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Giorno: 30 Marzo 2017

La newsletter del 30 marzo 2017

Da ufficio stampa

CONSIGLIO COMUNALE – Diretta audio-video su ConsiglioWeb. DOCUMENTAZIONE ALLEGATA

Il Consiglio comunale si riunirà venerdì 31 marzo alle 14.30

30-03-2017

Il Consiglio comunale di Ferrara si riunirà venerdì 31 marzo alle 14.30 nella residenza municipale per l’espressione di voto sulla delibera presentata dall’assessore alla Contabilità/Bilancio Luca Vaccari “Adozione delle tariffe TARI 2017 – Variazioni al Bilancio di previsione 2017-2019” (PG 33495).

Le modalità della seduta sono state definite dalla Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari convocata dal presidente del Consiglio comunale Girolamo Calò.

 

>> Come di consueto prevista la diretta audio video dell’intera seduta di Consiglio comunale sulla pagina internet del servizio ConsiglioWeb all’indirizzo http://www.comune.fe.it/index.phtml?id=472

 

>> Per info visita Cronacacomune

 

>> Documentazione scaricabile (a fondo pagina) 

URP INFORMACITTA’ – In via Spadari 2/2 e nelle Delegazioni e Sportelli decentrati

Distribuzione gratuita Modelli 730 per la Dichiarazione dei redditi

30-03-2017

I Modelli 730 per la dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2016 sono in distribuzione gratuita presso l’URP Informacittà del Comune di Ferrara (via Spadari, 2/2 – tel. 0532 419770), aperto al pubblico dal lunedì al venerdì 8.30-13, martedì e giovedì 14-16.30 e sabato 9-12.

I modelli sono inoltre disponibili nelle Delegazioni e negli Sportelli Anagrafe decentrati e precisamente:

Delegazione Est (via O. Putinati, 165/E – tel 0532 63234), Delegazione Via Bologna (via O. Putinati, 165/E – 0532 763020), Delegazione Sud (via Sansoni, 20 – Gaibanella – tel 0532 718151), Delegazione Ovest (via Ladino, 24 – tel. 0532 730021), aperte al pubblico lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì 8.30-12.30, martedì 8.30-13 e 14-16.30;

Delegazione Nord (p.zza B. Buozzi, 14 – Pontelagoscuro – tel. 0532 461652), aperta al pubblico lunedì, martedì, mercoledì e venerdì 8.30-12.30, giovedì 8.30-13 e 14-16.30;

Sportello Anagrafe c/o l’ospedale Sant’Anna (via A. Moro, 8 – sportello 8 – piano terra, ingresso 2 – Cona – tel. 0532 239662), aperto al pubblico lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12.30, giovedì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16.30, martedì e sabato chiuso;

Sportello Anagrafe c/o il centro sociale La Ruota (via Copparo, 276 – Boara – tel. 0532 706003, aperto al pubblico lunedì e mercoledì dalle 8.30 alle 12.30, giovedì dalle 8.30 alle 13 e dalle 14 alle 16.30, martedì, venerdì e sabato chiuso.
Ulteriori informazioni – Gli enti, le associazioni e gli studi professionali che hanno bisogno di rilevanti quantitativi di modelli, sono invitati a contattare l’URP (tel. 0532 419770) per concordare le modalità per il ritiro.

 

(Comunicazione a cura di Urp Informacittà)

PORTA DEGLI ANGELI – Inaugurazione sabato 1 aprile alle 18 in via Rampari di Belfiore. Visitabile fino al 31 maggio

‘Algorithmic’, progetto artistico crossmediale e multidisciplinare di Andrea Amaducci alla Porta degli Angeli

30-03-2017

(Comunicazione a cura dell’associazione EVART)

Una nuova primavera sboccia alla Porta degli Angeli dall’1 aprile al 31 maggio 2017 con Andrea Amaducci, il quale porta nel monumento cinquecentesco un progetto artistico crossmediale e multidisciplinare dal titolo Algorithmic.

L’intento “dell’algoritmo” di Amaducci (nella foto sotto) è quello di creare interazioni tra diversi tipi di sensibilità, di esperienze artistiche, di storie personali.
Per i due mesi del progetto, Amaducci trasformerà la Porta degli Angeli nella sua simbolica fucina artistica, creando una programmazione ricca di appuntamenti per valorizzare uno degli spazi più suggestivi della città e sperimentare azioni artistiche in grado di intercettare fasce di pubblico giovane.
Il programma prevede cinque mostre tra personali e collettive, improvvisazioni musicali, conferenze e performances.
I cinque eventi espositivi si alterneranno con cadenza regolare ogni dieci giorni riconfigurando lo spazio monumentale della Porta degli Angeli.

Esposizioni personali
Massimo Pasca (6 maggio), artista salentino, classe 1974, che inizia con il live-painting, dipinge per istituzioni, cineclub, teatri, musicisti e realizzazioni nell’ambito della moda.
Chiara Sgarbi (17 maggio), ferrarese artista e pedagoga, la sua cifra stilistica è il collage. Ha una lunga esperienza nell’editoria per ragazzi.

Esposizioni collettive
“San Sebastiano” a cura dello storico dell’arte Lucio Scardino (7 aprile);
Enrico Artosi e Pietro Casari (18 aprile), giovani artisti alla prima esperienza espositiva, provenienti dal mondo della street-art e del writing;
Andrea Penzo e Cristina Fiore (23 aprile), artisti e curatori, scrittori, performer.

Gli ospiti che hanno accolto l’invito sono parte integrante dell’azione creativa per produrrel’algoritmo artistico di Andrea Amaducci, che connette diverse tipologie di pubblico. Tra i partecipanti:
Gianluca Marziani (4 aprile), Direttore artistico Palazzo Collicola Arti Visive, Spoleto.
Virginia Sommadossi (24 aprile), Responsabile della comunicazione di Centrale FIES, Ambienti per la Produzione di Performing Art.
Fabiola Naldi (15 maggio), Dottore di Ricerca in Storia dell’Arte Contemporanea, critica e curatrice; docente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, presso l’Accademia Carrara di Bergamo e presso l’Università degli Studi di Bologna.
Marilena Pasquali(18 maggio), storica dell’arte, critica d’arte contemporanea ed esperta di gestione dei musei. Fondatrice del Museo Morandi.
Per quanto riguarda l’intreccio tra arte e musica, Amaducci coinvolgerà realtà locali e non, facendo interagire ad esempio Jacques Lazzari (19 aprile), giovane pianista e compositore ferrarese con Francesco Montefiori (15 aprile), musicista e produttore musicale, tastiera nel duo musicale Montefiori Cocktails (autori della colonna sonora di Sex and the city). Le improvvisazioni musicali saranno sempre legate ad azioni performative dell’artista.

Performances
Valsecchi Simone (6 aprile ), stylist con esperienze nell’ambito del teatro( Ronconi) e nella moda (Ferrè).
Andrea Penzo e Cristina Fiore (25 aprile), performance.
Francesco Stanghellini (25 maggio), artista forlivese.
Vincenzo Tomasini (26 maggio), giovane artista forlivese, allievo di Francesco Stanghellini.

Tutti gli eventi sono a partecipazione e ingresso gratuito. Eventuali modifiche del calendario o degli orari saranno comunicati nel sito web e nella pagina Facebook.

Orari di apertura
La mostra sarà visitabile in occasione degli eventi previsti nel programma oltre che nei seguenti orari: sabato e domenica 16-19 e su appuntamento evartassociazione@gmail.com

 

EVART – Associazione no profit per l’arte e la cultura
Via Carlo Mayr, 9a, 44121, Ferrara
T. 347 244 1042 t. 335 383 915
evartassociazione.wix.com/gateportait
evartassociazione@gmail.com
Facebook GATE Porta Instagram gate­_porta
#gateporta #portadegliangeli #andreaamaducci #algorithmic

INTERROGAZIONE – Presentata dal gruppo consiliare M5S

Richiesta in merito ai menu nelle scuole comunali

30-03-2017

Ecco l’interrogazione pervenuta:
– il consigliere Simeone (gruppo M5S in Consiglio comunale) ha interrogato il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessora alla Pubblica Istruzione Annalisa Felletti in merito ai menu nelle scuole comunali.

 

>> Pagina riservata alle interpellanze/interrogazioni presentate dai Consiglieri comunali e relative risposte (a cura del Settori Affari Generali/Assistenza agli organi del Comune di Ferrara)

VOLONTARIATO E SALUTE – Tutti gli eventi di primavera. Dal 10 al 21 aprile sarà possibile donare 2 euro con l’SMS solidale

La Delegazione ANT di Ferrara taglia il traguardo dei 30 anni di presenza e attività sul territorio

30-03-2017

(Comunicazione a cura degli organizzatori)

 

La Delegazione ANT di Ferrara taglia il traguardo dei 30 anni di presenza e attività sul territorio e festeggia, insieme alla cittadinanza, con eventi e appuntamenti lungo tutta la primavera.

Fondazione ANT, oggi la più ampia realtà non profit in Italia per le attività gratuite di assistenza specialistica a casa dei malati di tumore e di prevenzione oncologica, opera sul territorio ferrarese con un’équipe multiprofessionale composta da un medico, due infermieri e uno psicologo che portano cure domiciliari, ogni giorno, in media a 40 pazienti oncologici tra Ferrara e la sua provincia, per un totale di oltre 120 assistiti in tutto il 2016.

Importante anche il focus che ANT riserva alla prevenzione oncologica con visite gratuite offerte alla cittadinanza. Dal 2004, anno di avvio dei progetti, ANT ha potuto offrire a Ferrara oltre 2.000 visite dermatologiche per la diagnosi precoce del melanoma e quasi 400 controlli ecografici per l’individuazione e la valutazione di eventuali noduli tiroidei.

Tutto questo è reso possibile, sul territorio, dalla raccolta fondi messa a punto da un nucleo di instancabili volontari sotto la guida dell’avvocato Franca Arca, recentemente nominata Delegata ANT a Ferrara. “È un onore essere entrata nella Famiglia ANT – ha commentato – Sono attiva nella Delegazione ferrarese da circa un mese e il mio impegno sarà massimo per continuare e raggiungere nuovi ed importanti traguardi”.

>> I volontari ANT saranno presenti in diversi luoghi ferraresi fino al giorno di Pasqua con i dolci tradizionali firmati ANT: Ospedale di Cona fino al 4 aprile, Centro Prelievi ex S. Anna fino al 5 aprile, Coop Nuovo Doro di via Modena il 31 marzo, Interspar di via Pomposa il 1 aprile, Centro universitario Mammut il 3 aprile, Liceo Roiti di via Azzo Novello il 4 aprile, Cadf Codigoro e Caserma via Palestro il 5 aprile, Liceo Carducci dal 7 all’11 aprile, piazza Trento Trieste l’8 aprile, Liceo Carducci di Bondeno l’11 aprile (per trovare le postazioni più vicine cosultare www.ant.it).

>> Inoltre dal 10 al 21 aprile sarà possibile donare 2 euro da ANT con l’SMS solidale al n. 45546. Chiamando da rete fissa si possono donare 2 euro oppure 5 euro. Un piccolo contributo a favore di ANT che può fare grandi cose.

Ma gli appuntamenti non finiscono qui. Il 6 maggio a Palazzo Bonacossi (via Cisterna del Follo, 5) si terrà infatti il concerto per pianoforte che il maestro Stefano Lippi dedica ad ANT. In programma musiche di Chopin, Schumann, Ciaikovskij, Brahms, Bach, Rachmaninov, Skrjabin, De’ Falla, Khachaturian. Info e prenotazioni allo 0532 201819.

Le celebrazioni culmineranno poi il 19 maggio con la vera e propria festa – con il patrocinio del Comune di Ferrara – per i trent’anni di ANT a Ferrara negli spazi del Centro Sociale Il Quadrifoglio di Pontelagoscuro. Qui si terrà una simpatica disfida gastronomica tra Ferrara e Bologna, dove la Fondazione è nata nel 1978, a cura dei volontari ANT: il menù completo prevede tipici piatti ferraresi e bolognesi. A completare il programma della giornata sarà la comicità del duo Andrea Poltronieri e Duilio Pizzocchi, anche qui sarà una vera e propria sfida a colpi di risate tra Ferrara e Bologna. Per informazioni e prenotazioni Centro Sociale Il Quadrifoglio di Pontelagoscuro – 0532 465350.

Gli eventi ANT di primavera si chiuderanno il 10 giugno con la tradizionale Giornata del Gelato. Le gelaterie aderenti, che saranno svelate prossimamente, offriranno una quota dell’incasso della giornata al servizio Bimbi in ANT, ossia l’assistenza specialistica che la Fondazione riserva ai piccoli pazienti oncologici.

L’appuntamento con i volontari ANT di Ferrara prosegue anche dopo Pasqua con nuove postazioni dedicate ai fiori di primavera e al Punto di Aggregazione e Ascolto del Volontariato di via Porta Po 91: qui si possono trovare idee regalo, capi di abbigliamento generosamente offerti da privati e aziende locali, accessori e oggettistica.
Profilo Fondazione ANT Italia Onlus – Nata nel 1978 per opera dell’oncologo Franco Pannuti, dal 1985 a oggi Fondazione ANT Italia ONLUS – la più ampia realtà non profit per l’assistenza specialistica domiciliare ai malati di tumore e la prevenzione gratuite – ha curato oltre 116.000 persone in 10 regioni italiane (Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Marche, Campania, Basilicata, Puglia, Umbria – dato aggiornato a giugno 2016). Ogni giorno 4.000 persone vengono assistite nelle loro case da 20 équipe multi-disciplinari ANT che assicurano cure specialistiche di tipo ospedaliero e socio-assistenziale, con una presa in carico globale del malato oncologico e della sua famiglia. Sono complessivamente 433 i professionisti che lavorano per la Fondazione (medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti, farmacisti, operatori socio-sanitari etc.) cui si affiancano oltre 2.000 volontari impegnati nelle attività di raccolta fondi necessarie a sostenere economicamente l’operato dello staff sanitario. Il supporto offerto da ANT affronta ogni genere di problema nell’ottica del benessere globale del malato. A partire dal 2015, il servizio di assistenza domiciliare oncologica di ANT gode del certificato di qualità UNI EN ISO 9001:2008 emesso da Globe s.r.l. e nel 2016 ANT ha sottoscritto un Protocollo d’intesa non oneroso con il Ministero della Salute che impegna le parti a definire, sostenere e realizzare un programma di interventi per il conseguimento di obiettivi specifici, coerenti con quanto previsto dalla legge 15 marzo 2010, n. 38 per l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore. ANT è inoltre da tempo impegnata nella prevenzione oncologica con progetti di diagnosi precoce del melanoma, delle neoplasie tiroidee, ginecologiche e mammarie. Dall’avvio nel 2004 sono stati visitati gratuitamente oltre 138.000 pazienti in 76 province italiane (dato aggiornato a giugno 2016). Le campagne di prevenzione si attuano negli ambulatori ANT presenti in diverse regioni, in strutture sanitarie utilizzate a titolo non oneroso e sull’Ambulatorio Mobile – BUS della Prevenzione. Il mezzo, dotato di strumentazione diagnostica all’avanguardia (mammografo digitale, ecografo e videodermatoscopio) consente di realizzare visite su tutto il territorio nazionale. ANT opera in Italia attraverso 120 delegazioni, dove la presenza di volontari è molto attiva. Alle delegazioni competono, a livello locale, le iniziative di raccolta fondi e la predisposizione della logistica necessaria all’assistenza domiciliare, oltre alle attività di sensibilizzazione. Prendendo come riferimento il 2015, ANT finanzia la maggior parte delle proprie attività grazie alle erogazioni di privati cittadini (30%) e alle manifestazioni di raccolta fondi organizzate (29%) al contributo del 5×1000 (12%) a lasciti e donazioni (5%). Solo il 18% di quanto raccoglie deriva da fondi pubblici. Uno studio condotto da Human Foundation sull’impatto sociale delle attività di ANT, ha evidenziato che per ogni euro investito nelle attività della Fondazione, il valore prodotto è di 1,90 euro. La valutazione è stata eseguita seguendo la metodologia Social Return on Investment (SROI). ANT è la 11^ Onlus nella graduatoria nazionale del 5×1000 su oltre 38.000 aventi diritto nel medesimo ambito. Fondazione ANT opera in nome dell’Eubiosia (dal greco, vita in dignità).

MUSEI D’ARTE ANTICA – Martedì 4 aprile alle 17 nel Ridotto del Teatro Comunale (corso Martiri della Libertà 5)

Presentazione ai docenti della mostra “Carlo Bononi. L’ultimo sognatore dell’Officina ferrarese”

30-03-2017

Martedì 4 aprile alle 17 nel Ridotto del Teatro Comunale (corso Martiri della Libertà 5) avrà luogo la presentazione, riservata ai docenti universitari e agli insegnanti degli istituti scolastici di Ferrara e provincia, della mostra “Carlo Bononi. L’ultimo sognatore dell’Officina ferrarese” che aprirà a Palazzo dei Diamanti il prossimo 14 ottobre.

La conferenza sarà tenuta dai curatori della rassegna Giovanni Sassu, conservatore dei Civici Musei d’Arte Antica di Ferrara, e da Francesca Cappelletti, docente di Storia dell’arte moderna dell’Università degli Studi di Ferrara.

Per info: www.palazzodiamanti.it, tel. 0532 244949

(Comunicato a cura degli organizzatori)

 

 

 

 

Il ringraziamento per l’intervento di contrasto e vigilanza che questa mattina ha interessato il quartiere Giardino

di Tiziano Tagliani e Aldo Modonesi

30-03-2017

All’Arma dei Carabinieri e alle Forze dell’Ordine va il nostro ringraziamento per l’intervento di contrasto e vigilanza che questa mattina (30 marzo 2017) ha interessato il quartiere Giardino, con un importante dispiegamento di uomini e mezzi.

Un’azione programmata nei giorni scorsi e che è stata condotta anche con il supporto logistico della nostra Polizia Municipale, alla quale rivolgiamo il nostro grazie.

Un lavoro congiunto e interforze previsto nel “Patto per Ferrara sicura”, che prevede il contrasto alla criminalità, allo spaccio, allo sfruttamento della prostituzione, all’abusivismo commerciale, ma anche azioni sempre più incisive di controllo del territorio, dei suoi spazi pubblici, delle abitazioni, delle attività commerciali.

Un lavoro che deve proseguire, nel quartiere Giardino e in città, e al quale mai faremo mancare il nostro contributo e impegno.

 

Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara

Aldo Modonesi, assessore comunale alla Sicurezza urbana

Ultimo appuntamento con “I Venerdì dell’Universo”. Nello spazio alla ricerca dell’Universo invisibile

Da ufficio stampa

Ultimo appuntamento domani, venerdì 31 marzo, alle ore 21 alla Sala Estense (piazza Municipale), della nuova edizione dei “Venerdì dell’Universo” con l’astronomo Giuseppe Malaguti che terrà la conferenza “Nello spazio alla ricerca dell’Universo invisibile”.

Giuseppe Malaguti dirige dal 2010 l’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Bologna, Struttura di Ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e ha lavorato a diversi progetti e studi di missioni spaziali, tra cui il telescopio per raggi gamma INTEGRAL dell’Agenzia Spaziale Europea Nel corso della serata offrirà una panoramica storica sulla continua ricerca dell’uomo nello spazio.

Nel 1609 Galileo mostra l’uso del “cannone occhiale” al Doge di Venezia. Passano pochi decenni e Newton scompone la luce. Quella visibile. Poi, nell’Ottocento, altri scoprono altre luci. Questa volta invisibili. Arriva il 1957. L’era spaziale. Si può aprire la caccia all’universo invisibile. Oggi i telescopi spaziali vedono il cosmo in microonde, raggi, X, raggi gamma, mostrandoci un’immensa zoologia fantastica e reale: resti di supernova, galassie attive, buchi neri con masse di milioni di Soli, la nucleosintesi degli elementi, gas super caldi intergalattici, … E domani? Sarà sempre più spazio: esploreremo in profondità il Sistema Solare, da Mercurio ai satelliti di Giove (quelli di Galileo…), analizzeremo le atmosfere dei pianeti extrasolari, i venti energetici dai buchi neri, e chissà cos’altro. Saremo sempre più “…materia stellare che medita sulle stelle”.

La storica rassegna di seminari scientifici su Astronomia, Fisica e Scienze, è organizzata dal Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Ferrara e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, in collaborazione con Arci, il Gruppo Astrofili Ferraresi “Columbia“, Coop. Sociale Camelot.

Mattia Feltri e Annalena Benini a Unife spiegano le conseguenze dell’informazione

Da ufficio stampa

A chi giova e a chi dispiace una certa notizia? Che conseguenze avrà per i protagonisti? E per il giornalista che la diffonde?

Sono questi alcuni degli interrogativi attorno ai quali si svilupperà la riflessione di Annalena Benini, redattrice del Foglio, e Mattia Feltri, del quotidiano la Stampa, in un incontro seminariale dal titolo “Le conseguenze dell’informazione”, promosso dall’Università di Ferrara, in programma venerdì 31 marzo alle 10,15 nell’aula magna Drigo del dipartimento di Studi umanistici, in via Paradiso 12.

Il rapporto con le fonti, la responsabilità sociale del giornalista, le modalità di trattamento della notizia sono altri nodi problematici al centro del dibattito che apre il ciclo “L’etica in pratica – 2017” programmato nell’ambito del corso di Etica della comunicazione e dell’informazione del professor Sergio Gessi.

All’incontro, aperto a tutti, avranno parte attiva gli studenti del corso di Etica e i giornalisti impegnati nel programma di formazione continua e aggiornamento previsto dall’Ordine professionale.

Il Delta del Po negli anni Cinquanta: a Rovigo in mostra la ‘Terra senz’ombra’

da Maria Paola Forlani

Parlando di “neorealismo” appare a tutt’oggi, ancora incerta la ricerca storica su quel periodo in ambito fotografico, soprattutto per quanto riguarda la conoscenza effettiva delle fonti e delle testimonianze. Alcuni studi e ricerche italiani hanno messo in evidenza con adeguata attenzione critica, come di fatto l’aver applicato la categoria “neorealismo” alla fotografia, desunta dal cinema e dalla letteratura, faccia parte di una “narrazione” sul periodo, costruita a posteriori, che ha poi dato spesso adito a luoghi comuni e soprattutto all’incapacità di comprenderne la ricchezza e molteplicità delle esperienze. Italo Calvino nella sua Presentazione a ‘Il sentiero dei nidi di ragno’ (Torino, Enaudi, 1964) notava il carattere composito del ‘movimento’ neorealista, che sosteneva non potersi configurare come una scuola bensì come un ‘insieme di voci’, un’esperienza stratificata.
Il fotografo bolognese Alfredo Camisa (1927-2007), in una bella intervista, ironicamente dichiarava: “Alla fine degli anni Cinquanta alcuni di noi […] chiudevano la loro esperienza fotografica […] con un’etichetta: eravamo stati, senza saperlo, i fotografi “realisti”, anzi ‘neorealisti’”.

Meglio allora parlare di orientamenti o di un “gusto”, ma certo non di un movimento organizzato o definito da qualche adesione a un manifesto, a delle dichiarazioni programmatiche di una poetica ben precisa.
Si arriva poi a un’altra questione fondamentale per la fotografia, collegata a quella del realismo: cosa sia in effetti il ‘documento’ in fotografia. Nella declinazione neorealista, come è stata sviscerata dai più che se ne sono occupati e se è possibile trovare un minimo comune denominatore in esperienze molto diverse le une dalle altre, la fotografia si pone il compito, attraverso l’attenzione al reale, di ‘documentare’ le condizioni delle persone che vivono in povertà, per descriverle e per suscitare la necessità del cambiamento. Quindi un tema della realtà delle cosiddette classi disagiate e un impegno, una convinzione: descrivere per persuadere, alla trasformazione sociale e politica. A questo fine la fotografia deve essere ‘documento’, nell’adesione al reale e al ‘vero’. Questione che è stata affrontata, naturalmente, sin dalle origini della fotografia e che in Italia fu affrontata spesso all’interno di una dicotomia, quella tra ‘documento’ e ‘opera d’arte’, che segna il dibattito sulla fotografia sin dall’ottocento e su cui molti sono intervenuti, al fine di non considerare la fotografia con gli stessi criteri e categorie di pensiero applicate all’opera d’arte.

L’esperienza neorealista tra letteratura e cinema vive soprattutto in Italia tra la metà degli anni Quaranta e metà degli anni Cinquanta. Il neorealismo in fotografia vive e procede anche oltre, tuttavia, fin verso gli inizi degli anni sessanta. Riconducibile, quindi, a un orientamento verso la vita quotidiana della gente comune, dovuto, senz’altro al clima culturale del dopoguerra, trova i suoi antecedenti sicuramente nella cultura fotografica italiana tra la fine degli anni trenta e gli inizi degli anni quaranta. Non sempre, oltretutto, il carattere cosiddetto ‘progressivo’ dell’esperienza neorealista è veramente tale, e il rinnovamento intellettuale ed espressivo passa spesso per altre vie: le ricerche astratte e informali, le tensioni sperimentali che s’incrociano con la grafica, la pubblicità, il cinema, l’architettura e non, necessariamente, ad esempio, col realismo pittorico pur vivo nello stesso periodo.
Alberto Lattuada pubblica nel 1941 ‘Occhio quadrato. 26 tavole fotografiche’, grazie alle edizioni ‘Corrente’, a un anno dalla chiusura della rivista omonima, cui aveva collaborato insieme a Comencini.
Dice Lattuada nella prefazione al suo libro: “Nel fotografare ho cercato di tenere sempre vivo il rapporto dell’uomo con le cose. La presenza dell’uomo è continua; e anche là dove sono rappresentati oggetti materiali, il punto di vista non è quello della pura forma, del gioco della luce e dell’ombra, ma quello dell’assidua memoria della nostra vita e dei segni che la fatica di vivere lascia sugli oggetti che ci sono compagni”. Ѐ sicuramente anche in questi riferimenti che va cercata l’origine di una fotografia incline al realismo come attenzione alla condizione umana, in definitiva, come umanesimo.

‘Pietro Donzelli. Terra senz’ombra. Il Delta del Po negli anni Cinquanta’ è il titolo della mostra che, per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo è presentata nella sede di Palazzo Roverella di Rovigo fino al 2 luglio, a cura di Roberta Valtorta (catalogo Silvana Editoriale).

Pietro Donzelli (Monte Carlo, 1915 – Milano, 1998) ha testimoniato l’Italia del dopoguerra agli inizi anni sessanta, il passaggio dalla società rurale e preindustriale alla società dei consumi. Fotografo, ricercatore, collaboratore di riviste specializzate e curatore di mostre, Donzelli è stato una figura determinante per la diffusione della cultura fotografica nel nostro Paese. Ѐ grazie alla sua instancabile attività che sono state presentate in Italia, per la prima volta, opere di Dorothea Lange, di Alfred Stieglitz, dei fotografi della Farm Security Administration. A partire dal 1948 è stato tra i fondatori e gli animatori della rivista “Fotografia” e dal 1957 al 1963 è stato redattore e poi condirettore dell’edizione italiana di “Popular Photography” e nel 1961 e 1963 ha curato, con Piero Racanicchi due volumi di “Critica e Storia della Fotografia” che raccoglievano testi e materiali sui più importanti fotografi della storia. Nel 1950 è stato tra i fondatori dell’Unione Fotografica che aveva tra i suoi obiettivi quello di spostare l’attenzione sul realismo in fotografia, promuovere manifestazioni di livello internazionale e sostenere la fotografia italiana all’estero.
Le sue serie fotografiche affrontano il rapporto tra l’uomo e l’ambiente in cui vive. Ha lavorato su Milano, Napoli, la Calabria, la Sicilia, la Sardegna, il paesaggio toscano (serie Creti senesi) ma soprattutto, dal 1953 al 1960 sul Delta del Po e le terre del Polesine, alle quali ha dedicato una grande e importante ricerca dal titolo Terra senz’ombra.
Questa mostra presenta per la prima volta più di cento fotografie di questa serie, molte delle quali assolutamente inedite.
In mostra anche importanti materiali di documentazione del progetto, scritti di Donzelli, composizioni di fotografie di Donzelli con rime di Gino Piva, geniale poeta polesano.
Il Delta del Po è un luogo-mito della cultura italiana ed è stato rappresentato in molte opere cinematografiche (Antonioni, Visconti, De Santis, Rossellini, Soldati, Vancini, Renzi, Comencini) e letterarie (Bacchelli, Guareschi, Govoni, Zavattini, Cibotto, Piva, e più di recente Celati o Rumiz).
L’opera fotografica che Donzelli, grande narratore, ha dedicato al paesaggio di pianura, al fiume, nei momenti di calma e delle rotte che tanto hanno devastato territori e uomini, al mare, al lavoro dei pescatori e del contadino, ai momenti di svago, è un vero e proprio affresco umano e ambientale. La serie Terra senz’ombra
è considerata una dei pilastri della storia della fotografia italiana, e uno dei più precoci e coerenti esempi di fotografia documentaria, in cui Donzelli dimostra la sua capacità di raccontare la vera realtà umana e ambientale, tra la topografia e la sociologia.

Fradei despersi, se trovè ‘l sentiero
fradei fortuna! Ma l’è torbio el giorno
e la tera tuto un cimitero.
Bruto giorno, fradei, per el ritorno.

Gino Piva (1953)

Nuovo allestimento a Rrose Sèlavy: Babboni-Romani-Romani

Da Associazione Rrose Sélavy

Venerdì 31 marzo alle ore 18,30 si inaugura il nuovo allestimento alla galleria della associazione culturale Rrose Sélavy in via Ripagrande, 46 a Ferrara.

Espongono tre artisti, due dei quali curiosamente accomunati dallo stesso cognome (ma non hanno in realtà nessun legame di parentela tra loro) Stefano Babboni, Lorenzo Romani e Piermaria Romani saranno presenti per illustrare le loro opere e per un aperitivo di benvenuto.

Ennesimo guasto alla conca di Pontelagoscuro: traffico fluviale interrotto tra Ferrara e il Po. (Per non parlare della sicurezza idraulica)

Da Associazione Fiumana, Nena S.a.s., Consorzio Wunderkammer, Gruppi di Azione Fluviale

“Le cose vanno di male in peggio e non ce la prendiamo con un singolo ente ma con un sistema intero che non va.” Con queste parole Georg Sobbe, comandante della Motonave Nena e presidente dell’Associazione Fiumana, commentava amaramente lo scorso anno l’ennesima rottura della conca di Pontelagoscuro, proprio all’inizio della primavera.
Oggi, dal 24 marzo, la conca è nelle stesse condizioni del 2016. La porta del traffico fluviale ferrarese continua a non aprirsi sul Grande Fiume e l’amarezza del comandante Sobbe è questa volta anche più motivata perchè proprio nei giorni scorsi la motonave Nena è entrata a far parte del Consorzio Navi del Delta con grande partecipazione delle autorità locali e risalto sulla stampa.
“Non siamo in grado di navigare e svolgere il nostro lavoro – ribadisce Sobbe al limite dell’esasperazione – tra l’ennesimo guasto della chiusa di Pontelagoscuro e la conca di Valle Lepri chiusa dal novembre 2012, anche se innocenti e collaborativi come sempre, siamo praticamente agli arresti domiciliari”.
Tutta l’attenzione del sistema di navigazione interna è rivolta alla prossima apertura della nuova conca di Isola Serafini che permetterà finalmente di risalire il Po fino a Piacenza, ma i vecchi problemi sul percorso dell’idrovia rimangono e la loro risoluzione ancora non appare sull’orizzonte dei navigatori ferraresi.
La conca di Pontelagoscuro, struttura strategica per la navigazione interna e determinante per la sicurezza idraulica di tutta la provincia ferrarese, ha dei problemi seri. Riteniamo che il momento di risolverli sia adesso, prima che l’esasperazione degli operatori fluviali, turistici ed economici collegati alla navigazione fluviale diventi vera rabbia nei confronti di quello che Sobbe definiva l’anno scorso “un sistema intero che non va.”

Voci di piazza: “Islamici tutti terroristi? Ma perché, noi cattolici siamo tutti brave persone?”

Li capisco e probabilmente lo farei anche io – dice G., libero professionista ingiacchettato – c’è una frustrazione di fondo che li anima. Si trovano in un limbo, tra il modo di vivere dei loro padri e quella dei Paesi occidentali che li ha accolti, e sono ragazzi sgretolati nella loro cultura. Ecco che, paradossalmente, diventano più radicali delle generazioni che li hanno preceduti. Io ci penso a cosa si deve provare a vivere ghettizzati, ad essere guardati con sospetto”.

Una mattinata in giro per Ferrara a confrontarmi con l’‘uomo della strada’ su cosa sia il terrorismo islamico e quale possa essere una possibile soluzione al drammatico proliferare degli attacchi terroristici in Europa. La vox populi è moderata: alla domanda provocatoria se “tutti i musulmani sono terroristi?” le persone ci ragionano su, danno spiegazioni ponderate. Sembra prevalere la regola del ‘politicamente corretto’ e forse, chi non lo è preferisce non parlare. Davanti alla quasi totalità delle risposte che concordano nel non fare di tutta l’ erba un fascio, ripenso alla risposta di C., studentessa, secondo la quale “A parole nessun ragazzo direbbe mai che tutti i musulmani sono terroristi, perché siamo una generazione abituata, fin dalla scuola, a confrontarci con ragazzi di cultura e religione differente dalla nostra. Penso però che il pregiudizio sia parte di ognuno di noi, e se sentiamo di un atto terroristico in qualsiasi parte del mondo, il primo pensiero è che si tratti di un terrorista musulmano. Il pregiudizio, la paura e i mass media ci portano verso una linea di pensiero, che è quella del categorizzare”. Un pensiero condiviso anche da A., fruttivendola, “La paura fa ormai parte delle nostre vite e se c’è un arabo in giro ci guardi con maggiore attenzione. Vedo in tv gli attentati successi negli altri Paesi e penso che potrebbe succedere anche qui, davanti al mio negozio”. Per nessuno degli intervistati la religione islamica è la radice del terrorismo islamico, la quale si individua piuttosto nella politica o nel dio-soldo, attorno a cui tutto ruota. Per F., tassista alla stazione“la religione è l’oppio dei popoli, ciò a cui ci si attacca quando non si ha altro. I musulmani non hanno un’unica figura di riferimento come noi nel Papa. Fanno capo a diversi Imam, che interpretano la religione come più gli piace. La colpa è sempre riconducibile all’uomo. Di sicuro devono cambiare la loro mentalità, il modo in cui trattano la donna. Accettare le regole del Paese in cui si trovano: qui rubano ma a casa loro no, perché gli verrebbe tagliata una mano”.

F., pensionata mi risponde con una domanda “I musulmani tutti terroristi? Perché noi cattolici siamo tutte brave persone?”. Di parere quasi analogo è P., edicolante nel quartiere Gad, che alla mia domanda risponde indicandomi un libro sull’Islam esposto nella vetrina della sua edicola “bisogna informarsi e capire chi abbiamo di fronte. La religione non c’entra niente, è la politica che muove tutto. Credo che ci sia anche un interesse dei Paesi occidentali a che tutto questo succeda, altrimenti mi chiedo chi armi questi terroristi”. Poi apre la pagina di un quotidiano e mi mostra l’articolo che parla della figlia del terrorista Khalid Massood, protagonista dell’ultimo attentato a Londra, che a 18 anni ha rifiutato l’imposizione paterna di convertirsi all’Islam radicale e indossare il burqa, preferendo vivere all’occidentale prendendo anche il cognome della madre. “Vede – mi dice l’edicolante – non sono tutti uguali”. Per R., pensionato al sole in Piazza del Duomo, “non si può dire che tutti i musulmani siano terroristi perché la religione è solo un alibi, dietro c’è una volontà politica. Abbiamo usanze diverse: le loro lo sono per me come le nostre per loro. Non si può giudicare. Una soluzione non c’è: non si riesce neanche a fare l’Europa, figuriamoci questo!” conclude sconfortato.

Fuori dalle aule universitarie in tanti si fermano a parlare e a confrontarsi su di un tema, quello del ‘nemico arabo’ che è sulla bocca di tutti, tutti i giorni. Un tema filtrato dagli occhi di una generazione nata mutirazziale e che del ‘diverso’, almeno all’apparenza, non ha paura, “Per me c’è un parallelismo tra la strategia attuale volta a strumentalizzare la paura dei cittadini nei confronti degli immigrati, con la strategia della tensione portata avanti dalle Brigate Rosse negli anni ’70”. L. è decisamente più diretto:Le religioni sono una grandissima stronzata, tutte, anche quella cattolica” e gli fa da coro L., compagna di corso, “Io dopo l’Erasmus sono diventata più razzista. Quando esci dal tuo guscio ti senti più vulnerabile e pensi di poter essere colpito più facilmente”. Da un gruppetto di mamme si fa avanti C., secondo la quale “l’integrazione è possibile e auspicabile ed inizia nelle aule scolastiche”, mentre V., sorride sorniona e dice di sottoscrivere quanto dice l’amica. Ma l’espressione lascia intendere altro.

La voce della piazza restituisce l’immagine di Ferrara città moderata, non razzista, non incline a puntare il dito verso chi pratica una religione diversa, diffidente nei confronti della politica e scettica sulla possibilità che si trovi una soluzione alla tragedia del terrorismo. Mentre rifletto sulle impressioni raccolte, non posso fare a meno di cogliere il pensiero filosofico di B., pensionato, che all’amico dice “ La Terra è malata. Galileo Galilei, puvrazz, l’hanno messo in galera. Ma lui lo sapeva che la Terra gira”. Come a dire: si salvi chi può!