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Giorno: 25 Luglio 2019

Pre-assenza a Ferrara Off

Da: Ferrara Off teatro

Pre-assenza a ferrara off
A conclusione di Dance Off, il mese dedicato alla danza a Ferrara Off con workshop, laboratori e spettacoli, arriva venerdì 27 luglio, alle 21.30, la performance “Pre-assenza”. Lo spettacolo è l’esito del percorso di residenza creativa del gruppo Dance Off, composto da Elisa Mucchi, Martina Danieli, Giacomo Sacenti, Giulio Petrucci e Laura Ulisse, ha portato avanti durante tutto il mese di luglio negli spazi teatrali di viale Alfonso I d’Este 13. La performance indaga il ruolo della danza, dell’arte e della vita portando alla luce un processo di ricerca che passa tramite la danza ma anche tramite la musica e il teatro.
Ingresso 10 € soci Ferrara Off / 8 € under30 / 6 € studenti Unife / 5 € under18 / 12 € non soci.
Info e prenotazioni www.ferraraoff.it/dance-off-2019 , scrivendo a info@ferraraoff.it o chiamando il 333 6282360.

Sagra della zucca e del suo cappellaccio Ferrarese

Da: Organizzatori

Cari amici buongustai,

tornano in tavola i nostri cappellacci IGP, nella nostra sagra d’estate: qui il menù

La Sagra Estiva

il nostro vero orgoglio è poterli preparare e condividere con tutti voi! Materie prime di qualità, quanto più possibile a km 0, rispetto della ricetta tradizionale e le mani delle nostre preziose arzdore sono il vero segreto della bontà dei nostri cappellacci. Oggi IGP, ma buonissimi da sempre.

Qui troverete il menù della sagra ed il programma degli spettacoli e musica live & mercatini per tutti:

La Sagra Estiva

Sagra della zucca e del suo cappellaccio ferrarese igp
Sagra Estiva
Dall’ 8 al 18 Aosto 2019
Domenica e ferragosto aperto anche a pranzo

s.s. 101 – campo sportivo – San Carlo (Fe)
Coordinate GPS: 44°48’01.56”N 11°24’35.64E
info: 349 6345225 • PRENOTAZIONI: 377 2425261
Stand coperto
Apertura: dalle ore 19,30 / Domenica ore 12,30 e 19,30

Anche per asporto. E’ gradita la prenotazione telefonica, oltre le 4 persone.

Programma degli spettacoli AGOSTO 2019
WEEK END E FESTIVI CON INTRATTENIMENTO MUSICALE

08 Agosto I CONTRIBUTI DI ALFIO tributo ad Alfio Finetti
09 Agosto Meri Rinaldi musica da ballo per tutte le età
10 Agosto Zero Live tributo a Renato Zero
11 Agosto Bebe Vergnani e i suoi ragazzi
12 Agosto Novella Lavezzo e DJ Mauri live
13 Agosto Serata anni 70 80 90 con DJ Mauri
14 Agosto Serata musicale con DJ Mauri
15 Agosto Serata musicale con DJ Mauri
16 Agosto “S.Carlo canta” selezioni
17 Agosto “S.Carlo canta” la finale
18 Agosto S.Carlo fashion night Moda e musica sotto le stelle

Focus sulla difesa per migliorare la produzione

Da: Futurpera

Futurpera 2019: focus sulla difesa per migliorare la produzione

Il Salone internazionale sarà l’occasione per fare il punto sulle problematiche fitosanitarie che hanno caratterizzato la campagna 2019 e valutare possibili strategie

Ferrara, 24 luglio 2019 – Una strategia di difesa più efficace contro cimice asiatica e le forme più aggressive di maculatura bruna, due delle principali avversità del pero che da qualche anno stanno provocando danni considerevoli alla produzione. Quest’anno il convegno tecnico del World Pear Forum, il prestigioso forum internazionale che si terrà durante FuturPera organizzato in collaborazione con CSO Italy, sarà dedicato alle problematiche fitosanitarie che hanno caratterizzato una campagna produttiva difficoltosa – l’OI Pera (Organizzazione Interprofessionale Pera) ha stimato un calo medio del 34% -. Il contrasto alle fitopatologie sarà anche l’argomento di molti incontri e focus tecnici organizzati dalle aziende espositrici. Tematiche cruciali per un comparto pericolo che deve affrontare la forte concorrenza di altri paesi produttori e aggredire il mercato globale con una buona offerta di prodotto e di ottima qualità.

“Si tratta di un’annata produttiva sicuramente difficile – spiega Albano Bergami, membro del Cda di FuturPera e vicepresidente dell’OI Pera – perché le condizioni climatiche non hanno favorito la corretta vegetazione delle piante, le fioriture sono state scarse e le piogge ricorrenti hanno provocato diversi problemi dal punto di vista fitosanitario. Manca all’appello un terzo del prodotto e naturalmente l’intera filiera è in sofferenza. Per questo abbiamo deciso di trasformare il nostro principale convegno tecnico in un vero e proprio forum strategico, un’occasione per unire le forze e cercare soluzioni per superare il gap produttivo di questa campagna. L’intero staff organizzativo del Salone sta valutando attentamente le esigenze generali dei pericoltori, l’anello della filiera più in difficoltà, e mettendo a punto un programma di interventi mirati dedicati al miglioramento generale della produzione. Questo significa parlare di squilibri del clima e gestione dei frutteti, di fitoprotezione efficace, di nuove modalità di impianto, con un occhio rivolto a quelli “del passato”, – utilizzati qualche decennio fa – per valutare quale sia la scelta migliore al fine di ottenere un buon prodotto contenendo i costi di produzione. Siamo a un punto di svolta – conclude Bergami – perché da un momento così complicato si può uscire solo lavorando uniti, con obiettivi chiari e condivisi. Pensiamo che questa edizione di FuturPera possa essere il “Punto zero” per la filiera pericola, non solo per conoscere le ultime novità del settore grazie alla presenza di aziende sempre all’avanguardia, ma come momento di riflessione generale, per ripartire verso un rilancio forte e concreto del comparto”.

La terza edizione di FuturPera che si terrà a Ferrara Fiere dal 28 al 30 novembre, è organizzata da Ferrara Fiere e Congressi e OI Pera (Organizzazione Interprofessionale Pera) con la collaborazione di CSO Italy, il contributo della Regione Emilia-Romagna e il sostegno di Bper Banca

Coldiretti: oscar green dell’innovazione giovane

Da: Coldiretti

Coldiretti: assegnati da giovani impresa Emilia-Romagna gli oscar green 2019.
Dai pulcini di vongola all’agrimoda del benessere

Consegnati a Villa Scarani, sui colli bolognesi i premi alle eccellenze agricole under 35 dell’Emilia-Romagna. Riconoscimenti per due realtà ferraresi nelle categorie della sostenibilità e del fare rete.

C’è l’allevamento di novellame, praticamente i pulcini delle vongole, pensato per ripopolare la sacca di Goro. Ci sono i foulard realizzati a Sarsina con la seta non violenta e intrisi di oli essenziali che vengono rilasciati sulla pelle lungo la giornata. Ma c’è anche l’aglio nero realizzato con il DOP di Voghiera, il centro “Eskere!” di Codemondo dove i ragazzi imparano a lavorare con le api, il pilates nel frutteto, sull’appennino parmigiano, le vigne di lambrusco del modenese in cui si aiutano i diversamente abili, il ranch yankee a due passi da Ravenna, l’allevamento di galline ornamentali del piacentino e l’associazione delle fattorie didattiche con sede a Bologna. Sono queste le aziende agricole condotte da under 35 che Coldiretti Emilia Romagna ha deciso di premiare nella serata conclusiva di Oscar Green 2019.

Secondo uno studio di Coldiretti regionale su elaborazione dei dati di Unioncamere le aziende agricole condotte da giovani in Emilia Romagna sono 2287, il 4% in più rispetto al primo trimestre del 2018. Inoltre il comparto agricolo è l’unico, per quanto riguarda gli under 35, a far registrare dati in crescita, con industria, commercio, costruzioni e servizi tutti in calo rispetto al primo trimestre del 2018.

Anche a livello nazionale le aziende agricole giovani sono l’unico comparto in crescita, ma fanno registrare un aumento percentuale del 2,7, poco più della metà della crescita emiliano romagnola.

Di questi temi si è dibattuto durante la tavola rotonda: “Agricoltura è futuro”. Vi hanno preso parte il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, l’Arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, il prof. Felice Adinolfi e il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli.

“Chi meglio delle aziende agricole gestite da giovani può rappresentare il futuro? I giovani agricoltori – ha detto l’Arcivescovo Zuppi – vanno sostenuti nel loro compito di garantire delle prospettive importanti all’agricoltura e un’impagabile tutela del territorio”.

“L’innovazione in agricoltura – ha dichiarato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini – passa dalla nuova generazione degli agricoltori; sono loro che sapranno collocare l’agricoltura all’interno di una società in continuo mutamento e nella quale il comparto agricolo avrà un’importanza sempre maggiore”.

“È un nostro preciso dovere – ha chiosato il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli – aiutare i giovani che scelgono di entrare in agricoltura. Perché il futuro passa da loro, ma anche perché non è sempre semplice far partire un’azienda agricola dal nulla. È qui che Coldiretti garantisce e rinnova il suo impegno nell’essere presente nelle sedi opportune e far sì che leggi e regolamenti non rappresentino ostacoli, ma opportunità per chi sceglie di dedicarsi alla terra”.

I vincitori ferraresi dell’oscar regionale per l’innovazione

Nero fermento: Dall’incontro tra agricoltura e tecnologia nasce il Nero di Voghiera, un aglio nero fermentato prodotto partendo da una tipicità locale che nel 2010 si è potuta fregiare della DOP cioè l’ Aglio bianco di Voghiera, sinonimo di qualità ma anche di eccezionale dolcezza.

Grazie alla lunga fermentazione interamente naturale, basata solo sulla permanenza a temperatura e umidità controllate, i bulbi imbruniscono abbandonando il candore. Il processo fermentativo tra­sforma infatti l’aroma intenso in un sapore più morbido e delicato, rende la consistenza degli spicchi più tenera e ne migliora la digeribilità.

L’aglio bianco di partenza è prodotto dalla Società Agricola A.I. (Agricoltori in Erba), i cui terreni ricadono nel comprensorio del Consorzio Produttori Aglio di Voghiera, i bulbi una volta raccolti vengono trasformati in Nero di Voghiera grazie alla collaborazione con la società cooperativa RES (Reliable Environmental Solutions) azienda che opera nei campi delle energie alternative e della valorizzazione di matrici organiche tramite digestione anaerobica.

L’Aglio nero di Voghiera rappresenta quindi la sinergia tra la tradizione agricola centenaria del comune di Voghiera dove da secoli la coltivazione dell’aglio rappresenta il prodotto tipico per eccellenza e la nuova frontiera di un prodotto che, grazie all’abilità e competenza di alcuni giovani ragazzi, ha saputo modificarsi mantenendo intatte le caratteristiche e costituendo un nuovo brand non solo per le aziende ma per l’intero territorio di Voghiera, brevettando la tecnologia che prima in Italia non esisteva per arrivare ad ottenere questo prodotto, molto ricercato per la ristorazione di alto livello.

Naturedulis: Dalla passione per gli acquari a direttore di una azienda tra le poche in Europa che fornisce il seme di vongola ed altri molluschi ad oltre un centinaio di allevatori della sacca di Goro, garantendo anche attraverso la certificazione Bio, il processo di produzione e la filiera. E’ la storia di Leonardo Aguiari, oggi direttore di Naturedulis SRL, società formata in prevalenza da giovani accomunati da una grande passione per l’ambiente e la salvaguardia dell’ ecosistema marino. Partendo da questa loro passione e dall’esperienza del biologo Francesco Paesanti, sfruttando le loro competenze nell’ambito dell’ acquacoltura, hanno saputo realizzato uno stabilimento per la produzione di seme di molluschi bivalve (vongole-ostriche) e attraverso la certificazione di Schiuditoio Biologico, avere la possibilità di produrre seme di Vongole veraci e Mitili BIO, nel pieno rispetto della normativa, a disposizione degli operatori che intendono fare “filiera”, per un prodotto unico nel suo genere. La sede dell’azienda è a Goro, capitale ferrarese della produzione di vongole veraci allevate nella sacca nel Delta del Po, ed oggi uno dei maggiori centri di produzione di questi molluschi.

Per ottenere il giusto apporto di nutrienti, essenziali nelle diverse fasi di vita dei molluschi è indispensabile partire dalla giusta ricerca di microalghe e dal loro continuo miglioramento e ricerca, miscelandone e facendone crescere in laboratorio diversi tipi, che introdotti nella dieta dei molluschi, ne aumentano la resistenza e la crescita ponderale durante la loro delicata fase evolutiva.

Naturedulis ha ottenuto il premio per la sostenibilità sia ambientale, sia economica, che sociale, dato che i circa 150 milioni di piccole vongole immesse negli allevamenti danno un supporto fondamentale al territorio gorese dove purtroppo il novellame in natura scarseggia

“Callisto Quartet ” musica per Pomposa

Da: Comune di Codigoro

Dopo il successo straordinario registrato la scorsa settimana dal pianista di fama internazionale Ramin Bahrami, che si è esibito con l’orchestra Camerata Ducale in un concerto interamente dedicato a Bach, domani, venerdì 26 luglio, il chiostro dell’Abbazia di Pomposa, alle ore 21.15, ospiterà un quartetto d’eccezione. Stiamo parlando di Callisto Quarter, vincitore del Primo premio e Medaglia d’Oro del “Fischoff National Chamber Music Competition” 2018 (Sounth Bend, U.S.A.), il quale proporrà un eccezionale concerto per archi, organizzato dal Comune di Codigoro e da Emilia Romagna festival. Il gruppo, composto da 4 musicisti appassionati, nasce nel 2016 al Cleveland Institute of Music e approda per una occasione speciale all’Abbazia di Pomposa, dopo essersi esibito in numerosi, prestigiosi teatri in tutto il mondo. Callisto Quartet ha partecipato a molti festival di musica da camera con il Norfolk Chamber Music Festival, l’Accademia Internazionale per quartetti d’archi McGill e altri. Nel 2018 il quartetto ha intrecciato collaborazioni internazionali di altissimo livello, prima fra tutte quella con il violoncellista Davide Geringas, in occasione del ventesimo anniversario della Cleveland Cello Society e con il pianista Gilles Vonsattel. Nel corso della stagione 2018-2020 Callisto Quartet ha debuttato a New York nei concerti di Schneider e al Ravenna Festival. L’ingresso al concerto è gratuito, fino ad esaurimento posti. Per informazioni: iatpomposa@libero.it e info@erfestival.it

Coldiretti: dai pulcini di vongola all’agrimoda del benessere

Da: Coldiretti Emilia Romagna

Lavoro: oscar Coldiretti, dai pulcini di vongola all’agrimoda del benessere consegnati i premi alle eccellenze agricole under 35 dell’Emilia Romagna

C’è l’allevamento di novellame, praticamente i pulcini delle vongole, pensato per ripopolare la sacca di Goro. Ci sono i foulard realizzati a Sarsina con la seta non violenta e intrisi di oli essenziali che vengono rilasciati sulla pelle lungo la giornata. Ma c’è anche l’aglio nero realizzato con il DOP di Voghiera, il centro “Eskere!” di Codemondo dove i ragazzi imparano a lavorare con le api, il pilates nel frutteto, sull’appennino parmigiano, le vigne di lambrusco del modenese in cui si aiutano i diversamente abili, il ranch yankee a due passi da Ravenna, l’allevamento di galline ornamentali del piacentino e l’associazione delle fattorie didattiche con sede a Bologna. Sono queste le aziende agricole condotte da under 35 che Coldiretti Emilia Romagna ha deciso di premiare nella serata conclusiva di Oscar Green 2019.

Secondo uno studio di Coldiretti regionale su elaborazione dei dati di Unioncamere le aziende agricole condotte da giovani in Emilia Romagna sono 2287, il 4% in più rispetto al primo trimestre del 2018. Inoltre il comparto agricolo è l’unico, per quanto riguarda gli under 35, a far registrare dati in crescita, con industria, commercio, costruzioni e servizi tutti in calo rispetto al primo trimestre del 2018.

Anche a livello nazionale – continua Coldiretti Emilia Romagna – le aziende agricole giovani sono l’unico comparto in crescita, ma fanno registrare un aumento percentuale del 2,7, poco più della metà della crescita emiliano romagnola.

Di questi temi si è dibattuto durante la tavola rotonda: “Agricoltura è futuro”. Vi hanno preso parte il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, l’Arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, il prof. Felice Adinolfi e il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli.

“Chi meglio delle aziende agricole gestite da giovani può rappresentare il futuro? I giovani agricoltori – ha detto l’Arcivescovo Zuppi – vanno sostenuti nel loro compito di garantire delle prospettive importanti all’agricoltura e un’impagabile tutela del territorio”.

“L’innovazione in agricoltura – ha dichiarato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini – passa dalla nuova generazione degli agricoltori; sono loro che sapranno collocare l’agricoltura all’interno di una società in continuo mutamento e nella quale il comparto agricolo avrà un’importanza sempre maggiore”.

“È un nostro preciso dovere – ha chiosato il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli – aiutare i giovani che scelgono di entrare in agricoltura. Perché il futuro passa da loro, ma anche perché non è sempre semplice far partire un’azienda agricola dal nulla. È qui che Coldiretti garantisce e rinnova il suo impegno nell’essere presente nelle sedi opportune e far sì che leggi e regolamenti non rappresentino ostacoli, ma opportunità per chi sceglie di dedicarsi alla terra”.

Percorsi di educazione ambientale

Da: Organizzatori

Promosso a pieni voti il progetto paesaggi e biodiversita’:  soddisfazione massima per oltre il 90% dei partecipanti
Tutti i 55 questionari di gradimento compilati dai docenti partecipanti al Progetto ‘Paesaggi e biodiversità – Percorsi di educazione ambientale’

hanno avuto esito positivo. La soddisfazione complessiva è stata giudicata ‘buona’ dal 91% degli intervistati, ‘sufficiente’ dal 9% di loro mentre non si è registrato nessun ‘insufficiente’ o ‘scarso’

Comacchio, 25 luglio 2019. Si è concluso il mese scorso il progetto biennale Paesaggio e Biodiversità – Percorsi di Educazione Ambientale promosso dell’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po in accordo con il Gal Delta 2000, che ha visto il coinvolgimento delle scuole primarie e secondarie di primo grado e degli Istituti di secondo grado dell’Area Leader del GAL DELTA 2000, in 19 comuni delle Province di Ferrara e Ravenna. I risultati raggiunti, emersi anche dagli esiti dei questionari qualitativi finali sottoposti ai docenti, sono stati più che positivi con la piena soddisfazione dei promotori del progetto.

L’obiettivo strategico prestabilito era il miglioramento della consapevolezza e dell’identità territoriale di chi vi abita, partendo dal patrimonio più importante, ovvero il capitale umano rappresentato dalle giovani generazioni.

I percorsi formativi annuali si sono concretizzati con tre incontri in aula e una visita sul territorio. Alla fine di ogni appuntamento sono stati distribuiti ai docenti di riferimento delle diverse classi i moduli di presenza dedicati, o meglio dei questionari di gradimento, al fine di monitorare il progetto in ogni sua fase.

Attraverso una serie di domande mirate veniva chiesto un giudizio sull’attività svolta in aula, uno sull’attività svolta in uscita (Road Show MAB UNESCO Delta del Po), oltre ad una valutazione generale sull’intero percorso, completo dell’invito a suggerire eventuali possibili sviluppi e miglioramenti.

Per l’annualità appena conclusasi, durante l’iniziativa ha coinvolto le scuole di secondo grado, i risultati sono stati tutti molto positivi: dei 55 questionari raccolti nessuno riferisce particolari criticità; il 91% degli intervistati giudica ‘buono’ (voto massimo della scala di valutazione) il progetto nel suo complesso, considerando le finalità accordate in avvio del percorso e quelle raggiunte, gli strumenti utilizzati e le tecniche divulgative adottate.

Anche la valutazione circa l’attività didattica svolta in classe, articolata su sei domande specifiche, ha dato esito positivo, in particolare per quanto riguarda la soddisfazione sulla professionalità dell’operatore, con un 98% di voti ‘molto’. L’87% degli insegnanti ha dichiarato che l’attività è stata conforme alle aspettative e con materiali didattici adeguati (91%). Chi ha ‘molto’ apprezzato l’originalità dell’attività ha raggiunto una quota pari al 96% mentre il 4% l’ha giudicata ‘abbastanza’ soddisfacente; in ogni caso per il 93% degli intervistati si è trattata di un’esperienza ‘molto’ utile per il percorso formativo degli studenti.

“Al termine di questo avvincente percorso, è possibile affermare che, anche per la seconda

annualità svolta, il progetto ‘Paesaggio e Biodiversità-percorsi di educazione ambientale’, abbia avuto un notevole successo. Gli studenti hanno sempre partecipato con grande interesse, mostrando molta curiosità nei confronti delle tematiche affrontate, sia durante i diversi incontri in classe che nel momento dell’uscita sul territorio. Inoltre, uno degli aspetti che ha goduto del favore dei partecipanti è stato il metodo originale di approccio alle attività. Attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali, gli studenti hanno ampliato la conoscenza del territorio e delle sue eccellenze, interessandosi notevolmente ai temi ambientali, che comunque non erano sconosciuti”, si legge infine nella relazione conclusiva elaborata da Aqua srl, cooperativa ferrarese a cui era stato affidato il coordinamento del progetto.

Meeting nazionale sul turismo

Da: Organizzatori

Colgo positivamente la volontà dell’amministrazione comunale di Ferrara di coinvolgere la Provincia in preparazione del Meeting nazionale sul turismo in programma il prossimo settembre, “chiedendo un supporto attivo”.
Mi aspetto che l’arrivo del ministro Gian Marco Centinaio all’apertura dell’importante evento sia anche portatore della buona notizia dello sblocco dei fondi per l’Idrovia, per risolvere i problemi legati alla navigabilità e ambientali, oltre a quelli della sicurezza idraulica della città e del territorio.

Chiusura biblioteca per ferie e per una riorganizzazione del servizio

Da: Comune di Bondeno

Chiusura biblioteca per ferie (dal 1° al 18 agosto) e per una riorganizzazione del servizio
Francesca Aria Poltronieri: «riapriremo dopo le ferie estive della biblioteca con una riorganizzazione del servizio»
La biblioteca “L. Meletti” va in “ferie”, con la canonica chiusura estiva che va dal 1° al 18 agosto. Una chiusura temporanea programmata, come ogni anno, per consentire le ferie dei dipendenti, in coincidenza con una fisiologica flessione estiva degli utenti, ma che servirà anche per riorganizzare il servizio in vista della nuova gestione. «La paura estiva – dice l’assessore alla cultura, Francesca Aria Poltronieri – servirà quest’anno anche per ricalibrare il servizio, alla luce del passaggio di consegne che si avrà con la cooperativa “Le Pagine”, che è uscita vincitrice al termine di una procedura ad evidenza pubblica. Presenteremo la gamma di nuovi servizi disponibili alla fine di luglio, in modo da preparare gli utenti a quello che potranno trovare (in termine di implementazione dell’offerta) dopo l’estate. Soprattutto – ammette Poltronieri – per una maggiore flessibilità neglio orari di apertura e investendo sulle potenzialità offerte dalla sinergia con i poli culturali vicini: “Spazio 29” e la “Casa della Musica”».

Le voci femminili del Blues

Da: Wunderkammer

In trio blues
siamo sul mississippi o sulla darsena di ferrara?

giovedì 25 luglio dalle ore 19
Piazzale davanti a Palazzo Savonuzzi

via Darsena 57 a Ferrara

Giovedì sarà un po’ come essere sul Mississippi nei tempi d’oro del blues. Il prossimo appuntamento di Un fiume di Musica, giovedì 25 luglio alle 19 sul piazzale di Palazzo Savonuzzi (via Darsena 57 a Ferrara), è ispirato alle vocalità al femminile del calibro di Etta James, Ann Cole e Bonnie Raitt, e alle sonorità blues che le hanno rese celebri, con In Trio Blues, composto da Ambra Bianchi, flauto e voce, Roberto Poltronieri alla chitarra, Enrico Trevisani al basso, Paolo Giacomini all’armonica e William Zerbini alla batteria. L’evento è a ingresso libero.

L’organico, con un pizzico di irriverente ironia, rimescola le “leggendarie carte del blues” in un gioco musicale tutto da scoprire. “In principio – raccontano i componenti – era il Trio… Poi, il gruppo ha aperto le braccia a chi ha voglia di esprimere quel blues che è presente in ognuno di noi”. Basterà chiudere gli occhi, ascoltando i suoni del quintetto e il lungofiume ferrarese ricorderà le immense profondità del Mississippi, e quel legame profondo che lega l’acqua agli uomini, gli uomini al blues, e il blues alla storia della musica.

Musica, cibo, socialità. Anche nel 2019 la musica torna a scorrere lungo il fiume Volano di Ferrara, con la quarta edizione di Un Fiume di Musica e con un programma ricco di buona musica e ricette prelibate. Dal 16 maggio al 15 agosto, il tratto di darsena di fronte Palazzo Savonuzzi in via Darsena, 57 si trasformerà in una vivace piazza sul fiume grazie agli aperitivi musicali e i saggi organizzati dalla Scuola di Musica Moderna-AMF.

Filo rosso del progetto saranno gli appuntamenti settimanali del giovedì sera in darsena, dove si potrà ascoltare la musica suonata dal vivo dagli insegnanti della Scuola di Musica Moderna. Diversi repertori e differenti sonorità si avvicenderanno una settimana dopo l’altra, sempre affiancati da una ricca offerta enogastronomica. Il ristorante La Romantica (via Ripagrande 36 Ferrara) e Da Maria pasta fresca (via Ripagrande 138 Ferrara) prepareranno ogni settimana un menu diverso, spaziando dalle ricette tradizionali ai piatti vegetariani e vegani, alla cucina più sperimentale.

Un Fiume di Musica è un progetto curato dall’ AMF – Scuola di musica moderna di Ferrara, in collaborazione con il Consorzio Wunderkammer (di cui l’AMF fa parte), con il patrocinio del Comune di Ferrara e la partecipazione di Nena battello fluviale. Il progetto Un Fiume di Musica è la colonna portante di Smart Dock, un più ampio e corale percorso di rigenerazione urbana della darsena, ideato e coordinato dall’APS Basso Profilo dal 2015. La creazione di un giardino di alberi da frutta per la darsena ha avviato il progetto nella primavera di quattro anni fa. Un’azione concreta che ha trasformato in maniera sensibile l’aspetto di questo tratto di darsena per lungo tempo trascurato. Oltre a proporre buona musica e aperitivi da gustare in compagnia, Un Fiume di Musica è anche un invito a riscoprire e riconquistare il fiume, un appello rivolto alla città e in modo particolare a chi abita il quartiere Darsena-Giardino.

Novità importanti per il servizio di guardia medica

Da: Comune di Bondeno

Servizio continuita’ assistenziale (guardia medica) e sopralluogo casa della salute

Fabio Bergamini e Francesca Piacentini: «incontro positivo per la parte storica di villa dazio, novita’ importanti per il servizio di “guardia medica”»
La Casa della Salute è in funzione ormai da alcuni mesi, ma il discorso di implementazione dei servizi e di valorizzazione di Villa Dazio è ben lungi dall’essere concluso. «La progettazione del secondo stralcio, che riguarda la villa storica del Borselli – conferma il sindaco Fabio Bergamini – è ormai ad uno stadio avanzato e, probabilmente, già entro la fine dell’anno verranno appaltati i lavori». Un cantiere che costituisce la parte più ingente dell’investimento sulla struttura di Bondeno, che sta diventando sempre più “baricentrica” nell’ambito dell’Alto Ferrarese, in sinergia con l’ospedale Santissima Annunziata di Cento. «In questa fase – conferma l’assessore alle Politiche sociali, Francesca Piacentini – ci stiamo soffermando su alcune esigenze da porre all’attenzione dell’Azienda Usl, con la quale prosegue un rapporto di stretta collaborazione». Durante un incontro tecnico di lavoro svoltosi alla Casa della Salute, erano presenti anche la direttrice sanitaria dell’Ausl, Nicoletta Natalini, la direttrice del Distretto Ovest, Annamaria Ferraresi, e l’architetto Giovanni Peressotti (dirigente dell’Ufficio Tecnico dell’Ausl) che cura i lavori previsti al Borselli. «Innanzitutto – aggiunge il sindaco Bergamini – possiamo annunciare che è finalmente in arrivo la strumentazione radiologica acquistata con le risorse del Comune di Bondeno. Ma non si tratta dell’unico servizio in partenza alla Casa della Salute “Borselli”». E’ in arrivo, infatti, il nuovo ecografo multifunzione. «Si è parlato anche della gestione del parco e del secondo stralcio di asfaltatura del parcheggio ghiaiato della struttura sanitaria – conferma Bergamini –. Intendiamo coinvolgere maggiormente anche le associazioni del territorio, per implementare i servizi a disposizione dei cittadini». Si è parlato, infine, del servizio di continuità assistenziale (in pratica, quello che i cittadini conoscono come “guardia medica”), collocata nell’ala est della struttura sanitaria, al numero civico 113 di via Dazio e che è ubicato al piano terra (a destra rispetto all’ingresso principale). «L’apertura della nuova ala – precisa l’assessore Piacentini – non ha comportato spostamenti di questo servizio. Nel dialogo iniziato con l’Ausl, è stata accolta la nostra richiesta di una formazione pediatrica per la “guardia medica”, per rispondere ad una esigenza presente nel nostro territorio. Intanto, però, il servizio di continuità assistenziale (che prosegue l’attività del medico di famiglia e del pediatra, nei giorni ed orari in cui queste figure non sono presenti) è attivo tutti i giorni, dalle ore 20 alle 8 di mattina, e nei prefestivi e festivi, dalle ore 8 alle ore 20 per garantire interventi medici domiciliari e presso le strutture residenziali (RSA – Casa Protetta). Per accedere al servizio occorre contattare il numero telefonico 840000215.
Il servizio, inoltre comprende presso la stessa sede l’ambulatorio di continuità assistenziale attivo dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 16 alle ore 18 dei giorni festivi e prefestivi in cui l’utente può recarsi di persona per visite ambulatoriali, ricette di prescrizione farmaci ed eventuale rilascio dei certificati di malattia.

Presentazione dei lavori per la realizzazione del ponte provvisorio di Final di Rero

Da: Comune di Tresignana

A Tresignana martedì 30 luglio presso la casa della cultura
Via del Lavoro – Loc. Tresigallo
Incontro pubblico di presentazione dei lavori per la realizzazione del ponte provvisorio in località Final di Rero
Un intervento temporaneo resosi necessario dopo il divieto di transito ai mezzi con peso superiore alle 15 tonnellate. Saranno presenti, tra gli altri, il sindaco Laura Perelli, l’assessore ai lavori pubblici, Maurizio Barbirati e, per la direzione generale cura del territorio e dell’ambiente della regione Emilia-Romagna, Claudio Miccoli
Presentazione dei lavori per la realizzazione del ponte provvisorio e dell’annessa viabilità in Via Pace, a Final di Rero: è questo il tema che sarà sviluppato in occasione di un incontro pubblico, aperto a tutti i cittadini, fissato per le ore 17.30 di martedì 30 luglio che si terrà presso la Casa della Cultura a Tresignana, località Tresigallo, in Via del Lavoro 4. Un’opportunità per la comunità locale per conoscere finalità e tempi di completamento dell’intervento avviato da qualche settimana, subito dopo l’aggiudicazione dell’appalto.
I lavori sono funzionali al completamento del progetto dell’Idrovia Ferrarese che ha l’obiettivo di realizzare un collegamento via acqua, dalla Conca di Pontelagoscuro a Porto Garibaldi, che permetta di garantire la navigabilità per i natanti di V classe europea (classificazione CEMT). In particolare, la costruzione del ponte provvisorio permette di superare le criticità emerse da febbraio 2018, quando, a causa delle condizioni non ottimali dell’infrastruttura esistente, è stato introdotto il divieto di transito ai mezzi di peso superiore alle 15 tonnellate.
Una volta terminata questa fase temporanea la cui durata prevista è di 8 mesi, si potranno completare gli interventi già previsti nell’ambito del Lotto 2 Stralcio 1, parte Final di Rero, che prevede il risezionamento della curva di Final di Rero e la realizzazione di un’isola fluviale e di un nuovo ponte.
All’iniziativa parteciperanno, per il comune di Tresignana il sindaco Laura Perelli e l’assessore ai lavori pubblici, patrimonio, urbanistica, mobilità, sanità, cultura, rapporti con le frazioni Maurizio Barbirati, per la Regione Emilia-Romagna, il responsabile unico del procedimento, Claudio Miccoli, il direttore dei lavori, Riccardo Battaglia, oltre al presidente della Cooperativa di lavoro B.A.T.E.A., Leonardo Luppi, in rappresentanza delle imprese (B.A.T.E.A. e COSEAM ITALIA) che da qualche settimana hanno iniziato i lavori.

Nuova operazione della polizia locale di Comacchio sul contrasto all’abusivismo

Da: Comune

Nuova operazione della polizia locale di Comacchio nell’ambito  dei servizi di prevenzione ed il contrasto all’abusivismo commerciale

La Polizia Locale nell’ambito dei servizi di prevenzione ed il contrasto all’abusivismo commerciale, nel pomeriggio del 23/07/2019, ha proceduto allo sgombero di tende e suppellettili quasi sicuramente utilizzati da cittadini extracomunitari dediti alla vendita abusiva di merce. L’operazione ha preso il via da un controllo serale in cui durante il normale servizio di controllo del territorio a Lido Spina, gli agenti notavano uno strano via vai di persone extracomunitarie che accedevano all’intero dell’area pinetale posta di fronte all’arenile in prossimità dello stabilimento balneare Maui. Accedendo all’interno della pineta, gli agenti, si accorgevano di un fuggifuggi di persone che attraverso la boscaglia si dileguavano e addentratosi ulteriormente, verificavano la presenza di un campeggio di fortuna costituito da 5 tende che potevano ospitare una decina di persone oltre a tavoli, fornelli per la cottura di alimenti e bombole di gas.

All’interno delle tende venivano recuperati diversi sacchi di plastica contenenti merce di varia tipologia non contraffatta destinata alla vendita e precisamente 200 accessori per l’abbigliamento e bigiotteria varia. Nel corso dell’intervento, veniva identificato un cittadino extracomunitario che risultava in regola per la permanenza sul territorio nazionale.

Tutta l’area pinetale grazie all’intervento della ditta specializzata, veniva ripulita con due mezzi operativi. Le operazioni di pulizia e sgombero duravano circa tre ore e consentivano di restituire alla pineta un ambiente ripulito ed al contempo di contrastare il fenomeno dell’abusivismo commerciale soprattutto nell’arenile di Lido Nazioni. L’intervento ha visto impegnate tre pattuglie della Polizia Locale, una pattuglia dei carabinieri e due mezzi e personale della ditta incaricata per la pulizia dell’Area.

Save the Children: tratta e sfruttamento

Da: Save the Children

Tratta e sfruttamento: Save the Children, in Europa 1 vittima su 4 è minorenne. L’obiettivo principale dei trafficanti è lo sfruttamento sessuale, che in Italia risulta in crescita costante.

A pochi giorni dalla Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, Save the Children diffonde il rapporto “Piccoli schiavi invisibili 2019”. Il business dello sfruttamento sessuale nel nostro Paese recluta le sue vittime in Nigeria, Romania, Bulgaria e Albania, e cambia modalità operative per rimanere sommerso.

Un quarto delle vittime di tratta presunte o identificate in Europa sono minorenni e l’obiettivo principale dei trafficanti di esseri umani è lo sfruttamento sessuale. Sulle 20.500 vittime di uno dei sistemi più violenti e senza scrupoli che si conoscano, registrate nell’Unione nel biennio 2015-16, il 56% dei casi riguarda infatti la tratta a scopo di sfruttamento sessuale, con un pur consistente 26% legato allo sfruttamento lavorativo, 1 vittima su 4 ha meno di 18 anni, 2 su 3 sono donne o ragazze. In Italia le vittime di tratta accertate sono 1.660, con un numero sempre maggiore di minorenni coinvolti, cresciuti in un anno dal 9% al 13%[1]. Un trend in aumento confermato anche dal riscontro diretto degli operatori del progetto Vie d’Uscita di Save the Children, che nel 2018, in sole 5 regioni[2], hanno intercettato 2.210 vittime di tratta minori e neo-maggiorenni[3], un numero cresciuto del 58% rispetto alle 1.396 vittime del 2017. Benché questi dati rappresentino solo la superficie di un fenomeno perlopiù sommerso, la sempre più giovane età delle vittime e la prevalenza dello sfruttamento di tipo sessuale trova conferma anche tra i 74 nuovi casi di minori che sono riusciti a uscire dal sistema di sfruttamento nel 2018 nel nostro Paese e sono stati presi in carico dai programmi di protezione istituzionale, soprattutto in Piemonte (18) e Sicilia (16). Uno su 5, infatti, non supera in età i 15 anni e lo sfruttamento sessuale riguarda quasi 9 casi su 10[4].

Anche se non rappresenta il principale obiettivo del sistema della tratta, lo sfruttamento lavorativo in Italia è in crescita e nel 2018 gli illeciti registrati con minori vittime, sia italiani che stranieri, sono stati 263, per il 76% nel settore terziario. Il numero maggiore di violazioni sono state segnalate nei servizi di alloggio e ristorazione (115) e nel commercio (39), nel settore manifatturiero (36), nell’agricoltura (17) e nell’edilizia (11)[5].

A pochi giorni dalla Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, che ricorre il 30 luglio di ogni anno, Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – diffonde la XIII edizione del rapporto “Piccoli schiavi invisibili 2019”, una fotografia aggiornata della tratta e dello sfruttamento dei minori in Italia, ed in particolare del sistema dello sfruttamento sessuale e della specifica vulnerabilità delle sue vittime, in larga maggioranza di origine straniera.

Provengono infatti dalla Nigeria o dai Paesi dell’est europeo e dai Balcani le ragazze che sono maggiormente esposte al traffico delle organizzazioni e reti criminali che poi gestiscono in Italia un circuito della prostituzione in continua crescita. Il numero delle vittime di tratta minori e neo-maggiorenni[6] intercettate in sole 5 regioni[7] dagli operatori del progetto Vie d’Uscita di Save the Children è infatti cresciuto del 58%, passando dalle 1.396 vittime del 2017 alle 2.210 nel 2018, mentre i Paesi di origine sono per il 64% la Nigeria e per il 34% Romania, Bulgaria e Albania. È il riscontro diretto di un fenomeno che, se proiettato su tutte le regioni italiane, in virtù della sua trasversalità territoriale, indica realisticamente che i minori o neo-maggiorenni sfruttati sessualmente in Italia sarebbero diverse migliaia.

“Lo sfruttamento sessuale di vittime così giovani e vulnerabili lascia nelle loro vite un segno indelebile con gravissime conseguenze. Anche nel caso più fortunato di una fuoriuscita, sono diversi gli ostacoli che le giovanissime vittime devono superare durante il percorso di inclusione e integrazione indispensabile per poter costruire un futuro dignitoso e autonomo. Sono molte le testimonianze dirette in questo senso delle realtà che operano sul territorio che abbiamo voluto mettere in evidenza nel Rapporto. Siamo impegnati da anni sul campo In Italia, con l’obiettivo di costruire relazioni di collaborazione sempre più forti con le organizzazioni e associazioni presenti sul territorio, e con le istituzioni ad ogni livello, per scongiurare il pericolo che la rete di intervento e protezione non riesca a trattenere proprio le vittime più fragili. Un fenomeno di questa gravità e di queste proporzioni necessità infatti di un intervento nazionale coordinato tra tutti gli attori, in grado di garantire gli standard necessari ad una vera e propria azione di prevenzione, che deve scattare con tempestività appena le potenziali vittime entrano nel nostro Paese, e deve anche fornire i mezzi più efficaci per promuovere la fuoriuscita delle vittime e il loro percorso di integrazione,” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

Per promuovere la sensibilizzazione e avvicinare tutti in modo semplice e coinvolgente al dramma dello sfruttamento sessuale collegato alla tratta, Piccoli Schiavi Invisibili propone quest’anno al suo interno la graphic novel “Storia di Sophia. Una vittima di tratta. Una ragazza.”, illustrata dal fumettista Roberto Cavone, che racconta la storia vera di un’adolescente nigeriana. Il racconto può rappresentare un valido strumento facilmente fruibile per promuovere occasioni di approfondimento anche nelle scuole.

Lo sfruttamento sessuale delle ragazze nigeriane e dei paesi dell’est Europa

Il business della tratta internazionale a scopo di sfruttamento sessuale in Italia si basa su un sistema in continua evoluzione, che si adatta al mutare delle condizioni. Ad esempio, l’adescamento con la falsa promessa di un lavoro in Italia di vittime anche giovanissime nella Nigeria del sud, dove prevalgono condizioni di povertà e scarsa scolarizzazione, avveniva in gran parte a Benin City (Edo State), ma sembra essersi spostato più a sud, nel Delta State, anche per ovviare agli effetti di un editto della massima autorità religiosa del popolo Edo. Ewmare II, nel 2018 aveva infatti pubblicamente dichiarato nullo il terribile rito juju, utilizzato dai trafficanti per soggiogare e sottomettere con il ricatto le giovani vittime, disarticolando, purtroppo solo temporaneamente, l’intera rete di controllo.

Le ragazze e le donne nigeriane, una volta giunte in Italia, dopo un viaggio attraverso la Libia e via mare dove subiscono abusi e violenze, devono restituire alla maman, la figura femminile che gestisce il loro sfruttamento, un debito di viaggio che raggiunge i 30.000€ e sono costrette a “lavorare” fino a 12 ore tutte le notti, anche per 10-20€ a prestazione, raccogliendo dai 300 ai 700€ al giorno. Buona parte dei soldi servono però per pagare vitto, alloggio e vestiti, spesso anche per l’affitto del posto in strada dove si prostituiscono, e l’estinzione del debito diventa così quasi irraggiungibile. Il controllo delle vittime da parte dei trafficanti è assoluto e violento, come nel caso di Sophia che viene quasi soffocata dalla sua maman per aver chiesto a un cliente il telefono per chiamare sua madre in Nigeria per raccontarle dell’inganno subìto e chiederle aiuto. I trafficanti hanno inoltre spostato il circuito della prostituzione dai luoghi più facilmente identificabili, come le piazzole lungo le provinciali o le maggiori arterie stradali, verso luoghi “meno visibili”, il cosiddetto giro walk, come le fermate dei bus o i parchi, oppure all’interno delle case, che in alcuni casi sono connection-house, gestite e frequentate prevalentemente da connazionali, come quelle segnalate dagli operatori in Campania e Piemonte.

Sulle nostre strade è rimasta invece costante la presenza di ragazze di origine rumena o bulgara, ma si segnala un aumento delle ragazze di origine albanese, un ritorno, che riguarda anche i gruppi criminali albanesi in Italia, secondi solo a quelli nigeriani. Il reclutamento delle vittime nei Paesi di origine avviene con metodi sempre più efficaci, come ad esempio in Romania, dove diverse testimonianze di vittime raccolte in Italia hanno rilevato l’esistenza di “sentinelle” dei trafficanti che individuano in anticipo negli orfanotrofi le ragazze che stanno per lasciare le strutture al compimento dei 18 anni, e mettono in atto un adescamento basato – come per tutte le connazionali – su finte promesse d’amore e di un futuro felice in Italia, facendo leva sulla loro condizione di deprivazione affettiva. I finti lover boy che sono affiancati ad ogni ragazza lungo tutto il periodo di sfruttamento in Italia, che può durare anni, ne controllano l’attività, portando loro anche bibite energetiche durante la notte per sostenerne lo sforzo, ma esercitano un controllo totale e violento, come nel caso, riportato dagli operatori, di una ragazza rimasta incinta indotta ad entrare in una vasca riempita di cubetti di ghiaccio per indurre l’aborto per shock termico.

“Un sistema di tratta degli esseri umani così forte e spietato nei confronti di ragazze quasi bambine e giovani donne, in grado di adattarsi e modificare il proprio operato per rimanere sommerso, rende più che mai necessario incentivare e rafforzare la cooperazione con i Paesi di origine e di transito, al fine di rafforzare la lotta alla tratta in quanto crimine internazionale e transnazionale. In Italia occorre intensificare l’azione congiunta, anche promuovendo la definizione e adozione di protocolli e convenzioni per l’individuazione precoce delle vittime di tratta, sulla base di un approccio multi-agenzia che coinvolga tutti gli attori territoriali interessati, quali Forze di Pubblica

Sicurezza, Enti Giudiziari, Enti Locali, Enti Gestori dei centri di accoglienza, Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale. Ogni singola vittima va aiutata a fruire pienamente del sistema di protezione istituzionale per sottrarsi ai propri aguzzini.” sottolinea Antonella Inverno, Responsabile Politiche per l’Infanzia di Save the Children Italia.

Nelle loro attività di protezione delle vittime minori e neo-maggiorenni orientata alla fuoriuscita e al successivo percorso di inclusione e integrazione sociale, gli operatori partner di Save the Children impegnati nel progetto Vie d’Uscita si vedono costretti a sviluppare continuamente nuove modalità per entrare in contatto con le vittime e stabilire un rapporto di fiducia con loro. Questo si rende necessario quando vengono dirottate su circuiti meno visibili o all’interno delle case, o vengono spostate sempre più frequentemente da una città all’altra, o addirittura in un altro Paese europeo per far perdere le loro tracce.

Il sistema di tutela per le vittime della tratta di esseri umani in Italia

La risposta del sistema italiano di tutela delle vittime di tratta è ancora frammentaria ed è necessario potenziarla, come rilevato anche dal Gruppo di Esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA) che nel 2018 ha condotto una missione di valutazione del quadro normativo e istituzionale nel nostro Paese rispetto all’applicazione della Convenzione europea in materia.

Il primo Piano Nazionale d’Azione adottato dal Governo nel 2016 per tracciare le linee guida del contrasto e della prevenzione ha rappresentato un passo positivo importante, ma è scaduto a dicembre 2018 e non è stato ancora definito un secondo Piano. Per quanto riguarda il Programma Unico di Emersione, che racchiude invece le misure concrete per l’emersione, l’assistenza e l’integrazione sociale delle vittime, il finanziamento è stato potenziato dall’attuale governo e ammonta a 24 milioni per il triennio 2019-2021. Come sottolinea la relazione del GRETA, si dovrebbero valutare attentamente le esigenze di finanziamento per assicurare che vi siano posti di alloggio sufficienti per le vittime, femmine e maschi, di tratta.

La raccolta dei dati sul fenomeno e sulle vittime di tratta è lacunosa, perché limitata solo a quelle fuoriuscite dal sistema; si dovrebbe creare una struttura nazionale dedicata al coordinamento del lavoro anti-tratta dei ministeri e delle agenzie competenti che possa anche coinvolgere ulteriormente ONG, sindacati e altri membri della società civile nello sviluppo, nell’attuazione e nella valutazione delle politiche anti-tratta.

Molti passi devono inoltre ancora essere fatti per potenziare la prevenzione e l’emersione del fenomeno attraverso una formazione specifica dei funzionari delle forze dell’ordine, il personale della polizia di frontiera, i professionisti che lavorano nei punti di sbarco e nella prima accoglienza dei migranti e dei richiedenti asilo, dei procuratori, dei giudici, dei funzionari dell’asilo, degli assistenti sociali, degli ispettori del lavoro, degli avvocati, degli esperti dell’infanzia e degli operatori sanitari. Tutte figure che, se messe in grado, potrebbero infatti identificare in anticipo le potenziali vittime di tratta tra i migranti e richiedenti asilo giunti in Italia.

“Non si può ignorare – ha aggiunto Raffaela Milano – il fatto che il fiorente mercato dello sfruttamento sessuale delle minorenni in Italia è legato alla presenza di una forte “domanda” da parte di quelli che ci rifiutiamo di definire “clienti”, i quali sono parte attiva del processo di sfruttamento. E’ necessario rafforzare l’azione di contrasto e, allo stesso tempo, promuovere iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e in particolare i più giovani sui danni gravissimi che questo mercato provoca sulle ragazze che ne sono vittima”.

Ulteriori criticità prima, durante e dopo la fuoriuscita sono state riportate dagli operatori sul campo rispetto ai complicati iter burocratici per ottenere, ad esempio, il rilascio dei codici STP (Straniero Temporaneamente Presente), per le ragazze nigeriane ed albanesi – aggravati dall’introduzione del Decreto Sicurezza 113/2018 (legge 132/2018) – ed ENI (Europeo Non Iscritto), per le ragazze originare dei Paesi dell’Est Europa, fondamentale per garantire il riconoscimento del diritto alla salute attraverso i relativi servizi.

Altri nodi critici riguardano il rilascio del permesso di soggiorno, che in ancora troppi territori è vincolato alla denuncia nei confronti degli sfruttatori da parte delle vittime, le quali, soprattutto in una fase iniziale di fuoriuscita, spesso sono restie a formalizzare la denuncia per paura di ritorsioni sui familiari nel Paese di origine. Il permesso di soggiorno d’altronde non rappresenta per le vittime europee o albanesi un efficace strumento di protezione, considerato che la posizione amministrativa di queste donne è comunque regolare in Italia. Per tutte loro vanno messi in campo altri strumenti per incoraggiare e sostenere la fuoriuscita.

“Il fenomeno della tratta e del grave sfruttamento di esseri umani, in particolare di minori, rappresenta una sfida più che attuale per le autorità italiane. Lo sfruttamento sessuale delle donne e delle ragazze originarie della Nigeria, dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa continua a essere perpetrato e si adatta ai tempi. Al suo mutare emergono nuove criticità, mentre altre, che già esistevano, rischiano di diventare croniche. Intercettare e intervenire sulle criticità che gli operatori incontrano sia nell’aggancio, che nel sostegno delle vittime durante il loro percorso di fuoriuscita dalla situazione di assoggettamento, e di integrazione poi, è fondamentale per garantire a queste donne, talvolta giovanissime, la possibilità di immaginare nel nostro Paese un futuro diverso, lontano da violenza e sfruttamento.” conclude Raffaela Milano.

L’intervento di Save the Children in Italia

Per offrire un sostegno specifico ai minori stranieri reclutati da organizzazioni e reti criminali nei Paesi di origine per essere sfruttati in Italia nel circuito della prostituzione, l’Organizzazione ha attivato dal 2012 il progetto Vie d’Uscita. Il progetto viene realizzato in partenariato in Marche e Abruzzo con l’Associazione On the Road, in Veneto con Comunità dei Giovani Cooperativa Sociale e la Cooperativa Sociale Equality, con la Cooperativa Sociale CivicoZero a Roma nel Lazio, con MEET Project Cooperativa Sociale in Calabria e con la Congregazione Figlie della Carità San Vincenzo de Paoli in Sardegna, e dal 2019 anche in Piemonte con PIAM Onlus. Nel 2018 Vie d’uscita ha sostenuto l’avvio di 32 percorsi di avviamento all’autonomia di vittime fuoriuscite dal sistema di sfruttamento, per 31 ragazze e un ragazzo.

Con l’obiettivo di offrire supporto e protezione ai minori stranieri non accompagnati in Italia, e garantire loro opportunità di inclusione sociale, Save the Children è presente con i propri programmi nelle principali aree di sbarco alla frontiera sud, nelle maggiori città di arrivo e transito come Catania, Roma, Milano, e Torino – dove è attivo il progetto CivicoZero – e ai principali valichi di confine terrestre al nord del Paese.

Dal 2016, l’Organizzazione ha infine attivato la Helpline Minori Migranti per offrire adeguato sostegno agli stessi minori stranieri non accompagnati, ma anche a tutti coloro che hanno necessità di ricevere informazioni ad hoc, dai familiari dei minori agli operatori delle strutture di accoglienza, dai volontari ai comuni cittadini. Il servizio, gratuito e multilingue, è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 17, al numero verde 800 14 10 16 oppure, per gli utenti Lycamobile, 3512202016.

Il rapporto “Piccoli schiavi invisibili 2019” è disponibile al link:

https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/piccoli-schiavi-invisibili-2019

Le infografiche, la copertina del rapporto e alcune tavole della graphic novel “Storia di Sophia. Una vittima di tratta. Una ragazza.” sono disponili al link:

https://www.contenthubsavethechildren.org/Share/217718pd0u8r258j6kkcd722va2j4cli