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Giorno: 8 Dicembre 2014

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EVENTI
Manga e kimono.
Voci di Kappa festival

Grandi occhi – specchio dell’anima – e divise scolastiche dal taglio severo e iconico. E’ l’incipit della passione di Massimiliano De Giovanni per il Sol Levante. Bolognese e co-fondatore di Kappalab, fonte di produzione editoriale incentrata sul Giappone, ne traspone l’idea centrale a Ferrara (“La Bologna di una volta”, come la definisce) attraverso il Kappa Festival, con l’intento di raccontare il suo Paese delle meraviglie. E di raccontarlo toccando aspetti differenti, che si notano nell’ambizioso programma che ha di fatto aperto il sipario sabato scorso e chiude oggi, lunedì 8 dicembre.

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Testi, inchiostro e pennini al Kappa Festival

“Questa – spiega De Giovanni – è l’edizione zero, il cui format scelto è ricalcato da Officina del Vintage; in quanto tale è e sarà in divenire. Il nocciolo è la mostra mercato allestita agli Imbarcaderi di Castello Estense, in cui saranno allestite tre aree ben distinte, ognuna delle quali legata a un aspetto: la prima sarà dedicata all’oggettistica varia della tradizione giapponese (il contenitore magico da cui si attinge per il lemma kappa, creatura del folklore giapponese che definisce la manifestazione), con particolare attenzione al settore tessile – un vasto assortimento di kimono; la seconda sarà dedicata a Starshop, il primo distributore italiano nel settore librerie specializzate per fumetti e manga; il terzo imbarcadero ospiterà invece aziende produttrici della cultura pop, che in Occidente è spesso associata al Giappone, tra cui libri e dvd”.

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Stand di prodotti giapponesi a Ferrara per il Kappa Festival

La varietà dell’offerta culturale si rispecchia anche negli ospiti che intervengono, e nel ricchissimo tessuto culturale del Paese che viene restituito proponendo alternanza tra contemporaneità e tradizione, tra arte e sperimentazione, in un mix di professionisti internazionali e nomi noti.
“Non si può parlare di Giappone – dice Massimiliano – senza pensare a un nome che già racchiude la sua storia: il maestro dell’animazione Hayao Miyazaki di cui saranno proiettati “La città incantata” e “Principessa Mononoke”. E a Lupin III, di cui avremo ospite uno dei papà putativi italiani, Guglielmo Signora. E’ uno dei disegnatori assoldati dal creatore di Lupin, Monkey Punch, per dieci nuove storie del ladro gentiluomo, ormai diventato cult. Sempre in tema di fumetti, interviene la illustratrice Yocci, già collaboratrice della rivista Internazionale. Un terzo appuntamento cinematografico previsto è quello di “Thermae Romae”, originale commedia basata sull’omonimo manga di Mari Yamazaki. La musica è un altro dei capisaldi. Il dj tedesco Schneider TM accompagna la ballerina Tomoko Nakasato, i cui passi di danza sono riproiettati sulla stessa danzatrice grazie agli effetti videofeedback di Takehito Koganezawa.

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La performance di mostra della nota artista giapponese Yumi Karasumaru alla palazzina Marfisa di Ferrara

Restando sul “classico”, si incontra il concerto della soprano Chisako Miyashita che affianca a un repertorio classico di canzoni tradizionali nipponiche brani della scuola partenopea tradotti in giapponese e reinterpretati. “Questo è uno dei cortocircuiti temporali e geografici pensati per l’occasione. L’altro appuntamento dedicato alle arti visive è “Korosù – To kill”, la personale dell’artista alla Palazzina di Marfisa d’Este, che gioca sullo scarto tra categorie di rappresentazione: accanto ai ritratti della famiglia di Marfisa d’Este, l’artista e performer Yumi Karasumaru espone e mette in scena ritratti da lei realizzati.

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Una delle foto che raccontano la tragedia di Fukushima al Kappa Festival

“Accanto a questo Giappone – continua De Giovanni – c’è anche quello devastato dallo tsunami del 2011 che ha distrutto la regione del Tohōku. Da qui hanno ricominciato i sopravvissuti, che hanno raccontato, attraverso le fotografie esposte, in che modo hanno ricominciato da zero dopo la catastrofe naturale. E dell’aiuto ricevuto dai volontari dell’associazione Kakeashi no Kai, cooperativa giapponese nata e sostenuta dalla produzione di artigianato locale, con il doppio intento di creare opportunità di lavoro, i cui proventi saranno destinati agli stessi sopravvissuti”.
Ma il Giappone del Kappa Festival è anche quello visto tra curiosità e pregiudizi. Accanto al testo, un metatesto di curiosità e verità che si mescolano trovando nelle penne di Keiko Ichiguchi e Davide Bassi una interessante soluzione di luoghi comuni, nei loro libri “Non ci sono più i giapponesi di una volta” e “Scusi, manca molto per il Giappone?”, in cui raccontano aneddoti e disavventure sullo scambio-scontro tra culture. Cucina giapponese, arte del bonsai, usanza dello Hanami e massaggio shiatsu completano l’itinerario attorno al punto dove sorge il sole.

Mercoledì 10 dicembre, all’Ibs, Elena Leone presenta: “The Foggy Family”

da: Responsabile Eventi Libreria IBS.it Ferrara

Interviene con l’autrice Riccardo Roversi, letture a cura di Gabriele Vecchi

Prendete tutto quello che per voi è assurdo, stravagante, pura fantasia e mettetelo dentro una casa surreale, in una terra indefinibile, in un tempo senza tempo; agitate bene con tanta ironia, un pizzico di magia e qualche goccia di imprevisto: ecco che otterrete The Foggy Family! La Famiglia Foggy è una famiglia diversamente normale, o normalmente assurda, che non mancherà di sorprendervi, di farvi sorridere, di conquistarvi, perché per essere una “famiglia” non serve essere perfetti…

Elena Leone. Nata a Ferrara dove vive e lavora, viaggiatrice e archeologa, ha scavato in Italia, Medio Oriente, e Uzbekistan (Samarkand). Con Este Edition ha già pubblicato Strade d’esilio, realizzato in formato e-book nel 2011.

I vincitori di Sotto18 Off

da: Sottodiciotto Film Festival

Sotto18 OFF, la sezione competitiva di Sottodiciotto Film Festival riservata ai cortometraggi realizzati autonomamente dai ragazzi under 18, si conclude con la proclamazione dei vincitori, premiati nel corso della cerimonia in svolgimento lunedì 8 dicembre, alle ore 17.30, alla Sala conferenze della Mole Antonelliana.

La giuria ufficiale del Concorso nazionale Sottodiciotto Off, composta da Stefano Giorgi, pittore e videoartista, Laura Halilovic, regista, Paolo Ceretto, regista, assegna:

il I PREMIO al film:
Odio a morte la vita, realizzato da Damiano Bedini (Ostra, Ancona)
con la seguente motivazione: “Opera che dimostra una buona maturità nella scrittura, recitazione e messa in scena, affrontando il mondo dell’adolescenza in modo autentico e originale”.

il II PREMIO al film:
Ciao Adama, realizzato dai ragazzi del Laboratorio professionale di informatica multimediale, gestito da ATI con capofila ForCoop, all’interno dell’Istituto Penale Minorile “Ferrante Aporti” (Torino), coordinati da Sara Guidi e Claudia Pietrantuoni
con la seguente motivazione: “Un bel messaggio di speranza e volontà di cambiare in direzione di un mondo migliore”.

il PREMIO SMEMORANDA al film:
Gabbia-no, realizzato da Edoardo Pappi (Ferrara)
con la seguente motivazione: “Un’opera che affronta il tema dell’onirico con freschezza e semplicità, un invito verso la libertà”.

il PREMIO SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO al film:
Il vero mistero di Dante, realizzato da Ruggero Romano (Torino)
con la seguente motivazione: “Opera ben riuscita sul piano della scrittura e della messa in scena, nonostante la leggerezza dei contenuti”.

La giuria della Targa DAMS Dipartimento Studi Umanistici Università degli Studi di Torino – Concorso nazionale Sotto18 OFF, composta da Amira Abdel Alim, studentessa DAMS, Alessandro Canoci, studente DAMS, Luciana Canoci, studentessa DAMS, Cristina Colet, dottoressa di ricerca DAMS, Matteo Merlano, studente DAMS, assegna:

la TARGA DAMS – FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE, UNIVERSITÀ DI TORINO al film:
Gabbia-no, realizzato da Edoardo Pappi (Ferrara)
con la seguente motivazione: “Per la perizia tecnica nell’uso della fotografia contrastata e di un montaggio serrato, la bravura attoriale dell’unico protagonista nell’esprimere emozione e tensione, e per l’aver espresso un messaggio chiaro e di impatto in una breve durata: vera sintesi del lavoro di cortometraggio e di videoclip”.

Mercoledì 10 dicembre, presso la Feltrinelli presentazione del libro: “Città del Ragazzo”

da: Ufficio Stampa & Comunicazione di Camilla Ghedini

Sarà l’assessore comunale Caterina Ferri a presentare domani (mercoledì), alle 18, in Feltrinelli, il libro Città del Ragazzo, voci e sguardi in cammino (Este Edition), storia dell’ente scritta dalla giornalista Camilla Ghedini. Dialogando con il direttore, Giuseppe Sarti, e Ghedini, l’assessore Ferri ripercorrerà il valore, per la città di Ferrara, della Città del Ragazzo. Con contributi dell’Arcivescovo Monsignor Luigi Negri, del sindaco Tiziano Tagliani, della stessa Ferri e di Sarti, il libro racconta l’evoluzione dell’ente di formazione professionale fondato nel 1951 da Don Giovanni Calabria, cui è intitolato, per volontà dell’allora Arcivescovo Monsignor Ruggero Bovelli. Al centro, la testimonianza di chi ci ha vissuto e lo ha vissuto: dagli ex allievi, allora bimbi oggi imprenditori e volontari, ai giovanissimi che dopo averlo frequentato si affacciano con fiducia al mondo del lavoro; dagli insegnanti agli ospiti del centro riabilitativo Perez. Il testo ripercorre di pagina in pagina gli oltre 60 anni di vita di una struttura che ha saputo mantenersi al passo coi tempi, «con attenzione costante a chi ha necessità», conferma Sarti, e «con la consapevolezza che anche i bisogni cambiano». Una struttura il cui valore fondante è la gratitudine, intesa come «catena dell’umanità». Il ricavato della vendita del libro è destinato al sostegno delle spese di trasporto di alcuni studenti. Una prima parte è già stata donata ai genitori di un bimbo colpito da una malattia rara che richiede costose cure.

Torna la vendita dei cefali di valle a prezzo calmierato

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Mercoledì 10 dicembre sarà replicata presso la Manifattura dei Marinati la vendita dei cefali di valle a prezzo calmierato. Grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione Comunale e l’Ente di gestione per i Parchi e le biodiversità – Delta del Po si potranno acquistare ancora una volta, dalle ore 9.30 sino ad esaurimento del prodotto, sacchetti di cefali di valle da tre chili a 5 euro ciascuno.

Elio Vittorini protagonista del terzo tè letterario con il suo “Uomini e no”

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Il terzo tè letterario in biblioteca domani pomeriggio, martedì 9 dicembre alle ore 17, sarà incentrato sul romanzo “Uomini e no” di Elio Vittorini. Ad accogliere gli ospiti con il tè ed i biscotti ci sarà l’impeccabile Elisabeth Sodi, che per il secondo anno consecutivo collabora con il libraio Leonardo Romani e con lo scrittore Luciano Boccaccini nella conduzione della rassegna culturale. Dopo l’introduzione del contesto storico nel quale visse l’autore, Romani cederà la parola a Boccaccini che illustrerà al pubblico in sala il romanzo, mentre da Milano interverrà, come di consueto, il consigliere letterario Paolo Pizzato. Il tè sarà offerto gratuitamente dal Bar Calaluna del Lido degli Estensi.
Il blog http://lettureincomune.blogspot.it/ è il luogo di incontro sul web del primo gruppo di lettura del Comune di Comacchio. I tè letterari stanno riscuotendo sempre più interesse da parte di un pubblico giovane e meno giovane e sono la riprova, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la biblioteca è un luogo vivo, un punto di incontro e di aggregazione, di confronto importante su tematiche culturali e sociali di grande attualità. La partecipazione ai tè letterari è gratuita.

Martedì 9 dicembre, alla MLB home gallery, visita guidata gratuita alla mostra di Dacia Manto

da: MLB home gallery

Martedì 9 dicembre alle 18 la MLB home gallery di Corso Ercole d’Este 3 ha organizzato una visita guidata gratuita alla mostra in corso di Dacia Manto “Terre silenziose”, alla presenza dell’artista e del Direttore Stefano Mazzotti. In occasione dell’Anno Internazionale dell’Agricoltura Famigliare, Dacia Manto ha collegato un museo, una suggestiva casa-galleria e una piccola oasi di coltivazioni biologiche immersa nel verde per un progetto sul tema della protezione della biodiversità e degli orti a conduzione “familiare”.
Chi entra nella raffinata casa-galleria di Maria Livia Brunelli, la MLB home gallery, si troverà davanti a una poetica selva verde, realizzata attraverso disegni, piccole sculture e teche piene di piccoli oggetti ispirati al mondo della natura: api, farfalle e altri insetti che favoriscono l’agricoltura. Protagonista è Dacia Manto, artista che ha esposto nei più noti musei italiani, da sempre appassionata di specie vegetali e animali.

“Ci sono sempre più persone che pensano che nutrirsi in modo sano, biologico, aiuti il benessere personale, oltre che far bene alla salute –spiega Maria Livia Brunelli-. Ritornare agli orti familiari, veder nascere i pomodori o l’insalata nel giardino casa o sul balcone, rispettare i cicli naturali, creare piccole oasi di verde in città, comprare frutta e verdura a km zero, magari senza additivi chimici, sono tendenze sempre più diffuse, e gli artisti hanno proprio il compito di farci riflettere su questi cambiamenti in atto nella società”.

Un progetto espositivo che collega, sul tema della biodiversità e degli orti urbani, la MLB home gallery al Museo di Storia Naturale e alla BioPastoreria Terraviva Bio.

“Il titolo del progetto, ‘Terre silenziose’ – racconta l’artista Dacia Manto-, rimanda al fondamentale libro di Rachel Carson, che per prima, negli Stati Uniti degli anni Settanta, con il suo saggio Primavera silenziosa puntò il dito contro l’uso massiccio dei pesticidi e concimi chimici che, nell’interesse del profitto delle multinazionali, stava impoverendo in modo irreversibile la fauna e la flora. Il progetto mette in relazione tre luoghi nel cuore della città di Ferrara unendoli in una riflessione sulla biodiversità come elemento fondamentale per i cicli naturali e il suo stretto rapporto con l’agricoltura, soprattutto nelle forme urbane o familiari”.

Alla MLB Maria Livia Brunelli home gallery protagoniste le api: sono La loro drastica diminuzione, dovuta all’ uso di pesticidi ed elementi chimici, nonchè alla riduzione delle colture a favore dell’agricoltura estensiva, porterebbe all’impoverimento di tutto il mondo vegetale con gravi ripercussioni anche sull’alimentazione umana.

Al Museo di Storia Naturale l’artista ha realizzato una suggestiva installazione di grandi dimensioni con le numerose specie di uccelli del territorio ferrarese e del Delta del Po, accompagnata da video, disegni, mappe e da un evocativo percorso sonoro.

Nell’area della BioPastoreria TerravivaBio, che da diversi anni porta avanti un progetto di agricoltura biodinamica nel rispetto del territorio e delle specie arboree, Dacia Manto ha installato una ‘postazione’ di laboratorio in cui le persone potranno sostare, osservare piante ed animali e lasciare ‘traccia’ delle loro osservazioni.

Sabato 13 dicembre, si terrà in via San Romano, il “Christmas Shopping Night”

da: Feshion Coupon

Sabato 13 dicembre, in occasione delle imminenti festività natalizie, “Feshion Eventi” propone una notte di shopping ed animazione nella splendida via San Romano, con la collaborazione di ben 32 attività commerciali che vi risiedono.
Si tratta di una serata di di promozioni e musica dal vivo in una delle vie più belle e caratteristiche della città!!
I negozi saranno aperti fino alle 23, e per tre ore offriranno sconti e offerte, mentre i bar realizzeranno dei meravigliosi “happy hour”!
Vetrine accese di notte ed addobbate a festa, musica dal vivo a due splendide “Babbo Nataline” in giro per la Piazza per convogliare i cittadini verso la via, saranno solo alcuni degli elementi che scalderanno la via in questo freddo “Sabato pazzo” di Dicembre, in cui dedicarsi ad uno scatenato shopping natalizio!

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LETTERA APERTA
Cara Daria…

Quella sera il tramonto non finiva mai. Avevo diciassette anni, non lo sapevo che eravamo felici. (L’amore che ti meriti, Daria Bignardi)

Cara Daria,
Permettimi di darti del tu. Alcune cose ci accomunano. Entrambe siamo di Ferrara, abbiamo studiato al liceo classico Ludovico Ariosto, siamo nate negli anni sessanta ed entrambe scriviamo (anche se di questo ti chiedo venia, abbiamo risultati e successi ben diversi). Per questo, dunque, mi prendo la libertà del libero e leggero “tutoyer”, come direbbero i francesi. Spero non ti dispiaccia troppo.
Volevo semplicemente ringraziarti per questo nuovo libro, uno splendido regalo fatto a me e a molti ferraresi come me, che ci ha portato a ripercorrere le strade della nostra città, spesso amata-rinnegata-fuggita, che ci ha fatto rivedere parte del suo passato e dei suoi misteri, a volte dolorosi. Un dono importante in un momento così difficile per il nostro paese, dove ricordarsi della nostra storia e delle nostre origini forse ci può aiutare un po’.
Domandandoci, insieme a Alma e Toni, come si fa a meritarsi l’amore e, soprattutto, quanto se ne meriti realmente, abbiamo camminato per le vie della nostra città silenziosa, deserta, assente, ovattata, immobile, impermeabile, intima, nostalgica, irreale, grigia ma sempre invitante. Ne abbiamo riscoperto le profonde radici reali, ci siamo ricordati degli orti cittadini, delle prime visite al cimitero ebraico, della pace qui ritrovata e dei pensieri confusi qui maturati, abbiamo calpestato i ciottoli di via Vignatagliata, fermandoci al quel numero che tu citi più volte e dove ora abitano i miei più cari amici d’infanzia. Incredibile e fortunata coincidenza, per me. Abbiamo rivisto con Toni e Michela i manifesti dei vecchi film de l’Apollo, ripercorso con lei i vecchi bar di via Carlo Mayr, quella via dove ora abito quando sono in Italia e che ha visto trasformare quei locali mal arieggiati e fumosi in locali alla moda, oggi ritrovo di artisti e scrittori. Tutto cambia, tutto scorre. Ma l’anima di Ferrara resta. Un’anima che sa di latte caldo con il miele. Una famiglia. Un enorme e unico diamante nascosto, come quello che si pensava incastonato in una delle punte del Palazzo dei Diamanti che, proprio per questo, ogni settimana erano “sbeccate” da mani ignote. Qualcuno lo cercava, tenacemente imperterrito. Una fantasia che ci incuriosiva, da bambini, e ci faceva sognare di misteri, tesori e ricchezze lontane.
Quel “ticchettio soffocato di un orologio invisibile”, il rumoroso orologio a molle nascosto nel cassetto, fa anch’esso parte dei ricordi della mia infanzia, così come la villetta bianca del mare con il barbecue in giardino, non lontana dal laghetto infestato di zanzare. Gli argini del Po, poi… come non ricordare le gite in bicicletta lungo le braccia di quel fiume imponente e protettivo, e le mura cittadine, lo spiazzo erboso alla fine di Corso Ercole I d’Este che porta ai bastioni fiancheggiati da platani, tigli e alberi maestosi. Il verde cittadino qui inizia a confondersi con la campagna che inizia poco lontano, lo sguardo si perde nei colori e nei ricordi. Un battito d’ali di farfalla ci risveglia per un attimo da quel viaggio nel tempo. Ma ci siamo. Siamo lì con te, con Toni, con il suo figlio in grembo che vuole nascere sereno, con la tenacia e il coraggio di una giovane donna sicura di sé.
Mentre Toni, nella nebbia mattutina attraversata da raggi di sole, cerca di svelare il temibile segreto della scomparsa di Maio, fratello della madre, noi la seguiamo, persi tra la voglia di risolvere quel mistero e la nostalgia per tutto quello che abbiamo vissuto in quella città, per la storia che abbiamo immaginato scorrere, leggendo le lapidi del ghetto o quelle delle mura del Castello Estense, per le tombe e i monumenti che abbiamo visto nella Certosa, incerti, perché ci viene alla memoria l’immagine sfuocata di una grande scultura alata dedicata a Italo Balbo che ora non ritroviamo … ma forse si tratta di un ricordo lontano appartenente a un altro luogo…
Alma ricorda una foto di famiglia, una di quelle che fanno pensare a “come eravamo felici”. Chi di noi non ha avuto lo stesso pensiero di fronte a una vecchia fotografia dai colori sbiaditi. Ma è solo nostalgia per una gioventù perduta o lo eravamo davvero?
E allora, cara Daria, ancora grazie per questo viaggio nel passato più recente, che è anche il mio, un passato che ora, da lontano, ricordo con affetto e nostalgia. In questo istante, anche io mi sto sicuramente domandando quanto amore mi meriti e perché. Ora che ce l’ho e che non lo voglio perdere. Cercherò di darne più che posso, solo questo posso dirti.
Un abbraccio affettuoso, cara Daria, da una ferrarese lontana ma vicina.

Daria Bignardi, L’amore che ti meriti, Mondadori, 2014, 247 pp.

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Antisemitismo e imbecillità

Mi è sempre piaciuta la storica frase di Lenin:” L’antisemitismo è il socialismo degli imbecilli”.

Il duemila sta andando avanti o sta ritornando indietro al 1938 e oltre…? Dai segnali molto preoccupanti di un ritorno della vigliaccheria e della violenza, mi sembra che si stia ritornando indietro…

Il 16 ottobre di quest’anno nella giornata in cui a Roma si ricordava la deportazione degli ebrei del 1943 è avvenuta l’ennesima aggressione davanti alle scuole. Come si possono tollerare ancora questi vergognosi raid che continuano a susseguirsi nell’indifferenza delle nostre istituzioni? Bisognerebbe, seriamente, prendere in mano la situazione prima che possa sfuggire di mano… Ed invece ho l’impressione che tutto stia proprio sfuggendo di mano… Difatti, proprio pochissimi giorni fa in un liceo romano è accaduto l’ennesimo atto vergognoso e vigliacco con minacce di morte con svastica, ai danni di uno studente ebreo, alunno di questo Liceo, utilizzando un cartello con questa scritta:” EBREO DE MERDA TE DAMO FOCO”.

Come si può tacere di fronte a questa ondata di odio antiebraico che si nutre di menzogne e strumentalizzazioni?

Questi imbecilli non riescono a capire che più odieranno gli ebrei e più si avvicinerà la Sharia a Roma, Milano, Torino, Venezia ecc… Purtroppo vi è una considerazione molto penosa ma ormai troppo realistica: il vecchio antisemitismo lo possiamo ancora trovare tra i nazisti nostalgici e i giovani nazi-skins: il nuovo antisemitismo si trova nella sinistra. E’ cosa “vecchia”: Stalin è stato il miglior “insegnante” di Hitler in fatto di massacri a popolazioni inermi…

La sinistra favorisce la causa islamica, sotto agli occhi di tutti: soprattutto i comportamenti della Boldrini, della Mogherini e via discorrendo, che non lasciano dubbi… Tutti pro-islam. pro-palestina e contro gli ebrei italiani e israeliani. Se i comportamenti a livello governativo sono questi come è possibile educare i giovani, soprattutto, al rispetto di una minoranza dalla cui religione è nato anche il cristianesimo? Come è possibile educare i giovani italiani in un clima di odio e tensioni? Non è possibile! O si cambia o si arriverà ad un punto di non ritorno pericolosissimo per tutti, anche per gli stupidi che credono di sentirsi erroneamente al sicuro…

Laura Rossi (Italia-Israele)

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La Melancolia di Dürer: presentimento del cambiamento

Capita a volta di ascoltare grandi studiosi che sono anche grandi comunicatori, in grado di trasmettere in pochi minuti e in poche parole concetti e temi su cui i colleghi hanno speso fiumi di inchiostro. Con queste persone la divulgazione non è più, o non è solo, semplificazione per i non addetti alla materia, ma è come una sorta di contagio: trasmettono curiosità e passione, voglia di apprendere e di approfondire.
A me è successo assistendo anni fa allo spettacolo “Variazioni sul cielo”, sul palco del Teatro Comunale Margherita Hack narrava le difficoltà e lo stupore di fronte ai misteri del cosmo e sfiorava con delicata semplicità teorie complesse come quella del multiuniverso, senza alcuna banalizzazione. È accaduto di nuovo giovedì pomeriggio ascoltando nel Salone dei Mesi di Schifanoia Massimo Cacciari interpretare l’incisione “Melencolia” di Albrecht Dürer.
L’occasione è stata l’apertura del Convegno “La “Melencolia” di Albrecht Dürer 500 anni dopo (1514-2014)”, che è appena terminato: un modo per “festeggiare il compleanno di questa figura alata, enigmatica, sofisticata e complessa”, come l’ha definita Andrea Pinotti – docente di Estetica presso l’Università degli studi di Milano – che dopo 500 anni conserva ancora intatta la sua potenza espressiva e simbolica.
A precedere l’intervento di Cacciari sono state le parole di Aby Warburg – citato dal direttore dell’Istituto Studi Rinascimentali Marco Bertozzi – che con il suo saggio “Arte italiana e astrologia internazionale nel Palazzo Schifanoia di Ferrara” ha reso celebri gli affreschi astrologici del Salone: “un foglio di conforto umanistico contro il timore di Saturno”, la “melancolia sprofondata in sé stessa”, così il celebre intellettuale tedesco descriveva l’incisione raffigurante lo spirito dell’artista nel momento creativo, un “genio pensieroso all’opera”.
Cacciari ne ha dato invece un’interpretazione “epocale” perché “immagini di questo tipo non sono indovinelli di cui bisogna trovare la soluzione”, non per niente “è una delle opere che più mi inquietano al mondo”, ha confessato. Il filosofo ha passato in rassegna gli elementi dell’incisione partendo dalla cometa, quella stessa cometa che in quegli anni appare nei cieli del Nord Europa e da sempre è ritenuta un segno, che nello stesso tempo “annuncia e pone fine”. La figura in primo piano non è solo l’artista, ma “un genio alato, che ha in sé qualcosa di demiurgico”, come dimostra la combinazione numerica del quadrato magico che la sovrasta, che è la stessa del Timeo platonico. Ai suoi piedi e nelle sue mani un libro e strumenti che giacciono inerti, inutili e disordinati: “un ‘mucchio’ di buoni strumenti, utilizzabili, ma inutilizzati”, come le chiavi che porta alla cintura. Secondo Cacciari questa figura è “un grande ordinatore, costruttore che non costruisce più, non disigilla più, è inoperoso”. Tuttavia “è ben desto, attende, guarda e anela” verso la luce della cometa, “pre-sente il cambiamento che quella cometa annuncia”. Il suo tempo dunque è passato, ma questa figura alata rimane “monumentale perché finita, nel senso di compiuta non fallita”. La drammaticità di quest’opera starebbe proprio qui: la cometa non è un segno apocalittico, non porta la fine dei tempi, ma una renovatio, un cambiamento d’epoca: “crisi e rinnovamento stanno insieme”, ecco il significato dell’arcobaleno che quasi la incornicia. Di questa renovatio è emblema anche il putto che incide la tavoletta: anche lui è un essere alato, ma per poter compiere questo rinnovamento deve crescere e diventare “tanto forte da poter compiere la scalata” di quella scala di legno che gli sta a fianco.
In questa incisione dunque non si può leggere solo “un programma definito che bisogna scoprire come un indovinello”, come per tutte le immagini segno – nel senso di semata – dei propri tempi esistono più piani di lettura: qui sono raffigurati “un ordine che si va compiendo, che è già compiuto, ma anche i segni della rinascita”. “Non dimentichiamoci – aveva premesso Cacciari – che di lì a 3 anni avrebbe avuto inizio la Riforma” e Lutero avrebbe affisso le sue 95 tesi alle porte della cattedrale di Wittemberg.

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CALENDARIO DELL’AVVENTO
L’Annunciazione secondo Erri De Luca

Si avvicina il Natale e noi della redazione di FerraraItalia abbiamo pensato a un regalo per voi che ci leggete da ormai più di un anno. Fin dall’inizio abbiamo cercato di raccontarvi giorno per giorno storie e vicende da un punto di vista inusuale, così abbiamo immaginato un originale calendario dell’Avvento letterario, attraverso il quale ogni giorno da qui al 24 dicembre proporremo un racconto, una fiaba, un aneddoto, una poesia, una filastrocca, che parli del Natale.

Partiamo dunque dal principio: dall’Annunciazione. Ma lo facciamo, appunto, da una prospettiva particolare: attraverso la testimonianza di Maria. Non l’icona sacra, non l’Annunciata quasi imperturbabile di Antonello da Messina, ma Miriam, la fanciulla ebrea di Galilea che avrà il coraggio di essere vergine e madre, figlia del suo Figlio. A dar voce a Miriam/Maria, “operaia della natività” e “fabbrica di scintille”, come lui stesso la descrive, è Erri De Luca nel delicato e dolcissimo piccolo grande racconto “In nome della madre” (Feltrinelli 2006).

«La voce del messaggero era arrivata insieme a un colpo d’aria. Mi ero alzata per chiudere le imposte e appena in piedi sono stata coperta da un vento, da una polvere celeste, da chiudere gli occhi. Il vento di marzo in Galilea viene da nord, dai monti del Libano e dal Golan. Porta bel tempo, fa sbattere le porte e gonfia la stuoia degli ingressi, che sembra incinta. In braccio a quel vento la voce e la figura di un uomo stavano davanti a me.
Nella nostra storia sacra gli angeli hanno un normale corpo umano, non li distingui. Si sa che sono loro quando se ne vanno. Lasciano un dono e pure una mancanza. Neanche Abramo li ha riconosciuti alle querce di Mamre, li ha presi per viandanti. Lasciano parole che sono semi, trasformano un corpo di donna in zolla di terra.
Ero in piedi e l’ho visto contro luce davanti alla finestra. Ho abbassato gli occhi che avevo riaperto. Sono sposa promessa e non devo guardare in faccia gli uomini. Le sue prime parole sul mio spavento sono state: “Shalom Miriam”. Prima che potessi gridare, chiamare aiuto contro lo sconosciuto, penetrato nella mia stanza, quelle parole mi hanno tenuto ferma: “Shalom Miriam”, quelle con cui Iosef si era rivolto a me nel giorno del fidanzamento. “Shalom lekhà” (Pace a te, ndr), avevo risposto allora. Ma oggi no, oggi non ho potuto staccare una sillaba dal labbro. Sono rimasta muta. Era tutta l’accoglienza che gli serviva, mi ha annunciato il figlio. Destinato a grandi cose, a salvezze, ma ho badato poco alle promesse. In corpo, nel mio grembo si era fatto spazio. Una piccola anfora di argilla ancora fresca si è posata nell’incavo del ventre».

Comincia così con “l’accensione della natività nel corpo femminile” il racconto di una gravidanza avventurosa, portata avanti da una ragazza che sceglie di sfidare ogni costume e ogni legge di allora e che ne avrà ragione.

Un capitale inagito

Il Rapporto Censis del 2014, presentato a Roma qualche giorno fa, propone spunti di riflessione sociologica ben più ricchi di quelli sintetizzati nelle consuete note di stampa. Per questo, ogni anno cerco di ascoltare in diretta la presentazione del Rapporto, lasciandomi attraversare dalle mille suggestioni che incrociano i miei “lavori in corso”. Del resto, sono proprio le infinite connessioni possibili tra i fenomeni a determinare il fascino del pensiero sociologico.
Dal Rapporto esce un quadro preoccupante: una società molto differenziata, molecolare, ad alta soggettività, che galleggia su antiche mediocrità e in cui i singoli soggetti sono, a dir poco, a disagio. Il concetto di capitale inagito mi pare una delle immagini chiave del Rapporto. Se il capitale può essere considerato come moneta in movimento, ci troviamo in una grave fase di stagnazione: né il capitale delle persone, né quello delle imprese, né il capitale finanziario, né quello culturale trovano terreni per esprimersi. Così i capitali, pure esistenti, restano congelati per l’assenza di aspettative che permea i diversi mondi.
In assenza di riferimenti e di orientamento e in un clima di pesante incertezza, prevale l’adattamento alla mediocrità: le persone tengono denaro liquido per fronteggiare eventuali imprevisti, le imprese non investono.
Il Rapporto descrive una società che non sa pensare in termini sistemici, in cui aumenta la solitudine degli individui che, non potendo scegliere una direzione, vagano distribuendosi in mondi che non fanno sistema, rinunciando a investimenti progettuali e collettivi. Così, il mondo della gente comune, pure esprimendo vitalità, è incapace di produrre azioni, vive nella sua rabbia, e non sa andare oltre. Non è una moltitudine passiva quella descritta, perché sa scegliere (pensiamo alla capacità di sopravvivenza di fronte alla contrazione delle risorse), manifesta interessi in diversi campi, ma non va oltre il livello individuale. Gli individui esprimono bassa fiducia nel prossimo, solo un quinto della popolazione sente di potersi fidare degli altri, trascorrono una quantità di tempo in solitudine, sono sotto occupati, esprimono ansia per il futuro (solo il 17% si sente abbastanza sicuro), attribuiscono un bassissimo valore all’intelligenza (solo il 7%, la percentuale più bassa nel quadro europeo).
Come si fa a mobilizzare il capitale inagito, ad invertire questa deflazione delle aspettative, in un contesto in cui la politica è tutta impegnata in una lotta interna allo Stato e all’occupazione dello spazio istituzionale? E’ questa la domanda che propone De Rita, che paventa tre rischi: quello di un secessionismo sommerso, un pericolo di populismo, un pericolo di un autoritarismo soft. Al contrario servirebbe una politica in grado di ricostruire legami sociali, di ridare energie allo sviluppo, non appiattendosi sull’attesa di qualche debole segno di ripresa.
Ma, all’indomani dell’ennesimo “sacco di Roma”, difficile immaginare una palingenetica rinascita. Né mi convince il richiamo ai corpi intermedi come via di aggregazione, in polemica con l’attuale ridimensionamento del loro ruolo ad opera di una politica decisionista, a dire il vero più a parole che nei fatti. Il tema della ricostruzione dei legami sociali, erosi da molti fattori sociali ed economici che riguardano la profondità del cambiamento epocale in cui ci troviamo, resta il tema di riflessione. Ciò nella consapevolezza che, per citare il Rapporto, la società “cambia non attraverso svolte (momenti magici decisivi), ma attraverso processi di transizione, necessariamente lenti e silenziosi”.

Maura Franchi è laureata in Sociologia e in Scienze dell’Educazione. Vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi, Social Media Marketing, Marketing del Prodotto Tipico. I principali temi di ricerca riguardano i mutamenti socio-culturali connessi alla rete e ai social network, le scelte e i comportamenti di consumo, le tendenze e i significati dell’alimentazione.
maura.franchi@gmail.com

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IMMAGINARIO
Sagra del maiale.
La foto di oggi

Festa del maiale in piazza a Tresigallo. “A zzuèn al maial” il nome della sagra, dove si può assistere alla preparazione degli insaccati, mangiare sul posto e fare acquisti di cibo. Sotto le mani dei maestri norcini la carne si trasforma in salame, cotechino, salsiccia, coppa e salamina da sugo. Dalle 10 alle 19 con stand gastronomico per pranzo e cena. (Giorgia Mazzotti)

OGGI – IMMAGINARIO EVENTI

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic su una foto per vedere la sequenza della lavorazione]

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Sagra “A zzuèn al maial” a Tresigallo (foto di ROBERTO DEL VECCHIO)
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Norcini al lavoro (foto di ROBERTO DEL VECCHIO)
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Il momento di insaccare (foto di ROBERTO DEL VECCHIO)
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Chiusura finale (foto di ROBERTO DEL VECCHIO)
Ultimi tocchi (foto di ROBERTO DEL VECCHIO)

GERMOGLI
Che se ne parli.
L’aforisma di oggi

 

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

Paolo_BorsellinoChe se ne parli. Ancora “Mafia Capitale”.

“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, alla televisione, sui giornali. Però parlatene”. (Paolo Borsellino)

 

ACCORDI
Aver cura.
Il brano musicale di oggi

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta… 

battiato
Franco Battiato

Un suggerimento e un auspicio: aver cura. Cura di fatti di cronaca spesso crudeli. Cura delle loro vittime. Cura di carnefici che sono ancora ipotesi. Dei sentimenti e del dolore. Aver cura d’esser giornalisti d’informazione e non di facili scandali da cronaca nera.

(per ascoltarlo cliccare sul titolo)

Franco Battiato, La cura