si terrà sabato 8 e domenica 9 novembre in p.zza Trento Trieste.

Da allevamento tradizionale, dedito soltanto all’allevamento e alla vendita del bestiame, l’azienda si trasforma quando subentrano i giovani figli Danilo e Matteo.

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L’allevamento

Chiediamo a Danilo Bassi di raccontarci che cosa ha comportato il salto da allevamento tradizionale ad azienda innovativa, premiata nel 2012 con l’Oscar Green.
All’inizio io e mio fratello avevamo semplicemente aumentato il numero di capi di bestiame e introdotto anche pecore e maiali, ma questo non bastava: il mercato dei bovini variava da un anno all’altro, il costo dei capi è altissimo e capitava che i commercianti non pagassero, da qui la voglia di effettuare una svolta e diventare più indipendenti.

 

 

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La nuova stalla

Nel 2010 abbiamo messo su la macelleria, laboratorio e negozio, e abbiamo imparato il mestiere. Ora abbiamo tutto qui in azienda, dalla coltivazione del mangime all’allevamento degli animali, dalla macelleria al negozio; abbiamo accorciato la filiera e siamo molto contenti perché possiamo controllare personalmente e gestire tutto, l’allevamento, la produzione, la vendita diretta.

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Il punto vendita in azienda

Abbiamo inaugurato il negozio l’8 dicembre 2010 e iniziato così una nuova catena agricola, che comincia e finisce tutta nei nostri 40 ettari di proprietà. Ora ci lavoriamo tutti, ognuno con le proprie mansioni: mio fratello Matteo gestisce l’allevamento e i terreni, io il negozio e la lavorazione delle carni, mia mamma, mia sorella Sara e mia cognata sono le addette alla preparazione delle carni e alla vendita diretta, mio padre Luigi dà una mano a mio fratello per l’allevamento e si dedica alla preparazione e conservazione ortaggi.

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La mamma e la sorella Simona preparano le carni

Oltre ad aumentare la produzione e puntare alla vendita diretta, Danilo e Matteo hanno ammodernato le strutture, installando un impianto fotovoltaico che soddisfa interamente il fabbisogno energetico dell’azienda e acquistando un tunnel per la conservazione del foraggio. Proprio per questa conversione (filiera corta, lotta integrata, vendita diretta, fotovoltaico, tunnel) che testimonia la volontà di procedere in senso ecologico e sostenibile, vengono premiati nel 2012 con l’Oscar Green, un premio che la Coldiretti conferisce ogni anno all’impresa agricola più innovativa del territorio.

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Danilo allestisce il banco

Come sta andando il vostro negozio?
Sta andando bene, perché la gente sta riscoprendo la passione per le cose genuine e vuole sapere quello che mangia. Quando vengono qui possono verificare con i propri occhi come lavoriamo, vedere come alleviamo gli animali e come vengono nutriti. Non sarebbe stata la stessa cosa se avessimo aperto il negozio in un paese, lontano dall’azienda. Avere coltivazione, azienda e negozio nello stesso luogo è sinonimo di massima trasparenza tra produttori e clienti finali.

 

 

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I sott’oli alla zucca

Oltre al negozio, avete attivato anche altre tipologie di vendita diretta come la fornitura a gruppi d’acquisto e la presenza a sagre e mercati…
Sì, oltre ad avere il punto vendita di Campagna Amica qui in azienda e rifornire il ristorante di nostra sorella Simona (La tagliata del Lido degli Estensi), serviamo due gruppi d’acquisto di Ferrara (Parchino Schiaccianoci e Gas Kappa), siamo ospiti fissi al mercato contadino di Alfonsine, facciamo alcune sagre in zona come quella dell’Anguilla di Comacchio o come la Giornata del Ringraziamento in p.zza Trento Trieste a Ferrara, che quest’anno sarà l’8 e 9 novembre. In più, da due anni, riforniamo con i nostri prodotti le botteghe di Campagna Amica di Faenza e Lugo.

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Il banchetto della Corte dei Sapori a “Cibi d’Italia”, Roma 2012

Come mai una collaborazione con le botteghe di Faenza e Lugo, che non sono proprio a due passi?
Questa è una storia bellissima che va molto oltre l’aspetto commerciale. La collaborazione con le botteghe risale al settembre 2012, quando abbiamo partecipato a “Cibi d’Italia”, primo Festival nazionale all’aperto dei cibi e delle tradizioni del Made in Italy agroalimentare, organizzato al Circo Massimo di Roma dalla Coldiretti. Eravamo in tantissimi, produttori agricoli, allevatori e pastori giunti da tutte le regioni italiane, noi rappresentavamo la provincia di Ferrara, il nostro vicino di stand dalla provincia di Imola, si trattava di un produttore di Faenza, Mengozzi. Durante quei quattro giorni intensi ed entusiasmanti, ci siamo conosciuti ed è nata un amicizia.

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Sara Bassi spilla il vino alla spina di Tarroni

Da lì abbiamo fatto visita alle rispettive aziende ed è nato l’accordo di scambiarci i prodotti e venderli ognuno nei propri punti vendita, il mio qui a Volania, il suo in centro a Faenza e a Lugo: lui mi avrebbe rifornito dei suoi trasformati, succhi di frutta e marmellate prodotti con la sua frutta, io l’avrei fornito dei miei salumi, formaggi e vasetti di sughi pronti e sott’oli. E così è stato, da allora ci riforniamo a vicenda ed è nato un bellissimo rapporto. Sempre grazie a loro abbiamo conosciuto un giovane produttore di vino biologico di Riolo Terme che ha una cantina sua (Tarroni), e ora ci riforniamo da lui per il vino che vendiamo alla spina.

Insomma, non vi fermate mai… altri progetti?
A dire il vero, sì. Ci piacerebbe attrezzarci per la vendita della carne anche in sagre e mercati, acquistando un furgoncino frigo attrezzato, di quelli con il banco: ora possiamo vendere solo i nostri salumi, i formaggi e i trasformati, per noi vorrebbe dire molto poter vendere anche la carne, il nostro prodotto per eccellenza. Ma prima occorre trovare posto in altri tre o quattro mercati fissi, perché comprare il furgone freezer significa fare un grosso investimento, occorre prima trovare una certa continuità con le vendite.

Siete già attivi in questo senso, avete già dei contatti?
Sì, ci stiamo attivando ora per Comacchio, Ferrara e Ravenna. A Ravenna però non possiamo rientrare tra i produttori del mercato contadino perché non siamo della provincia, ma potremmo avere il posto nel mercato normale, essere invitati per sagre ed eventi, partecipare ai mercati estivi che si svolgono a Cervia, Lido Adriano, ecc.

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Il salame di 2,20 m., premio della lotteria

So che ogni anno, l’8 dicembre, fate la festa per l’anniversario dell’apertura del negozio, possiamo invitare anche i nostri lettori?
Certo, quest’anno si svolgerà domenica 7 dicembre e siete tutti invitati in azienda dove allestiamo una piccola sagra coi nostri prodotti. Quest’anno avremo anche una novità: sarà presente il nostro nuovo produttore di vino biologico che proporrà degustazioni abbinandole a ciò che prepariamo, porchetta, salsiccia alla griglia, salumi e formaggi. Poi una sorpresa: chi vince la lotteria si porta a casa un salame lungo 2,20 metri, completo di tagliere in legno fatto su misura!

Per saperne di più visita la pagina Facebook dell’azienda [vedi] e le pagine relative nel sito Agrizero [vedi]

LA RICORRENZA
Ode alla pasta,
nel mondo si festeggia

Il 25 ottobre, si festeggia la giornata mondiale della pasta, simbolo dell’Italia, ma anche di ritrovo tra amici e in famiglia, di pranzo della domenica. Parte delle nostre radici.
L’amiamo, la prepariamo, la compriamo, la mangiamo, l’abbiamo mangiata in tutti i modi, vista in tutti i film, con i nostri Totò, Peppino, Alberto, Sofia, Marcello e Aldo.

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Sofia Loren

C’è chi dice che furono gli arabi del deserto i primi a essiccare la pasta per garantirne una lunga conservazione, poiché nelle loro peregrinazioni non avevano sufficiente acqua per prepararla ogni giorno (dando così vita ai cilindretti di pasta forati in mezzo per permettere una rapida essiccazione). Chi sostiene questa tesi, si basa sul più antico libro di cucina di ‘Ibn ‘al Mibrad (del IX secolo), in cui appare un piatto molto comune tra le tribù beduine e berbere, ancor oggi conosciuto in Siria e in Libano: si tratta della rista, maccheroni essiccati conditi in vario modo, consumati soprattutto con le lenticchie. La rishta che ho conosciuto io, sono le leggere (e buonissime) tagliatelle cotte al vapore dell’Algeria o della Libia, qui accompagnate da agnello, ceci e cipolle. Gustoso.
Qualcun altro, e soprattutto la tradizione, attribuisce a Marco Polo, l’introduzione della pasta in Italia, di rientro da un viaggio nella misteriosa, ricca e lontana Cina. Tuttavia, molti documenti rivelano l’esistenza della pasta in Italia prima del viaggio del celebre veneziano. Tra questi, un testo del 1154, una sorta di guida turistica dove il geografo arabo Al-Idrin menziona un “cibo di farina in forma di fili” chiamato triyah che si preparava a Palermo. Un’altra testimonianza risale a un testo del 1244, una sorta di certificato in cui un medico di Bergamo assicura guarigione al suo paziente a patto che non si cibi, tra gli altri alimenti, nemmeno di pasta. Interessante.
Nel 1279, poi, in un documento del notaio Ugolino Scarpa, si trova la parola “macaronis”. La confusione intorno al termine dura fino al ‘700, quando i napoletani se ne appropriano definitivamente e i maccheroni diventarono il loro vero manifesto: cibo semplice per i poveri ma di regale qualità, quasi a voler sottolineare la supremazia della grande fantasia dei poveri che acquistano così una profonda dignità. Fantastico.
Goethe, nel suo Viaggio in Italia, quando arriva a Girgenti racconta: “Non essendoci alberghi di sorta, una brava famiglia ci ha alloggiati in casa propria (…). Una portiera verde ci separava con tutto il nostro bagaglio dai padroni di casa, affaccendati nello stanzone a preparare maccheroni, e maccheroni della pasta più fine, più bianca e più minuta. Questa pasta si paga al più caro prezzo, quando, dopo aver presa forma di tubetti, vien attorta su se stessa dalle affusolate dita delle ragazze, in modo da assumere forma di chiocciole. Ci siamo seduti accanto a quelle graziose creature, ci siamo fatti spiegare le varie operazioni e apprendemmo così che quella specie di pasta si fa del frumento migliore e più duro, detto “grano forte”. Stupefacente.

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Totò alle prese con una bella spaghettata

La pasta non entrò subito nelle mense dei ricchi, anche perché veniva mangiata con le mani (cosa che avviene ancora oggi in molti paesi del Nord Africa). Poi, all’inizio del XVIII secolo il napoletano Gennaro Spadaccini, ciambellano di corte, utilizzò una forchetta a 4 punte. Da allora la pasta entrò negli ambienti aristocratici e iniziò a fare il giro del mondo. Miracoloso.
Oggi la pasta è adattata, cambiata, colorata, levigata, lavorata e, infine, festeggiata. Si trova in cima alla piramide alimentare come alimento completo, appagante, semplice da preparare, economico, allegro e salutare. Unico.
Anche il grande Aldo Fabrizi s’interrogava sulle sue origini, ecco cosa scriveva…

Chi sarà stato?
Ho letto cento libri de cucina.
de storia, d’arte, e nun ce nè uno solo
che citi co’ la Pasta er Pastarolo
che unì pe’ primo l’acqua e la farina.

Credevo fosse una creazione latina,
invece poi, m’ha detto l’orzarolo,
che l’ha portata a Roma Marco Polo
un giorno che tornava dalla Cina.

Pe’ me st’affare de la Cina è strano,
chissà se fu inventata da un cinese
o la venneva là un napoletano.

Sapessimo chi è, sia pure tardi,
bisognerebbe faje… a ‘gni paese
più monumenti a lui che a Garibardi.

(Aldo Fabrizi, “Ricette e considerazioni in versi”)

Buona festa della pasta, allora. E buon appetito. A tutti voi, vicini e lontani.

LA PROVOCAZIONE
Fantacronaca
di un’insubordinazione elettorale: “Nessuno di voi”

E’ più facile vincere alla lotteria o cambiare le cose con il voto? Un Paese senza nome. Una città senza nome. Una giornata di elezioni amministrative. Ma qualcosa non va per il verso giusto. La gente non va al mare, non diserta i seggi. Vota in massa, ma vota scheda bianca.

L’apparato governativo è in allarme e sospetta l’esistenza di un complotto: “si tratta di una congiura anarchica o di sconosciuti gruppi estremisti” si affrettano a dichiarare agli organi di informazione “un’azione finalizzata al sovvertimento dell’ordine pubblico e alla destabilizzazione” ripetono con fermezza. Il Governo decreta, inizialmente, lo stato di assedio della città e, successivamente, non riuscendo a piegare la resistenza civile della popolazione, la abbandona e trasferisce la capitale altrove. La previsione che la città cada in preda al caos non si verifica, grazie al senso di responsabilità dei cittadini.

Questo descrive José Saramago nel suo “Saggio sulla lucidità” del 2004. Un’utopia, forse un sogno dello stesso Saramago.

E’ possibile immaginare uno scenario simile in occasione delle elezioni regionali dell’Emilia Romagna, in programma il prossimo 23 novembre? Possibile sì, decisamente improbabile.

Questa riflessione parte dalla convinzione che si otterrebbero cambiamenti più efficaci se i cittadini votassero scheda bianca o rifiutassero esplicitamente al seggio la scheda elettorale. Per molti, tradizionalmente rispettosi del nostro sistema democratico, sarebbe una scelta dolorosa, sofferta ma consapevole e dettata dalla necessità di dare una svolta e cambiare veramente la nostra classe politica. Quali possibilità infatti abbiamo oggi di cambiare l’attuale sistema con il nostro voto?

E’ ingenuo votare un candidato perché “è una brava persona”: il candidato non può prescindere dal partito (o movimento o lista) di cui fa parte, con tutti i suoi limiti e le sue criticità. Decontestualizzando il candidato, la persona, dal grande contenitore in cui è inserito, si cade in un banale errore di inconsapevolezza, non riconoscendo i diktat e le regole del contenitore stesso, alle quali questa persona dovrà sottostare.

Analizziamo allora i tre principali contenitori i cui leader populisti, che condividono l’opportunismo e la demagogia di stampo televisivo, sono sempre in scena con tweet, declami, urla, slides, fotografie, mentre salutano e abbracciano la folla, senza mai rispondere a una vera domanda.

Il Partito Democratico da anni sta portando avanti una politica economica che si è dimostrata nei fatti fallimentare: il partito ha votato a favore di tutti i trattati che impongono l’austerità all’Italia con privatizzazioni dei beni pubblici e tagli alla spesa. Ma non si può dichiarare di voler difendere il lavoro se non si inizia ad investire e creare occupazione. E’ desolante uno Stato caritatevole che conforta i lavoratori con pochi spiccioli (80 euro) tolti dalla bocca di altri; uno Stato deve essere imprenditore, deve investire e difendere i beni pubblici (sanità, istruzione, trasporti, acqua, energia, casa, sicurezza). Purtroppo il Pd non è il partito che dichiara di essere, ma si inserisce nella lunga tradizione trasformista di stampo giolittiano che ha sempre caratterizzato la sinistra italiana. Non c’è nulla di cui stupirsi, la storia inevitabilmente si ripete.

Forza Italia, se ancora esiste come partito, è troppo impegnato a salvarsi dal fallimento totale per capire quale politica economica perseguire: al governo ha sostenuto i trattati europei e ha votato per il pareggio di bilancio in Costituzione, all’opposizione si è dichiarato partito “anti-euro” e “anti-austerità” ma negli ultimi tempi, dopo il famoso patto del Nazareno, è diventato il più fedele alleato del Pd di Renzi. Non sarà di certo questo partito, che in tanti anni di governo non è riuscito a difendere l’industria italiana e la piccola e media impresa, a poter rilanciare l’occupazione in Emilia Romagna.

Il Movimento 5 Stelle è un fenomeno particolare: sono numerose le posizioni critiche verso l’attuale politica economica e monetaria, ma l’eterogeneità del movimento e l’opprimente e angosciosa presenza delle direttive che provengono via blog dal suo vertice (Grillo-Casaleggio) non consentono l’adozione di una linea politica precisa ed efficace, facendo scadere la discussione sotto i frazionamenti e la schizofrenia interna al movimento stesso.

Gli altri partiti non sono una realtà in grado di impostare una precisa azione di governo e molto spesso ricadono in un autocompiacimento e narcisismo tipico di una mentalità elitaria, autoreferenziale e salottiera.

Quindi nessuno, nella situazione attuale, può rappresentare un vero cambiamento che possa creare subito occupazione e dare impulso alla nostra economia.

E’ “antipolitica” non dare ragione a chi sostiene che “il voto è un diritto e un dovere”?

Anni fa il giornalista Paolo Barnard scrisse: “Il voto, così come inteso nel dettato costituzionale dei Paesi come l’Italia, non è libero. […] Non è libero perché offre al cittadino una sola scelta, e non l’altra scelta, che sarebbe in assoluto la più importante”. Questo viscido meccanismo rende quasi impossibile sbarazzarsi del Potere vigente che continua ad autoalimentarsi, voto dopo voto.

Votando possiamo semplicemente confermare il sistema partitico disponibile, scegliendo all’interno di una gabbia di partiti oltre alla quale non c’è nessuna possibilità e dalla quale non ci viene data possibilità di uscire. Non possiamo fare l’azione cruciale, perché non ci è permesso, cioè sfiduciare l’intero sistema partitico disponibile, per fare spazio ad altro.

La scheda bianca, ora capite, dovrebbe avere il significato di una casella aggiuntiva sulla scheda elettorale: ‘nessuno di voi’. E a questa scelta di non voto dovrebbero corrispondere un numero in meno di politici eletti. Il cittadino non può essere costretto a votare “il meno peggio”, non può essere costretto a scegliere fra “schifo” e “miseria”.

Il cittadino deve riappropriarsi della sua lucidità, quella di cui parla Saramago, riempiendo le urne elettorali con 50.731.312 (*) di “nessuno di voi”, lasciando un Parlamento temporaneamente deserto. Per poi ripartire con una politica più sana e seria.

(*) italiani attualmente aventi diritto al voto

Davide Bregola, i ‘Racconti Felici’ di un ex nomade psichico

Con “Racconti Felici” (Sironi editore, 2003) Davide Bregola approda meritatamente sul palcoscenico letterario nazionale, dopo la ‘felice’ avanguardia con Nomade Psichico (Mantova), da cui recupera il racconto ‘lungo’ “La lenta sinfonia del male”. Bregola, originario di Ferrara (Bondeno) è tra i nomi più interessanti della scrittura padana contemporanea, tra gli eredi della svolta postmoderna di un certo Tondelli.
Le caratteristiche essenziali di Bregola, già esplicite fin dagli esordi (“Overdrive Interstellar”, di taglio neofuturista), vale a dire una scrittura non convenzionale né lineare, ma a zig zag, per salti quasi ‘quantici’, sulla scia appunto postmoderna, decollano con “Racconti Felici” in un volo letterario di affascinate bellezza glaciale…
Sia gli echi futuristici, magari via Soffici, che quelli meno ostici (Zavattini), finanche agganci formali con l’italiano Baldini o l’inglese McEwan, trasmettono la parola dell’era elettronica e spaziale da frequenze minimali.
Bregola, ancora letterariamente giovane, per la cronaca, ha già avuto anche importanti riscontri critici su L’Unità, Famiglia Cristiana, Il Domenicale, Il Giornale, ecc.
Recentemente da segnalare, in un percorso in progress e eccellente con sinergie letterarie con anche lo stesso Roberto Pazzi, uno splendido “Lettera agli Amici sulla Bellezza” (Liberamente, 2008), non frequente esempio di postmodern ‘valoriale’. Non ultimo il surrealistico “Tre allegri malfattori” (Barbera editore) e alcuni volumi dell’ultimo Bregola sul gioco e il bambino homo ludens, dove l’utopia diventa “didattica” 2.0; significativamente segnalati in particolare dal mondo letterario e dalla stampa nazionale “L’acchiapparime. Manualetto divertente per inventare rime, ninnenanne, filastrocche, indovinelli, poesie e raccontini” (Barney edizioni) e “I giochi più belli di tutti i tempi “(Barbera editore).

da Roby Guerra, “Dizionario della letteratura ferrarese contemporanea”, Este Edition-La Carmelina eBook, 2012 [vedi]

Per saperne di più visitare il blog di Davide Bregola [vedi], la recensione del libro sul sito della Sironi [vedi] e un riscontro critico sul Giornale [vedi].

IMMAGINARIO
Doc compie 29 anni.
La foto di oggi

25 ottobre 1985: è il giorno da cui comincia la storia di “Ritorno al futuro” (Back to the future). Il film – uscito proprio 29 anni fa – ha per protagonisti Michael J.Fox nei panni dello studente Marty e Christopher Lloyd in quelli dello stravagante inventore Emmett “Doc” Brown”. Proprio a Doc, a Ferrara, è dedicato un muro dipinto dal gruppo di street artist di Articiok, animatori di Area giovani del Comune. Il murales con Doc è opera di Mambo con tag di Psiko. Si trova tra l’ingresso del sottomura di via Rampari di San Paolo e il parcheggio ex Mof (l’ex mercato ortofrutticolo).

OGGI – IMMAGINARIO STREET ART

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Il murales con Doc di “Ritorno al futuro” a Ferrara all’ingresso del sottomura dei Rampari di San Paolo (dipinto dagli street artist Mambo e Psiko)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

GERMOGLI
Manifestando si lavora.
L’aforisma di oggi

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

AltanTristemente, in vista della manifestazione nazionale indetta da Cgil e Ugl per domani a Roma.

“Con la crescita zero il Paese invecchia. Tra un po’ avremo un pensionato a carico di ogni disoccupato“. (Altan)