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Giorno: 1 Settembre 2015

EVENTUALMENTE
Ferrara 11 settembre: giornata scientifica contro i tumori, per infondere una ‘ragionevole’ speranza

Si svolgerà l’11 Settembre a Ferrara il “One day against brain tumors”, convegno internazionale sui tumori al cervello. La giornata è stata organizzata e fortemente voluta da Gian Paolo Cestari, presidente de “Il Quadrifoglio Verde P.S. P.S.”, associazione no profit cittadina, nata per sostenere e finanziare gli scienziati nella ricerca oncologica: “Questo progetto nasce da una mia idea in seguito alla contrazione del glioblastoma da parte di un mio caro: da quel momento ho girato diversi ospedali dove ho avuto la possibilità di confrontarmi con medici che, con sensibilità e professionalità, mi hanno spiegato in maniera accurata la malattia. Con questo evento vogliamo dare la possibilità anche ad altri pazienti di avere un colloquio con gli esperti del settore così da sensibilizzare l’opinione pubblica”, ha spiegato Cestari alla conferenza stampa svoltasi questa mattina presso la Torre di san Paolo in Castello.
Il meeting tratterà delle più recenti e importanti scoperte scientifiche sui tumori cerebrali, in particolare sul glioblastoma, tumore “nato” negli ultimi dieci anni e sempre più presente nella fascia degli over 55 anni, ma in alcuni casi anche nei bambini. “E’ un male particolarmente aggressivo che ha origine in una zona di congiunzione tra cervello e midollo spinale – non si diffonde quasi mai all’esterno – e di conseguenza risulta difficilmente debellabile chirurgicamente. Lo contraggono circa quattro individui all’anno su un campione di centomila persone e può manifestarsi con crisi epilettiche prima mai avvenute, perdita di sensibilità negli arti e forme di dislessia. In Italia sono alcune migliaia i pazienti coinvolti” specifica il dr. Finocchiaro, direttore dell’unità operativa di neurologia VIII del dipartimento di neuro-oncologia dell’Istituto Besta di Milano.
Innovativa la scansione della giornata, pensata per soddisfare più esigenze: “E’ fondamentale creare un evento scientifico che sia costruttivo anche per i pazienti e i propri familiari. In queste situazioni di difficoltà il rischio è quello di affidarsi troppo a Internet e perdersi in false speranze. In quest’occasione invece, per la mattinata è previsto un workshop “a porte chiuse” tra i più autorevoli esperti della neuro-oncologia (provenienti da Stati Uniti, Francia, Svizzera, Regno Unito e Italia) durante il quale potranno parlare e confrontarsi con altri medici provenienti da tutta la penisola sugli sviluppi delle ricerche effettuate fino ad oggi, mentre nel pomeriggio i dottori saranno a disposizione del pubblico che vorrà cogliere l’occasione per cercare risposte a domande relative questa patologia”, aggiunge Cestari.
Sarà un momento molto importante per lanciare un messaggio d’incoraggiamento e infondere una “ragionevole” speranza a chi ha contratto tale tumore, espone il dr. Finocchiaro: “Al giorno d’oggi, con il lavoro che siamo riusciti a fare sulla biologia del Dna della cellula malata, abbiamo constatato come il sistema immunitario dell’essere umano sia un’arma formidabile molto più di quanto ci si possa aspettare: è in quest’ottica che sosterremo i nostri pazienti cercando di debellare il tumore passo dopo passo, sostanzialmente prolungando l’esistenza dell’individuo, grazie a nuovi farmaci attivatori del sistema immunitario che recentemente hanno dato segnali incoraggianti e a ‘marker’ nel sangue che segnalano eventuali valori non consoni”.

L’appuntamento dunque è per l’11settembre in Castello, data non scelta a caso, visto che si vuole dare una valenza positiva ad una giornata che nel passato recente viene collegata ai tremendi attentati alle Torri gemelle, rendendo così onore alla comunità di medici americana, formidabile nel mettere in atto network indispensabili per lo studio di queste malattie.

L’evento verrà trasmesso in modalità streaming sul sito de Il Quadrifoglio.

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Profughi, Rossi: “Rispetto per le Istituzioni, la Lega smetta di usarle per polemiche politiche”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Il Sottosegretario alla Presidenza della Regione dice no alle provocazioni del Sindaco di Bondeno (Fe), intenzionato ad alzare le tasse a chi ospita profughi

Bologna – “Un sindaco – che è sindaco di tutti i cittadini del Comune che amministra, anche di quelli che non lo hanno votato – non dovrebbe mai perdere il senso della misura nelle proprie esternazioni e non dimenticarsi che rappresenta una Istituzione”.
E’ la replica del Sottosegretario alla Presidenza della Regione, Andrea Rossi, alle dichiarazioni del Sindaco leghista di Bondeno (Fe), che starebbe pensando di applicare nel proprio Comune Tasi e Imu in misura massima ai quei cittadini che intendessero ospitare profughi in case o strutture di loro proprietà.
Rossi – che sempre sul tema profughi nei giorni scorsi aveva replicato al capogruppo leghista Fabbri, ricordando che nel 2011 fu Roberto Maroni il ministro degli Interni che chiese aiuto agli Enti locali per far fronte all’emergenza profughi, ricevendo prova di grande responsabilità da parte di Sindaci e Presidenti di Regione, senza tenere in alcun conto la propria appartenenza politica – ritiene che “non è certo con le minacce di ritorsioni tributarie, evidentemente illegali, che un amministratore pubblico affronta i problemi”.
“Temo sarà fatica inutile – conclude Rossi – ma non mi stanco di invitare la Lega Nord, e specialmente quando i propri aderenti hanno ruoli istituzionali, a non trascinare le Istituzioni che rappresentano in discutibili teatrini, dei quali facciamo volentieri a meno”

Il Ferrara Buskers Festival a Uno Mattina

da: Associazione Ferrara Buskers Festival

Il servizio sarà trasmetto venerdì mattina, 4 settembre 2015, nel corso della popolare trasmissione di Rai1

A pochi giorni dalla sua conclusione, appuntamento televisivo con il Ferrara Buskers Festival® 2015, per rivivere la festa, le emozioni e il successo della 28esima edizione. Venerdì mattina, su Rai 1, nel corso della popolare trasmissione Uno Mattina, sarà trasmesso il servizio di Barbara Tomasino e Andrea Conte, per raccontare le storie, gli artisti di strada e la città che ha fatto loto da grande palcoscenico.

La dieta mediterranea apre la Fiera di Argenta l’11 settembre: il convegno organizzato da Comune, Ascom, Fipe, e Associazione Aleotti

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Che cosa c’è di più tipico della dieta mediterranea? Così naturale viverla (e seguirla) che non si era ancora pensato a renderla in sé un prodotto da valorizzare nella ricca filiera dell’enogastronomia. Ma ora il tema comincia ad essere d’attualità, specie dopo l’inizio della discussione su due disegni di legge per la creazione di un vero marchio “dieta mediterranea” garantito da apposito disciplinare. Per questo, se ne parlerà venerdì 11 settembre alle ore 16,00 ad Argenta (centro culturale Mercato, piazza Marconi), all’interno di un grande dibattito promosso dal Comune, da Ascom e dall’associazione Aleotti alla presenza di una nutrita platea di ospiti ed esperti, nell’ambito della tradizionale fiera, giunta nel 2015 alla 58^ edizione, e che alle 15.30 sarà inaugurata dal ministro dei beni e attività culturali e del turismo Dario Franceschini. “Nell’anno di Expo trattare anche in un contesto locale ma prestigioso come quello della fiera di Argenta temi al tempo stesso tipici e globali come la dieta mediterranea – spiega Giulio Felloni, presidente di Ascom Confcommercio Ferrara – è un’occasione per dare evidenza alle unicità del territorio e ancor più del made in Italy. L’enogastronomia è parte integrante di un’offerta turistica completa, ma occorre aumentare la consapevolezza verso le sue tante caratterizzazioni per renderla distintiva anche agli occhi degli stranieri; rappresenta un vero unicum per cui è essenziale che sia conosciuta e anche riconosciuta”. All’incontro, dal titolo “Cibo, globalità e dieta mediterranea”, moderato dal direttore di Ascom Davide Urban e introdotto dagli interventi del sindaco di Argenta Antonio Fiorentini e del presidente della camera di commercio di Ferrara Paolo Govoni, parteciperanno insieme esponenti del mondo politico, economico, e gastronomico. Alla tavola rotonda, infatti, contribuiranno l’onorevole Paolo De Castro (coordinatore per il gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, nonché ex titolare del dicastero delle politiche agricole), e l’assessore regionale alla scuola, università e lavoro Patrizio Bianchi; a rappresentare poi l’economia del territorio ci sarà pure il presidente di Ascom Confcommercio Ferrara Giulio Felloni, mentre lo chef stellato Maria Grazia Soncini, porterà il punto di vista direttamente dal “campo”. Non mancherà inoltre il contributo degli imprenditori del settore, attraverso la F.I.P.E., la federazione nazionale più rappresentativa dei pubblici esercizi, promotrice tra l’altro della proposta di marchio tipico ‘dieta mediterranea’. Ospiti a questo proposito, saranno il direttore generale di Fipe Marcello Fiore, e Matteo Musacci (presidente provinciale Fipe e presidente nazionale Giovani Imprenditori) per cui “la promozione del marchio ‘dieta mediterranea’ è una questione molto attuale; la dieta mediterranea ci rende famosi nel mondo perciò è bene parlarne, ed è significativo che Argenta sia uno dei primi comuni in Italia a incoraggiare questo tipo di dibattito”. Al proposito il sindaco Fiorentini conferma: “Il convegno “Cibo, globalità e dieta mediterranea” con il quale inauguriamo la 58° edizione della fiera di Argenta si inserisce a pieno titolo nella strategia che la nostra Amministrazione sta adottando da alcuni anni per il rilancio economico del nostro comune: la valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche del territorio. Crediamo fortemente che proprio puntando sulla qualità dei nostri prodotti, in particolare su quelli strettamente legati al settore agroalimentare, settore fiorente e trainante, sia possibile gettare le basi per uno sviluppo consolidato e di lungo termine”.

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A Porotto insieme si parla di Terzo settore sportivo: il confronto sulla riforma

da: ufficio stampa Partito Democratico Ferrara

L’Istat ha censito 300.191 organizzazioni no profit, un numero elevatissimo. Per due terzi si occupano di cultura o di sport e sono piccole (sotto i 30.000 euro annui di bilancio).
Nel marzo del 2014 il Governo ha presentato e sottoposto a consultazioni on line le “ linee per la riforma del terzo settore “ ne ha raccolto i suggerimenti e ha presentato la proposta di legge “ Delega al Governo per la riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale”. Su questo testo la Camera ha avviato una lunga discussione con oltre cinquanta soggetti auditi e un confronto parlamentare sui più di 400 emendamenti presentati.
La discussione quindi è ancora in corso mentre il disegno di legge è in discussione al Senato.
Lo sforzo da compiere è quello di rendere il confronto comprensibile a tutti, uscire dai tecnicismi e portarlo all’attenzione generale.

Per questo a Porotto Insieme giovedì 3 settembre ore 20,00: LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE NELLA RIFORMA DEL TERZO SETTORE

Ne parliamo con…
On. Edoardo Patriarca (Commissario Affari Sociali della Camera dei Deputati)
On. Paola Boldrini (Commissario Affari Sociali della Camera dei Deputati)
Simone Merli (Assessore allo sport del Comune di Ferrara)
Luciana Pareschi (Delegata CONI della provincia di Ferrara)

Il camper di Hera a Poggio Renatico

da: ufficio stampa Hera

In settembre il Servizio Clienti di Hera arriva sotto casa il mercoledì a Poggio Renatico

Il camper di Hera sarà presente nel mese di settembre nel comune di Poggio Renatico dove farà tappa nell’area del mercato dalle ore 8.00 alle ore 13.00, mercoledì 2, 9, 16, 23 e 30 settembre.

Un’ulteriore opportunità di dialogo e vicinanza offerta da Hera ai suoi clienti che rende più facile sbrigare le pratiche relative ai servizi offerti.

Sarà infatti possibile effettuare tutte le operazioni contrattuali e commerciali tipiche di un normale sportello, stipulare contratti, modificare quelli già esistenti, richiedere informazioni sulle bollette e ricevere informazioni sui servizi gestiti nel territorio, ottenere consulenza ed assistenza, conoscere e sottoscrivere le offerte a mercato libero per la fornitura di energia elettrica e gas.

Cimice asiatica, Caselli: la Regione a fianco degli agricoltori per fronteggiare l’emergenza

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Inviata al Governo la richiesta per l’utilizzo di antagonisti naturali. In arrivo un depliant informativo per la popolazione

“Stiamo seguendo con attenzione l’evolversi della situazione attraverso i tecnici del Servizio fitosanitario regionale. Oltre al monitoraggio, stiamo supportando gli agricoltori nell’individuare le più efficaci misure di contrasto, mentre ho già provveduto a scrivere ai ministri delle Politiche agricole Martina e dell’Ambiente Galletti, per valutare anche azioni a livello nazionale, tra cui la possibilità di introdurre un antagonista naturale. Come Regione stiamo anche predisponendo un depliant informativo per i cittadini”. Così l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli è intervenuta oggi per fare il punto sulla presenza anche in Emilia-Romagna della “cimice asiatica”, una specie invasiva in grado di produrre danni alle produzioni agricole (alberi da frutto in particolare) e alle piante ornamentali.
Halyomorpha halys è stata segnalata per la prima volta in Emilia-Romagna nel 2012, ma solo durante l’estate 2015 è cresciuta in modo esponenziale, causando danni alla produzione agricola soprattutto nel Modenese. La sua presenza è stata attestata anche in provincia di Reggio Emilia e di Bologna. Altri focolai sono stati riscontrati in Lombardia e in Piemonte.L’insetto si presenta di colore marmorizzato grigio-marrone ed è lungo tra i 12 e i 17 millimetri.
Per fronteggiare questa nuova emergenza, il Servizio fitosanitario regionale ha già concesso alcune deroghe per poter impiegare, nel rispetto dei disciplinari di produzione integrata e dunque dell’ambiente e della salute dei consumatori, prodotti dotati di una adeguata attività nei confronti della cimice asiatica. E’ inoltre in corso uno studio dell’Università di Modena e Reggio, dei Consorzi fitosanitari regionali e del Servizio fitosanitario dell’Emilia-Romagna per individuare strategie di controllo sostenibile che vadano oltre la fase tampone iniziale.
Oltre a sostenere l’attività di ricerca, la Regione sta predisponendo un pieghevole che verrà diffuso tra la popolazione per indicare le misure più idonee a fronteggiare la cimice asiatica anche all’interno delle abitazioni, dove può trovare rifugio durante la stagione invernale. Va precisato che l’insetto non punge, non trasmette malattie né all’uomo né agli animali e il fastidio che può provocare alla cittadinanza è rappresentato, oltre che dal caratteristico odore, dalla sua abitudine ad aggregarsi in grandi numeri all’interno delle strutture anche residenziali, limitrofe alle zone colpite

Per informazioni e per segnalare eventuali presenze è possibile contattare il Servizio fitosanitario regionale o l’Università di Modena e Reggio: mbariselli@regione.emilia-romagna.it lara.maistrelli@unimore.it

Una scheda tecnica sul sito : http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/fitosanitario/doc/avversita/avversita-per-nome/cimice-asiatica/cimice-asiatica-allarme-negli-impianti-di-pero-agosto-2015

Meccanica Nova è il nuovo main sponsor del club

da: ufficio stampa Pallacanestro Vigarano

La Pallacanestro Vigarano annuncia il suo main partner per la stagione 2015/2016

Pallacanestro Vigarano è lieta di annunciare l’abbinamento per la stagione 2015/2016 che vedrà il club biancorosso scendere in campo ancora in Serie A1/F. con il marchio di una importante realtà come Meccanica NOVA S.p.a.

Il presidente Marco Gavioli e tutto il Consiglio accolgono con grande entusiasmo la collaborazione con Meccanica NOVA che diventa così il partner principale del club biancorosso, all’interno di un pool di sostenitori sempre più numeroso.

Meccanica NOVA è da oltre un decennio in campo nello sport ed in particolare nella pallacanestro con esperienze all’interno del Settore Giovanile del Castiglione Murri e di Libertas Basket Bologna. Proprio con la società rossoblù ha recentemente tagliato il ragguardevole traguardo delle dieci stagioni consecutive di sponsorizzazione, testimonianza continua e costante dell’impegno di Meccanica NOVA a sostegno del movimento cestistico.

Un caloroso benvenuto all’Ing. Carlo Novarese e a tutta la sua famiglia, che con grande passione e continue testimonianze di affetto, ha seguito per oltre un decennio i traguardi e i numerosi successi ottenuti a Bologna in ambito femminile.

Meccanica NOVA e Pallacanestro Vigarano legano ora il proprio nome con l’augurio di una stagione proficua e di grandi reciproche soddisfazioni. Non solo vittorie, ma anche consolidamento della base sociale, maggiore attenzione alle giovani e impegno sul territorio. Obiettivi che da subito sia il Consiglio che il DG Zazzaroni hanno condiviso in pieno con l’Ing. Carlo Novarese e la sua importante azienda.

Staff e giocatrici che già conoscono l’Ing. Novarese e la sua famiglia non possono che essere entusiasti del suo arrivo, a portare un affetto sempre genuino e costante, una parola di incoraggiamento nelle difficoltà, piccoli gesti, ma sempre apprezzati e di grande umanità.

Nasce così l’abbinamento Meccanica NOVA con il quale il club biancorosso disputerà il prossimo Campionato di Serie A1/F. cercando di difendere con efficacia e grande grinta i propri colori sui principali campi di Italia.
La nuova divisa da gioco sarà svelata alla Conferenza Stampa di Presentazione che si terrà nella sede del Club nel corso del mese di settembre, dove insieme ad Autorità e Partners, la società andrà ad illustrare la stagione che a grandi passi è ormai alle porte.

Nel frattempo non possiamo che dare il benvenuto in questa nuova avventura, che porterà ancora una volta il marchio di Zola Predosa (Bologna) sui principali campi da gioco italiani.

Meccanica NOVA è un’azienda leader mondiale nel proprio settore, che da quasi 80 anni progetta e realizza sistemi di rettifica per interni ed esterni. L’azienda occupa uno stabilimento alla periferia di Bologna, precisamente Zola Predosa, costituito da un edificio di oltre 10.000 metri quadrati di stabilimento, fornita delle più moderne attrezzature e da una palazzina di 3.000 metri quadrati costruita su 3 livelli, adibita ad uffici.

Le maestranze impiegate sono circa 150, la maggior parte tecnici altamente specializzati e con lunga esperienza di lavoro nel campo delle rettificatrici. Per affrontare i frequenti cambiamenti che caratterizzano il mercato di oggi e la crescente competitività a livello mondiale, Meccanica NOVA impiega il 20% dei propri dipendenti in attività di Research & Development e Marketing & Communication, per studiare e proporre soluzioni di rettifica destinate ai settori emergenti che richiedono prodotti sempre più evoluti ed innovativi, come per il settore energetico o i componenti per motori ibridi di ultima generazione.

L’azienda propone un’ampia gamma di macchine per soluzioni di rettifica interna, esterna e combinata di particolari che vanno da 5mm a 1000mm. Offre sistemi di rettifica integrati, totalmente automatizzati, ad alta produttività, così come soluzioni su misura per specifiche esigenze di rettifica.

Caratteristiche vincenti dell’azienda:
– Elevato standard qualitativo
– Affidabilità nel tempo
– Flessibilità elevata
– Realizzazioni personalizzate
– Servizio di Assistenza efficiente
– Rettifica per Interni, Esterni, Combinata
– Linee alimentazione
– Servizi di post produzione

Sede di produzione
Meccanica NOVA s.p.a.
Via Roma, 54/A – 40069 Zola Predosa (Bo) – 051 2980211 – P. Iva 00500281209
Sedi di vendita ed assistenza tecnica all’estero
Meccanica NOVA Corporation Troy (Detroit – Michigan) USA
Meccanica NOVA GmbH Stoccarda (D)
Ultima Stagione di Partnership nella Pallacanestro
Libertas Basket Bologna (A2) – Collaborazione dal 2005 al 2015.

Vendemmia: 2015 annata ideale per qualità e quantità del vino

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Con l’arrivo di settembre comincia ad entrare nel vivo la vendemmia 2015 che si presenta come una delle migliori degli ultimi anni in termini di qualità e buoni risultati anche in quantità. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna sottolineando che il favorevole andamento della stagione ha creato le condizioni ideali per la qualità delle uve e del vino ed ha portato ad un aumento medio delle produzioni del 5 per cento rispetto al 2014, quando furono raccolti 8,3 milioni di chilogrammi di uva per una produzione di 6,3 milioni di ettolitri di vino. La primavera piovosa e l’estate torrida – informa Coldiretti – hanno anticipato la vendemmia di quasi una settimana: già a metà agosto nei vigneti di pianura si è cominciato a staccare i grappoli per i vini bianchi (pinot, chardonnay, moscato) e si proseguirà per tutto settembre con gli altri vini bianchi per arrivare ad ottobre con i grandi rossi, dal sangiovese al gutturnio.
Il 45,9 per cento dei vini dell’Emilia Romagna – ricorda Coldiretti regionale – è destinata alla produzione di vini Doc (15,9%) e Igt (30%), mentre la restante percentuale è destinata a vini da tavola. I vini Doc sono 18, quelli igt 9, mentre due vini vini (Albana di Romagna e Pignoletto classico dei Colli bolognesi) hanno ottenuto la denominazione di origine controllata e garantita (Docg).
In Emilia Romagna – sottolinea Coldiretti – ci sono 50 mila ettari di vigneto, coltivati da 22 mila aziende, più di un terzo delle quali (35%) vende direttamente al consumatore. Quello della vendita diretta del vino – commenta Coldiretti Emilia Romagna – è una tendenza in continuo aumento negli ultimi anni anche come risposta alle richieste dei consumatori di conoscere personalmente il produttore e scoprire le caratteristiche del prodotto che intendono acquistare, andando contemporaneamente alla scoperta del territorio di origine.

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Divertimento in Riviera, rilancio e regole per un settore strategico

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Oggi incontro in Regione col presidente Bonaccini, l’assessore al Turismo Corsini e Gianni Indino, presidente regionale del Silb. Entro l’autunno un pacchetto di proposte per gli imprenditori del settore

+Una strategia condivisa per valorizzare il mondo del divertimento nel pieno rispetto delle regole. Il tema, di particolare attualità dopo la vicenda legata al Cocoricò di Riccione che ha colpito il settore del divertimento, è stato affrontato e sviluppato questa a mattina nella sede della Regione, in viale Aldo Moro, nel corso di un incontro che ha visto coinvolti il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini e Gianni Indino, presidente regionale dell’Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo (Silb).

Oggi a Bologna è stato fatto il punto rispetto alla necessità di una valorizzazione delle imprese della filiera del divertimento, componente strutturale dell’offerta turistica nella Riviera adriatica, ed è stato convenuto un incontro con i gestori dei locali, che si terrà entro l’autunno. Agli imprenditori del divertimento verrà presentato un pacchetto di proposte. Tra queste, con l’obiettivo di valorizzare le imprese del settore che generano ricchezza e occupazione, una campagna di promozione tesa a promuovere la componente turistica legata al divertimento e la definizione di una serie di regole.

“L’incontro di stamattina – ha commentato l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini – è parte di una strategia che vede la Regione guidare un percorso, insieme al Silb, finalizzato a valorizzare il mondo del divertimento nel pieno rispetto delle regole, riportando nella giusta dimensione un elemento fondamentale della nostra offerta turistica”.

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Lettera aperta del sindaco ai cittadini in merito alle sue recenti affermazioni relative ad un ipotetico parallelismo storico tra Olocausto e tragedia profughi

da: ufficio Portavoce del Sindaco di Ferrara

Cari cittadini e cittadine,
vorrei spiegare a voi il mio pensiero su ciò che è stato scritto in merito alle mie recenti affermazioni. Vogliono farmi passare per un revisionista o un superficiale ed approssimativo commentatore dei drammi della storia: quella del Popolo ebraico o quella delle tante vittime della ignoranza, della superficialità, del silenzio colpevole.
Non riusciranno, neanche scatenando pagine ostili, a farmi rompere legami forti di amicizia con la comunità ebraica, ipotizzando acritici parallelismi storici che non mi passano neppure per la mente. Sono tanto sereno che ribadisco e ripeto con forza le mie parole: sono un appello morale contro l’indifferenza di oggi, troppo simile a quella di ieri, che colpevolizzava le vittime, che gettava quotidiana benzina sul fuoco bruciando le coscienze. Da cristiano, da sindaco, da uomo non taccio per la paura della speculazione di parte! Lo faccio perché sento su di me la responsabilità dell’oggi. Non sono qui solo ad asfaltare le strade perché Ferrara non è solo manutenzione o quadri da mostra : Ferrara è scuole di bambini che devono crescere in una comunità di valori, è cuori di adulti. Mi dispiace che qualcuno riportando a spanne il mio pensiero abbia determinato reazioni che non volevo.
Se sbaglio me ne assumo la responsabilità ma ripeto:
“Quando ricordiamo oggi i vagoni carichi di ebrei diretti ai campi di concentramento, tutti pensiamo che oggi non potrebbe succedere. Siamo convinti che se passassero oggi quei vagoni in stazione, carichi di esseri umani che implorano aiuto, ogni ferrarese si farebbe avanti per accoglierli. Eppure con la complicità di partiti e giornalisti è nato un livello inaccettabile di conflittualità che non ci fa onore. Sono convinto che tra 50 anni i nostri nipoti leggeranno questi comportamenti esattamente come noi giudichiamo il silenzio dei nostri nonni di fronte ai campi di concentramento”
Qualcuno è in grado di assicurare che l’umanità è vaccinata rispetto all’orrore?

Tiziano Tagliani
Sindaco di Ferrara

Il 4 settembre La moda in Castello Cna, mix di bellezza, creatività e spettacolo in passerella

da: ufficio stampa Cna Ferrara

Tredici le imprese ferraresi protagoniste, che presenteranno le proprie creazioni esclusive. Il programma della serata

Sarà una edizione densa di bellezza, brio e stile quella de “La Moda in Castello 2015”, in programma venerdì 4 settembre, alle ore 21, in piazza Castello a Ferrara, manifestazione organizzata da Cna Associazione di Ferrara e Cna Federmoda, con la direzione artistica della Società Made Eventi, il contributo della Camera di Commercio e il patrocinio del Comune di Ferrara.
Ne hanno parlato Alberto Minarelli e Corradino Merli, presidente e direttore della Cna di Ferrara, Maria Grazia Zapparoli e Amelia Grandi, rispettivamente presidente e responsabile di Cna Federmoda e Alessandro Pasetti di Made Eventi, presentando l’edizione odierna della popolare manifestazione, dedicata alle imprese ferraresi di un settore in questi anni pesantemente penalizzato dalla recessione. Lo ha ricordato il presidente Minarelli, evidenziando come, al contrario, la Moda in Castello, evento di grande popolarità e successo, rappresenti un po’ il simbolo della grande qualità delle imprese che hanno saputo superare momenti difficili, puntando sulla innovazione e l’eccellenza.
E’ anche attraverso questo evento che Cna ha cercato di valorizzare e sostenere l’importante sforzo delle aziende della moda – ha insistito il direttore Merli – offrendo loro visibilità, opportunità di business e il supporto del territorio. Professionalità, saper fare, creatività e innovazione: sono tutte caratteristiche presenti in larga misura – ha quindi sottolineato la presidente di Federmoda, Maria Grazia Zapparoli – nelle attività protagoniste della Moda in Castello 2015. Che si presenterà, ancora una volta, come un grande spettacolo di moda, ma anche di musica, danza e spettacolo, capace di sorprendere, coinvolgere e conquistare il proprio pubblico, ogni volta numeroso ed entusiasta (già superati i mille posti a sedere alla data odierna)
Queste le 13 aziende attorno alle qualit graviterà questa edizione 2015 della Moda in Castello Cna: Atelier Il Sogno (abiti da sposa – Ferrara), Boutique Primadonna (abbigliamento donna – Ferrara), Inpell – (cinture in pelle artigianali – Ostellato), Le Reves del Moma (alta bigiotteria artigianale – San Biagio d’Argenta), Minimale Mode (scarpe e abiti da ballo – Cona), Non solo sabbia (total look donna – Migliarino), Pitti Fur (pellicceria– Ferrara), Punto di vista (occhiali da vista e da sole – Bondeno), Sartoria Laura Mode (abiti su misura – Copparo), Tutù (abbigliamento da 0 a 16 anni – Ferrara), Via Garibaldi Boutique (abbigliamento Donna – Ferrara), Acconciature Punto X I Parrucchieri (Ferrara e Codigoro), Essere Benessere (estetica e abbronzatura – Copparo).
Il programma della serata. Numerosi i motivi di interesse per il programma della serata di venerdì, illustrato da Amelia Grandi, responsabile di Cna Federmoda e Alessandro Pasetti. Naturalmente, il posto d’onore spetterà alla sfilata, con gli esclusivi capi della stagione autunno – inverno 2015 – 2016 delle imprese protagoniste, intervallati da momenti di spettacolo con personaggi di spicco del mondo della musica, della danza e dell’arte in genere. In primo piano artisti divenuti popolari grazie a talent show televisivi di grande successo, come Aba, finalista di X Factor 2013 e, da Italia’s got Talent, Camilla Costa e il gruppo Mandalas (danza su musiche eseguite con il Buugeng) e il «domatore di bolle» Billy Bolla (Alessandro Bruno Martignoni). Inoltre, sul palcoscenico si alterneranno i ballerini della School of dance and musical di Louise Anne Gard, le performances dell’acrobata Fabio Pinna, tratte dal suo spettacolo Roue Cyr e preziosi momenti di “Tango Angel” interpretati, da Cristiano Magri e Cinzia Capatti. La regia è di Simona Barchetti, presentano Laura Sottili e Alessandro Pasetti.
Sempre venerdì sera, sfileranno le creazioni dei finalisti del concorso Cna per giovani talenti della moda, “La Moda in Castello siamo anche noi”, proclamati lo scorso luglio. E cioè: Pasquale Montoro, Desirée Marcorato, Stefania Bernecoli e Aliona Mindru. Gli abiti dei giovani stilisti sono stati realizzati gratuitamente da tre aziende ferraresi associate alla Cna del comparto moda: Confezioni Debora, Confezioni Grazia e Sartoria Laura Mode.
Sponsor della odierna edizione de La Moda in Castello 2015 sono: Banca Popolare dell’Emilia Romagna, UnipolSai Assicurazioni, e inoltre, Telestense, Suono&Immagine, Citroen, Centro Odontoiatrico Montebello, Nuova Officina Nord. Attenzione: per quanti non potranno essere presenti alla serata di venerdì, o vorranno rivederne i momenti salienti, sabato 5 settembre, alle ore 21,30, andrà in onda sulla emittente televisiva Telestense La Moda in Castello in versione integrale.

Il Delta del Po, un tesoro da svelare al mondo: cibo, natura, arte e cultura

da: Delta 2000

Speciale MILANO EXPO 2015 – PO DELTA PARK ITALY

Come recita il suo “pay off” turistico, l’Emilia Romagna è sempre stata una “TERRA CON L’ANIMA”.
Una terra di saperi e di sapori, patria del buon vivere e dell’ospitalità dove la tradizione di nutrirsi con sapienza valorizzando le risorse dei territori ha radici centenarie.
Sono tanti i territori dell’Emilia Romagna e vanno dall’Appennino al Mare Adriatico, ognuno con le proprie peculiarità, le proprie tradizioni, la propria cucina e la propria storia.
Tra questi territori ne esiste uno, a suo modo unico nell’intero panorama nazionale italiano.
Unico perché unico è il fiume che l’ha forgiato nei millenni.
Unico come è il DELTA DEL PO.
Un’area protetta tra le più importanti d’Italia, recentemente riconosciuta come MAB, Man and Biosphere, dall’Unesco, un mosaico di acqua e di terra, dove il lavoro e la vita dell’uomo hanno da sempre tenuto conto del delicato equilibrio naturale che caratterizza l’intera zona.
Un Parco Regionale con un patrimonio inestimabile di biodiversità, di boschi igrofili e zone umide di saline e fenicotteri. Un patrimonio inestimabile di prodotti della terra che la mano dell’uomo ha saputo valorizzare creando una straordinaria tradizione gastronomica.
Appare naturale che l’appuntamento di EXPO 2015 dove protagonisti sono cibo, prodotti ed eccellenze divenga una vetrina irrinunciabile per i tesori unici del Delta del Po.
Sono anni che il Gruppo di Azione Locale DELTA 2000 opera per la valorizzazione delle risorse ambientali, naturalistiche e delle produzioni tipiche del Delta del Po Emiliano Romagnolo, che oggi può essere considerato una delle principali destinazioni per il turismo sostenibile e slow a livello nazionale. Ed è proprio DELTA 2000 che in collaborazione con la Regione Emilia Romagna e l’Ente per la gestione dei Parchi e della Biodiversità – Delta del Po, porterà la straordinaria offerta del Delta Emiliano Romagnolo a Milano EXPO il 3 e 4 settembre prossimi.
Per chi vorrà essere nostro gradito ospite saranno due giornate dedicate a performance artistiche che mireranno ad interpretare la biodiversità del Delta del Po ed il suo patrimonio culturale ed enogastronomico, attraverso la pittura, la danza e la fotografia. Laboratori di pittura on stage e laboratori con protagonista la preziosa risorsa acqua curati dal CEA, si alterneranno ad attività di animazione e a coreografie di danza classica, moderna e contemporanea a cura di Surya Dance Company.
Ballerini che si librano in aria come uccelli sui meravigliosi specchi d’acqua del Delta, perché come diceva la famosa danzatrice e coreografa americana Martha Graham “le nostre braccia hanno origine dalla schiena perché un tempo erano ali”.
DELTA 2000 Soc. cons. a r.l.
Strada Mezzano, 10 – 44020 Ostellato (FE) Tel. 0533 57693-4 Fax 0533-57674 www.deltaduemila.net – e-mail: deltaduemila@tin.it
Capitale Sociale Euro 120.333,94 – Numero Registro Imprese di Ferrara, codice fiscale e partita IVA 01358060380 – R.E.A. di Ferrara 150.300

Nell’occasione si terrà inoltre la cerimonia di premiazione delle opere vincitrici del concorso “Riso- Sorriso”, con la partecipazione delle delegazioni internazionali presenti ad EXPO dei paesi rappresentanti alcuni dei vincitori, quali Indonesia, Tailandia, Spagna e Vietnam e la presentazione di due dei più importanti eventi di valorizzazione territoriale del Delta quali la Sagra dell’Anguilla di Comacchio e quella del Sale Dolce di Cervia.
Verranno organizzati momenti di animazione sulla attività di birdwatching e di slow tourism nelle splendide zone umide del Delta del Po e la presentazione di quelli che sono considerati “i tesori del gusto del delta” come l’anguilla marinata di Comacchio, il sale di Cervia, la coppia di pane ferrarese, la piadina romagnola, i vini delle sabbie, il vino burson, le confetture di zucca, e tanti altri che saranno in esposizione nell’arco delle due giornate.
Presso lo spazio video verrà presentato il video “Cineturismo nel Delta del Po”, oltre ad una serie di immagini e di prodotti multimediali sulle straordinarie bellezze del territorio del Delta da Cervia a Goro.
La “Piazzetta della Regione Emilia-Romagna” che ospiterà il Parco del Delta del Po a Milano EXPO il 3 e 4 settembre sarà visitabile dalle ore 10.00 alle ore 23.00 ed è localizzata a 30 mt da Palazzo Italia e a pochi passi dall’”Albero della Vita”.

Ferrara Baseball, ai playoff il tutto per tutto

da: Ferrara Baseball

Per gli estensi un girone delicato, ma provarci è d’obbligo. Punti di forza e criticità di una squadra che scenderà in campo cercando di sovvertire i pronostici.

La prima domenica prossima contro Mirano, e intanto bisogna vincerla. Poi semifinale, con la vincente tra Venezia e Padova. In caso, finalissima il 20 settembre, contro la prima del girone Pedemontano (Conegliano, la più papabile). Questo il percorso a ostacoli per il Ferrara Baseball, se l’obiettivo ultimo fosse lo scudetto LAB: la squadra estense è attesa ai playoff da impegni proibitivi, più una via crucis che un cammino di salute; e ci starebbe che le pretese, dopo un campionato ad alti e bassi come quello appena concluso, si fossero abbassate. I ragazzi del Castello erano partiti molto bene: quattro vinte nelle prime cinque uscite, sconfitti solo da Venezia giocando comunque un buon baseball; poi l’apoteosi, con la vittoria casalinga su Padova: inaspettata ma giusta, e purtroppo decisamente effimera. Da lì in poi tanti dolori, dagli stop con Treviso alle grandinate del Plebiscito (16-1 e 18-2 per i campioni in carica), alla sconfitta con Badia fino a quel momento sempre battuta. Difficile dire come andrà adesso, ma Ferrara dovrà provarci fino in fondo: la formula dei playoff, partita secca, può riservare sorprese; e comunque, in mezzo a tanti dubbi, gli estensi hanno anche trovato qualche certezza.
IL ROSTER: la squadra si è rinnovata rispetto allo scorso campionato: l’intesa sul campo ha richiesto tempo, e i risultati ne sono un effetto. L’età media non è bassissima, ma sono entrati nel gruppo numerosi volti nuovi con un solido passato in campo (Bologna, Pordenone, Udine, Rovigo). Numericamente il gruppo è in crescita costante, segno che il movimento sta prendendo piede. E gli ultimi arrivi, come i giovani fratelli Ambrosio e l’esperto interno Ivano Bettoni, hanno aumentato le possibilità tattiche di un gruppo che se al completo gode di una panchina bella lunga (Canci, Menini).
IL BULLPEN: Ferrara conta due lanciatori titolari, Benetti e Abetini, che per la categoria sono davvero tanta roba. Una preparazione invernale non mirata e gli infortuni di inizio stagione hanno evidenziato però l’assenza di vere alternative ai partenti: Ambrosio, Salmi e soprattutto Tura sono ipotesi valide per le rotazioni ma vanno messi in condizione di crescere, rappresentando di fatto un investimento per il futuro più che una cartuccia da sparare ora.
LA DIFESA: durante il campionato la linea esterna non ha subito più del necessario, ed anzi è spesso risultata incisiva. Nel reparto si è segnalato l’ex Fortitudo Marzaduri, e ci sono molte soluzioni pescabili nel roster (Gentili, Peano, Squarzanti, Fioratti, Stocchi, Ferrigato). Il diamante è cresciuto nel corso della stagione, e adesso è più facile abbinare ad ogni faccia un ruolo preciso. Novi, Reitano, Carlotti, Bassi, Fabbri, Gambetti possono essere spesi con una certa elasticità sulle basi; poi c’è Nicholas Bettoni, buono per tutti i ruoli. E molti degli interni possono essere impiegati anche come ricevitore.
L’ATTACCO: il vero tallone d’achille, anzi di Borso. Gli estensi hanno segnato poco durante la stagione: più di una volta, trovandosi ad inseguire, le polveri sono risultate bagnate, altre volte fradice. Per contraccolpo psicologico, in simili situazioni anche la difesa è andata in difficoltà, e se qualche volta si è perso di spiccioli, in altre occasioni son stati sberloni. Segnali di miglioramento nelle ultime partite, con una crescita generale di rendimento, frutto anche di allenamenti intensivi. Novi, Bettoni e Rotondo le mazze più pericolose del Duca.
L’AMBIENTE: l’avvicendamento alla guida del gruppo, passato da Herrera alla coppia Benetti-Della Portella, ha cambiato l’assetto tattico e la mentalità del gruppo. Più attenzione al collettivo, meno ansia da prestazione. “Vincere è il nostro obiettivo, non la nostra ossessione”, uno dei motti del coach. Lo spogliatoio ne ha ricavato una maggior solarità, e lo spirito di gruppo lo ha spesso dimostrato. Potrebbe averne risentito l’intensità: a volte la squadra perde la giusta concentrazione, e a fronte di questo nessuno può sentirsi intoccabile: chi sbaglia paga, e ai playoff non ci saranno titolari inamovibili.

L’INDAGINE
Inchiesta nei supermercati di 68 città: la spesa a Ferrara è fra le più costose

da: associazione Altroconsumo

I consumi delle famiglie in Italia secondo l’Istat sono diminuiti da 29.450 euro all’anno nel 2010 a 28.300 euro all’anno del 2013, con una differenza di oltre 1.100 euro all’anno, corrispondente al 4% sul totale.

Spesa più contenuta e più attenta da consumatori assillati dalla crisi. In parallelo la mappa della grande distribuzione nel nostro paese è andata ridisegnandosi, seguendo la nuova domanda: sboom degli ipermercati, esplosi vent’anni fa insieme alla liberalizzazione nell’offerta all’utenza, investitori stranieri in crisi – Billa, il colosso austriaco che aveva acquistato Standa dieci anni fa ha chiuso nel 2014; Carrefour si è ritirato dal sud Italia per mancati obiettivi sugli utili; Auchan e i suoi 1400 esuberi annunciati.

Il settore è in evoluzione grazie all’economia di nuova generazione, quella intangibile ma realissima via internet: Amazon apre la sezione “alimentari e cura per la casa”.

In questo contesto Altroconsumo presenta l’annuale inchiesta su supermercati, iper e hard discount in 68 città italiane. Da oltre trent’anni l’appuntamento con il risparmio concreto seguendo la mappa della convenienza in città e per insegna: un concreto aiuto per i consumatori che vogliono risparmiare.
Rilevati 1.083.983 prezzi su 105 categorie di prodotti (spesa alimentare freschi e confezionati, prodotti per l’igiene personale e per la casa), 885 i punti vendita visitati.

L’inchiesta, disponibile su www.altroconsumo.it/supermercati, è consistente e articolatissima, traccia la classifica della convenienza per città e il podio delle insegne più convenienti.
Quest’anno, a seconda dei tipi di spesa, Emisfero, catena di super diffusa nel nordest, si aggiudica il titolo di “Supermercato più conveniente d’Italia” per i prodotti di marca; Iper quello di “Marca commerciale più conveniente”; Eurospin quello di “Hard discount più conveniente”.

Nel giro d’Italia della convenienza, a fronte di una spesa media (dati Istat) di 6350 euro all’anno per famiglia tipo, a Verona è possibile ottenere il risparmio più consistente: scegliendo i punti vendita più interessanti in un anno in media si abbatte la soglia dei 6000 euro – nessun’altra grande città in Italia offre di più. Seguono Arezzo, Firenze, Pistoia e Pisa – Toscana la regione più virtuosa tra tutte. In fondo alla classifica Palermo, Ascoli Piceno, Pescara e Aosta, dove la spesa costa 600 euro in più della media nazionale.

Dove non c’è dinamica concorrenziale i prezzi si allineano verso l’alto e lì stanno. Dove invece si fronteggiano insegne a suon di sconti chi vince è il consumatore e il suo portafogli ci guadagna: a Pordenone, Torino o Cuneo, e anche Napoli, il delta del risparmio supera i mille euro. Al contrario, scarse possibilità a Reggio Calabria e Caserta: solo 150 euro di differenza tra punti vendita più e meno cari.

Altroconsumo ha seguito i tre profili di spesa diversi degli italiani: che si scelgano prodotti di marca, quelli meno cari dell’insegna o che si vada all’hard discount è sempre possibile realizzare la spesa necessaria ritagliando un margine di risparmio. Da un punto vendita all’altro gli esperti dell’organizzazione di consumatori hanno rilevato su uno stesso prodotto di marca differenze del +175% (un’acqua gassata) o di +122% (un olio extravergine).

Classifica città per convenienza su spesa media

VERONA
5999
AREZZO
6017
FIRENZE
6021
PISTOIA
6022
PISA
6040
TREVISO
6046
ASTI
6066
CUNEO
6073
LA SPEZIA
6110
PADOVA
6121
PORDENONE
6135
LIVORNO
6156
BARI
6207
RIMINI
6214
VICENZA
6226
SAVONA
6247
VENEZIA
6254
BRINDISI
6259
TORINO
6269
PERUGIA
6277
TARANTO
6279
ALESSANDRIA
6300
PESARO
6306
COSENZA
6310
TERNI
6317
BOLZANO
6326
BERGAMO
6331
MODENA
6339
NOVARA
6359
LATINA
6359
NAPOLI
6364
LECCE
6368
FROSINONE
6371
BRESCIA
6375
AVELLINO
6380
CASERTA
6386
CATANIA
6392
FOGGIA
6397
GENOVA
6400
TRENTO
6405
CATANZARO
6406
SALERNO
6407
RAGUSA
6409
VITERBO
6410
CAMPOBASSO
6418
VARESE
6419
SIRACUSA
6419
ANCONA
6428
MILANO
6428
SASSARI
6432
COMO
6436
REGGIO DI CALABRIA
6444
UDINE
6450
ROMA
6454
POTENZA
6461
PARMA
6469
CHIETI
6483
PIACENZA
6485
MESSINA
6487
FERRARA
6493
BOLOGNA
6502
TRIESTE
6513
L’AQUILA
6515
CAGLIARI
6518
PALERMO
6560
ASCOLI PICENO
6573
PESCARA
6575
AOSTA
6636
Fonte: Altroconsumo, settembre 2015

LA RICORRENZA
Beslan 2004, il ricordo nelle immagini del fotografo James Hill

da MOSCA – Si è conclusa da alcune settimane a Mosca, al Centro per la Fotografia dei Fratelli Lumière, una mostra personale del fotografo e fotoreporter inglese James Hill, che, per oltre 20 anni, è stato testimone di eventi accaduti in Russia e in molte zone di conflitto nel mondo per importanti quotidiani, quali il New York Times. Il lavoro su molti progetti indipendenti ha altresì fatto parte dell’ampio curriculum di questo artista che oggi ci porta a ricordare uno degli episodi più tristi della storia Russa degli ultimi anni, gli attentati alla scuola di Beslan del 1 settembre 2004. Undici anni dopo il ricordo è ancora vivo.
Nella mostra moscovita si possono ammirare immagini del suo progetto “Tra guerra e pace”, che fa parte di un libro intitolato “Da qualche parte tra guerra e pace”, pubblicato, nel 2014, da Kehrer Verlag, il risultato di oltre due decenni di lavoro. Si tratta di una raccolta di ricordi da centinaia di viaggi in aree spesso sconvolte da duri conflitti di guerra. La mostra presenta una serie di scatti effettuati in zone di conflitto come la Cecenia, l’Afghanistan e l’Iraq ma anche momenti di pace in Russia e all’estero, così come, soprattutto, storie complesse su Beslan e Chernobyl, luoghi in bilico tra guerra e pace. Queste immagini non muoiono mai, dice James: “Anche se questi istanti possono essere congelati visivamente molti rimangono per me emotivamente irrisolti, richiamando la mia attenzione anche dopo molti anni averli vissuti”. Tutte le fotografie raccontano le storie e le emozioni che stanno dietro le immagini, incoraggiando a riflettere sul difficile equilibrio tra distacco professionale e il coinvolgimento privato in ogni evento che il fotoreporter si trovi ad affrontare. Le emozioni rimangono, i ricordi vanno tramessi, soprattutto se dolorosi.
Le fotografie di James Hill vanno oltre la mera notizia. Ma mentre la caratteristica vincente dell’immagine sull’Afghanistan vincitrice del premio Pulitzer nel 2001 era la straordinaria sensazione dello spazio e del paesaggio e una consapevolezza giornalistica del mondo che si fondeva con il compito artistico di creare una composizione raffinata, riempiendo il telaio densamente con il colore nobile (delle vesti di prigionieri talebani e di donne afgane), quasi in una tradizione pittorica, altro sarebbe stato l’approccio della serie più famosa in Russia (e la più cara a James Hill) quella su Beslan (2004), premiata con il 1° Premio al World Press Photo. Qui vengono usati pochissimi mezzi artistici, si potrebbe dire il minimo, e le fotografie dedicate alla scuola # 1 di Beslan due settimane dopo la tragedia sono rigorosamente in bianco e nero. All’interno delle immagini quadrate in bianco e nero vi è completo silenzio, lasciato lì, da solo, per poter ascoltare il fruscio del tappeto di foglie di quaderni sparpagliate sul pavimento. Il grigio-nero porta a ricordare la tragedia e la morte, la totale assenza di luce di tante giovani vite perdute. La realtà è terrificante: i colpi attraverso i muri, i disegni e le scritte dei bambini, tutto mostra, attraverso l’austerità artistica, una grande attenzione al dettaglio e una sensibilità; una profonda, intensa e toccante atmosfera fotografica.

beslan
Ritratti delle vittime sui muri della scuola
Scarpe delle vittime
Ritratti di Einstein e Newton nella classe di fisica
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Uomo addetto alle pulizie che recupera i libri
Bottiglie d’acqua davanti alla palestra
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Gioco sulla spalliera della palestra
Sigarette per gli ostaggi che tentavano di resistere
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Una lavagna della scuola
Fiori, immagini e ceri in omaggio alle vittime
Lettere cirilliche S e P in cartoncino
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Giovane alunna nelle settimane successive
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Parenti di alunni davanti alla scuola nelle settimane successive
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Allievi della vicina Scuola 6
Disegni di bambini della Scuola 6
Una colomba di carta con la scritta ‘No al terrore’

Nel suo libro “James Hill en Russies”, edito dalle Editions du Courrier de Russie, una sezione intera è dedicata a Beslan, “Beslan. Alcune settimane dopo”, quella delle foto 159-192. “Nella zona intorno alla scuola n.1, nelle settimane seguenti la tragedia, le parole si seccano sotto il dolore. Si udiva solo il rumore secco dei detriti sotto i passi lenti e pesanti nei corridoi e le classi. Il suolo era ricoperto dai vestiti degli ostaggi. I muri erano sfigurati dalle tracce di proiettili e dalle macchi di sangue. Nel silenzio, la mia testa era attraversata da due suoni immaginari e ben distinti: le voci e le risate dei bambini e il rumore delle armi. I terroristi non avevano solo attaccato degli innocenti, una sofferenza insopportabile per chi aveva perso alcuni dei propri cari, ma anche un’altra cosa, ben più importante. Avevano violato un codice implicito del comportamento umano e avevano lasciato dietro di loro l’insostenibile conoscenza del livello di sofferenza che una persona può infliggere a un’altra. Dopo i fatti, gli abitanti di Beslan tentarono di riprendersi. Andavano alla scuola per piangere. Bisognava. Ma allo stesso tempo tentarono di alleviare il loro dolore. Misero centinaia di bottiglia d’acqua fuori dalla palestra dove gli ostaggi erano stati privati dell’acqua durante i giorni dell’assalto. Su una sedia, in una classe, dove gli uomini che avevano tentato di resistere ai terroristi erano stati uccisi, misero delle sigarette, come ultimo omaggio. Dappertutto vi erano scarpe, tolte agli ostaggi per impedirne la fuga. Furono raccolte con cura e messe vicino a foro, biscotti, fiori, caramelle e parole di condoglianze. Un gruppo di bambini di una città vicina venne ad appendere angeli di carta sui muri della palestra, una per ognuna delle vittime. Ogni angelo aveva un nome, l’indimenticato dell’indimenticabile”.
La descrizione è forte, intensa e toccante. James, racconta in alcune interviste, si sente preso, quasi intrappolato, tra il dovere di ricordare e la voglia di cancellare. Come non comprenderlo. Furono terribili quelle interminabili 52 ore che iniziarono il loro conto alla rovescia alle 9h30 del 1 settembre 2004, quando un gruppo di separatisti ceceni attaccò la Scuola n.1 della cittadina di Beslan (circa 35.000 abitanti), nella Repubblica del Caucaso dell’Ossezia del Nord, e tenne in ostaggio 1.200 persone, in gran parte bambini. Durante l’assedio e nell’assalto delle forze speciali russe morirono 385 persone, quasi ottocento furono ferite. Fu il più grave attacco terroristico mai avvenuto in Russia, uno dei più gravi nella storia moderna, simile a quello compiuto al teatro Dubrovka di Mosca, nel 2002.
Il gruppo armato era formato da 30 uomini in tute mimetiche e 2 donne vestite di nero, con un velo a coprire il volto, e sotto i vestiti cinture piene di esplosivo; nel cortile vi erano così tante persone perché il 1 settembre è il giorno tradizionale dell’inizio della scuola in tutta la Russia e, solitamente, le famiglie vi accompagnano i figli e si trattengono la mattina per assistere alla cerimonia d’inizio anno. Un momento che deve essere felice e spensierato, ma che allora si trasformò in un incredibile incubo. Alunni felici, nel cortile, disposti a ferro di cavallo, pantaloncini blu e camicie bianche, i maschi, abiti scuri, le femmine. In molti tenevano in mano palloncini pronti a volare liberi nel cielo terso. Ma poi l’inimmaginabile. Un gruppo armato che scende dal camion e inizia a sparare in aria. Urla e persone che fuggono (una cinquantina), quasi 1.200 tra bambini, genitori e personale della scuola sono presi in ostaggio e rinchiusi nella palestra della scuola. Nel caso dei primi momenti vengono uccise 8 persone, fra esse uno dei genitori venuti ad assistere alla cerimonia, Ruslan Betrozov, che ha osato tradurre in osseto le parole dei terroristi con cui ordinano agli ostaggi di sedersi e parlare solo in russo. I terroristi cominciano subito a minare la palestra con marchingegni terribili, molti bambini sono costretti a restare in piedi davanti alle finestre. Intanto arrivano uomini delle forze speciali del ministero degli Interni. Le trattative sono estenuanti fino alle ultime ore prima dell’assalto. Il pediatra, il dottor Leonid Roshal (che aveva seguito anche il caso di Dubrovka) è uno dei negoziatori più attivi: ai terroristi viene proposto di scambiare i bambini con ostaggi adulti, di accettare acqua, cibo e medicinali. Tutte richieste pare respinte. Di fatto, per tutte le 52 ore dell’assedio gli ostaggi rimangono senza acqua né cibo, chiusi nel caldo soffocante della palestra. Verso le 13 del 3 settembre nella palestra esplode una delle bombe posizionate dai terroristi, poco dopo una seconda: la palestra si riempie di schegge di metallo, chiodi e bulloni, una parte del soffitto crolla, tetto a fuoco, esplosioni alle finestre. Sorpresa all’esterno per le forze di sicurezza governative, i carri armati in attesa si riattivano. Ne segue una sparatoria disordinata e caotica, ostaggi in fuga dalle finestre saltate a causa dell’esplosione, soldati che avanzano, spari di civili senza ordine, terroristi che riprendono il controllo.
Nella grande sala ci sono decine di cadaveri, di feriti e di ostaggi che hanno perso conoscenza, molti sono spinti verso la mensa della scuola, altri obbligati a fare da scudi umani davanti alle finestre. Fuoco, truppe speciali che iniziando a entrare nell’edificio, un veicolo corazzato che sfonda il muri della palestra. Il panico. Mentre i terroristi si ritirano verso la mensa, alcuni ostaggi, che si sono rifugiati nelle stanze intorno alla palestra, vengono liberati. Scontri a fuoco, granate e cadaveri di ostaggi, pare altri 104. Gli scontri continuano fino a sera. Nella confusione alcuni sequestratori rompono il cordone di sicurezza intorno alla scuola. Uno di loro, Nur-Pashi Kulayev, viene trovato ferito, nascosto sotto un camion, l’unico dell’intero commando a essere catturato vivo, si dirà dopo.
Il bilancio è terribile, tremendo. Durante i tre giorni di assedio e l’assalto 385 persone vengono uccise, tra di loro 154 bambini, 10 appartenenti alle forze di sicurezza russe. Gran parte degli ostaggi viene uccisa dallo scoppio delle due bombe in palestra oppure soffoca a causa dell’incendio. Trentuno terroristi vengomo uccisi mentre un membro del gruppo venne catturato vivo. Il 17 settembre 2004, Shamil Basayev, uno dei comandanti della guerriglia cecena, rivendica ufficialmente l’attacco. Ci sono state varie inchieste per chiarire la dinamica di quello che accadde alla scuola di Beslan, ma le conclusioni a cui sono giunte non hanno mai del tutto spiegato alcuni punti poco chiari della vicenda. Ad esempio, nessuna responsabilità è mai stata attribuita alle forze di sicurezza russe per come venne condotto l’attacco dopo l’esplosione delle due bombe. Su 32 terroristi, dieci non vennero mai identificati, oppure i loro nomi non sono mai stati diffusi. Ma anche sul numero esatto del commando e il loro destino ci sono dubbi: secondo alcuni ostaggi un paio di terroristi riuscirono a lasciare la scuola già il secondo giorno di assedio e non vennero né uccisi né catturati. Ad oggi non è ancora chiara la dinamica che portò all’assalto finale della scuola.
Tutte le fotografie di Hill sembrano ripercorrere queste fasi. Incredibilmente toccante una delle prime, quella dei muri crivellati dalle pallottole, dai quali pendono le lettere in cirillico S e P, quello che resta di “S Priaznikom”, benvenuti a scuola, buona festa, bambini.
Due settimane dopo, i bambini della vicina scuola n.6 riprenderanno le lezioni, con il terrore negli occhi e nel cuore. I loro disegni e le loro colombe di carta accompagneranno il ricordo e la preghiera per tutte le vittime, soprattutto per quei bambini andati incontro a una tragedia il loro primo giorno di scuola. Angeli. Angeli innocenti. Con essi ricordando tutti quei bambini che, nel mondo, perdono ogni giorno il diritto ad un’infanzia.

Ringraziamo James Hill, per le immagini gentilmente fornite.
Vedere anche qui.

LA SEGNALAZIONE
Progetto America Latina: esperienze all’estero per aziende

di Sara Spinedi*

Un fenomeno non prettamente italiano, ma decisamente frequente in Italia è la cosiddetta “fuga dei cervelli”. In realtà a fuggire sono i giovani in generale, consci delle poche opportunità che offre il proprio Paese e col desiderio di partire verso un futuro più positivo. In molti decidono di tentare questa strada, partendo anche con poco, con il minimo necessario e portandosi, dopo aver messo a confronto carte prepagate (info su http://www.apprendistatoprovinciaroma.it/confronto-carte-prepagate/) la cifra giusta per vivere qualche mese. Spesso l’avventura si conclude con un nuovo posto di lavoro, ma non tutti hanno questa fortuna e in certi casi, anche se ha il sapore della sconfitta, si torna indietro verso casa.
Ci sono però diverse opportunità che possono essere colte ancor prima di partire all’avventura e quindi progettando con un certo margine di sicurezza quella che può diventare un’esperienza all’estero non solo positiva, ma anche proficua. Questo è quello che accade grazie al progetto America Latina promosso da Unioncamere Emilia-Romagna e PromoFirenze in collaborazione con la Interamerican Investiment Corporation. In cosa consiste il progetto? In poche parole nel dare l’opportunità a degli imprenditori desiderosi di provare quei mercati di inserirsi in tali sistemi di affari.
Più nel dettaglio si tratta di una missione commerciale in Cile e Perù, nello specifico nelle città di Santiago e di Lima della durata di una settimana. In questa settimana i partecipanti all’iniziativa potranno prendere contatti e cogliere le opportunità commerciali in America Latina grazie a tutta una serie di incontri organizzati ad hoc per ciascuna impresa e mirati allo scopo. In questo modo gli imprenditori italiani che parteciperanno alla missione potranno conoscere realtà locali dell’America Latina, nonché imprenditori e fornitori del luogo. I settori che offrono maggiori opportunità sono quelli dell’abbigliamento di lusso, edilizia, medicale, design e arredo, macchinari energia e ambiente.
Si tratta quindi di un ventaglio abbastanza ampio dove le possibilità potrebbero essere davvero molte. Per partecipare l’impresa interessata deve compilare un’apposita scheda del proprio profilo che verrà visionata dagli uffici di Santiago. Se tutto procede al meglio e l’adesione viene accettata si deve formalizzare l’iscrizione entro il 28 settembre. La quota di partecipazione prevista è di 1.400 euro, una cifra abbastanza abbordabile a fronte della quale ci si possono aprire diverse possibilità.

* Giornalista, attualmente cura la sezione news su siti a tema finanza, tecnologia ed informazione.

LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA
Ferrara, città intelligente

Scopro con piacere che la mia città, Ferrara, è tra le 58 città italiane che aderiscono alla rete delle città intelligenti. Cos’è e cosa significa lo si può apprendere leggendo le 216 pagine del “Vademecum per la città intelligente” un documento dell’Anci introdotto dal suo presidente, il sindaco di Torino, Piero Fassino. Nella sua premessa Fassino tocca due punti importanti per ripensare la città in un’ottica “smart”, il superamento di quello che definisce “l’effetto presepe” che oggi caratterizza la maggior parte delle esperienze cittadine: tanti progetti, spesso di sicuro valore, ma che rimangono isolati, incapaci di creare tessuto, di cambiare realmente in meglio la qualità della vita quotidiana dei cittadini. L’altro, la necessità di ripensare il rapporto con i soggetti attivi del territorio e le imprese, il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte fondamentali del vivere urbano.

Dopo un’estate segnata dal dibattito sul fallimento di Carife che ha fatto venire il torcicollo per quanto era rivolto a rivangare il passato, sapere di abitare una città che si propone di diventare “intelligente” è almeno di conforto. Non è con il recriminare il passato che si può creare la prosperità della nostra città, perché oggi essa dipende unicamente dalla capacità di produrre nuovo pensiero, e gli esempi in giro per il mondo non mancano. Ma questo ancora non l’ho sentito dire da nessuno, nemmeno dai nostri amministratori.
Come è finita l’era della città industriale, è finita quella della Carife, e ancor prima quella della BNA, la banca nazionale dell’agricoltura. Magari allora la città vinceva, ma a perderci, come la storia ha dimostrato, sono stati i cittadini. Perché il tema è sempre quello, bisogna vedere che idea di città si vuole, una città da vendere, da consumare o una città da vivere. Essere città intelligente, è scritto nel Vademecum dell’Anci, significa trovare strumenti inediti di governo del territorio che consentano di costruire un futuro di sviluppo per la propria città.
A leggere le dichiarazioni di intenti che riguardano il programma “smart” della nostra città contenuto nel Vademecum, si comprende che siamo ancora agli inizi e soprattutto, al di là degli addetti ai lavori e forse degli uffici dell’amministrazione cittadina, il resto della città poco ne sa. Pare che la neonata creatura sulla strada della città intelligente sia l’Urban Center, un laboratorio che dovrebbe facilitare l’ascolto e il dialogo con i cittadini per la condivisione di obiettivi e valori urbanistici, ambientali e sociali. Per ora c’è il sito, aspettiamo che cresca.
Occorre intelligenza anche per pensare come diventare città intelligenti. E nella città ci sono tutte le condizioni, ma è necessario innanzitutto tornare a rivolgere lo sguardo verso i propri cittadini. Perché il fallimento di una città non è la sua debolezza economica, ma la sua sterilità, il suo perdere il contatto con le persone. La grandezza di una città è sempre venuta dalla sua gente. Perché essere città significa collaborazione tra gli individui, attirare e far incontrare intelligenze, è di qui che la città ricava la sua forza, il suo successo, perché questa è la principale ragione per cui esistono le città.
Centralità delle persone, centralità dell’incontro, centralità della partecipazione, centralità di una città vissuta per essere cresciuta e amministrata insieme. Come viene sottolineato dall’Osservatorio nazionale delle smart City, il percorso che porta alla costruzione della vocazione economica e sociale della città intelligente non può più essere definito da poche persone, per quanto influenti, nel chiuso delle loro stanze; ma richiede sempre di più il coinvolgimento dei cittadini sia come destinatari che come coproduttori. Su questo c’è ancora tanta strada da compiere.
Ma non solo. Una città non può pretendere d’essere intelligente, se non è una città per i suoi giovani, quelli che più d’ogni altro hanno da essere i protagonisti, i soggetti vitali, perché presente e futuro della città. Una città intelligente ha a cuore la loro istruzione e cultura.

La “città intelligente” promette di preservare e migliorare il benessere della società per la maggiore rilevanza assegnata ai capitali umani, ambientali, intellettuali e sociali considerati importanti quanto le infrastrutture. In questo contesto l’istruzione è finalizzata alla formazione dei “migliori cervelli”, quelli in grado di produrre idee e soluzioni intelligenti, in termini di infrastrutture (scuole e università) e di efficienza dei “sistemi produttivi”. Un approccio entro il quale “l’apprendimento intelligente” è considerato una delle forze trainanti del benessere di una comunità.
Ma non è così facile, perché bisogna cambiare marcia rispetto al passato e al presente. Una città intelligente richiede che gli spazi dell’apprendimento vengano ridisegnati, riprogettati a partire da quelli dell’apprendimento formale fino alla loro integrazione con lo spazio urbano considerato come un “libro” aperto e interattivo.
Data per scontata l’integrazione delle infrastrutture tecnologiche e il sostegno all’apprendimento onnipresente, si dovrebbero sviluppare le condizioni per un apprendimento continuo che comporti finalmente una forte integrazione tra apprendimenti formali e informali. Anche il ruolo delle persone impegnate nei contesti educativi dovrebbe cambiare. La tradizionale separazione tra studente e insegnante è fuori dal tempo, è soprattutto fuori dall’idea di società della conoscenza, rema contro il futuro di una città intelligente. Da quando conoscenza, informazione, contenuti e competenze sono divenuti gli ingredienti principali del nostro futuro di cittadini tutti siamo discenti e docenti, direi in servizio permanente. Ciò che contano sono i nuovi ambienti, le relazioni, l’interconnessione tra le persone e i contesti.

Se non c’è questo nuovo approccio difficilmente la città si fa intelligente. È l’apprendimento il tema olistico della città intelligente, l’apprendimento continuo. Di qui passa l’opportunità d’essere cittadini intelligenti di una città intelligente. Ma proprio la conoscenza, la città della conoscenza, la città che apprende è, al momento, il grande assente nelle prospettive “smart” della nostra Amministrazione.

GERMOGLI
Regole comuni.
L’aforisma di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

Il monito del vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans nei confronti dei Paesi membri che finora hanno opposto più resistenza nell’accogliere rifugiati e profughi: “Andare rapidamente verso regole europee comuni sulla richiesta d’asilo”.

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Victor Hugo

Non siamo più inglesi né francesi né tedeschi. Siamo europei. Non siamo più europei, siamo uomini. Siamo l’umanità. Non ci resta che abdicare dal più grande degli egoismi: la nostra patria.” (Victor Hugo)

Foto in evidenza: Getty Images

IMMAGINARIO
La musica della vita.
La foto di oggi…

“Era troppo. Filosofo, teologo, musicista, medico (le sue quattro lauree), ma anche muratore, carpentiere, architetto, costruttore di barche, dentista, idraulico, meccanico, farmacista, giardiniere, zoologo, veterinario. Un uomo universale nel senso in cui lo furono Leonardo, Goethe e pochi altri. Albert Schweitzer – scomparso a 90 anni il 4 settembre di mezzo secolo fa, dopo una vita leggendaria – fu per Einstein «il più grande essere umano del XX secolo». Nel ’52 gli dettero il Nobel per la pace ma nel suo caso era persino poco, se si riflette sul complesso delle sue opere, profonde, originali, rivoluzionarie, in ogni campo, dalla filosofia alla musica e alla teologia. Fu il più grande organista del suo tempo e la massima autorità al mondo nella costruzione di organi.” [Articolo del Messaggero, vedi il testo integrale]

Per celebrare la ricorrenza, l’Istituto Gramsci di Ferrara ha organizzato un concerto che si terrà venerdì 4 settembre 2015 alle 21 nella chiesa di Santa Francesca Romana, in via XX settembre 47, intitolato “Albert Schweitzer (1875-1965), a cinquant’anni dalla morte. La musica della vita“.

Musiche di JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750) piccoli Preludi ai Corali dalla Clavier-Űbung III (1739), eseguiti dal M. FRANCESCO TASINI

Programma:

Introduzione, FIORENZO BARATELLI

Christ unser Herr zum Jordan kam, alio modo, manualiter BWV 685 [Cristo nostro Signore venne al Giordano]

Kÿrie Gött Vater in Ewigkeit, alio modo, manualiter BWV 672 [Kyrie, Dio Padre nell’eternità]

Christe aller Welt Trost BWV 673 [Cristo, conforto di tutto il mondo]

Kyrie Gott heiliger Geist BWV 674 [Kyrie, Dio Santo Spirito]

1° dialoghetto, Quale Gesù? Lettori, MAGDA IAZZETTA e PIERO STEFANI

Allein Gott in der Höh sei Ehr’ BWV 675 [Al solo Dio, sia gloria nei cieli]

Vater unser im Himmelreich, alio modo, manualiter BWV 683 [Padre nostro nei cieli]

Fugetta super Dieß sind die heiligen zehen Geboth, manualiter BWV 679 [Questi sono i dieci santi comandamenti]

2° dialoghetto, Il rispetto della vita lettori, MARIA LUISA SGARGETTA e PIERO STEFANI

Aus tieffer Noth schrey ich zu dir, alio modo, manualiter BWV 687 [Da una profonda angoscia grido a te]

FRANCESCO TASINI, Schweitzer organologo, musicologo e interprete di Bach

Meine Seeele erhebt den Herren BWV 713 [L’anima mia magnifica il Signore]

ACCORDI
Il Postino.
Il brano di oggi…

Album: “Il Postino Soundtrack” del 1994
Album: “Il Postino Soundtrack” del 1994

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…

(per ascoltarlo cliccare sul titolo)

Luis Bacalov – Il Postino (Titoli)

Il primo settembre 1994 venne presentato al Festival del Cinema di Venezia “Il Postino”, film tratto dal romanzo “Il Postino di Neruda” di Antonio Skarmeta, diretto da Michael Radford e interpretato da un immenso Massimo Troisi, morto poche ore dopo la fine delle riprese del film stesso. Il grandissimo successo ottenuto dal film culminò nella nomination a ben cinque premi Oscar; tra questi, l’unica vittoria arrivò per la bellissima colonna sonora firmata da Luis Bacalov e Sergio Endrigo.